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Il treno non è ancora perso Il treno non è ancora perso - Il Nuovo

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L’interminabile amarcord<br />

in bianco e nero<br />

di Claudio Monti<br />

La fotografia della nostra città che si<br />

sta sviluppando nella camera oscura<br />

delle celebrazioni per il 50esimo<br />

dell’autonomia comunale, ha solo le<br />

tonalità del bianco e del nero.<br />

E’ l’immagine del passato, di come<br />

eravamo. Sfogliare l’album di famiglia<br />

e sorprenderci giovani e vitali,<br />

intenti a edificare la casa comune<br />

pur nella diversità delle bandiere<br />

che si tengono in pugno, allarga il<br />

cuore e inumidisce gli occhi. E forse<br />

per questo <strong>è</strong> bello indugiare sui ricordi<br />

polverosi dei pionieri. Ma a<br />

Bellaria Igea Marina, dal giorno dell’apertura<br />

dei festeggiamenti, stiamo<br />

facendo praticamente solo questo:<br />

un lungo e interminabile amarcord.<br />

<strong>Il</strong> presente, invece, rimane<br />

avvolto nelle brume e il futuro ha<br />

un gran bisogno di essere messo a<br />

fuoco.<br />

Può però capitare di assistere ad un<br />

incontro con i sindaci di ieri e di oggi<br />

e ascoltare una brava giornalista-intervistatrice<br />

(made in Bim, nel senso<br />

di radio e di Bellaria Igea Marina,<br />

ma oggi residente altrove e lo si capisce<br />

da ciò che dice) descrivere un<br />

paese ormai arrivato, nel quale “le<br />

urgenze sono state tutte risolte”. Nel<br />

quale i sindaci corrono in squadra<br />

passandosi il testimone in perfetta<br />

unità d’intenti: “I progetti qualcuno<br />

li inizia e chi viene dopo li conclude.”<br />

E infatti <strong>è</strong> proprio così che <strong>è</strong> andata<br />

da noi negli ultimi anni. Tutti<br />

a giocare di squadra. Con i sindaci a<br />

passarsi la borraccia e ad asciugarsi<br />

il sudore l’un l’altro per la maggior<br />

gloria del paese.<br />

Ecco, sarebbe utile se, oltre a regalarci<br />

un passato in bianco e nero e<br />

un presente romanzato, le celebrazioni<br />

del 50esimo potessero anche<br />

permetterci di scattare una fotografia<br />

a colori di Bellaria Igea Marina.<br />

Quella di oggi e quella che immaginiamo<br />

per il futuro. Quella vera, che<br />

<strong>non</strong> può essere raccontata solo dagli<br />

“attori” che hanno fatto la storia della<br />

municipalità. Servono anche le<br />

voci stonate, le minoranze, la società<br />

civile.<br />

<strong>Il</strong> nuovo corso delle<br />

associazioni di categoria<br />

riparte dall’Emisfero.<br />

SOCIETÀ: a pagina 7<br />

N<br />

Anno<br />

Nando Fabbri: “L’Isola<br />

dei platani salvata da<br />

una mangiata di pesce.”<br />

CINQUANTESIMO: a pagina 9<br />

uovo<br />

IL<br />

Direttore Claudio Monti<br />

Giornale di Bellaria Igea Marina<br />

III, n. 10 - 18 maggio 2006<br />

<strong>Il</strong> <strong>treno</strong> <strong>non</strong> <strong>è</strong><br />

“A <strong>ancora</strong> <strong>perso</strong><br />

Ecco la darsena di Ugo<br />

Baldassarri. Molto diversa<br />

da quella di Mulazzani.<br />

IL CASO: a pagina 12<br />

A pag. 2<br />

Viale Pinzon: il sindaco scarica<br />

tutte le responsabilità sui tecnici<br />

E dà il “la” al “processo” in consiglio comunale al direttore lavori.<br />

“Ragioniamo insieme su<br />

quelli che potrebbero essere<br />

gli interventi da effettuare su<br />

viale Pinzon e sullo stato del<br />

collaudo”. In apertura del<br />

consiglio comunale del 10<br />

maggio scorso, il sindaco<br />

Gianni Scenna ha chiesto la<br />

parola, cogliendo un po’ tutti<br />

di sorpresa, per parlare della<br />

grana dell’arredo nell’occhio del ciclone.<br />

Così, come fosse una comunicazione<br />

qualunque. Come se in due anni<br />

<strong>non</strong> fosse successo niente. Come per<br />

cancellare con un colpo di spugna reticenze,<br />

pasticci, errori pesanti come pietre.<br />

Nel merito, però, il sindaco <strong>non</strong> c’<strong>è</strong><br />

entrato. Perché il Ponzio Pilato lo sa fare<br />

alla perfezione e lo fa fino in fondo. “Preferirei<br />

ci fosse anche il dirigente e vi<br />

chiedo di pazientare qualche minuto”,<br />

ha spiegato. Nell’attesa si passa alle interpellanze<br />

dei consiglieri comunali.<br />

Quando arriva il dirigente (arch. Gilberto<br />

Facondini), la scena <strong>non</strong> <strong>è</strong> “an-<br />

che”, ma solo sua. <strong>Il</strong> sindaco<br />

tace e rimarrà silente nel corso<br />

di tutto il dibattito sull’argomento.<br />

Silenti anche gli<br />

assessori. A pelare la patata<br />

bollente solo lui, il dirigente,<br />

oggetto di una raffica di domande<br />

da parte dei consiglieri<br />

della Lista della città che<br />

da quasi due anni cercano di<br />

far luce sulla sciagurata opera pubblica<br />

costata quasi 4 miliardi di vecchie<br />

lire e oggi tutta da rifare.<br />

La notizia <strong>non</strong> c’<strong>è</strong> perché la scrisse questo<br />

giornale già due mesi fa (n. 6) intervistando<br />

il tecnico che ha effettuato<br />

il collaudo, l’ing. Mauro Massari. <strong>Il</strong><br />

quale ci disse senza peli sulla lingua<br />

come stessero le cose: l’arredo inaugurato<br />

nell’estate del 2004 <strong>non</strong> <strong>è</strong> a norma.<br />

E’ stata utilizzata una pietra che<br />

<strong>non</strong> <strong>è</strong> quella di Pianello e i marciapiedi<br />

sono impraticabili, realizzati in violazione<br />

della legge sulle barriere archi-<br />

SEGUE A PAG. 4<br />

Nella storia di questo Comune<br />

sono mancati i sognatori<br />

volte ascolto la<br />

canzone di John<br />

Len<strong>non</strong>, “Imagine”,<br />

perché <strong>è</strong> bello<br />

e importante sognare<br />

e immaginare<br />

altri scenari.<br />

Anche il nostro sindaco, poco tempo<br />

fa, ha detto che i politici devono sognare.<br />

L’importante, però, <strong>è</strong> che quello<br />

che hanno sognato se lo ricordino<br />

al mattino. E a me piace anche immaginare<br />

cosa sarebbe oggi la nostra<br />

città se gli amministratori comunali<br />

avessero fatto certe scelte.” Chi parla<br />

<strong>è</strong> Gianpiero Gori (nella foto), uno<br />

che a Bellaria Igea Marina ha ricoperto<br />

anche incarichi pubblici. Viene<br />

da una famiglia ben radicata nella<br />

storia di questa città. <strong>Il</strong> fratello<br />

Guidone <strong>è</strong> il creatore dei bellissimi<br />

modellini di barche storiche della<br />

nostra marineria. Gianpiero <strong>è</strong> stato<br />

consigliere comunale per il partito<br />

repubblicano dal ’93 al ’95: “Sono<br />

stato l’unico a votare contro il Prg di<br />

Nando Fabbri”, si vanta. La politica<br />

l’ha sempre seguita, prima e dopo<br />

quella breve parentesi sui banchi dell’opposizione.<br />

E’ stato anche consigliere<br />

dell’Azienda di Soggiorno con gli<br />

ultimi tre presidenti: Nando Fabbri,<br />

Odo Fantini e Piero Baldassarri, dal<br />

1977 al 1986.<br />

Cominci pure a immaginare…<br />

Se l’amministrazione comunale<br />

avesse acquistato negli anni ‘60 il<br />

terreno sul quale sorgeva l’asilo delle<br />

suore (Villa Gioia), nell’area dell’attuale<br />

via Leonardo da Vinci a Bellaria,<br />

la nostra città oggi avrebbe un<br />

altro volto. E <strong>non</strong> fu comprato per<br />

un puntiglio. Don Giuseppe Canini<br />

chiedeva 110 milioni: una parte<br />

l’avrebbe dovuta dare alla sede centrale<br />

delle suore missionarie del Sacro<br />

Cuore e con l’altra parte avrebbe<br />

costruito il teatro, il cinema parrocchiale<br />

e la scuola materna.<br />

Come poi fece.<br />

Certamente. Ma solo l’allora presidente<br />

dell’Azienda di Soggiorno, Ermanno<br />

Morri, colse al volo l’occasione<br />

e comprò il terreno sul quale sarebbe<br />

poi sorto il Palazzo del turismo.<br />

<strong>Il</strong> resto lo comprarono i privati. <strong>Il</strong> Comune<br />

<strong>non</strong> l’acquistò, pretendeva che<br />

don Giuseppe regalasse quell’area.<br />

Ma facciamo l’ipotesi che il Comune<br />

avesse acquistato.<br />

E’ facile immaginare cosa sarebbe<br />

oggi quella zona. Niente alberghi e<br />

condomini. Al loro posto il verde,<br />

segue a pag. 8


copertina<br />

2 <strong>Il</strong> <strong>Nuovo</strong><br />

Riusciremo a realizzare il sogno<br />

di una città <strong>non</strong> più “spezzata” dalla<br />

ferrovia?<br />

Qui sopra, Filippo Giorgetti.<br />

La ferrovia?<br />

Mettiamola sottoterra<br />

E’ la soluzione che ha il miglior rapporto costibenefici.<br />

Già realizzata in diversi Comuni. La<br />

spesa per l’interramento nella nostra città? Quindici<br />

milioni di euro. Intervista a Filippo Giorgetti.<br />

Da quanti decenni si parla della ferrovia<br />

che spezza in due Bellaria Igea<br />

Marina e delle soluzioni migliori per<br />

superare l’ostacolo? Molti. Ci provarono<br />

i primi amministratori comunali<br />

del neonato Comune autonomo,<br />

ma senza venirne a capo. Due gli<br />

ostacoli fondamentali che sono sempre<br />

ritornati a galla ogni volta che<br />

si <strong>è</strong> affrontato l’argomento: la difficoltà<br />

di conquistare alla causa i Comuni<br />

limitrofi, e – spinoso come un<br />

bosco di rovi – il tema della spesa.<br />

Davanti al quale molti aprono le<br />

braccia come per dire: <strong>non</strong> ce la possiamo<br />

fare. Servono troppi euri. Cominciamo<br />

col dire che la somma <strong>è</strong><br />

bella alta ma <strong>non</strong> proibitiva. Filippo<br />

Giorgetti, che fra <strong>non</strong> molto si laureerà<br />

in ingegneria, esponente di<br />

Forza Italia, consigliere comunale<br />

della Lista della città dal luglio del<br />

2004, da tempo approfondisce la<br />

materia. E nelle sue ricerche ha trovato<br />

casi, molto simili al nostro, con<br />

Comuni che hanno risolto il problema<br />

senza dover scassinare le banche<br />

di Zurigo.<br />

Una premessa. “Io credo che la strada<br />

da seguire sia quella dell’interramento<br />

e <strong>non</strong> dello spostamento della<br />

ferrovia. Nella nostra città c’<strong>è</strong> la tendenza<br />

a ragionare emotivamente sui<br />

temi caldi, ma a mio parere sarebbe<br />

meglio superare questa metodologia<br />

e muoversi con una maggiore razionalità”,<br />

attacca Giorgetti. “Quello<br />

dello spostamento <strong>è</strong> diventato un<br />

chiodo fisso, ma se aveva un senso in<br />

passato oggi ne ha molto meno”. Perché?<br />

“Perché prima che fosse realizzata<br />

la nuova statale 16, quello era<br />

il sito idoneo per farci camminare i<br />

binari, ma adesso dove vogliamo farli<br />

passare? Oltre il cimitero di Bellaria<br />

monte, prima <strong>non</strong> ci sono spazi, il<br />

che vorrebbe dire allontanare la fermata<br />

del <strong>treno</strong> di due chilometri dal<br />

centro.” Occorrerebbe un servizio di<br />

navetta… “Ma perderemmo una nostra<br />

positiva peculiarità che <strong>è</strong> quella<br />

di avere la stazione in centro”. E<br />

quindi? “Un attimo di pazienza. L’altro<br />

problema <strong>è</strong> che lo spostamento<br />

può avvenire solo con l’accordo fra i<br />

Comuni, inoltre ci sarebbe bisogno<br />

di procedere ad espropri, occorrerebbe<br />

intervenire sugli attuali sottopassi<br />

che, una volta eliminata la ferrovia,<br />

<strong>non</strong> avrebbero più senso… Insomma,<br />

problemi a <strong>non</strong> finire e tempi<br />

che si allungano a dismisura. Mentre<br />

l’interramento, in traccia o in<br />

galleria, salta a pi<strong>è</strong> pari questi problemi.”<br />

Ma forse ha costi superiori.<br />

“Ha il miglior rapporto costi-benefici.<br />

<strong>Il</strong> tema dei costi <strong>non</strong> <strong>è</strong> difficile da<br />

