202K - Meccanica e costruzione delle macchine

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Associazione Italiana per l’Analisi delle Sollecitazioni (AIAS) XXXI Convegno Nazionale – 18-21 Settembre 2002, Parma SESSIONE R PROGETTAZIONE E SVILUPPO DI PRODOTTO PROGETTAZIONE DI UN DISPOSITIVO DI PRESA PER L’INDUSTRIA DEGLI ELETTRODOMESTICI ORIENTATO AL COMPITO R.P. Razzoli Laboratorio di Progettazione e Misure per l’Automazione e la Robotica DIMEC, Università di Genova, Via All’Opera Pia 15/A - 16145 Genova e-mail: razzoli@dimec.unige.it Il lavoro ha preso spunto dall’esigenza di automazione del montaggio di componenti sul basamento di alcuni modelli di lavabiancheria prodotte da Electrolux Zanussi, azienda leader dell’industria del bianco, ed è stato svolto nell’ambito del PNR SPI “Sistemi di Produzione Innovativi”, Tema 3, Montaggio Modulare, che si è concluso con la realizzazione di un prototipo di linea di assemblaggio modulare e riconfigurabile. Parte significativa del progetto è stata rivolta allo studio di pinze in grado di assolvere alle funzioni di montaggio dei diversi elementi che costituiscono il basamento. Dimensioni, massa, forma e cedevolezza dei pezzi sono ampiamente variabili: ciò ha sconsigliato l’utilizzo di una pinza “universale”, che avrebbe avuto alto costo e bassa affidabilità; si è pertanto fatto ricorso a soluzioni indipendenti e specializzate in funzione degli accoppiamenti richiesti, [1]. Nel seguito è descritta l’attività di progettazione riferita alla pinza dedicata all’assemblaggio del riscaldatore e della pompa di ricircolo e, successivamente, di questi sul collettore. Tra i diversi organi di presa analizzati, esso è quello che presenta le maggiori criticità, in considerazione del fatto che il riscaldatore, proposto in due versioni di differente lunghezza, può essere presente o mancare, opzione, quest’ultima, ampiamente diffusa nel mercato asiatico, e del fatto che occorre mantenere stabile e secondo un assetto ben preciso l’unione (altrimenti labile) del gruppo pompa-riscaldatore fino alla sua inserzione definitiva nel basamento.

Associazione Italiana per l’Analisi <strong>delle</strong> Sollecitazioni (AIAS)<br />

XXXI Convegno Nazionale – 18-21 Settembre 2002, Parma<br />

SESSIONE R<br />

PROGETTAZIONE E SVILUPPO DI PRODOTTO<br />

PROGETTAZIONE DI UN DISPOSITIVO DI PRESA<br />

PER L’INDUSTRIA DEGLI ELETTRODOMESTICI<br />

ORIENTATO AL COMPITO<br />

R.P. Razzoli<br />

Laboratorio di Progettazione e Misure per l’Automazione e la Robotica<br />

DIMEC, Università di Genova, Via All’Opera Pia 15/A - 16145 Genova<br />

e-mail: razzoli@dimec.unige.it<br />

Il lavoro ha preso spunto dall’esigenza di automazione del montaggio di<br />

componenti sul basamento di alcuni modelli di lavabiancheria prodotte da<br />

Electrolux Zanussi, azienda leader dell’industria del bianco, ed è stato svolto<br />

nell’ambito del PNR SPI “Sistemi di Produzione Innovativi”, Tema 3, Montaggio<br />

Modulare, che si è concluso con la realizzazione di un prototipo di linea di<br />

assemblaggio modulare e riconfigurabile.<br />

Parte significativa del progetto è stata rivolta allo studio di pinze in grado di<br />

assolvere alle funzioni di montaggio dei diversi elementi che costituiscono il<br />

basamento. Dimensioni, massa, forma e cedevolezza dei pezzi sono ampiamente<br />

variabili: ciò ha sconsigliato l’utilizzo di una pinza “universale”, che avrebbe avuto<br />

alto costo e bassa affidabilità; si è pertanto fatto ricorso a soluzioni indipendenti e<br />

specializzate in funzione degli accoppiamenti richiesti, [1].<br />

Nel seguito è descritta l’attività di progettazione riferita alla pinza dedicata<br />

all’assemblaggio del riscaldatore e della pompa di ricircolo e, successivamente, di<br />

questi sul collettore. Tra i diversi organi di presa analizzati, esso è quello che<br />

presenta le maggiori criticità, in considerazione del fatto che il riscaldatore,<br />

proposto in due versioni di differente lunghezza, può essere presente o mancare,<br />

opzione, quest’ultima, ampiamente diffusa nel mercato asiatico, e del fatto che<br />

occorre mantenere stabile e secondo un assetto ben preciso l’unione (altrimenti<br />

labile) del gruppo pompa-riscaldatore fino alla sua inserzione definitiva nel<br />

basamento.


