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Vangelo secondo <strong>Luca</strong><br />
<strong>Luca</strong> 1<br />
(Lc 1, 1-4) Prologo<br />
[1] Poiché molti han posto mano a stendere un racconto degli avvenimenti<br />
successi tra di noi, [2] come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni<br />
fin da principio e divennero ministri della parola, [3] così ho deciso anch'io di fare<br />
ricerche accurate su ogni circostanza fin dagli inizi e di scriverne per te un<br />
resoconto ordinato, illustre Teòfilo, [4] perché ti possa rendere conto della solidità<br />
degli insegnamenti che hai ricevuto.<br />
(CCC 125) I Vangeli sono il cuore di tutte le Scritture “in quanto sono la<br />
princip<strong>al</strong>e testimonianza relativa <strong>al</strong>la vita e <strong>al</strong>la dottrina del Verbo incarnato, nostro<br />
S<strong>al</strong>vatore” [Concilio Vaticano II, Dei Verbum, 18]. (CCC 126) Nella formazione dei<br />
Vangeli si possono distinguere tre tappe: 1. La vita e l'insegnamento di Gesù. La Chiesa<br />
ritiene con fermezza che i quattro Vangeli, “di cui afferma senza esitazione la storicità,<br />
trasmettono fedelmente quanto Gesù Figlio di Dio, durante la sua vita tra gli uomini,<br />
effettivamente operò e insegnò per la loro s<strong>al</strong>vezza eterna, fino <strong>al</strong> giorno in cui ascese <strong>al</strong><br />
cielo”. 2. La tradizione or<strong>al</strong>e. “Gli Apostoli poi, dopo l'Ascensione del Signore,<br />
trasmisero ai loro ascoltatori ciò che egli aveva detto e fatto, con quella più completa<br />
intelligenza di cui essi, ammaestrati dagli eventi gloriosi di Cristo e illuminati <strong>d<strong>al</strong></strong>la luce<br />
dello Spirito di verità, godevano”. 3. I Vangeli scritti. “Gli autori sacri scrissero i<br />
quattro Vangeli, scegliendo <strong>al</strong>cune cose tra le molte tramandate a voce o già per<br />
iscritto, redigendo una sintesi delle <strong>al</strong>tre o spiegandole con riguardo <strong>al</strong>la situazione<br />
delle Chiese, conservando infine il carattere di predicazione, sempre però in modo t<strong>al</strong>e<br />
da riferire su Gesù cose vere e sincere” [Dei Verbum, 19].<br />
(Lc 1, 5-17) annunzio della Nascita del Battista<br />
[5] Al tempo di Erode, re della Giudea, c'era un sacerdote chiamato<br />
Zaccaria, della classe di Abìa, e aveva in moglie una discendente di Aronne<br />
chiamata Elisabetta. [6] Erano giusti davanti a Dio, osservavano irreprensibili<br />
tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. [7] Ma non avevano figli, perché<br />
Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni. [8] Mentre Zaccaria<br />
officiava davanti <strong>al</strong> Signore nel turno della sua classe, [9] secondo l'usanza del<br />
servizio sacerdot<strong>al</strong>e, gli toccò in sorte di entrare nel tempio per fare l'offerta<br />
dell'incenso. [10] Tutta l'assemblea del popolo pregava fuori nell'ora dell'incenso.<br />
[11] Allora gli apparve un angelo del Signore, ritto <strong>al</strong>la destra dell'<strong>al</strong>tare<br />
dell'incenso. [12] Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore. [13] Ma<br />
l'angelo gli disse: "Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua<br />
moglie Elisabetta ti darà un figlio, che chiamerai Giovanni. [14] Avrai gioia ed<br />
esultanza e molti si r<strong>al</strong>legreranno della sua nascita, [15] poiché egli sarà grande<br />
davanti <strong>al</strong> Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà pieno di Spirito<br />
Santo fin <strong>d<strong>al</strong></strong> seno di sua madre [16] e ricondurrà molti figli d'Israele <strong>al</strong> Signore<br />
loro Dio. [17] Gli camminerà innanzi con lo spirito e la forza di Elia, per ricondurre
i cuori dei padri verso i figli e i ribelli <strong>al</strong>la saggezza dei giusti e preparare <strong>al</strong><br />
Signore un popolo ben disposto".<br />
(CCC 331) Cristo è il centro del mondo angelico. Essi sono “i suoi angeli”:<br />
“Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli… ” ( Mt 25,31).<br />
Sono suoi perché creati per mezzo di lui e in vista di lui: “Poiché per mezzo di lui sono<br />
state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle<br />
invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potestà. Tutte le cose sono state create per<br />
mezzo di lui e in vista di lui” (Col 1,16). Sono suoi ancor più perché li ha fatti messaggeri<br />
del suo disegno di s<strong>al</strong>vezza: “Non sono essi tutti spiriti incaricati di un ministero, inviati<br />
per servire coloro che devono ereditare la s<strong>al</strong>vezza?” (Eb 1,14). (CCC 332) Essi, fin <strong>d<strong>al</strong></strong>la<br />
creazione [Gb 38,7] e lungo tutta la storia della s<strong>al</strong>vezza, annunciano da lontano o da<br />
vicino questa s<strong>al</strong>vezza e servono la re<strong>al</strong>izzazione del disegno s<strong>al</strong>vifico di Dio: chiudono il<br />
paradiso terrestre [Gen 3,24], proteggono Lot [Gen 19], s<strong>al</strong>vano Agar e il suo bambino<br />
[Gen 21,17], trattengono la mano di Abramo [Gen 22,11]; la Legge viene comunicata<br />
“per mano degli angeli” (At 7,53), essi guidano il Popolo di Dio [Es 23,20-23],<br />
annunziano nascite [Gdc 13] e vocazioni [Gdc 6,11-24; Is 6,6], assistono i profeti [1Re<br />
19,5], per citare soltanto <strong>al</strong>cuni esempi. Infine, è l'angelo Gabriele che annunzia la<br />
nascita del Precursore e quella dello stesso Gesù [Lc 1,11; Lc 1,26]. (CCC 696) Mentre<br />
l'acqua significava la nascita e la fecondità della Vita donata nello Spirito Santo, il fuoco<br />
simbolizza l'energia trasformante degli atti dello Spirito Santo. Il profeta Elia, che “sorse<br />
simile <strong>al</strong> fuoco” e la cui “parola bruciava come fiaccola” (Sir 48,1), con la sua preghiera<br />
attira il fuoco del cielo sul sacrificio del monte Carmelo [1Re 18,38-39], figura del fuoco<br />
dello Spirito Santo che trasforma ciò che tocca. Giovanni Battista, che cammina innanzi<br />
<strong>al</strong> Signore “con lo spirito e la forza di Elia” (Lc 1,17) annunzia Cristo come colui che<br />
“battezzerà in Spirito Santo e fuoco” (Lc 3,16), quello Spirito di cui Gesù dirà: “Sono<br />
venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso!” (Lc 12,49). È<br />
sotto la forma di “lingue come di fuoco” che lo Spirito Santo si posa sui discepoli il<br />
mattino di Pentecoste e li riempie di sé (At 2,3-4). La tradizione spiritu<strong>al</strong>e riterrà il<br />
simbolismo del fuoco come uno dei più espressivi dell'azione dello Spirito Santo [San<br />
Giovanni della Croce, Llama de amor viva]. “Non spegnete lo Spirito” (1Ts 5,19).<br />
(Lc 1, 18-25) Incredulità di Zaccaria<br />
[18] Zaccaria disse <strong>al</strong>l'angelo: "Come posso conoscere questo? Io sono<br />
vecchio e mia moglie è avanzata negli anni". [19] L'angelo gli rispose: "Io sono<br />
Gabriele che sto <strong>al</strong> cospetto di Dio e sono stato mandato a portarti questo lieto<br />
annunzio. [20] Ed ecco, sarai muto e non potrai parlare fino <strong>al</strong> giorno in cui<br />
queste cose avverranno, perché non hai creduto <strong>al</strong>le mie parole, le qu<strong>al</strong>i si<br />
adempiranno a loro tempo". [21] Intanto il popolo stava in attesa di Zaccaria, e si<br />
meravigliava per il suo indugiare nel tempio. [22] Quando poi uscì e non poteva<br />
parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro<br />
dei cenni e restava muto. [23] Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. [24]<br />
Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque<br />
mesi e diceva: [25] "Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è<br />
degnato di togliere la mia vergogna tra gli uomini".<br />
(CCC 164) Ora “camminiamo nella fede e non ancora in visione” (2Cor 5,7), e<br />
conosciamo Dio “come in uno specchio, in maniera confusa..., in modo imperfetto” (1Cor<br />
13,12). La fede, luminosa a motivo di Colui nel qu<strong>al</strong>e crede, sovente è vissuta
nell'oscurità. La fede può essere messa <strong>al</strong>la prova. Il mondo nel qu<strong>al</strong>e viviamo pare<br />
spesso molto lontano da ciò di cui la fede ci dà la certezza; le esperienze del m<strong>al</strong>e e della<br />
sofferenza, delle ingiustizie e della morte sembrano contraddire la Buona Novella,<br />
possono far vacillare la fede e diventare per essa una tentazione. (CCC 2732) La<br />
tentazione più frequente, la più nascosta, è la nostra mancanza di fede. Si manifesta non<br />
tanto in una incredulità dichiarata, quanto piuttosto in una preferenza di fatto. Quando<br />
ci mettiamo a pregare, mille lavori o preoccupazioni, ritenuti urgenti, si presentano come<br />
prioritari; ancora una volta è il momento della verità del cuore e del suo amore<br />
preferenzi<strong>al</strong>e. T<strong>al</strong>volta ci rivolgiamo <strong>al</strong> Signore come <strong>al</strong>l'ultimo rifugio: ma ci crediamo<br />
veramente? T<strong>al</strong>volta prendiamo il Signore come <strong>al</strong>leato, ma il cuore è ancora nella<br />
presunzione. In tutti i casi, la nostra mancanza di fede p<strong>al</strong>esa che non siamo ancora nella<br />
disposizione del cuore umile: “Senza di me non potete far nulla” (Gv 15,5). (CCC 2374)<br />
Grande è la sofferenza delle coppie che si scoprono sterili. “Che mi darai? - chiede<br />
Abramo a Dio - Io me ne vado senza figli…” (Gen 15,2). “Dammi dei figli, se no io<br />
muoio!” grida Rachele <strong>al</strong> marito Giacobbe (Gen 30,1). (CCC 2379) Il Vangelo mostra<br />
che la sterilità fisica non è un m<strong>al</strong>e assoluto. Gli sposi che, dopo aver esaurito i legittimi<br />
ricorsi <strong>al</strong>la medicina, soffrono di sterilità, si uniranno <strong>al</strong>la croce del Signore, sorgente di<br />
ogni fecondità spiritu<strong>al</strong>e. Essi possono mostrare la loro generosità adottando bambini<br />
abbandonati oppure compiendo servizi significativi a favore del prossimo.<br />
(Lc 1, 26-38) Annunzio della nascita di Gesù<br />
[26] Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della<br />
G<strong>al</strong>ilea, chiamata Nazaret, [27] a una vergine, promessa sposa di un uomo della<br />
casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. [28] Entrando<br />
da lei, disse: "Ti s<strong>al</strong>uto, o piena di grazia, il Signore è con te". [29] A queste<br />
parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un t<strong>al</strong>e s<strong>al</strong>uto. [30]<br />
L'angelo le disse: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. [31]<br />
Ecco concepirai un figlio, lo darai <strong>al</strong>la luce e lo chiamerai Gesù. [32] Sarà grande<br />
e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo<br />
padre [33] e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà<br />
fine". [34] Allora Maria disse <strong>al</strong>l'angelo: "Come è possibile? Non conosco uomo".<br />
[35] Le rispose l'angelo: "Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua<br />
ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e<br />
chiamato Figlio di Dio. [36] Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua<br />
vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti<br />
dicevano sterile: [37] nulla è impossibile a Dio". [38] Allora Maria disse:<br />
"Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto". E<br />
l'angelo partì da lei.<br />
(CCC 721) Maria, la tutta Santa Madre di Dio, sempre Vergine, è il capolavoro<br />
della missione del Figlio e dello Spirito nella pienezza del tempo. Per la prima volta nel<br />
disegno della s<strong>al</strong>vezza e perché il suo Spirito l'ha preparata, il Padre trova la Dimora<br />
dove il suo Figlio e il suo Spirito possono abitare tra gli uomini. In questo senso la<br />
Tradizione della Chiesa ha spesso letto riferendoli a Maria i più bei testi sulla Sapienza<br />
[Pr 8,1-9,6; Sir 24]: Maria è cantata e rappresentata nella Liturgia come “Sede della<br />
Sapienza”. In lei cominciano a manifestarsi le “meraviglie di Dio”, che lo Spirito compirà<br />
in Cristo e nella Chiesa. (CCC 722) Lo Spirito Santo ha preparato Maria con la sua<br />
grazia. Era conveniente che fosse “piena di grazia” la Madre di Colui nel qu<strong>al</strong>e “abita
corpor<strong>al</strong>mente tutta la pienezza della Divinità” (Col 2,9). Per pura grazia ella è stata<br />
concepita senza peccato come la creatura più umile e più capace di accogliere il Dono<br />
ineffabile dell'Onnipotente. A giusto titolo l'angelo Gabriele la s<strong>al</strong>uta come la “Figlia di<br />
Sion”: “Gioisci” [Sof 3,14; Zc 2,14]. È il rendimento di grazie di tutto il Popolo di Dio, e<br />
quindi della Chiesa, che Maria eleva <strong>al</strong> Padre, nello Spirito, nel suo cantico [Lc 1,46-55],<br />
quando ella porta in sé il Figlio eterno. (CCC 723) In Maria, lo Spirito Santo re<strong>al</strong>izza il<br />
disegno misericordioso del Padre. È per opera dello Spirito che la Vergine concepisce e<br />
dà <strong>al</strong>la luce il Figlio di Dio. La sua verginità diventa fecondità unica in virtù della<br />
potenza dello Spirito e della fede [Lc 1,26-38; Rm 4,18-21; G<strong>al</strong> 4,26-28]. (CCC 724) In<br />
Maria, lo Spirito Santo manifesta il Figlio del Padre divenuto Figlio della Vergine. Ella è<br />
il roveto ardente della Teofania definitiva: ricolma di Spirito Santo, mostra il Verbo<br />
nell'umiltà della sua carne ed è ai poveri [Lc 1,15-19] e <strong>al</strong>le primizie dei popoli [Mt 2,11]<br />
che lo fa conoscere. (CCC 725) Infine, per mezzo di Maria, lo Spirito Santo comincia a<br />
mettere in comunione con Cristo gli uomini, oggetto dell'amore misericordioso di Dio<br />
[Lc 2,14]. Gli umili sono sempre i primi a ricerverlo: i pastori, i magi, Simeone e Anna,<br />
gli sposi di Cana e i primi discepoli. (CCC 726) Al termine di questa missione dello<br />
Spirito, Maria diventa la “Donna”, nuova Eva, “madre dei viventi”, Madre del “Cristo<br />
tot<strong>al</strong>e” [Gv 19,25-27]. In quanto t<strong>al</strong>e, ella è presente con i Dodici, “assidui e concordi<br />
nella preghiera” (At 1,14), <strong>al</strong>l'<strong>al</strong>ba degli “ultimi tempi” che lo Spirito inaugura il mattino<br />
di Pentecoste manifestando la Chiesa.<br />
(Lc 1, 39-56) Visita di Maria a Elisabetta<br />
[39] In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse<br />
in fretta una città di Giuda. [40] Entrata nella casa di Zaccaria, s<strong>al</strong>utò Elisabetta.<br />
[41] Appena Elisabetta ebbe udito il s<strong>al</strong>uto di Maria, il bambino le sussultò nel<br />
grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo [42] ed esclamò a gran voce:<br />
"Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! [43] A che debbo<br />
che la madre del mio Signore venga a me? [44] Ecco, appena la voce del tuo<br />
s<strong>al</strong>uto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo.<br />
[45] E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore".<br />
[46] Allora Maria disse: “L'anima mia magnifica il Signore [47] e il mio spirito<br />
esulta in Dio, mio s<strong>al</strong>vatore, [48] perché ha guardato l'umiltà della sua serva.<br />
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. [49] Grandi cose ha fatto<br />
in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome: [50] di generazione in generazione la<br />
sua misericordia si stende su quelli che lo temono. [51] Ha spiegato la potenza<br />
del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; [52] ha<br />
rovesciato i potenti dai troni, ha inn<strong>al</strong>zato gli umili; [53] ha ricolmato di beni gli<br />
affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi. [54] Ha soccorso Israele, suo servo,<br />
ricordandosi della sua misericordia, [55] come aveva promesso ai nostri padri, ad<br />
Abramo e <strong>al</strong>la sua discendenza, per sempre". [56] Maria rimase con lei circa tre<br />
mesi, poi tornò a casa sua.<br />
(CCC 717) “Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni” (Gv<br />
1,6). Giovanni è “pieno di Spirito Santo fin <strong>d<strong>al</strong></strong> seno di sua madre” (Lc 1,15; 1,41) per<br />
opera dello stesso Cristo che la Vergine Maria aveva da poco concepito per opera dello<br />
Spirito Santo. La “visitazione” di Maria ad Elisabetta diventa così visita di Dio <strong>al</strong> suo<br />
popolo [Lc 1,68]. (CCC 273) Soltanto la fede può aderire <strong>al</strong>le vie misteriose<br />
dell'onnipotenza di Dio. Per questa fede, ci si gloria delle proprie debolezze per attirare su
di sé la potenza di Cristo [2Cor 12,9; Fil 4,13]. Di questa fede il supremo modello è la<br />
Vergine Maria: ella ha creduto che “nulla è impossibile a Dio” (Lc 1,37) e ha potuto<br />
magnificare il Signore: “Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e santo è il suo nome”<br />
(Lc 1,49). (CCC 2097) Adorare Dio è riconoscere, nel rispetto e nella sottomissione<br />
assoluta, il “nulla della creatura”, la qu<strong>al</strong>e non esiste che per Dio. Adorare Dio è, come<br />
Maria nel Magnificat, lodarlo, es<strong>al</strong>tarlo e umiliare se stessi, confessando con gratitudine<br />
che egli ha fatto grandi cose e che santo è il suo nome [Lc 1,46-49]. L'adorazione del Dio<br />
Unico libera l'uomo <strong>d<strong>al</strong></strong> ripiegamento su se stesso, <strong>d<strong>al</strong></strong>la schiavitù del peccato e<br />
<strong>d<strong>al</strong></strong>l'idolatria del mondo.<br />
(Lc 1, 57-66) Nascita del Battista<br />
[57] Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede <strong>al</strong>la luce un<br />
figlio. [58] I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva es<strong>al</strong>tato in lei la sua<br />
misericordia, e si r<strong>al</strong>legravano con lei. [59] All'ottavo giorno vennero per<br />
circoncidere il bambino e volevano chiamarlo col nome di suo padre, Zaccaria.<br />
[60] Ma sua madre intervenne: "No, si chiamerà Giovanni". [61] Le dissero: "Non<br />
c'è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome". [62] Allora<br />
domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. [63] Egli<br />
chiese una tavoletta, e scrisse: "Giovanni è il suo nome". Tutti furono<br />
meravigliati. [64] In quel medesimo istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la<br />
lingua, e parlava benedicendo Dio. [65] Tutti i loro vicini furono presi da timore, e<br />
per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. [66]<br />
Coloro che le udivano, le serbavano in cuor loro: "Che sarà mai questo<br />
bambino?" si dicevano. Davvero la mano del Signore stava con lui.<br />
(CCC 523) San Giovanni Battista è l'immediato precursore del Signore, [At<br />
13,24] mandato a preparargli la via [Mt 3,3]. “Profeta dell'Altissimo” (Lc 1,76), di tutti i<br />
profeti è il più grande [Lc 7,26] e l'ultimo [Mt 11,13]; egli inaugura il Vangelo [At 1,22;<br />
Lc 16,16]; s<strong>al</strong>uta la venuta di Cristo fin <strong>d<strong>al</strong></strong> seno di sua madre [Lc 1,41] e trova la sua<br />
gioia nell'essere “l'amico dello sposo” (Gv 3,29), che designa come “l'Agnello di Dio...<br />
che toglie il peccato del mondo” (Gv 1,29). Precedendo Gesù “con lo spirito e la forza di<br />
Elia” (Lc 1,17), gli rende testimonianza con la sua predicazione, il suo battesimo di<br />
conversione ed infine con il suo martirio [Mc 6,17-29].<br />
(Lc 1, 67-79) Il “Benedictus”<br />
[67] Zaccaria, suo padre, fu pieno di Spirito Santo, e profetò dicendo: [68]<br />
"Benedetto il Signore Dio d'Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo,<br />
[69] e ha suscitato per noi una s<strong>al</strong>vezza potente nella casa di Davide, suo servo,<br />
[70] come aveva promesso per bocca dei suoi santi profeti d'un tempo: [71]<br />
s<strong>al</strong>vezza dai nostri nemici, e <strong>d<strong>al</strong></strong>le mani di quanti ci odiano. [72] Così egli ha<br />
concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua santa <strong>al</strong>leanza,<br />
[73] del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, [74] di concederci, liberati<br />
<strong>d<strong>al</strong></strong>le mani dei nemici, di servirlo senza timore, [75] in santità e giustizia <strong>al</strong> suo<br />
cospetto, per tutti i nostri giorni. [76] E tu, bambino, sarai chiamato profeta<br />
dell'Altissimo perché andrai innanzi <strong>al</strong> Signore a preparargli le strade, [77]<br />
per dare <strong>al</strong> suo popolo la conoscenza della s<strong>al</strong>vezza nella remissione dei<br />
suoi peccati, [78] grazie <strong>al</strong>la bontà misericordiosa del nostro Dio, per cui verrà a<br />
visitarci <strong>d<strong>al</strong></strong>l'<strong>al</strong>to un sole che sorge [79] per rischiarare quelli che stanno nelle
tenebre e nell'ombra della morte e dirigere i nostri passi sulla via della pace". [80]<br />
Il fanciullo cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino <strong>al</strong><br />
giorno della sua manifestazione a Israele.<br />
(CCC 422) Ma quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio,<br />
nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare coloro che erano sotto la Legge, perché<br />
ricevessimo l'adozione a figli” (G<strong>al</strong> 4,4-5). Ecco la Buona Novella riguardante “Gesù<br />
Cristo, Figlio di Dio” (Mc 1,1): Dio ha visitato il suo popolo, [Lc 1,68] ha adempiuto le<br />
promesse fatte ad Abramo ed <strong>al</strong>la sua discendenza; [Lc 1,55] ed è andato oltre ogni<br />
attesa: ha mandato il suo “Figlio prediletto” (Mc 1,11). (CCC 720 Infine, con Giovanni<br />
Battista lo Spirito Santo inaugura, prefigurandolo, ciò che re<strong>al</strong>izzerà con Cristo e in<br />
Cristo: ridonare <strong>al</strong>l'uomo “la somiglianza” divina. Il battesimo di Giovanni era per la<br />
conversione, quello nell'acqua e nello Spirito sarà una nuova nascita [ Gv 3,5]. (CCC<br />
523) San Giovanni Battista è l'immediato precursore del Signore, [At 13,24] mandato a<br />
preparargli la via [Mt 3,3]. “Profeta dell'Altissimo” (Lc 1,76), di tutti i profeti è il più<br />
grande [Lc 7,26] e l'ultimo; [Mt 11,13] egli inaugura il Vangelo; [At 1,22; Lc 16,16]<br />
s<strong>al</strong>uta la venuta di Cristo fin <strong>d<strong>al</strong></strong> seno di sua madre [Lc 1,41] e trova la sua gioia<br />
nell'essere “l'amico dello sposo” (Gv 3,29), che designa come “l'Agnello di Dio... che<br />
toglie il peccato del mondo” (Gv 1,29). Precedendo Gesù “con lo spirito e la forza di<br />
Elia” (Lc 1,17), gli rende testimonianza con la sua predicazione, il suo battesimo di<br />
conversione ed infine con il suo martirio [Mc 6,17-29]. (CCC 2584) Stando “da solo a<br />
solo con Dio” i profeti attingono luce e forza per la loro missione. La loro preghiera non<br />
è una fuga <strong>d<strong>al</strong></strong> mondo infedele, ma un ascolto della Parola di Dio, t<strong>al</strong>ora un dibattito o un<br />
lamento, sempre un'intercessione che attende e prepara l'intervento del Dio s<strong>al</strong>vatore,<br />
Signore della storia [Am 7,2; 7,5; Is 6,5; 6,8; 6,11; Ger 1,6; 15,15-18; 20,7-18].<br />
<strong>Luca</strong> 2<br />
(Lc 2, 1-7) Nascita di Gesù<br />
[1] In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il<br />
censimento di tutta la terra. [2] Questo primo censimento fu fatto quando era<br />
governatore della Siria Quirinio. [3] Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno<br />
nella sua città. [4] Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide,<br />
<strong>d<strong>al</strong></strong>la città di Nazaret e <strong>d<strong>al</strong></strong>la G<strong>al</strong>ilea s<strong>al</strong>ì in Giudea <strong>al</strong>la città di Davide, chiamata<br />
Betlemme, [5] per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta.<br />
[6] Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto.<br />
[7] Diede <strong>al</strong>la luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una<br />
mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'<strong>al</strong>bergo.<br />
(CCC 525) Gesù è nato nell'umiltà di una st<strong>al</strong>la, in una famiglia povera; [Lc 2,6-<br />
7] semplici pastori sono i primi testimoni dell'avvenimento. In questa povertà si<br />
manifesta la gloria del cielo [Lc 2,8-20]. La Chiesa non cessa di cantare la gloria di<br />
questa notte: La Vergine oggi dà <strong>al</strong>la luce l'Eterno e la terra offre una grotta<br />
<strong>al</strong>l'Inaccessibile. Gli angeli e i pastori a lui inneggiano e i magi, guidati <strong>d<strong>al</strong></strong>la stella,<br />
vengono ad adorarlo. Tu sei nato per noi Piccolo Bambino, Dio eterno! [San Romano il<br />
Melode, Kontakion, 10, In diem Nativitatis Christi, Prooemium].