quantificare, semplicemente perché<br />

ci sono ormai diversi Comuni in Italia<br />

che hanno “cancellato” le strade<br />

ferrate in superficie piazzandole<br />

qualche metro sottoterra.”<br />

Vediamo i casi concreti. “<strong>Il</strong> primo <strong>è</strong><br />

quello di Castellanza, provincia di<br />

Varese, dove <strong>è</strong> già in fase avanzato il<br />

primo lotto dei lavori di interramento<br />

della ferrovia, e nel sito internet<br />

del Comune il sindaco ne parla come<br />

di “una grande vittoria della nostra<br />

Città”. Un tunnel di 8 metri di diametro,<br />

a 12 metri di profondità, costa<br />

intorno ai 6 mila euro al metro.<br />

Per scavare circa 2 chilometri di<br />

galleria (più o meno la lunghezza del<br />

di Claudio Monti<br />

tratto da via Pascoli alla Cag<strong>non</strong>a),<br />

la talpa meccanica ha impiegato<br />

poco meno di sette mesi di tempo”,<br />

dice Giorgetti. E’ la Torno ad occuparsi<br />

dell’opera.<br />

Poi c’<strong>è</strong> il caso della linea Trento –<br />

Mal<strong>è</strong> dove si procede con l’interramento<br />

in trincea nel tratto compreso<br />

fra Lavis e Zambana Nuova: 2<br />

mila metri, di cui mille a doppio binario,<br />

che permetterà di sopprimere<br />

5 passaggi a livello. In questo caso<br />

la spesa <strong>è</strong> di 21,7 milioni di euro.<br />

In Piemonte <strong>è</strong> stata interrata la linea<br />

ferroviaria Torino-Ceres nella<br />

tratta urbana di Caselle Torinese:<br />

meno di un chilometro di lunghezza,<br />

dieci metri di sezione (28 in prossimità<br />

della stazione viaggiatori), in<br />

un contesto geologico particolarmente<br />

difficile, con depositi alluvionali<br />

e fluvio-glaciali costituiti da<br />

ghiaia e ciottoli in matrice sabbiosa,<br />

intercalati da banchi limosi in falda,<br />

<strong>è</strong> costato circa 50 miliardi. I lavori<br />

sono stati svolti dalla società di<br />

geoingegneria “Geodata”.<br />

I lavori di scavo per l’interramento di un<br />

tratto della linea ferroviaria di Castellanza<br />

(in provincia di Varese). Le esigenze che<br />

hanno fatto optare per questo genere di intervento,<br />

sono molto simili alle nostre. Per bypassare<br />

il centro evitando la barriera dei passaggi a<br />

livello, <strong>è</strong> stata realizzata una galleria che corre<br />

sotterranea per circa due chilometri. Più o meno<br />

la stessa distanza che va da via Pascoli alla Cag<strong>non</strong>a,<br />

il tratto più critico, soprattutto nel periodo<br />

estivo.<br />

In provincia di Bari, esattamente a<br />

Palese, Comune e Regione stanno<br />

andando nella stessa direzione, anche<br />

qui per bypassare la barriera<br />

della ferrovia.<br />

C’<strong>è</strong> poi il caso di Seveso dove si sta<br />

progettando di scavare un chilometro<br />

e 200 metri di galleria “per eliminare<br />

4 passaggi a livello e recuperare<br />

– si legge nella relazione tecnica<br />

– le aree sovrastanti la ferrovia<br />

per una più razionale godibilità<br />

degli spazi”. Qui la spesa ipotizzata <strong>è</strong><br />

di circa 10 milioni di euro.<br />

“A Bellaria Igea Marina <strong>è</strong> ipotizzabile<br />

che la spesa per interrare la ferrovia<br />

nel tratto più problematico, <strong>non</strong><br />

debba superare i 13-15 milioni di<br />

euro”, spiega Filippo Giorgetti. “Siamo<br />

<strong>ancora</strong> in tempo per andare in<br />

questa direzione anche perché manca<br />

la copertura economica per la nostra<br />

tratta del Trc.” Ma occorre procedere<br />

subito con uno studio di fattibilità.<br />

“Laddove gli enti locali esprimono<br />

una volontà politica forte - <strong>è</strong><br />

<strong>ancora</strong> l’esponente della Lista della<br />

città a parlare - Regioni e Rfi concorrono<br />

ai finanziamenti attingendo anche<br />

a fondi appositi per le grandi infrastrutture”.<br />

Sta dicendo che da noi<br />

manca la volontà politica? “Lo dicono<br />

i fatti. <strong>Il</strong> nostro Comune ha deciso<br />

di procedere con lo studio di fattibilità<br />

solo per valutare il problema degli<br />

attraversamenti, cio<strong>è</strong> dei sottopassi.<br />

Invece quello studio sarebbe<br />

dovuto essere ampliato anche per<br />

sondare altre soluzioni: sopraelevazione,<br />

spostamento, trasporto su<br />

gomma, allacciamento alla tratta<br />

Rimini-Bologna, interramento”,<br />

precisa Giorgetti. Che aggiunge:<br />

“Anziché spendere 100 mila euro nel<br />

concorso di idee per l’Isola dei platani,<br />

ben sapendo che <strong>non</strong> si sarebbe<br />

intervenuti, <strong>non</strong> era forse meglio destinare<br />

quella somma allo studio relativo<br />

alla ferrovia, problema sicuramente<br />

prioritario per la nostra città?<br />

Sa qual <strong>è</strong> il problema?” Dica…<br />

“Siamo governati da un’amministrazione<br />

comunale che naviga sottocosta<br />

e procede per emergenze, senza<br />

la necessaria lungimiranza per risolvere<br />

i nodi in grado di far crescere<br />

Bellaria Igea Marina”.


primo piano<br />

Bandiera BLU sulla balneazione<br />

Per il secondo anno consecutivo<br />

Bellaria Igea Marina<br />

ha ricevuto la Bandiera<br />

Blu (riconoscimento<br />

che ci <strong>è</strong> stato attribuito<br />

dalla FEE - Foundation for<br />

Environmental Education<br />

- Italia) che viene assegnata<br />

alle località turistiche<br />

in base a criteri di<br />

qualità delle acque, della<br />

costa, dei servizi, delle misure di sicurezza<br />

e dell’educazione ambientale.<br />

<strong>Il</strong> sindaco ha spiegato che l’ambito riconoscimento<br />

“premia l’attenzione di<br />

tutti gli operatori cittadini e del Comune<br />

nei confronti della salute del<br />

mare, la nostra più preziosa risorsa<br />

quale realtà turistica balneare”.<br />

Istituito nel 1987, il riconoscimento<br />

della Fondazione<br />

per l’educazione ambientale<br />

- in collaborazione<br />

con Cobat e Coou, i Consorzi<br />

obbligatori per la raccolta<br />

delle batterie e degli<br />

olii esausti - viene attribuito<br />

alle spiagge (90 in tutto<br />

le località italiane) e<br />

agli approdi turistici (52<br />

in totale). La bandiera può essere ammainata<br />

qualora, in base ai controlli<br />

effettuati dalla Fee, dovessero venir<br />

meno i requisiti ambientali per i quali<br />

<strong>è</strong> stata assegnata.<br />

Nella nostra provincia la Bandiera blu<br />

<strong>è</strong> andata anche a Misano, Cattolica (ne<br />

ha ricevute 11) e Rimini.<br />

Bandiera ROSSA sul Depuratore<br />

“Sono cose che a volte capitano”. E’<br />

questo il laconico commento dell’assessore<br />

all’ambiente Rosanna Rizzo sull’effetto<br />

“centrifuga” del nostro depuratore<br />

immortalato in alcune immagini la<br />

mattina del 21 aprile, pubblicate sullo<br />

scorso numero del <strong>Nuovo</strong> (per le quali<br />

va ringraziato un nostro lettore), una<br />

delle quali riproponiamo qui sotto.<br />

“Si tratta di un problema verificatosi<br />

in quei giorni anche a Rimini - afferma<br />

l’assessore - e probabilmente dovuto<br />

all’apertura di molti esercizi turistici<br />

contemporaneamente e quindi alla<br />

prima grande affluenza di turisti. <strong>Il</strong><br />

depuratore <strong>non</strong> <strong>è</strong> riuscito ad abbattere<br />

la grande quantità di tensioattivi riversatisi<br />

nelle acque, per cui la parte<br />

di acque <strong>non</strong> depurata, cadendo nel fiume<br />

ha causato quel fenomeno”. Non <strong>è</strong><br />

riuscito? Questo vuol dire che <strong>è</strong> sottodimensionato<br />

rispetto alle esigenze della<br />

nostra città? Alla ricerca di una risposta<br />

un pochino più scientifica, ci siamo<br />

rivolti ad Hera. <strong>Il</strong> 10 maggio abbiamo<br />

inviato una mail (che i destinatari<br />

hanno subito letto, come risulta dal<br />

rapporto di trasmissione) all’ufficio comunicazione<br />

dell’azienda, sede di Rimini,<br />

per chiedere spiegazione dell’accaduto<br />

ed anche una valutazione “sullo<br />

stato generale del Depuratore di Bellaria<br />

Igea Marina, che ad occhi inesperti<br />

si presenta con molti acciacchi.”<br />

Avevamo chiesto gentilmente di ricevere<br />

risposta entro sabato 13 maggio<br />

per poterla pubblicare in questo numero,<br />

ma la risposta <strong>non</strong> <strong>è</strong> arrivata. Attendiamo.<br />

Nel frattempo parla l’assessore Rizzo:<br />

“Non esistono problemi per la balneazione<br />

e la qualità delle acque”, assicura.<br />

“Vengono effettuati regolarmente<br />

prelievi di controllo, in media 3-4 volte<br />

al mese, e a ridosso di quella data si <strong>è</strong><br />

rilevata effettivamente la presenza di<br />

un alto quantitativo di tensioattivi. Ma<br />

niente allarmismi, errori o guasti.”<br />

Del problema si <strong>è</strong> occupato con una interpellanza<br />

anche Vittorio Guerra: “Un<br />

giornale locale ha pubblicato una fotografia<br />

in cui viene evidenziato del<br />

materiale schiumoso riversato nel fiume<br />

Uso. La nostra amministrazione ha<br />

effettuato delle verifiche? Qual <strong>è</strong> la<br />

natura di questo materiale? Si tratta<br />

di un fenomeno naturale o sono state<br />

riversate nel fiume delle sostanze nocive?”<br />

<strong>Il</strong> sindaco ha detto che farà conoscere<br />

la risposta che anche il Comune<br />

ha sollecitato ad Hera.<br />

Elisabetta Santandrea<br />

3<br />

<strong>Il</strong> <strong>Nuovo</strong><br />

<strong>Il</strong> Castello sepolto: la Rizzo sapeva,<br />

la Soprintendenza no<br />

Non <strong>è</strong> stata chiesta nessuna autorizzazione prima di eseguire<br />

i lavori. Ma la legge parla chiaro.<br />

<strong>Il</strong> Castrum Lusi? “Impacchettato” in<br />

attesa di riconsegna alla luce del sole.<br />

Tirino un sospiro di sollievo gli interessati<br />

alla vicenda trattata su queste<br />

pagine circa la messa in sicurezza<br />

degli argini del fiume Uso da parte<br />

dell’ex Genio Civile, e relativa scomparsa<br />

dei resti del castrum, presidio<br />

malatestiano a Bellaria. Niente abbattimenti,<br />

il castello <strong>ancora</strong> c’<strong>è</strong>, anche<br />

se <strong>non</strong> si vede: solo un po’ di incomprensioni,<br />

incoerenze, forse anche<br />

un bel po’ di incompetenze. Qualcosa<br />

ce lo racconta l’assessore all’ambiente<br />

Rosanna Rizzo. “E’ un intervento<br />

che ha trovato anche la mia<br />

disapprovazione – puntualizza – perché<br />

gli accordi con l’ex Genio Civile<br />

prevedevano il mantenimento della<br />

visibilità dei resti. Per questo ci confrontammo<br />

anche con l’ARRSA (Associazione<br />

riminese per la ricerca storica<br />

e archeologica, ndr.)”. Così <strong>non</strong><br />

<strong>è</strong> stato, e ci si <strong>è</strong> trovati a danno fatto.<br />

Perché? “Circa due anni fa, feci un<br />

sopralluogo e mi resi conto della situazione.<br />

Si <strong>è</strong> quindi deciso di lasciare<br />

i resti coperti e protetti come erano<br />

e sono tuttora, in attesa di condizioni<br />

migliori per poter intervenire e<br />

renderli nuovamente visibili”. Quali<br />

i tempi? “Deve <strong>ancora</strong> avvenire la<br />

consegna definitiva dei lavori in seguito<br />

a collaudo, ma ad ora <strong>non</strong> so<br />

definirne i tempi. Quando sarà avvenuto<br />

il passaggio definitivo della<br />

proprietà si potrà procedere con un<br />

progetto di intervento, che verrà posto<br />

in essere con la supervisione di<br />

organi competenti”. La Rizzo cita in<br />

questo senso <strong>ancora</strong> l’ex Genio civile,<br />

l’ARRSA e la Soprintendenza. E, a<br />

proposito, la Soprintendenza che ruolo<br />

ha svolto in questa vicenda? L’assessore<br />

Rizzo azzarda che qualcuno,<br />

ma <strong>non</strong> il Comune, l’abbia avvertita.<br />

Anche se i diretti interessati cadono<br />

dalle nuvole: “Agli atti <strong>non</strong> abbiamo<br />

nulla, nessuna scheda che riguardi<br />

il Castello dell’Uso”, dice l’architetto<br />

Piazza della Soprintendenza<br />

per i Beni Architettonici e il Paesaggio<br />

di Ravenna. Quindi nemmeno<br />

nessuna autorizzazione chiesta prima<br />

di eseguire i lavori nell’area interessata<br />

dal Castello, che pure<br />

avrebbe dovuto essere presentata<br />

alla Soprintendenza. L’architetto<br />

Piazza, dopo aver ricevuto il nostro<br />

giornale contenente l’articolo che ha<br />

sollevato il caso, precisa: “Chiederemo<br />

spiegazioni al Comune per capire<br />

cosa sia successo. Occorre anzitutto<br />

appurare chi sia il proprietario dell’area.<br />

Immagino ci vorrà un po’ di<br />

tempo.” <strong>Il</strong> Codice dei Beni Culturali<br />

e del Paesaggio recita a chiare lettere<br />

all’art. 21 (Capo III, sez. I) che “l’esecuzione<br />

di opere e lavori di qualunque<br />

genere su beni culturali <strong>è</strong> subordinata<br />

ad autorizzazione del soprintendente”<br />

e che “l’autorizzazione <strong>è</strong><br />

resa su progetto o, qualora sufficiente,<br />

su descrizione tecnica dell’intervento,<br />

presentati dal richiedente, e<br />

può contenere prescrizioni”. Abbiamo<br />

chiesto lumi anche al presidente<br />

del consiglio direttivo di ARRSA,<br />

Marcello Cartoceti. “<strong>Il</strong> nostro coinvolgimento<br />

nella vicenda dell’Uso <strong>è</strong> stato<br />

ufficioso. Facemmo un sopralluogo,<br />

ma l’ex Genio Civile era già intervenuto<br />

interrando tutto, quindi<br />

finì tutto lì. Un intervento del genere,<br />

dovuto forse a poca consapevolezza,<br />

<strong>non</strong> sarebbe dovuto avvenire, soprattutto<br />

se, come penso, si tratta di<br />

un bene vincolato. Non mi risulta che<br />

la Soprintendenza ne sia a conoscenza.<br />

E’ certo che i resti si trovano con<br />

probabilità su proprietà del demanio,<br />

quindi <strong>è</strong> comprensibile che il Comune<br />

abbia un po’ le ‘mani legate’ fino<br />

alla consegna ufficiale dei lavori. Ma<br />

<strong>è</strong> anche vero che certe cose si pianificano<br />

a monte”. Cartoceti dimostra<br />

l’ampia disponibilità della sua associazione<br />

qualora si verifichi la reale<br />

possibilità di intraprendere un percorso<br />

di valorizzazione del Castrum,<br />

ma “su un progetto che nasca da precisi<br />

rapporti scritti”. Insomma, speriamo<br />

di poter “spacchettare” presto<br />

il Castrum: un regalo dovuto.<br />

Elisabetta Santandrea<br />

I resti del Castello coperti in occasione<br />

dei lavori di messa in sicurezza dell’Uso.<br />

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il fatto 4 <strong>Il</strong> <strong>Nuovo</strong><br />