1. INTRODUZIONE<br />

La crescente competitività del mercato globale comporta una continua diminuzione del<br />

rapporto costo/qualità, con conseguente riduzione dei margini di profitto: l’ottimizzazione <strong>delle</strong><br />

risorse tecnologiche, produttive e gestionali è, pertanto, pratica irrinunciabile (e cruciale) per la<br />

sopravvivenza aziendale, [2].<br />

I sistemi di assemblaggio flessibili, in quanto processi di medio-alta tecnologia per la<br />

produzione di beni competitivi, costituiscono una <strong>delle</strong> aree individuate come fondamentali da<br />

enti americani (Council on competitiveness, Department of commerce, Department of<br />

defense, etc.) e giapponesi (Economic planning agency, etc.) incaricati a definire le<br />

tecnologie critiche correnti e per l’immediato futuro.<br />

Le attività di assemblaggio e di movimentazione sono sempre più diffuse nell’industria<br />

manifatturiera; il loro accrescimento, soprattutto in termini di efficienza, è uno degli ambiti<br />

dell’automazione industriale per cui si prevedono i maggiori sviluppi, [3], [4].<br />

Questo problema è oggi particolarmente sentito in tutta l’industria ed in particolare in quella<br />

degli elettrodomestici.<br />

I sistemi modulari consentono di realizzare l’assemblaggio di prodotti che appartengano ad una<br />

medesima famiglia ed hanno la caratteristica di poter essere rapidamente riconfigurati in<br />

funzione <strong>delle</strong> mutevoli esigenze di produzione, [5].<br />

Le linee come quella studiata e realizzata nell’ambito del progetto SPI3, sono tipiche di<br />

quando occorra privilegiare la produttività, con consegna in tempi brevi di grandi volumi di<br />

prodotti: esse si avvalgono di dispositivi di trasferimento e di alimentazione e ricorrono ad unità<br />

operatrici convenientemente specializzate.<br />

2. SPECIFICHE TECNICHE DEL PROGETTO<br />

Il basamento, Fig. 1, è costituito da: una base, due ammortizzatori, due spinotti, una pompa di<br />

scarico, un collettore, un riscaldatore, una pompa di ricircolo, un tubo flessibile di scarico, Fig.<br />

2.<br />

Fig. 1 Vista del basamento ultimato<br />

Per brevità, sono sommariamente descritti solo i componenti direttamente manipolati<br />

dall’organo di presa considerato, Fig. 3.<br />

Il collettore è una struttura prismatica cava in plastica che presenta, sulla base inferiore, i<br />

piedini per l’inserzione sul basamento e, sulle facce laterali, le sedi cilindriche destinate a<br />

collegare la pompa di scarico ed il riscaldatore.


Il riscaldatore è realizzato in due versioni; infatti, a seconda <strong>delle</strong> necessità produttive, si deve<br />

poterne assemblare una variante lunga o corta o, addirittura, può essere omesso. Entrambe le<br />

versioni del riscaldatore hanno forma cilindrica con rilie vi alle estremità per il collegamento,<br />

rispettivamente, al collettore e alla pompa di ricircolo. Sul guscio esterna, in mezzeria, è<br />

collocato il termostato.<br />

Fig. 2 Componenti del basamento<br />

La pompa di ricircolo è costituita da un gruppo motore, collegato tramite una flangia al resto<br />

della pompa; essa presenta una sede cilindrica per l’inserzione del riscaldatore ed una base<br />

con innesti prismatici ad incastro per il collegamento al basamento.<br />

La natura fisica dei componenti da montare (elementi in materia plastica ottenuti per iniezione)<br />

comporta l’adozione di strategie specifiche, sia per quanto attiene le modalità di presa e di<br />

manipolazione dei componenti, sia per i problemi di verifica del corretto posizionamento<br />

relativo dei componenti da montare e di gestione <strong>delle</strong> prevedibili interferenze causate dalla<br />

ampia banda di tolleranze dimensionali.<br />

Si assume che i controlli di qualità relativi alla funzionalità dei singoli componenti vengano<br />

eseguiti prima del loro impiego. In linea sono eseguiti solamente quei controlli ritenuti necessari<br />

per garantire la buona esecuzione del montaggio.<br />

Fig. 3 Modelli solidi del riscaldatore, della pompa di ricircolo e del collettore


