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Guida alla mostra - MIC Museo Internazionale delle Ceramiche in ...

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suo prodotto artistico maiolicato. Le forme dei “bianchi” sono ricavate su prototipi<br />

<strong>in</strong> metallo, per lo più argenti, mentre la decorazione si caratterizza per una fattura<br />

rapida, abbreviata, da cui l’adozione del term<strong>in</strong>e di “stile compendiario”. La grande<br />

svolta dei “bianchi” si esaurirà <strong>alla</strong> f<strong>in</strong>e del ‘600, con l’avvento della porcellana.<br />

Dal ‘700 la ceramica di Faenza saprà darsi ancora caratteri dist<strong>in</strong>tivi per qualità<br />

del prodotto artistico, per la cont<strong>in</strong>ua ricerca tecnica e per la re<strong>in</strong>venzione <strong>delle</strong><br />

forme e dei repertori sollecitati da mode europee. Il prestigio della maiolica<br />

faent<strong>in</strong>a è affidato nei suoi prodotti migliori <strong>alla</strong> Manifattura Ferniani a partire d<strong>alla</strong><br />

f<strong>in</strong>e del ‘600 s<strong>in</strong>o <strong>alla</strong> f<strong>in</strong>e del secolo successivo. L’ ‘800 si muove tra il gusto<br />

popolare e l’eclettismo che si alimenta sulla ripresa degli stili del passato; <strong>in</strong>oltre il<br />

secondo ‘800 faent<strong>in</strong>o vive un’altra brillante esperienza con la “pittura su<br />

ceramica”, capace di ottenere effetti pittorico-cromatici simili a quelli della pittura<br />

da cavalletto. Le offic<strong>in</strong>e del ‘900, depositarie dell’antica tecnica, sono tuttora<br />

terreno di conservazione della tradizione ma anche laboratori di nuove esperienze<br />

e sede di formazione per le giovani generazioni.<br />

Castelli<br />

Nel territorio di Castelli d’Abruzzo<br />

le tracce di antiche ceramiche appartenenti<br />

alle epoche più remote,<br />

di<strong>mostra</strong>no come il sorgere di una<br />

tradizione manifatturiera non sia<br />

sbocciata improvvisamente.<br />

Durante il Medioevo, epoca <strong>in</strong> cui si<br />

forma il nucleo abitato attorno ad<br />

una fortificazione, la produzione di<br />

di una ceramica d’uso, prima, e con caratteristiche estetiche poi, dovette essere<br />

abbastanza precoce. Le recenti ricerche condotte nel territorio di Castelli hanno<br />

confermato l’antichità della locale produzione ceramica f<strong>in</strong>o dal periodo pre-r<strong>in</strong>ascimentale.<br />

Gli scavi condotti presso le discariche della fabbrica dei Pompei hanno<br />

accertato l’esistenza di una produzione ceramica di notevole qualità: maioliche<br />

e ceramiche <strong>in</strong>gobbiate e “graffite”. Tra la f<strong>in</strong>e del ‘400 e i primi del ‘500 le fabbriche<br />

castellane imprimono una svolta ai loro prodotti maiolicati, particolarmente<br />

con la serie da farmacia, nota come tipologia “Ors<strong>in</strong>i-Colonna”, qui <strong>in</strong> Mostra<br />

largamente esemplificata. A metà del ‘500, Castelli, attraverso l’arte della maiolica<br />

<strong>in</strong>tratteneva scambi culturali con importanti centri della penisola, quali Roma e<br />

Napoli, e godeva di un notevole giro d’affari, sostenuto anche da committenze<br />

prestigiose come i Farnese, per i quali si produssero le famose “turch<strong>in</strong>e”,<br />

testimoniate <strong>in</strong> questa esposizione da un r<strong>in</strong>frescatolo “a navicella” che fa pendant<br />

con altro identico <strong>delle</strong> raccolte del <strong>MIC</strong>: capi d’opera unici al mondo che <strong>in</strong> orig<strong>in</strong>e<br />

facevano parte del fastoso e monumentale servizio (“credenza”) per il card<strong>in</strong>ale<br />

Alessandro Farnese, prodotto nel terzo quarto del ‘500. Nello stesso periodo<br />

Castelli accoglie e fa propria la corrente dei “bianchi” faent<strong>in</strong>i, che trova la sua<br />

massima espressione, soprattutto, nei mattoni del soffitto di San Donato dei primi<br />

del ‘600. Col ‘600 <strong>in</strong>izia un’altra stagione aurea della maiolica castellana, ad opera<br />

pr<strong>in</strong>cipalmente di due d<strong>in</strong>astie che per quasi due secoli terranno alto il nome del<br />

piccolo centro abruzzese, quella dei Grue e quella dei Gentile, diffondendo la

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