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Vedere a Firenze - Il Giornale dell'Arte

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<strong>Vedere</strong>a<br />

©<br />

<strong>Firenze</strong><br />

N. 2 OTTOBRE-DICEMBRE 2012<br />

UMBERTO ALLEMANDI & C. IL GIORNALE DELL’ARTE<br />

<strong>Il</strong> Sacello del Santo Sepolcro nella Cappella Rucellai (1457-1467)<br />

TUTTA L’ARTE DA VEDERE IN<br />

OTTOBRE-DICEMBRE<br />

SUPPLEMENTO A «IL GIORNALE DELL’ARTE» N. 324 OTTOBRE 2012


2<br />

Bona Frescobaldi: «A <strong>Firenze</strong> e nei<br />

suoi dintorni, dietro ai monumenti<br />

universalmente noti, esistono ancora<br />

sconosciuti angoli di Arcadia»<br />

La marchesa è ambasciatrice nel mondo della tradizione di arte<br />

e cultura della fiorentinità<br />

Né First Lady né Première Dame: troppo scontato<br />

l’uno, troppo banalizzato l’altro dal pettegolezzo<br />

giornalistico... La Divin Marchesa, per assonanza<br />

immediata al Divin Marchese Donatien de Sade con cui<br />

ha in comune però solo la cultura ed il lignaggio, oppure<br />

la DiVin Marchesa, in quanto «Ambasciatrice» ufficiale<br />

nel mondo del vino di famiglia? Intellettualistico il primo,<br />

parziale e riduttivo il secondo... Bona la Magnifica? Certo<br />

l’accostamento al Magnifico Lorenzo è ammissibile:<br />

chi più di lei può vantare una fiorentinità così alta, così<br />

internazionale e così riconosciuta? Definizioni sulle quali<br />

saprebbe certamente ricavare una battuta perché lo<br />

«spiritaccio fiorentino» è un’altra sua caratteristica. Certo<br />

è che risulta ben difficile trovare un epiteto che sintetizzi<br />

la personalità eclettica e sfaccettata e l’energia d’intelletto<br />

e di interessi di Bona Frescobaldi, signora del bel<br />

mondo fiorentino e internazionale. Se da un lato lei e il<br />

marito Vittorio sono gli unici italiani invitati pour amitié<br />

alle nozze reali inglesi, Bona Frescobaldi è pure riferibile<br />

a personaggi come George Soros, Zubin Metha, l’architetto<br />

canadese Frank Gehry, Simon Newhouse di Condé<br />

Nast, Mikhail Gorbaciov, Carlo Azeglio Ciampi, Yehudi Menuhin,<br />

Mina Gregori o il tycoon di Hong Kong David Tang<br />

e non c’è personaggio della cultura, dell’economia e della<br />

finanza, dell’arte e della musica che non sia approdato<br />

a casa sua. Bona Frescobaldi è stata fra i fondatori<br />

della casa editrice Ponte alle Grazie e presidente del Consorzio<br />

del Laudemio, fino dalla costituzione nel 2002 a<br />

promuovere la cultura dell’olio [il Laudemio è l’olio extravergine<br />

italiano di alta qualità le cui olive provengono<br />

dalle fattorie menzionate in etichetta, tutte nei colli della<br />

Toscana centrale N.d.R.], è fondatrice del comitato<br />

Friends of La Pietra della New York University, che ha lo<br />

scopo di mantenere vivo e saldo il legame tra <strong>Firenze</strong> e<br />

la N.Y.U., è International Chairman di Friends of FAI, l’associazione<br />

che promuove il fund raising fra i donatori americani<br />

in favore del Fondo per l’Ambiente Italiano, e allo<br />

stesso modo fa parte del direttivo di Friends of Florence<br />

che si occupa di reperire donatori sempre americani per<br />

il restauro di opere di scultura e pittura del patrimonio<br />

artistico fiorentino. Ideatrice e animatrice delle principali<br />

iniziative e manifestazioni culturali e commerciali che<br />

si svolgono a <strong>Firenze</strong>, fra tutte predilige e sente sua Corri<br />

la Vita, maratona a sostegno di strutture sanitarie pubbliche<br />

specializzate in terapie riabilitative, di assistenza<br />

e di prevenzione alle donne malate di tumore al seno, la<br />

principale manifestazione sportiva a scopo benefico in Toscana,<br />

quest’anno alla sua decima edizione. Tutto ciò senza<br />

dimenticare una famiglia che per lei è un fondamentale<br />

punto di riferimento, con quattro figli e dieci nipoti.<br />

A Bona Frescobaldi «<strong>Vedere</strong> a <strong>Firenze</strong>» ha richiesto di indicare<br />

piccoli luoghi fiorentini a lei specialmente cari, lontani<br />

dalla «pazza folla» per scoprire un’altra città dietro<br />

i monumenti universalmente noti. «Per primo il Giardino<br />

del Cavaliere all’interno del Giardino di Boboli, con la residenza<br />

ricavata dal bastione che accoglie oggi il Museo<br />

delle Porcellane ed è una sorta di ideale casa in Arcadia<br />

con un piccolo giardino all’italiana da meditazione, tutto<br />

di rose che alla fioritura di maggio fa davvero inebriare,<br />

e la vista sulle colline di Forte Belvedere che al tramonto<br />

diviene senza pari per i colori indorati della <strong>Firenze</strong> medievale<br />

che da lassù appare ancora intatta come secoli<br />

fa. Sempre caro mi è il Crocefisso di Giotto nella Chiesa<br />

di Ognissanti, che dopo 10 anni di restauro ha riconquistato<br />

la perduta e incomparabile lucentezza di quel blu<br />

di lapislazzuli e di tutto quell’oro e quegli smalti che ne<br />

fanno davvero un gioiello ancorché mistico. E poi il Chiostro<br />

dei Canonici della Basilica di San Lorenzo, disegnato<br />

da Brunelleschi, con il suo silenzio improvviso dopo il<br />

frastuono assordante del centro della città e la scala di<br />

Michelangelo che porta su alla Biblioteca Medicea Laurenziana.<br />

<strong>Il</strong> piccolissimo Chiostro dello Scalzo, con quegli<br />

affreschi a grisaille di Andrea del Sarto [con le scene<br />

della vita del Battista e le Virtù, realizzati a più riprese<br />

dal 1509 al 1526. N.d.R.] di cui la monocromia esalta<br />

l’eleganza, così come, al contrario, San Miniato al Monte<br />

è un’esaltazione dei colori e delle geometrie del marmo<br />

bianco di Carrara e verde di Empoli che si rincorrono<br />

come se danzassero. Infine due passeggiate. Una in città:<br />

lungo l’Arno, al Circolo dei Canottieri, dove gli scan-<br />

Tappeto rosso<br />

IL GIORNALE DELL’ARTE<br />

Società editrice<br />

Umberto Allemandi & C. spa,<br />

via Mancini 8, 10131 Torino,<br />

tel. 011.8199111<br />

fax 011.8193090<br />

allemandi@allemandi.com<br />

Direttore responsabile<br />

Umberto Allemandi<br />

Vicedirettore<br />

Franco Fanelli<br />

Caporedattore<br />

Barbara Antonetto<br />

Corrispondente da <strong>Firenze</strong><br />

Laura Lombardi<br />

Direzione commerciale<br />

Antonio Marra, 011.8199114<br />

antonio.marra@allemandi.com<br />

Ufficio pubblicità<br />

Cinzia Fattori 011.8199118<br />

gda.pub@allemandi.com<br />

Impaginazione<br />

Elisa Bussi<br />

Sommario<br />

3 La Cappella Rucellai e il Sacello<br />

del Santo Sepolcro<br />

3 I «Bagliori dorati» alla Galleria<br />

degli Uffizi<br />

4 Tre manoscritti medicei alla<br />

Laurenziana<br />

4 Le attività del Museo Marino Marini<br />

5 La biennale Internazionale<br />

dei Beni Culturali e Ambientali<br />

5 Le lunette delle Ville Medicee<br />

alla Petraia<br />

6 «<strong>Il</strong> Mito, il Sacro, il Ritratto»<br />

alla Galleria Palatina<br />

6 <strong>Firenze</strong> da Signorini a Rosai<br />

a Palazzo Pitti<br />

<strong>Il</strong> giardino segreto con la vista più bella<br />

<strong>Il</strong> Giardino del Cavaliere costituisce il confine sud-est di<br />