2.1 Sequenza di assemblaggio<br />

L’organo di presa considerato permette il preassemblaggio di due componenti, il riscaldatore e<br />

la pompa di ricircolo e, successivamente, il loro montaggio sul collettore (precedentemente<br />

assicurato al basamento), secondo la seguente serie di operazioni:<br />

1. presa della pompa di ricircolo;<br />

2. presa del riscaldatore, se presente, con pinza ruotata di 22°;<br />

3. avvicinamento della pompa fino al contatto con il riscaldatore;<br />

4. passaggio alla linea principale;<br />

5. incastro del subassemblato (pompa+riscaldatore) nel collettore e nella base;<br />

6. posizionamento viti.<br />

Il montaggio sul basamento viene, pertanto, compiuto dalla stessa pinza che realizza l’unione<br />

tra pompa e riscaldatore; durante queste operazioni può essere effettuato, in tempo<br />

mascherato, anche il controllo del funzionamento del termostato.<br />

La soluzione ideata non comporta problemi di interferenza con altri componenti già assemblati,<br />

infatti la fase di premontaggio riscaldatore-pompa di ricircolo si realizza in mano al robot, in un<br />

spazio riservato e distante dal basamento. Il preassemblato, una volta connesso alla base,<br />

viene bloccato con due viti: si usano due avvitatori, in posizione fissa, con movimento verticale,<br />

da sopra e da sotto la base.<br />

La traiettoria di avvicinamento per i due utensili è problematica, soprattutto nella zona<br />

inferiore, in quanto è impegnata dal pallet di supporto.<br />

2.2 Problematiche nell’assemblaggio del riscaldatore<br />

Uno dei problemi principali che si incontrano nell’assemblaggio del riscaldatore consiste nel<br />

fatto la connessione, realizzata con elementi elastici, tra riscaldatore e pompa di ricircolo, non<br />

risulta stabile; per questo motivo essi devono essere saldamente mantenuti nella giusta<br />

posizione dalla pinza, fino alla loro inserzione nel collettore e nella base.<br />

Un’altra fonte di complessità deriva dalla posizione che deve assumere il riscaldatore a fine<br />

assemblaggio: esso, infatti, deve risultare inclinato rispetto al piano orizzontale di 5° e ruotato<br />

attorno al proprio asse centrale di 22°.<br />

Il termostato inserito nel riscaldatore è un componente di sicurezza molto delicato e può<br />

danneggiarsi durante la movimentazione: occorre prestare particolare cura, affinché esso non<br />

sia urtato durante la fase di manipolazione<br />

Per verificare l’integrità del termostato, e quindi la corretta funzionalità del riscaldatore, si<br />

procede ad un controllo in linea prima dell’assemblaggio; in questo modo si evita di aggiungere<br />

valore ad un basamento che risulterebbe “scarto”.<br />

Si è quindi realizzata una pinza strumentata, dotata di sensori che verificano il corretto<br />

funzionamento del termostato durante le operazioni di montaggio.<br />

2.3 Problematiche nell’assemblaggio della pompa di ricircolo<br />

L’operazione di incastro della pompa sulla base è difficoltosa, perché va effettuata in<br />

contemporanea con l’innesto del riscaldatore nel collettore, e con una dinamica non agevole;<br />

ancora peggiore è il caso in cui il riscaldatore non è previsto, perché viene a mancare il gioco<br />

garantito dall’incastro tramite O-ring tra riscaldatore e collettore, che facilita l’introduzione dei<br />

piedini della pompa nelle apposite sedi ricavate sulla base.