(Lc 2, 8-14) Annunzio degli angeli ai pastori<br />
[8] C'erano in quella regione <strong>al</strong>cuni pastori che vegliavano di notte facendo<br />
la guardia <strong>al</strong> loro gregge. [9] Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la<br />
gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, [10]<br />
ma l'angelo disse loro: "Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà<br />
di tutto il popolo: [11] oggi vi è nato nella città di Davide un s<strong>al</strong>vatore, che è il<br />
Cristo Signore. [12] Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in<br />
fasce, che giace in una mangiatoia". [13] E subito apparve con l'angelo una<br />
moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva: [14] "Gloria a Dio nel<br />
più <strong>al</strong>to dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama".<br />
(CCC 333) D<strong>al</strong>l'incarnazione <strong>al</strong>l'ascensione, la vita del Verbo incarnato è<br />
circondata <strong>d<strong>al</strong></strong>l'adorazione e <strong>d<strong>al</strong></strong> servizio degli angeli. Quando Dio “introduce il<br />
Primogenito nel mondo, dice: lo adorino tutti gli angeli di Dio” (Eb 1,6). Il loro canto di<br />
lode <strong>al</strong>la nascita di Cristo non ha cessato di risuonare nella lode della Chiesa: “Gloria a<br />
Dio…” (Lc 2,14). Essi proteggono l'infanzia di Gesù [Mt 1,20; 2,13; 1,19], servono Gesù<br />
nel deserto [Mc 1,12; Mt 4,11], lo confortano durante l'agonia [Lc 22,43] quando egli<br />
avrebbe potuto da loro essere s<strong>al</strong>vato <strong>d<strong>al</strong></strong>la mano dei nemici [Mt 26,53], come un tempo<br />
Israele [2Mac 10,29-30; 2Mac 11,8]. Sono ancora gli angeli che “evangelizzano” (Lc<br />
2,10) annunziando la Buona Novella dell’incarnazione [Lc 2,8-14] e della risurrezione<br />
[Mc 16,5-7] di Cristo. Al ritorno di Cristo, che essi annunziano, [At 1,10-11] saranno là,<br />
<strong>al</strong> servizio del suo giudizio [Mt 13,41; 25,31; Lc 12,8-9 ]. (CCC 334) Allo stesso modo<br />
tutta la vita della Chiesa beneficia dell'aiuto misterioso e potente degli angeli [At 5,18-<br />
20; 8,26-29; 10,3-8; 12,6-11; 27,23-25].<br />
(Lc 2, 15-20) I pastori vanno a Betlemme<br />
[15] Appena gli angeli si furono <strong>al</strong>lontanati per tornare <strong>al</strong> cielo, i pastori<br />
dicevano fra loro: "Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il<br />
Signore ci ha fatto conoscere". [16] Andarono dunque senz'indugio e trovarono<br />
Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. [17] E dopo averlo<br />
visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. [18] Tutti quelli che<br />
udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. [19] Maria, da parte sua,<br />
serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore. [20] I pastori poi se ne<br />
tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto,<br />
com'era stato detto loro.<br />
(CCC 495) Maria, chiamata nei Vangeli “la Madre di Gesù” (Gv 2,1; 19,25) [Mt<br />
13,55], prima della nascita del Figlio suo è acclamata, sotto la mozione dello Spirito, “la<br />
Madre del mio Signore” (Lc 1,43). Infatti, colui che Maria ha concepito come uomo per<br />
opera dello Spirito Santo e che è diventato veramente suo Figlio secondo la carne, è il<br />
Figlio eterno del Padre, la seconda Persona della Santissima Trinità. La Chiesa confessa<br />
che Maria è veramente Madre di Dio [“Theotokos”] [Cf Concilio di Efeso: DS 251].<br />
(CCC 496) Fin <strong>d<strong>al</strong></strong>le prime formulazioni della fede, [DS 10-64] la Chiesa ha confessato<br />
che Gesù è stato concepito nel seno della Vergine Maria per la sola potenza dello Spirito<br />
Santo, ed ha affermato anche l'aspetto corporeo di t<strong>al</strong>e avvenimento: Gesù è stato<br />
concepito “senza seme, per opera dello Spirito Santo” [Concilio Lateranense (649): DS<br />
503]. Nel concepimento vergin<strong>al</strong>e i Padri ravvisano il segno che si tratta veramente del<br />
Figlio di Dio, il qu<strong>al</strong>e è venuto in una umanità come la nostra: Così, sant'Ignazio di
Antiochia (inizio II secolo): “Voi siete fermamente persuasi riguardo a nostro Signore<br />
che è veramente della stirpe di Davide secondo la carne [Rm 1,3], Figlio di Dio secondo<br />
la volontà e la potenza di Dio [Gv 1,13], veramente nato da una Vergine,… veramente è<br />
stato inchiodato [<strong>al</strong>la croce] per noi, nella sua carne, sotto Ponzio Pilato… Veramente ha<br />
sofferto, così come veramente è risorto” [Sant'Ignazio di Antiochia, Epistula ad<br />
Smyrnaeos, 1-2]. (CCC 497 I racconti evangelici [Mt 1,18-25; Lc 1,26-38] considerano la<br />
concezione vergin<strong>al</strong>e un'opera divina che supera ogni comprensione e ogni possibilità<br />
umana: [Lc 1,34] “Quel che è generato in lei viene <strong>d<strong>al</strong></strong>lo Spirito Santo”, dice l'angelo a<br />
Giuseppe riguardo a Maria, sua sposa (1,20). La Chiesa vede in ciò il compimento della<br />
promessa divina fatta per bocca del profeta Isaia: “Ecco, la vergine concepirà e partorirà<br />
un figlio” [Is 7,14, secondo la traduzione greca di Mt 1,23].<br />
(Lc 2, 21-28) Gesù presentato <strong>al</strong> tempio<br />
[21] Quando furon passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu<br />
messo nome Gesù, come era stato chiamato <strong>d<strong>al</strong></strong>l'angelo prima di essere<br />
concepito nel grembo della madre. [22] Quando venne il tempo della loro<br />
purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerus<strong>al</strong>emme<br />
per offrirlo <strong>al</strong> Signore, [23] come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio<br />
primogenito sarà sacro <strong>al</strong> Signore; [24] e per offrire in sacrificio una coppia di<br />
tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore. [25] Ora a<br />
Gerus<strong>al</strong>emme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio,<br />
che aspettava il conforto d'Israele; [26] lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli<br />
aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il<br />
Messia del Signore. [27] Mosso dunque <strong>d<strong>al</strong></strong>lo Spirito, si recò <strong>al</strong> tempio; e mentre i<br />
genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, [28] lo prese tra le<br />
braccia e benedisse Dio:<br />
(CCC 527) La Circoncisione di Gesù, otto giorni dopo la nascita [Lc 2,21], è<br />
segno del suo inserimento nella discendenza di Abramo, nel popolo dell'Alleanza, della<br />
sua sottomissione <strong>al</strong>la Legge [G<strong>al</strong> 4,4], della sua abilitazione <strong>al</strong> culto d'Israele <strong>al</strong> qu<strong>al</strong>e<br />
parteciperà durante tutta la vita. Questo segno è prefigurazione della “circoncisione di<br />
Cristo” che è il Battesimo [Col 2,11-13]. (CCC 423) Noi crediamo e professiamo che<br />
Gesù di Nazaret, nato ebreo da una figlia d'Israele, a Betlemme, <strong>al</strong> tempo del re Erode il<br />
Grande e dell'imperatore Cesare Augusto, di mestiere carpentiere, morto crocifisso a<br />
Gerus<strong>al</strong>emme, sotto il procuratore Ponzio Pilato, mentre regnava l'imperatore Tiberio, è il<br />
Figlio eterno di Dio fatto uomo, il qu<strong>al</strong>e è “venuto da Dio” (Gv 13,3), “disceso <strong>d<strong>al</strong></strong><br />
cielo” (Gv 3,13; 6,33), “venuto nella carne” (1Gv 4,2); infatti “il Verbo si fece carne e<br />
venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito<br />
<strong>d<strong>al</strong></strong> Padre, pieno di grazia e di verità... D<strong>al</strong>la sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e<br />
grazia su grazia” (Gv 1,14; 1,16).<br />
(Lc 2, 29-38) Profezie di Simeone e Anna<br />
[29] “Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua<br />
parola; [30] perché i miei occhi han visto la tua s<strong>al</strong>vezza, [31] preparata da te<br />
davanti a tutti i popoli, [32] luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo<br />
Israele”. [33] Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano<br />
di lui. [34] Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: “Egli è qui per la<br />
rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione [35] perché
siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima”.<br />
[36] C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era<br />
molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni <strong>d<strong>al</strong></strong> tempo in cui era<br />
ragazza, [37] era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si<br />
<strong>al</strong>lontanava mai <strong>d<strong>al</strong></strong> tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere.<br />
[38] Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del<br />
bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerus<strong>al</strong>emme.<br />
(CCC 529) La Presentazione di Gesù <strong>al</strong> Tempio [Lc 2,22-39] lo mostra come il<br />
Primogenito che appartiene <strong>al</strong> Signore [Es 13,12-13]. In Simeone e Anna è tutta l'attesa<br />
di Israele che viene <strong>al</strong>l' Incontro con il suo S<strong>al</strong>vatore (la tradizione bizantina chiama<br />
così questo avvenimento). Gesù è riconosciuto come il Messia tanto a lungo atteso, “luce<br />
delle genti” e “gloria di Israele”, ma anche come “segno di contraddizione”. La spada di<br />
dolore predetta a Maria annunzia l'<strong>al</strong>tra offerta, perfetta e unica, quella della croce, la<br />
qu<strong>al</strong>e darà la s<strong>al</strong>vezza “preparata da Dio davanti a tutti i popoli”. (CCC 711 “Ecco,<br />
faccio una cosa nuova” (Is 43,19). Cominciano a delinearsi due linee profetiche, fondate<br />
l'una sull'attesa del Messia, l'<strong>al</strong>tra sull'annunzio di uno Spirito nuovo; esse convergono<br />
sul piccolo “resto”, il popolo dei poveri [Sof 2,3], che attende nella speranza il “conforto<br />
d'Israele” e la “redenzione di Gerus<strong>al</strong>emme” (Lc 2,25.38).<br />
(Lc 2, 39-40) Ritorno a Nazaret<br />
[39] Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero<br />
ritorno in G<strong>al</strong>ilea, <strong>al</strong>la loro città di Nazaret. [40] Il bambino cresceva e si<br />
fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui.<br />
(CCC 514) Non compaiono nei Vangeli molte cose che interessano la curiosità<br />
umana a riguardo di Gesù. Quasi niente vi si dice della sua vita a Nazaret, e anche di una<br />
notevole parte della sua vita pubblica non si fa parola [Gv 20,30]. Ciò che è contenuto nei<br />
Vangeli, è stato scritto “perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché,<br />
credendo, abbiate la vita nel suo Nome” (Gv 20,31). (CCC 531) Durante la maggior<br />
parte della sua vita, Gesù ha condiviso la condizione della stragrande maggioranza degli<br />
uomini: un'esistenza quotidiana senza apparente grandezza, vita di lavoro manu<strong>al</strong>e, vita<br />
religiosa giudaica sottomessa <strong>al</strong>la Legge di Dio [G<strong>al</strong> 4,4], vita nella comunità. Riguardo a<br />
tutto questo periodo ci è rivelato che Gesù era “sottomesso” ai suoi genitori e che<br />
“cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini” (Lc 2,51-52).<br />
(Lc 2, 41-52) Gesù a Gerus<strong>al</strong>emme<br />
[41] I suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerus<strong>al</strong>emme per la festa di<br />
Pasqua. [42] Quando egli ebbe dodici anni, vi s<strong>al</strong>irono di nuovo secondo<br />
l'usanza; [43] ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del<br />
ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerus<strong>al</strong>emme, senza che i genitori se ne<br />
accorgessero. [44] Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e<br />
poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; [45] non avendolo trovato,<br />
tornarono in cerca di lui a Gerus<strong>al</strong>emme. [46] Dopo tre giorni lo trovarono nel<br />
tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. [47] E tutti<br />
quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue<br />
risposte. [48] Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: "Figlio, perché ci<br />
hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo". [49] Ed egli<br />
rispose: "Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose
del Padre mio?". [50] Ma essi non compresero le sue parole. [51] Partì dunque<br />
con loro e tornò a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte<br />
queste cose nel suo cuore. [52] E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia<br />
davanti a Dio e agli uomini.<br />
(CCC 583) Gesù, come prima di lui i profeti, ha manifestato per il Tempio di<br />
Gerus<strong>al</strong>emme il più profondo rispetto. Vi è stato presentato da Giuseppe e Maria quaranta<br />
giorni dopo la nascita (Lc 2,22-39). All'età di dodici anni decide di rimanere nel Tempio,<br />
per ricordare ai suoi genitori che egli deve occuparsi delle cose del Padre suo [Lc 2,46-<br />
49]. Vi è s<strong>al</strong>ito ogni anno, <strong>al</strong>meno per la Pasqua, durante la sua vita nascosta [Lc 2,41]; lo<br />
stesso suo ministero pubblico è stato ritmato dai suoi pellegrinaggi a Gerus<strong>al</strong>emme per le<br />
grandi feste giudaiche [Gv 2,13-14; 5,1; 2,14; 7,1; 2,10; 2,14; 8,2; 10,22-23]. (CCC 534)<br />
Il ritrovamento di Gesù nel Tempio [Lc 2,41-52] è il solo avvenimento che rompe il<br />
silenzio dei Vangeli sugli anni nascosti di Gesù. Gesù vi lascia intravvedere il mistero<br />
della sua tot<strong>al</strong>e consacrazione a una missione che deriva <strong>d<strong>al</strong></strong>la sua filiazione divina:<br />
“Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?” (Lc 2,49). Maria e<br />
Giuseppe “non compresero” queste parole, ma le accolsero nella fede, e Maria “serbava<br />
tutte queste cose nel suo cuore” (Lc 2,51) nel corso degli anni in cui Gesù rimase<br />
nascosto nel silenzio di una vita ordinaria. (CCC 532) Nella sottomissione di Gesù a sua<br />
madre e <strong>al</strong> suo padre leg<strong>al</strong>e si re<strong>al</strong>izza l'osservanza perfetta del quarto comandamento.<br />
T<strong>al</strong>e sottomissione è l'immagine nel tempo della obbedienza fili<strong>al</strong>e <strong>al</strong> suo Padre celeste.<br />
La quotidiana sottomissione di Gesù a Giuseppe e a Maria annunziava e anticipava la<br />
sottomissione del Giovedì Santo: “Non… la mia volontà” (Lc 22,42). L'obbedienza di<br />
Cristo nel quotidiano della vita nascosta inaugurava già l'opera di restaurazione di ciò che<br />
la disobbedienza di Adamo aveva distrutto [Rm 5,19].<br />
<strong>Luca</strong> 3<br />
(Lc 3, 1-6) Vocazione profetica del Battista<br />
[1] Nell’anno decimoquinto dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio<br />
Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della G<strong>al</strong>ilea, e Filippo, suo<br />
fratello, tetrarca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell’Abilène, [2]<br />
sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio scese su Giovanni, figlio di<br />
Zaccaria, nel deserto. [3] Ed egli percorse tutta la regione del Giordano,<br />
predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, [4] com’è<br />
scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia: Voce di uno che grida nel deserto:<br />
preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! [5] Ogni burrone sia<br />
riempito, ogni monte e ogni colle sia abbassato; i passi tortuosi siano diritti; i<br />
luoghi impervi spianati. [6] Ogni uomo vedrà la s<strong>al</strong>vezza di Dio!<br />
(CCC 717) “Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni” (Gv<br />
1,6). Giovanni è “pieno di Spirito Santo fin <strong>d<strong>al</strong></strong> seno di sua madre” (Lc 1,15; 1,41) per<br />
opera dello stesso Cristo che la Vergine Maria aveva da poco concepito per opera dello<br />
Spirito Santo. La “visitazione” di Maria ad Elisabetta diventa così visita di Dio <strong>al</strong> suo<br />
popolo [Lc 1,68]. (CCC 718) Giovanni è “quell'Elia che deve venire” (Mt 17,10-13); il<br />
fuoco dello Spirito abita in lui e lo fa “correre avanti” [come “precursore”] <strong>al</strong> Signore<br />
che viene. In Giovanni il Precursore, lo Spirito Santo termina di “preparare <strong>al</strong> Signore un<br />
popolo ben disposto” (Lc 1,17).