SEGUE DA PAG. 1<br />

tettoniche. Un collaudo giunto fuori<br />

tempo massimo, due anni dopo la fine<br />

dei lavori, quando la legge prevede<br />

un tempo di sei mesi entro i quali verificare<br />

se l’opera sia stata realizzata<br />

a regola d’arte. La notizia <strong>è</strong> invece<br />

questa: l’ultimo consiglio comunale<br />

si <strong>è</strong> trasformato in una improvvisata<br />

aula di Tribunale con il Comune<br />

impegnato ad autoassolversi e a scaricare<br />

ogni responsabilità sul direttore<br />

lavori e sull’impresa. Una sentenza<br />

leggermente viziata.<br />

Facondini: “Circa 15 giorni fa <strong>è</strong> stato<br />

depositato il certificato di collaudo insieme<br />

alla relazione e ai verbali. Dal<br />

collaudo emerge una sostanziale difformità<br />

dei marciapiedi sia rispetto<br />

alla tipologia di pietra prevista nell’elenco<br />

prezzi, sia rispetto alla normativa<br />

sulle barriere architettoniche.”<br />

E quindi cosa farà il Comune?<br />

“Come uffici riteniamo debba essere<br />

addebitata all’impresa e alla direzione<br />

lavori una responsabilità concorrente<br />

nell’esecuzione dell’opera e che<br />

quindi i marciapiedi <strong>non</strong> possano essere<br />

collaudati. Questo implica che<br />

dobbiamo prontamente provvedere<br />

ad eseguire, come ritiene il responsabile<br />

del procedimento, la levigatura<br />

dei marciapiedi che attualmente <strong>non</strong><br />

hanno le caratteristiche idonee per<br />

essere accessibili a tutti. In questo senso<br />

stiamo ipotizzando di affidare dei<br />

lavori proprio per eseguire queste<br />

opere.” Domanda Primo Fonti, Lista<br />

della Città: a chi sono attribuibili le<br />

responsabilità? Risponde Facondini:<br />

“La giurisprudenza dice che <strong>non</strong> può<br />

essere elusa la responsabilità dell’impresa,<br />

la quale deve avere le sufficienti<br />

capacità tecniche per poter valutare<br />

la congruenza dell’opera che<br />

va ad eseguire sia rispetto al capitolato<br />

d’appalto che alle normative che<br />

deve soddisfare. Anche se ha messo<br />

in opera una pietra che, a quanto<br />

pare, <strong>è</strong> stata decisa da altri.” Fonti<br />

fa presente che i soggetti coinvolti<br />

<strong>non</strong> sono solo il direttore lavori e la<br />

ditta ma anche il committente, cio<strong>è</strong><br />

“La Giunta ha approvato quella pietra”<br />

I tecnici hanno sostituito la pietra di Pianello, ma con la benedizione degli amministratori comunali?<br />

la giunta. Prende la parola Roberto<br />

Sancisi, assessore ai lavori pubblici<br />

all’epoca della realizzazione dell’arredo:<br />

“Questa sera per la prima volta<br />

vengo a sapere dei risultati del collaudo<br />

e imparo che emerge una difformità<br />

sia sulla tipologia della pietra che<br />

sulla normativa delle barriere architettoniche.<br />

Sia a me che all’allora dirigente<br />

ai lavori pubblici, furono fornite<br />

le più ampie rassicurazioni da parte<br />

del direttore lavori sul fatto che la<br />

pietra fosse a norma. Domani mi presenterò<br />

negli uffici e chiederò copia del<br />

collaudo e penso di procedere per vie<br />

legali nei confronti del direttore lavori<br />

perché <strong>è</strong> inammissibile che abbia fornito<br />

rassicurazioni che oggi vengono<br />

smentite.”<br />

A questo punto un’altra sorpresa.<br />

Pierluigi Grossi (Lista della città)<br />

dice di avere in mano una risposta<br />

Direzione didattica e Comune: se guerra <strong>non</strong> <strong>è</strong>, poco ci manca<br />

Diciamo pure che <strong>non</strong> <strong>è</strong> obbligatorio che<br />

facciano i bacini, però un po’ più di coesione<br />

la direzione didattica e l’amministrazione<br />

comunale sarebbe opportuno<br />

che la dimostrassero. Infatti se guerra<br />

<strong>non</strong> <strong>è</strong>, poco ci manca.<br />

Scuola, tutto tace<br />

Diciamo verità, alcune delle notizie che<br />

ci sono giunte in questi giorni sono risultate<br />

illuminanti sul motivo per cui a<br />

Bellaria Igea Marina continua ad esserci<br />

un’emergenza che riguarda l’edilizia<br />

scolastica.La cronaca:<br />

1) incontro al Ferrarin del 29 marzo<br />

2006, proposta congiunta dell’assessore<br />

Antonio Bernardi e della direttrice Mara<br />

Marani: per la mancanza di un’aula si<br />

spostano 3 future quinte alla media;<br />

2) incontro dell’8 aprile dell’assessore<br />

con i genitori (che depositano oltre 50<br />

firme) delle future quinte: c’<strong>è</strong> spazio alla<br />

Ternana (accorpamento di una futura<br />

seconda) e quindi si sposta lì una prima.<br />

Non occorre altro;<br />

3) Incontro del 9 maggio alla Ternana.<br />

La direttrice: l’accorpamento? Fattore di<br />

numeri carenti. Poi la stoccata all’amministrazione,<br />

che <strong>non</strong> avrebbe messo<br />

in atto una procedura di previsione dei<br />

flussi di arrivo di nuovi abitanti. Vi fosse<br />

tale previsione, <strong>non</strong> si commetterebbero<br />

errori quali il fare tre prime quando<br />

<strong>non</strong> vi sono i numeri adeguati;<br />

4) incontro del 9 maggio della direttrice<br />

presso la Ternana: nell’aula libera, conseguenza<br />

dell’accorpamento delle future<br />

seconde, si farà un laboratorio e<br />

<strong>non</strong> vi sarà nessuno spostamento di<br />

classi da fuori della Ternana;<br />

5) consiglio comunale del 10 maggio:<br />

Gianluca Medri Ottaviani chiede lumi<br />

sulla risposta, che <strong>non</strong> arriva, alla sua<br />

interpellanza (presentata a metà marzo)<br />

relativa ai casi di bambini con intolleranze<br />

alimentari ai quali sono stati forniti<br />

pasti “normali” (<strong>è</strong> stato <strong>Il</strong> <strong>Nuovo</strong> a<br />

sollevare la questione). L’assessore<br />

alla scuola Bernardi spiega che mancano<br />

le informazioni che il Comune ha<br />

chiesto alla scuola. <strong>Il</strong> sindaco ci mette<br />

un altro carico: “Invito il dirigente (comunale,<br />

ndr) alla scuola a chiedere domani<br />

stesso al dirigente scolastico una risposta<br />

sollecita, visto anche il tempo già<br />

trascorso, affinché siamo nelle condizioni<br />

di potere a nostra volta evadere l’interpellanza”;<br />

6) incontro con i genitori della Tre Ponti<br />

presso la scuola media (12 maggio): la<br />

direttrice dichiara il proprio dissenso per<br />

quanto deciso dall’assessore, insinuando<br />

il dubbio sulla possibilità di seguire<br />

tale linea;<br />

7) 13 maggio, l’assessore dice: “Sono<br />

dell’idea che con uno spazio già disponibile<br />

alla Ternana, sia assurdo chiedere<br />

a 60 genitori di trasferire i propri figli<br />

del dirigente Facondini ad una sua<br />

precedente interpellanza. La va a<br />

prendere e la legge: “Dagli atti di questa<br />

amministrazione risulta che la<br />

scelta di utilizzare la pietra <strong>è</strong> stata<br />

fatta dai progettisti, ing. Mussoni e<br />

prof. Arch. Tramonti, che hanno indicato<br />

nel progetto la “fornitura e posa<br />

in opera di pavimentazione in lastre<br />

di pietra con spessore medio 8-10 cm.<br />

costituita da elementi di pietra calcarea<br />

dalle caratteristiche cromatiche<br />

grigio-gialla tipo “pietra di Pianello”<br />

proveniente da cave umbre,<br />

…” Ma, precisa Facondini nella sua<br />

lettera a Grossi, la scelta dei due tecnici<br />

<strong>è</strong> stata “approvata dalla giunta<br />

con atto n. 115 del 16.7.2003.” Però,<br />

dice a voce Facondini, la giunta <strong>non</strong><br />

c’entra: “La figura del committente<br />

<strong>è</strong> <strong>perso</strong>nificata dal responsabile del<br />

procedimento (cio<strong>è</strong> il tecnico comunale,<br />

ndr).” Ma il committente, in<br />

corso d’opera, <strong>non</strong> ha mai avanzato<br />

alcuna contestazione scritta.<br />

Eppure, come <strong>Il</strong> <strong>Nuovo</strong> (n. 7/2006)<br />

ha già documentato, vari esponenti<br />

della Lista della Città segnalarono<br />

tempestivamente in consiglio comunale<br />

(a partire da quello del<br />

10.2.2004), a lavori appena iniziati,<br />

che quella pietra avrebbe creato<br />

problemi. Sindaco e assessore dissero:<br />

“Grazie delle segnalazioni, verificheremo”.<br />

Invece i lavori andarono<br />

avanti perché la giunta aveva fretta<br />

di inaugurare il viale prima del voto<br />

delle amministrative del giugno<br />

2004. “Aspetterei prima di condannare<br />

il direttore dei lavori, <strong>non</strong> mi<br />

sbilancerei a dire che <strong>è</strong> tutta responsabilità<br />

sua”, ha concluso Facondini.<br />

L’affare si complica e con ogni probabilità<br />

finirà in un Tribunale. Vero.<br />

da Igea a Bellaria”.<br />

<strong>Il</strong> 16 maggio c’<strong>è</strong> stato un incontro tra la<br />

direttrice e l’assessore. A tema la pianificazione<br />

del nuovo anno scolastico.<br />

Pare che i due <strong>non</strong> si fossero incontrati<br />

dal 29 marzo. Visti i problemi, ci si può<br />

permettere che direzione didattica e assessorato<br />

seguano strade autonome e<br />

contrastanti? Nel frattempo tutte le soluzioni<br />

alternative che potevano essere<br />

messe in atto perché si evitasse di giungere<br />

a tale conflittualità, rimangono al<br />

palo. E forse ora <strong>è</strong> davvero tardi per soluzioni<br />

più ragionevoli.<br />

Un’ultima nota. Con una lettera scritta il 2<br />

maggio la direttrice convoca i genitori<br />

della Ternana per un incontro (quello del<br />

9 maggio). Nella missiva si spiega che il<br />

motivo dell’accorpamento delle attuali tre<br />

prime <strong>è</strong> dato dalla carenza di numeri dovuto<br />

a trasferimenti in altre scuole (6 alunni).<br />

Si sapeva già a settembre. Si poteva<br />

iniziare con due prime da subito, ma temendo<br />

un aumento del numero durante<br />

l’anno si <strong>è</strong> sottaciuto al provveditore il<br />

venire a meno degli alunni. Ora però i<br />

nodi vengono al pettine e abbiamo il disagio<br />

della ricomposizione delle classi.<br />

Sarà affidato alle maestre e <strong>non</strong> sarà<br />

semplice. Inoltre delle tre maestre in organico,<br />

già fin da gennaio ben due avevano<br />

chiesto il trasferimento. Piove sul<br />

bagnato. (E.P.)<br />

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6<br />

<strong>Il</strong> <strong>Nuovo</strong><br />

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di Giorgetti Sergio & C. Snc<br />

