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<strong>POLIMORFISMO</strong><br />
Il termine polimorfo deriva dal greco e significa<br />
“che può assumere molte forme”<br />
1
INTRODUZIONE<br />
Le prime evidenze del fenomeno del polimorfismo in ambito cristallografico si<br />
hanno nel 1822, quando Mitscherlich osserva il differente abito cristallino di<br />
fosfati e arsenati.<br />
Nel 1965 Walter McCrone definisce polimorfo “una fase solida cristallina di una<br />
data specie che può dare luogo a due o più disposizioni reciproche delle molecole<br />
allo stato solido”.<br />
Tale definizione esclude:<br />
a) Isomeri statici: cis/trans, E/Z, mer/fac…<br />
Alluminio(tris-8-ossichinolina), Alq 3 : isomeri mer e fac<br />
2
) Tautomeri:<br />
E.g.: desmotropia nell’omeprazolo<br />
Prashant M. Bhatt, Gautam R. Desiraju, Chem. Commun., 2007<br />
c) Enantiomeri o diastereoisomeri:<br />
E.g.: acido R,R-tartarico<br />
acido S,S tartarico<br />
acido R,S tartarico<br />
d) Sistemi non molecolari:<br />
E.g.: C, diamante/grafite; CaCO 3 , calcite/aragonite/vaterite;<br />
ZnS, blenda/wurtzite; SiO 2 , quarzo/tridimite/cristobalite.<br />
3
Successivamente:<br />
Rosenstein and Lamy (1969): “Quando una sostanza può esistere in più di<br />
uno stato cristallino, si dice allora che mostra polimorfismo”.<br />
Burger (1983): “Se solidi composti da un solo componente possono<br />
esistere in differenti reticoli cristallini, allora parliamo di polimorfismo”.<br />
Reinke (1993): “Il polimorfismo è quel fenomeno per cui si possono<br />
formare strutture supramolecolari con proprietà fisiche differenti e ben<br />
definite da parte di specie chimiche identiche in fase liquida”.<br />
Conseguenze:<br />
Gli isomeri geometrici (statici) non sono polimorfi (Alq 3 )<br />
I tautomeri possono essere polimorfi<br />
Due enantiomorfi molecolari (L- e R-triptofano) non sono polimorfi<br />
Due enantiomorfi ionici (ZnS) o covalenti (SiO 2 ) possono essere polimorfi<br />
Conglomerati e racemati non sono polimorfi<br />
Specie solvate non sono polimorfi (CaSO 4 / CaSO 4·0.5H 2 O / CaSO 4·2H 2 O)<br />
4
Casi particolari:<br />
1) Allotropi, i.e. polimorfi di elementi:<br />
diamante / grafite<br />
diamante<br />
grafite<br />
Diamante Topkapi<br />
Palazzo Topkapi, Istanbul<br />
fosforo bianco (P 4 ) e fosforo nero/rosso (P n )<br />
zolfo (S 8 ) a bassa ed alta temperatura (T c = 119 °C)<br />
5
α-Fe (ferrite), γ-Fe (austenite) e δ-Fe<br />
T (°C)<br />
1539<br />
1394<br />
LIQUIDO<br />
δ-Fe (BCC)<br />
γ-Fe (FCC), non magnetico<br />
9<strong>12</strong><br />
770<br />
α-Fe (BCC), non magnetico<br />
α-Fe (BCC), magnetico<br />
tempo<br />
La ferrite può disciogliere una bassissima quantità di carbonio (0.021% in<br />
massa a 910 °C).<br />
L’austenite può disciogliere una quantità di carbonio superiore (2.4% in massa<br />
a 1146 °C) ed è la forma più impiegata per la produzione di acciaio<br />
inossidabile.<br />
6
2) Politipi, i.e. specie polimorfiche caratterizzate da sequenze di<br />
impilamento diverse nello stesso cristallo:<br />
grafite e carborundum SiC<br />
MX 2 (come CdI 2 , MoS 2 , Mg(OH) 2 , etc.)<br />
fillosilicati (miche)<br />
composti di intercalazione<br />
Grafite 2H<br />
Grafite 3R<br />
3) Oligomeri a diversa nuclearità, i.e. specie non polimorfiche che<br />
danno liquidi differenti:<br />
ciclopentano<br />
cicloesano<br />
polietilene (CH 2 ) n<br />
S 8 e zolfo plastico (S n )<br />
benzene (solido a bassa T), acetilene (gas a r.t.) e poliacetilene (CH) n<br />
7
4) Isomeri dinamici:<br />
In soluzione, gli isomeri E e Z interconvertono rapidamente:<br />
K eq E Z K eq (T) = [Z]/[E] (K eq misurabile e.g. via NMR)<br />
A temperatura costante, esiste un solo liquido con rapporti molari E:Z fissi.<br />
Allo stato solido esistono tre fasi:<br />
Fase A (da etanolo a 0 °C): tre molecole Z cristallograficamente indipendenti<br />
Fase B (da etanolo a 0 °C): due molecole E cristallograficamente indipendenti<br />
Fase C (da etanolo a 25 °C): una molecola E cristallograficamente indipendente<br />
Per riscaldamento, B e C convertono in A, con cambio configurazionale da E a Z.<br />
8
<strong>POLIMORFISMO</strong>: NOMENCLATURA<br />