(Lc 3, 7-9) Minaccia del giudizio<br />
[7] Diceva dunque <strong>al</strong>le folle che andavano a farsi battezzare da lui: “Razza<br />
di vipere, chi vi ha insegnato a sfuggire <strong>al</strong>l’ira imminente? [8] Fate dunque opere<br />
degne della conversione e non cominciate a dire in voi stessi: Abbiamo Abramo<br />
per padre! Perché io vi dico che Dio può far nascere figli ad Abramo anche da<br />
queste pietre. [9] Anzi, la scure è già posta <strong>al</strong>la radice degli <strong>al</strong>beri; ogni <strong>al</strong>bero<br />
che non porta buon frutto, sarà tagliato e buttato nel fuoco”.<br />
(CCC 720) Infine, con Giovanni Battista lo Spirito Santo inaugura,<br />
prefigurandolo, ciò che re<strong>al</strong>izzerà con Cristo e in Cristo: ridonare <strong>al</strong>l'uomo “la<br />
somiglianza” divina. Il battesimo di Giovanni era per la conversione, quello nell'acqua e<br />
nello Spirito sarà una nuova nascita [Gv 3,5]. (CCC 208) Di fronte <strong>al</strong>la presenza<br />
affascinante e misteriosa di Dio, l'uomo scopre la propria piccolezza. Davanti <strong>al</strong> roveto<br />
ardente, Mosè si toglie i san<strong>d<strong>al</strong></strong>i e si vela il viso [Es 3,5-6] <strong>al</strong> cospetto della Santità divina.<br />
Davanti <strong>al</strong>la Gloria del Dio tre volte santo, Isaia esclama: “Ohimè! Io sono perduto,<br />
perché un uomo <strong>d<strong>al</strong></strong>le labbra impure io sono” (Is 6,5). Davanti ai segni divini che Gesù<br />
compie, Pietro esclama: “Signore, <strong>al</strong>lontanati da me che sono un peccatore” (Lc 5,8). Ma<br />
poiché Dio è santo, può perdonare <strong>al</strong>l'uomo che davanti a lui si riconosce peccatore:<br />
“Non darò sfogo <strong>al</strong>l'ardore della mia ira. . . perché sono Dio e non uomo, sono il Santo<br />
in mezzo a te” (Os 11,9). Anche l'apostolo Giovanni dirà: “Davanti a lui rassicureremo il<br />
nostro cuore, qu<strong>al</strong>unque cosa esso ci rimproveri. Dio è più grande del nostro cuore e<br />
conosce ogni cosa” (1Gv 3,19-20).<br />
(Lc 3, 10-14) I frutti della conversione<br />
[10] Le folle lo interrogavano: "Che cosa dobbiamo fare?". [11]<br />
Rispondeva: "Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da<br />
mangiare, faccia <strong>al</strong>trettanto". [12] Vennero anche dei pubblicani a farsi<br />
battezzare, e gli chiesero: "Maestro, che dobbiamo fare?". [13] Ed egli disse loro:<br />
"Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato". [14] Lo interrogavano anche<br />
<strong>al</strong>cuni soldati: "E noi che dobbiamo fare?". Rispose: "Non m<strong>al</strong>trattate e non<br />
estorcete niente a nessuno, contentatevi delle vostre paghe".<br />
(CCC 827) “Mentre Cristo "santo, innocente, immacolato", non conobbe il<br />
peccato, ma venne <strong>al</strong>lo scopo di espiare i soli peccati del popolo, la Chiesa che<br />
comprende nel suo seno i peccatori, santa e insieme sempre bisognosa di purificazione,<br />
incessantemente si applica <strong>al</strong>la penitenza e <strong>al</strong> suo rinnovamento” [Lumen gentium, 8;<br />
Unitatis redintegratio, 3; 6]. Tutti i membri della Chiesa, compresi i suoi ministri, devono<br />
riconoscersi peccatori [1Gv 1,8-10]. In tutti, sino <strong>al</strong>la fine dei tempi, la zizzania del<br />
peccato si trova ancora mescolata <strong>al</strong> buon grano del Vangelo [Mt 13,24-30]. La Chiesa<br />
raduna dunque dei peccatori raggiunti <strong>d<strong>al</strong></strong>la s<strong>al</strong>vezza di Cristo, ma sempre in via di<br />
santificazione: “La Chiesa è santa, pur comprendendo nel suo seno dei peccatori,<br />
giacché essa non possiede <strong>al</strong>tra vita se non quella della grazia: appunto vivendo della<br />
sua vita, i suoi membri si santificano, come, sottraendosi <strong>al</strong>la sua vita, cadono nei peccati<br />
e nei disordini, che impediscono l'irradiazione della sua santità. Perciò la Chiesa soffre e<br />
fa penitenza per t<strong>al</strong>i peccati, da cui per<strong>al</strong>tro ha il potere di guarire i suoi figli con il sangue<br />
di Cristo e il dono dello Spirito Santo” [Paolo VI, Credo del popolo di Dio, 19]. (CCC<br />
853 Ma “anche in questo nostro tempo sa bene la Chiesa quanto distanti siano tra loro<br />
il messaggio ch'essa reca e l'umana debolezza di coloro cui è affidato il Vangelo”
[Gaudium et spes, 43]. Solo applicandosi incessantemente “<strong>al</strong>la penitenza e <strong>al</strong><br />
rinnovamento” [Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 8; cf 15] e “camminando per<br />
l'angusta via della croce” [Concilio Vaticano II, Ad gentes, 1], il Popolo di Dio può<br />
estendere il regno di Cristo [Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptoris missio, 12-20].<br />
Infatti, “come Cristo ha compiuto la sua opera di Redenzione attraverso la povertà e le<br />
persecuzioni, così pure la Chiesa è chiamata a prendere la stessa via per comunicare<br />
agli uomini i frutti della s<strong>al</strong>vezza” [Lumen gentium, 8].<br />
(Lc 3, 15-18) Annunzio di Colui che viene<br />
[15] Poiché il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro,<br />
riguardo a Giovanni, se non fosse lui il Cristo, [16] Giovanni rispose a tutti<br />
dicendo: "Io vi battezzo con acqua; ma viene uno che è più forte di me, <strong>al</strong> qu<strong>al</strong>e<br />
io non son degno di sciogliere neppure il legaccio dei san<strong>d<strong>al</strong></strong>i: costui vi battezzerà<br />
in Spirito Santo e fuoco. [17] Egli ha in mano il ventilabro per ripulire la sua aia e<br />
per raccogliere il frumento nel granaio; ma la pula, la brucerà con fuoco<br />
inestinguibile". [18] Con molte <strong>al</strong>tre esortazioni annunziava <strong>al</strong> popolo la buona<br />
novella.<br />
(CCC 719) Giovanni è “più che un profeta” (Lc 7,26). In lui lo Spirito Santo<br />
termina di “parlare per mezzo dei profeti”. Giovanni chiude il ciclo dei profeti inaugurato<br />
da Elia [Mt 11,13-14]. Egli annunzia che la Consolazione di Israele è prossima; è la<br />
“voce” del Consolatore che viene (Gv 1,23) [Is 40,1-3]. Come farà lo Spirito di verità,<br />
egli viene “come testimone per rendere testimonianza <strong>al</strong>la Luce” (Gv 1,7) [Gv 15,26;<br />
5,33]. In Giovanni, lo Spirito compie così le indagini dei profeti e il desiderio degli<br />
angeli: [1Pt 1,10-12] “L'uomo sul qu<strong>al</strong>e vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che<br />
battezza in Spirito Santo. E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di<br />
Dio. . . Ecco l'Agnello di Dio” (Gv 1,33-36).<br />
(Lc 3, 19-20) Erode imprigiona Giovanni Battista<br />
[19] Ma il tetrarca Erode, biasimato da lui a causa di Erodìade, moglie di<br />
suo fratello, e per tutte le scelleratezze che aveva commesso, [20] aggiunse <strong>al</strong>le<br />
<strong>al</strong>tre anche questa: fece rinchiudere Giovanni in prigione.<br />
(CCC 524) La Chiesa, celebrando ogni anno la Liturgia dell'Avvento, attu<strong>al</strong>izza<br />
questa attesa del Messia: mettendosi in comunione con la lunga preparazione della prima<br />
venuta del S<strong>al</strong>vatore, i fedeli ravvivano l'ardente desiderio della sua seconda venuta [Ap<br />
22,17]. Con la celebrazione della nascita e del martirio del Precursore, la Chiesa si<br />
unisce <strong>al</strong> suo desiderio: “egli deve crescere e io invece diminuire” (Gv 3,30). (CCC<br />
2473) Il martirio è la suprema testimonianza resa <strong>al</strong>la verità della fede; il martire è un<br />
testimone che arriva fino <strong>al</strong>la morte. Egli rende testimonianza a Cristo, morto e risorto, <strong>al</strong><br />
qu<strong>al</strong>e è unito <strong>d<strong>al</strong></strong>la carità. Rende testimonianza <strong>al</strong>la verità della fede e della dottrina<br />
cristiana. Affronta la morte con un atto di fortezza. “Lasciate che diventi pasto delle<br />
belve. Solo così mi sarà concesso di raggiungere Dio” [Sant'Ignazio di Antiochia,<br />
Epistula ad Romanos, 4,1]. (CCC 2506) Il cristiano non deve vergognarsi “della<br />
testimonianza da rendere <strong>al</strong> Signore” (2Tm 1,8) in atti e parole. Il martirio è la suprema<br />
testimonianza resa <strong>al</strong>la verità della fede.<br />
(Lc 3, 21-22) Battesimo di Gesù<br />
[21] Quando tutto il popolo fu battezzato e mentre Gesù, ricevuto anche lui<br />
il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì [22] e scese su di lui lo Spirito
Santo in apparenza corporea, come di colomba, e vi fu una voce <strong>d<strong>al</strong></strong> cielo: "Tu<br />
sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto".<br />
(CCC 444) I Vangeli riferiscono in due momenti solenni, il Battesimo e la<br />
Trasfigurazione di Cristo, la voce del Padre che lo designa come il suo “Figlio prediletto”<br />
[Mt 3,17; 17,5]. Gesù presenta se stesso come “il Figlio unigenito di Dio” (Gv 3,16) e<br />
con t<strong>al</strong>e titolo afferma la sua preesistenza eterna [Gv 10,36]. Egli chiede la fede “nel<br />
Nome del Figlio unigenito di Dio” (Gv 3,18). Questa confessione cristiana appare già<br />
nell'esclamazione del centurione davanti a Gesù in croce: “Veramente quest'uomo era il<br />
Figlio di Dio” (Mc 15,39); infatti soltanto nel Mistero pasqu<strong>al</strong>e il credente può dare <strong>al</strong><br />
titolo “Figlio di Dio” il suo pieno significato. (CCC 536) Il battesimo di Gesù è, da parte<br />
di lui, l'accettazione e l'inaugurazione della sua missione di Servo sofferente. Egli si<br />
lascia annoverare tra i peccatori [Is 53,12]; è già “l'Agnello di Dio che toglie il peccato<br />
del mondo” (Gv 1,29); già anticipa il “battesimo” della sua morte cruenta [Mc 10,38; Lc<br />
12,50]. Già viene ad adempiere “ogni giustizia” (Mt 3,15), cioè si sottomette tot<strong>al</strong>mente<br />
<strong>al</strong>la volontà del Padre suo: accetta per amore il battesimo di morte per la remissione dei<br />
nostri peccati [Mt 26,39]. A t<strong>al</strong>e accettazione risponde la voce del Padre che nel Figlio<br />
suo si compiace [Lc 3,22; Is 42,1]. Lo Spirito, che Gesù possiede in pienezza fin <strong>d<strong>al</strong></strong> suo<br />
concepimento, si posa e rimane su di lui [Gv 1,32-33; Is 11,2]. Egli ne sarà la sorgente<br />
per tutta l'umanità. Al suo battesimo, “si aprirono i cieli” (Mt 3,16) che il peccato di<br />
Adamo aveva chiuso; e le acque sono santificate <strong>d<strong>al</strong></strong>la discesa di Gesù e dello Spirito,<br />
preludio della nuova creazione.<br />
(Lc 3, 23-38) Gene<strong>al</strong>ogia di Gesù<br />
[23] Gesù quando incominciò il suo ministero aveva circa trent'anni ed era<br />
figlio, come si credeva, di Giuseppe, figlio di Eli, [24] figlio di Mattàt, figlio di Levi,<br />
figlio di Melchi, figlio di Innài, figlio di Giuseppe, [25] figlio di Mattatìa, figlio di<br />
Amos, figlio di Naum, figlio di Esli, figlio di Naggài, [26] figlio di Maat, figlio di<br />
Mattatìa, figlio di Semèin, figlio di Iosek, figlio di Ioda, [27] figlio di Ioanan, figlio di<br />
Resa, figlio di Zorobabèle, figlio di S<strong>al</strong>atiel, figlio di Neri, [28] figlio di Melchi, figlio<br />
di Addi, figlio di Cosam, figlio di Elmadàm, figlio di Er, [29] figlio di Gesù, figlio di<br />
Elièzer, figlio di Iorim, figlio di Mattàt, figlio di Levi, [30] figlio di Simeone, figlio di<br />
Giuda, figlio di Giuseppe, figlio di Ionam, figlio di Eliacim, [31] figlio di Melèa, figlio<br />
di Menna, figlio di Mattatà, figlio di Natàm, figlio di Davide, [32] figlio di Iesse,<br />
figlio di Obed, figlio di Booz, figlio di S<strong>al</strong>a, figlio di Naàsson, [33] figlio di<br />
Aminadàb, figlio di Admin, figlio di Arni, figlio di Esrom, figlio di Fares, figlio di<br />
Giuda, [34] figlio di Giacobbe, figlio di Isacco, figlio di Abramo, figlio di Tare, figlio<br />
di Nacor, [35] figlio di Seruk, figlio di Ragau, figlio di F<strong>al</strong>ek, figlio di Eber, figlio di<br />
S<strong>al</strong>a, [36] figlio di Cainam, figlio di Arfàcsad, figlio di Sem, figlio di Noè, figlio di<br />
Lamech, [37] figlio di Matus<strong>al</strong>emme, figlio di Enoch, figlio di Iaret, figlio di M<strong>al</strong>leèl,<br />
figlio di Cainam, [38] figlio di Enos, figlio di Set, figlio di Adamo, figlio di Dio.<br />
(CCC 417) Adamo ed Eva <strong>al</strong>la loro discendenza hanno trasmesso la natura umana<br />
ferita <strong>d<strong>al</strong></strong> loro primo peccato, privata, quindi, della santità e della giustizia origin<strong>al</strong>i.<br />
Questa privazione è chiamata “peccato origin<strong>al</strong>e”. (CCC 72) Dio ha eletto Abramo ed<br />
ha concluso una Alleanza con lui e la sua discendenza. Ne ha fatto il suo popolo <strong>al</strong> qu<strong>al</strong>e<br />
ha rivelato la sua Legge per mezzo di Mosè. Lo ha preparato, per mezzo dei profeti, ad<br />
accogliere la s<strong>al</strong>vezza destinata a tutta l'umanità. (CCC 706) Contro ogni speranza
umana, Dio promette ad Abramo una discendenza, come frutto della fede e della<br />
potenza dello Spirito Santo [Gen 18,1-15; Lc 1,26-38; Lc 1,54-55; Gv 1,12-13; Rm 4,16-<br />
21]. In essa saranno benedetti tutti i popoli della terra [Gen 12,3]. Questa discendenza<br />
sarà Cristo [G<strong>al</strong> 3,16], nel qu<strong>al</strong>e l'effusione dello Spirito Santo riunirà “insieme i figli di<br />
Dio che erano dispersi” (Gv 11,52). Impegnandosi con giuramento [Lc 1,73], Dio si<br />
impegna già <strong>al</strong> dono del suo Figlio Prediletto [Gen 22,17-19; Rm 8,32; 706 Gv 3,16 ] e<br />
<strong>al</strong> dono “dello Spirito Santo che era stato promesso… in attesa della completa redenzione<br />
di coloro che Dio si è acquistato” (Ef 1,13-14) [G<strong>al</strong> 3,14]. (CCC 60) Il popolo<br />
discendente da Abramo sarà il depositario della promessa fatta ai patriarchi, il popolo<br />
della elezione [Rm 11,28], chiamato a preparare la ricomposizione, un giorno, nell'unità<br />
della Chiesa, di tutti i figli di Dio [Gv 11,52; 10,16 ]; questo popolo sarà la radice su cui<br />
verranno innestati i pagani diventati credenti [Rm 11,17-18; 11,24].<br />
<strong>Luca</strong> 4<br />
(Lc 4, 1-13) Gesù tentato nel deserto<br />
[1] Gesù, pieno di Spirito Santo, si <strong>al</strong>lontanò <strong>d<strong>al</strong></strong> Giordano e fu condotto<br />
<strong>d<strong>al</strong></strong>lo Spirito nel deserto [2] dove, per quaranta giorni, fu tentato <strong>d<strong>al</strong></strong> diavolo. Non<br />
mangiò nulla in quei giorni; ma quando furono terminati ebbe fame. [3] Allora il<br />
diavolo gli disse: "Se tu sei Figlio di Dio, dì a questa pietra che diventi pane". [4]<br />
Gesù gli rispose: "Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo". [5] Il diavolo lo<br />
condusse in <strong>al</strong>to e, mostrandogli in un istante tutti i regni della terra, gli disse: [6]<br />
"Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni, perché è stata messa<br />
nelle mie mani e io la do a chi voglio. [7] Se ti prostri dinanzi a me tutto sarà tuo".<br />
[8] Gesù gli rispose: "Sta scritto: Solo <strong>al</strong> Signore Dio tuo ti prostrerai, lui solo<br />
adorerai". [9] Lo condusse a Gerus<strong>al</strong>emme, lo pose sul pinnacolo del tempio e<br />
gli disse: "Se tu sei Figlio di Dio, buttati giù; [10] sta scritto infatti: Ai suoi angeli<br />
darà ordine per te, perché essi ti custodiscano; [11] e anche: essi ti sosterranno<br />
con le mani, perché il tuo piede non inciampi in una pietra". [12] Gesù gli rispose:<br />
"È stato detto: Non tenterai il Signore Dio tuo". [13] Dopo aver esaurito ogni<br />
specie di tentazione, il diavolo si <strong>al</strong>lontanò da lui per ritornare <strong>al</strong> tempo fissato.<br />
(CCC 538) I Vangeli parlano di un tempo di solitudine di Gesù nel deserto,<br />
immediatamente dopo che ebbe ricevuto il battesimo da Giovanni: “Sospinto” <strong>d<strong>al</strong></strong>lo<br />
Spirito nel deserto, Gesù vi rimane quaranta giorni digiunando; sta con le fiere e gli<br />
angeli lo servono [Mc 1,12-13]. Terminato questo periodo, Satana lo tenta tre volte<br />
cercando di mettere <strong>al</strong>la prova la sua disposizione fili<strong>al</strong>e verso Dio. Gesù respinge t<strong>al</strong>i<br />
ass<strong>al</strong>ti che ricapitolano le tentazioni di Adamo nel Paradiso e quelle d'Israele nel<br />
deserto, e il diavolo si <strong>al</strong>lontana da lui “per ritornare <strong>al</strong> tempo fissato” (Lc 4,13). (CCC<br />
539) Gli evangelisti rilevano il senso s<strong>al</strong>vifico di questo misterioso avvenimento. Gesù è<br />
il nuovo Adamo, rimasto fedele mentre il primo ha ceduto <strong>al</strong>la tentazione. Gesù compie<br />
perfettamente la vocazione d'Israele: contrariamente a coloro che in passato provocarono<br />
Dio durante i quaranta anni nel deserto [S<strong>al</strong> 95,10 ], Cristo si rivela come il Servo di Dio<br />
obbediente in tutto <strong>al</strong>la divina volontà. Così Gesù è vincitore del diavolo: egli ha “legato<br />
l'uomo forte” per riprendergli il suo bottino [Mc 3,27]. La vittoria di Gesù sul tentatore<br />
nel deserto anticipa la vittoria della passione, suprema obbedienza del suo amore fili<strong>al</strong>e<br />
per il Padre. (CCC 2096) Della virtù della religione, l'adorazione è l'atto princip<strong>al</strong>e.
Adorare Dio, è riconoscerlo come Dio, come il Creatore e il S<strong>al</strong>vatore, il Signore e il<br />
Padrone di tutto ciò che esiste, l'Amore infinito e misericordioso. “Solo <strong>al</strong> Signore Dio<br />
tuo ti prostrerai, lui solo adorerai” (Lc 4,8), dice Gesù, citando il Deuteronomio [Dt 6,13].<br />
(Lc 4, 14-15) Gesù inizia l’attività in G<strong>al</strong>ilea<br />
[14] Gesù ritornò in G<strong>al</strong>ilea con la potenza dello Spirito Santo e la sua<br />
fama si diffuse in tutta la regione. [15] Insegnava nelle loro sinagoghe e tutti ne<br />
facevano grandi lodi.<br />
(CCC 541) “Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella G<strong>al</strong>ilea<br />
predicando il Vangelo di Dio e diceva: "Il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino:<br />
convertitevi e credete <strong>al</strong> Vangelo"” (Mc 1,15). “Cristo, per adempiere la volontà del<br />
Padre, ha inaugurato in terra il Regno dei cieli” [Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 3].<br />
Ora, la volontà del Padre è di “elevare gli uomini <strong>al</strong>la partecipazione della vita divina”<br />
[Ib.]. Lo fa radunando gli uomini attorno <strong>al</strong> Figlio suo, Gesù Cristo. Questa assemblea è<br />
la Chiesa, la qu<strong>al</strong>e in terra costituisce “il germe e l'inizio” del Regno di Dio [Ib., 5].<br />
(Lc 4, 16-30) Gesù: incredulità a Nazaret<br />
[16] Si recò a Nazaret, dove era stato <strong>al</strong>levato; ed entrò, secondo il suo<br />
solito, di sabato nella sinagoga e si <strong>al</strong>zò a leggere. [17] Gli fu dato il rotolo del<br />
profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: [18] Lo Spirito del Signore<br />
è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato<br />
per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la<br />
liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, [19] e<br />
predicare un anno di grazia del Signore. [20] Poi arrotolò il volume, lo consegnò<br />
<strong>al</strong>l'inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui.<br />
[21] Allora cominciò a dire: "Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete<br />
udita con i vostri orecchi". [22] Tutti gli rendevano testimonianza ed erano<br />
meravigliati delle parole di grazia che uscivano <strong>d<strong>al</strong></strong>la sua bocca e dicevano: "Non<br />
è il figlio di Giuseppe?". [23] Ma egli rispose: "Di certo voi mi citerete il proverbio:<br />
Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, fàllo<br />
anche qui, nella tua patria!". [24] Poi aggiunse: "Nessun profeta è bene accetto in<br />
patria. [25] Vi dico anche: c'erano molte vedove in Israele <strong>al</strong> tempo di Elia,<br />
quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in<br />
tutto il paese; [26] ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova<br />
in Sarepta di Sidone. [27] C'erano molti lebbrosi in Israele <strong>al</strong> tempo del profeta<br />
Eliseo, ma nessuno di loro fu risanato se non Naaman, il Siro". [28] All'udire<br />
queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno; [29] si levarono, lo<br />
cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul qu<strong>al</strong>e la<br />
loro città era situata, per gettarlo giù <strong>d<strong>al</strong></strong> precipizio. [30] Ma egli, passando in<br />
mezzo a loro, se ne andò.<br />
(CCC 690) Gesù è Cristo, “unto”, perché lo Spirito ne è l'Unzione e tutto ciò che<br />
avviene a partire <strong>d<strong>al</strong></strong>l'Incarnazione sgorga da questa pienezza [Gv 3,34]. Infine, quando<br />
Cristo è glorificato, [Gv 7,39] può, a sua volta, <strong>d<strong>al</strong></strong> Padre, inviare lo Spirito a coloro che<br />
credono in lui: comunica loro la sua Gloria [Gv 17,22], cioè lo Spirito Santo che lo<br />
glorifica [Gv 16,14]. La missione congiunta si dispiegherà da <strong>al</strong>lora in poi nei figli<br />
adottati <strong>d<strong>al</strong></strong> Padre nel Corpo del suo Figlio: la missione dello Spirito di adozione sarà di<br />
unirli a Cristo e di farli vivere in lui: “La nozione di unzione suggerisce. . . che non c'è
<strong>al</strong>cuna distanza tra il Figlio e lo Spirito. Infatti, come tra la superficie del corpo e<br />
l'unzione dell'olio né la ragione né la sensazione conoscono intermediari, così è<br />
immediato il contatto del Figlio con lo Spirito; di conseguenza colui che sta per entrare in<br />
contatto con il Figlio mediante la fede, deve necessariamente dapprima entrare in contatto<br />
con l'olio. Nessuna parte infatti è priva dello Spirito Santo. Ecco perché la confessione<br />
della Signoria del Figlio avviene nello Spirito Santo per coloro che la ricevono, dato che<br />
lo Spirito Santo viene da ogni parte incontro a coloro che si approssimano per la fede”<br />
[San Gregorio di Nissa, Adversus Macedonianos de Spiritu Sancto, 161: PG 45, 1321].<br />
(CCC 1286) Nell'Antico Testamento, i profeti hanno annunziato che lo Spirito del<br />
Signore si sarebbe posato sul Messia atteso [Is 11,2] in vista della sua missione s<strong>al</strong>vifica<br />
[Lc 4,16-22; Is 61,1]. La discesa dello Spirito Santo su Gesù, <strong>al</strong> momento del suo<br />
Battesimo da parte di Giovanni, costituì il segno che era lui che doveva venire, che egli<br />
era il Messia, il Figlio di Dio [Mt 3,13-17; Gv 1,33-34]. Concepito per opera dello<br />
Spirito Santo, tutta la sua vita e la sua missione si svolgono in una tot<strong>al</strong>e comunione con<br />
lo Spirito Santo che il Padre gli dà “senza misura” (Gv 3,34). (CCC 2610) Come Gesù<br />
prega il Padre e rende grazie prima di ricevere i suoi doni, così egli ci insegna questa<br />
audacia fili<strong>al</strong>e: “Tutto quello che domandate nella preghiera,abbiate fede di averlo<br />
ottenuto”(Mc 11,24). T<strong>al</strong>e è la forza della preghiera: “Tutto è possibile per chi crede”<br />
(Mc 9,23), con una fede che non dubita [Mt 21,21]. Quanto Gesù è rattristato <strong>d<strong>al</strong></strong>la<br />
“incredulità” (Mc 6,6) dei discepoli e <strong>d<strong>al</strong></strong>la “poca fede” (Mt 8,26) dei suoi compaesani,<br />
tanto si mostra pieno di ammirazione davanti <strong>al</strong>la fede davvero grande del centurione<br />
romano [Mt 8,10] e della cananea [Mt 15,28].<br />
(Lc 4, 31-37) Guarisce indemoniato a Cafarnao<br />
[31] Poi discese a Cafarnao, una città della G<strong>al</strong>ilea, e <strong>al</strong> sabato<br />
ammaestrava la gente. [32] Rimanevano colpiti <strong>d<strong>al</strong></strong> suo insegnamento, perché<br />
parlava con autorità. [33] Nella sinagoga c'era un uomo con un demonio<br />
immondo e cominciò a gridare forte: [34] "Basta! Che abbiamo a che fare con te,<br />
Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? So bene chi sei: il Santo di Dio!". [35]<br />
Gesù gli intimò: "Taci, esci da costui!". E il demonio, gettatolo a terra in mezzo<br />
