La biodiversità degli ortotteri negli ecosistemi forestali del ... - Riviste
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RICERCA/BIODIVERSITÀ<br />
Oggetto di un progetto di ricerca finanziato dal fondo unico <strong>del</strong>la Provincia di Trento<br />
LA BIODIVERSITÀ DEGLI<br />
ORTOTTERI NEGLI<br />
ECOSISTEMI FORESTALI<br />
DEL TRENTINO<br />
TERRA TRENTINA<br />
26<br />
Per diversità biologica o <strong>biodiversità</strong><br />
si intende la variabilità<br />
<strong>degli</strong> organismi viventi, presenti<br />
<strong>negli</strong> <strong>ecosistemi</strong> terrestri ed<br />
acquatici. <strong>La</strong> diversità biologica,<br />
nella sua varietà di componenti,<br />
rappresenta una <strong>del</strong>le<br />
più importanti risorse da tutelare<br />
e un patrimonio <strong>del</strong>l’umanità.<br />
Attualmente la <strong>biodiversità</strong><br />
faunistica e floristica in provincia<br />
di Trento è oggetto di numerosi<br />
studi che rientrano nell’ambito<br />
<strong>del</strong> Quinto Programma<br />
<strong>del</strong>l’EU, come ad esempio il<br />
progetto Bioitaly che conta oltre<br />
157 siti di rilevante importanza<br />
comunitaria. Tuttavia,<br />
allo stato attuale <strong>del</strong>le nostre<br />
conoscenze, lo studio <strong>del</strong>l’Ortotterofauna<br />
<strong>del</strong> Trentino e <strong>del</strong>la<br />
sua valenza ecologica presenta<br />
ancora numerose problematiche<br />
da risolvere. In questo<br />
quadro si inserisce il progetto<br />
DIVORTO (Studio <strong>del</strong>le<br />
comunità di Ortotteri in <strong>ecosistemi</strong><br />
<strong>forestali</strong> <strong>del</strong> Trentino in<br />
relazione alle diverse modificazioni<br />
ambientali) finanziato<br />
dal Fondo Unico <strong>del</strong>la Provincia,<br />
portato avanti dall’Unità<br />
Operativa Foreste <strong>del</strong>l’Istituto<br />
Agrario di S.Michele all’Adige<br />
e che ha concluso da poco il<br />
suo primo anno di attività. Nel<br />
corso di questo primo anno di<br />
attività <strong>del</strong> progetto DIVORTO<br />
sono state campionate 25 diverse<br />
stazioni di rilevamento di-<br />
<strong>La</strong> variazione<br />
<strong>del</strong>la <strong>biodiversità</strong><br />
<strong>degli</strong> ORTOTTERI,<br />
con la conseguente<br />
scomparsa di alcune<br />
specie e la comparsa<br />
di altre, è un indice<br />
di modificazione<br />
ambientale e<br />
<strong>del</strong>la scomparsa<br />
di particolari e<br />
caratteristici ambienti<br />
naturali che<br />
dovrebbero essere<br />
meglio tutelati<br />
Agabiti Barbara<br />
Cristina Salvadori<br />
Istituto agrario S. Michele all’Adige<br />
stinte tra loro per quota, versante<br />
e tipo di ambiente. Particolare<br />
attenzione è stata riservata<br />
agli ambienti silvicoli.<br />
Gli Ortotteri sono Insetti di<br />
medie e grandi dimensioni,<br />
dotati di una notevole valenza<br />
ecologica ed un’ampia distribuzione<br />
geografica, essendo presenti<br />
dalle fasce equatoriali a<br />
quelle artiche. Le specie note<br />
di Ortotteri sono oltre 20.000,<br />
concentrate per lo più nelle<br />
zone tropicali e sub-tropicali.<br />
Il corpo di un Ortottero (come<br />
in tutti gli insetti) consta di tre<br />
parti, capo torace ed addome,<br />
ed è dotato di tre paia di zampe<br />
e due paia di ali.<br />
Meglio conosciuti con il nome<br />
di cavallette, grilli e locuste gli<br />
Ortotteri sono facilmente riconoscibili<br />
dal particolare sviluppo<br />
<strong>del</strong>le zampe posteriori idonee<br />
al salto e dalle ali, di cui<br />
quelle anteriori sono dette<br />
tegmina per la loro consistenza<br />
coriacea. <strong>La</strong> colorazione <strong>del</strong><br />
corpo è estremamente variabile,<br />
andando dal verde intenso<br />
di Tettigonia viridissima (Fig. 1)<br />
al bruno scuro di Gryllus<br />
campestris, e dipende fondamentalmente<br />
dalle condizioni<br />
di umidità e temperatura in cui<br />
gli individui vivono. Gli<br />
Ortotteri sono quasi tutti a regime<br />
fitofago, ma non mancano<br />
gruppi spiccatamente carnivori<br />
predatori ed onnivori.<br />
Il comune Grillo dei campi<br />
(Gryllus campestris) è sicuramente,<br />
tra gli Ortotteri, quello<br />
a noi più familiare: infatti si può<br />
udire il suo canto durante le<br />
calde sere d’estate essendo un<br />
insetto con abitudini prevalentemente<br />
notturne. Le locuste<br />
sono altrettanto note, soprattutto<br />
per la capacità di aggregarsi<br />
in folti sciami che possiedono<br />
una notevole energia devastatrice<br />
specialmente sulle coltivazioni.<br />
Le locuste sono indub-
Fig. 1 Tettigonia viridissima, maschio<br />