Esistono diversi formalismi con cui “etichettare” una famiglia di polimorfi:<br />
Nomi comuni (tipicamente per minerali):<br />
calcite, aragonite, vaterite (CaCO 3 ); rutilo, brookite e anatasio (TiO 2 )<br />
Numeri arabi o romani:<br />
(1, 2, 3,...) o (I, II, III,...)<br />
Lettere latine o greche:<br />
(a, b, c,…), (A, B, C,…) o (α, β, γ,…)<br />
Nomi descrittivi:<br />
forma rossa, polimorfo di alta temperatura, forma metastabile, etc.<br />
Quasi sempre la sequenza è arbitraria, anche se sarebbe opportuna una<br />
sequenza logica: sulla base dei punti di fusione, delle densità, della stabilità<br />
termodinamica, della caratterizzazione temporale, etc.<br />
9
<strong>POLIMORFISMO</strong>: FREQUENZA<br />
“E’ mia opinione che qualsiasi composto possiede differenti forme polimorfe e<br />
che, in generale, il numero di forme conosciute per un dato composto è<br />
proporzionale al tempo e al denaro speso nella ricerca su tale composto”.<br />
W.McCrone (1965)<br />
In effetti, negli ultimi anni, si sono caratterizzate fasi polimorfe di<br />
centinaia di molecole organiche (farmaci, coloranti, esplosivi, saponi...)<br />
materiali inorganici convenzionali (metalli, cementi, pigmenti)<br />
materiali inorganici di alta tecnologia (applicazioni ottiche, elettroniche...)<br />
Inizialmente, il polimorfismo era considerato un evento occasionale e<br />
disturbante. Attualmente, colte le potenzialità, la ricerca scientifica sfrutta ad<br />
hoc le tecniche di crystal engineering e crystal seeding per la formazione di<br />
specie polimorfe desiderate.<br />
10
Potenzialmente, ogni specie può dare polimorfismo; tuttavia, le condizioni<br />
richieste per preparare uno specifico polimorfo, non ancora noto, non sono per<br />
nulla ovvie.<br />
La scala relativa di stabilità di possibili polimorfi può essere valutata con<br />
accurati metodi computazionali. Tuttavia, quale polimorfo possa esistere, che<br />
geometria possieda e quali siano le sue condizioni di nucleazione non sono<br />
ancora facilmente predittibili.<br />
La molecola 5-metil-2-[(2-nitrofenil)amino]-3-<br />
tiofenecarbonitrile (ROY = Red, Orange, Yellow) dà<br />
luogo, in fase solida, ad una famiglia di dieci<br />
polimorfi con colori e conformazioni molecolari<br />
differenti, di cui sette sono stati caratterizzati<br />
strutturalmente (L. Yu).<br />
11
<strong>POLIMORFISMO</strong>: UNO SGUARDO STORICO I<br />
XIX secolo: caratterizzazione morfologica (colore, angoli interfacciali, indice di<br />
rifrazione, punto di fusione e persino sapore – Schorlemmer 1874).<br />
Inizio XX secolo: “Chemische Kristallographie”, Groth (1906-1919)<br />
* 1906-1908: elementi e composti inorganici;<br />
* 1910-1919: solidi organici;<br />
circa 1000 composti: 4208 pagine e 3342 disegni (a mano – cfr slide successiva)<br />
XX secolo: Deffet (1942)<br />
1188 sostanze polimorfe a P ambiente e 32 a pressioni elevate<br />
XX secolo: Kuhnert-Brandstätter (1971)<br />
misure microscopiche con “hot-stage” per circa 1000 farmaci, ordinate per<br />
punto di fusione, con dati degli eutettici con azobenzene e benzile.<br />
Merck index: 10000 composti, con solo 140 polimorfi!<br />
<strong>12</strong>
Pagine tratte da<br />
“Chemische Kristallographie”, Groth<br />
13
<strong>POLIMORFISMO</strong>: UNO SGUARDO STORICO II<br />
“Crystallographic Data” in Analytical Chemistry (McCrone, 1948-1961):<br />
ca. 200 composti, 140 dei quali organici.<br />
Database elettronici:<br />
NIST Crystal Data: contiene informazioni chimiche, fisiche,<br />
cristallografiche e bibliografiche di oltre 237˙671 fasi cristalline organiche o<br />
inorganiche. (NIST = National Institute of Standard and Technology).<br />
Chemical Abstract Databases<br />
Beilstein, Gmelin: contengono informazioni chimiche, fisiche,<br />
cristallografiche, bibliografiche, di sintesi e reattività di specie organiche e<br />
(inorganiche + organometalliche), rispettivamente.<br />
ICSD, FIZ Karlsruhe: contiene informazioni chimiche, fisiche,<br />
cristallografiche e bibliografiche di oltre <strong>12</strong>0˙000 specie inorganiche. (ICSD =<br />
Inorganic Crystal Structure Database).<br />
14