Emozioni in mostra<br />

Da un inizio casuale <strong>è</strong> nato un lavoro con un<br />

gruppo di bambini e una esposizione che <strong>è</strong><br />

già arrivata alla quarta edizione. La “regia”<br />

<strong>è</strong> di Costanza Palmitessa, psicologa e artista.<br />

di Emanuele Polverelli<br />

Fin dall’inizio (le pagine sulla creatività<br />

si sono sviluppate con continuità<br />

a partire da <strong>Il</strong> <strong>Nuovo</strong> n. 9 del 28 aprile<br />

2005), avevamo chiara una convinzione:<br />

parlare di creatività significa<br />

parlare di qualcosa di assai concreto,<br />

fattivo, capace di incidere sulla realtà.<br />

Al di là delle tele, dei libri e della<br />

musica - che pure sono realtà bellissime<br />

e degne di per sé di essere raccontate<br />

- l’oggetto reale della nostra indagine<br />

<strong>è</strong> quel guizzo, quell’inventiva,<br />

quella capacità creativa che spinge a<br />

cambiare le cose, a proporre nuove<br />

prospettive, ad aprire nuove strade. <strong>Il</strong><br />

concetto sopra espresso lo comprendiamo<br />

bene oggi, perché il tema che ci<br />

approntiamo a descrivere <strong>è</strong> una iniziativa<br />

educativa. Apparentemente<br />

una delle tante iniziative sperimentali<br />

che passano dentro e fuori le nostre<br />

scuole, senza talvolta lasciare troppe<br />

tracce né in chi le fa, né in chi le<br />

subisce.<br />

Invece in questo caso <strong>non</strong> <strong>è</strong> così. Per<br />

come <strong>è</strong> nata, per la passione con cui <strong>è</strong><br />

svolta, per le modalità assolutamente<br />

libere con cui si sta sviluppando, presenta<br />

tratti interessanti e originali.<br />

<strong>Il</strong> punto di partenza <strong>è</strong> consono alla natura<br />

delle nostre pagine. L’occasione,<br />

infatti, <strong>è</strong> una mostra che si tiene, da<br />

ben quattro anni, ogni 25 aprile presso<br />

il centro “Alta Marea”, nella quale<br />

<strong>è</strong> possibile ammirare i lavori che alcuni<br />

bambini hanno eseguito durante<br />

un corso che si snoda durante l’intero<br />

anno scolastico (da ottobre a maggio).<br />

<strong>Il</strong> soggetto di questa iniziativa <strong>è</strong> Costanza<br />

Palmitessa, psicologo clinico e<br />

artista. Protagonisti sono la sua voglia<br />

di mettersi in gioco “senza rete”, sperimentando,<br />

e un tessuto di amicizie.<br />

Rilevante, in particolare l’amicizia,<br />

dovuta alla comune passione per l’arte,<br />

con Ombretta Veronesi, attivissima<br />

socia di Alta Marea.<br />

Ma interpelliamo direttamente Costanza.<br />

Come <strong>è</strong> nata l’idea di questo corso?<br />

Ombretta, preoccupata che il centro<br />

<strong>non</strong> divenisse una realtà isolata e priva<br />

di dinamismo, intendeva moltiplicare<br />

iniziative valide per tutte le fasce<br />

di età. Ed ecco mi chiede di proporre<br />

qualcosa. L’idea <strong>è</strong> caduta sui bambini,<br />

dai sei ai dodici anni, ed <strong>è</strong> nata<br />

come un vero esperimento. Infatti io<br />

dipingo e nella mia carriera di psicologa<br />

ho approfondito il nesso tra<br />

l’espressività artistica e l’inconscio. <strong>Il</strong><br />

corso si propone dunque di far esprimere<br />

ai bambini, attraverso l’arte, le<br />

proprie emozioni più profonde, quel<br />

mondo tanto spesso lasciato sullo sfondo<br />

e che rivela invece tratti importanti<br />

della loro <strong>perso</strong>nalità.<br />

Sono lezioni, laboratori…?<br />

Vi <strong>è</strong> un momento didattico, ma anche<br />

lunghe merende! L’imparare una tecnica<br />

<strong>è</strong> fondamentale, ma l’obiettivo <strong>è</strong><br />

più ampio. Inoltre si rispettano i tempi<br />

di ogni bambino, tempi che sono<br />

diversissimi. Per cui, senza forzatura,<br />

si fanno passi a misura <strong>perso</strong>nale perché<br />

l’obiettivo <strong>non</strong> <strong>è</strong> giungere a livelli<br />

standard ma esprimere sé, riconoscersi<br />

in quello che si dipinge, ovvero rivelare<br />

quel qualcosa di prezioso, nient’affatto<br />

infantile, che ogni bambino<br />

porta dentro. E, in tal senso, accadono<br />

cose assai interessanti, come ad esempio<br />

bambini generalmente chiusi che<br />

disegnano con colori vivacissimi e che<br />

lasciano trasparire potenzialità addirittura<br />

esuberanti.<br />

Un lavoro così ha un interessante<br />

rilievo per lo stesso cammino<br />

scolastico. C’<strong>è</strong> collaborazione con<br />

la scuola?<br />

Un primo anno avevo tenuto un corso<br />

alle Pascoli, ma poi problemi burocratici<br />

hanno interrotto l’esperienza. Qui<br />

l’iniziativa <strong>è</strong> completamente libera.<br />

Sta in piedi grazie alla risposta dei genitori<br />

e alla infaticabile volontà organizzativa<br />

dell’Ombretta. Non sarebbe<br />

male un’implicazione più diretta<br />

con la realtà scolastica.<br />

Dunque l’arte al servizio della<br />

psicologia e della crescita <strong>perso</strong>nale.<br />

I bambini concludono il corso<br />

con…?<br />

Con l’annuale mostra <strong>perso</strong>nale dei<br />

loro lavori, i quali sono accompagnati<br />

da un profilo. Si indica, cio<strong>è</strong>, cosa il<br />

bambino ha manifestato di sé attraverso<br />

il suo disegno e dunque il percorso<br />

effettuato durante l’anno. Ma<br />

questa mostra <strong>perso</strong>nale vuole anche<br />

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Costanza Palmitessa (nella foto),<br />