Boboli e il punto più elevato del giardino; la cui spazialità<br />

non si interrompe ma anzi si allarga sul panorama delle colline<br />

di Arcetri, naturale proseguimento del giardino. <strong>Il</strong><br />

Bastione del Cavaliere, costruito nel 1529 su progetto di<br />

Michelangelo, ospitava un edificio dove aveva abitato il<br />

cavaliere Malatesta Baglioni, condottiero di ventura da cui<br />

ha preso nome il giardino. L’originaria coltivazione dei «semplici»,<br />

cioè le piante officinali, presente già dal 1551, fu<br />

sostituita dopo il 1612, con quella di fiori rari e la trasformazione<br />

della terrazza del bastione in giardino segreto disegnato<br />

da Giulio Parigi e Gherardo Mechini. Per dare acqua<br />

agli ampliamenti del Giardino di Boboli voluti da Cosimo II,<br />

nel 1614 furono costruite due peschiere: la Vasca delle<br />

Trote al lato nord del Bastione, e la Conserva del Cavaliere<br />

nell’area sud del Bastione. La vegetazione ha mutato forma<br />

nel tempo: il primo giardino all’italiana, fino alla metà del<br />

XVIII secolo, era quadriripartito in aiuole divise da due vialetti<br />

perpendicolari nel punto in cui è collocata la fontana<br />

ottagonale tuttora esistente. Alla fine del Seicento, la Vasca<br />

delle Trote fu coperta da una volta sorretta da un grande<br />

pilastro immerso nell’acqua, per reggere la Palazzina eretta<br />

da Cosimo III per il secondogenito Gian Gastone, oggi sede<br />

del Museo delle Porcellane. La scenografia d’accesso al<br />

giardino è opera di Giuseppe del Rosso nel 1793: la scala di<br />

accesso a rampa singola fu sostituita da una doppia rampa<br />

a tenaglia, avvolgente un volume cilindrico sormontato da<br />

un terrazzo circolare. Al termine della scala si trovano due<br />

statue di Muse e due pilastri con cancello, originariamente<br />

intonacati di verde e sormontati da Sfingi di arenaria dipinte<br />

in finto marmo, opere di Giovan Battista Giovannozzi. I<br />

pilastrini con capitelli a foglia d’acqua nella balaustra del<br />

<strong>Vedere</strong>a<br />

<strong>Firenze</strong><br />

è una testata edita<br />

dalla Società editrice<br />

Umberto Allemandi & C.<br />

nell’ambito della linea di periodici<br />

«<strong>Vedere</strong> a...»<br />

Curatore<br />

Giovanni Pellinghelli del Monticello<br />

Coordinamento redazionale a Torino<br />

Lina Ocarino<br />

Referente commerciale in Toscana<br />

Benedetta Angioni 348 3157377<br />

benedetta.angioni@allemandi.com<br />

Stampa<br />

Centro Stampa Quotidiani S.p.A.,<br />

Erbusco (Bs)<br />

IL GIORNALE NON RISPONDE DELL’AUTENTICITÀ DELLE ATTRIBUZIONI DELLE OPERE RIPRO-<br />

DOTTE, IN PARTICOLARE DEL CONTENUTO DELLE INSERZIONI PUBBLICITARIE. LE OPINIONI<br />

ESPRESSE NEGLI ARTICOLI FIRMATI E LE DICHIARAZIONI RIFERITE DAL GIORNALE IMPEGNA-<br />

NO ESCLUSIVAMENTE I RISPETTIVI AUTORI. SI CONSIGLIA DI VERIFICARE TELEFONICAMENTE<br />

GLI ORARI DELLE MANIFESTAZIONI.<br />

www.allemandi.com<br />

7 <strong>Il</strong> «Progetto Medici»<br />

dell’Università<br />

7 La casa editrice Olschki<br />

8 L’arte degli anni ’30<br />

a Palazzo Strozzi<br />

8 Collezioni inedite a Villa Bardini<br />

9 <strong>Il</strong> Centro Strozzina presenta Bacon<br />

9 Giuliano Vangi alla Galleria Farsetti<br />

10 «Tristanoil» alla Galleria Frittelli<br />

10 Zhivago Duncan alla Galleria Poggiali<br />

e Forconi<br />

11 Calvino e Akiyoshi Ito al MNAF<br />

12 «Eros bifronte» alla Galleria il Ponte<br />

12 «Lo Schermo dell’Arte Film Festival»<br />

tinati degli Uffizi fungono oggi da rimesse per le barche<br />

e da cui si ha un esclusivo colpo d’occhi da sott’in su dei<br />

tre ponti fiorentini: Ponte Vecchio, Ponte di Santa Trinita<br />

e Ponte alla Carraia. L’altra fuori dal centro, per arrivare<br />

alla collina di Bellosguardo e al Giardino di San Francesco<br />

di Paola, nel convento voluto da Bianca Cappello,<br />

la granduchessa scandalosa, che a fine Settecento divenne<br />

Villa Federighi. Oggi è un parco all’inglese con boschetti<br />

e alberi da frutta, rose, agrumi, bambù, glicini, prati e<br />

vialetti, statue e tanti belvedere: il mio prediletto è la Vista<br />

della Catena, l’unica che incornicia il centro di <strong>Firenze</strong><br />

verso ovest con lo sguardo a vagare sulla facciate delle<br />

più belle chiese fiorentine e di Palazzo Pitti».<br />

<strong>Il</strong> Giardino del Cavaliere all’interno del Giardino di Boboli,<br />

con la residenza ricavata dal bastione che accoglie oggi il Museo<br />

delle Porcellane<br />

terrazzo sono fra i primi esempi di neogotico a <strong>Firenze</strong> nell’epoca<br />

in cui alla Palazzina fu data una facciata neoclassica<br />

e ai lati del terrazzo furono collocate le statue di «Giove<br />

con l’aquila» e di «Flora», entrambe attribuite a Giovanni<br />

Battista Caccini (XVI secolo). Al centro del giardino, la<br />

Fontana delle Scimmie con la vasca ottagonale in marmo<br />

Mistio di Serravezza ha in cima un putto marmoreo attribuito<br />

a Pierino da Vinci o a Stoldo Lorenzi, del XVI secolo, mentre<br />

le scimmie bronzee che danno il nome alla fontana sono<br />

riferibili all’ambiente di Pietro Tacca (XVII secolo).


