202K - Meccanica e costruzione delle macchine
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Associazione Italiana per l’Analisi delle Sollecitazioni (AIAS) XXXI Convegno Nazionale – 18-21 Settembre 2002, Parma SESSIONE R PROGETTAZIONE E SVILUPPO DI PRODOTTO PROGETTAZIONE DI UN DISPOSITIVO DI PRESA PER L’INDUSTRIA DEGLI ELETTRODOMESTICI ORIENTATO AL COMPITO R.P. Razzoli Laboratorio di Progettazione e Misure per l’Automazione e la Robotica DIMEC, Università di Genova, Via All’Opera Pia 15/A - 16145 Genova e-mail: razzoli@dimec.unige.it Il lavoro ha preso spunto dall’esigenza di automazione del montaggio di componenti sul basamento di alcuni modelli di lavabiancheria prodotte da Electrolux Zanussi, azienda leader dell’industria del bianco, ed è stato svolto nell’ambito del PNR SPI “Sistemi di Produzione Innovativi”, Tema 3, Montaggio Modulare, che si è concluso con la realizzazione di un prototipo di linea di assemblaggio modulare e riconfigurabile. Parte significativa del progetto è stata rivolta allo studio di pinze in grado di assolvere alle funzioni di montaggio dei diversi elementi che costituiscono il basamento. Dimensioni, massa, forma e cedevolezza dei pezzi sono ampiamente variabili: ciò ha sconsigliato l’utilizzo di una pinza “universale”, che avrebbe avuto alto costo e bassa affidabilità; si è pertanto fatto ricorso a soluzioni indipendenti e specializzate in funzione degli accoppiamenti richiesti, [1]. Nel seguito è descritta l’attività di progettazione riferita alla pinza dedicata all’assemblaggio del riscaldatore e della pompa di ricircolo e, successivamente, di questi sul collettore. Tra i diversi organi di presa analizzati, esso è quello che presenta le maggiori criticità, in considerazione del fatto che il riscaldatore, proposto in due versioni di differente lunghezza, può essere presente o mancare, opzione, quest’ultima, ampiamente diffusa nel mercato asiatico, e del fatto che occorre mantenere stabile e secondo un assetto ben preciso l’unione (altrimenti labile) del gruppo pompa-riscaldatore fino alla sua inserzione definitiva nel basamento.
- Page 2 and 3: 1. INTRODUZIONE La crescente compet
- Page 4 and 5: 2.1 Sequenza di assemblaggio L’or
- Page 6 and 7: Fig. 5 Escursione della pinza per l
- Page 8 and 9: 4. COMMENTI E SVILUPPI FUTURI L’e
Associazione Italiana per l’Analisi <strong>delle</strong> Sollecitazioni (AIAS)<br />
XXXI Convegno Nazionale – 18-21 Settembre 2002, Parma<br />
SESSIONE R<br />
PROGETTAZIONE E SVILUPPO DI PRODOTTO<br />
PROGETTAZIONE DI UN DISPOSITIVO DI PRESA<br />
PER L’INDUSTRIA DEGLI ELETTRODOMESTICI<br />
ORIENTATO AL COMPITO<br />
R.P. Razzoli<br />
Laboratorio di Progettazione e Misure per l’Automazione e la Robotica<br />
DIMEC, Università di Genova, Via All’Opera Pia 15/A - 16145 Genova<br />
e-mail: razzoli@dimec.unige.it<br />
Il lavoro ha preso spunto dall’esigenza di automazione del montaggio di<br />
componenti sul basamento di alcuni modelli di lavabiancheria prodotte da<br />
Electrolux Zanussi, azienda leader dell’industria del bianco, ed è stato svolto<br />
nell’ambito del PNR SPI “Sistemi di Produzione Innovativi”, Tema 3, Montaggio<br />
Modulare, che si è concluso con la realizzazione di un prototipo di linea di<br />
assemblaggio modulare e riconfigurabile.<br />
Parte significativa del progetto è stata rivolta allo studio di pinze in grado di<br />
assolvere alle funzioni di montaggio dei diversi elementi che costituiscono il<br />
basamento. Dimensioni, massa, forma e cedevolezza dei pezzi sono ampiamente<br />
variabili: ciò ha sconsigliato l’utilizzo di una pinza “universale”, che avrebbe avuto<br />
alto costo e bassa affidabilità; si è pertanto fatto ricorso a soluzioni indipendenti e<br />
specializzate in funzione degli accoppiamenti richiesti, [1].<br />
Nel seguito è descritta l’attività di progettazione riferita alla pinza dedicata<br />
all’assemblaggio del riscaldatore e della pompa di ricircolo e, successivamente, di<br />
questi sul collettore. Tra i diversi organi di presa analizzati, esso è quello che<br />
presenta le maggiori criticità, in considerazione del fatto che il riscaldatore,<br />
proposto in due versioni di differente lunghezza, può essere presente o mancare,<br />
opzione, quest’ultima, ampiamente diffusa nel mercato asiatico, e del fatto che<br />
occorre mantenere stabile e secondo un assetto ben preciso l’unione (altrimenti<br />
labile) del gruppo pompa-riscaldatore fino alla sua inserzione definitiva nel<br />
basamento.