CSD, CCDC: Contiene informazioni chimiche, cristallografiche,<br />
bibliografiche di specie organiche e metallorganiche le cui strutture siano<br />
state determinate via diffrazione di raggi X o neutroni da cristallo singolo o<br />
da polveri. (CSD = Cambridge Structural Database).<br />
PDF-2 e PDF-4, Powder Diffraction File, ICDD: contengono informazioni<br />
chimiche, fisiche, bibliografiche, cristallografiche (senza e con coordinate<br />
frazionarie, rispettivamente), lo spettro di diffrazione da polveri, acquisito o<br />
simulato, di specie inorganiche e organiche.<br />
Letterattura brevettuale (USPTO, ESPnet, etc.).<br />
15
<strong>POLIMORFISMO</strong>: UNO SGUARDO STORICO III<br />
Diversi sono i criteri storicamente adottati per evidenziare il polimorfismo:<br />
I polimorfi A e B di una stessa sostanza hanno punti di fusione differenti,<br />
sebbene i loro liquidi siano identici.<br />
La transizione da una forma a bassa temperatura (A) ad una forma ad alta<br />
temperatura (B) avviene a una specifica temperatura di transizione, T c .<br />
La forma A non può esistere a temperature superiori a T c , mentre B,<br />
per motivi cinetici, può esistere al di sotto di T c come forma<br />
metastabile.<br />
A temperature inferiori a T c , B, posto in contatto con A, si trasforma<br />
in A (con velocità impredicibile).<br />
B può essere convertito in A per semplice shock meccanico<br />
Nel passaggio da A a B si ha assorbimento di calore<br />
16
<strong>POLIMORFISMO</strong>: IMPORTANZA COMMERCIALE E INDUSTRIALE<br />
Industria fotografica: differenze in solubilità dei diversi polimorfi creano<br />
problemi durante lo sviluppo dell’immagine.<br />
Industria alimentare I: la produzione del glutammato monosodico, usato<br />
per incrementare i sapori, richiede la formazione del polimorfo α dell’acido L-<br />
glutammico. La forma β coagula in un gel e non può essere trasformata nel<br />
sale sodico.<br />
Industria alimentare II: il punto di fusione e la reologia di diversi alimenti<br />
dipende dall’organizzazione relativa delle lunghe catene alchiliche di diversi<br />
acidi grassi (triacilgliceroli).<br />
Industria delle materie plastiche: diversi polimeri danno strutture<br />
polimorfe differenti, con gradi di cristallinità diversi.<br />
17
Industria farmaceutica: la<br />
somministrazione di ingredienti<br />
farmacologicamente attivi (API) avviene<br />
spesso in forma di solido (pastiglie, capsule).<br />
In generale, gli API possono essere amorfi<br />
e/o esistere in forme morfologiche distinte,<br />
quali polimorfi, pseudo-polimorfi (idrati,<br />
solvati), co-cristalli.<br />
Ogni forma possiede distinte caratteristiche<br />
farmaceutiche (biodisponibilità, stabilità…)<br />
chimico-fisiche (stabilità, densità, solubilità, igroscopicità, reattività…)<br />
meccaniche (durezza, compattabilità…)<br />
spettroscopiche (UV-Vis, IR, NIR, Raman, IR…)<br />
È desiderabile come API la forma termodinamicamente più stabile,<br />
meno soggetta a transizioni di fase o decomposizione chimica.<br />
Tipicamente, però, è anche la forma meno solubile.<br />
18
In passato, la Abbott Laboratories ha dovuto ritirare dal<br />
commercio il RITONAVIR, inibitore dell’enzima HIV proteasi,<br />
in quanto durante la produzione era stato precipitato un<br />
polimorfo indesiderato, avente diversa solubilità e, dunque,<br />
biodisponibilità. La produzione delle capsule è stata<br />
interrotta e il farmaco è stato venduto in forma liquida sino<br />
a quando il protocollo di produzione non è stato in grado di<br />
controllare il polimorfo utilizzato.<br />
Nel gennaio del 1998, la casa farmaceutica Drugs Inc. immise sul mercato USA<br />
un nuovo farmaco, la cui vendita crebbe significativamente durante i primi sei<br />
mesi dal lancio. Nel luglio del 1998, la Pills PLC immise sul mercato un prodotto<br />
concorrente, venduto a prezzo inferiore, con conseguente calo delle vendite del<br />
prodotto farmaceutico della Drugs Inc. Due scienziati operanti presso la Drugs<br />
Inc., incaricati di analizzare il farmaco della Pills PLC, scoprirono che si trattava<br />
di una forma polimorfica del loro principio attivo.<br />
19