FOTO VINCENZO VACCARO<br />

3<br />

Si risveglia una meraviglia «delle migliori<br />

che facesse questo architetto»<br />

Grazie al Museo Marino Marini riapre la Cappella Ruccellai con il Sacello<br />

del Santo Sepolcro, opera poco nota di Leon Battista Alberti, finalmente restaurato<br />

Si riapre l’11 e il 12 dicembre agli occhi dei fiorentini<br />

e del mondo una meraviglia quasi segreta fra le mille<br />

che abitano <strong>Firenze</strong>: la Cappella Rucellai col Sacello<br />

del Santo Sepolcro. Nella seconda metà del Quattrocento<br />

fra 1457 e 1467, per volontà di Giovanni di Paolo Rucellai,<br />

maggiorente della famiglia che aveva il patronato<br />

sulla Cappella Maggiore della Chiesa di San Pancrazio, vide<br />

la luce una delle meraviglie del rinascimento fiorentino,<br />

Cappella Rucellai. Sacello del Santo Sepolcro, retro<br />

Fino al 4 novembre 2012 alla Galleria degli Uffizi è<br />

in mostra l’arte fiorentina in quel periodo mirabile<br />

e cruciale che copre grosso modo gli anni dal 1375<br />

al 1440. Per restituire il clima colto e prezioso di quella lunga<br />

stagione, «Bagliori dorati. <strong>Il</strong> gotico internazionale a<br />

<strong>Firenze</strong>, 1375-1440» espone accanto a dipinti celebrati da<br />

secoli opere di altrettanto valore e rilevanza storica benché<br />

poco noti al grande pubblico: sculture in marmo e in legno,<br />

codici miniati, lavori d’arte sacra e profana provenienti<br />

dalle principali istituzioni museali pubbliche e collezioni<br />

private italiane e straniere. Impostata cronologicamente,<br />

la mostra si avvia con le opere dei massimi rappresentanti<br />

della conclusione della tradizione artistica trecentesca:<br />

sono Agnolo Gaddi, Spinello Aretino, Antonio Veneziano,<br />

Gherardo Starnina e Lorenzo Monaco.<br />

Personalità speciale, quest’ultimo, che dopo la<br />

morte di Starnina rimane il maggior pittore fiorentino<br />

a proporre una variante originale, autonoma<br />

e personalissima del gotico finale,<br />

fiorito e fiammeggiante, che si distacca perfino<br />

dal naturalismo ricercato di Gentile<br />

da Fabriano, il più lirico interprete di<br />

quella temperie artistica e lui pure presente<br />

in mostra con tavole famose per la loro<br />

bellezza.<br />

Centro vitale della mostra sono le opere<br />

di quegli artisti operosi a <strong>Firenze</strong> fra<br />

Trecento e Quattrocento, animati da<br />

quella disposizione culturale che univa<br />

al rispetto e alla familiarità per la tradizione<br />

artistica tardotrecentesca il fremito<br />

di conoscenza e lo slancio affascinato<br />

verso i fermenti innovativi e dirompenti<br />

del nascente Umanesimo con<br />

i suoi innamorati recuperi dell’antico.<br />

Opere che rappresentano al più alto livello<br />

pittori meritevoli di una più ampia e apprezzata<br />

conoscenza: Lippo d’Andrea,<br />

<strong>Vedere</strong> a <strong>Firenze</strong><br />

il Sacello del Santo Sepolcro, gioiello dell’architettura di<br />

Leon Battista Alberti, collocato nella prima cappella a sinistra<br />

della chiesa, la Cappella Rucellai appunto. «Per i medesimi<br />

Rucellai, in questa stessa maniera, fece Leon Batista<br />

in San Pangrazio una cappella che si regge sopra gl’architravi<br />

grandi, posati sopra due colonne e due pilastri, forando<br />

sotto il muro della chiesa, che è cosa difficile ma sicura.<br />

Onde questa opera è delle migliori che facesse questo<br />

architetto». Con queste poche parole Giorgio Vasari liquida<br />

l’opera realizzata da Leon Battista Alberti, architetto<br />

da lui chiaramente detestato e al quale attribuisce conoscenze<br />

teoriche ma poca pratica nel costruire. E invece la<br />

Cappella Rucellai è e resta un gioiello dell’architettura fiorentina,<br />

certamente sfortunato e poco noto ma di intatto<br />

grande valore.<br />

La Cappella, situata nella navata sinistra della Chiesa di San<br />

Pancrazio, subì nel 1808 la prima devastazione perché la<br />

chiesa fu trasformata dal furore iconoclasta napoleonico addirittura<br />

in sala d’estrazione dell’Imperiale Lotteria di Francia.<br />

Le due colonne e alcuni elementi lapidei del triforio albertiano<br />

furono utilizzati per realizzare il nuovo ingresso<br />

della ex chiesa. <strong>Il</strong> varco di collegamento con la cappella fu<br />

murato e venne costruito un nuovo ingresso su via della<br />

Spada. Dopo un primo restauro nel 1965 curato dai Rucellai,<br />

la Cappella Rucellai è stata aperta al pubblico solo<br />

saltuariamente e ciò non ha favorito il controllo manutentivo.<br />

In questo contesto si pone il restauro e la riapertura<br />

straordinaria dopo così tanti anni della Cappella Rucellai,<br />

ancora oggi consacrata, e del Sacello del Santo Sepolcro, e<br />

la sua effettiva musealizzazione attraverso l’apertura di un<br />

passaggio diretto dal Museo Marino Marini.<br />

L’attuale restauro ha permesso di restituire alla Cappella<br />

Rucellai e all’adiacente Cappella di San Girolamo il loro<br />

decoro con il recupero degli intonaci interni e specia-<br />

Sperticate fantasie producono bagliori dorati<br />

Agli Uffizi la stagione gioiosa ed elegante del gotico internazionale<br />

Mariotto di Cristofano, Giovanni Toscani, Ventura di<br />

Moro, Francesco d’Antonio e Arcangelo di Cola. Accanto<br />

a loro la mostra indaga le virtù poetiche di Lorenzo<br />

Ghiberti, icona del tardogotico fiorentino, nel cui cantiere<br />

per la prima porta del Battistero, durante la fase iniziale<br />

della sua attività, s’erano formati quasi tutti gli artisti di<br />

spicco operosi a <strong>Firenze</strong>. A confronto e stimolo si osservano<br />

la soavità di Beato Angelico, artista emblematico, con<br />

Michelozzo, della tensione espressiva che ambiva a declinare<br />

l’ereditato linguaggio artistico delle ultime annate trecentesche<br />

negli stilemi inediti che iniziavano e osavano allora<br />

a esprimersi ed esibirsi a <strong>Firenze</strong> con Brunelleschi e<br />

Masaccio. Stili ed espressioni che ricevevano consenso,<br />

plauso, supporto dei «signori dell’Umanesimo» tutti riuniti<br />

intorno a Cosimo il Vecchio de’ Medici. La mostra<br />

presenta quindi a tutto tondo un’età d’arte e cultura<br />

caleidoscopica, in cui, come sottolinea la Soprintendente<br />

Cristina Acidini, «mentre le<br />

proposte artistiche innovative si facevano<br />

strada non senza fatica, si pensi anche soltanto<br />

alle tribolazioni di Brunelleschi scultore,<br />

architetto e ingegnere, linee preesistenti<br />

e coesistenti di creatività trovavano<br />

tranquillamente il gradimento di committenti<br />

pubblici e privati d’eccellenza, procedendo<br />

senza “rotture” ma con affinamenti<br />

e sviluppi di nobili esperienze tramandate<br />

e reinterpretate. Una pluralità di<br />

artisti e di stili che fu il composito e mirabile<br />

effetto di una mappa di committenze<br />

altrettanto varia». La mostra si chiude con<br />

la «Battaglia di San Romano» di Paolo<br />

Uccello, da poco restaurata per la mostra<br />

stessa, che nelle parole del curatore Antonio<br />

Natali «si offre al visitatore come sintesi<br />

mirabile della complessità intellettuale<br />

e spirituale d’una speciale stagione dell’arte<br />

fiorentina, quando rigore matema-<br />

le attenzione per le lesene,<br />

alcune delle quali<br />

realizzate a simulazione<br />

della pietra, e nell’ottica<br />

Cappella Rucellai. Sacello<br />

del Santo Sepolcro, «Impresa»<br />

di Cosimo il Vecchio<br />

della musealizzazione di Cappella e Sacello è stato attuato<br />

un progetto di illuminazione architettonica di valorizzazione<br />

dell’intero ambiente.<br />

Grazie all’accordo fra la Curia Fiorentina, proprietaria della<br />

Cappella, e il Museo Marini, si è ottenuta la fruizione<br />

pubblica di questo monumento poco noto perfino agli stessi<br />

fiorentini, per la quale era imprescindibile ripristinare il<br />

collegamento fra la Cappella e il Museo Marini, che ha sede<br />

negli spazi adiacenti della Chiesa di San Pancrazio: collegamento<br />

come si è detto interrotto nel 1808 dalla brutalità<br />

napoleonica quando le arcate albertiane furono rimosse<br />

e il varco murato.<br />

<strong>Il</strong> progetto di collegamento e di restauro realizzato da Vincenzo<br />

