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Guida alla mostra - MIC Museo Internazionale delle Ceramiche in ...

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Venezia<br />

Il grande centro lagunare fu sede di<br />

attivi “scudeleri” e “bocaleri” s<strong>in</strong> dal<br />

Medioevo, che fabbricavano soprattutto<br />

vasellami <strong>in</strong>gobbiati e “graffiti”.<br />

Le botteghe veneziane tuttavia andarono<br />

famose a partire dal ‘500, grazie<br />

all’apporto di maestranze che si erano<br />

trasferite <strong>in</strong> laguna già con un ricco<br />

bagaglio di esperienze, provenienti da<br />

altri centri, specialmente dall’area<br />

marchigiana.<br />

Così, accanto <strong>alla</strong> decorazione “<strong>alla</strong><br />

porcellana”, “a grottesche”, “a trofei”,<br />

ecc., si sviluppò il genere figurato o<br />

“istoriato”, ma <strong>in</strong> modo piuttosto <strong>in</strong>dipendente rispetto agli altri centri italiani e con<br />

una qualità tecnica ricca di materia cromatica e di particolare lucentezza degli<br />

smalti. L’ “istoriato” veneziano vede emergere personalità quali Maestro Ludovico<br />

e Jacopo da Pesaro, che amano ornati <strong>in</strong> turch<strong>in</strong>o o <strong>in</strong> bianco su fondo grigio o<br />

azzurr<strong>in</strong>o (“berett<strong>in</strong>o”), talvolta a fare da cornice a solitarie figure, del<strong>in</strong>eate<br />

anch’esse <strong>in</strong> dom<strong>in</strong>ante monocromia blu. Nella seconda metà del ‘500 spiccano<br />

soprattutto Mastro Domenico “da Venezia” e la sua fiorente bottega, cui sono<br />

attribuiti <strong>in</strong>teri corredi da farmacia, composti di vasellami decorati “a foglie e frutta”<br />

policrome di lussureggiante festosità, abb<strong>in</strong>ate a medaglioni con ritratti o figure<br />

che, nel loro pittoricismo caldo e nel ductus sciolto, rivelano sensibili apporti ed<br />

<strong>in</strong>flussi della coeva pittura veneziana. La maiolica veneta sei-settecentesca si<br />

specializza <strong>in</strong> raff<strong>in</strong>ati vasellami dal fondo azzurro-perl<strong>in</strong>o, detti “lates<strong>in</strong>i”; con le<br />

veneziane Manifatture Vezzi e Cozzi, quest’ultima attiva s<strong>in</strong>o al 1812, si assiste<br />

anche allo sviluppo sia della porcellana sia della terraglia “ad uso d’Inghilterra”.<br />

Rim<strong>in</strong>i<br />

A Rim<strong>in</strong>i, favorita da un’eccellente argilla<br />

figul<strong>in</strong>a, fiorì una notevole attività ceramica<br />

s<strong>in</strong> dal Medioevo, la cui fortuna si legò<br />

soprattutto <strong>alla</strong> produzione che esaltava<br />

nella decorazione l’araldica e le “imprese”<br />

della d<strong>in</strong>astia malatestiana.<br />

La ceramica rim<strong>in</strong>ese è testimoniata sia<br />

dalle fonti archivistiche, che attestano<br />

l’attività di numerose fornaci, sia da <strong>in</strong>numerevoli<br />

reperti recuperati <strong>in</strong> aree urbane,<br />

che documentano tangibilmente la parte<br />

importante sostenuta dai ceramisti locali<br />

allo sviluppo dell’arte.<br />

Nel R<strong>in</strong>ascimento la maiolica rim<strong>in</strong>ese rafforzò<br />

sensibilmente la qualità e il tessuto decorativo dei suoi prodotti, facendo

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