Industria dei pigmenti e dei coloranti (DuPont, BASF, Dow, Clariant):<br />
informazioni sui pigmenti possono essere rinvenute in Colour Index,<br />
pubblicato e aggiornato da Society of Dyers and Colourists. Contempla<br />
oltre 5000 pigmenti usati in vernici, inchiostri, plastica, gomma,<br />
cemento, carta.<br />
Molti pigmenti sono cristallini e posseggono polimorfi. Il colore e la<br />
stabilità dei pigmenti dipendono dalla forma specifica. E.g. per il sale di<br />
calcio del pigmento Rosso 53 sono note 15 forme polimorfe o<br />
pseudopolimorfe, per Cu-ftalocianina, 9.<br />
20
Materiale Polimorfo Proprietà/Uso<br />
Ftalocianina blu Alfa Blu rossastro<br />
Beta<br />
Gamma<br />
Blu verdastro<br />
Non usato come pigmento<br />
Chinacridone Beta Violetto<br />
Gamma<br />
Alfa e Delta<br />
Rosso<br />
Non usati come pigmento<br />
Biossido di titanio Rutile Bianco, opaco, indice di rifrazione 2.76<br />
Anatasio Bianco, indice di rifrazione 2.55<br />
Cromato di piombo Bruchite Non usato come pigmento<br />
Ortorombico<br />
Rosa pallido<br />
21
Industria elettronica: la produzione di film sottili in multistrato per la<br />
produzione di testine magnetiche necessita la formazione di metalli a<br />
struttura controllata, impiegando tecniche come CVD e sputtering.<br />
Industria civile e bellica: Il trinitrotoluene (TNT) cristallizza in due<br />
polimorfi (e anche in politipi). La stabilità e la cinetica di reazione<br />
dipendono dal polimorfo presente.<br />
22
<strong>POLIMORFISMO</strong>: ORIGINE STRUTTURALE<br />
Polimorfismo di impaccamento: molecole rigide<br />
OH<br />
conformazionalmente possono impaccare nello spazio in<br />
strutture 3D differenti (paranitrofenolo).<br />
NO 2<br />
Polimorfismo conformazionale: molecole<br />
flessibili posseggono differenti forme 3D, e<br />
impaccano nello spazio in modo differente (2,2’-<br />
O 2<br />
N<br />
NO 2<br />
23<br />
N<br />
N<br />
NO2<br />
4,4’-esanitroazobenzene).<br />
O 2<br />
N<br />
In generale, questi due casi coesistono.<br />
Polimorfismo configurazionale: introdotto per tautomeri o isomeri<br />
geometrici. E’ un utilizzo scorretto del termine polimorfismo.
<strong>POLIMORFISMO</strong>: APPROCCIO TERMODINAMICO<br />
Diverse sono le interazioni che si possono instaurare tra ioni e molecole:<br />
Interazioni Coulombiane (Ione-Ione)<br />
Interazioni Ione-Dipolo (istantaneo o permanente)<br />
Interazioni Dipolo-Dipolo (istantaneo o permanente)<br />
Interazioni ad Idrogeno<br />
Forze di dispersione<br />
Interazioni π-π<br />
È la differenza tra le interazioni non covalenti che stabilizza un reticolo<br />
cristallino, stabile quando tutte le forze attrattive sono equamente bilanciate<br />
da quelle repulsive.<br />
24
Ad ogni specifico valore di temperatura e pressione, solo un polimorfo è<br />
termodinamicamente stabile. Anche nel caso di sistemi polimorfici, la<br />
stabilità termodinamica è valutata in termini di energia libera di Gibbs, G =<br />
H – TS (H = entalpia, S = entropia, T = temperatura assoluta).<br />
Le interazioni non covalenti, responsabili della stabilità di una fase,<br />
influenzano i meccanismi con cui il calore è dissipato nel reticolo cristallino.<br />
Misura della capacità di dissipare il calore è la capacità termica molare, C m ,<br />
specifica per ogni polimorfo, misurabile con un calorimetro in condizioni di<br />
pressione P o volume V costante:<br />
C P,m = (∂H / ∂T) P<br />
C V,m = (∂U / ∂T) V<br />
ove H = entalpia; U = energia interna; T = temperatura assoluta.<br />
25
Per una sostanza, misurati i valori di C P,m , dall’espressione di C P,m si possono<br />
calcolare i valori H T1 e S T1 ad una data temperatura T 1 :<br />
H T1 = 0 ∫T1<br />
CP,m dT + H 0 = U T1 + PV = E T1 Energia reticolare + E 0 ZPE + PV<br />
S T1 = 0 ∫ T1 (C P,m /T) dT + S 0<br />
[Dal terzo principio dalla termodinamica, S 0 = 0]<br />
Misurati i C P,m , posso associare ad ogni sostanza i valori di entalpia ed entropia<br />
ad una data temperatura.<br />
Dati due polimorfi A e B, con A più stabile a T = 0, posso calcolarne la<br />
differenza di entalpia ed entropia ad una data temperatura T 1 :<br />