Vaccaro, con la collaborazione di Rosella Pascucci,<br />

della Soprintendenze BAP e BSAE di <strong>Firenze</strong>, Pistoia<br />

e Prato, dell’Agenzia del Demanio, finanziato dal Museo<br />

Marino Marini, dalla Fondazione Marini San Pancrazio,<br />

e condiviso con la Curia Arcivescovile e con Sua<br />

Em. <strong>Il</strong> Cardinale Arcivescovo Giuseppe Betori e dalla<br />

Parrocchia di Santa Trinita con Don Fabrizio Porcinai,<br />

ha permesso il restauro dei marmi pregiati in policromia di<br />

sfumature di grigio del Sacello e l’apertura di una nuova<br />

porta «invisibile» in corrispondenza della Cappella di San<br />

Girolamo, realizzata a filo muro con la parte prospiciente<br />

l’interno intonacata e senza nessuna traccia di maniglie e<br />

serrature, aperta verso il Museo e con elevatore per i portatori<br />

di handicap. I visitatori del Museo potranno così accedere<br />

nel percorso di visita anche alla Cappella Rucellai<br />

e della Cappella di San Girolamo e ammirare il Sacello di<br />

Leon Battista Alberti finalmente restaurato.<br />

La «Madonna dell’Umiltà» di Masolino da Panicale conservata<br />

alla Galleria degli Uffizi e l’«Annunciazione» dipinta da Paolo<br />

Uccello custodita all’Ashmolean Museum di Oxford<br />

tico e sperticate fantasie convissero; intersecandosi talora».<br />

La mostra e il catalogo, pubblicato da Giunti, sono<br />

curati da Antonio Natali, Enrica Neri Lusanna, Angelo<br />

Tartuferi.<br />

Per informazioni: tel. 055 294883, www.uffizi.firenze.it/it/mostre


<strong>Vedere</strong> a <strong>Firenze</strong><br />

Queste sono letture per signorine «bennate»<br />

In mostra alla Biblioteca Medicea Laurenziana i codici per le figlie del Magnifico<br />

4<br />

Fino al 20 ottobre 2012 la mostra «Magnifici tre. I libri-gioiello<br />

di Lorenzo de’Medici» riunisce ed espone<br />

per la prima volta dopo cinque secoli i manoscritti<br />

miniati donati da Lorenzo il Magnifico a tre delle sue<br />

figlie, capolavori della miniatura rinascimentale elaborati<br />

come dipinti e preziosi come gioielli.<br />

Dalle altolocate e politiche nozze di Lorenzo con la romana<br />

Clarice Orsini nel 1469 nacquero dieci figli: oltre a Piero<br />

lo Sfortunato (1472-1503), suo successore che per il<br />

malvolere del Savonarola e dei suoi Piagnoni perse la signoria,<br />

a Giovanni (1475-1521), cardinale a nove anni e<br />

poi dal 1513 papa Leone X, a Contessina (1478-1515) moglie<br />

di Piero Ridolfi e che la leggenda vuole amore di gioventù<br />

di Michelangelo, al fascinoso Giuliano duca di Nemours<br />

(1479-1516), tre amatissime figlie: Lucrezia<br />

(1470-1553) moglie nel 1486 di Jacopo Salviati e nonna,<br />

per le sue figlie Maria e Francesca, maritate a cugini Medici,<br />

rispettivamente di Cosimo primo granduca di Toscana<br />

e di papa Leone XI, Maddalena (1473-1528) moglie<br />

nel 1487 di Franceschetto Cybo figlio di papa Innocenzo<br />

VIII, e Luisa (1477-1488) morta undicenne appena prima<br />

delle nozze con quel cugino Giovanni di Pierfrancesco de’<br />

Medici detto <strong>Il</strong> Popolano che ne scacciò il fratello Piero<br />

da <strong>Firenze</strong>. Per loro, come dono nuziale, nel 1486 il Magnifico<br />

Lorenzo fece realizzare i tre Libri d’Ore, cioè<br />

di orazioni e riflessioni cristiane, a Francesco Rosselli,<br />

incisore, miniatore, cartografo e pittore, che insieme a<br />

Francesco di Antonio del Chierico, miniaturista favorito<br />

di Cosimo il Vecchio, fu il massimo esponente della scuola<br />

fiorentina. Fastosamente decorati e impreziositi da legature<br />

sontuose di ori, di argenti, di pietre dure e smalti<br />

policromi, di una ricchezza elegante come solo il felicissimo<br />

gusto del Magnifico poteva immaginare, questi codici<br />

miniati quasi più gioielli da esibire che oggetti di quotidiana<br />

devozione sono oggi conservati tre in diverse biblioteche:<br />

la Biblioteca Medicea Laurenziana di <strong>Firenze</strong>,<br />

la Bayerische Staatsbibliothek di Monaco e la Rothschild<br />

Collection di Waddesdon Manor, in Inghilterra.<br />

Quest’ultimo manoscritto fu destinato a Maddalena e<br />

da lei ereditato da Peretta Cybo-Usodimare moglie del<br />

grande Andrea Doria: classificato come Ms. 16 è oggi noto<br />

come Codice Medici-Rothschild dal nome del collezionista<br />

che l’acquistò ai primi del Novecento, il barone<br />

Edmond de Rothschild il cui discendente Jacob quarto ba-<br />

Nell’architettura del Rinascimento<br />

cavalli e cavalieri del Novecento<br />

<strong>Il</strong> Museo Marino Marini avvia un programma continuativo di mostre<br />

<strong>Il</strong> piano superiore del Museo<br />

«Marino Marini» e un<br />

«Cavaliere» di gesso realizzato<br />

dallo scultore pistoiese<br />

nel 1952-1953<br />

Connubio fra architettura rinascimentale e scultura del<br />

Novecento, il Museo Marino Marini ha sede in<br />

centro a <strong>Firenze</strong> nella ex Chiesa di San Pancrazio,<br />

opera di Leon Battista Alberti come l’attiguo Palazzo<br />

Rucellai e la Basilica di Santa Maria Novella. L’apertura<br />

di questo spazio museale risale al 1988 grazie a una laboriosa<br />

opera di restauro, progettata da Bruno Sacchi e<br />

Lorenzo Papi e fu il primo museo fiorentino di arte moderna<br />

e contemporanea. Nel museo sono stati creati speciali<br />

percorsi di lettura delle opere di Marino Marini<br />

(Pistoia, 1901 - Viareggio, 1980), scultore, pittore, incisore<br />

celebre e celebrato per i suoi «Cavalli e cavalieri»,<br />

con focus sul suo uso personalissimo della tridimensionalità.<br />

Eccezionale perciò in questo museo, e forse irripetibile in<br />

altri contesti, la possibilità di accostare la scultura a 360<br />

gradi, di rimirarla in prospettive sempre variate di accostamenti<br />

non usuali, con proiezioni a diversi livelli e con<br />

diverse angolazioni.<br />

Alla collezione permanente delle opere di Marino Marini,<br />

183 fra sculture, dipinti, disegni e incisioni, fanno<br />

corollario periodiche esposizioni temporanee dedicate<br />

ad artisti e tematiche dal Novecento alla contemporaneità<br />

curate dal presidente Carlo Sisi e dal direttore<br />

Alberto Salvadori.<br />

Da novembre 2012 prende l’avvio «Early One Morning»,<br />

il titolo richiama un’opera di Antony Caro, articolato<br />

progetto espositivo che si concluderà nel febbraio<br />

2014 e che il Museo Marino Marini dedica alla scultura<br />

dagli anni Sessanta del Novecento a oggi. Un programma<br />

di mostre ed eventi ideati per il Museo come unicum<br />

composto da parti distinte in cui la ricerca conferisce<br />

unità ai singoli elementi, evidenziandone i legami di<br />

reciproca appartenenza e facendo sì che ogni mostra crei<br />

nel visitatore l’aspettativa della seguente.<br />

<strong>Il</strong> progetto prevede la ricognizione storica e riattivazione<br />