<strong>al</strong>la gente, uscì da lui, senza fargli <strong>al</strong>cun m<strong>al</strong>e. [36] Tutti furono presi da paura e<br />
si dicevano l'un l'<strong>al</strong>tro: "Che parola è mai questa, che comanda con autorità e<br />
potenza agli spiriti immondi ed essi se ne vanno?". [37] E si diffondeva la fama di<br />
lui in tutta la regione.<br />
(CCC 561) “Tutta la vita di Cristo fu un insegnamento continuo: i suoi silenzi, i<br />
suoi miracoli, i suoi gesti, la sua preghiera, il suo amore per l'uomo, la sua predilezione<br />
per i piccoli e per i poveri, l'accettazione del sacrificio tot<strong>al</strong>e sulla croce per la redenzione<br />
del mondo, la sua risurrezione sono l'attuazione della sua Parola e il compimento della<br />
Rivelazione” [Giovanni Paolo II, Esort. ap. Catechesi tradendae, 9]. (CCC 550) La<br />
venuta del Regno di Dio è la sconfitta del regno di Satana [Mt 12,26]: “Se io scaccio i<br />
demoni per virtù dello Spirito di Dio, è certo giunto fra voi il Regno di Dio” (Mt 12,28).<br />
Gli esorcismi di Gesù liberano <strong>al</strong>cuni uomini <strong>d<strong>al</strong></strong> tormento dei demoni [Lc 8,26-39].<br />
Anticipano la grande vittoria di Gesù sul “principe di questo mondo” (Gv 12,31). Il<br />
Regno di Dio sarà definitiva mente stabilito per mezzo della croce di Cristo: “Regnavit a<br />
ligno Deus” (Dio regnò <strong>d<strong>al</strong></strong>la croce) [Inno “Vexilla Regis”]. (CCC 447) Gesù stesso<br />
attribuisce a sé, in maniera velata, t<strong>al</strong>e titolo [Signore] <strong>al</strong>lorché discute con i farisei sul<br />
senso del S<strong>al</strong>mo 110 [Mt 22,41-46; At 2,34-36; Eb 1,13], ma anche in modo esplicito
ivolgendosi ai suoi Apostoli [Gv 13,13]. Durante la sua vita pubblica i suoi gesti di<br />
potenza sulla natura, sulle m<strong>al</strong>attie, sui demoni, sulla morte e sul peccato, manifestavano<br />
la sua sovranità divina.<br />
(Lc 4, 38-41) Gesù guarisce molti<br />
[38] Uscito <strong>d<strong>al</strong></strong>la sinagoga entrò nella casa di Simone. La suocera di<br />
Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. [39] Chinatosi su<br />
di lei, intimò <strong>al</strong>la febbre, e la febbre la lasciò. Levatasi <strong>al</strong>l'istante, la donna<br />
cominciò a servirli. [40] Al c<strong>al</strong>ar del sole, tutti quelli che avevano infermi colpiti da<br />
m<strong>al</strong>i di ogni genere li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li<br />
guariva. [41] Da molti uscivano demòni gridando: "Tu sei il Figlio di Dio!". Ma egli<br />
li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era il Cristo.<br />
(CCC 1151) Nella sua predicazione il Signore Gesù si serve spesso dei segni della<br />
creazione per far conoscere i misteri del Regno di Dio [Lc 8,10]. Compie le guarigioni o<br />
dà rilievo <strong>al</strong>la sua predicazione con segni o gesti simbolici [Gv 9,6; Mc 7,33-35; 8,22-<br />
25]. Conferisce un nuovo significato ai fatti e ai segni dell'Antica Alleanza, speci<strong>al</strong>mente<br />
<strong>al</strong>l'Esodo e <strong>al</strong>la Pasqua [Lc 9,31; 22,7-20], poiché egli stesso è il significato di tutti questi<br />
segni. (CCC 1503) La compassione di Cristo verso i m<strong>al</strong>ati e le sue numerose<br />
guarigioni di infermi di ogni genere [Mt 4,24] sono un chiaro segno del fatto che “Dio<br />
ha visitato il suo popolo” (Lc 7,16) e che il Regno di Dio è vicino. Gesù non ha soltanto il<br />
potere di guarire, ma anche di perdonare i peccati [Mc 2,5-12]: è venuto a guarire<br />
l'uomo tutto intero, anima e corpo; è il medico di cui i m<strong>al</strong>ati hanno bisogno [Mc 2,17].<br />
La sua compassione verso tutti coloro che soffrono si spinge così lontano che egli si<br />
identifica con loro: “Ero m<strong>al</strong>ato e mi avete visitato” (Mt 25,36). Il suo amore di<br />
predilezione per gli infermi non ha cessato, lungo i secoli, di rendere i cristiani<br />
particolarmente premurosi verso tutti coloro che soffrono nel corpo e nello spirito. Essa<br />
sta <strong>al</strong>l'origine degli instancabili sforzi per <strong>al</strong>leviare le loro pene.<br />
(Lc 4, 42-44) Gesù percorre la Giudea<br />
[42] Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo<br />
cercavano, lo raggiunsero e volevano trattenerlo perché non se ne andasse via<br />
da loro. [43] Egli però disse: "Bisogna che io annunzi il regno di Dio anche <strong>al</strong>le<br />
<strong>al</strong>tre città; per questo sono stato mandato". [44] E andava predicando nelle<br />
sinagoghe della Giudea.<br />
(CCC 581) Gesù è apparso agli occhi degli Ebrei e dei loro capi spiritu<strong>al</strong>i come un<br />
“rabbi” [Gv 11,28; 3,2; Mt 22,23-24; 22,34-36]. Spesso egli ha usato argomentazioni che<br />
rientravano nel quadro dell'interpretazione rabbinica della Legge [Mt 12,5; 9,12; Mc<br />
2,23-27; Lc 6,6-9; Gv 7,22-23]. Ma <strong>al</strong> tempo stesso, Gesù non poteva che urtare i dottori<br />
della Legge; infatti, non si limitava a proporre la sua interpretazione accanto <strong>al</strong>le loro:<br />
“Egli insegnava come uno che ha autorità e non come i loro scribi” (Mt 7,29). In lui, è<br />
la Parola stessa di Dio, risuonata sul Sinai per dare a Mosè la Legge scritta, a farsi di<br />
nuovo sentire sul Monte delle Beatitudini [Mt 5,1]. Essa non abolisce la Legge, ma la<br />
porta a compimento dandone in maniera divina l'interpretazione definitiva: “Avete inteso<br />
che fu detto agli antichi. . . ma io vi dico” (Mt 5,33-34). Con questa stessa autorità divina,<br />
Gesù sconfessa certe “tradizioni degli uomini” (Mc 7,8) care ai farisei i qu<strong>al</strong>i annullano<br />
“la Parola di Dio” (Mc 7,13). (CCC 543) Tutti gli uomini sono chiamati ad entrare nel<br />
Regno. Annunziato dapprima ai figli di Israele, [Mt 10,5-7] questo Regno messianico è
destinato ad accogliere gli uomini di tutte le nazioni [Mt 8,11; Mt 28,19]. Per accedervi,<br />
è necessario accogliere la Parola di Gesù: La Parola del Signore è paragonata appunto <strong>al</strong><br />
seme che viene seminato in un campo: quelli che l'ascoltano con fede e appartengono <strong>al</strong><br />
piccolo gregge di Cristo hanno accolto il Regno stesso di Dio; poi il seme per virtù<br />
propria germoglia e cresce fino <strong>al</strong> tempo del raccolto [Concilio Vaticano II, Lumen<br />
gentium, 5].<br />
<strong>Luca</strong> 5<br />
(Lc 5, 1-11) Pesca miracolosa. Primi discepoli<br />
[1] Un giorno, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genèsaret [2]<br />
e la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, vide due barche<br />
ormeggiate <strong>al</strong>la sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. [3] S<strong>al</strong>ì in una<br />
barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si<br />
mise ad ammaestrare le folle <strong>d<strong>al</strong></strong>la barca. [4] Quando ebbe finito di parlare, disse<br />
a Simone: "Prendi il largo e c<strong>al</strong>ate le reti per la pesca". [5] Simone rispose:<br />
"Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua<br />
parola getterò le reti". [6] E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci<br />
e le reti si rompevano. [7] Allora fecero cenno ai compagni dell'<strong>al</strong>tra barca, che<br />
venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche <strong>al</strong> punto<br />
che quasi affondavano. [8] Al veder questo, Simon Pietro si gettò <strong>al</strong>le ginocchia<br />
di Gesù, dicendo: "Signore, <strong>al</strong>lontanati da me che sono un peccatore". [9]<br />
Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per<br />
la pesca che avevano fatto; [10] così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo,<br />
che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: "Non temere; d'ora in poi sarai<br />
pescatore di uomini". [11] Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.<br />
(CCC 208) Di fronte <strong>al</strong>la presenza affascinante e misteriosa di Dio, l'uomo scopre<br />
la propria piccolezza. Davanti <strong>al</strong> roveto ardente, Mosè si toglie i san<strong>d<strong>al</strong></strong>i e si vela il viso<br />
[Es 3,5-6] <strong>al</strong> cospetto della Santità divina. Davanti <strong>al</strong>la Gloria del Dio tre volte santo,<br />
Isaia esclama: “Ohimè! Io sono perduto, perché un uomo <strong>d<strong>al</strong></strong>le labbra impure io sono” (Is<br />
6,5). Davanti ai segni divini che Gesù compie, Pietro esclama: “Signore, <strong>al</strong>lontanati da<br />
me che sono un peccatore” (Lc 5,8). Ma poiché Dio è santo, può perdonare <strong>al</strong>l'uomo che<br />
davanti a lui si riconosce peccatore: “Non darò sfogo <strong>al</strong>l'ardore della mia ira… perché<br />
sono Dio e non uomo, sono il Santo in mezzo a te” (Os 11,9). Anche l'apostolo Giovanni<br />
dirà: “Davanti a lui rassicureremo il nostro cuore, qu<strong>al</strong>unque cosa esso ci rimproveri. Dio<br />
è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa” (1Gv 3,19-20). (CCC 763) È compito<br />
del Figlio re<strong>al</strong>izzare, nella pienezza dei tempi, il piano di s<strong>al</strong>vezza del Padre; è questo il<br />
motivo della sua “missione” Ad gentes, 3]. “Il Signore Gesù diede inizio <strong>al</strong>la sua Chiesa<br />
predicando la Buona Novella, cioè la venuta del Regno di Dio da secoli promesso nelle<br />
Scritture”[Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 5]. Per compiere la volontà del Padre,<br />
Cristo inaugurò il Regno dei cieli sulla terra. La Chiesa è “il Regno di Cristo già<br />
presente in mistero” [Ib.]. (CCC 765) Il Signore Gesù ha dotato la sua comunità di una<br />
struttura che rimarrà fino <strong>al</strong> pieno compimento del Regno. Innanzitutto vi è la scelta dei<br />
Dodici con Pietro come loro capo [Mc 3,14-15]. Rappresentando le dodici tribù<br />
d'Israele, [Mt 19,28; Lc 22,30] essi sono i basamenti della nuova Gerus<strong>al</strong>emme [Ap<br />
21,12-14]. I Dodici [Mc 6,7] e gli <strong>al</strong>tri discepoli [Lc 10,1-2] partecipano <strong>al</strong>la missione di
Cristo, <strong>al</strong> suo potere, ma anche <strong>al</strong>la sua sorte [Mt 10,25; Gv 15,20]. Attraverso tutte<br />
queste azioni Cristo prepara ed edifica la sua Chiesa.<br />
(Lc 5, 12-14) Gesù guarisce un lebbroso<br />
[12] Un giorno Gesù si trovava in una città e un uomo coperto di lebbra lo<br />
vide e gli si gettò ai piedi pregandolo: "Signore, se vuoi, puoi sanarmi". [13] Gesù<br />
stese la mano e lo toccò dicendo: "Lo voglio, sii risanato!". E subito la lebbra<br />
scomparve da lui. [14] Gli ingiunse di non dirlo a nessuno: "Và, mostrati <strong>al</strong><br />
sacerdote e fà l'offerta per la tua purificazione, come ha ordinato Mosè, perché<br />
serva di testimonianza per essi".<br />
(CCC 2448) “Nelle sue molteplici forme - spogliamento materi<strong>al</strong>e, ingiusta<br />
oppressione, m<strong>al</strong>attie fisiche e psichiche, e infine la morte - la miseria umana è il segno<br />
evidente della natur<strong>al</strong>e condizione di debolezza, in cui l'uomo si trova dopo il primo<br />
peccato, e del suo bisogno di s<strong>al</strong>vezza. E' per questo che essa ha attirato la compassione<br />
di Cristo S<strong>al</strong>vatore, il qu<strong>al</strong>e ha voluto prenderla su di sé, e identificarsi con "i più piccoli<br />
tra i fratelli". E' pure per questo che gli oppressi <strong>d<strong>al</strong></strong>la miseria sono oggetto di un amore<br />
di preferenza da parte della Chiesa, la qu<strong>al</strong>e, fin <strong>d<strong>al</strong></strong>le origini, m<strong>al</strong>grado l'infedeltà di<br />
molti dei suoi membri, non ha cessato di impegnarsi a sollevarli, a difenderli e a liberarli.<br />
Ciò ha fatto con innumerevoli opere di beneficenza, che rimangono sempre e dappertutto<br />
indispensabili” [Congregazione per la Dottrina della Fede, Istr. Libertatis conscientia,<br />
68].<br />
(Lc 5, 15-16) Gesù si ritira a pregare.<br />
[15] La sua fama si diffondeva ancor più; folle numerose venivano per<br />
ascoltarlo e farsi guarire <strong>d<strong>al</strong></strong>le loro infermità. [16] Ma Gesù si ritirava in luoghi<br />
solitari a pregare.<br />
(CCC 2599) Il Figlio di Dio diventato Figlio della Vergine ha anche imparato a<br />
pregare secondo il suo cuore d'uomo. Egli apprende le formule di preghiera da sua<br />
Madre, che serbava e meditava nel suo cuore tutte le “grandi cose” fatte<br />
<strong>d<strong>al</strong></strong>l'Onnipotente [Lc 1,49; 2,19; 2,51]. Egli prega nelle parole e nei ritmi della preghiera<br />
del suo popolo, nella sinagoga di Nazaret e <strong>al</strong> Tempio. Ma la sua preghiera sgorga da<br />
una sorgente ben più segreta, come lascia presagire già <strong>al</strong>l'età di dodici anni: “Io devo<br />
occuparmi delle cose del Padre mio” (Lc 2,49). Qui comincia a rivelarsi la novità della<br />
preghiera nella pienezza dei tempi: la preghiera fili<strong>al</strong>e, che il Padre aspettava dai suoi<br />
figli, viene fin<strong>al</strong>mente vissuta <strong>d<strong>al</strong></strong>lo stesso Figlio unigenito nella sua Umanità, con e per<br />
gli uomini. (CCC 2600) Il Vangelo secondo san <strong>Luca</strong> sottolinea l'azione dello Spirito<br />
Santo e il senso della preghiera nel ministero di Cristo. Gesù prega prima dei momenti<br />
decisivi della sua missione: prima che il Padre gli renda testimonianza, <strong>al</strong> momento del<br />
suo Battesimo [Lc 3,21] e della Trasfigurazione, [Lc 9,28] e prima di re<strong>al</strong>izzare, mediante<br />
la sua Passione, il Disegno di amore del Padre [Lc 22,41-44]. Egli prega anche prima dei<br />
momenti decisivi che danno inizio <strong>al</strong>la missione dei suoi Apostoli: prima di scegliere e<br />
chiamare i Dodici, [Lc 6,12] prima che Pietro lo confessi come “il Cristo di Dio” [Lc<br />
9,18-20] e affinché la fede del capo degli Apostoli non venga meno nella tentazione [Lc<br />
22,32]. La preghiera di Gesù prima delle azioni s<strong>al</strong>vifiche che il Padre gli chiede di<br />
compiere, è un'adesione umile e fiduciosa della sua volontà umana <strong>al</strong>la volontà piena<br />
d'amore del Padre. (CCC 2602) Gesù si ritira spesso in disparte, nella solitudine, sulla<br />
montagna, gener<strong>al</strong>mente di notte, per pregare [Mc 1,35; 6,46; Lc 5,16]. Egli porta gli
uomini nella sua preghiera, poiché egli ha pienamente assunto l'umanità nella sua<br />
Incarnazione, e li offre <strong>al</strong> Padre offrendo se stesso. Egli, il Verbo che “si è fatto carne”,<br />
nella sua preghiera umana partecipa a tutto ciò che vivono i “suoi fratelli” (Eb 2,12);<br />
compatisce le loro infermità per liberarli da esse [Eb 2,15; 4,15]. Proprio per questo il<br />
Padre l'ha mandato. Le sue parole e le sue azioni appaiono <strong>al</strong>lora come la manifestazione<br />
visibile della sua preghiera “nel segreto”.<br />
(Lc 5, 17-26) Gesù guarisce e perdona i peccati<br />
[17] Un giorno sedeva insegnando. Sedevano là anche farisei e dottori<br />
della legge, venuti da ogni villaggio della G<strong>al</strong>ilea, della Giudea e da<br />
Gerus<strong>al</strong>emme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni. [18] Ed<br />
ecco <strong>al</strong>cuni uomini, portando sopra un letto un par<strong>al</strong>itico, cercavano di farlo<br />
passare e metterlo davanti a lui. [19] Non trovando da qu<strong>al</strong> parte introdurlo a<br />
causa della folla, s<strong>al</strong>irono sul tetto e lo c<strong>al</strong>arono attraverso le tegole con il<br />
lettuccio davanti a Gesù, nel mezzo della stanza. [20] Veduta la loro fede, disse:<br />
"Uomo, i tuoi peccati ti sono rimessi". [21] Gli scribi e i farisei cominciarono a<br />
discutere dicendo: "Chi è costui che pronuncia bestemmie? Chi può rimettere i<br />
peccati, se non Dio soltanto?". [22] Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti,<br />
rispose: "Che cosa andate ragionando nei vostri cuori? [23] Che cosa è più<br />
facile, dire: Ti sono rimessi i tuoi peccati, o dire: Alzati e cammina? [24] Ora,<br />
perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di rimettere i<br />
peccati: io ti dico - esclamò rivolto <strong>al</strong> par<strong>al</strong>itico - <strong>al</strong>zati, prendi il tuo lettuccio e<br />
và a casa tua". [25] Subito egli si <strong>al</strong>zò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era<br />
disteso e si avviò verso casa glorificando Dio. [26] Tutti rimasero stupiti e<br />
levavano lode a Dio; pieni di timore dicevano: "Oggi abbiamo visto cose<br />
prodigiose".<br />
(CCC 1) Dio, infinitamente perfetto e beato in se stesso, per un disegno di pura<br />
bontà, ha liberamente creato l'uomo per renderlo partecipe della sua vita beata. Per<br />
questo, in ogni tempo e in ogni luogo, egli è vicino <strong>al</strong>l'uomo. Lo chiama e lo aiuta a<br />
cercarlo, a conoscerlo, e ad amarlo con tutte le forze. Convoca tutti gli uomini, che il<br />
peccato ha disperso, nell'unità della sua famiglia, la Chiesa. Lo fa per mezzo del Figlio<br />
suo, che nella pienezza dei tempi ha mandato come Redentore e S<strong>al</strong>vatore. In lui e<br />
mediante lui, Dio chiama gli uomini a diventare, nello Spirito Santo, suoi figli adottivi e<br />
perciò eredi della sua vita beata. (CCC 30) “Gioisca il cuore di chi cerca il Signore” (S<strong>al</strong><br />
105,3). Se l'uomo può dimenticare o rifiutare Dio, Dio però non si stanca di chiamare<br />
ogni uomo a cercarlo perché viva e trovi la felicità. Ma t<strong>al</strong>e ricerca esige <strong>d<strong>al</strong></strong>l'uomo tutto<br />
lo sforzo della sua intelligenza, la rettitudine della sua volontà, “un cuore retto” ed anche<br />
la testimonianza di <strong>al</strong>tri che lo guidino nella ricerca di Dio. “Tu sei grande, Signore, e ben<br />
degno di lode; grande è la tua virtù e la tua sapienza inc<strong>al</strong>colabile. E l'uomo vuole lodarti,<br />
una particella del tuo creato che si porta attorno il suo destino mort<strong>al</strong>e, che si porta<br />
attorno la prova del suo peccato e la prova che tu resisti ai superbi. Eppure l'uomo, una<br />
particella del tuo creato, vuole lodarti. Sei tu che lo stimoli a dilettarsi delle tue lodi,<br />
perché ci hai fatti per te e il nostro cuore non ha posa finché non riposa in te”<br />
[Sant'Agostino, Confessiones, 1, 1, 1]. (CCC 1116) “Forze che escono” <strong>d<strong>al</strong></strong> Corpo di<br />
Cristo, [Lc 5,17; 6,19; 8,46] sempre vivo e vivificante, azioni dello Spirito Santo<br />
operante nel suo Corpo che è la Chiesa, i sacramenti sono i “capolavori di Dio” nella<br />
Nuova ed Eterna Alleanza. (CCC 270) Dio è il Padre onnipotente. La sua paternità e la
sua potenza si illuminano a vicenda. Infatti, egli mostra la sua onnipotenza paterna nel<br />
modo in cui si prende cura dei nostri bisogni; [Mt 6,32] attraverso l'adozione fili<strong>al</strong>e che ci<br />
dona (sarò per voi come un padre, e voi mi sarete come figli e figlie, dice il Signore<br />
onnipotente”: 2Cor 6,18); infine attraverso la sua infinita misericordia, <strong>d<strong>al</strong></strong> momento che<br />
egli manifesta <strong>al</strong> massimo grado la sua potenza perdonando liberamente i peccati.<br />
(Lc 5, 27-32) Chiama Levi, pranza coi peccatori<br />
[27] Dopo ciò egli uscì e vide un pubblicano di nome Levi seduto <strong>al</strong> banco<br />
delle imposte, e gli disse: "Seguimi!". [28] Egli, lasciando tutto, si <strong>al</strong>zò e lo seguì.<br />
[29] Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C'era una folla di<br />
pubblicani e d'<strong>al</strong>tra gente seduta con loro a tavola. [30] I farisei e i loro scribi<br />
mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: "Perché mangiate e bevete con i<br />
pubblicani e i peccatori?". [31] Gesù rispose: "Non sono i sani che hanno<br />
bisogno del medico, ma i m<strong>al</strong>ati; [32] io non sono venuto a chiamare i<br />
giusti, ma i peccatori a convertirsi".<br />
(CCC 588) Gesù ha scan<strong>d<strong>al</strong></strong>izzato i farisei mangiando con i pubblicani e i<br />
peccatori [Lc 5,30] con la stessa familiarità con cui pranzava con loro [Lc 7,36; 11,37; Lc<br />
14,1]. Contro quelli tra i farisei “che presumevano di essere giusti e disprezzavano gli<br />
<strong>al</strong>tri” (Lc 18,9), [Gv 7,49; 9,34 ] Gesù ha affermato: “Io non sono venuto a chiamare i<br />
giusti, ma i peccatori a convertirsi” (Lc 5,32). Si è spinto oltre, proclamando davanti ai<br />
farisei che, essendo il peccato univers<strong>al</strong>e, [Gv 8,33-36] coloro che presumono di non aver<br />
bisogno di s<strong>al</strong>vezza, sono ciechi sul proprio conto [Gv 9,40-41]. (CCC 589) Gesù ha<br />
suscitato scan<strong>d<strong>al</strong></strong>o soprattutto per aver identificato il proprio comportamento<br />
misericordioso verso i peccatori con l'atteggiamento di Dio stesso a loro riguardo [Mt<br />
9,13; Os 6,6]. È arrivato a lasciar intendere che, sedendo a mensa con i peccatori, [Lc<br />
15,1-2] li ammetteva <strong>al</strong> banchetto messianico [Lc 15,23-32]. Ma è soprattutto<br />
perdonando i peccati, che Gesù ha messo le autorità religiose di Israele di fronte a un<br />
dilemma. Infatti, come costoro, inorriditi, giustamente affermano, solo Dio può rimettere<br />
i peccati [Mc 2,7]. Perdonando i peccati, Gesù o bestemmia perché è un uomo che si fa<br />
ugu<strong>al</strong>e a Dio, [Gv 5,18; 10,33] oppure dice il vero e la sua Persona rende presente e<br />
rivela il Nome di Dio [Gv 17,6; 17,26].<br />
(Lc 5, 33-35) Disputa sul digiuno<br />
[33] Allora gli dissero: "I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno<br />
orazioni; così pure i discepoli dei farisei; invece i tuoi mangiano e bevono!". [34]<br />
Gesù rispose: "Potete far digiunare gli invitati a nozze, mentre lo sposo è con<br />
loro? [35] Verranno però i giorni in cui lo sposo sarà strappato da loro; <strong>al</strong>lora, in<br />
quei giorni, digiuneranno".<br />
(CCC 1430) Come già nei profeti, l'appello di Gesù <strong>al</strong>la conversione e <strong>al</strong>la<br />
penitenza non riguarda anzitutto opere esteriori, “il sacco e la cenere”, i digiuni e le<br />
mortificazioni, ma la conversione del cuore, la penitenza interiore. Senza di essa, le<br />
opere di penitenza rimangono sterili e menzognere; la conversione interiore spinge<br />
invece <strong>al</strong>l'espressione di questo atteggiamento in segni visibili, gesti e opere di penitenza<br />
[Gl 2,12-13; Is 1,16-17; Mt 6,1-6; 6,16-18]. (CCC 1431) La penitenza interiore è un<br />
radic<strong>al</strong>e riorientamento di tutta la vita, un ritorno, una conversione a Dio con tutto il<br />
cuore, una rottura con il peccato, un'avversione per il m<strong>al</strong>e, insieme con la riprovazione<br />
nei confronti delle cattive azioni che abbiamo commesse. Nello stesso tempo, essa
comporta il desiderio e la risoluzione di cambiare vita con la speranza della misericordia<br />
di Dio e la fiducia nell'aiuto della sua grazia. Questa conversione del cuore è<br />
accompagnata da un dolore e da una tristezza s<strong>al</strong>utari, che i Padri hanno chiamato “ animi<br />
cruciatus [afflizione dello spirito]”, “compunctio cordis [contrizione del cuore]”<br />
[Concilio di Trento: DS, 1676-1678; 1705; Catechismo Romano, 2, 5, 4]. (CCC 1384) Il<br />
Signore ci rivolge un invito pressante a riceverlo nel sacramento dell'Eucaristia: “In<br />
verità, in verità vi dico: se non mangiate la Carne del Figlio dell'uomo e non bevete il<br />
suo Sangue, non avrete in voi la vita” (Gv 6,53). (CCC 1385 Per rispondere a questo<br />
invito dobbiamo prepararci a questo momento così grande e così santo. San Paolo esorta<br />
a un esame di coscienza: “Chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il c<strong>al</strong>ice del<br />
Signore, sarà reo del Corpo e del Sangue del Signore. Ciascuno, pertanto, esamini se<br />
stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo c<strong>al</strong>ice; perché chi mangia e beve<br />
senza riconoscere il Corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna” (1Cor<br />