1. INTRODUZIONE<br />
La crescente competitività del mercato globale comporta una continua diminuzione del<br />
rapporto costo/qualità, con conseguente riduzione dei margini di profitto: l’ottimizzazione <strong>delle</strong><br />
risorse tecnologiche, produttive e gestionali è, pertanto, pratica irrinunciabile (e cruciale) per la<br />
sopravvivenza aziendale, [2].<br />
I sistemi di assemblaggio flessibili, in quanto processi di medio-alta tecnologia per la<br />
produzione di beni competitivi, costituiscono una <strong>delle</strong> aree individuate come fondamentali da<br />
enti americani (Council on competitiveness, Department of commerce, Department of<br />
defense, etc.) e giapponesi (Economic planning agency, etc.) incaricati a definire le<br />
tecnologie critiche correnti e per l’immediato futuro.<br />
Le attività di assemblaggio e di movimentazione sono sempre più diffuse nell’industria<br />
manifatturiera; il loro accrescimento, soprattutto in termini di efficienza, è uno degli ambiti<br />
dell’automazione industriale per cui si prevedono i maggiori sviluppi, [3], [4].<br />
Questo problema è oggi particolarmente sentito in tutta l’industria ed in particolare in quella<br />
degli elettrodomestici.<br />
I sistemi modulari consentono di realizzare l’assemblaggio di prodotti che appartengano ad una<br />
medesima famiglia ed hanno la caratteristica di poter essere rapidamente riconfigurati in<br />
funzione <strong>delle</strong> mutevoli esigenze di produzione, [5].<br />
Le linee come quella studiata e realizzata nell’ambito del progetto SPI3, sono tipiche di<br />
quando occorra privilegiare la produttività, con consegna in tempi brevi di grandi volumi di<br />
prodotti: esse si avvalgono di dispositivi di trasferimento e di alimentazione e ricorrono ad unità<br />
operatrici convenientemente specializzate.<br />
2. SPECIFICHE TECNICHE DEL PROGETTO<br />
Il basamento, Fig. 1, è costituito da: una base, due ammortizzatori, due spinotti, una pompa di<br />
scarico, un collettore, un riscaldatore, una pompa di ricircolo, un tubo flessibile di scarico, Fig.<br />
2.<br />
Fig. 1 Vista del basamento ultimato<br />
Per brevità, sono sommariamente descritti solo i componenti direttamente manipolati<br />
dall’organo di presa considerato, Fig. 3.<br />
Il collettore è una struttura prismatica cava in plastica che presenta, sulla base inferiore, i<br />
piedini per l’inserzione sul basamento e, sulle facce laterali, le sedi cilindriche destinate a<br />
collegare la pompa di scarico ed il riscaldatore.