di sculture con l’interazione con il pubblico e le ricerche<br />

pratiche di giovani artisti italiani e internazionali: tedeschi,<br />

lituani, giapponesi, statunitensi, compreso l’uso del<br />

video come strumento di indagine e di relazione tra persone,<br />

oggetti e architettura. <strong>Il</strong> tutto include anche residenze<br />

degli artisti a <strong>Firenze</strong> per incontrare studenti e pubblico<br />

e dialogare e confrontarsi sulle pratiche e metodologie<br />

di lavoro.<br />

Le mostre si succederanno con cadenza circa bimestrale<br />

fino a febbraio 2014, partendo il 17 novembre con «Ricordi<br />

per moderni», di Yuri Ancarani, a cura di Luigi<br />

Fassi e Alberto Salvadori, che copre l’intera produzione<br />

dell’artista, in gran parte inedita, dal 2000 al 2009,<br />

in cui i cortometraggi ripercorrono idealmente le atmosfere<br />

tondelliane della Riviera Romagnola e della memoria<br />

postmoderna degli anni<br />

Ottanta. Per questa mostra il<br />

Museo Marini collaborerà<br />

con la quinta edizione dello<br />

«Schermo dell’Arte Film<br />

Festival» proponendo la<br />

proiezione dei pluripremiati<br />

film «<strong>Il</strong> capo» (2010) e<br />

«Piattaforma Luna» (2011),<br />

entrambi di Ancarani. A febbraio 2013, Andrea Kvas,<br />

uno dei più interessanti artisti italiani delle ultime generazioni<br />

che utilizza la pratica pittorica e scultorea in modo<br />

da includerle in un unico concetto, concepirà un’installazione<br />

per la cripta del museo. Matthew Brannon,<br />

artista statunitense che coniuga la produzione di grafica<br />

con installazioni, interverrà ad aprile 2013 col fiorentino<br />

Nicola Martini, tra i migliori giovani del panorama<br />

italiano. Justin Matherly, artista emergente di New York,<br />

elaborerà un progetto nel settembre 2013 in cui le sue<br />

sculture in cemento riproporranno una libera interpretazione<br />

dei capolavori scultorei del Rinascimento italiano<br />

dalle collezioni museali fiorentine, usando come linee<br />

guida i testi di Spinoza, Sade e Lacan. Infine, Deimantas<br />

Narkevicius, lituano, esporrà per la prima volta in Italia<br />

a novembre 2013. Per ogni mostra è previsto un incontro<br />

aperto dell’artista e del curatore con il pubblico e<br />

dibattiti sul tema della scultura oggi nonché il coinvolgimento<br />

degli studenti degli Istituti d’Arte e dell’Accademia<br />

di Belle Arti di <strong>Firenze</strong> per workshop e collaborazioni<br />

con gli artisti.<br />

Per informazioni: Museo Marino Marini, Piazza San Pancrazio, <strong>Firenze</strong>,<br />

tel. 055 219432, www.museomarinomarini.it<br />

3<br />

1. Una pagina miniata del Libro<br />

d’Ore fatto realizzare per Lucrezia<br />

de’ Medici conservato alla Bayerische<br />

Staatsbibliothek di Monaco. 2. La<br />

«Pentecoste» nel manoscritto donato<br />

a Maddalena (oggi noto come Ms. 16,<br />

Codice Medici-Rothschild, di<br />

proprietà della Rothschild Collection<br />

di Waddesdon Manor). 3. L’Offiziolo<br />

destinato a Luisa (Codice Ms.<br />

Ashburnam 1874), conservato alla<br />

Biblioteca Medicea Laurenziana, con<br />

l’«Annunciazione» e la «Natività»<br />

rone Rothschild ne è<br />

l’attuale proprietario:<br />

per la mostra è tornato<br />

in Italia e viene<br />

esposto per la prima<br />

volta. Al suo fianco il<br />

Codice Ms. Ashburnam<br />

1874, l’«Offiziolo»<br />

di Luisa che dalle<br />

mani di Caterina de’<br />

Medici regina di Francia<br />

e dei conti de Merode-Monfort,<br />

nel 1847<br />

passò a quelle dell’inglese<br />

Bertram Ashburnham,<br />

quarto conte di<br />

Ashburnham (1797-<br />

1878), forse il più grande<br />

collezionista di codici<br />

miniati dell’Ottocento,<br />

il cui figlio lo<br />

vendette alla Biblioteca<br />

Medicea Laurenziana,<br />

dove è conservato<br />

in un caveau blindato<br />

per ragioni di conservazione<br />

e perciò di norma<br />

inaccessibile al<br />

pubblico. A completare<br />

questa trilogia medicea<br />

il codice conservato<br />

in Germania,<br />

quello che da Lucrezia<br />

finì in eredità al primo<br />

granduca di Toscana<br />

Cosimo I che nel 1574<br />

lo vendette al duca di<br />

Baviera Alberto V e<br />

che nel 1785 fu donato<br />

alla Bayerische Staatsbibliothek<br />

di Monaco<br />

dal principe elettore<br />

Carlo Teodoro: troppo<br />

delicato per essere trasportato<br />

in Italia, ne<br />

viene esposta la copia<br />

unica in facsimile realizzata<br />

nel 1991. La riunione<br />

eccezionale realizzata<br />

dalla mostra<br />

permetterà al grande<br />

pubblico di scoprire<br />

questi tesori poco noti<br />

del Rinascimento e agli<br />

studiosi di confrontare<br />

dal vivo i manoscritti.<br />

La visione dei manoscritti<br />

costituisce il momento<br />

finale di un percorso<br />

espositivo che<br />

immerge il visitatore<br />

nel clima culturale ed<br />

artistico di cui i tre Libri<br />

d’Ore sono espressione.<br />

Oltre ai codici<br />

originali, in mostra saranno<br />

infatti esposte più di sessanta facsimili delle pagine<br />

miniate, divise per tema: saranno così messe a confronto<br />

e commentate le illustrazioni dei tre Calendari con le scene<br />

delle varie attività di lavoro e di piacere svolte nei vari<br />

mesi dell’anno e le immagini degli Incipit, le più ricche<br />

di ogni codice miniato. Le riproduzioni facsimilari delle<br />

pagine presentano le stesse caratteristiche formali, cromatiche<br />

e tattili degli originali. L’editore Franco Cosimo<br />

Panini, fra i promotori della mostra, ha realizzato l’edizione<br />

in facsimile dell’«Offiziolo» di Luisa con il titolo di<br />

«Libro d’Ore di Lorenzo de’ Medici» (2005) e quella del<br />

«Libro d’Ore Medici-Rothschild» di Maddalena (2011).<br />

La mostra consente di visitare anche il Vestibolo e la Sala<br />

di Lettura della Biblioteca Medicea Laurenziana, voluta<br />

da papa Clemente VII, Giulio de’ Medici nipote del<br />

Magnifico, e disegnata da Michelangelo.<br />

Per informazioni: tel. 055 210760, info@magnificitre.it, www.magnificitre.it<br />