Inoltre, lo spazio disponibile nella zona sottostante il motore elettrico della pompa di ricircolo,<br />

quando è montata, è abbastanza ridotto e limita sia lo spessore sia la corsa del dito inferiore<br />

della pinza.<br />

3. SVILUPPO E COSTRUZIONE DEL DISPOSITIVO INNOVATIVO<br />

La progettazione dell’organo di presa è stata principalmente guidata dalle dimensioni, forme e<br />

materiali dei componenti nonché dalle caratteristiche di stabilità dei sottoassiemi.<br />

Si è tenuto conto dei principi di modularità e standardizzazione <strong>delle</strong> unità di presa, [6], per<br />

permetterne il riutilizzo per componenti differenti, modificando ed adattando soltanto parti<br />

periferiche, quali polpastrelli, unghie e riscontri, [7], [8], [9].<br />

Si è cercato, altresì, di limitare al massimo il numero dei gradi di libertà della pinza, per<br />

ottenere un prodotto efficace e semplice e quindi meno costoso e più affidabile.<br />

Tutti i movimenti non realizzati direttamente dall’end-effector sono delegati al braccio e<br />

devono essere considerati a livello di programmazione e controllo del robot.<br />

L’organo di presa è, in sintesi, formato da due mani cooperanti che hanno la possibilità di<br />

avvicinare tra loro i pezzi, sfruttando, complessivamente, tre gradi di libertà, Fig. 4.<br />

Il componente di collegamento tra le due pinze è stato progettato ad hoc per questa<br />

applicazione: è un semplice elemento sagomato ad “L” al quale sono fissate la guida lineare,<br />

che sostiene la pinza per la pompa di ricircolo, e la pinza del riscaldatore, tramite<br />

interposizione di un opportuno adattatore angolare; naturalmente, nella parte superiore è stata<br />

prevista una flangia di collegamento per l’interfacciamento dell’organo di presa con il<br />

dispositivo terminale del robot.<br />

(a)<br />

(b)<br />

Fig. 4 Modello della pinza (a); fase di assemblaggio riscaldatore/pompa ricircolo (b)<br />

La direzione del moto relativo tra pompa e riscaldatore è lungo l’asse di quest’ultimo, che<br />

resta fermo, mentre viene posta in movimento la pompa; in questo modo, variando<br />

semplicemente la corsa della guida, possono essere trattate entrambe le versioni del<br />

riscaldatore. La corsa complessiva deve permettere di afferrare i due pezzi dall’alimentazione,<br />

Fig. 5, in posizione non ravvicinata, e poi di unirli, anche con il riscaldatore più corto, con una<br />

forza assiale di circa 200 N.


Fig. 5 Escursione della pinza per la pompa<br />

3.1 Pinza per riscaldatore<br />

La pinza per il riscaldatore, Fig. 6, è stata scelta dal catalogo di un produttore di pinze<br />

pneumatiche; è una pinza angolare, con rotazione di 180°, che si basa sull’accoppiamento tra<br />

una cremagliera ed una coppia di ruote dentate. La cremagliera è solidale allo stelo del pistone<br />

di un cilindro a doppio effetto (capace di una forza assiale di 1700 N per una pressione di 7<br />

bar) e muove in modo sincronizzato le due ruote dentate, assicurando un momento torcente<br />

costante in fase di chiusura. Quando non sia richiesto l’intervento di questo dispositivo di<br />

presa, la possibilità di apertura a 180° <strong>delle</strong> ganasce permette di sistemare queste ultime in una<br />

posizione che non sia di ostacolo per altre operazioni.<br />

Per il collegamento della pinza con il braccio a “L” si è modellato un adattatore, necessario a<br />

far assumere alla pinza ed al riscaldatore il corretto orientamento: ciò ha consentito di<br />

risparmiare un paio di gradi di libertà della pinza.<br />

Fig. 6 Esploso della pinza per il riscaldatore<br />

3.2 Pinza per pompa di ricircolo<br />

La pinza per la pompa di ricircolo, Fig. 7, è di tipo parallelo con un dito fisso e l’altro mobile;<br />

si è scelta questa soluzione per non avere problemi di interferenza con le parti attigue in fase di<br />

abbandono della presa. Il movimento del pistone viene trasmesso dallo stelo all’elemento su<br />

cui è fissato il dito mobile; la posizione e la forza di serraggio sulla pompa sono, pertanto,<br />

direttamente esercitati dall’attuatore pneumatico. La forza minima richiesta all’attuatore è pari<br />

a 500 N con necessità di una corsa molto breve per applicare e rilasciare la presa; si è<br />

pertanto optato, da catalogo, per un cilindro a semplice effetto con pressione di alimentazione<br />

di 6 bar, particolarmente adatto per operazioni di bloccaggio a corsa ridotta. Esso si distingue<br />

per:<br />

• rapido intervento all’immissione della pressione;<br />

• elevata forza di bloccaggio in rapporto alla sua dimensione.