ideatrice e curatrice del corso di<br />

pittura e scoperta di sé, <strong>è</strong> psicologa<br />

clinica (specializzanda presso l’istituto<br />

E. Fromm di Bologna) e artista.<br />

Ha partecipato a numerose mostre e<br />

ricevuto premi a livello nazionale. Sotto,<br />

alcuni dei lavori esposti all’Alta Marea.<br />

Per informazioni relative al corso <strong>è</strong> possibile<br />

contattarla direttamente al 3383563250.<br />

aprire i bambini e le famiglie all’arte<br />

in senso più generale. Infatti tutti sono<br />

invitati alla visita, da svolgere insieme<br />

a fine anno, presso una mostra di<br />

arte tra quelle che offre il territorio.<br />

Quest’anno andremo al museo di Ravenna,<br />

dove, presso la Loggetta Lombardesca,<br />

potremo vedere i dipinti di<br />

Turner, Monet e Pollock.<br />

Cosa le piacerebbe si realizzasse<br />

in futuro?<br />

Mi piacerebbe pensare a quei bambini<br />

che hanno difficoltà emotive e relazionali,<br />

sempre più numerosi. Per questo<br />

occorrerebbe un percorso a sé, distinto,<br />

con mezzi e fondi dedicati, per i<br />

quali <strong>non</strong> <strong>è</strong> più possibile affidarsi al<br />

contributo volontario di genitori e operatori.<br />

Occorrerebbe l’intervento dell’amministrazione<br />

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7<br />

<strong>Il</strong> <strong>Nuovo</strong><br />

Che il segnale fosse di quelli forti lo si<br />

era capito dalla scelta stilistica. Una<br />

fotografia (by Silvio Canini, tratta dal<br />

suo ultimo libro “Mare di silenzio”) della<br />

spiaggia innevata per promuovere<br />

l’immagine di Bellaria Igea Marina,<br />

che ne ha tanto bisogno. La neve bianchissima<br />

che apre orizzonti infiniti,<br />

anziché i soliti ombrelloni aperti che<br />

l’orizzonte lo chiudono. Un’altalena<br />

senza seggiolino in luogo di una giovane<br />

con le curve giuste. Una sottile riga<br />

di mare grigio al posto di un pedalò giallo<br />

su acque azzurre. E’ un’altra Bellaria<br />

Igea Marina quella che le categorie<br />

economiche hanno deciso di immortalare<br />

su un manifesto che finirà in mano<br />

ai turisti (chissà se sbigottiti o affascinati),<br />

promosso da Verdeblù con il contributo<br />

di Romagna Est, sul quale campeggia<br />

una frase di Vinicio Capossela:<br />

“Bellaria Igea Marina. In Romagna<br />

che, si sa, più che un luogo <strong>è</strong> un sentimento”.<br />

Ed <strong>è</strong> un’altra Bellaria Igea<br />

Marina quella che Associazione albergatori,<br />

Confcommercio e Confartigianato<br />

vorrebbero vedere prendere forma.<br />

Un obiettivo al quale lavorano da<br />

tempo e che hanno cominciato a concretizzare<br />

inaugurando la nuova sede<br />

(nella foto, l’ingresso) comune delle tre<br />

associazioni. Insieme hanno deciso di<br />

acquistare un piano dell’Emisfero, sul<br />

lungofiume, vicino al Palaveleno, e di<br />

aprirci i nuovi uffici (inaugurati il 6<br />

maggio). Separati, certo, come autonoma<br />

continuerà ad essere la loro attività<br />

rivolta ai soci (circa un migliaio).<br />

Ma insieme si sono dati un traguardo,<br />

nuovo come l’idea di “vendere” una<br />

spiaggia coperta di candida neve e un<br />

sentimento, cio<strong>è</strong> una identità prima<br />

che un luogo: “Le associazioni di categoria,<br />

che sono una realtà forte e decisiva<br />

a Bellaria Igea Marina e rappresentano<br />

imprese vitali che arricchiscono<br />

il tessuto economico cittadino, hanno<br />

deciso di giocare un ruolo di progettualità<br />

comune sul territorio”, dice<br />

Alessandro Giorgetti presidente dell’Aia.<br />

“A servizio e per la crescita della<br />

città”. Un tema caro anche alle altre<br />

due associazioni e ribadito da Narciso<br />

Tre associazioni di categoria<br />

per un nuovo inizio<br />

Hanno deciso di ripartire da una sede comune<br />

all’Emisfero. Aia, Confcommercio e Confartigianato<br />

saranno un unico “attore” nella città.<br />

La copertina del nuovo libro fotografico<br />

di Silvio Canini che contiene anche l’immagine<br />

del manifesto di Verdeblù.<br />

Piccin e Stefano Ferri, rispettivamente<br />

a capo della Confartigianato e della<br />

Confcommercio. “Vogliamo essere attori<br />

e <strong>non</strong> comparse, in un dialogo serrato<br />

con l’ente pubblico e con gli altri<br />

soggetti del territorio”, spiega Piccin.<br />

“Saremo un punto di riferimento per<br />

il paese e ci faremo sentire”, sottolinea<br />

Parco della musica: <strong>non</strong>ostante le dichiarazioni<br />

ottimistiche, il socio Comune <strong>non</strong> ricapitalizza<br />

<strong>Il</strong> prossimo 26 maggio si tiene l’assemblea<br />

della società Parco della musica (del progetto<br />

e dei temi aperti che riguardano l’impatto<br />

che quella struttura potrebbe avere<br />

sulla nostra città, ce ne siamo occupati<br />

sul numero scorso). All’ordine del giorno<br />

ci sono il rinnovo del cda, in scadenza, e<br />

la ricapitalizzazione della società il cui bilancio<br />

2004 si era chiuso con una perdita<br />

superiore ad un terzo del capitale sociale,<br />

ma la scelta era stata quella di rinviare la<br />

copertura al bilancio 2005.<br />

L’assemblea del 26 maggio si aprirà con<br />

una stranezza: il socio Comune ha infatti<br />

deciso di <strong>non</strong> partecipare alla ricostituzione<br />

del capitale sociale - come richiesto<br />

dal cda della società - che segna una perdita<br />

di 15.536,83 euro, di cui 4.398,06 euro<br />

nel bilancio 2005 e 11.138,77 euro nell’esercizio<br />

precedente. <strong>Il</strong> socio Comune<br />

manterrà quindi una quota che si riduce a<br />

poco più del minimo di legge (10 mila euro),<br />

cio<strong>è</strong> 11.811,17 euro. Come si concilia questa<br />

scelta attendista e minimalista con le<br />

Ferri. “Noi <strong>non</strong> siamo quelli che dicono<br />

a parole di “fare sistema”, ma siamo<br />

quelli che lo fanno davvero e da<br />

molti anni”, aggiunge Pierluigi Gasperini,<br />

ex presidente dell’Aia, “e oggi <strong>è</strong><br />

importante che l’offerta turistica sia<br />

concepita come una offerta della città<br />

nel suo insieme”. E Giorgetti, riferendosi<br />

al progetto del Parco della musica,<br />

dice: “Vogliamo far crescere la città salvaguardando<br />

la nostra identità, <strong>non</strong><br />

ci piacciono le scorribande di soggetti<br />

esterni che vorrebbero decidere in casa<br />

nostra.”<br />

L’idea del manifesto lanciata da Verdeblù<br />

intende dar vita ad una tradizione.<br />

“Ogni anno un concorso, aperto a<br />

residenti e turisti, permetterà di scegliere<br />

l’immagine più bella che diventerà<br />

lo scatto simbolo di Bellaria Igea<br />

Marina. <strong>Il</strong> manifesto verrà regalato<br />

agli ospiti”, dice Enzo Ceccarelli presidente<br />

della società di promocommercializzazione.<br />

L’esordio, con la fotografia<br />

firmata da Canini, lascia ben sperare<br />

sull’esito dell’iniziativa.<br />

dichiarazioni superottimistiche del sindaco<br />

a proposito del Parco della musica?<br />

Roberto Turroni e Primo Fonti in consiglio<br />

comunale hanno detto che si tratta di “un<br />

segnale politico debole, <strong>non</strong> esaltante per<br />

chi deve intraprendere il nuovo percorso”.<br />

E Turroni ha precisato che “<strong>è</strong> la prima<br />

volta che il consiglio comunale approva<br />

una delibera di partecipazione all’assemblea<br />

di una società partecipata, senza adeguarsi<br />

al capitale sociale richiesto.”<br />

“Ci siamo dati sei mesi di tempo per trovare<br />

i finanziatori”, ha risposto Scenna, “e in<br />

questa fase <strong>non</strong> mi sembra opportuno immettere<br />

capitale sociale fresco, mentre<br />

potremo sempre farlo qualora si rendesse<br />

necessario.”<br />

La conferenza dei capigruppo ha indicato<br />

i nomi dei tre rappresentanti che siederanno<br />

nel nuovo cda in rappresentanza<br />

del Comune: per la Lista della città<br />

Italo Lazzarini, per Civica Eros Foschi e<br />

per la maggioranza Fabrizio Ramilli. Auguri.<br />

il Ficcanaso<br />

Poltrone vuote a Zelig Lab<br />

(ma solo in prima fila)<br />

di Cristian Scagnelli<br />

Tutti i mercoledì, a partire dal 15 marzo, le<br />

risate l’hanno fatta da padrone al “Lab on<br />

the road”, evento di cabaret organizzato<br />

in collaborazione con Area Zelig.<br />

Cabarettisti più o meno famosi si sono dati<br />

il cambio sul palco del Cinema Teatro Astra<br />

facendo ridere a crepapelle i presenti in<br />

sala, ma soprattutto facendo fischiare le<br />

orecchie a quelli che sono rimasti a casa.<br />

Le prime file del teatro, infatti, erano riservate<br />

a chi di poltrone se ne intende e ne<br />

vorrebbe più d’una su cui sedersi: sindaco<br />

e assessori. Ma alcuni di loro <strong>non</strong> hanno<br />

mai varcato la porta d’ingresso dell’Astra<br />

e questo ha fatto sì che le battute<br />

più esilaranti dei cabarettisti siano state<br />

rivolte proprio ai grandi assenti, gli uomini<br />

e le donne della giunta Scenna. Ma come:<br />

ci sono delle poltrone vuote e nessuno<br />

corre ad occuparle? Strano, meglio indagare.<br />

La locandina riportava: “Tutte le sere un<br />

Big a sorpresa”. E io aggiungo: “Tutte le<br />

sere uno dei soliti assenti”. La frase più<br />

ripetuta dal presentatore era questa:<br />

“Come sempre l’assessorato comunale <strong>è</strong><br />

molto presente, sempre in prima fila”.<br />

Una sera tra il pubblico si siede il vicesindaco<br />

(in terza fila perché le poltrone “presidenziali”<br />

erano occupate da semplici<br />

spettatori). <strong>Il</strong> presentatore lo fa alzare e<br />

scatta l’applauso più rumoroso della serata,<br />

ma il vicesindaco a fine primo tempo<br />

esce senza più far ritorno in sala e il conduttore<br />

esclama: “Bene, del Comune <strong>non</strong><br />

<strong>è</strong> rimasto più nessuno, possiamo fare quel<br />

c… che ci pare!” Si vocifera che dalla platea<br />

un <strong>non</strong> meglio identificato “figlio di assessore”<br />

– ferito nell’orgoglio – abbia alzato<br />

la mano (sinistra) come per dire “sono<br />

rimasto io”, e la risposta dal palco sia stata<br />

un sonoro “ma vaff…!” Irriverenti quelli di<br />

Zelig Lab.<br />

L’ultima serata, quella di addio, ha visto versare<br />

sul palco le lacrime del presentatore,<br />

<strong>non</strong> dal dispiacere però, ma dalla felicità di<br />

avere tra il pubblico il sindaco Gianni Scenna:<br />

“Ma allora - ha esclamato tra un singhiozzo<br />

e l’altro - esiste veramente il sindaco<br />

a Bellaria! Volevo ringraziarlo perché<br />

per venire all’Astra, grazie a tutti i cantieri,<br />

ho dovuto parcheggiare alla Cag<strong>non</strong>a!”


cinquantesimo<br />

8<br />

<strong>Il</strong> <strong>Nuovo</strong><br />

SEGUE DA PAG. 1<br />

magari quattro campi da tennis direttamente<br />

sulla spiaggia, un parco giochi<br />

per bambini. Tutto quello che oggi<br />

manca, insomma. Le famiglie con<br />

bambini a Bellaria <strong>non</strong> sanno dove<br />

andare: offriamo una giostrina nell’isola<br />

dei platani. E il Comune ha <strong>ancora</strong> i<br />

campi da tennis che gli ha lasciato in<br />

eredità l’Azienda di Soggiorno, al lago<br />

del Gelso e in via Bellini. Non ha fatto<br />

un passo avanti.<br />

Nulla? E’ sicuro?<br />

Nulla di sostanziale. Dagli anni ‘70 il<br />

Comune <strong>non</strong> ha fatto niente che abbia<br />

impresso una svolta al nostro turismo.<br />

Nella seconda metà degli anni ‘70 venne<br />

a Bellaria Walter Ceccaroni (esponente<br />

storico del Pci, fu quasi ininterrottamente<br />

sindaco di Rimini dal 1951 al<br />

1970 e poi divenne assessore regionale<br />

con varie deleghe, compresa quella al<br />

turismo a partire dal luglio del 1975, ndr)<br />

in veste in assessore al turismo della<br />

Regione Emilia Romagna, e ci disse che<br />

dovevamo fare le cucine comuni perché<br />

si doveva puntare al turismo sociale.<br />

Ma ci sono altre scelte che avrebbero<br />

potuto dare un segno diverso alla<br />

nostra città.<br />

Ne dica un’altra.<br />

Lo spostamento della ferrovia. Questo<br />

però <strong>non</strong> <strong>è</strong> un sogno irrealizzabile, ma<br />

<strong>è</strong> <strong>ancora</strong> alla nostra portata.<br />

Ci crede davvero?<br />

Eccome. I costi <strong>non</strong> sono un problema<br />

decisivo. L’Europa darebbe dei contributi<br />

fortissimi.<br />

Mi descriva il sogno.<br />

A partire dal casello di Cesenatico, il<br />

tracciato della ferrovia dovrebbe seguire<br />

il percorso della nuova statale fino<br />

ad arrivare alla stazione della Fiera di<br />

Rimini. Nel terzo millennio <strong>è</strong> ridicolo<br />

pensare che il viaggiatore debba arrivare<br />

in centro col <strong>treno</strong>. Ci sono i collegamenti<br />

di navetta. Tanto anche oggi<br />

un turista che arrivi alla stazione di<br />

Bellaria in <strong>treno</strong> e che debba alloggiare<br />

alla Cag<strong>non</strong>a o al porto, <strong>è</strong> costretto a<br />

prendere un taxi o a farsi venire a prendere<br />

dall’albergatore. Lo spostamento<br />

della ferrovia <strong>non</strong> <strong>è</strong> un sogno… In varie<br />

zone d’Italia le modifiche ai tracciati<br />

ferroviari sono già state fatte.<br />

E nell’area rimasta libera dalla<br />

ferrovia cosa farebbe?<br />

Uno spazio a servizio della città e per<br />

riqualificare Bellaria Igea Marina. Nel<br />

centro io immagino una bella struttura<br />

in vetro, con negozi e locali diversi,<br />

mentre userei la biblioteca per farci il<br />

teatro e un centro culturale. La Casa<br />

In questa città<br />

l’immaginazione <strong>non</strong><br />

<strong>è</strong> mai andata al potere<br />

Cosa sarebbe oggi Bellaria Igea Marina se<br />

chi ha amministrato avesse saputo sognare?<br />

E cogliere le occasioni che si sono presentate?<br />

Intervista a Gianpiero Gori.<br />

di Claudio Monti<br />

Panzini ci costerà 5 miliardi e <strong>non</strong> potrà<br />

essere un contenitore per la cultura.<br />

E comunque lo spostamento della<br />

ferrovia <strong>è</strong> l’unico modo per riunificare<br />

L’asilo Villa Gioia, gestito dalle suore, sorgeva nell’area dell’attuale Palazzo del Turismo.<br />

Gianpiero Gori (foto a sinistra),<br />

fra Febo Conti e la moglie (Italia Vaniglio,<br />

cantante) del noto volto televisivo.<br />

Qui sopra, primo da destra, Gori <strong>è</strong><br />

al Dancing Miramare insieme a Mariano<br />

Antolini, vincitori della Gimkana<br />

automobilistica. Nella foto si vedono<br />

anche Ermanno Morri e il sen.<br />

Gino Zannini.<br />

il paese, soprattutto a Igea Marina.<br />

Come?<br />

Al posto della ferrovia farei una strada<br />

carrabile, con marciapiedi ai lati e i<br />

parcheggi sotterranei. Sarebbe una<br />

soluzione efficace, soprattutto per Igea<br />

Marina oggi praticamente impenetrabile<br />

da monte. E per rimanere a Igea, <strong>è</strong><br />

stato un grave errore <strong>non</strong> avere acquistato<br />

la colonia Roma. Anche in quel<br />

caso la classe politica <strong>non</strong> ha avuto immaginazione:<br />

quello doveva essere il<br />

polmone dello sviluppo del turismo<br />

nella nostra città.<br />

Sognare costa poco: lo immagini<br />

lei il polmone...<br />

A monte della ferrovia avrei fatto il<br />

talassoterapico o le terme di Bellaria<br />

Igea Marina.<br />

Nel primo caso viene utilizzata<br />

l’acqua del mare, ma nel secondo<br />

serve un’acqua termale…<br />

A Cervia <strong>non</strong> c’<strong>è</strong>, la portano da fuori.<br />

Eppure hanno le terme. E che terme!<br />

Mezzo milione di presenze in una stagione<br />

(sei mesi). Se <strong>è</strong> vero che una <strong>perso</strong>na<br />

spende oggi oltre il 40% delle sue<br />

entrate per la cura del corpo, <strong>è</strong> lì che<br />

bisogna guardare se vogliamo rimanere<br />

una località turistica. Non possiamo<br />

permetterci di affittare agli extracomunitari<br />

perché i turisti <strong>non</strong> ci<br />

sono o fare turismo sociale.<br />

Le propongo un altro sogno abbastanza<br />

facile: la darsena.<br />

Se l’avessimo fatta in tempo, negli anni<br />

’70, <strong>non</strong> avremmo <strong>perso</strong> una parte di<br />

clienti che erano già nostri: signori,<br />

benestanti, <strong>perso</strong>naggi del mondo dello<br />

spettacolo... La prima darsena<br />

l’avrebbero potuta fare i privati nel<br />

SEGUE NELLA PAG. A FIANCO<br />

Telefono: +39-0541-758432 - Fax: +39-0541-758216<br />

www.trasconti.it<br />

Via Marecchiese, 620 - 47828 S. Ermete (RN)


cinquantesimo<br />

luogo in cui adesso c’<strong>è</strong> il Chiar di Luna.<br />

Ma gli amministratori dissero: quando<br />

si farà sarà il Comune a realizzarla.<br />

E adesso la fanno fare ai privati con un<br />

business enorme. Invece io dico che<br />

adesso deve farla il Comune così evitiamo<br />

di cementificare tutta l’asta dell’Uso<br />

a monte della ferrovia. Costruire<br />

il bacino della darsena, chiamiamolo<br />

rifugio per barche, costa <strong>non</strong> più di 10<br />

miliardi di lire. Per ora basterebbe, poi<br />

magari si potrebbe ampliare col tempo.<br />

Cos’<strong>è</strong> cambiato nell’accoglienza<br />

turistica in questi decenni?<br />

Si <strong>è</strong> <strong>perso</strong> il rapporto con il turista. In<br />

estate, io, mio fratello Guidone, Tonino<br />

Pelliccioni, Mariolino Boari e qualche<br />

altro, partivamo alla sera per fare<br />

la pesca subacquea e venivamo a riva<br />

con 9-10 chili di pesce. Li cucinavamo<br />

sulla spiaggia e si mangiava insieme<br />

ai clienti che si divertivano molto. Si<br />

stava lì fino alle 2-3 di notte. Adesso<br />

sono stati messi dei divieti, cose di questo<br />

genere <strong>non</strong> si potrebbero nemmeno<br />

più fare…E’ stata cancellata la spontaneità,<br />

<strong>è</strong> stato fatto un “livellamento”<br />

verso il basso.<br />

9<br />

Quale città ci stanno raccontando?<br />

<strong>Il</strong> <strong>Nuovo</strong><br />

L’incontro con i sindaci <strong>è</strong> stato il solito revival. L’unico scoop l’ha fatto Nando Fabbri rivelando che sull’Isola...<br />