1<br />

2


5<br />

Un’idea sbocciata e fiorente<br />

Giovanni Gentile dal 2010 è presidente<br />

della Fondazione Florens, laboratorio<br />

permanente di economia dei beni<br />

culturali e ambientali. Laureato in Lettere<br />

all’Università di <strong>Firenze</strong> ed esperto<br />

di editoria italiana e internazionale,<br />

nel 1976 ha fondato la casa editrice<br />

Le Lettere, di cui oggi è presidente, rinnovando<br />

le migliori tradizioni fiorentine<br />

di studi umanistici. Presidente anche<br />

di Licosa-Sansoni, una delle principali<br />

società divenuta, sotto la sua<br />

guida, leader attivo nel settore della distribuzione,<br />

importazione ed esportazione di libri e riviste, dal<br />

2007 al 2011 è stato presidente di Confindustria <strong>Firenze</strong> e attualmente<br />

è membro di Giunta di Confindustria Nazionale.<br />

«<strong>Vedere</strong> a <strong>Firenze</strong>» lo ha incontrato per farsi illustrare le caratteristiche<br />

della manifestazione.<br />

Dove nasce l’ideazione di Florens?<br />

L’idea di Florens ha origine dal desiderio di far diventare <strong>Firenze</strong><br />

un laboratorio in cui dibattere tematiche legate all’economia<br />

dei beni culturali e ambientali: un laboratorio permanente<br />

finalizzato a dimostrare quanto sia fondamentale potenziare<br />

gli investimenti in cultura perché diventino volano allo<br />

sviluppo dell’economia, in grado di riconfigurare il tessuto produttivo<br />

del Paese. Non volevamo proporre la consueta ricognizione<br />

del nostro patrimonio bensì volevamo monitorare i risvolti<br />

economici che questi beni possono produrre.<br />

Dopo la prima edizione ora è diventata una realtà permanente:<br />

come è strutturata?<br />

Dal successo di Florens 2010 con oltre 200mila visitatori è<br />

nata la Fondazione Florens, i cui soci fondatori sono Intesa-<br />

Sanpaolo, Banca CR <strong>Firenze</strong>, Confindustria <strong>Firenze</strong>, CNA <strong>Firenze</strong><br />

ai quali si è unita da quest’anno APPS Associazione Partner<br />

Palazzo Strozzi. La Fondazione è stata una naturale evoluzione<br />

di Florens 2010 e la sua mission è quella di porsi come<br />

motore di promozione e dialogo per attivare la conoscenza<br />

e lo sviluppo dell’economia nel settore dei beni culturali,<br />

ambientali, dell’industria creativa, oltre che ricoprire un ruolo<br />

propulsivo nell’integrazione delle politiche culturali secondo<br />

nuove logiche, utili a rilanciare la crescita economica del<br />

Paese.<br />

Quali sono le caratteristiche dell’edizione Florens 2012?<br />

«Cultura, qualità della vita», questo il titolo di Florens 2012<br />

che condividerà con organizzazioni e soggetti la visione e le<br />

prospettive durature di crescita economica che secondo noi<br />

dovranno essere saldamente fondate sul rilancio della cultura.<br />

Florens 2012 si focalizzerà sulla centralità della produzione<br />

culturale, esaminando il legame con il territorio, il valore<br />

delle tradizioni da reinterpretare e rinnovare nell’artigianato<br />

e nelle arti tutte, la necessità di rafforzare l’identità culturale,<br />

tutelando il paesaggio rurale e urbano, la creatività per la<br />

qualità sociale ossia lo sviluppo delle innovazioni tecnologiche<br />

per migliorare gli stili di vita. Vi parteciperanno uomini del calibro<br />

di Mauro Agnoletti, Andrea Carandini, Walter Santagata<br />

e Davide Rampello.<br />

Gli obiettivi futuri di Florens?<br />

Nel futuro la Fondazione Florens vuol rafforzare il proprio ruolo<br />

proattivo con iniziative diversificate in vari settori culturali<br />

ma sempre legate dallo scopo ultimo di potenziare e affermare<br />

la cultura quale motore di sviluppo economico: questo non<br />

vuol dire in alcun modo sminuire la portata del concetto di cultura<br />

bensì, al contrario, valorizzare l’importanza che la cultura<br />

deve avere nella nostra vita o, ancora meglio, nella qualità<br />

della nostra vita.<br />

<strong>Vedere</strong> a <strong>Firenze</strong><br />

Torna a fiorire Florens<br />

La seconda Biennale Internazionale dei Beni Culturali e Ambientali<br />

regala a <strong>Firenze</strong> nove giorni di eventi<br />

Dal 3 all’11 novembre si tiene<br />

re, in un progetto curato da Pino<br />

a <strong>Firenze</strong> Florens 2012,<br />

Brugellis e Sergio Risaliti. Ancora<br />

di Sergio Risaliti l’esposizione,<br />

Biennale Internazionale<br />

dei Beni Culturali e Ambientali,<br />

alla sua seconda edizione e ideata<br />

da Giovanni Gentile, Presidente<br />

della Fondazione Florens, nata<br />

dopo il successo di Florens 2010<br />

con oltre 200mila presenze. La<br />

Fondazione è un soggetto no-profit<br />

che si propone di attivare la conoscenza<br />

e lo sviluppo dell’economia<br />

<strong>Il</strong> Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio<br />

per la prima volta affiancati, dei<br />

crocifissi lignei di Donatello,<br />

Brunelleschi e Michelangelo nel<br />

Battistero di Santa Maria del<br />

Fiore per una rilettura della scultura<br />

religiosa del Quattrocento. In<br />

Piazza San Giovanni un’installazione<br />

di decoro urbano di oltre 70<br />

ulivi secolari, disposti a scacchiera,<br />

nel settore dei beni culturali, ambientali, dell’industria<br />

creativa e di ricoprire un ruolo propulsivo nell’integrazione<br />

delle politiche culturali secondo nuove logiche, utili a<br />

rilanciare la crescita economica. <strong>Il</strong> programma che si caratterizza<br />