Il riscaldatore è realizzato in due versioni; infatti, a seconda <strong>delle</strong> necessità produttive, si deve<br />
poterne assemblare una variante lunga o corta o, addirittura, può essere omesso. Entrambe le<br />
versioni del riscaldatore hanno forma cilindrica con rilie vi alle estremità per il collegamento,<br />
rispettivamente, al collettore e alla pompa di ricircolo. Sul guscio esterna, in mezzeria, è<br />
collocato il termostato.<br />
Fig. 2 Componenti del basamento<br />
La pompa di ricircolo è costituita da un gruppo motore, collegato tramite una flangia al resto<br />
della pompa; essa presenta una sede cilindrica per l’inserzione del riscaldatore ed una base<br />
con innesti prismatici ad incastro per il collegamento al basamento.<br />
La natura fisica dei componenti da montare (elementi in materia plastica ottenuti per iniezione)<br />
comporta l’adozione di strategie specifiche, sia per quanto attiene le modalità di presa e di<br />
manipolazione dei componenti, sia per i problemi di verifica del corretto posizionamento<br />
relativo dei componenti da montare e di gestione <strong>delle</strong> prevedibili interferenze causate dalla<br />
ampia banda di tolleranze dimensionali.<br />
Si assume che i controlli di qualità relativi alla funzionalità dei singoli componenti vengano<br />
eseguiti prima del loro impiego. In linea sono eseguiti solamente quei controlli ritenuti necessari<br />
per garantire la buona esecuzione del montaggio.<br />
Fig. 3 Modelli solidi del riscaldatore, della pompa di ricircolo e del collettore
2.1 Sequenza di assemblaggio<br />
L’organo di presa considerato permette il preassemblaggio di due componenti, il riscaldatore e<br />
la pompa di ricircolo e, successivamente, il loro montaggio sul collettore (precedentemente<br />
assicurato al basamento), secondo la seguente serie di operazioni:<br />
1. presa della pompa di ricircolo;<br />
2. presa del riscaldatore, se presente, con pinza ruotata di 22°;<br />
3. avvicinamento della pompa fino al contatto con il riscaldatore;<br />
4. passaggio alla linea principale;<br />
5. incastro del subassemblato (pompa+riscaldatore) nel collettore e nella base;<br />
6. posizionamento viti.<br />
Il montaggio sul basamento viene, pertanto, compiuto dalla stessa pinza che realizza l’unione<br />
tra pompa e riscaldatore; durante queste operazioni può essere effettuato, in tempo<br />
mascherato, anche il controllo del funzionamento del termostato.<br />
La soluzione ideata non comporta problemi di interferenza con altri componenti già assemblati,<br />
infatti la fase di premontaggio riscaldatore-pompa di ricircolo si realizza in mano al robot, in un<br />
spazio riservato e distante dal basamento. Il preassemblato, una volta connesso alla base,<br />
viene bloccato con due viti: si usano due avvitatori, in posizione fissa, con movimento verticale,<br />
da sopra e da sotto la base.<br />
La traiettoria di avvicinamento per i due utensili è problematica, soprattutto nella zona<br />
inferiore, in quanto è impegnata dal pallet di supporto.<br />
2.2 Problematiche nell’assemblaggio del riscaldatore<br />
Uno dei problemi principali che si incontrano nell’assemblaggio del riscaldatore consiste nel<br />
fatto la connessione, realizzata con elementi elastici, tra riscaldatore e pompa di ricircolo, non<br />
risulta stabile; per questo motivo essi devono essere saldamente mantenuti nella giusta<br />
posizione dalla pinza, fino alla loro inserzione nel collettore e nella base.<br />
Un’altra fonte di complessità deriva dalla posizione che deve assumere il riscaldatore a fine<br />
assemblaggio: esso, infatti, deve risultare inclinato rispetto al piano orizzontale di 5° e ruotato<br />
attorno al proprio asse centrale di 22°.<br />
Il termostato inserito nel riscaldatore è un componente di sicurezza molto delicato e può<br />
danneggiarsi durante la movimentazione: occorre prestare particolare cura, affinché esso non<br />
sia urtato durante la fase di manipolazione<br />
Per verificare l’integrità del termostato, e quindi la corretta funzionalità del riscaldatore, si<br />
procede ad un controllo in linea prima dell’assemblaggio; in questo modo si evita di aggiungere<br />
valore ad un basamento che risulterebbe “scarto”.<br />
Si è quindi realizzata una pinza strumentata, dotata di sensori che verificano il corretto<br />
funzionamento del termostato durante le operazioni di montaggio.<br />
2.3 Problematiche nell’assemblaggio della pompa di ricircolo<br />
L’operazione di incastro della pompa sulla base è difficoltosa, perché va effettuata in<br />
contemporanea con l’innesto del riscaldatore nel collettore, e con una dinamica non agevole;<br />
ancora peggiore è il caso in cui il riscaldatore non è previsto, perché viene a mancare il gioco<br />
garantito dall’incastro tramite O-ring tra riscaldatore e collettore, che facilita l’introduzione dei<br />
piedini della pompa nelle apposite sedi ricavate sulla base.