<strong>Il</strong> titolo era “I sindaci raccontano la<br />

città”. Venerdì 12 maggio, di fianco al<br />

Municipio, si sono dati appuntamento<br />

gli uomini che hanno guidato le<br />

sorti del nostro Comune dal 1956<br />

ad oggi, più il presidente della gloriosa<br />

Azienda di Soggiorno (più passa<br />

il tempo e più ci accorgiamo di<br />

quanto preziosa sia stata), Ermanno<br />

Morri. Intervistati da Donatella<br />

Gori. Pochi ad ascoltare.<br />

C’erano (in ordine di elezione) Nino<br />

Vasini, Odo Fantini, Piero Baldassarri,<br />

Nando Fabbri, Italo Lazzarini e il<br />

sindaco regnante Gianni Scenna.<br />

Ne mancava solo uno (deceduto e a<br />

rappresentarlo c’era la figlia), Aldo<br />

Vasini, che ha indossato la “sótpàenza”<br />

(così Piero Baldassarri ha definito<br />

la fascia tricolore che fino a un<br />

certo periodo i sindaci portavano a<br />

cintura, sotto la pancia appunto)<br />

nemmeno per tre anni. Socialista,<br />

Aldo Vasini <strong>è</strong> stato sindaco dal 4 agosto<br />

1975 all’8 marzo 1978, quando<br />

venne sostituito da Piero Baldassarri.<br />

“I cittadini erano contenti di pagare<br />

le tasse per il nuovo Comune perché<br />

sapevano dove andavano a finire<br />

i loro soldi”, ha detto Nino Vasini,<br />

primo sindaco. Anche se pagavano<br />

di più rispetto a quando, a mungere<br />

la vacca (direbbe Panzini), era il Comune<br />

di Rimini.<br />

Grande come sempre il mitico Odo<br />

Fantini, che <strong>non</strong> perde occasione<br />

per ricordare il fondamentale “rapporto<br />

con la gente” che ha ispirato il<br />

suo incarico da sindaco. Che lo ripeta<br />

così spesso nella speranza<br />

che i giovani amministratori ne facciano<br />

tesoro? “Su questo palco ideale<br />

ci dovrebbe essere tutta Bellaria<br />

Igea Marina, perché <strong>è</strong> merito di tutti i<br />

cittadini se oggi siamo una località<br />

conosciuta in Italia e in Europa”, ha<br />

detto a un certo punto Odo Fantini<br />

<strong>non</strong> senza commozione.<br />

Piero Baldassarri, che <strong>non</strong> ha <strong>perso</strong><br />

la sua capacità oratoria, ha ricordato<br />

alcune figure storiche: “Totino”<br />

Gianpiero Gori (primo da destra) a fianco del fratello “Guidone”, a Gianni Pettenati e al<br />

padre Leo, autore dell’araldica della marineria velica bellariese.<br />

Rimini ci sta <strong>ancora</strong> punendo per la nostra “autonomia”<br />

“Rimini ci sta <strong>ancora</strong> punendo per lo<br />

“sgarbo” di essere diventati Comune<br />

autonomo. Siamo penalizzati in tutto.<br />

Due casi eclatanti sono quelli della viabilità<br />

e della sanità. Non abbiamo l’ospedale<br />

e un cittadino che abbia l’urgenza<br />

di raggiungere i nosocomi di Santarcangelo<br />

o di Rimini,… muore per strada.” A<br />

50 anni dall’autonomia comunale,<br />

Gianpiero Gori invita a riflettere sulle<br />

carenze croniche della nostra città.<br />

“Fra l’ingresso dell’autostrada, il mercato<br />

coperto e il centro agroalimentare,<br />

la via Tolemaide <strong>è</strong> sempre un ingorgo<br />

e diventerà <strong>ancora</strong> più zeppa con<br />

l’arrivo dell’Ikea e dell’Scm.” Problemi<br />

enormi anche se si guarda verso Rimini<br />

dopo lo sbarco dei nuovi Iper, le Befane<br />

e i Malatesta: “Altroché l’ambulanza<br />

medicalizzata, a Bellaria ci vuole un elicottero<br />

fisso: paghiamo le tasse come<br />

gli altri, la salute <strong>è</strong> importante, perché<br />

dobbiamo essere penalizzati?”<br />

E a proposito di strade Gori solleva<br />

un’altra questione: “Dall’uscita dal casello<br />

di Rimini per chilometri e chilometri<br />

<strong>non</strong> c’<strong>è</strong> un’indicazione segnaletica<br />

con la scritta “Bellaria Igea Marina”. <strong>Il</strong><br />

il vigile di quartiere ante litteram. La<br />

volta in cui, insieme a Odo, andò in<br />

chiesa e fu per i funerali di Aldo Moro.<br />

E quando l’amministrazione si trovò<br />

in ristrettezze economiche costretta<br />

a comprare a credito il carburante<br />

per i mezzi pubblici.<br />

Nando Fabbri ha fatto il mattatore e<br />

come se parlasse al tavolo di un bar<br />

con due vecchi amici, ha tirato fuori<br />

lo scoop. Ha raccontato di aver cercato<br />

di ingraziarsi il presidente del<br />

Tar di Bologna (“Adesso posso dirlo,<br />

sono passati più di 20 anni”) che<br />

doveva esaminare il ricorso dei commercianti<br />

intenzionati a bloccare i<br />

lavori nell’Isola dei platani. “Veniva<br />

in vacanza a Bellaria, in via Pascoli,<br />

allora ho chiesto di incontrarlo e siamo<br />

andati a mangiare insieme”. Una<br />

cena di pesce pantagruelica. “Non<br />

abbiamo parlato mai della delibera”,<br />

ha detto Fabbri. “E il conto l’ho pagato<br />

io <strong>non</strong> il Comune”. Ma alla fine il<br />

Tar (“che pure in quegli anni dava<br />

quasi sempre ragione al privato e<br />

Segnaletica<br />

carente.<br />

Questo<br />

cartello si<br />

trova<br />

all’uscita del<br />

casello di<br />

Rimini nord:<br />

a sinistra<br />

Rimini e<br />

Ravenna. E<br />

Bellaria Igea<br />

Marina?<br />

<strong>non</strong> al pubblico”, ha precisato Nando)<br />

<strong>non</strong> accolse il ricorso dei commercianti.<br />

Poi sul “laboratorio”: “L’alleanza<br />

con i cattolici (l’ex Dc di Lazzarini,<br />

ndr) ha garantito la governabilità<br />

e secondo me rimane anche<br />

oggi la strada da percorrere”.<br />

Italo Lazzarini ha ricordato di aver risolto<br />

problemi vecchissimi, come lo<br />

“sblocco” del vincolo sulla Casa<br />

Rossa. Ha fatto riferimento agli<br />

scontri accesi in consiglio, che però<br />

finivano con una pizza perché i rapporti<br />

umani erano ottimi.<br />

Dell’intervento di Gianni Scenna ci <strong>è</strong><br />

rimasto in mente questo concetto:<br />

“Dal 1999 ad oggi siamo diventati<br />

città passando da 14 mila abitanti a<br />

circa 18 mila”.<br />

Foto di gruppo, il giorno di Ferragosto, al<br />

“Bagno Leo” della famiglia Gori (anni ‘70).<br />

(Tutte le foto sono di proprietà di Gianpiero<br />

Gori)<br />

C’era più entusiasmo e creatività?<br />

Sì. Si portavano i turisti alle feste nei<br />

locali da ballo, e una volta di discoteche<br />

ce n’erano tante. Solo il mio Bagno<br />

muoveva 300-400 <strong>perso</strong>ne. Gli operatori<br />

turistici curavano <strong>perso</strong>nalmente<br />

questo aspetto dell’intrattenimento.<br />

<strong>Il</strong> nostro turista vuole quel tipo<br />

di attenzione che <strong>è</strong> sempre stata la nostra<br />

caratteristica. E che bella gente<br />

veniva in vacanza a Bellaria Igea Marina…<br />

Nomi e cognomi.<br />

L’elite della borghesia italiana e tantissimi<br />

<strong>perso</strong>naggi dello spettacolo:<br />

Achille Togliani, Nilla Pizzi, Luciano<br />

Tajoli, Carla Boni, Alida Valli, Jhonny<br />

Dorelli, Wanda Osiris, i Radio Boys, il<br />

Duo Fasano, il Quartetto Cetra e tanti<br />

altri erano di casa al Dancing Miramare<br />

negli anni ’50.<br />

E perché <strong>è</strong> finita la stagione d’oro<br />

del nostro turismo?<br />

<strong>Il</strong> sistema città <strong>è</strong> andato indietro. E’<br />

cresciuto il privato: oggi abbiamo case<br />

più belle, c’<strong>è</strong> una ricchezza diffusa, stiamo<br />

bene. Ma il paese ha <strong>perso</strong> colpi. E<br />

adesso per invertire la tendenza negativa<br />

occorre uno sforzo titanico, una<br />

nuova classe dirigente che abbia voglia<br />

di lavorare pancia a terra per dieci<br />

anni.<br />

primo cartello si trova alla Tolemaide”.<br />

E <strong>ancora</strong>: “Le scuole superiori i nostri<br />

ragazzi le vanno a fare a Santarcangelo,<br />

Cesenatico e Rimini, alla Colonnella.<br />

E da noi niente? Abbiamo una<br />

zona colonia decrepita da decenni: per<br />

un polo scolastico <strong>non</strong> c’<strong>è</strong> posto?” Le<br />

conclusioni suonano così: “Oggi Bellaria<br />

Igea Marina <strong>non</strong> conta niente. E’ una<br />

città dormitorio, dipendente da Rimini.<br />

Anche i nostri sindaci li decidono a Rimini.<br />

E il nostro politico che ha fatto carriera<br />

<strong>non</strong> fa niente per Bellaria Igea<br />

Marina. L’unico merito di Nando Fabbri<br />

<strong>è</strong> quello di avere creato le condizioni,<br />

all’interno del suo partito, per realizzare<br />

l’isola dei platani, perché del progetto<br />

se ne parlava già da molti anni, prima<br />

che arrivasse lui. L’idea <strong>è</strong> scaturita dal<br />

consiglio di quartiere di Bellaria centro:<br />

presidente era Vincenzo D’Arco ed io<br />

ero consigliere, insieme a Ettore Boari.”