∆H T1 B,A = H T1 A - H T1 B = 0 ∫ T1 ∆C P,m(B,A) dT + ∆H 0 B,A<br />
T1<br />
∆S T1 B,A = S T1 A - S T1 B = 0 ∫ (∆C P,m(B,A) /T) dT + ∆S 0 B,A<br />
Per cristalli perfetti, ∆S 0 B,A = 0<br />
26
1) Per conformazioni molecolari simili, in assenza di transizioni di fase tra 0 e T 1 :<br />
∆G T1 B,A = ∆H T1 B,A – T 1 ∆S T1 B,A<br />
∆G T1 B,A = [∆H 0 B,A+ 0 ∫T1<br />
∆CP,m(B,A) dT] – T 1 [ 0 ∫T1<br />
(∆CP,m(B,A) /T)]dT<br />
2) In presenza di transizioni di fase tra 0 e T 1 alla temperatura T PT bisogna<br />
aggiungere due termini associati al calore latente: ∆H PT e ∆S PT = -∆H PT /T PT<br />
Misurati i C P,m , posso dunque calcolare la differenza di entalpia, entropia ed<br />
energia libera tra due polimorfi A e B ad una temperatura T 1 .<br />
Si può inoltre dimostrare che:<br />
∆G B,A = RTln(a A /a B ) ≈ RTln(p A /p B ) ≈ RTln(f A /f B ) ≈ RTln(s A /s B ) ≈ RTln(r A /r B )<br />
Ovvero, il polimorfo meno stabile, B, ha una maggiore attività termodinamica a B ,<br />
tensione di vapore p B , fugacità f B , solubilità s B , e velocità di reazione r B .<br />
27
In forma grafica, per una data sostanza a pressione costante:<br />
C P,m = ∂H/∂T tipicamente aumenta all’aumentare di T. Ne consegue<br />
a) H aumenta all’aumentare della temperatura<br />
b) TS aumenta all’aumentare della temperatura, in misura maggiore di H<br />
c) G decresce all’aumentare della temperatura, poiché la pendenza di ∂G/∂T = -S<br />
28
Sistema Enantiotropico: si definisce enantiotropico un sistema di polimorfi<br />
tale per cui ogni polimorfo è termodinamicamente stabile in uno specifico<br />
intervallo di temperature. I polimorfi di tale sistema vengono definiti<br />
enantiotropi.<br />
T = T t : temperatura di transizione tra i polimorfi I e II, alla quale le curve<br />
dell’energia libera di Gibbs di I (G I ) e II (G II ) si incontrano. In queste<br />
condizioni il sistema è all’equilibrio termodinamico (G I = G II , ∆G = 0). I e II<br />
interconvertono reversibilmente.<br />
T < T t : H II < H I e G II < G I .<br />
II è la fase termodinamicamente stabile.<br />
I può trasformarsi esotermicamente in II.<br />
29
T > T t : H II > H I e G II > G I .<br />
I è la fase termodinamicamente stabile.<br />
II può trasformarsi endotermicamente in I.<br />
T m,X : punto di fusione del polimorfo X, temperatura alla quale la curva<br />
dell’energia libera di Gibbs di X incontra quella del liquido.<br />
30
Sistema Monotropico: si definisce monotropico un sistema di polimorfi tale<br />
per cui un solo polimorfo è termodinamicamente stabile al di sotto dei punti<br />
di fusione di tutti. I polimorfi di tale sistema vengono definiti monotropi.<br />
T < T m,A , G A < G B (con T m,A > T m,B ):<br />
Il polimorfo A è termodinamicamente più<br />
stabile in tutto l’intervallo di esistenza di A e B.<br />
B può trasformarsi esotermicamente in A a<br />
qualsiasi temperatura, ma con cinetiche lente.<br />
Le curve dell’energia libera di Gibbs di A e B si incontrano a una<br />
temperatura superiore ai loro punti di fusione. Il punto di transizione T t è<br />
“virtuale”.<br />
31
Diagrammi di Fase<br />
Per un singolo componente con un singolo solido:<br />
S-V: curva descrittiva tensione di vapore del<br />
solido in funzione della temperatura. Solido e<br />
vapore sono in equilibrio e costituiscono un<br />
S-L<br />
S-V<br />
L-V<br />
sistema univariante (i.e. dotato di un solo grado di<br />
libertà). Tipicamente, all’aumentare di T aumenta<br />
la pressione di vapore e la curva ha l’andamento<br />
concavo crescente mostrato in figura.<br />
L-V: curva descrittiva della tensione di vapore del liquido in funzione<br />
della temperatura. Liquido e vapore sono in equilibrio e costituiscono un<br />
sistema univariante. Tipicamente, all’aumentare della temperatura<br />
aumenta la pressione di vapore e la curva ha l’andamento concavo<br />
crescente mostrato in figura.<br />
32
S-L<br />
S-V<br />
L-V<br />
S-L: curva descrittiva del punto di fusione del<br />
solido in funzione della pressione. Solido e liquido<br />
sono in equilibrio e formano un sistema<br />
univariante. Liquido e solido hanno densità poco<br />
diverse e l’effetto della pressione sul punto di<br />