11,27-29). Chi è consapevole di aver commesso un peccato grave, deve ricevere il<br />
sacramento della Riconciliazione prima di accedere <strong>al</strong>la Comunione. (CCC 1387) Per<br />
prepararsi in modo conveniente a ricevere questo sacramento, i fedeli osserveranno il<br />
digiuno prescritto nella loro Chiesa [Codice di Diritto Canonico, 919]. L'atteggiamento<br />
del corpo (gesti, abiti) esprimerà il rispetto, la solennità, la gioia di questo momento in<br />
cui Cristo diventa nostro ospite.<br />
(Lc 5, 36-39) Il nuovo e il vecchio<br />
[36] Diceva loro anche una parabola: "Nessuno strappa un pezzo da un<br />
vestito nuovo per attaccarlo a un vestito vecchio; <strong>al</strong>trimenti egli strappa il nuovo,<br />
e la toppa presa <strong>d<strong>al</strong></strong> nuovo non si adatta <strong>al</strong> vecchio. [37] E nessuno mette vino<br />
nuovo in otri vecchi; <strong>al</strong>trimenti il vino nuovo spacca gli otri, si versa fuori e gli otri<br />
vanno perduti. [38] Il vino nuovo bisogna metterlo in otri nuovi. [39] Nessuno poi<br />
che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: Il vecchio è buono!".<br />
(CCC 1999) La grazia di Cristo è il dono gratuito che Dio ci fa della sua vita,<br />
infusa nella nostra anima <strong>d<strong>al</strong></strong>lo Spirito Santo per guarirla <strong>d<strong>al</strong></strong> peccato e santificarla. E' la<br />
grazia santificante o deificante, ricevuta nel Battesimo. Essa è in noi la sorgente<br />
dell'opera di santificazione: [Gv 4,14; 7,38-39] “Quindi se uno è in Cristo, è una<br />
creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove. Tutto questo<br />
però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo” (2Cor 5,17-18). (CCC<br />
670) Dopo l'Ascensione, il disegno di Dio è entrato nel suo compimento. Noi siamo già<br />
nell'“ultima ora” (Gv 2,18) [1Pt 4,7]. “Già dunque è arrivata a noi l'ultima fase dei tempi<br />
e la rinnovazione del mondo è stata irrevocabilmente fissata e in un certo modo è<br />
re<strong>al</strong>mente anticipata in questo mondo; difatti la Chiesa già sulla terra è adornata di una<br />
santità vera, anche se imperfetta” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 48]. Il Regno di<br />
Cristo manifesta già la sua presenza attraverso i segni miracolosi [Mc 16,17-18] che ne<br />
accompagnano l'annunzio da parte della Chiesa [Mc 16,20]. (CCC 853) Ma “anche in<br />
questo nostro tempo sa bene la Chiesa quanto distanti siano tra loro il messaggio ch'essa<br />
reca e l'umana debolezza di coloro cui è affidato il Vangelo” [Gaudium et spes, 43]. Solo<br />
applicandosi incessantemente “<strong>al</strong>la penitenza e <strong>al</strong> rinnovamento” [Lumen gentium, 8; cf<br />
15] e “camminando per l'angusta via della croce”, [Concilio Vaticano II, Ad gentes, 1] il<br />
Popolo di Dio può estendere il regno di Cristo [Cf Giovanni Paolo II, Lett. enc.<br />
Redemptoris missio, 12-20]. Infatti, “come Cristo ha compiuto la sua opera di Redenzione
attraverso la povertà e le persecuzioni, così pure la Chiesa è chiamata a prendere la stessa<br />
via per comunicare agli uomini i frutti della s<strong>al</strong>vezza” [Lumen gentium, 8].<br />
<strong>Luca</strong> 6<br />
(Lc 6, 1-5) La questione del sabato<br />
[1] Un giorno di sabato passava attraverso campi di grano e i suoi<br />
discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani. [2] Alcuni<br />
farisei dissero: "Perché fate ciò che non è permesso di sabato?". [3] Gesù<br />
rispose: "Allora non avete mai letto ciò che fece Davide, quando ebbe fame lui e i<br />
suoi compagni? [4] Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell'offerta, ne<br />
mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non fosse lecito mangiarli se non<br />
ai soli sacerdoti?". [5] E diceva loro: "Il Figlio dell'uomo è signore del sabato".<br />
(CCC 347) La creazione è fatta in vista del Sabato e quindi del culto e<br />
dell'adorazione di Dio. Il culto è inscritto nell'ordine della creazione [Gen 1,14]. “Operi<br />
Dei nihil praeponatur” - Nulla si anteponga <strong>al</strong>l'“Opera di Dio”, dice la Regola di san<br />
Benedetto, indicando in t<strong>al</strong> modo il giusto ordine delle preoccupazioni umane. (CCC 348)<br />
Il Sabato è <strong>al</strong> cuore della Legge di Israele. Osservare i comandamenti equiv<strong>al</strong>e a<br />
corrispondere <strong>al</strong>la sapienza e <strong>al</strong>la volontà di Dio espresse nell'opera della creazione.<br />
(CCC 582) Dando con autorità divina l'interpretazione definitiva della Legge, Gesù si è<br />
trovato a scontrarsi con certi dottori della Legge, i qu<strong>al</strong>i non ne accettavano la sua<br />
interpretazione, sebbene fosse garantita dai segni divini che la accompagnavano [Gv<br />
5,36; 10,25; 5,37-38; 12,37]. Ciò v<strong>al</strong>e soprattutto per la questione del sabato: Gesù<br />
ricorda, ricorrendo spesso ad argomentazioni rabbiniche [Mc 2,25-27; Gv 7,22-24], che il<br />
riposo del sabato non viene violato <strong>d<strong>al</strong></strong> servizio di Dio [Mt 12,5; Nm 28,9] o del<br />
prossimo, [Lc 13,15-16; 14,3-4 ] servizio che le guarigioni da lui operate compiono.<br />
(CCC 349) L'ottavo giorno. Per noi, però, è sorto un giorno nuovo: quello della<br />
Risurrezione di Cristo. Il settimo giorno porta a termine la prima creazione. L'ottavo<br />
giorno dà inizio <strong>al</strong>la nuova creazione. Così, l'opera della creazione culmina nell'opera più<br />
grande della Redenzione. La prima creazione trova il suo senso e il suo vertice nella<br />
nuova creazione in Cristo, il cui splendore supera quello della prima [Mess<strong>al</strong>e Romano,<br />
Veglia Pasqu<strong>al</strong>e: orazione dopo la prima lettura].<br />
(Lc 6, 6-11) Gesù guarisce di sabato<br />
[6] Un <strong>al</strong>tro sabato egli entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. Ora<br />
c'era là un uomo, che aveva la mano destra inaridita. [7] Gli scribi e i farisei lo<br />
osservavano per vedere se lo guariva di sabato, <strong>al</strong>lo scopo di trovare un capo di<br />
accusa contro di lui. [8] Ma Gesù era a conoscenza dei loro pensieri e disse<br />
<strong>al</strong>l'uomo che aveva la mano inaridita: "Alzati e mettiti nel mezzo!". L'uomo,<br />
<strong>al</strong>zatosi, si mise nel punto indicato. [9] Poi Gesù disse loro: "Domando a voi: È<br />
lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del m<strong>al</strong>e, s<strong>al</strong>vare una vita o<br />
perderla?". [10] E volgendo tutt'intorno lo sguardo su di loro, disse <strong>al</strong>l'uomo:<br />
"Stendi la mano!". Egli lo fece e la mano guarì. [11] Ma essi furono pieni di<br />
rabbia e discutevano fra di loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.<br />
(CCC 345) Il Sabato - fine dell'opera dei “sei giorni”. Il testo sacro dice che “Dio,<br />
nel settimo giorno portò a termine il lavoro che aveva fatto” e così “furono portati a<br />
compimento il cielo e la terra”; Dio “cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro”,
“benedisse il settimo giorno e lo consacrò” (Gen 2,1-3). Queste parole ispirate sono<br />
ricche di insegnamenti s<strong>al</strong>utari. (CCC 346) Nella creazione Dio ha posto un fondamento<br />
e delle leggi che restano stabili, [Eb 4,3-4] sulle qu<strong>al</strong>i il credente potrà appoggiarsi con<br />
fiducia, e che saranno per lui il segno e il pegno della incrollabile fedeltà dell'Alleanza di<br />
Dio [Ger 31,35-37; 33,19-26]. Da parte sua, l'uomo dovrà rimaner fedele a questo<br />
fondamento e rispettare le leggi che il Creatore vi ha inscritte. (CCC 2168) Il terzo<br />
comandamento del Dec<strong>al</strong>ogo ricorda la santità del sabato: “Il settimo giorno vi sarà<br />
riposo assoluto, sacro <strong>al</strong> Signore” (Es 31,15). (CCC 2169) La Scrittura a questo<br />
proposito fa memoria della creazione: “Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la<br />
terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il giorno settimo. Perciò il Signore ha<br />
benedetto il giorno di sabato e lo ha dichiarato sacro”(Es 20,11). (CCC 2170) La<br />
Scrittura rivela nel giorno del Signore anche un memori<strong>al</strong>e della liberazione di Israele<br />
<strong>d<strong>al</strong></strong>la schiavitù d'Egitto: “Ricordati che sei stato schiavo nel paese d'Egitto e che il<br />
Signore tuo Dio ti ha fatto uscire di là con mano potente e braccio teso; perciò il Signore<br />
tuo Dio ti ordina di osservare il giorno di sabato” (Dt 5,15). (CCC 2171) Dio ha affidato a<br />
Israele il sabato perché lo rispetti in segno dell'<strong>al</strong>leanza perenne [Es 31,16]. Il sabato è<br />
per il Signore, santamente riservato <strong>al</strong>la lode di Dio, della sua opera creatrice e delle sue<br />
azioni s<strong>al</strong>vifiche in favore di Israele. (CCC 2172) L'agire di Dio è modello dell'agire<br />
umano. Se Dio nel settimo giorno “si è riposato” (Es 31,17), anche l'uomo deve “far<br />
riposo” e lasciare che gli <strong>al</strong>tri, soprattutto i poveri, “possano goder quiete” (Es 23,12). Il<br />
sabato sospende le attività quotidiane e concede una tregua. E' un giorno di protesta<br />
contro le schiavitù del lavoro e il culto del denaro [Ne 13,15-22; 2Cr 36,21]. (CCC 2173)<br />
Il Vangelo riferisce numerose occasioni nelle qu<strong>al</strong>i Gesù viene accusato di violare la<br />
legge del sabato. Ma Gesù non viola mai la santità di t<strong>al</strong>e giorno [Mc 1,21; Gv 9,16].<br />
Egli con autorità ne dà l'interpretazione autentica: “Il sabato è stato fatto per l'uomo e<br />
non l'uomo per il sabato”(Mc 2,27). Nella sua bontà, Cristo ritiene lecito “in giorno di<br />
sabato fare il bene” anziché “il m<strong>al</strong>e, s<strong>al</strong>vare una vita” anziché “toglierla” (Mc 3,4).<br />
Il sabato è il giorno del Signore delle misericordie e dell'onore di Dio [Mt 12,5; Gv<br />
7,23]. “Il Figlio dell'uomo è signore anche del sabato” (Mc 2,28).<br />
(Lc 6, 12-16) Gesù sceglie i Dodici<br />
[12] In quei giorni Gesù se ne andò sulla montagna a pregare e passò la<br />
notte in orazione. [13] Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse<br />
dodici, ai qu<strong>al</strong>i diede il nome di apostoli: [14] Simone, che chiamò anche Pietro,<br />
Andrea suo fratello, Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, [15] Matteo,<br />
Tommaso, Giacomo d'Alfeo, Simone soprannominato Zelòta, [16] Giuda di<br />
Giacomo e Giuda Iscariota, che fu il traditore.<br />
(CCC 1575) E' Cristo che ha scelto gli Apostoli e li ha resi partecipi della sua<br />
missione e della sua autorità. Inn<strong>al</strong>zato <strong>al</strong>la destra del Padre, non abbandona il suo<br />
gregge, ma lo custodisce e lo protegge sempre per mezzo degli Apostoli e ancora lo<br />
conduce sotto la guida di quegli stessi pastori che continuano oggi la sua opera [Prefazio<br />
degli Apostoli I, Mess<strong>al</strong>e Romano]. E' dunque Cristo che stabilisce <strong>al</strong>cuni come apostoli,<br />
<strong>al</strong>tri come pastori [Ef 4,11]. Egli continua ad agire per mezzo dei vescovi [Conc. Ecum.<br />
Vat. II, Lumen gentium, 21]. (CCC 1576) Poiché il sacramento dell'Ordine è il<br />
sacramento del ministero apostolico, spetta ai vescovi in quanto successori degli Apostoli<br />
trasmettere “questo dono dello Spirito” [Lumen gentium, 21], “il seme apostolico”<br />
[Lumen gentium, 21]. I vescovi v<strong>al</strong>idamente ordinati, che sono cioè nella linea della
successione apostolica, conferiscono v<strong>al</strong>idamente i tre gradi del sacramento dell'Ordine<br />
[Innocenzo III, Professio fidei W<strong>al</strong>densibus praescripta Lettera: DS 794; Concilio<br />
Lateranense IV: DS 802; CIC canone 1012; CCEO canoni 744. 747]. (CCC 1578)<br />
Nessuno ha un diritto a ricevere il sacramento dell'Ordine. Infatti nessuno può attribuire<br />
a se stesso questo ufficio. Ad esso si è chiamati da Dio [Eb 5,4]. Chi crede di riconoscere<br />
i segni della chiamata di Dio <strong>al</strong> ministero ordinato, deve sottomettere umilmente il<br />
proprio desiderio <strong>al</strong>l'autorità della Chiesa, <strong>al</strong>la qu<strong>al</strong>e spetta la responsabilità e il diritto di<br />
chiamare qu<strong>al</strong>cuno a ricevere gli Ordini. Come ogni grazia, questo sacramento non può<br />
essere ricevuto che come un dono immeritato.<br />
(Lc 6, 17-19) Insegna <strong>al</strong>le folle e guarisce<br />
[17] Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C'era gran folla di<br />
suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerus<strong>al</strong>emme e<br />
<strong>d<strong>al</strong></strong> litor<strong>al</strong>e di Tiro e di Sidone, [18] che erano venuti per ascoltarlo ed esser<br />
guariti <strong>d<strong>al</strong></strong>le loro m<strong>al</strong>attie; anche quelli che erano tormentati da spiriti immondi,<br />
venivano guariti. [19] Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una<br />
forza che sanava tutti.<br />
(CCC 1116) “Forze che escono” <strong>d<strong>al</strong></strong> Corpo di Cristo [Lc 5,17; 6,19; 8,46],<br />
sempre vivo e vivificante, azioni dello Spirito Santo operante nel suo Corpo che è la<br />
Chiesa, i sacramenti sono i “capolavori di Dio” nella Nuova ed Eterna Alleanza. (CCC<br />
1504) Spesso Gesù chiede ai m<strong>al</strong>ati di credere [Mc 5,34; 5,36; 9,23]. Si serve di segni per<br />
guarire: s<strong>al</strong>iva e imposizione delle mani [Mc 7,32-36; 8,22-25], fango e abluzione [Gv<br />
9,6s]. I m<strong>al</strong>ati cercano di toccarlo [Mc 1,41; 3,10; 6,56] “perché da lui usciva una forza<br />
che sanava tutti” (Lc 6,19). Così, nei sacramenti, Cristo continua a “toccarci” per<br />
guarirci. (CCC 695) L'unzione. Il simbolismo dell'unzione con l'olio è t<strong>al</strong>mente<br />
significativa dello Spirito Santo da divenirne il sinonimo [1Gv 2,20; 2,27; 2Cor 1,21].<br />
Nell'iniziazione cristiana essa è il segno sacrament<strong>al</strong>e della Confermazione, chiamata<br />
giustamente nelle Chiese d'Oriente “Crismazione”. Ma per coglierne tutta la forza,<br />
bisogna tornare <strong>al</strong>la prima unzione compiuta <strong>d<strong>al</strong></strong>lo Spirito Santo: quella di Gesù. Cristo<br />
[“Messia”, in ebraico] significa “Unto” <strong>d<strong>al</strong></strong>lo Spirito di Dio. Nell'Antica Alleanza ci<br />
sono stati degli “unti” del Signore [Es 30,22-32], primo fra tutti il re Davide [1Sam<br />
16,13]. Ma Gesù è l'Unto di Dio in una maniera unica: l'umanità che il Figlio assume è<br />
tot<strong>al</strong>mente “unta di Spirito Santo”. Gesù è costituito “Cristo” <strong>d<strong>al</strong></strong>lo Spirito Santo [Lc<br />
4,18-19; Is 61,1]. La Vergine Maria concepisce Cristo per opera dello Spirito Santo, il<br />
qu<strong>al</strong>e, attraverso l'angelo, lo annunzia come Cristo fin <strong>d<strong>al</strong></strong>la nascita [Lc 2,11] e spinge<br />
Simeone ad andare <strong>al</strong> Tempio per vedere il Cristo del Signore [Lc 2,26-27]; è lui che<br />
ricolma Cristo [Lc 4,1], è sua la forza che esce da Cristo negli atti di guarigione e di<br />
risanamento [Lc 6,19; 8,46]. È lui, infine, che risuscita Cristo dai morti [Rm 1,4; 8,11].<br />
Allora, costituito pienamente “Cristo” nella sua Umanità vittoriosa della morte, [At 2,36]<br />
Gesù effonde a profusione lo Spirito Santo, finché “i santi” costituiranno, nella loro<br />
unione <strong>al</strong>l'Umanità del Figlio di Dio, l'“Uomo perfetto, nella misura che conviene <strong>al</strong>la<br />
piena maturità di Cristo” (Ef 4,13): “il Cristo tot<strong>al</strong>e”, secondo l'espressione di<br />
sant'Agostino.<br />
(Lc 6, 20-23) Le beatitudini<br />
[20] Alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva: "Beati voi poveri,<br />
perché vostro è il regno di Dio. [21] Beati voi che ora avete fame, perché
sarete saziati. Beati voi che ora piangete, perché riderete. [22] Beati voi quando<br />
gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno <strong>al</strong> bando e v'insulteranno e<br />
respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell'uomo. [23]<br />
R<strong>al</strong>legratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è<br />
grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti”.<br />
(CCC 2546) “Beati i poveri in spirito” (Mt 5,3). Le beatitudini rivelano un ordine<br />
di felicità e di grazia, di bellezza e di pace. Gesù es<strong>al</strong>ta la gioia dei poveri, ai qu<strong>al</strong>i già<br />
appartiene il Regno [Lc 6,20]: “Il Verbo chiama “povertà di spirito” l'umiltà volontaria di<br />
uno spirito umano e il suo rinnegamento; e l'Apostolo ci addita come esempio la povertà<br />
di Dio quando dice: “Si è fatto povero per noi” (2Cor 8,9) [San Gregorio di Nissa, De<br />
beatitudinibus, oratio 1: PG 44, 1200]. (CCC 544) Il Regno appartiene ai poveri e ai<br />
piccoli, cioè a coloro che l'hanno accolto con un cuore umile. Gesù è mandato per<br />
“annunziare ai poveri un lieto messaggio” (Lc 4,18) [Lc 7,22]. Li proclama beati, perché<br />
“di essi è il Regno dei cieli” (Mt 5,3); ai “piccoli” il Padre si è degnato di rivelare ciò che<br />
rimane nascosto ai sapienti e agli intelligenti [Mt 11,25]. Gesù condivide la vita dei<br />
poveri, <strong>d<strong>al</strong></strong>la mangiatoia <strong>al</strong>la croce; conosce la fame [Mc 2,23-26; Mt 21,18], la sete [Gv<br />
4,6-7; 19,28] e l'indigenza [Lc 9,58]. Anzi, arriva a identificarsi con ogni tipo di poveri e<br />
fa dell'amore operante verso di loro la condizione per entrare nel suo Regno [Mt 25,31-<br />
46]. (CCC 16) Fine ultimo dell'uomo, creato ad immagine di Dio: la beatitudine e le vie<br />
per giungervi: un agire retto e libero, con l'aiuto della legge e della grazia di Dio; un<br />
agire che re<strong>al</strong>izza il duplice comandamento della carità, esplicitato nei dieci<br />
comandamenti di Dio. (CCC 2833) La povertà delle Beatitudini è la virtù della<br />
condivisione: sollecita a mettere in comune e a condividere i beni materi<strong>al</strong>i e spiritu<strong>al</strong>i,<br />
non per costrizione, ma per amore, perché l'abbondanza degli uni supplisca <strong>al</strong>la indigenza<br />
degli <strong>al</strong>tri [2Cor 8,1-15].<br />
(Lc 6, 24-26) Gesù apostrofa i ricchi<br />
[24] Ma guai a voi, ricchi, perché avete già la vostra consolazione. [25]<br />
Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi che ora ridete,<br />
perché sarete afflitti e piangerete. [26] Guai quando tutti gli uomini diranno bene<br />
di voi. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i f<strong>al</strong>si profeti.<br />
(CCC 2556) Il distacco <strong>d<strong>al</strong></strong>le ricchezze è indispensabile per entrare nel Regno dei<br />
cieli. “Beati i poveri in spirito”. (CCC 29) Ma questo “intimo e vit<strong>al</strong>e legame con Dio”<br />
[Gaudium et spes, 19] può essere dimenticato, misconosciuto e perfino esplicitamente<br />
rifiutato <strong>d<strong>al</strong></strong>l'uomo. T<strong>al</strong>i atteggiamenti possono avere origini assai diverse [Ib., 19-21]: la<br />
ribellione contro la presenza del m<strong>al</strong>e nel mondo, l'ignoranza o l'indifferenza religiosa, le<br />
preoccupazioni del mondo e delle ricchezze [Mt 13,22], il cattivo esempio dei credenti, le<br />
correnti di pensiero ostili <strong>al</strong>la religione, e infine la tendenza dell'uomo peccatore a<br />
nascondersi, per paura, davanti a Dio [Gen 3,8-10] e a fuggire davanti <strong>al</strong>la sua chiamata<br />
[Gn 1,3]. (CCC 2547) Il Signore apostrofa i ricchi, perché trovano la loro consolazione<br />
nell'abbondanza dei beni (Lc 6,24). “Il superbo cerca la potenza terrena, mentre il<br />
povero in spirito cerca il Regno dei cieli” [Sant'Agostino, De sermone Domini in monte,<br />
1, 1, 3: PL 34, 1232]. L'abbandono <strong>al</strong>la Provvidenza del Padre del cielo libera<br />
<strong>d<strong>al</strong></strong>l'apprensione per il domani [Mt 6,25-34]. La fiducia in Dio prepara <strong>al</strong>la beatitudine<br />
dei poveri. Essi vedranno Dio. (CCC 1941) I problemi socio-economici non possono<br />
essere risolti che mediante il concorso di tutte le forme di solidarietà: solidarietà dei
poveri tra loro, dei ricchi e dei poveri, dei lavoratori tra loro, degli imprenditori e dei<br />
dipendenti nell'impresa, solidarietà tra le nazioni e tra i popoli. La solidarietà<br />
internazion<strong>al</strong>e è un'esigenza di ordine mor<strong>al</strong>e. La pace del mondo dipende in parte da<br />
essa. (CCC 2241) Le nazioni più ricche sono tenute ad accogliere, nella misura del<br />
possibile, lo straniero <strong>al</strong>la ricerca della sicurezza e delle risorse necessarie <strong>al</strong>la vita, che<br />
non gli è possibile trovare nel proprio paese di origine. I pubblici poteri avranno cura che<br />
venga rispettato il diritto natur<strong>al</strong>e, che pone l'ospite sotto la protezione di coloro che lo<br />
accolgono. Le autorità politiche, in vista del bene comune, di cui sono responsabili,<br />
possono subordinare l'esercizio del diritto di immigrazione a diverse condizioni<br />
giuridiche, in particolare <strong>al</strong> rispetto dei doveri dei migranti nei confronti del paese che li<br />
accoglie. L'immigrato è tenuto a rispettare con riconoscenza il patrimonio materi<strong>al</strong>e e<br />
spiritu<strong>al</strong>e del paese che lo ospita, ad obbedire <strong>al</strong>le sue leggi, a contribuire ai suoi oneri.<br />
(Lc 6, 27-35) Amare i nemici<br />
[27] Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a<br />
coloro che vi odiano, [28] benedite coloro che vi m<strong>al</strong>edicono, pregate per coloro<br />
che vi m<strong>al</strong>trattano. [29] A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'<strong>al</strong>tra; a chi ti<br />
leva il mantello, non rifiutare la tunica. [30] Dà a chiunque ti chiede; e a chi<br />
prende del tuo, non richiederlo. [31] Ciò che volete gli uomini facciano a voi,<br />
anche voi fatelo a loro. [32] Se amate quelli che vi amano, che merito ne<br />
avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. [33] E se fate del bene a coloro che vi<br />
fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. [34] E<br />
se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i<br />
peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne <strong>al</strong>trettanto. [35] Amate<br />
invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro<br />
premio sarà grande e sarete figli dell'Altissimo; perché egli è benevolo verso<br />
gl'ingrati e i m<strong>al</strong>vagi.<br />
(CCC 1965) La nuova Legge o Legge evangelica è la perfezione quaggiù della<br />
legge divina, natur<strong>al</strong>e e rivelata. E' opera di Cristo e trova la sua espressione<br />
particolarmente nel Discorso della montagna; è anche opera dello Spirito Santo e, per<br />
mezzo di lui, diventa la legge interiore della carità: “Io stipulerò con la casa d'Israele…<br />
un'<strong>al</strong>leanza nuova… Porrò le mie leggi nella loro mente e le imprimerò nei loro cuori;<br />
sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo” (Eb 8,8; 8,10) [Ger 31,31-34]. (CCC<br />
1967) La Legge evangelica “dà compimento” [Mt 5,17-19] <strong>al</strong>la Legge antica, la purifica,<br />
la supera e la porta <strong>al</strong>la perfezione. Nelle “beatitudini” essa compie le promesse divine,<br />
elevandole ed ordinandole <strong>al</strong> “Regno dei cieli”. Si rivolge a coloro che sono disposti ad<br />
accogliere con fede questa speranza nuova: i poveri, gli umili, gli afflitti, i puri di cuore, i<br />
perseguitati a causa di Cristo, tracciando in t<strong>al</strong> modo le sorprendenti vie del Regno. (CCC<br />
1970) La Legge evangelica implica la scelta decisiva tra “le due vie” [Mt 7,13-14] e il<br />
mettere in pratica le parole del Signore [Mt 7,21-27]; essa si riassume nella “regola<br />
d'oro”: “Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa<br />
infatti è la Legge e i Profeti” (Mt 7,12) [Lc 6,31]. Tutta la Legge evangelica è racchiusa<br />
nel “comandamento nuovo” di Gesù (Gv 13,34), di amarci gli uni gli <strong>al</strong>tri come lui ci ha<br />
amati [Gv 15,12].