Inoltre, lo spazio disponibile nella zona sottostante il motore elettrico della pompa di ricircolo,<br />
quando è montata, è abbastanza ridotto e limita sia lo spessore sia la corsa del dito inferiore<br />
della pinza.<br />
3. SVILUPPO E COSTRUZIONE DEL DISPOSITIVO INNOVATIVO<br />
La progettazione dell’organo di presa è stata principalmente guidata dalle dimensioni, forme e<br />
materiali dei componenti nonché dalle caratteristiche di stabilità dei sottoassiemi.<br />
Si è tenuto conto dei principi di modularità e standardizzazione <strong>delle</strong> unità di presa, [6], per<br />
permetterne il riutilizzo per componenti differenti, modificando ed adattando soltanto parti<br />
periferiche, quali polpastrelli, unghie e riscontri, [7], [8], [9].<br />
Si è cercato, altresì, di limitare al massimo il numero dei gradi di libertà della pinza, per<br />
ottenere un prodotto efficace e semplice e quindi meno costoso e più affidabile.<br />
Tutti i movimenti non realizzati direttamente dall’end-effector sono delegati al braccio e<br />
devono essere considerati a livello di programmazione e controllo del robot.<br />
L’organo di presa è, in sintesi, formato da due mani cooperanti che hanno la possibilità di<br />
avvicinare tra loro i pezzi, sfruttando, complessivamente, tre gradi di libertà, Fig. 4.<br />
Il componente di collegamento tra le due pinze è stato progettato ad hoc per questa<br />
applicazione: è un semplice elemento sagomato ad “L” al quale sono fissate la guida lineare,<br />
che sostiene la pinza per la pompa di ricircolo, e la pinza del riscaldatore, tramite<br />
interposizione di un opportuno adattatore angolare; naturalmente, nella parte superiore è stata<br />
prevista una flangia di collegamento per l’interfacciamento dell’organo di presa con il<br />
dispositivo terminale del robot.<br />
(a)<br />
(b)<br />
Fig. 4 Modello della pinza (a); fase di assemblaggio riscaldatore/pompa ricircolo (b)<br />
La direzione del moto relativo tra pompa e riscaldatore è lungo l’asse di quest’ultimo, che<br />
resta fermo, mentre viene posta in movimento la pompa; in questo modo, variando<br />
semplicemente la corsa della guida, possono essere trattate entrambe le versioni del<br />
riscaldatore. La corsa complessiva deve permettere di afferrare i due pezzi dall’alimentazione,<br />
Fig. 5, in posizione non ravvicinata, e poi di unirli, anche con il riscaldatore più corto, con una<br />
forza assiale di circa 200 N.
Fig. 5 Escursione della pinza per la pompa<br />
3.1 Pinza per riscaldatore<br />
La pinza per il riscaldatore, Fig. 6, è stata scelta dal catalogo di un produttore di pinze<br />
pneumatiche; è una pinza angolare, con rotazione di 180°, che si basa sull’accoppiamento tra<br />
una cremagliera ed una coppia di ruote dentate. La cremagliera è solidale allo stelo del pistone<br />
di un cilindro a doppio effetto (capace di una forza assiale di 1700 N per una pressione di 7<br />
bar) e muove in modo sincronizzato le due ruote dentate, assicurando un momento torcente<br />
costante in fase di chiusura. Quando non sia richiesto l’intervento di questo dispositivo di<br />
presa, la possibilità di apertura a 180° <strong>delle</strong> ganasce permette di sistemare queste ultime in una<br />
posizione che non sia di ostacolo per altre operazioni.<br />
Per il collegamento della pinza con il braccio a “L” si è modellato un adattatore, necessario a<br />
far assumere alla pinza ed al riscaldatore il corretto orientamento: ciò ha consentito di<br />
risparmiare un paio di gradi di libertà della pinza.<br />
Fig. 6 Esploso della pinza per il riscaldatore<br />
3.2 Pinza per pompa di ricircolo<br />
La pinza per la pompa di ricircolo, Fig. 7, è di tipo parallelo con un dito fisso e l’altro mobile;<br />
si è scelta questa soluzione per non avere problemi di interferenza con le parti attigue in fase di<br />
abbandono della presa. Il movimento del pistone viene trasmesso dallo stelo all’elemento su<br />
cui è fissato il dito mobile; la posizione e la forza di serraggio sulla pompa sono, pertanto,<br />
direttamente esercitati dall’attuatore pneumatico. La forza minima richiesta all’attuatore è pari<br />
a 500 N con necessità di una corsa molto breve per applicare e rilasciare la presa; si è<br />
pertanto optato, da catalogo, per un cilindro a semplice effetto con pressione di alimentazione<br />
di 6 bar, particolarmente adatto per operazioni di bloccaggio a corsa ridotta. Esso si distingue<br />
per:<br />
• rapido intervento all’immissione della pressione;<br />
• elevata forza di bloccaggio in rapporto alla sua dimensione.