fusione è poco marcato. Tipicamente, il volume<br />
specifico del liquido è minore di quello del solido e<br />
la retta ha la pendenza opposta rispetto a quella in<br />
figura.<br />
S-L-V: le tre fasi coesistono in equilibrio. Il sistema non ha gradi di libertà,<br />
ovvero esiste solo uno specifico valore di pressione e temperatura a cui le tre<br />
fasi coesistono.<br />
Quantitativamente, le tre curve sono descritte dall’equazione di Clausius-<br />
Clapeyron: dP/dT = ∆H/T∆V<br />
33
Per un sistema polimorfico:<br />
Punto 1: punto triplo solido A / solido B / vapore (reale o virtuale).<br />
Punto 2: punto triplo solido A / solido B / liquido: “condensed T.P.”.<br />
La pendenza di S A -S B è alta poichè ∆V m è generalmente piccolo. Ovvero cambiare<br />
la pressione non cambia significativamente T t .<br />
34
Inversione del Comportamento Polimorfico<br />
In un sistema enantiotropico, ad alte pressioni<br />
e temperature superiori a TP(2), la retta P =<br />
P higher intercetta la curva S A -L, non la S A -S B : il<br />
sistema diventa monotropico.<br />
In un sistema monotropico, ad alte pressioni e<br />
temperature superiori a TP(2), la retta P =<br />
P higher intercetta la curva S A -S B , non le S A -L e<br />
S B -L: il sistema diventa enantiotropico.<br />
E’ necessario specificare a che P un sistema è stato caratterizzato.<br />
35
La riformulazione termodinamicamente corretta di sistemi<br />
enantiotropico e monotropico è dunque:<br />
Un sistema enantiotropico ha un punto triplo stabile solido A /<br />
solido B / vapore.<br />
Un sistema enantiotropico ha un punto triplo metastabile solido<br />
A / solido B / vapore.<br />
36
Stabilità dei Polimorfi<br />
1) Regola del Calore di Transizione:<br />
a) Se si osserva una transizione di fase endotermica ad una data temperatura<br />
T exp , allora T t < T exp e il sistema è enantiotropico.<br />
b) Se si osserva una transizione di fase esotermica ad una data temperatura<br />
T exp , allora non esiste un punto con T t < T exp e il sistema è i) monotropico<br />
oppure ii) enantiotropico con T t > T exp .<br />
Tale regola è valida se le curve H I e H II non si incontrano.<br />
37
2) Regola del Calore di Fusione:<br />
Se il polimorfo a più alto punto di fusione ha il più basso calore di fusione,<br />
allora il sistema è enantiotropico.<br />
Tale regola è valida se ∆H I → II ≈ ∆H m,II – ∆H m,I e ∆T m,X < 30 K.<br />
3) Regola dell’Entropia di Fusione:<br />
Se il polimorfo a più alto punto di fusione ha la più bassa entropia di fusione<br />
(∆S m = ∆H m /T m ), allora il sistema è enantiotropico.<br />
4) Regola della Capacità Termica:<br />
Se il polimorfo a più alto punto di fusione ha la più alta capacità termica, il<br />
sistema è enantiotropico. Poiché i polimorfi hanno C P<br />
differenze sono difficili da misurare.<br />
molto simili, le loro<br />
38
5) Regola della Densità (Kitaigorodskii):<br />
Il polimorfo più stabile di un sistema molecolare a 0 K è quello a più alta densità,<br />
per la presenza di interazioni di dispersione più forti. La struttura cristallina a più<br />
alta densità, i.e. con impaccamento più efficace, ha la minore energia libera di<br />
Gibbs. La regola non vale in presenza di legami a idrogeno.<br />
6) Regola dell’Infrarosso:<br />
In presenza di legami a idrogeno, il polimorfo con frequenza di stretching X-H più<br />
alta ha entropia maggiore.<br />
39
<strong>POLIMORFISMO</strong>: TECNICHE DI CARATTERIZZAZIONE<br />
DSC, Calorimetria a scansione differenziale<br />
TSC, corrente stimolata termicamente<br />
Microscopia ottica con hot-stage e polarizzatore<br />
SEM, microscopio elettronico a scansione<br />
Determinazione del calore di dissoluzione<br />
Tecniche NMR allo stato solido<br />
Spettroscopie vibrazionali: IR e Raman<br />
Diffrazione di raggi-X e termodiffrattometria<br />
40
<strong>POLIMORFISMO</strong>: ALLOTROPIA del CARBONIO<br />
Diamante<br />
Grafite<br />
Lonsdaleite<br />
Fullereni<br />
Carbon<br />
black<br />
Nanotubi<br />
Tutti i polimorfi metastabili tendono spontaneamente a trasformarsi nella forma<br />
stabile. La trasformazione può essere tuttavia cineticamente lenta.<br />