in breve<br />

11<br />

<strong>Il</strong> <strong>Nuovo</strong><br />

CAMPO LAVORO MISSIONARIO<br />

Raccolta da record<br />

La XXVI edizione del “Campo lavoro<br />

missionario” ha fruttato un eccellente<br />

bottino. I circa 350 volontari impegnati<br />

(nella foto in basso), l’1 e il 2<br />

aprile hanno raccolto 31.160 chili<br />

di carta e cartone, 101.195 kg di ferro<br />

e materiali ferrosi vari, 26.790<br />

kg di indumenti usati, borse e cinture,<br />

più 13.700 kg di vetro. Nella<br />

parrocchia S.Margherita <strong>è</strong> confluito,<br />

oltre al materiale raccolto sul<br />

nostro territorio comunale, anche<br />

quello delle parrocchie di Viserba,<br />

Torre Pedrera, Santarcangelo, Savignano,<br />

S. Mauro Pascoli e S. Mauro<br />

Mare, Torriana e Corpolò.<br />

L’utile netto, comprensivo del ricavato<br />

derivante dalla vendita di fiori,<br />

piccoli mercatini e commedie, <strong>è</strong><br />

stato di 27.917,57 euro. Un record.<br />

Negli stessi giorni si svolgeva la raccolta<br />

anche a Rimini e Riccione, e<br />

sommando i tre campi lavoro, gli<br />

euro salgono a 87.262,73. Andranno<br />

ad aiutare diverse situazioni di<br />

bisogno: 17 mila euro ciascuno a<br />

quattro realtà missionarie che operano<br />

in Albania, Brasile, Zimbabwe<br />

e in India. Un’altra parte del ricavato<br />

andrà in Etiopia, a S. Paolo Brasile,<br />

in Palestina e a Silvia Muratori,<br />

bellariese, volontaria nella Guinea<br />

Equatoriale.<br />

Vespa Day col botto<br />

Nel pieno delle celebrazioni del 60° anniversario<br />

della nascita della mitica due ruote<br />

made in Italy, a Bellaria Igea Marina domenica<br />

7 maggio si <strong>è</strong> svolto l’ottavo Vespa Day<br />

organizzato dal Vespa Club Bellaria Igea<br />

Marina. Come ogni anno numerosissime le<br />

due ruote iscritte, circa 200, provenienti da<br />

varie parti d’Italia e dal circondario. Verona,<br />

La Festa di Primavera e il<br />

ricordo di Stefano Tassinari<br />

Domenica 30 aprile il Circolo Anspi<br />

che fa capo al Caffé Bordonchio, ha<br />

riproposto (seconda edizione) la “Festa<br />

di primavera”. Tanti gli ingredienti<br />

della giornata (anche se il brutto<br />

tempo <strong>non</strong> ha aiutato) che si <strong>è</strong> conclusa<br />

con la cena a base di piada, salsiccia,<br />

sardoni arrosto ... giusto per<br />

rifocillarsi dopo la partita di calcio<br />

Piacenza, Milano, Castelfranco Emilia, Ancona,<br />

Pesaro i club più lontani a cui vanno<br />

aggiunti quelli a noi più prossimi. Dopo il serpentone<br />

di due ruote che si <strong>è</strong> snodato per le<br />

vie del paese e per le strade dell’entroterra<br />

fino a Torriana, la giornata si <strong>è</strong> chiusa al<br />

Baky Bey con la premiazione dei Club presenti.<br />

“Sfiambati” contro “Esauriti”.<br />

<strong>Il</strong> primo maggio un’altra<br />

partita, questa volta per ricordare<br />

un caro amico, Stefano<br />

Tassinari. In campo i suoi<br />

ex compagni di squadra e<br />

molti amici. Fra il primo e il secondo<br />

tempo, il presidente della Croce Blu,<br />

Daniele Grosseto, ha consegnato una<br />

targa ai familiari di Stefano in segno<br />

di riconoscimento per i due defibrillatori<br />

acquistati con i fondi donati<br />

dalla famiglia. Presenti anche la<br />

moglie di Stefano e la figlia di 5 anni<br />

(nella foto in alto).<br />

Si discute di Regione<br />

Romagna e di Referendum<br />

Venerdì 26 maggio, alle ore 21,<br />

nella sala al piano terra del Palazzo<br />

del Turismo, si tiene un incontro<br />

pubblico sul tema “Referendum<br />

costituzionale ... Una<br />

buona ragione per sostenere<br />

l’autonomia della Romagna”.<br />

L’appuntamento <strong>è</strong> promosso dal<br />

“Comitato del sì” per l’approvazione<br />

della legge costituzionale,<br />

formato da Forza Italia, UDC, Alleanza<br />

Nazionale, Lega Nord<br />

Romagna, Civica di Cristina Zanotti<br />

e, dicono dal Comitato, da<br />

quanti vorranno aggiungersi.<br />

Al confronto intervengono: Stefano<br />

Servadei, storico fondatore<br />

del Mar, Paolo Gambi, opinionista<br />

de La Voce di Romagna e<br />

collaboratore di varie testate<br />

(compreso il Financial Times di<br />

Londra) e, in qualità di moderatore,<br />

il prof. Emanuele Polverelli,<br />

redattore del <strong>Nuovo</strong>.<br />

LA CITTÀ A PORTATA DI NUMERO<br />

Municipio<br />

P.zza del Popolo, 1<br />

Tel. 0541.343711<br />

Iat Informazioni turistiche<br />

Bellaria: Via Leonardo da Vinci, 2<br />

Tel 0541.344108 fax 0541.345491<br />

iat@comune.bellaria-igeamarina.rn.it<br />

Polizia Municipale<br />

Via Leonardo da Vinci, 10<br />

Tel. 0541.343811<br />

Pronto Intervento<br />

Piazza del Popolo, 1 - Tel. 0541.327152<br />

Pubblica Assistenza Croce Blu<br />

Via Ricci, 9<br />

Tel. 0541.333222<br />

Carabinieri<br />

Via Giovanni Pascoli, 60<br />

Tel. 0541.344104<br />

Orientaexpress<br />

P.zza Gramsci,4<br />

Tel. (e fax) 0541.340144<br />

Biblioteca Comunale<br />

Viale Paolo Guidi, 108<br />

Tel. 0541.347186<br />

Nursing Express<br />

Assistenza infermieristica domiciliare<br />

Via Virgilio, 84 Igea Marina<br />

Tel. 0541.333653<br />

Centro Giovani<br />

Tel. 0541.333220<br />

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il caso<br />

12<br />

<strong>Il</strong> <strong>Nuovo</strong><br />

Una darsena<br />

con lode<br />

400 appartamenti<br />

con darsena<br />

E’ quella progettata da Ugo Baldassarri<br />

quando era studente a Firenze, e con la<br />

quale si <strong>è</strong> laureato in architettura nel 1988.<br />

E’ il 1988 quando l’attuale vicesindaco<br />

Ugo Baldassarri si laurea in architettura<br />

all’Università di Firenze.<br />

La tesi s’intitola “Bellaria Igea Marina.<br />

Attrezzature urbane sull’acqua”.<br />

<strong>Il</strong> laureando mette a frutto tutte le<br />

conoscenze acquisite nel corso degli<br />

studi universitari cimentandosi in<br />

un progetto importante per la nostra<br />

città: il porto turistico. E, sorpresa<br />

delle sorprese, l’ipotesi che mette a<br />

fuoco (insieme alla collega Annarita<br />

Ferrante) <strong>è</strong> assai diversa da quella<br />

che oggi si trova a discutere e che con<br />

ogni probabilità dovrà approvare in<br />

veste di amministratore comunale.<br />

La prima diversità sostanziale <strong>è</strong> questa:<br />

Ugo Baldassarri quasi vent’anni<br />

fa disegna una darsena interamente<br />

“incastrata” nella terraferma, che<br />

<strong>non</strong> sporge in mare nemmeno di un<br />

metro (come si vede dalla foto in alto).<br />

“L’area a cavallo del porto canale di<br />

Bellaria Igea Marina si <strong>è</strong> dimostrata<br />

interessante per essere stata risparmiata<br />

dall’assalto edificatorio degli<br />

ultimi decenni”, scrive Baldassarri<br />

nella sua tesi, “grazie alla presenza<br />

del grosso volume della colonia Roma<br />

e delle sue pertinenze”. Per una strana<br />

ironia della sorte, a colmare la lacuna<br />

ci pensa adesso la darsena by<br />

Mulazzani, che in quanto ad “assalto<br />

edificatorio” nell’area a monte della<br />

ferrovia, <strong>non</strong> scherza proprio (si veda<br />

l’articolo a fianco).<br />

C’<strong>è</strong> invece un punto fermo nella visione<br />

strategica di Baldassarri: già<br />

nella tesi di laurea scriveva infatti<br />

che la darsena deve costituire “una<br />

cerniera di due realtà urbane profondamente<br />

differenti; da un lato Bellaria,<br />

nata da un borgo di pescatori, con<br />

una struttura urbana caotica, dall’altra<br />

Igea Marina, nata da una lottizzazione<br />

a maglia regolare degli inizi<br />

del secolo.” Ed <strong>è</strong> il concetto che sta<br />

alla base dell’idea, rilanciata da Baldassarri<br />

qualche mese fa (ma poi ritirata<br />

per lo scarso interesse dimostrato<br />

dai suoi compagni di giunta, i Ds)<br />

di far diventare la colonia Roma sede<br />

del Comune.<br />

Lo “studente” Baldassarri immagina<br />

già due darsene (una più grande a<br />

mare della ferrovia e una più piccola<br />

a monte), collegate “da un canale<br />

artificiale”. E immagina di destinare<br />

la colonia Roma a “sede di mostre<br />

permanenti (museo della marineria<br />

locale) e temporanee, con annesso un<br />

centro congressi.” Davanti alla colonia<br />

a “M” una “piazza gradonata ospitante<br />

la sezione galleggiante del museo”<br />

e un “edificio ponte a destinazione<br />

commerciale e direzionale”. A<br />

monte, zona darsenina, un teatro<br />

sull’acqua “posto a ponte sul fiume”<br />

che collega alla città.<br />

Bello il progetto. Leggero e davvero<br />

poco invasivo. Soprattutto senza appartamenti,<br />

come ci si può permettere<br />

in una esercitazione accademica.<br />

(L.M.)<br />

Quando il laureando Facondini puntava il dito<br />

contro o lo “sfruttamento irriguardoso del territorio”<br />

ritorio”<br />

Gilberto Facondini, anche lui architetto<br />

e oggi superdirigente (Urbanistica,<br />

edilizia privata e gestione del<br />

territorio) del Comune di Bellaria<br />

Igea Marina, si laurea all’Università<br />

di Venezia nel 1989.<br />

La sua tesi <strong>è</strong> incentrata su questo<br />

aspetto: il fenomeno dell’erosione<br />

<strong>non</strong> può considerarsi un “mero fenomeno<br />

geomorfologico” ma ha a<br />

che fare con la sfera dell’urbanistica<br />

e dell’edilizia.<br />

L’analisi <strong>è</strong> pungente: nel comune di<br />

“Bellaria Igea Marina, al pari dei comuni<br />

limitrofi costieri, lo sfruttamento<br />

“irriguardoso” del territorio<br />

Circa 125 miliardi di vecchie lire frutterà l’edificazione<br />

prevista nella UMI3. Ed entro giugno<br />

forse torneranno in consiglio le delibere.<br />

ha generato un “boom” economico<br />

derivante dal grande fermento speculativo<br />

a ridosso della linea di costa”.<br />

<strong>Il</strong> coltello affonda: “Le conseguenze<br />

sono macroscopiche: un tessuto<br />

urbano irrimediabilmente<br />

compromesso ed un territorio a mare<br />

coperto interamente dalle strutture<br />

di difesa predisposte a protezione<br />

degli edifici più avanzati. Se la collocazione<br />

delle difese doveva elevarsi<br />

al ruolo di “politica territoriale”,<br />

questa <strong>è</strong> fallita sull’evidenza dei fatti<br />

visto che lo squilibrio si accentua<br />

proprio in prossimità delle strutture”.<br />

lettera PM<br />

Nei giorni scorsi il sindaco e alcuni assessori<br />

hanno illustrato ai gruppi consiliari<br />

di minoranza e alle categorie<br />

economiche l’impianto delle delibere<br />

riguardanti la darsena, che dovrebbero<br />

giungere in consiglio entro giugno.<br />

Una cosa <strong>non</strong> gliel’hanno detta<br />

però, ed <strong>è</strong> quella scaturita dall’incontro<br />

che ha riunito il gruppo di maggioranza<br />

con il sindaco e gli assessori e<br />

al quale ha partecipato anche la segretaria<br />

dei Ds Marcella Bondoni. A<br />

precisa domanda del presidente del<br />

consiglio comunale ed esponente di Rifondazione<br />

comunista, Mara Garattoni,<br />

sul numero di appartamenti che<br />

verranno costruiti a monte della ferrovia<br />

(il famoso motorone immobiliare),<br />

Gilberto Facondini ha dato una<br />

cifra da capogiro: 400. Avete capito<br />

bene: Mulazzani & c. edificheranno 400<br />

appartamenti da circa 60 metri cadauno.<br />

Se, come <strong>è</strong> ipotizzabile, venissero<br />

venduti a 2200 euro al metro (ma potranno<br />

essere anche a 2500), i conti<br />

sono presto fatti: 52 milioni di euro.<br />

Aggiungendo garage, cantine e sottotetti,<br />

si arriva a 60 milioni di euro,<br />

125 miliardi di vecchie lire. Ai quali<br />

vanno aggiunti uffici, negozi e pubblici<br />

esercizi previsti nelle due palazzine<br />

sulla spiaggia (seppure in versione ridotta,<br />

come prevede la nuova proposta<br />

elaborata dalla giunta) e gli ulteriori<br />

appartamenti in zona darsenina.<br />

Più la vendita di tutti i posti barca.<br />

E passiamo a quello che, invece, sindaco<br />

e assessori hanno raccontato alla<br />

minoranza. Le modifiche sostanziali<br />

apportate alle delibere bocciate (e ritirate)<br />

lo scorso agosto sono queste: 1)<br />

il perimetro della darsena torna quello<br />

iniziale, già approvato dal ministero;<br />

2) il muro paraonde avrà l’altezza<br />

minima per garantire la sicurezza e<br />

<strong>non</strong> partirà dalla strada ma dalla battigia;<br />

3) <strong>è</strong> stato aggiunto un nuovo<br />

parcheggio, seppure piccolo (una ventina<br />

di posti auto); 4) mille metri quadrati<br />

sono stati tolti dall’UMI1 e spostati<br />

nell’UMI3, riducendo conseguentemente<br />

la darsenina; 5) Dall’UMI1<br />

<strong>è</strong> stato completamente eliminato<br />

il residenziale turistico (rimangono<br />

uffici, negozi, pubblici esercizi...);<br />

6) ridotte anche le altezze delle palazzine<br />

sulla spiaggia, da 12 a 8 metri;<br />

9) il circolo Nautico e le attività legate<br />

alla pesca saranno collocati nell’ambito<br />

della darsenina a monte; 10) colonia<br />

Roma: sarà possibile realizzare<br />

il residenziale turistico solo recuperando<br />

le superfici (e <strong>non</strong> i volumi) <strong>non</strong><br />

oggetto di tutela, cio<strong>è</strong> la chiesa, la casa<br />

del custode, una parte della palestra e<br />

della lavanderia, ... per circa 900 metri<br />

quadrati, che verranno raggruppati<br />

in un ambito posto vicino alla villa<br />

Nadiani. L’ipotesi di cui amministratori<br />

e proprietari della Roma hanno<br />

discusso, <strong>è</strong> quella di realizzare all’interno<br />

dell’ex colonia le Terme di<br />

Bellaria Igea Marina. Tutta l’area<br />

esterna di pertinenza della colonia<br />

dovrà essere pubblica.


politica<br />

13<br />

<strong>Il</strong> <strong>Nuovo</strong><br />

di Emanuele Polverelli<br />

C’<strong>è</strong> un’anomalia politica nel territorio<br />

bellariese come sostiene il nostro<br />

direttore (<strong>Il</strong> <strong>Nuovo</strong> n.8 del 20 aprile)<br />

oppure <strong>non</strong> c’<strong>è</strong> affatto, come sostiene<br />

Onide Donati (<strong>Il</strong> <strong>Nuovo</strong> n. 9 del 4<br />

maggio)?<br />

Ritengo <strong>perso</strong>nalmente che l’anomalia<br />

ci sia, eccome.<br />

D’altra parte, Donati si autodefinisce<br />

nella parte finale del suo intervento<br />

“spettatore disincantato”, ma in realtà<br />

con le sue riflessioni <strong>non</strong> lo attesta<br />

con convinzione. Difatti un “osservatore<br />

disincantato” <strong>non</strong> può <strong>non</strong><br />

vedere come la nostra realtà cittadina<br />

viva una profonda insofferenza nei<br />

confronti della latitanza della politica<br />

e delle capacità di governo dei nostri<br />

amministratori.<br />

La città soffre. Lo attestiamo con <strong>Il</strong><br />

<strong>Nuovo</strong> di numero in numero e sempre<br />

di più. Bellaria Igea Marina <strong>è</strong> in<br />

ritardo rispetto agli appuntamenti<br />

della sua storia e del suo potenziale<br />

sviluppo. E’ ingessata da una incapacità<br />

di decidere, al punto da lasciare<br />

sconfortati i cittadini a fronte di<br />

tanta immobilità. Perché?<br />

La mia ipotesi <strong>è</strong> che, in mezzo a tante<br />

altre ragioni, ciò accada proprio a<br />

causa di una “anomalia politica” che<br />

<strong>è</strong> molto più profonda che <strong>non</strong> la, già<br />

di per sé significativa, discrepanza<br />

tra i voti “politici” e i voti “amministrativi”.<br />

Verrebbe da dire che oggi occorre a<br />

Bellaria Igea Marina, accanto ad una<br />

destra capace di dimostrare una valenza<br />

amministrativa forte e propositiva,<br />

anche una sinistra capace di<br />

dire “qualcosa di sinistra”. Perché <strong>non</strong><br />

la si vede. Non la si vede da tempo.<br />

Forse <strong>non</strong> la si <strong>è</strong> mai vista, salvo che<br />

nei proclami tutti ideologici e vacui<br />

di qualche battaglia di bandiera e di<br />

mere petizioni di principio.<br />

Bellaria Igea Marina <strong>è</strong> stata guidata,<br />

da sempre, da giunte di sinistra. Negli<br />

anni che vanno dal 1956 agli ’80<br />

erano composte dai partiti della più<br />

fiera tradizione della sinistra italiana:<br />

Pci e Psi in testa.<br />

In tempi in cui la proprietà privata<br />

era una colpa inenarrabile, il nostro<br />

Dalla politica del mattone<br />

a quella delle piastrelle<br />

La classe di governo locale <strong>non</strong> <strong>è</strong> riuscita ad elaborare<br />