Fig. 7 Esploso della pinza per la pompa<br />
3.3 Analisi del dispositivo di presa<br />
Le diverse fasi progettuali sono state affrontate sfruttando le opzioni rese possibili dalla<br />
disponibilità di prototipi digitali: tutti i componenti, anche quelli scelti da catalogo, sono stati<br />
virtualmente ricostruiti per mezzo di un modellatore solido parametrico, [10]. Ciò ha<br />
consentito l’effettuazione di prove e verifiche su modelli alternativi con l’obiettivo di individuare<br />
la migliore architettura della pinza in funzione, tra l’altro, dei parametri di ingombro e dei vincoli<br />
imposti dalla presenza di ostacoli (quali, ad esempio, gli elementi già inseriti all’interno del<br />
basamento, oppure le strutture della cella di montaggio) al percorso della pinza stessa.<br />
Il dimensionamento degli elementi critici è stato affrontato sia con la metodologia classica per<br />
elementi con tipologia a trave/lastra, sia con la tecnica degli elementi finiti per pezzi a forma più<br />
complessa.<br />
Lo studio della traiettoria, dei gradi di libertà e <strong>delle</strong> velocità medie è stato realizzato con un<br />
software di animazione cinematica: il percorso della pinza è stato ottimizzato al fine di garantire<br />
il più basso tempo ciclo. Punto di partenza per rilevare questi dati sono le posizioni relative<br />
<strong>delle</strong> alimentazioni rispetto alla linea principale:<br />
• distanza tra alimentazione pompa di ricircolo e riscaldatore<br />
• distanza tra alimentazione riscaldatore e linea<br />
Lo spazio di lavoro necessario, Fig. 8, risulta di 850 x 490 x 320 mm.<br />
Il percorso compiuto dalla pinza ha una lunghezza di 3650 mm e viene coperto in 13 secondi<br />
con una velocità media di 280 mm/s.<br />
Fig. 8 Dimensioni dello spazio di lavoro per il dispositivo di presa
4. COMMENTI E SVILUPPI FUTURI<br />
L’esigenza di utilizzare sistemi di assemblaggio di tipo modulare e riconfigurabile, [11] si è resa<br />
negli ultimi anni via via più pressante, anche in quei settori produttivi ove si sono sempre<br />
impiegati sistemi automatici di montaggio rigidi e dedicati; questa scelta è giustificabile sia<br />
dall’elevata efficienza dei macchinari ad automazione fissa, che garantiscono elevati volumi<br />
produttivi, sia da una durata piuttosto lunga della vita del prodotto.<br />
Le ultime tendenze del mercato fanno, però, in generale, presagire un deciso accorciamento<br />
del ciclo di vita dei prodotti ed aggiornamenti sempre più frequenti sia della forma, sia <strong>delle</strong><br />
parti costituenti; ciò costringe le aziende a ridurre senza sosta il time-to-market per poter<br />
essere presenti e competitive sul mercato con prodotti innovativi ed in tempi sempre più<br />
limitati.<br />
Si sente, dunque, la necessità in ambito industriale di poter disporre di macchinari per il<br />
montaggio di tipo non dedicato, sia per sostituire gradualmente i macchinari esistenti ad<br />
automazione rigida sia per poter affiancare questi ultimi in situazioni di picco produttivo ovvero<br />
quando si debbano realizzare pre-serie dimostrative prima del lancio di un nuovo prodotto sul<br />
mercato.<br />
Per quanto riguarda il dispositivo di presa elaborato, esso, avendo un numero di gradi di<br />
libertà minimo, permette l’assemblaggio in condizione di perfetto posizionamento. Premesso<br />
che si cerca sempre di tendere a questa favorevole situazione, progettando opportunamente gli<br />
organi di presa, è comunque possibile che i componenti siano disposti in modo diverso da<br />
quello considerato o abbiano <strong>delle</strong> dimensioni lievemente differenti dalle specifiche di progetto,<br />
evenienza piuttosto frequente quando i pezzi in materiale plastico siano ricavati per<br />
stampaggio.<br />