Per esempio, il diamante dovrebbe trasformarsi in grafite in condizioni di temperatura<br />
e pressione ambiente. La velocità della trasformazione è tuttavia stimata dell’ordine<br />
dell’età dell’universo.<br />
41
<strong>POLIMORFISMO</strong>: IL GHIACCIO<br />
A basse pressioni (mbar)<br />
Ad alte pressioni (kbar)<br />
ghiaccio VII<br />
liquido<br />
p, mbar<br />
solido<br />
p, kbar<br />
ghiaccio VI<br />
Liquido<br />
vapore<br />
T, °C<br />
ghiaccio V<br />
ghiaccio II<br />
ghiaccio III<br />
ghiaccio I<br />
T, °C<br />
www.uwsp.edu/geo/projects/geoweb/participants/dutch/PETROLGY/Ice%20Structure.HTM<br />
42
<strong>POLIMORFISMO</strong>: IL QUARZO<br />
Quarzo (“low” o α; “high” o β), coesite, tridimite, cristobalite, stishovite<br />
Può funzionare da termometro e barometro geologico.<br />
43
<strong>POLIMORFISMO</strong>: CHINACRIDONE (PIGMENTO VIOLET 19)<br />
Molecola<br />
Cristallo<br />
NH<br />
O<br />
NH<br />
O<br />
O<br />
NH<br />
O<br />
NH<br />
Soluzione diluita Fase α Fase β Fase γ<br />
Usate per lacche e vernici<br />
44
H<br />
N<br />
O<br />
H<br />
N<br />
O<br />
N<br />
H<br />
O<br />
N<br />
N<br />
N<br />
O<br />
H<br />
N<br />
H<br />
O<br />
O<br />
H<br />
N<br />
H<br />
O<br />
O<br />
H<br />
N<br />
H<br />
O<br />
O<br />
N<br />
H<br />
O<br />
N<br />
H<br />
O<br />
N<br />
Molecola<br />
Cristallo<br />
H<br />
La debole coniugazione<br />
tra gli anelli benzenici<br />
impartisce il colore giallo.<br />
L’aumento della coniugazione nella molecola<br />
diminuisce la separazione HOMO-LUMO: le bande<br />
di assorbimento si spostano dal blu al verde e il<br />
colore risultante si sposta dal giallo al rosso.<br />
45
CHINACRIDONE: STRUTTURA DEI POLIMORFI β E γ<br />
Fase β<br />
Fase γ<br />
E.F. Paulus et al., ECM-<strong>12</strong>, Moskow, 1989.<br />
46
SELEZIONE DELLA FORMA POLIMORFA<br />
(E DELLE PROPRIETA’) USANDO SOLUZIONI SOLIDE<br />
H<br />
N<br />
O<br />
H<br />
N<br />
O<br />
O<br />
H<br />
N<br />
N<br />
H<br />
O<br />
H<br />
H<br />
O<br />
H<br />
N<br />
N<br />
H<br />
N<br />
H<br />
O<br />
O<br />
H<br />
N<br />
N<br />
H<br />
O<br />
H<br />
Cl<br />
O<br />
H<br />
N<br />
O<br />
N<br />
H<br />
O<br />
Cl<br />
O<br />
N<br />
H<br />
O<br />
N<br />
H<br />
Fase β<br />
Fase γ<br />
47
<strong>POLIMORFISMO</strong>: PIGMENTO ORANGE 36<br />
Cl<br />
N<br />
N<br />
H<br />
N<br />
O<br />
O<br />
O<br />
H<br />
N<br />
H<br />
N<br />
N<br />
H<br />
O<br />
Pigmento Orange 36<br />
(Pigmento azo)<br />
O<br />
Sintesi<br />
Solvente<br />
Fase α<br />
Marrone<br />
senza usi commerciali<br />
Fase β<br />
Arancione<br />
Novoperm ® Orange HL<br />
48
<strong>POLIMORFISMO</strong>: PIGMENTO ORANGE 72<br />
CH 3<br />
CH 3<br />
O<br />
O<br />
H<br />
N<br />
H<br />
N<br />
O<br />
N<br />
N<br />
H<br />
Cl<br />
Cl<br />
N<br />
N<br />
H<br />
O<br />
H<br />
N<br />
N<br />
H<br />
O<br />
N<br />
H<br />
Pigmento Orange 72<br />
(Pigmento diaril-azo)<br />
N<br />
H<br />
O<br />
Sintesi in acqua<br />
Fase α<br />
arancio scuro<br />
metastabile<br />
solventi<br />
150 °C, 2 h<br />
Sotto<br />
agitazione<br />
Fase γ<br />
marrone<br />
stabile ma senza interesse<br />
Senza<br />
agitazione<br />
Fase β<br />
arancio<br />
stabile, commerciale<br />
49
<strong>POLIMORFISMO</strong>: IMIDAZOLATI DI RAME(II), Cu(im) 2<br />
Il primo report scientifico (Jarvis, Wells 1961) riporta un composto<br />
blu, di cui è descritta la struttura cristallina ma non la sintesi.<br />
Questa specie non è in realtà riproducibile, ed è stata evidenziata<br />
solo occasionalmente come impurezza nei prodotti di reazione.<br />
Modificando la sintesi e con un controllo attento della natura e concentrazione<br />
dei reagenti e della temperatura, sono stati invece isolati quattro diversi<br />
polimorfi:<br />
BLU VERDE OLIVA ROSA<br />
50
Him + CuSO 4 + NH 3<br />
4M<br />
r.t., una notte<br />
Him + CuSO 4 + NaHCO 3<br />
80 °C, H 2 O<br />
Cu(Him) 2 CO 3. H 2 O<br />
110 °C, 20’<br />
Solido<br />
Sospensione<br />
80 °C, 2 h<br />
Amorfo<br />
Him + CuNO 3 + NaOH 0.05 M<br />
r.t<br />
Solido,<br />
215 °C, N 2<br />
Sospensione<br />
45 °C, 2 gg<br />
150 °C, 6 h<br />
CuO +<br />