Fig. 7 Esploso della pinza per la pompa<br />

3.3 Analisi del dispositivo di presa<br />

Le diverse fasi progettuali sono state affrontate sfruttando le opzioni rese possibili dalla<br />

disponibilità di prototipi digitali: tutti i componenti, anche quelli scelti da catalogo, sono stati<br />

virtualmente ricostruiti per mezzo di un modellatore solido parametrico, [10]. Ciò ha<br />

consentito l’effettuazione di prove e verifiche su modelli alternativi con l’obiettivo di individuare<br />

la migliore architettura della pinza in funzione, tra l’altro, dei parametri di ingombro e dei vincoli<br />

imposti dalla presenza di ostacoli (quali, ad esempio, gli elementi già inseriti all’interno del<br />

basamento, oppure le strutture della cella di montaggio) al percorso della pinza stessa.<br />

Il dimensionamento degli elementi critici è stato affrontato sia con la metodologia classica per<br />

elementi con tipologia a trave/lastra, sia con la tecnica degli elementi finiti per pezzi a forma più<br />

complessa.<br />

Lo studio della traiettoria, dei gradi di libertà e <strong>delle</strong> velocità medie è stato realizzato con un<br />

software di animazione cinematica: il percorso della pinza è stato ottimizzato al fine di garantire<br />

il più basso tempo ciclo. Punto di partenza per rilevare questi dati sono le posizioni relative<br />

<strong>delle</strong> alimentazioni rispetto alla linea principale:<br />

• distanza tra alimentazione pompa di ricircolo e riscaldatore<br />

• distanza tra alimentazione riscaldatore e linea<br />

Lo spazio di lavoro necessario, Fig. 8, risulta di 850 x 490 x 320 mm.<br />

Il percorso compiuto dalla pinza ha una lunghezza di 3650 mm e viene coperto in 13 secondi<br />

con una velocità media di 280 mm/s.<br />

Fig. 8 Dimensioni dello spazio di lavoro per il dispositivo di presa


4. COMMENTI E SVILUPPI FUTURI<br />

L’esigenza di utilizzare sistemi di assemblaggio di tipo modulare e riconfigurabile, [11] si è resa<br />

negli ultimi anni via via più pressante, anche in quei settori produttivi ove si sono sempre<br />

impiegati sistemi automatici di montaggio rigidi e dedicati; questa scelta è giustificabile sia<br />

dall’elevata efficienza dei macchinari ad automazione fissa, che garantiscono elevati volumi<br />

produttivi, sia da una durata piuttosto lunga della vita del prodotto.<br />

Le ultime tendenze del mercato fanno, però, in generale, presagire un deciso accorciamento<br />

del ciclo di vita dei prodotti ed aggiornamenti sempre più frequenti sia della forma, sia <strong>delle</strong><br />

parti costituenti; ciò costringe le aziende a ridurre senza sosta il time-to-market per poter<br />

essere presenti e competitive sul mercato con prodotti innovativi ed in tempi sempre più<br />

limitati.<br />

Si sente, dunque, la necessità in ambito industriale di poter disporre di macchinari per il<br />

montaggio di tipo non dedicato, sia per sostituire gradualmente i macchinari esistenti ad<br />

automazione rigida sia per poter affiancare questi ultimi in situazioni di picco produttivo ovvero<br />

quando si debbano realizzare pre-serie dimostrative prima del lancio di un nuovo prodotto sul<br />

mercato.<br />

Per quanto riguarda il dispositivo di presa elaborato, esso, avendo un numero di gradi di<br />

libertà minimo, permette l’assemblaggio in condizione di perfetto posizionamento. Premesso<br />

che si cerca sempre di tendere a questa favorevole situazione, progettando opportunamente gli<br />

organi di presa, è comunque possibile che i componenti siano disposti in modo diverso da<br />

quello considerato o abbiano <strong>delle</strong> dimensioni lievemente differenti dalle specifiche di progetto,<br />

evenienza piuttosto frequente quando i pezzi in materiale plastico siano ricavati per<br />

stampaggio.<br />

Per avere la certezza di successo nell’assemblaggio illustrato, il dispositivo dovrebbe<br />

possedere un numero maggiore di gradi di libertà.<br />

Una <strong>delle</strong> soluzioni alternative esaminate consiste nel montaggio del riscaldatore sul collettore<br />

da parte di un gripper semplice e, per ovviare alla mancanza di autoportanza del riscaldatore,<br />