(Lc 6, 36-38) Siate misericordiosi e generosi<br />
[36] “Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. [37] Non<br />
giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati;<br />
perdonate e vi sarà perdonato; [38] date e vi sarà dato; una buona misura,<br />
pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura<br />
con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio".<br />
(CCC 2842) Questo “come” non è unico nell'insegnamento di Gesù: “Siate<br />
perfetti "come" è perfetto il Padre vostro celeste” (Mt 5,48); “Siate misericordiosi "come"<br />
è misericordioso il Padre vostro”(Lc 6,36); “Vi dò un comandamento nuovo: che vi<br />
amiate gli uni gli <strong>al</strong>tri; "come" io vi ho amati, così amatevi anche voi” (Gv 13,34). E'<br />
impossibile osservare il comandamento del Signore, se si tratta di imitare il modello<br />
divino <strong>d<strong>al</strong></strong>l'esterno. Si tratta invece di una partecipazione vit<strong>al</strong>e, che scaturisce “<strong>d<strong>al</strong></strong>la<br />
profondità del cuore”, <strong>al</strong>la Santità, <strong>al</strong>la Misericordia, <strong>al</strong>l'Amore del nostro Dio. Soltanto<br />
lo Spirito, che è la nostra Vita [G<strong>al</strong> 5,25], può fare “nostri” i medesimi sentimenti che<br />
furono in Cristo Gesù [Fil 2,1; Fil 2,5]. Allora diventa possibile l'unità del perdono,<br />
perdonarci “a vicenda” "come" Dio ha perdonato a noi “in Cristo” (Ef 4,32). (CCC 679)<br />
Cristo è Signore della vita eterna. Il pieno diritto di giudicare definitivamente le opere e i<br />
cuori degli uomini appartiene a lui in quanto Redentore del mondo. Egli ha “acquisito”<br />
questo diritto con la sua croce. Anche il Padre “ha rimesso ogni giudizio <strong>al</strong> Figlio” (Gv<br />
5,22) [Gv 5,27; Mt 25,31; At 10,42; 17,31; 2Tm 4,1]. Ora, il Figlio non è venuto per<br />
giudicare, ma per s<strong>al</strong>vare [Gv 3,17] e per donare la vita che è in lui [Gv 5,26]. È per il<br />
rifiuto della grazia nella vita presente che ognuno si giudica già da se stesso [Gv 3,18;<br />
12,48], riceve secondo le sue opere [1Cor 3,12-15] e può anche condannarsi per l'eternità<br />
rifiutando lo Spirito d'amore [Mt 12,32; Eb 6,4-6; 10,26-31]. (CCC 682) Cristo glorioso,<br />
venendo <strong>al</strong>la fine dei tempi a giudicare i vivi e i morti, rivelerà la disposizione segreta dei<br />
cuori e renderà a ciascun uomo secondo le sue opere e secondo l'accoglienza o il rifiuto<br />
della grazia. (CCC 2843) Così prendono vita le parole del Signore sul perdono, questo<br />
Amore che ama fino <strong>al</strong>la fine [Gv 13,1]. La parabola del servo spietato, che corona<br />
l'insegnamento del Signore sulla comunione ecclesi<strong>al</strong>e [Mt 18,23-35], termina con queste<br />
parole: “Così anche il mio Padre celeste farà a ciascuno di voi, se non perdonerete di<br />
cuore <strong>al</strong> vostro fratello”. E' lì, infatti, “nella profondità del cuore” che tutto si lega e si<br />
scioglie. Non è in nostro potere non sentire più e dimenticare l'offesa; ma il cuore che si<br />
offre <strong>al</strong>lo Spirito Santo tramuta la ferita in compassione e purifica la memoria<br />
trasformando l'offesa in intercessione. (CCC 1829) La carità ha come frutti la gioia, la<br />
pace e la misericordia; esige la generosità e la correzione fraterna; è benevolenza;<br />
suscita la reciprocità, si dimostra sempre disinteressata e benefica; è amicizia e<br />
comunione: “Il compimento di tutte le nostre opere è l'amore. Qui è il nostro fine; per<br />
questo noi corriamo, verso questa meta corriamo; quando saremo giunti, vi troveremo<br />
riposo” [Sant'Agostino, In epistulam Johannis ad Parthos tractatus, 10, 4: PL 35, 2056-<br />
2057].<br />
(Lc 6, 39-42) Vere guide e veri maestri<br />
[39] Disse loro anche una parabola: "Può forse un cieco guidare un <strong>al</strong>tro<br />
cieco? Non cadranno tutt'e due in una buca? [40] Il discepolo non è da più del<br />
maestro; ma ognuno ben preparato sarà come il suo maestro. [41] Perché<br />
guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non t'accorgi della trave<br />
che è nel tuo? [42] Come puoi dire <strong>al</strong> tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza
che è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la<br />
trave <strong>d<strong>al</strong></strong> tuo occhio e <strong>al</strong>lora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza<br />
<strong>d<strong>al</strong></strong>l'occhio del tuo fratello.<br />
(CCC 2466) In Gesù Cristo la verità di Dio si è manifestata interamente. “Pieno di<br />
grazia e di verità” (Gv 1,14), egli è la “luce del mondo” (Gv 8,12), egli è la Verità [Gv<br />
14,6]. “Chiunque crede” in lui non rimane “nelle tenebre” (Gv 12,46). Il discepolo di<br />
Gesù rimane fedele <strong>al</strong>la sua parola, per conoscere la verità che fa liberi [Gv 8,32] e che<br />
santifica [Gv 17,17]. Seguire Gesù, è vivere dello “Spirito di verità” (Gv 14,17) che il<br />
Padre manda nel suo nome [Gv 14,26] e che guida <strong>al</strong>la verità tutta intera” (Gv 16,13). Ai<br />
suoi discepoli Gesù insegna l'amore incondizionato della verità: “Sia il vostro parlare sì,<br />
sì; no, no” (Mt 5,37). (CCC 2543) “Ora, indipendentemente <strong>d<strong>al</strong></strong>la Legge, si è manifestata<br />
la giustizia di Dio, testimoniata <strong>d<strong>al</strong></strong>la Legge e dai profeti; giustizia di Dio per mezzo della<br />
fede in Gesù Cristo, per tutti quelli che credono” (Rm 3,21-22). Da <strong>al</strong>lora i credenti in<br />
Cristo “hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri” (G<strong>al</strong> 5,24); essi<br />
sono guidati <strong>d<strong>al</strong></strong>lo Spirito [Rm 8,14] e seguono i desideri dello Spirito [Rm 8,27]. (CCC<br />
1831) I sette doni dello Spirito Santo sono la sapienza, l'intelletto, il consiglio, la fortezza,<br />
la scienza, la pietà e il timore di Dio. Appartengono nella loro pienezza a Cristo, Figlio di<br />
Davide [Is 11,1-2]. Essi completano e portano <strong>al</strong>la perfezione le virtù di coloro che li<br />
ricevono. Rendono i fedeli docili ad obbedire con prontezza <strong>al</strong>le ispirazioni divine. Il tuo<br />
Spirito buono mi guidi in terra piana (S<strong>al</strong> 143,10). Tutti quelli che sono guidati <strong>d<strong>al</strong></strong>lo<br />
Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio… Se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio,<br />
coeredi di Cristo (Rm 8,14; 8,17).<br />
(Lc 6, 43-45) Produrre buoni frutti<br />
[43] Non c'è <strong>al</strong>bero buono che faccia frutti cattivi, né <strong>al</strong>bero cattivo che<br />
faccia frutti buoni. [44] Ogni <strong>al</strong>bero infatti si riconosce <strong>d<strong>al</strong></strong> suo frutto: non si<br />
raccolgono fichi <strong>d<strong>al</strong></strong>le spine, né si vendemmia uva da un rovo. [45] L'uomo buono<br />
trae fuori il bene <strong>d<strong>al</strong></strong> buon tesoro del suo cuore; l'uomo cattivo <strong>d<strong>al</strong></strong> suo cattivo<br />
tesoro trae fuori il m<strong>al</strong>e, perché la bocca parla <strong>d<strong>al</strong></strong>la pienezza del cuore.<br />
(CCC 1832) I frutti dello Spirito sono perfezioni che lo Spirito Santo plasma in<br />
noi come primizie della gloria eterna. La Tradizione della Chiesa ne enumera dodici:<br />
“amore, gioia, pace, pazienza, longanimità, bontà, benevolenza, mitezza, fedeltà,<br />
modestia, continenza, castità” (G<strong>al</strong> 5,22-23 vulg). (CCC 737) La missione di Cristo e<br />
dello Spirito Santo si compie nella Chiesa, Corpo di Cristo e tempio dello Spirito Santo.<br />
Questa missione congiunta associa ormai i seguaci di Cristo <strong>al</strong>la sua comunione con il<br />
Padre nello Spirito Santo: lo Spirito prepara gli uomini, li previene con la sua grazia per<br />
attirarli a Cristo. Manifesta loro il Signore risorto, ricorda loro la sua parola, apre il loro<br />
spirito <strong>al</strong>l'intelligenza della sua Morte e Risurrezione. Rende loro presente il Mistero di<br />
Cristo, soprattutto nell'Eucaristia, <strong>al</strong> fine di riconciliarli e di metterli in comunione con<br />
Dio perché portino “molto frutto” (Gv 15,5; 15,8; 15,16). (CCC 736) È per questa<br />
potenza dello Spirito che i figli di Dio possono portare frutto. Colui che ci ha innestati<br />
sulla vera Vite, farà sì che portiamo “il frutto dello Spirito [che] è amore, gioia, pace,<br />
pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé” (G<strong>al</strong> 5,22-23). “Lo Spirito<br />
è la nostra vita”: quanto più rinunciamo a noi stessi [Mt 16,24-26], tanto più<br />
“camminiamo secondo lo Spirito” (G<strong>al</strong> 5,25): “Con lo Spirito Santo, che rende spiritu<strong>al</strong>i,<br />
c'è la riammissione <strong>al</strong> Paradiso, il ritorno <strong>al</strong>la condizione di figlio, il coraggio di chiamare
Dio Padre, il diventare partecipe della grazia di Cristo, l'essere chiamato figlio della luce,<br />
il condividere la gloria eterna” [San Basilio di Cesarea, Liber de Spiritu Sancto, 15, 36:<br />
PG 32, 132]. (CCC 740) Queste “meraviglie di Dio”, offerte ai credenti nei sacramenti<br />
della Chiesa, portano i loro frutti nella vita nuova, in Cristo, secondo lo Spirito.<br />
(Lc 6, 46-49) La casa fondata sulla roccia<br />
[46] Perché mi chiamate: Signore, Signore, e poi non fate ciò che dico?<br />
[47] Chi viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi<br />
è simile: [48] è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto<br />
profondo e ha posto le fondamenta sopra la roccia. Venuta la piena, il fiume<br />
irruppe contro quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene.<br />
[49] Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha<br />
costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito<br />
crollò; e la rovina di quella casa fu grande".<br />
(CCC 424) Mossi <strong>d<strong>al</strong></strong>la grazia dello Spirito Santo e attirati <strong>d<strong>al</strong></strong> Padre, noi, riguardo<br />
a Gesù, crediamo e confessiamo: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente” (Mt 16,16).<br />
Sulla roccia di questa fede, confessata da san Pietro, Cristo ha fondato la sua Chiesa [Mt<br />
16,18; San Leone Magno, Sermo 4, 3: PL 54, 151; Sermo 51, 1: PL 54, 309; Sermo 62, 2:<br />
PL 54, 350-351; Sermo 83, 3: PL 54, 432]. (CCC 552) Nel collegio dei Dodici Simon<br />
Pietro occupa il primo posto [Mc 3,16; 9,2; Lc 24,34; 1Cor 15,5]. Gesù a lui ha affidato<br />
una missione unica. Grazie ad una rivelazione concessagli <strong>d<strong>al</strong></strong> Padre, Pietro aveva<br />
confessato: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. Nostro Signore <strong>al</strong>lora gli aveva<br />
detto: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non<br />
prevarranno contro di essa” (Mt 16,18). Cristo, “Pietra viva” (1Pt 2,4), assicura <strong>al</strong>la sua<br />
Chiesa fondata su Pietro la vittoria sulle potenze di morte. Pietro, a causa della fede da lui<br />
confessata, resterà la roccia incrollabile della Chiesa. Avrà la missione di custodire la<br />
fede nella sua integrità e di confermare i suoi fratelli [Lc 22,32].<br />
<strong>Luca</strong> 7<br />
(Lc 7, 1-10) Guarisce il servo di un centurione<br />
[1] Quando ebbe terminato di rivolgere tutte queste parole <strong>al</strong> popolo che<br />
stava in ascolto, entrò in Cafarnao. [2] Il servo di un centurione era amm<strong>al</strong>ato e<br />
stava per morire. Il centurione l'aveva molto caro. [3] Perciò, avendo udito parlare<br />
di Gesù, gli mandò <strong>al</strong>cuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di s<strong>al</strong>vare il<br />
suo servo. [4] Costoro giunti da Gesù lo pregavano con insistenza: "Egli merita<br />
che tu gli faccia questa grazia, dicevano, [5] perché ama il nostro popolo, ed è<br />
stato lui a costruirci la sinagoga". [6] Gesù si incamminò con loro. Non era ormai<br />
molto distante <strong>d<strong>al</strong></strong>la casa quando il centurione mandò <strong>al</strong>cuni amici a dirgli:<br />
"Signore, non stare a disturbarti, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto;<br />
[7] per questo non mi sono neanche ritenuto degno di venire da te, ma comanda<br />
con una parola e il mio servo sarà guarito. [8] Anch'io infatti sono uomo<br />
sottoposto a un'autorità, e ho sotto di me dei soldati; e dico <strong>al</strong>l'uno: Và ed egli va,<br />
e a un <strong>al</strong>tro: Vieni, ed egli viene, e <strong>al</strong> mio servo: Fà questo, ed egli lo fa". [9]<br />
All'udire questo Gesù restò ammirato e rivolgendosi <strong>al</strong>la folla che lo seguiva<br />
disse: "Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!".<br />
[10] E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito.
(CCC 2610) Come Gesù prega il Padre e rende grazie prima di ricevere i suoi<br />
doni, così egli ci insegna questa audacia fili<strong>al</strong>e: “Tutto quello che domandate nella<br />
preghiera,abbiate fede di averlo ottenuto”(Mc 11,24). T<strong>al</strong>e è la forza della preghiera:<br />
“Tutto è possibile per chi crede” (Mc 9,23), con una fede che non dubita [Mt 21,21].<br />
Quanto Gesù è rattristato <strong>d<strong>al</strong></strong>la “incredulità” (Mc 6,6) dei discepoli e <strong>d<strong>al</strong></strong>la “poca fede”<br />
(Mt 8,26) dei suoi compaesani, tanto si mostra pieno di ammirazione davanti <strong>al</strong>la fede<br />
davvero grande del centurione romano [Mt 8,10] e della cananea [Mt 15,28]. (CCC 26)<br />
[…] La fede è la risposta dell'uomo a Dio che gli si rivela e gli si dona, apportando nello<br />
stesso tempo una luce sovrabbondante <strong>al</strong>l'uomo in cerca del senso ultimo della vita […].<br />
(CCC 150) La fede è innanzi tutto una adesione person<strong>al</strong>e dell'uomo a Dio; <strong>al</strong> tempo<br />
stesso ed inseparabilmente, è l'assenso libero a tutta la verità che Dio ha rivelato. In<br />
quanto adesione person<strong>al</strong>e a Dio e assenso <strong>al</strong>la verità da Lui rivelata, la fede cristiana<br />
differisce <strong>d<strong>al</strong></strong>la fede in una persona umana. È bene e giusto affidarsi completamente a Dio<br />
e credere assolutamente a ciò che Egli dice. Sarebbe vano e f<strong>al</strong>lace riporre una simile<br />
fede in una creatura [Ger 17,5-6; S<strong>al</strong> 40,5; 146,3-4]. (CCC 151) Per il cristiano, credere<br />
in Dio è inseparabilmente credere in Colui che Egli ha mandato, “il suo Figlio prediletto”<br />
nel qu<strong>al</strong>e si è compiaciuto (Mc 1,11); Dio ci ha detto di ascoltarlo [Mc 9,7]. Il Signore<br />
stesso dice ai suoi discepoli: “Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me” (Gv<br />
14,1). Possiamo credere in Gesù Cristo perché Egli stesso è Dio, il Verbo fatto carne:<br />
“Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, Lui lo<br />
ha rivelato” (Gv 1,18). Poiché Egli “ha visto il Padre” (Gv 6,46), è il solo a conoscerlo e<br />
a poterlo rivelare [Mt 11,27 ]. (CCCC 152) Non si può credere in Gesù Cristo se non si<br />
ha parte <strong>al</strong> suo Spirito. È lo Spirito Santo che rivela agli uomini chi è Gesù. Infatti<br />
“nessuno può dire: "Gesù è Signore" se non sotto l'azione dello Spirito Santo” (1Cor<br />
12,3). “Lo Spirito scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio... Nessuno ha mai potuto<br />
conoscere i segreti di Dio se non lo Spirito di Dio” (1Cor 2,10-11). Dio solo conosce<br />
pienamente Dio. Noi crediamo nello Spirito Santo perché è Dio. La Chiesa non cessa di<br />
confessare la sua fede in un solo Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo.<br />
(Lc 7, 11-17) Risuscita il figlio di una vedova<br />
[11] In seguito si recò in una città chiamata Nain e facevano la strada con<br />
lui i discepoli e grande folla. [12] Quando fu vicino <strong>al</strong>la porta della città, ecco che<br />
veniva portato <strong>al</strong> sepolcro un morto, figlio unico di madre vedova; e molta gente<br />
della città era con lei. [13] Vedendola, il Signore ne ebbe compassione e le disse:<br />
"Non piangere!". [14] E accostatosi toccò la bara, mentre i portatori si fermarono.<br />
Poi disse: "Giovinetto, dico a te, <strong>al</strong>zati!". [15] Il morto si levò a sedere e<br />
incominciò a parlare. Ed egli lo diede <strong>al</strong>la madre. [16] Tutti furono presi da timore<br />
e glorificavano Dio dicendo: "Un grande profeta è sorto tra noi e Dio ha visitato il<br />
suo popolo". [17] La fama di questi fatti si diffuse in tutta la Giudea e per tutta la<br />
regione.<br />
(CCC 1006) «In faccia <strong>al</strong>la morte l’enigma della condizione umana diventa<br />
sommo». Per un verso la morte corpor<strong>al</strong>e è natur<strong>al</strong>e, ma per la fede essa in re<strong>al</strong>tà è<br />
«s<strong>al</strong>ario del peccato» (Rm 6,23). E per coloro che muoiono nella grazia di Cristo, è una<br />
partecipazione <strong>al</strong>la morte del Signore, per poter partecipare anche <strong>al</strong>la sua<br />
Risurrezione. (CCC 996) Fin dagli inizi, la fede cristiana nella risurrezione ha incontrato<br />
incomprensioni ed opposizioni. «In nessun <strong>al</strong>tro argomento la fede cristiana incontra<br />
tanta opposizione come a proposito della risurrezione della carne». Si accetta abbastanza
facilmente che, dopo la morte, la vita della persona umana continui in un modo spiritu<strong>al</strong>e.<br />
Ma come credere che questo corpo, la cui mort<strong>al</strong>ità è tanto evidente, possa risorgere per<br />
la vita eterna? (CCC 998) Chi risusciterà? Tutti gli uomini che sono morti: «quanti<br />
fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il m<strong>al</strong>e per una risurrezione di<br />
condanna» (Gv 3, 29). (CCC 999) Come? Cristo è risorto con il suo proprio corpo:<br />
«Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io!» (Lc 24, 39); ma egli non è<br />
ritornato ad una vita terrena. Allo stesso modo, in lui, «tutti risorgeranno coi corpi di<br />
cui ora sono rivestiti», ma questo corpo sarà trasfigurato in corpo, in «corpo spiritu<strong>al</strong>e»<br />
(1 Cor 15, 44): “Ma qu<strong>al</strong>cuno dirà: «Come risuscitano i morti? Con qu<strong>al</strong>e corpo<br />
verranno?». Stolto! Ciò che tu semini non prende vita, se prima non muore, e quello che<br />
semini non è il corpo che nascerà, ma un semplice chicco... Si semina corruttibile e<br />
risurge incorruttibile… È necessario infatti che questo corpo corruttibile si vesta di<br />
incorruttibilità e questo corpo mort<strong>al</strong>e si vesta di immort<strong>al</strong>ità” (1 Cor 15, 33-37.42.5 3).<br />
(CCC 1000) Il «come» supera le possibilità della nostra immaginazione e del nostro<br />
intelletto; è accessibile solo nella fede. Ma la nostra partecipazione <strong>al</strong>l’Eucaristia ci fa già<br />
pregustare la trasfigurazione del nostro corpo per opera di Cristo: “Come il pane che è<br />
frutto della terra, dopo che è stata invocata su di esso la benedizione divina, non è più<br />
pane comune, ma Eucaristia, composta di due re<strong>al</strong>tà, una terrena, l’<strong>al</strong>tra celeste, così i<br />
nostri corpi che ricevono l’Eucaristia non sono più corruttibili, <strong>d<strong>al</strong></strong> momento che<br />
portano in sé il germe della risurrezione”.<br />
(Lc 7, 18-23) Il Battista fa interrogare Gesù<br />
[18] Anche Giovanni fu informato dai suoi discepoli di tutti questi<br />
avvenimenti. Giovanni chiamò due di essi [19] e li mandò a dire <strong>al</strong> Signore: "Sei<br />
tu colui che viene, o dobbiamo aspettare un <strong>al</strong>tro?". [20] Venuti da lui, quegli<br />
uomini dissero: "Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: Sei tu<br />
colui che viene o dobbiamo aspettare un <strong>al</strong>tro?". [21] In quello stesso momento<br />
Gesù guarì molti da m<strong>al</strong>attie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti<br />
ciechi. [22] Poi diede loro questa risposta: "Andate e riferite a Giovanni ciò che<br />
avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi<br />
vengono sanati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunziata la buona<br />
novella. [23] E beato è chiunque non sarà scan<strong>d<strong>al</strong></strong>izzato di me!".<br />
(CCC 453) Il nome “Cristo” significa “Unto”, “Messia”. Gesù è il Cristo perché<br />
Dio lo “consacrò in Spirito Santo e potenza” (At 10,38). Egli era colui che doveva<br />
venire, [Lc 7,19] l'oggetto “della speranza d'Israele” (At 28,20). (CCC 422) “Quando<br />
venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge,<br />
per riscattare coloro che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l'adozione a figli” (G<strong>al</strong><br />
4,4-5). Ecco la Buona Novella riguardante “Gesù Cristo, Figlio di Dio” (Mc 1,1): Dio ha<br />
visitato il suo popolo [Lc 1,68], ha adempiuto le promesse fatte ad Abramo ed <strong>al</strong>la sua<br />
discendenza [Lc 1,55]; ed è andato oltre ogni attesa: ha mandato il suo “Figlio prediletto”<br />
(Mc 1,11). (CCC 423) Noi crediamo e professiamo che Gesù di Nazaret, nato ebreo da<br />
una figlia d'Israele, a Betlemme, <strong>al</strong> tempo del re Erode il Grande e dell'imperatore Cesare<br />
Augusto, di mestiere carpentiere, morto crocifisso a Gerus<strong>al</strong>emme, sotto il procuratore<br />
Ponzio Pilato, mentre regnava l'imperatore Tiberio, è il Figlio eterno di Dio fatto uomo, il<br />
qu<strong>al</strong>e è “venuto da Dio” (Gv 13,3), “disceso <strong>d<strong>al</strong></strong> cielo” (Gv 3,13; 6,33), “venuto nella<br />
carne” (1Gv 4,2); infatti “il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi<br />
vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito <strong>d<strong>al</strong></strong> Padre, pieno di grazia e di verità...