per la sua interdisciplinarità, disponibile su<br />

www.florens2012.it, affianca il Forum Internazionale dei<br />

Beni Culturali e Ambientali a eventi che coinvolgono l’intera<br />

città, dai luoghi del sacro, Battistero e Cattedrale, a Palazzo<br />

Vecchio, da Piazza Santa Croce e Piazza San Giovanni<br />

ai musei, all’Università. La direzione culturale del Forum<br />

Internazionale è di Mauro Agnoletti, esperto di pianificazione<br />

del territorio e del paesaggio, Andrea Carandini,<br />

archeologo, e Walter Santagata, economista, mentre<br />

la direzione artistica è affidata a Davide Rampello. Florens<br />

2012 ripropone gli eventi in città con tre progetti<br />

orientati alla rilettura di opere del patrimonio storico e<br />

artistico e alla teatralizzazione delle installazioni site<br />

specific, nel dialogo fra arte antica e contemporanea. In<br />

Piazza Santa Croce si dà vita a una scultura ambientale:<br />

una croce monumentale di Mimmo Paladino, di circa<br />

80x50 metri, sui cui singoli blocchi di marmo di Carrara,<br />

alcuni alti fino a 4 metri, Paladino ha inciso simboli e figuscrittore<br />

a riproporre le linee del Battistero e della Piazza. Lo<br />

Alberto AsorRosa, l’archeologo Andrea Carandini,<br />

l’architetto e designer Gaetano Pesce, l’ecologista<br />

Vandana Shiva e il costituzionalista Gustavo Zagrebelsky<br />

terranno conferenze e sette saranno le tavole rotonde<br />

dedicate a «Siti archeologici e dimore storiche»; «Dall’alta<br />

moda all’industria del lusso»; «<strong>Il</strong> paesaggio come<br />

immagine di un paese»; «La divulgazione culturale»;<br />

«Dai ristoranti stellati a una nuova filiera del gusto»;<br />

«<strong>Firenze</strong> e la banca mondiale delle conoscenze»; «Riviste<br />

e beni culturali». Relatori italiani e internazionali si<br />

confronteranno nel Forum Internazionale dei Beni Culturali<br />

e Ambientali su tre temi centrali: conservazione e<br />

valorizzazione dei beni culturali; paesaggio; industrie<br />

creative, mentre vari convegni approfondiranno temi come<br />

Mercanti d’arte; La cultura cinematografica e i festival;<br />

Organizzazione, gestione e finanziamento dei teatri<br />

d’opera. <strong>Il</strong> pubblico può partecipare alle attività della<br />

Biennale anche tramite Twitter, con l’hashtag ufficiale<br />

#Florens2012, Facebook, Youtube e www.florens2012.it.<br />

Gli eventi sono visibili in diretta streaming sul sito, grazie<br />

alla collaborazione di Eutelsat.<br />

Le quattordici celebri immagini<br />

delle Ville Medicee alla Petraia<br />

Le lunette del misterioso Justus Utens<br />

Consapevole dell’efficacia della celebrazione artistica e<br />

orgoglioso di sottolineare la vastità dei possedimenti<br />

familiari, Ferdinando I, che fu terzo Granduca di<br />

Toscana dal 1587 al 1609 e va affiancato ai grandi della famiglia:<br />

Cosimo il Vecchio, Lorenzo il Magnifico, di cui era<br />

trisnipote per via della nonna paterna Maria Salviati, il padre<br />

Cosimo I, fece dipingere tra la fine del Cinquecento<br />

e gli inizi del Seicento una serie di tele raffiguranti le più<br />

importanti ville medicee. Arealizzare questo «catalogo visivo»<br />

che presenta la reggia di Pitti e le residenze di campagna<br />

e i giardini, boschi, poderi e riserve di caccia del patrimonio<br />

fondiario dinastico in forma di lunette, destinate originariamente<br />

a decorare la Sala Grande della Villa di<br />

Artimino, situata in posizione idealmente baricentrica nel<br />

territorio granducale, fu Justus Utens, artista misterioso nato<br />

forse a Bruxelles in data imprecisata e morto a Carrara<br />

nel 1609, chiamato a tale impresa per la notoria abilità dei<br />

pittori fiamminghi nella pittura di paesaggio e di scorci ar-<br />

chitettonici e perciò capace<br />

di utilizzare l’esperienza<br />

topografica dei<br />

cartografi attivi per la<br />

corte medicea unendola<br />

alla tradizione paesaggistica nordica della veduta a volo<br />

d’uccello. In attesa dell’allestimento definitivo alla Petraia,<br />

restano in mostra fino al 30 novembre nella Saletta delle<br />

esposizioni di Villa la Petraia stessa le quattordici lunette,<br />

raffiguranti le molte e celebri Ville Medicee, da Cafaggiolo<br />

nel Mugello, origine della famiglia Medici, a La Petraia<br />

a La Magia, esempio di una delle ville meno prossime<br />

a <strong>Firenze</strong>, affiancate a un ritratto di Ferdinando I della<br />

Galleria Palatina e alla mappa delle ville realizzata in occasione<br />

della storica «Mostra del Giardino Italiano» del<br />

1931. L’esposizione è a cura di Alessandra Griffo.<br />

Per informazioni: www.polomuseale.firenze.it/mostre<br />

La lunetta di Justus Utens<br />

raffigurante Villa la Petraia


<strong>Vedere</strong> a <strong>Firenze</strong><br />

Diciannove tesori dai fondi<br />

del magazzino<br />

<strong>Il</strong> collezionismo mediceo si riconferma un’inesauribile risorsa<br />

La Sala delle Nicchie della Galleria Palatina, è la sede<br />

della mostra «<strong>Il</strong> Mito, il Sacro, il Ritratto», a cura<br />

di Anna Bisceglia e Alessandro Cecchi che fino<br />

al 22 dicembre espone un florilegio dei dipinti dai depositi<br />

della Galleria Palatina a campionatura di un patrimonio<br />

d’arte praticamente inesauribile e sempre sorprendente,<br />

frutto della lunga vicenda del collezionismo mediceo<br />

e del vincolo indissolubile che la famiglia regnante volle<br />

fissare con <strong>Firenze</strong>, legandole la permanenza dei loro tesori<br />

«per ornamento per lo Stato, e per utilità del Pubblico,<br />

e per attirare la curiosità dei Forestieri».<br />

I diciannove dipinti riuniti in mostra raccontano le vicende<br />

dei luoghi di provenienza: i palazzi e le ville granducali,<br />

e dei committenti che le avevano richieste ai pittori più<br />

in voga al momento, o che le avevano acquistate sul mercato<br />

antiquario, nel costante desiderio di ampliare e impreziosire<br />

le loro raccolte.<br />

<strong>Il</strong> percorso di visita è articolato in quattro sezioni che illustrano<br />

i temi più frequenti e graditi al gusto collezionistico,<br />

entro un arco cronologico compreso tra gli anni Sessanta<br />

del secolo XVI e la prima metà del secolo XVII.<br />

Fulcro dell’esposizione è il monumentale «Ercole e l’Idra<br />

di Lerna», eseguito da Guido Reni intorno al 1638-40 circa<br />

e proveniente dalla collezione del cardinale Giovan<br />

Carlo (1611-63) figlio del granduca Cosimo II, al Casino<br />

Mediceo di via della Scala. Ercole, simbolo della forza ed<br />

eroe mediceo per eccellenza, è anche il mentore che accompagna<br />

il principe nel viaggio spirituale tra le sfere celesti<br />

delle cinque Sale dei Pianeti affrescate da Pietro da<br />

Cortona, che si incontrano immediatamente accanto a questa<br />

sala. Al mito come exemplum virtutis, si lega la presenza<br />

delle due tele con Tarquinio e Lucrezia, eseguite da<br />

Simone Pignoni e allusive alla castità e alla fortezza femminile.<br />

La sezione dedicata alle Storie Sacre racchiude soggetti<br />

dell’Antico e Nuovo Testamento, affrontati da artisti fiamminghi<br />

come Frans Floris, attivo in Italia dal 1540 circa,<br />

e italiani, come Artemisia Gentileschi e il veronese Jacopo<br />

Ligozzi, pittore caro a Francesco I e a suo fratello e<br />

successore Ferdinando I.<br />

La mostra prosegue col doveroso omaggio a Don Lorenzo<br />

de’Medici (1599-1648), figlio di Ferdinando I e Cristina<br />

di Lorena, sofisticato cultore delle arti e attento mecenate<br />

dei maggiori ingegni del suo tempo, da Volterrano a<br />

Dandini, da Stefano della Bella a Michele Desubleo. Tra<br />

le molte opere commissionate per la quadreria ordinata nella<br />

Villa della Petraia, sua dimora d’elezione, spiccavano la<br />

grande tela con «Orlando nella grotta dei malandrini»,<br />

testimonianza del gusto per soggetti tratti dall’«Orlando<br />

Furioso» e dalla «Gerusalemme Liberata», e una serie di<br />

ovali con «<strong>Il</strong>a», «Zefiro», il «Giovane con giubbone turchino»<br />