nel far intervenire un sostegno esterno retrattile.<br />

Tale dispositivo sebbene sia vantaggioso dal punto di vista della semplicità dell’attrezzeria (due<br />

pinze semplici e un sostegno), non lo è altrettanto per il braccio del supporto, il quale deve<br />

operare in spazi di manovra molto ridotti e con movimenti di posizionamento complessi;<br />

inoltre, si avrebbe un allungamento dei tempi ciclo, a causa del maggior numero di operazioni<br />

richieste, che, a differenza della soluzione proposta, non avvengono in tempo mascherato:<br />

presa dei pezzi da parte <strong>delle</strong> pinze, posizionamento riscaldatore, arrivo del sostegno, rilascio<br />

del riscaldatore da parte della pinza, incastro della pompa di ricircolo sul basamento,<br />

allontanamento del sostegno, incastro a telaio, posizionamento <strong>delle</strong> viti.<br />

Una ulteriore soluzione, simile a quella realizzata per quanto attiene la modalità di presa, ma<br />

costruttivamente diversa, consiste in una pinza, atta alla movimentazione della pompa di<br />

ricircolo, da cui partono tre dita terminanti con degli attuatori che sorreggono il riscaldatore.<br />

Essa presenta, quale inconveniente principale, un ingombro eccessivo: una volta incastrata la<br />

pompa al basamento, rimane poco spazio di movimento alle tre dita, che devono essere in<br />

grado di adattarsi alle diverse versioni di riscaldatore; oltre a ciò, non si ha garanzia che sia<br />

imposta la corretta rotazione al riscaldatore.<br />

Infine, l’ipotesi di utilizzare una pinza antropomorfa per tutte le operazioni non sembra<br />

attuabile, visti i ridotti ingombri necessari, unitamente ad elevate forze; per la manipolazione


contemporanea dei due oggetti è, poi, indispensabile una pinza con più di tre dita e con elevato<br />

numero di gradi di libertà. Tra le diverse tipologie di pinze, tuttavia, quest’ultima sarebbe la più<br />

redditizia nel caso di un’unica stazione multifunzionale in cui venissero concentrate, per<br />

sfruttare al massimo la flessibilità della mano antropomorfa, tutte (o quasi) le operazioni di<br />

assemblaggio, con un approccio totalmente diverso da quello prospettato.<br />

RINGRAZIAMENTI<br />

Si ringraziano la ELECTROLUX Zanussi nella persona dell’Ing. De Pascale per la cortese<br />

disponibilità ed il prezioso supporto tecnico offerto, il Ministero dell’Istruzione, Università e<br />

Ricerca, ITIA-CNR, MASMEC, ABB Flexible Automation e Tecnopolis CSATA.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

[1] R.M. Molfino, “Libreria di organi di presa: soluzioni alternative a quelle proposte”,<br />

Relazione Sistemi di Produzione Innovativi - Tema 3 - Montaggio Modulare, PMAR<br />

lab, DIMEC, Università di Genova, 1999, pp. 1-68.<br />

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Integrated Assembly for Cost Effective Developments”, in Computer-Aided Design,<br />

Engineering, and Manufacturing: Systems techniques and applications, ed. Cornelius<br />

Leondes, CRC Press, USA, 2001, pp. 2.01-2.66<br />

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Technology, 1995<br />

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London, UK, 1997<br />

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Proceedings of 1993 IEEE Intl. Conf. on Robotics and Automation, 2-6 May, Atlanta<br />

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Proceedings IEEE International Conference on Robotics and Automation, Leuven,<br />

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and Gripper Design for Automated Assembly”, Proceedings of 3rd International<br />

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Verlag, 1989, pp. 54-58<br />

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IEEE Transactions on Robotics and Automation, 1989, pp. 269-279<br />

[9] J.W. Jameson, L. J. Leifer, “Automatic grasping: an optimization approach”, IEEE<br />

Transactions, Journal of Systems, Man and Cybernetics, 1987, pp. 806-814<br />

[10] R.M. Molfino, A. Lacchini, G. Maggiolo, R.C. Michelini, R.P. Razzoli, “Re-engineering<br />

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‘Globalisation of Manufacturing in the Digital Communication Era’, Kluwer Academic<br />

Pub., Boston, 1999, pp. 603-616<br />

[11] G. Ericsson, A. VonYxkull, A. Armstrom, “Modularity - the Basis for Product and<br />

Factory Reengineering”, CIRP Annals, Manufacturing Technology 1996, Vol. 45/1/96,<br />

pp. 1-6

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