D<strong>al</strong>la sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia” (Gv 1,14; 1,16). (CCC<br />
424) Mossi <strong>d<strong>al</strong></strong>la grazia dello Spirito Santo e attirati <strong>d<strong>al</strong></strong> Padre, noi, riguardo a Gesù,<br />
crediamo e confessiamo: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente” (Mt 16,16). Sulla<br />
roccia di questa fede, confessata da san Pietro, Cristo ha fondato la sua Chiesa [Mt 16,18;<br />
San Leone Magno, Sermo 4, 3: PL 54, 151; Sermo 51, 1: PL 54, 309; Sermo 62, 2: PL 54,<br />
350-351; Sermo 83, 3: PL 54, 432].<br />
(Lc 7, 24-28) Gesù parla di Giovanni Battista<br />
[24] Quando gli inviati di Giovanni furono partiti, Gesù cominciò a dire <strong>al</strong>la<br />
folla riguardo a Giovanni: "Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una<br />
canna agitata <strong>d<strong>al</strong></strong> vento? [25] E <strong>al</strong>lora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo<br />
avvolto in morbide vesti? Coloro che portano vesti sontuose e vivono nella<br />
lussuria stanno nei p<strong>al</strong>azzi dei re. [26] Allora, che cosa siete andati a vedere? Un<br />
profeta? Sì, vi dico, e più che un profeta. [27] Egli è colui del qu<strong>al</strong>e sta<br />
scritto: Ecco io mando davanti a te il mio messaggero, egli preparerà la via<br />
davanti a te. [28] Io vi dico, tra i nati di donna non c'è nessuno più grande di<br />
Giovanni, e il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui.<br />
(CCC 523) San Giovanni Battista è l'immediato precursore del Signore, [At<br />
13,24] mandato a preparargli la via [Mt 3,3]. “Profeta dell'Altissimo” (Lc 1,76), di tutti i<br />
profeti è il più grande [Lc 7,26] e l'ultimo [Mt 11,13]; egli inaugura il Vangelo [At 1,22;<br />
Lc 16,16]; s<strong>al</strong>uta la venuta di Cristo fin <strong>d<strong>al</strong></strong> seno di sua madre [Lc 1,41] e trova la sua<br />
gioia nell'essere “l'amico dello sposo” (Gv 3,29), che designa come “l'Agnello di Dio...<br />
che toglie il peccato del mondo” (Gv 1,29). Precedendo Gesù “con lo spirito e la forza di<br />
Elia” (Lc 1,17), gli rende testimonianza con la sua predicazione, il suo battesimo di<br />
conversione ed infine con il suo martirio [Mc 6,17-29]. (CCC 524) La Chiesa, celebrando<br />
ogni anno la Liturgia dell'Avvento, attu<strong>al</strong>izza questa attesa del Messia: mettendosi in<br />
comunione con la lunga preparazione della prima venuta del S<strong>al</strong>vatore, i fedeli ravvivano<br />
l'ardente desiderio della sua seconda venuta [Ap 22,17]. Con la celebrazione della nascita<br />
e del martirio del Precursore, la Chiesa si unisce <strong>al</strong> suo desiderio: “egli deve crescere e io<br />
invece diminuire” (Gv 3,30). (CCC 717) “Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome<br />
era Giovanni” (Gv 1,6). Giovanni è “pieno di Spirito Santo fin <strong>d<strong>al</strong></strong> seno di sua madre”<br />
(Lc 1,15; 1,41) per opera dello stesso Cristo che la Vergine Maria aveva da poco<br />
concepito per opera dello Spirito Santo. La “visitazione” di Maria ad Elisabetta diventa<br />
così visita di Dio <strong>al</strong> suo popolo [Lc 1,68]. (CCC 718) Giovanni è “quell'Elia che deve<br />
venire” (Mt 17,10-13); il fuoco dello Spirito abita in lui e lo fa “correre avanti” [come<br />
“precursore”] <strong>al</strong> Signore che viene. In Giovanni il Precursore, lo Spirito Santo termina di<br />
“preparare <strong>al</strong> Signore un popolo ben disposto” (Lc 1,17). (CCC 719) Giovanni è “più<br />
che un profeta” (Lc 7,26). In lui lo Spirito Santo termina di “parlare per mezzo dei<br />
profeti”. Giovanni chiude il ciclo dei profeti inaugurato da Elia [Mt 11,13-14]. Egli<br />
annunzia che la Consolazione di Israele è prossima; è la “voce” del Consolatore che viene<br />
(Gv 1,23) [Is 40,1-3]. Come farà lo Spirito di verità, egli viene “come testimone per<br />
rendere testimonianza <strong>al</strong>la Luce” (Gv 1,7) [Gv 15,26; 5,33]. In Giovanni, lo Spirito<br />
compie così le indagini dei profeti e il desiderio degli angeli [1Pt 1,10-12]: “L'uomo sul<br />
qu<strong>al</strong>e vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo. E io ho<br />
visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio… Ecco l'Agnello di Dio” (Gv<br />
1,33-36).
(Lc 7, 29-35) Gesù giudica la sua generazione<br />
[29] “Tutto il popolo che lo ha ascoltato, e anche i pubblicani, hanno<br />
riconosciuto la giustizia di Dio ricevendo il battesimo di Giovanni. [30] Ma i farisei<br />
e i dottori della legge non facendosi battezzare da lui hanno reso vano per loro il<br />
disegno di Dio. [31] A chi dunque paragonerò gli uomini di questa generazione, a<br />
chi sono simili? [32] Sono simili a quei bambini che stando in piazza gridano gli<br />
uni agli <strong>al</strong>tri: Vi abbiamo suonato il flauto e non avete b<strong>al</strong>lato; vi abbiamo cantato<br />
un lamento e non avete pianto! [33] È venuto infatti Giovanni il Battista che non<br />
mangia pane e non beve vino, e voi dite: Ha un demonio. [34] È venuto il Figlio<br />
dell'uomo che mangia e beve, e voi dite: Ecco un mangione e un beone, amico<br />
dei pubblicani e dei peccatori. [35] Ma <strong>al</strong>la sapienza è stata resa giustizia da<br />
tutti i suoi figli".<br />
(CCC 2500) La pratica del bene si accompagna ad un piacere spiritu<strong>al</strong>e gratuito e<br />
<strong>al</strong>la bellezza mor<strong>al</strong>e. Allo stesso modo, la verità è congiunta <strong>al</strong>la gioia e <strong>al</strong>lo splendore<br />
della bellezza spiritu<strong>al</strong>e. La verità è bella per se stessa. All'uomo, dotato d'intelligenza, è<br />
necessaria la verità della parola, espressione razion<strong>al</strong>e della conoscenza della re<strong>al</strong>tà creata<br />
ed Increata; ma la verità può anche trovare <strong>al</strong>tre forme di espressione umana,<br />
complementari, soprattutto quando si tratta di evocare ciò che essa comporta di indicibile,<br />
le profondità del cuore umano, le elevazioni dell'anima, il Mistero di Dio. Ancor prima di<br />
rivelarsi <strong>al</strong>l'uomo mediante parole di verità, Dio si rivela a lui per mezzo del linguaggio<br />
univers<strong>al</strong>e della Creazione, opera della sua Parola, della sua Sapienza: l'ordine e<br />
l'armonia del cosmo che sia il bambino sia lo scienziato sanno scoprire, la grandezza e la<br />
bellezza delle creature fanno conoscere, per an<strong>al</strong>ogia, l'Autore [Sap 13,5], “perché li ha<br />
creati lo stesso Autore della bellezza” (Sap 13,3). “La Sapienza è un'emanazione della<br />
potenza di Dio, un effluvio genuino della gloria dell'Onnipotente, per questo nulla di<br />
contaminato in essa si infiltra. E' un riflesso della Luce perenne, uno specchio senza<br />
macchia dell'attività di Dio e un'immagine della sua bontà (Sap 7,25-26). Essa in re<strong>al</strong>tà è<br />
più bella del sole e supera ogni costellazione di astri; paragonata <strong>al</strong>la luce, risulta<br />
superiore; a questa, infatti, succede la notte, ma contro la Sapienza la m<strong>al</strong>vagità non può<br />
prev<strong>al</strong>ere (Sap 7,29-30). Mi sono innamorato della sua bellezza” (Sap 8,2). (CCC 30)<br />
“Gioisca il cuore di chi cerca il Signore” (S<strong>al</strong> 105,3). Se l'uomo può dimenticare o<br />
rifiutare Dio, Dio però non si stanca di chiamare ogni uomo a cercarlo perché viva e trovi<br />
la felicità. Ma t<strong>al</strong>e ricerca esige <strong>d<strong>al</strong></strong>l'uomo tutto lo sforzo della sua intelligenza, la<br />
rettitudine della sua volontà, “un cuore retto” ed anche la testimonianza di <strong>al</strong>tri che lo<br />
guidino nella ricerca di Dio. “Tu sei grande, Signore, e ben degno di lode; grande è la tua<br />
virtù e la tua sapienza inc<strong>al</strong>colabile. E l'uomo vuole lodarti, una particella del tuo creato<br />
che si porta attorno il suo destino mort<strong>al</strong>e, che si porta attorno la prova del suo peccato e<br />
la prova che tu resisti ai superbi. Eppure l'uomo, una particella del tuo creato, vuole<br />
lodarti. Sei tu che lo stimoli a dilettarsi delle tue lodi, perché ci hai fatti per te e il nostro<br />
cuore non ha posa finché non riposa in te” [Sant'Agostino, Confessiones, 1, 1, 1: PL 32,<br />
659-661]. (CCC 51 “Piacque a Dio nella sua bontà e sapienza rivelare se stesso e far<br />
conoscere il mistero della sua volontà, mediante il qu<strong>al</strong>e gli uomini, per mezzo di Cristo,<br />
Verbo fatto carne, nello Spirito Santo hanno accesso <strong>al</strong> Padre e sono così resi partecipi<br />
della divina natura” [Concilio Vaticano II, Dei Verbum, 2].
(Lc 7, 36-50) Gesù, il fariseo e la peccatrice<br />
[36] Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del<br />
fariseo e si mise a tavola. [37] Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città,<br />
saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio<br />
profumato; [38] e fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui e<br />
cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li<br />
cospargeva di olio profumato. [39] A quella vista il fariseo che l'aveva invitato<br />
pensò tra sé. "Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è<br />
colei che lo tocca: è una peccatrice". [40] Gesù <strong>al</strong>lora gli disse: "Simone, ho una<br />
cosa da dirti". Ed egli: "Maestro, dì pure". [41] "Un creditore aveva due debitori:<br />
l'uno gli doveva cinquecento denari, l'<strong>al</strong>tro cinquanta. [42] Non avendo essi da<br />
restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi dunque di loro lo amerà di più?".<br />
[43] Simone rispose: "Suppongo quello a cui ha condonato di più". Gli disse<br />
Gesù: "Hai giudicato bene". [44] E volgendosi verso la donna, disse a Simone:<br />
"Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m'hai dato l'acqua per<br />
i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi<br />
capelli. [45] Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non<br />
ha cessato di baciarmi i piedi. [46] Tu non mi hai cosparso il capo di olio<br />
profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. [47] Per questo ti dico: le<br />
sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si<br />
perdona poco, ama poco". [48] Poi disse a lei: "Ti sono perdonati i tuoi<br />
peccati". [49] Allora i commens<strong>al</strong>i cominciarono a dire tra sé: "Chi è quest'uomo<br />
che perdona anche i peccati?". [50] Ma egli disse <strong>al</strong>la donna: "La tua fede ti ha<br />
s<strong>al</strong>vata; và in pace!".<br />
(CCC 2616) La preghiera a Gesù è già esaudita da lui durante il suo ministero,<br />
mediante segni che anticipano la potenza della sua Morte e della sua Risurrezione: Gesù<br />
esaudisce la preghiera di fede, espressa a parole [Mc 1,40-41; Mc 5,36; Mc 7,29; Lc<br />
23,39-43], oppure in silenzio [Mc 2,5; Mc 5,28; Lc 7,37-38]. La supplica accorata dei<br />
ciechi: “Figlio di Davide, abbi pietà di noi” (Mt 9,27 ) o “Figlio di Davide, Gesù, abbi<br />
pietà di me” (Mc 10,47) è stata ripresa nella tradizione della Preghiera a Gesù: “Gesù,<br />
Cristo, Figlio di Dio, Signore, abbi pietà di me peccatore!”. Si tratti di guarire le m<strong>al</strong>attie<br />
o di rimettere i peccati, <strong>al</strong>la preghiera che implora con fede Gesù risponde sempre: “Va'<br />
in pace, la tua fede ti ha s<strong>al</strong>vato!”. Sant'Agostino riassume in modo mirabile le tre<br />
dimensioni della preghiera di Gesù: “Prega per noi come nostro sacerdote; prega in noi<br />
come nostro capo; è pregato da noi come nostro Dio. Riconosciamo, dunque, in lui la<br />
nostra voce, e in noi la sua voce” [Sant'Agostino, Enarratio in Ps<strong>al</strong>mum 85, 1:PL 36,<br />
1081; Principi e norme per la Liturgia delle Ore, 7]. (CCC 2712) La preghiera<br />
contemplativa è la preghiera del figlio di Dio, del peccatore perdonato che si apre ad<br />
accogliere l'amore con cui è amato e che vuole corrispondervi amando ancora di più<br />
[Lc 7,36-50; 19,1-10]. Ma egli sa che l'amore con cui risponde è quello che lo Spirito<br />
effonde nel suo cuore; infatti, tutto è grazia da parte di Dio. La preghiera contemplativa è<br />
l'abbandono umile e povero <strong>al</strong>l'amorosa volontà del Padre in unione sempre più<br />
profonda con il Figlio suo diletto. (CCC 2713) Così la preghiera contemplativa è la più<br />
semplice espressione del mistero della preghiera. La preghiera contemplativa è un dono,<br />
una grazia; non può essere accolta che nell'umiltà e nella povertà. La preghiera<br />
contemplativa è un rapporto di <strong>al</strong>leanza, concluso da Dio nella profondità del nostro
essere [Ger 31,33]. La preghiera contemplativa è comunione: in essa la Santissima Trinità<br />
conforma l'uomo, immagine di Dio, “a sua somiglianza”.<br />
<strong>Luca</strong> 8<br />
(Lc 8, 1-3) Le donne che seguono Gesù<br />
[1] In seguito egli se ne andava per le città e i villaggi, predicando e<br />
annunziando la buona novella del regno di Dio. [2] C'erano con lui i Dodici e<br />
<strong>al</strong>cune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria di<br />
Màg<strong>d<strong>al</strong></strong>a, <strong>d<strong>al</strong></strong>la qu<strong>al</strong>e erano usciti sette demòni, [3] Giovanna, moglie di Cusa,<br />
amministratore di Erode, Susanna e molte <strong>al</strong>tre, che li assistevano con i loro<br />
beni.<br />
(CCC 64) Attraverso i profeti, Dio forma il suo Popolo nella speranza della<br />
s<strong>al</strong>vezza, nell'attesa di una Alleanza nuova ed eterna destinata a tutti gli uomini [Is 2,2-4]<br />
e che sarà inscritta nei cuori [Ger 31,31-34; Eb 10,16]. I profeti annunziano una radic<strong>al</strong>e<br />
redenzione del Popolo di Dio, la purificazione da tutte le sue infedeltà [Ez 36], una<br />
s<strong>al</strong>vezza che includerà tutte le nazioni [Is 49,5-6; Is 53,11]. Saranno soprattutto i poveri e<br />
gli umili del Signore [Sof 2,3] che porteranno questa speranza. Le donne sante come<br />
Sara, Rebecca, Rachele, Miryam, Debora, Anna, Giuditta ed Ester hanno conservato viva<br />
la speranza della s<strong>al</strong>vezza d'Israele. Maria ne è l'immagine più luminosa [Lc 1,38]. (CCC<br />
489) Nel corso dell'Antica Alleanza, la missione di Maria è stata preparata da quella di<br />
sante donne. All'inizio c'è Eva: m<strong>al</strong>grado la sua disobbedienza, ella riceve la promessa di<br />
una discendenza che sarà vittoriosa sul M<strong>al</strong>igno [Gen 3,15], e quella d'essere la madre di<br />
tutti i viventi [Gen 3,20]. In forza di questa promessa, Sara concepisce un figlio<br />
nonostante la sua vecchiaia [Gen 18,10-14; 21,1-2]. Contro ogni umana attesa, Dio<br />
sceglie ciò che era ritenuto impotente e debole [1Cor 1,27] per mostrare la sua fedeltà <strong>al</strong>la<br />
promessa: Anna, la madre di Samuele [1Sam, 1], Debora, Rut, Giuditta e Ester, e molte<br />
<strong>al</strong>tre donne. Maria “primeggia tra gli umili e i poveri del Signore, i qu<strong>al</strong>i con fiducia<br />
attendono e ricevono da lui la s<strong>al</strong>vezza… Con lei, la eccelsa figlia di Sion, dopo la lunga<br />
attesa della Promessa, si compiono i tempi e si instaura la nuova economia” [Concilio<br />
Vaticano II, Lumen gentium, 55]. (CCC 641) Maria di Mag<strong>d<strong>al</strong></strong>a e le pie donne che<br />
andavano a completare l'imb<strong>al</strong>samazione del Corpo di Gesù, [Mc 16,1; Lc 24,1] sepolto<br />
in fretta la sera del Venerdì Santo a causa del sopraggiungere del Sabato, [Gv 19,31;<br />
19,42] sono state le prime ad incontrare il Risorto [Mt 28,9-10; Gv 20,11-18]. Le donne<br />
furono così le prime messaggere della Risurrezione di Cristo per gli stessi Apostoli [Lc<br />
24,9-10]. A loro Gesù appare in seguito: prima a Pietro, poi ai Dodici [1Cor 15,5]. Pietro,<br />
chiamato a confermare la fede dei suoi fratelli, [Lc 22,31-32] vede dunque il Risorto<br />
prima di loro ed è sulla sua testimonianza che la comunità esclama: “Davvero il Signore è<br />
risorto ed è apparso a Simone” (Lc 24,34). (CCC 965) Dopo l’Ascensione del suo Figlio,<br />
Maria «con le sue preghiere aiutò le primizie della Chiesa». Riunita con gli Apostoli e<br />
<strong>al</strong>cune donne, «anche Maria implorava con le sue preghiere il dono dello Spirito, che<br />
l’aveva già presa sotto la sua ombra nell’Annunciazione».<br />
(Lc 8, 4-8) Parabola del seminatore<br />
[4] Poiché una gran folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città,<br />
disse con una parabola: [5] "Il seminatore uscì a seminare la sua semente.<br />
Mentre seminava, parte cadde lungo la strada e fu c<strong>al</strong>pestata, e gli uccelli del
cielo la divorarono. [6] Un'<strong>al</strong>tra parte cadde sulla pietra e appena germogliata<br />
inaridì per mancanza di umidità. [7] Un'<strong>al</strong>tra cadde in mezzo <strong>al</strong>le spine e le spine,<br />
cresciute insieme con essa, la soffocarono. [8] Un'<strong>al</strong>tra cadde sulla terra buona,<br />
germogliò e fruttò cento volte tanto". Detto questo, esclamò: "Chi ha orecchi per<br />
intendere, intenda!".<br />
(CCC 543) Tutti gli uomini sono chiamati ad entrare nel Regno. Annunziato<br />
dapprima ai figli di Israele, [Mt 10,5-7] questo regno messianico è destinato ad accogliere<br />
gli uomini di tutte le nazioni [Mt 8,11; Mt 28,19]. Per accedervi, è necessario accogliere<br />
la Parola di Gesù: La Parola del Signore è paragonata appunto <strong>al</strong> seme che viene<br />
seminato in un campo: quelli che l'ascoltano con fede e appartengono <strong>al</strong> piccolo gregge<br />
di Cristo hanno accolto il Regno stesso di Dio; poi il seme per virtù propria germoglia e<br />
cresce fino <strong>al</strong> tempo del raccolto [Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 5]. (CCC 2707)<br />
I metodi di meditazione sono tanti quanti i maestri spiritu<strong>al</strong>i. Un cristiano deve meditare<br />
regolarmente, <strong>al</strong>trimenti rassomiglia ai tre primi terreni della parabola del seminatore<br />
[Mc 4,4-7; 4,15-19]. Ma un metodo non è che una guida; l'importante è avanzare, con lo<br />
Spirito Santo, sull'unica via della preghiera: Cristo Gesù. (CCC 2731) Un'<strong>al</strong>tra difficoltà,<br />
speci<strong>al</strong>mente per coloro che vogliono sinceramente pregare, è l'aridità. Fa parte<br />
dell'orazione nella qu<strong>al</strong>e il cuore è insensibile, senza gusto per i pensieri, i ricordi e i<br />
sentimenti anche spiritu<strong>al</strong>i. E' il momento della fede pura, che rimane con Gesù<br />
nell'agonia e nella tomba. “Il chicco di grano… se muore, produce molto frutto” (Gv<br />
12,24). Se l'aridità è dovuta <strong>al</strong>la mancanza di radice, perché la Parola è caduta sulla<br />
pietra, il combattimento rientra nel campo della conversione [Lc 8,6; 8,13].<br />
(Lc 8, 9-15) Gesù spiega la parabola<br />
[9] I suoi discepoli lo interrogarono sul significato della parabola. [10] Ed<br />
egli disse: "A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli <strong>al</strong>tri solo in<br />
parabole, perché vedendo non vedano e udendo non intendano. [11] Il significato<br />
della parabola è questo: Il seme è la parola di Dio. [12] I semi caduti lungo la<br />
strada sono coloro che l'hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la<br />
parola dai loro cuori, perché non credano e così siano s<strong>al</strong>vati. [13] Quelli sulla<br />
pietra sono coloro che, quando ascoltano, accolgono con gioia la parola, ma non<br />
hanno radice; credono per un certo tempo, ma nell'ora della tentazione vengono<br />
meno. [14] Il seme caduto in mezzo <strong>al</strong>le spine sono coloro che, dopo aver<br />
ascoltato, strada facendo si lasciano sopraffare <strong>d<strong>al</strong></strong>le preoccupazioni, <strong>d<strong>al</strong></strong>la<br />
ricchezza e dai piaceri della vita e non giungono a maturazione. [15] Il seme<br />
caduto sulla terra buona sono coloro che, dopo aver ascoltato la parola con<br />
cuore buono e perfetto, la custodiscono e producono frutto con la loro<br />
perseveranza.<br />
(CCC 546) Gesù chiama ad entrare nel Regno servendosi delle parabole,<br />
elemento tipico del suo insegnamento [Mc 4,33-34]. Con esse egli invita <strong>al</strong> banchetto del<br />
Regno, [Mt 22,1-14] ma chiede anche una scelta radic<strong>al</strong>e: per acquistare il Regno, è<br />
necessario “vendere” tutto [Mt 13,44-45]; le parole non bastano, occorrono i fatti [Mt<br />
21,28-32]. Le parabole sono come specchi per l'uomo: accoglie la Parola come un<br />
terreno arido o come un terreno buono? [Mt 13,3-9] Che uso fa dei t<strong>al</strong>enti ricevuti? [Mt<br />
25,14-30] Al cuore delle parabole stanno velatamente Gesù e la presenza del Regno in<br />
questo mondo. Occorre entrare nel Regno, cioè diventare discepoli di Cristo per<br />
“conoscere i Misteri del Regno dei cieli” (Mt 13,11). Per coloro che rimangono “fuori”,