Per avere la certezza di successo nell’assemblaggio illustrato, il dispositivo dovrebbe<br />
possedere un numero maggiore di gradi di libertà.<br />
Una <strong>delle</strong> soluzioni alternative esaminate consiste nel montaggio del riscaldatore sul collettore<br />
da parte di un gripper semplice e, per ovviare alla mancanza di autoportanza del riscaldatore,<br />
nel far intervenire un sostegno esterno retrattile.<br />
Tale dispositivo sebbene sia vantaggioso dal punto di vista della semplicità dell’attrezzeria (due<br />
pinze semplici e un sostegno), non lo è altrettanto per il braccio del supporto, il quale deve<br />
operare in spazi di manovra molto ridotti e con movimenti di posizionamento complessi;<br />
inoltre, si avrebbe un allungamento dei tempi ciclo, a causa del maggior numero di operazioni<br />
richieste, che, a differenza della soluzione proposta, non avvengono in tempo mascherato:<br />
presa dei pezzi da parte <strong>delle</strong> pinze, posizionamento riscaldatore, arrivo del sostegno, rilascio<br />
del riscaldatore da parte della pinza, incastro della pompa di ricircolo sul basamento,<br />
allontanamento del sostegno, incastro a telaio, posizionamento <strong>delle</strong> viti.<br />
Una ulteriore soluzione, simile a quella realizzata per quanto attiene la modalità di presa, ma<br />
costruttivamente diversa, consiste in una pinza, atta alla movimentazione della pompa di<br />
ricircolo, da cui partono tre dita terminanti con degli attuatori che sorreggono il riscaldatore.<br />
Essa presenta, quale inconveniente principale, un ingombro eccessivo: una volta incastrata la<br />
pompa al basamento, rimane poco spazio di movimento alle tre dita, che devono essere in<br />
grado di adattarsi alle diverse versioni di riscaldatore; oltre a ciò, non si ha garanzia che sia<br />
imposta la corretta rotazione al riscaldatore.<br />
Infine, l’ipotesi di utilizzare una pinza antropomorfa per tutte le operazioni non sembra<br />
attuabile, visti i ridotti ingombri necessari, unitamente ad elevate forze; per la manipolazione
contemporanea dei due oggetti è, poi, indispensabile una pinza con più di tre dita e con elevato<br />
numero di gradi di libertà. Tra le diverse tipologie di pinze, tuttavia, quest’ultima sarebbe la più<br />
redditizia nel caso di un’unica stazione multifunzionale in cui venissero concentrate, per<br />
sfruttare al massimo la flessibilità della mano antropomorfa, tutte (o quasi) le operazioni di<br />
assemblaggio, con un approccio totalmente diverso da quello prospettato.<br />
RINGRAZIAMENTI<br />
Si ringraziano la ELECTROLUX Zanussi nella persona dell’Ing. De Pascale per la cortese<br />
disponibilità ed il prezioso supporto tecnico offerto, il Ministero dell’Istruzione, Università e<br />
Ricerca, ITIA-CNR, MASMEC, ABB Flexible Automation e Tecnopolis CSATA.<br />
BIBLIOGRAFIA<br />
[1] R.M. Molfino, “Libreria di organi di presa: soluzioni alternative a quelle proposte”,<br />
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[4] S.Y. Nof, W.E. Wilhelm, H.J. Warneke, Industrial Assembly, Chapman & Hall,<br />
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[5] G.G. Rogers, “Modular Production Systems: A Concurrent Manufacturing Philosophy”,<br />
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Proceedings IEEE International Conference on Robotics and Automation, Leuven,<br />
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Verlag, 1989, pp. 54-58<br />
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‘Globalisation of Manufacturing in the Digital Communication Era’, Kluwer Academic<br />
Pub., Boston, 1999, pp. 603-616<br />
[11] G. Ericsson, A. VonYxkull, A. Armstrom, “Modularity - the Basis for Product and<br />
Factory Reengineering”, CIRP Annals, Manufacturing Technology 1996, Vol. 45/1/96,<br />
pp. 1-6