Him fuso<br />
51
? Traccia XRPD simile a Ni(im) 2 giallo (planare quadrato d 8 )<br />
52
Specie Cu(im) 2 Cu(im) 2 Cu(im) 2 Cu(im) 2 Cu(im) 2<br />
Colore Blu Blu Verde Oliva Rosa<br />
SG I2/c R-3 Ccca C2/c ?<br />
V/Z, Å 3 180 197 187 201 ?<br />
ρ, g cm -3 1.824 1.667 1.753 1.632 ?<br />
Topologia 3D 3D 2D 3D ?<br />
Topologia PtS sodalite strati moganite ?<br />
Cu(im) Cu(im) Cu 2 (im) 3 Cu 3 (im) 4<br />
Bianco Oro Verde Malva<br />
? C2/c P2 1 /n P-1<br />
? 180 284 360<br />
? 2.0<strong>12</strong> 1.914 2.118<br />
? 1D 3D 3D<br />
? Zig-zag nuova NbO<br />
Cavità NO Canali<br />
7.5 %<br />
NO<br />
Isolate<br />
11 %<br />
?<br />
? NO NO NO<br />
Simmetria<br />
di Sito per<br />
gli Atomi di<br />
Rame<br />
-1<br />
2<br />
1 222<br />
1<br />
2<br />
1<br />
?<br />
? -1 1<br />
1<br />
1<br />
1<br />
-1<br />
-1<br />
-1<br />
Ref.<br />
Acta<br />
Cryst.<br />
1961<br />
Inorg.<br />
Chem.<br />
2001<br />
Inorg.<br />
Chem.<br />
2001<br />
Inorg.<br />
Chem.<br />
2001<br />
Inorg.<br />
Chem.<br />
2001<br />
Inorg.<br />
Chem.<br />
2001<br />
Eur. J.<br />
Inorg.<br />
Chem.<br />
2004<br />
Chem.<br />
Comm.<br />
2004<br />
Chem.<br />
Comm.<br />
2004<br />
53
<strong>POLIMORFISMO</strong>: ACITRETIN © , UN FARMACO TRIMORFICO<br />
CH 3<br />
CH 3<br />
CH 3<br />
OH<br />
H 3<br />
C<br />
O<br />
H 3<br />
C<br />
O CH 3<br />
Farmaco recentemente introdotto<br />
per il trattamento della psoriasi<br />
9.000<br />
8.000<br />
7.000<br />
6.000<br />
5.000<br />
4.000<br />
3.000<br />
2.000<br />
1.000<br />
0<br />
A citretin Form I 100.00 %<br />
FORMA I<br />
da THF<br />
2<br />
4<br />
6<br />
8<br />
10 <strong>12</strong> 14 16 18 20 22 24 26 28 30 32 34 36 38 40 42 44 46 48 50 52 54 56 58 60 62 64 66 68 70 72<br />
100.000<br />
90.000<br />
80.000<br />
70.000<br />
60.000<br />
50.000<br />
40.000<br />
30.000<br />
20.000<br />
10.000<br />
0<br />
-10.000<br />
-20.000<br />
A citretin Form II 100.00 %<br />
FORMA II<br />
da 2-propanolo<br />
2<br />
4<br />
6<br />
8<br />
10 <strong>12</strong> 14 16 18 20 22 24 26 28 30 32 34 36 38 40 42 44 46 48 50 52 54 56 58 60 62 64 66 68 70 72<br />
45.000<br />
A citretin Form III 100.00 %<br />
40.000<br />
35.000<br />
30.000<br />
25.000<br />
20.000<br />
FORMA III<br />
15.000<br />
10.000<br />
5.000<br />
0<br />
-5.000<br />
-10.000<br />
da esano<br />
54<br />
2<br />
4<br />
6<br />
8<br />
10 <strong>12</strong> 14 16 18 20 22 24 26 28 30 32 34 36 38 40 42 44 46 48 50 52 54 56 58 60 62 64 66 68 70 72
FORMA I (da cristallo singolo): Monoclina, P2 1 , Z’ = 4<br />
SYN<br />
ANTI<br />
FORMA II (da polveri): Monoclina, P2 1 /n, Z’ = 1<br />
ANTI<br />
FORMA III (da polveri): Monoclina, P2 1 /c, Z’ = 1<br />
SYN<br />
C<br />
H<br />
O<br />
55
FORMA I<br />
DIMERI<br />
FORMA II<br />
DIMERI<br />
FORMA III<br />
CATENE<br />
56
<strong>POLIMORFISMO</strong>: IL CIOCCOLATO<br />
Se lasciato in un luogo caldo, il cioccolato fonde.<br />
Per raffreddamento, risolidifica, dando un materiale opaco e<br />
appiccicoso, piuttosto diverso dal materiale originario, lucido e<br />
rigido.<br />
La ragione è imputabile al fatto che, in ragione del trattamento<br />
subito, il burro di cacao, uno degli ingredienti principali del<br />
cioccolato, può cristallizzare in una delle sue sei forme<br />
polimorfiche (I-VI).<br />
Grazie al suo punto di fusione, leggermente minore della temperatura corporea, la forma V<br />
è quella che imparte al cioccolato lucidità, rigidità, compattezza e la capacità di sciogliersi<br />
in bocca. Le proprietà indesiderate sono dovute alla sua trasformazione nella forma VI,<br />
termodinamicamente stabile, che fonde a ca. 35 °C, temperatura troppo alta per sciogliersi<br />
in bocca e rendere il cioccolato gustoso per il consumatore.<br />
Forma Metodo di isolamento P.f. medio, °C<br />
I Raffreddamento rapido 16-18<br />
II<br />
Raffreddamento rapido a 2 °C.<br />
1 h a 0 °C<br />
III Solidificazione a 5-10 °C<br />
Dalla forma II a 5-10 °C<br />
IV Solidificazione a 16-21 °C<br />
Dalla forma III a 16-21 °C<br />
22-24<br />
24-26<br />
26-28<br />
V Tempera 32-34<br />
VI Dalla forma V a t.amb. in 4 mesi 35-36<br />
57