un progetto di crescita del paese. Nemmeno<br />

negli anni di Re Nando. Continua il confronto.<br />

paese a guida comunista cresceva<br />

intorno al fulcro della proprietà alberghiera<br />

e dei servizi annessi. <strong>Il</strong> nostro<br />

paese si arricchiva e diveniva di<br />

alto profilo economico grazie agli anni<br />

ruggenti dell’economia consumistica<br />

e contemporaneamente sosteneva<br />

con maggioranze massicce la leadership<br />

dei partiti della sinistra. Fin dall’inizio<br />

della nostra storia, dunque,<br />

esiste una stranezza. La maggioranza<br />

elettorale della sinistra locale <strong>non</strong><br />

era dovuta a quartieri operai, a masse<br />

di contadini inermi e sfruttati.<br />

Anche i settori dell’agricoltura e dell’artigianato,<br />

infatti, percorrevano<br />

grandi possibilità di sviluppo “privato”<br />

a traino del turismo. I voti provenivano<br />

da ricchi o medio-ricchi, effettivi<br />

o speranzosi benestanti, che<br />

beneficiavano del sistema economico<br />

che pure ideologicamente disprezzavano.<br />

E questo indubbiamente condizionava<br />

la politica “delle cose concrete”.<br />

L’attenzione a quanto di socialmente<br />

utile avrebbe dovuto essere posto perch<strong>è</strong><br />

il paese crescesse, e che sarebbe<br />

dovuto essere una priorità per giunte<br />

di sinistra, rimaneva sullo sfondo<br />

e <strong>non</strong> veniva in alcun modo progettato,<br />

ipotizzato, realizzato. L’essere di<br />

sinistra sembrava emergere in chiave<br />

solo negativa o “abrogativa”. <strong>Il</strong><br />

caso della darsena negato da una sinistra<br />

che <strong>non</strong> amava il “turismo dei<br />

ricchi” <strong>è</strong> emblematico. Se era di sinistra<br />

abrogare lo sviluppo del turismo<br />

dei ricchi, era forse di sinistra lasciare<br />

andare il paese ad una crescita disordinata<br />

e priva di ogni supporto<br />

necessario perché divenisse più armonica?<br />

In quel frangente l’“anomalia<br />

politica del paese” si palesava in una<br />

sorta di schizofrenia della nostra classe<br />

dirigente, che generava un blocco<br />

di proposta politica. Siamo senza ospedale,<br />

senza scuola superiore, senza<br />

teatro, senza aree di convergenza della<br />

vita civile (un vero e proprio centro<br />

del paese), forse proprio a partire<br />

dall’insufficiente capacità di proposta<br />

politica della sinistra di allora (<strong>non</strong><br />

risolta oggi).<br />

Un’assenza politica, dunque, inquietante.<br />

Negli anni ’80 la sinistra bellariese<br />

genera il periodo delle grandi riforme<br />

di re Nando Fabbri. In quegli anni<br />

il fulcro dell’azione politica <strong>è</strong> ben sintetizzato<br />

nel rinnovo stilistico del paese:<br />

la costruzione di un paese completamente<br />

funzionale ad un presunto<br />

turismo moderno. Ecco le isole pedonali,<br />

gli arredi e quant’altro. Interventi<br />

importanti e tali da trasformare<br />

il nostro territorio. Prescindiamo<br />

qui, da una valutazione di merito.<br />

Rileviamo che il linguaggio e la<br />

comunicazione del messaggio, ed anche<br />

la sua sostanza, avevano ben poco<br />

di sinistra. <strong>Il</strong> problema era “stare sul<br />

mercato”, “rinnovare il turismo”,<br />

rispondere alle esigenze di una “modernizzazione<br />

dell’offerta economica”<br />

di Bellaria Igea Marina. Nando Fabbri<br />

fu superato da sinistra dal parroco<br />

di Bellaria di allora, don Egidio, in<br />

L’isola dei platani ci ha regalato una città senza dubbio rinnovata, ma<br />

così come si imbelletta una vecchia signora.<br />

una celebre affollata assemblea in cui<br />

il prelato chiedeva una politica di socializzazione<br />

per il paese. Una coesione<br />

sociale - sbandierata invero continuativamente<br />

da Fabbri, ma intesa<br />

come consenso supino del paese all’amministrazione<br />

- avvertita, dopo gli<br />

anni dell’arricchimento comune,<br />

come necessaria e inderogabile. In<br />

quel frangente la sinistra bellariese<br />

<strong>non</strong> riuscì ad elaborare un progetto<br />

di crescita del paese. Gli unici spunti,<br />

fragili e del tutto teorici, erano quelli<br />

riferibili all’idea di un paese dolce,<br />

privo di macchine, pedonalizzato. In<br />

sostanza però si traducevano nell’impossibilità<br />

per i cittadini di viverci<br />

lavorando, viaggiandovi all’interno,<br />

di fruire di servizi adeguati, mai pensati<br />

e progettati. Era la teorizzazione<br />

del villaggio turistico, in luogo di un<br />

paese che vive di turismo.<br />

La sinistra allora inseguiva la politica<br />

delle piastrelle, una politica che<br />

azzerava il paese, la stessa vita politica<br />

dei partiti, l’ identità delle associazioni<br />

e del territorio.<br />

<strong>Il</strong> “laboratorio”, guidato dai cavalli<br />

di razza Fabbri-Lazzarini, <strong>non</strong> si era<br />

dimostrato in grado di uscire da questa<br />

logica ed abbatteva la credibilità<br />

dei protagonisti, lasciandoci una città<br />

senza dubbio rinnovata, ma così<br />

come si imbelletta una vecchia signora:<br />

con tratti un po’ patetici ed inefficaci.<br />

Mancanza di parcheggi, mancanza<br />

di una viabilità credibile, scelte<br />

abnormi dal punto di vista strategico<br />

(si pensi alla chiusura di via<br />

Ennio ad Igea). E poi in tempi più recenti<br />

un ponte denominato dalle gente<br />

comune “il muro di Berlino”.<br />

<strong>Il</strong> post laboratorio presenta una compagine<br />

di sinistra che ha come protagonisti<br />

e come collante un’imbarazzante<br />

assenza di idee sullo sviluppo<br />

del paese. Un’ assenza che <strong>è</strong> il frutto<br />

di un percorso <strong>non</strong> conforme alla propria<br />

tradizione, di esperimenti politici<br />

arditi (“laboratori” appunto) in cui<br />

ha vinto l’astrazione sulla reale capacità<br />

di sostenere uno sviluppo credibile<br />

e serio del tessuto cittadino.<br />

Tra amoreggiamenti improbabili con<br />

i cattolici e laissez faire di stampo iperliberista<br />

la nostra sinistra ha rinunciato<br />

a proporre e a proporsi.<br />

E oggi? Oggi siamo alla terra bruciata.<br />

Ecco perch<strong>è</strong> occorrono sia una cultura<br />

di destra e di centro capace di<br />

trasformarsi in forza amministrativa,<br />

sia una cultura di sinistra che riscopra<br />

il senso di una credibile proposta<br />

globale sul paese. Culture politiche<br />

che nella diversità e nell’alternanza,<br />

puntino al paese come perno<br />

del loro interesse politico primario.<br />

Non <strong>è</strong> anomalo che tutto questo manchi?<br />

<strong>Il</strong> <strong>Nuovo</strong><br />

Giornale di Bellaria Igea Marina<br />

Quindicinale<br />

Direttore responsabile:<br />

Claudio Monti<br />

Registrazione:<br />

Tribunale di Rimini n. 12/2004<br />

Direzione e Redazione:<br />

via Orazio n. 101<br />

Tel. e Fax: 0541-33.14.43<br />

E-mail: cmonti@ilnuovo.rn.it<br />

Stampa:<br />

La Pieve Poligrafica Editore<br />

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(Villa Verucchio)<br />

Società Editrice:<br />

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Tiratura: 7000 copie. Chiuso in<br />

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direttore ti scrivo<br />

Gimkana: terza e ultima<br />

puntata<br />

Senza fatica, con molta voglia<br />

e senza il bisogno di alcuna<br />

sollecitazione, vorrei<br />

riparlare della “Gikane” creata per<br />

fare rallentare i vari Alonso e Fisichella<br />

in via Seneca (vista la provocazione).<br />

Vorrei prima di tutto far notare che<br />

la via Orazio si estende da Nord a<br />

Sud per diverse centinaia di metri e<br />

che la sua chiusura ha influenzato<br />

l’esistenza di molte famiglie al di qua<br />

ed al di là del passaggio ferroviario<br />

(tralasciamo la problematica di ciò<br />

che ha creato per il turismo, che <strong>è</strong> la<br />

cosa sicuramente più drammatica).<br />

Tutti quelli di mia conoscenza (io<br />

compreso) ed abitanti di via Orazio<br />

hanno sempre maledetto quella<br />

chiusura forzata creata sostituendo<br />

il passaggio a livello con un muro<br />

così brutto ed odioso da <strong>non</strong> essere<br />

nemmeno preso di mira dai ragazzacci<br />

che imbrattano i muri. Ritengo<br />

quindi che la battuta in questione<br />

(“valà che st’estate si dorme meglio”),<br />

che dice di avere già ascoltato<br />

in occasione della chiusura di via<br />

Orazio, sia stata detta, al massimo,<br />

da quelli che, guarda caso, lavorano<br />

o parteggiano per la nostra dissestata<br />

amministrazione comunale,<br />

15<br />

Per scrivere al direttore<br />

fax: 0541.331443; e-mail: cmonti@ilnuovo.rn.it; posta: via Orazio<br />

101, 47813 Igea Marina. Tel. redazione: 0541.331443<br />

che <strong>non</strong> avrebbero mai potuto disapprovare<br />

un’opera voluta e progettata<br />

dall’allora potere decisionale (che<br />

comunque <strong>è</strong> sempre il solito, “maza<br />

maza, tot cla raza”).<br />

Siccome molte <strong>perso</strong>ne della mia famiglia<br />

abitano in via Orazio e, guarda<br />

un po’, anche in via Pittore, credo<br />

di poter dire di conoscere benissimo<br />

i problemi sollevati dall’ “Abitante<br />

le 4 case del ghetto della gimkana”.<br />

Ma Lei lo sa da quanto tempo quei<br />

problemi esistono? Dal dopoguerra.<br />

Siamo tutti d’accordo sul fatto dell’oscenità<br />

di quei passaggi “obbligati”<br />

tra fioriere e strettoie varie, ma<br />

dobbiamo essere anche coscienti del<br />

fatto che se <strong>non</strong> riusciamo a risolvere<br />

un problema di viabilità, <strong>non</strong> dobbiamo<br />

poi crearcene un altro ed un<br />

altro <strong>ancora</strong> (prima la chiusura di<br />

via Orazio, poi la Gikane), aumentando<br />

quindi in maniera esponenziale<br />

la problematica sia dei pedoni che<br />

dei veicoli a motore. Certo che abbiamo<br />

cose più serie di cui lamentarci,<br />

ma se ai vecchi problemi mai<br />

risolti e, a quanto pare, irrisolvibili<br />

(forse perché a mare delle “fioriere”<br />

votano meglio di noi?) ne aggiungiamo<br />

dei nuovi, dove andremo a finire?<br />

Visto che all’Abitante le 4 case del<br />

ghetto questo problema fa ridere, voglio<br />

concludere con una precisazione.<br />

Ricordo che per colpa della “Gikane”<br />

durante la scorsa estate si sono<br />

verificati circa 200 incidenti (tra<br />

seri e piccoli scontri), che fanno una<br />

media, su 100 giorni circa, di 2 incidenti<br />

al giorno! E questo fa ridere?<br />

Questi sono fatti e dimostrano che<br />

così com’<strong>è</strong> adesso l’incrocio via Giusti/via<br />

Orazio <strong>è</strong> molto, molto pericoloso.<br />

Quindi, visto che questo <strong>è</strong> un<br />

problema nuovo, possiamo risolverlo<br />

semplicemente riportando tutto<br />

com’era prima (basta un “sì” dell’amministrazione<br />

comunale). E’<br />

molto semplice, basta volerlo!<br />

Gli abitanti di via Orazio<br />

Pur senza essere un amante degli hippies<br />

mi verrebbe da dire: peace and<br />

love. Deve aver fatto dei bei danni la<br />

famigerata gimkana (o gikane come<br />

amano dire in via Orazio) e in genere<br />

la viabilità di Igea Marina, se la polemica<br />

ha raggiunto questi livelli.<br />

Deporre le “armi”: i problemi <strong>non</strong> si<br />

risolvono esasperando i conflitti ma<br />

trovando soluzioni efficaci. E fra le<br />

tante urgenze di Bellaria Igea Marina,<br />

quella della viabilità <strong>è</strong> ai primi posti.<br />

(c.m.)<br />

<strong>Il</strong> <strong>Nuovo</strong><br />

La darsena come l’album<br />

dei Guns’n’Roses<br />

Un tempo vicino al porto di<br />

Bellaria, dal lato di Igea, vi<br />

era un locale chiamato<br />

“Chiar di Luna”. Oggi questo locale<br />

<strong>è</strong> risorto. Tenendo conto dell’encefalogramma<br />

piatto che questa cittadina<br />

registra durante la bassa stagione,<br />

ciò <strong>è</strong> un bene.<br />

Però mi domando: da quelle parti<br />

<strong>non</strong> doveva ‘imminentemente’ sorgere<br />

un’altra costruzione, ovvero la<br />

darsena?<br />

Non <strong>è</strong> che questo locale <strong>è</strong> stato spinto<br />

dalle mani di qualcuno che sta in alto<br />

(senza scomodare Dio però!), visto<br />

che la darsena mi sembra ormai l’ultimo<br />

album dei Guns’n’Roses (che,<br />

per chi <strong>non</strong> li conosce, hanno<br />

un’uscita ormai annunciata e rimandata<br />

da anni)?<br />

Michols Mancini<br />

Sì, sono 40 anni che la darsena deve<br />

sorgere imminentemente. Ci sta a fare<br />

una scommessa? Una cena, nel risorto<br />

Chiar di Luna, che per il 2006 della darsena<br />

continueremo a sentirne parlare<br />

solo sui giornali. Anzi, allarghiamo la<br />

scommessa a tutti i lettori del <strong>Nuovo</strong> e<br />

al primo cittadino: se a ottobre partono<br />

i lavori il sindaco mangia gratis, se <strong>non</strong><br />

partono paga per tutti. (c.m.)<br />

<strong>Nuovo</strong> ...<br />

... nell’Isola dei Platani

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