[Mc 4,11] tutto resta enigmatico [Mt 13,10-15]. (CCC 161) Credere in Gesù Cristo e in<br />
colui che l'ha mandato per la nostra s<strong>al</strong>vezza, è necessario per essere s<strong>al</strong>vati [Mc 16,16;<br />
Gv 3,36; 6,40 e. a]. “Poiché "senza la fede è impossibile essere graditi a Dio" (Eb 11,6) e<br />
condividere le condizioni di suoi figli, nessuno può essere mai giustificato senza di essa e<br />
nessuno conseguirà la vita eterna se non "persevererà in essa sino <strong>al</strong>la fine" (Mt 10,22;<br />
Mt 24,13)” [Concilio Vaticano I: DS 3012; Concilio di Trento: DS 1532].<br />
(Lc 8, 16-18) Parabola della lampada<br />
[16] “Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la pone<br />
sotto un letto; la pone invece su un lampadario, perché chi entra veda la luce.<br />
[17] Non c'è nulla di nascosto che non debba essere manifestato, nulla di segreto<br />
che non debba essere conosciuto e venire in piena luce. [18] Fate attenzione<br />
dunque a come ascoltate; perché a chi ha sarà dato, ma a chi non ha sarà tolto<br />
anche ciò che crede di avere".<br />
(CCC 160) Per essere umana, la risposta della fede data <strong>d<strong>al</strong></strong>l'uomo a Dio deve<br />
essere volontaria; “nessuno quindi può essere costretto ad abbracciare la fede contro la<br />
sua volontà. Infatti l'atto di fede è volontario per sua stessa natura” [Concilio Vaticano II,<br />
Dignitatis humanae, 10; CIC canone 748, § 2]. “Dio chiama certo gli uomini a servire lui<br />
in spirito e verità, per cui essi sono vincolati in coscienza ma non coartati... Ciò è apparso<br />
in sommo grado in Cristo Gesù” [Dignitatis humanae, 11]. Infatti, Cristo ha invitato <strong>al</strong>la<br />
fede e <strong>al</strong>la conversione, ma a ciò non ha affatto costretto. Ha reso testimonianza <strong>al</strong>la<br />
verità”, ma non ha voluto “imporla con la forza a coloro che la respingevano. Il suo<br />
regno... cresce in virtù dell'amore, con il qu<strong>al</strong>e Cristo, es<strong>al</strong>tato in croce, trae a sé gli<br />
uomini” [Dignitatis humanae, 11]. (CCC 166) La fede è un atto person<strong>al</strong>e: è la libera<br />
risposta dell'uomo <strong>al</strong>l'iniziativa di Dio che si rivela. La fede però non è un atto isolato.<br />
Nessuno può credere da solo, così come nessuno può vivere da solo. Nessuno si è dato la<br />
fede da se stesso, così come nessuno da se stesso si è dato l'esistenza. Il credente ha<br />
ricevuto la fede da <strong>al</strong>tri e ad <strong>al</strong>tri la deve trasmettere. Il nostro amore per Gesù e per gli<br />
uomini ci spinge a parlare ad <strong>al</strong>tri della nostra fede. In t<strong>al</strong> modo ogni credente è come<br />
un anello nella grande catena dei credenti. Io non posso credere senza essere sorretto<br />
<strong>d<strong>al</strong></strong>la fede degli <strong>al</strong>tri, e, con la mia fede, contribuisco a sostenere la fede degli <strong>al</strong>tri.<br />
(Lc 8, 19-21) La vera famiglia di Gesù<br />
[19] Un giorno andarono a trovarlo la madre e i fratelli, ma non potevano<br />
avvicinarlo a causa della folla. [20] Gli fu annunziato: "Tua madre e i tuoi fratelli<br />
sono qui fuori e desiderano vederti". [21] Ma egli rispose: "Mia madre e miei<br />
fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica".<br />
(CCC 501) Gesù è l'unico Figlio di Maria. Ma la maternità spiritu<strong>al</strong>e di Maria [Gv<br />
19,26-27; Ap 12,17] si estende a tutti gli uomini che egli è venuto a s<strong>al</strong>vare: “Ella ha dato<br />
<strong>al</strong>la luce un Figlio, che Dio ha fatto “il primogenito di una moltitudine di fratelli” (Rm<br />
8,29), cioè dei fedeli, e <strong>al</strong>la cui nascita e formazione ella coopera con amore di madre”<br />
[Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 63]. (CCC 541) “Dopo che Giovanni fu arrestato,<br />
Gesù si recò nella G<strong>al</strong>ilea predicando il Vangelo di Dio e diceva: "Il tempo è compiuto e<br />
il Regno di Dio è vicino: convertitevi e credete <strong>al</strong> Vangelo"” (Mc 1,15). “Cristo, per<br />
adempiere la volontà del Padre, ha inaugurato in terra il Regno dei cieli” [Lumen<br />
gentium, 3]. Ora, la volontà del Padre è di “elevare gli uomini <strong>al</strong>la partecipazione della<br />
vita divina” [Ib.]. Lo fa radunando gli uomini attorno <strong>al</strong> Figlio suo, Gesù Cristo. Questa
assemblea è la Chiesa, la qu<strong>al</strong>e in terra costituisce “il germe e l'inizio” del Regno di Dio<br />
[Ib., 5]. (CCC 542) Cristo è <strong>al</strong> centro di questa riunione degli uomini nella “famiglia di<br />
Dio”. Li convoca attorno a sé con la sua Parola, con i suoi “segni” che manifestano il<br />
Regno di Dio, con l'invio dei suoi discepoli. Egli re<strong>al</strong>izzerà la venuta del suo Regno<br />
soprattutto con il grande Mistero della sua Pasqua: la sua morte in croce e la sua<br />
Risurrezione. “Quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me” (Gv 12,32). “Tutti gli<br />
uomini sono chiamati a questa unione con Cristo”. (CCC 959) Nell'unica famiglia di<br />
Dio. Tutti noi che “siamo figli di Dio e costituiamo in Cristo una sola famiglia, mentre<br />
comunichiamo tra di noi nella mutua carità e nell'unica lode della Trinità santissima,<br />
corrispondiamo <strong>al</strong>l'intima vocazione della Chiesa” [Lumen gentium, 50].<br />
(Lc 8, 22-25) Gesù c<strong>al</strong>ma una tempesta<br />
[22] Un giorno s<strong>al</strong>ì su una barca con i suoi discepoli e disse: "Passiamo<br />
<strong>al</strong>l'<strong>al</strong>tra riva del lago". Presero il largo. [23] Ora, mentre navigavano, egli si<br />
addormentò. Un turbine di vento si abbatté sul lago, imbarcavano acqua ed<br />
erano in pericolo. [24] Accostatisi a lui, lo svegliarono dicendo: "Maestro,<br />
maestro, siamo perduti!". E lui, destatosi, sgridò il vento e i flutti minacciosi; essi<br />
cessarono e si fece bonaccia. [25] Allora disse loro: "Dov'è la vostra fede?". Essi<br />
intimoriti e meravigliati si dicevano l'un l'<strong>al</strong>tro: "Chi è dunque costui che dà ordini<br />
ai venti e <strong>al</strong>l'acqua e gli obbediscono?".<br />
(CCC 227) Fidarsi di Dio in ogni circostanza, anche nell'avversità. Una preghiera<br />
di santa Teresa di Gesù esprime ciò mirabilmente: “Niente ti turbi / niente ti spaventi.<br />
Tutto passa / Dio non cambia. La pazienza ottiene tutto. / Chi ha Dio non manca di<br />
nulla. / Dio solo basta” [Santa Teresa di Gesù, Poesia, 9]. (CCC 301) Dopo averla<br />
creata, Dio non abbandona a se stessa la sua creatura. Non le dona soltanto di essere e di<br />
esistere: la conserva in ogni istante nell'essere, le dà la facoltà di agire e la conduce <strong>al</strong> suo<br />
termine. Riconoscere questa completa dipendenza in rapporto <strong>al</strong> Creatore è fonte di<br />
sapienza e di libertà, di gioia, di fiducia: “Tu ami tutte le cose esistenti, e nulla disprezzi<br />
di quanto hai creato; se tu avessi odiato qu<strong>al</strong>cosa, non l'avresti neppure creata. Come<br />
potrebbe sussistere una cosa se tu non vuoi? O conservarsi se tu non l'avessi chiamata<br />
<strong>al</strong>l'esistenza? Tu risparmi tutte le cose, perché tutte son tue, Signore, amante della vita”<br />
(Sap 11,24-26). (CCC 2743) Pregare è sempre possibile: il tempo del cristiano è quello di<br />
Cristo risorto, che è con noi “tutti i giorni” (Mt 28,20), qu<strong>al</strong>i che siano le tempeste [Lc<br />
8,24]. Il nostro tempo è nelle mani di Dio: “E' possibile, anche <strong>al</strong> mercato o durante una<br />
passeggiata solitaria, fare una frequente e fervorosa preghiera. E' possibile pure nel<br />
vostro negozio, sia mentre comperate sia mentre vendete, o anche mentre cucinate” [San<br />
Giovanni Crisostomo, De Anna, sermo 4: PG 54, 668].<br />
(Lc 8, 26-39) Gesù guarisce un indemoniato<br />
[26] Approdarono nella regione dei Gerasèni, che sta di fronte <strong>al</strong>la G<strong>al</strong>ilea.<br />
[27] Era appena sceso a terra, quando gli venne incontro un uomo della città<br />
posseduto dai demòni. Da molto tempo non portava vestiti, né abitava in casa,<br />
ma nei sepolcri. [28] Alla vista di Gesù gli si gettò ai piedi urlando e disse a gran<br />
voce: "Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio Altissimo? Ti prego, non<br />
tormentarmi!". [29] Gesù infatti stava ordinando <strong>al</strong>lo spirito immondo di uscire da<br />
quell'uomo. Molte volte infatti s'era impossessato di lui; <strong>al</strong>lora lo legavano con<br />
catene e lo custodivano in ceppi, ma egli spezzava i legami e veniva spinto <strong>d<strong>al</strong></strong>
demonio in luoghi deserti. [30] Gesù gli domandò: "Qu<strong>al</strong> è il tuo nome?".<br />
Rispose: "Legione", perché molti demòni erano entrati in lui. [31] E lo<br />
supplicavano che non ordinasse loro di andarsene nell'abisso. [32] Vi era là un<br />
numeroso branco di porci che pascolavano sul monte. Lo pregarono che<br />
concedesse loro di entrare nei porci; ed egli lo permise. [33] I demòni uscirono<br />
<strong>d<strong>al</strong></strong>l'uomo ed entrarono nei porci e quel branco corse a gettarsi a precipizio <strong>d<strong>al</strong></strong>la<br />
rupe nel lago e annegò. [34] Quando videro ciò che era accaduto, i mandriani<br />
fuggirono e portarono la notizia nella città e nei villaggi. [35] La gente uscì per<br />
vedere l'accaduto, arrivarono da Gesù e trovarono l'uomo <strong>d<strong>al</strong></strong> qu<strong>al</strong>e erano usciti i<br />
demòni vestito e sano di mente, che sedeva ai piedi di Gesù; e furono presi da<br />
spavento. [36] Quelli che erano stati spettatori riferirono come l'indemoniato era<br />
stato guarito. [37] Allora tutta la popolazione del territorio dei Gerasèni gli chiese<br />
che si <strong>al</strong>lontanasse da loro, perché avevano molta paura. Gesù, s<strong>al</strong>ito su una<br />
barca, tornò indietro. [38] L'uomo <strong>d<strong>al</strong></strong> qu<strong>al</strong>e erano usciti i demòni gli chiese di<br />
restare con lui, ma egli lo congedò dicendo: [39] "Torna a casa tua e racconta<br />
quello che Dio ti ha fatto". L'uomo se ne andò, proclamando per tutta la città<br />
quello che Gesù gli aveva fatto.<br />
(CCC 550) La venuta del Regno di Dio è la sconfitta del regno di Satana [Mt<br />
12,26]: “Se io scaccio i demoni per virtù dello Spirito di Dio, è certo giunto fra voi il<br />
Regno di Dio” (Mt 12,28). Gli esorcismi di Gesù liberano <strong>al</strong>cuni uomini <strong>d<strong>al</strong></strong> tormento dei<br />
demoni [Lc 8,26-39]. Anticipano la grande vittoria di Gesù sul “principe di questo<br />
mondo” (Gv 12,31). Il Regno di Dio sarà definitivamente stabilito per mezzo della croce<br />
di Cristo: “Regnavit a ligno Deus” (Dio regnò <strong>d<strong>al</strong></strong>la croce) [Inno “Vexilla Regis”]. (CCC<br />
394) La Scrittura attesta la nefasta influenza di colui che Gesù chiama “omicida fin <strong>d<strong>al</strong></strong><br />
principio” (Gv 8,44), e che ha perfino tentato di distogliere Gesù <strong>d<strong>al</strong></strong>la missione<br />
affidatagli <strong>d<strong>al</strong></strong> Padre [Mt 4,1-11]. “Il Figlio di Dio è apparso per distruggere le opere del<br />
diavolo” (1Gv 3,8). Di queste opere, la più grave nelle sue conseguenze è stata la<br />
seduzione menzognera che ha indotto l'uomo a disobbedire a Dio. (CCC 395) La potenza<br />
di Satana però non è infinita. Egli non è che una creatura, potente per il fatto di essere<br />
puro spirito, ma pur sempre una creatura: non può impedire l'edificazione del Regno di<br />
Dio. Sebbene Satana agisca nel mondo per odio contro Dio e il suo Regno in Cristo Gesù,<br />
e sebbene la sua azione causi gravi danni - di natura spiritu<strong>al</strong>e e indirettamente anche di<br />
natura fisica - per ogni uomo e per la società, questa azione è permessa <strong>d<strong>al</strong></strong>la divina<br />
Provvidenza, la qu<strong>al</strong>e guida la storia dell'uomo e del mondo con forza e dolcezza. La<br />
permissione divina dell'attività diabolica è un grande mistero, ma “noi sappiamo che<br />
tutto concorre <strong>al</strong> bene di coloro che amano Dio” (Rm 8,28).<br />
(Lc 8, 40-48) Gesù guarisce amm<strong>al</strong>ata da anni<br />
[40] Al suo ritorno, Gesù fu accolto <strong>d<strong>al</strong></strong>la folla, poiché tutti erano in attesa<br />
di lui. [41] Ed ecco venne un uomo di nome Giàiro, che era capo della sinagoga:<br />
gettatosi ai piedi di Gesù, lo pregava di recarsi a casa sua, [42] perché aveva<br />
un'unica figlia, di circa dodici anni, che stava per morire. Durante il cammino, le<br />
folle gli si acc<strong>al</strong>cavano attorno. [43] Una donna che soffriva di emorragia da<br />
dodici anni, e che nessuno era riuscito a guarire, [44] gli si avvicinò <strong>al</strong>le sp<strong>al</strong>le e<br />
gli toccò il lembo del mantello e subito il flusso di sangue si arrestò. [45] Gesù<br />
disse: "Chi mi ha toccato?". Mentre tutti negavano, Pietro disse: "Maestro, la<br />
folla ti stringe da ogni parte e ti schiaccia". [46] Ma Gesù disse: "Qu<strong>al</strong>cuno mi ha
toccato. Ho sentito che una forza è uscita da me". [47] Allora la donna,<br />
vedendo che non poteva rimanere nascosta, si fece avanti tremando e, gettatasi<br />
ai suoi piedi, dichiarò davanti a tutto il popolo il motivo per cui l'aveva toccato, e<br />
come era stata subito guarita. [48] Egli le disse: "Figlia, la tua fede ti ha<br />
s<strong>al</strong>vata, và in pace!".<br />
(CCC 1116) “Forze che escono” <strong>d<strong>al</strong></strong> Corpo di Cristo [Lc 5,17; 6,19; 8,46],<br />
sempre vivo e vivificante, azioni dello Spirito Santo operante nel suo Corpo che è la<br />
Chiesa, i sacramenti sono i “capolavori di Dio” nella Nuova ed Eterna Alleanza. (CCC<br />
695) L'unzione. Il simbolismo dell'unzione con l'olio è t<strong>al</strong>mente significativa dello Spirito<br />
Santo da divenirne il sinonimo [1Gv 2,20; 2,27; 2Cor 1,21]. Nell'iniziazione cristiana<br />
essa è il segno sacrament<strong>al</strong>e della Confermazione, chiamata giustamente nelle Chiese<br />
d'Oriente “Crismazione”. Ma per coglierne tutta la forza, bisogna tornare <strong>al</strong>la prima<br />
unzione compiuta <strong>d<strong>al</strong></strong>lo Spirito Santo: quella di Gesù. Cristo [“Messia”, in ebraico]<br />
significa “Unto” <strong>d<strong>al</strong></strong>lo Spirito di Dio. Nell'Antica Alleanza ci sono stati degli “unti” del<br />
Signore [Es 30,22-32], primo fra tutti il re Davide [1Sam 16,13]. Ma Gesù è l'Unto di Dio<br />
in una maniera unica: l'umanità che il Figlio assume è tot<strong>al</strong>mente “unta di Spirito<br />
Santo”. Gesù è costituito “Cristo” <strong>d<strong>al</strong></strong>lo Spirito Santo [Lc 4,18-19; Is 61,1]. La Vergine<br />
Maria concepisce Cristo per opera dello Spirito Santo, il qu<strong>al</strong>e, attraverso l'angelo, lo<br />
annunzia come Cristo fin <strong>d<strong>al</strong></strong>la nascita [Lc 2,11] e spinge Simeone ad andare <strong>al</strong> Tempio<br />
per vedere il Cristo del Signore [Lc 2,26-27]; è lui che ricolma Cristo, [Lc 4,1] è sua la<br />
forza che esce da Cristo negli atti di guarigione e di risanamento [Lc 6,19; 8,46]. È lui,<br />
infine, che risuscita Cristo dai morti [Rm 1,4; 8,11]. Allora, costituito pienamente<br />
“Cristo” nella sua Umanità vittoriosa della morte [At 2,36], Gesù effonde a profusione lo<br />
Spirito Santo, finché “i santi” costituiranno, nella loro unione <strong>al</strong>l'Umanità del Figlio di<br />
Dio, l'“Uomo perfetto, nella misura che conviene <strong>al</strong>la piena maturità di Cristo” (Ef 4,13):<br />
“il Cristo tot<strong>al</strong>e”, secondo l'espressione di sant'Agostino. (CCC 143) Con la fede l'uomo<br />
sottomette pienamente a Dio la propria intelligenza e la propria volontà. Con tutto il suo<br />
essere l'uomo dà il proprio assenso a Dio rivelatore [Ib., 5]. La Sacra Scrittura chiama<br />
“obbedienza della fede” questa risposta dell'uomo a Dio che rivela [Rm 1,5; 16,26].<br />
(CCC 150) La fede è innanzi tutto una adesione person<strong>al</strong>e dell'uomo a Dio; <strong>al</strong> tempo<br />
stesso ed inseparabilmente, è l'assenso libero a tutta la verità che Dio ha rivelato. In<br />
quanto adesione person<strong>al</strong>e a Dio e assenso <strong>al</strong>la verità da Lui rivelata, la fede cristiana<br />
differisce <strong>d<strong>al</strong></strong>la fede in una persona umana. È bene e giusto affidarsi completamente a Dio<br />
e credere assolutamente a ciò che Egli dice. Sarebbe vano e f<strong>al</strong>lace riporre una simile<br />
fede in una creatura [Ger 17,5-6; S<strong>al</strong> 40,5; 146,3-4].<br />
(Lc 8, 49-56) Gesù risuscita la figlia di Giairo<br />
[49] Stava ancora parlando quando venne uno della casa del capo della<br />
sinagoga a dirgli: "Tua figlia è morta, non disturbare più il maestro". [50] Ma Gesù<br />
che aveva udito rispose: "Non temere, soltanto abbi fede e sarà s<strong>al</strong>vata". [51]<br />
Giunto <strong>al</strong>la casa, non lasciò entrare nessuno con sé, <strong>al</strong>l'infuori di Pietro, Giovanni<br />
e Giacomo e il padre e la madre della fanciulla. [52] Tutti piangevano e facevano<br />
il lamento su di lei. Gesù disse: "Non piangete, perché non è morta, ma dorme".<br />
[53] Essi lo deridevano, sapendo che era morta, [54] ma egli, prendendole la<br />
mano, disse ad <strong>al</strong>ta voce: "Fanciulla, <strong>al</strong>zati!". [55] Il suo spirito ritornò in lei ed<br />
ella si <strong>al</strong>zò <strong>al</strong>l'istante. Egli ordinò di darle da mangiare. [56] I genitori ne furono
sb<strong>al</strong>orditi, ma egli raccomandò loro di non raccontare a nessuno ciò che era<br />
accaduto.<br />
(CCC 457) Il Verbo si è fatto carne per s<strong>al</strong>varci riconciliandoci con Dio: è Dio<br />
“che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri<br />
peccati” (1Gv 4,10). “Il Padre ha mandato il suo Figlio come S<strong>al</strong>vatore del mondo” (1Gv<br />
4,14). “Egli è apparso per togliere i peccati” (1Gv 3,5): “La nostra natura, m<strong>al</strong>ata,<br />
richiedeva d'essere guarita; decaduta, d'essere risollevata; morta, di essere risuscitata.<br />
Avevamo perduto il possesso del bene; era necessario che ci fosse restituito. Immersi<br />
nelle tenebre, occorreva che ci fosse portata la luce; perduti, attendevamo un s<strong>al</strong>vatore;<br />
prigionieri, un soccorritore; schiavi, un liberatore. Tutte queste ragioni erano prive<br />
d'importanza? Non erano t<strong>al</strong>i da commuovere Dio sì da farlo discendere fino <strong>al</strong>la nostra<br />
natura umana per visitarla, poiché l'umanità si trovava in una condizione tanto miserabile<br />
ed infelice?” [San Gregorio di Nissa, Oratio catechetica, 15, 3: PG 45, 48]. (CCC 646)<br />
La Risurrezione di Cristo non fu un ritorno <strong>al</strong>la vita terrena, come lo fu per le<br />
risurrezioni che egli aveva compiute prime della Pasqua: quelle della figlia di Giairo,<br />
del giovane di Naim, di Lazzaro. Questi fatti erano avvenimenti miracolosi, ma le<br />
persone miracolate ritrovavano, per il potere di Gesù, una vita terrena “ordinaria”. Ad<br />
un certo momento esse sarebbero morte di nuovo. La Risurrezione di Cristo è<br />
essenzi<strong>al</strong>mente diversa. Nel suo Corpo risuscitato egli passa <strong>d<strong>al</strong></strong>lo stato di morte ad<br />
un'<strong>al</strong>tra vita <strong>al</strong> di là del tempo e dello spazio. Il Corpo di Gesù è, nella Risurrezione,<br />
colmato della potenza dello Spirito Santo; partecipa <strong>al</strong>la vita divina nello stato della sua<br />
gloria, sì che san Paolo può dire di Cristo che egli è “l'uomo celeste” [1Cor 15,35-50].<br />
(CCC 366) La Chiesa insegna che ogni anima spiritu<strong>al</strong>e è creata direttamente da Dio<br />
[Pio XII, Lett. enc. Humani generis: DS 3896; Paolo VI, Credo del popolo di Dio, 8] -<br />
non è “prodotta” dai genitori - ed è immort<strong>al</strong>e: [Concilio Lateranense V (1513): DS 1440]<br />
essa non perisce <strong>al</strong> momento della sua separazione <strong>d<strong>al</strong></strong> corpo nella morte, e di nuovo si<br />
unirà <strong>al</strong> corpo <strong>al</strong> momento della risurrezione fin<strong>al</strong>e. (CCC 655) Infine, la Risurrezione di<br />
Cristo - e lo stesso Cristo risorto - è principio e sorgente della nostra risurrezione futura:<br />
“Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti…; e come tutti muoiono<br />
in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo” (1Cor 15,20-22). Nell'attesa di questo<br />
compimento, Cristo risuscitato vive nel cuore dei suoi fedeli. In lui i cristiani gustano “le<br />
meraviglie del mondo futuro” (Eb 6,5) e la loro vita è trasportata da Cristo nel seno della<br />
vita divina [Col 3,1-3]: “Egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più<br />
per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro” (2Cor 5,15).