(foto Agabiti Barbara)<br />
biamente meno comuni dei<br />
grilli di campo essendo originarie<br />
<strong>del</strong> Nord Africa; tuttavia<br />
sono state ben documentate in<br />
letteratura numerose invasioni<br />
di questo vorace insetto anche<br />
nel Trentino.<br />
Nel 1866 il ricercatore trentino<br />
Ruggero Cobelli, noto naturalista<br />
ed entomologo <strong>del</strong>l’epoca,<br />
dopo aver condotto una<br />
serie di campagne di raccolta<br />
in tutto il territorio <strong>del</strong>la provincia,<br />
individuò 77 specie di<br />
Ortotteri; oggi il numero è salito<br />
a 102 anche se purtroppo<br />
alcune <strong>del</strong>le specie rinvenute<br />
da Cobelli, che sul finire <strong>del</strong><br />
secolo scorso erano particolarmente<br />
abbondanti, non sono<br />
state più ritrovate. Alle 77 specie<br />
<strong>del</strong>la lista di Cobelli si sono<br />
aggiunte nuove specie migrate<br />
in Trentino soprattutto dai<br />
territori balcanici e dalle regioni<br />
appenniniche, mentre molte<br />
<strong>del</strong>le specie tipiche di alta<br />
quota, che si trovano tra i 1900<br />
e i 2700m, sono oggi diventate<br />
rare o comunque meno abbondanti;<br />
analogalmente sono<br />
scomparse le specie tipiche<br />
<strong>degli</strong> ambienti fluviali e <strong>del</strong>le<br />
zone di palude, ormai quasi <strong>del</strong><br />
tutto inesistenti nel Trentino.<br />
Questi particolari ambienti infatti,<br />
sono particolarmente sensibili<br />
alle modificazioni ambientali<br />
e climatiche e risentono<br />
in maniera profonda <strong>del</strong>le<br />
attività <strong>del</strong>l’uomo.<br />
Ad esempio, la Locusta <strong>del</strong>le<br />
torbiere (Stethophyma grossum),<br />
una piccola cavalletta dai<br />
vivaci colori verde e giallo, tipica<br />
<strong>del</strong>le zone fortemente<br />
umide, oggi è una <strong>del</strong>le specie<br />
di Ortotteri più minacciate, così<br />
come estremamente raro è diventato<br />
lo Sphingonotus caerulans,<br />
facilmente riconoscibile<br />
per la caratteristica colorazione<br />
azzurra <strong>del</strong>le ali, che trova<br />
nelle rive dei fiumi il suo habitat<br />
principale.<br />
Se da un lato le specie tipiche<br />
di ambienti umidi o freddi vanno<br />
diminuendo, dall’altro invece<br />
vanno aumentando quelle<br />
tipiche di ambienti più aridi e<br />
secchi, come l’Oedipoda caerulescens<br />
(Fig.2), specie che si<br />
adatta molto bene ai terreni aridi,<br />
sassosi e ben assolati.<br />
<strong>La</strong> variazione <strong>del</strong>la <strong>biodiversità</strong><br />
<strong>degli</strong> Ortotteri con la conseguente<br />
scoparsa di alcune specie<br />
e la comparsa di altre, è un<br />
indice <strong>del</strong>la significatività <strong>del</strong>le<br />
modificazioni ambientali e<br />
<strong>del</strong>la scomparsa di particolari<br />
e caratteristici ambienti naturali<br />
che dovrebbero essere meglio<br />
tutelati.<br />
BIBLIOGRAFIA<br />
Autori vari, 1994: Lista rossa <strong>del</strong>le<br />
specie minacciate in Alto Adige.<br />
Provincia Autonoma di Bolzano,<br />
Ripartizione tutela <strong>del</strong> paesaggio<br />
e <strong>del</strong>la natura, pp. 322-328.<br />
Cobelli Ruggero, 1886: Gli<br />
Ortotteri genuini <strong>del</strong> Trentino.<br />
Museo Civico di Rovereto vol.<br />
X, pp.5-101.<br />
Cobelli Ruggero, 1906: Appendice<br />
agli Ortotteri genuini <strong>del</strong><br />
Trentino. Museo Civico di<br />
Rovereto vol. XLIII, pp. 5-26.<br />
Fontana Paolo, Buzzetti Filippo<br />
Maria, Cogo A., Odè Baudewijn,<br />
2002: Cavllette, Grilli, Mantidi e<br />
insetti affini <strong>del</strong> Veneto. Guide<br />
Natura/1 Museo Naturalistico<br />
Archeologico di Vicenza.<br />
Galvagni Antonio, 1950: Contributo<br />
alla conoscenza <strong>del</strong>l’Ortotterofauna<br />
<strong>del</strong> Trentino e <strong>del</strong><br />
Veneto. Bollettino <strong>del</strong>la Società<br />
Entomologica Italiana, vol.L<br />
XXX, n.7-8, 1950 pp.57-64.<br />
Galvagni Antonio, 1954: Studio<br />
ecologico-sistematico sugli<br />
Ortotteroidei di un’alta valle alpina<br />
(Val di Genova-Trentino).<br />
Pubblicazione n. 65 <strong>del</strong> Centro<br />
di Studi Alpini <strong>del</strong> Consiglio Nazionale<br />
<strong>del</strong>le Ricerche, annata<br />
XXXI, 1954, fsc. I-II, pp.61-101.<br />
Graber V., 1867: Die Orthopteren<br />
Tirols. K. K. zool. Bot. Gesellschaft<br />
in Wien XVII. Bd. 1867, pp.<br />
1-30.<br />
Fig. 2 Oedipoda caerulescens, maschio e femmina (foto Alberto Conter)<br />
TERRA TRENTINA<br />
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