e l’«Allegoria della Commedia», corredati delle<br />

cornici originali, destinate a una delle stanze di piccole dimensioni<br />

al pianterreno. Si termina con la sezione dedicata<br />

al Ritratto, come espressione dei legami familiari e politici,<br />

come dono, o come simbolo delle virtù morali del<br />

personaggio effigiato. I cinque dipinti qui presentati, Gastone<br />

d’Orleans, Enrichetta Maria, ed Elisabetta di<br />

Francia figli cadetti di Maria de’ Medici ed Enrico IV<br />

«Ercole e l’Idra<br />

di Lerna» eseguito<br />

da Guido Reni intorno<br />

al 1638-1640<br />

e un ritratto della<br />

«Granduchessa<br />

Marguerite-Louise<br />

d’Orléans, moglie di<br />

Cosimo III de’ Medici,<br />

in veste di Santa<br />

Margherita» di Justus<br />

Sustermans<br />

di Francia, insieme<br />

al granduca Cosimo<br />

III de’ Medici e alla<br />

moglie Marguerite-<br />

Louise d’Orléans,<br />

sposa mancata del Re<br />

Sole che tutto fu fuorché<br />

santa, nelle vesti<br />

di «Santa Margherita»,<br />

opere di due fra i<br />

maggiori specialisti<br />

del genere, Frans Pourbus il Giovane e Justus Sustermans,<br />

riflettono alcuni momenti fastosi e infausti della storia<br />

della famiglia granducale e il ruolo e l’importanza che<br />

anche gli ultimi Medici rivestirono nello scacchiere politico<br />

e dinastico europeo fra la fine del Cinquecento e l’esordio<br />

del Settecento.<br />

Per informazioni: www.uffizi.firenze.it/it/mostre<br />

<strong>Vedere</strong> <strong>Firenze</strong><br />

con gli occhi<br />

degli artisti<br />

In mostra vedute della città<br />

dal Settecento a metà Novecento<br />

Fino al 28 ottobre alla Galleria d’Arte Moderna a Palazzo<br />

Pitti, «<strong>Firenze</strong> negli occhi dell’artista. Da Signorini<br />

a Rosai», a cura di Simonella Condemi: una<br />

mostra che ha come protagonista <strong>Firenze</strong> stessa in un itinerario,<br />

una guida della memoria di come la città si offriva e<br />

si offre oggi.<br />

In mostra saranno esposti 49 dipinti dedicati a vedute della<br />

città ripresa da varie prospettive: dalle ariose visioni<br />

del Settecento di Giuseppe Maria Terreni, principale vedutista<br />

toscano, a quelle romantiche di Giovanni Signorini<br />

fino alle opere dal tono domestico del pieno Ottocento<br />

di Lorenzo Gelati o alle raffigurazione di spaccati cittadini<br />

dai toni accesi della macchia come il Mercato Vecchio di<br />

Telemaco Signorini nonché opere del Novecento in cui il<br />

modo di rappresentare la città si è rinnovato dando un ruolo<br />

da protagonista al singolo monumento: è il caso della<br />

Chiesa di Cestello di Silvio Pucci, di quella di Santo Spirito<br />

di Orlando di Collalto, e poi le piazze e le strade limitrofe,<br />

come spiega la curatrice Simonella Condemi fino<br />

«all’interpretazione rosaiana di Via Lupo e di Via Santa<br />

Margherita a Montìci e all’opera “<strong>Il</strong> trionfo della strada”<br />

premiata alla Mostra Nazionale Premio del Fiorino del<br />

1951, quasi traduzione pittorica di alcune descrizioni di Vasco<br />

Pratolini».<br />

L’occasione della mostra è sorta con il ritorno alla Galleria<br />

d’Arte Moderna, dopo un deposito di lungo termine all’ex<br />

museo «<strong>Firenze</strong> Com’era», di 16 dipinti che documentano<br />

luoghi di una <strong>Firenze</strong> scomparsa o inevitabilmente<br />

cambiata ai quali sono state affiancate altre 33 opere dedicate<br />

alla città e mai esposte, selezionate attingendo dalle<br />

collezioni custodite nei depositi del museo. La mostra ha<br />

dato inoltre occasione di operare un intervento di restauro<br />

sia sui dipinti rientrati sia su tutti quelli selezionati dai depositi<br />

per l’esposizione.<br />

Un percorso visivo parallelo a quello delle opere in mostra<br />

è affidato alle fotografie artistiche di Antonio Quattrone,<br />

che le ha eseguite prendendo a soggetto gli stessi luoghi<br />

proposti dai dipinti, rispettandone inoltre il taglio e la<br />

visuale. Queste immagini aiutano a comprendere meglio lo<br />

stesso luogo di <strong>Firenze</strong> nel passato e nel presente e danno<br />

al catalogo della mostra, edito da Sillabe, il taglio inedito di<br />

una guida a un percorso storico di <strong>Firenze</strong> fra Settecento<br />

e Novecento.<br />

Per informazioni: tel. 055.2388601, gam@polomuseale.firenze.it, www.polomuseale.firenze.it/mostre<br />

«Veduta di <strong>Firenze</strong>» di Giuseppe Maria Terreni, 1785-90<br />

Nessuno sa di arte tutto quello che sanno i lettori di<br />

6<br />

IL GIORNALE DELL’ARTE<br />

È il mensile d’informazione di riferimento per il mondo dell’arte concepito come un quotidiano.<br />

Seleziona e riferisce con criteri giornalistici i fatti rilevanti dell’arte che avvengono in tutto il mondo.<br />

Ogni anno, 11 numeri, oltre 1.000 pagine. Ogni numero comprende:<br />

■ «Vernissage», la fotorivista che ci porta dentro gli avvenimenti<br />

■ «<strong>Il</strong> <strong>Giornale</strong> delle Mostre» la guida commentata delle mostre da vedere<br />

ogni mese in tutta l’Italia, in tutto il mondo<br />

■ e, periodicamente, il «Rapporto Annuale» su un tema specialistico<br />

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7<br />

<strong>Vedere</strong> a <strong>Firenze</strong><br />

CSI fiorentino: Ferdinando scagionato, Francesco<br />

e Bianca morirono di malaria<br />

L’anatomopatologo risolve uno storico caso mediceo dopo 425 anni: non era arsenico<br />

Daniele e Costanza: quarta generazione<br />

Olschki. Continua l’editoria di cultura<br />

La casa editrice fiorentina Olschki è fra le più<br />

antiche d’Italia perché fondata nel 1886 da Leo<br />

Samuel Olschki (1861-1940), libraio e bibliofilo<br />

ebreo polacco. Erede d’una famiglia di tipografi<br />

trasferitosi in Italia nel 1883, il primo<br />

marzo del 1886 fondò a Verona la Libreria Antiquaria<br />

Editrice pubblicando il primo catalogo<br />

di incunaboli. Dopo Venezia nel 1890, nel 1897<br />

l’attività si sposta definitivamente a <strong>Firenze</strong> dove<br />

nel 1909 Olschki acquista una tipografia,<br />

che chiama «Giuntina» in omaggio ai Giunti, tipografi<br />

fiorentini del XVI secolo. Pur avendo ottenuto<br />

per la sua attività la nomina a Commendatore<br />

e Cavaliere di Gran Croce della Corona<br />

d’Italia, le leggi razziali del 1938, che non consentono<br />

ai cittadini «non ariani» di svolgere attività<br />

industriali, costringono Olschki all’esilio<br />

in Svizzera nel 1939, dove morirà nel giugno<br />

1940, mentre la Casa Editrice deve eliminare<br />

il proprio nome dalle copertine e la tipografia<br />

Giuntina viene forzatamente venduta. Con la<br />

guida di Aldo Olschki, figlio di Leo, la casa editrice<br />

tuttavia sopravvive anche alla guerra nonostante<br />

i gravi danni: dal 1950 si allargano i<br />

contatti internazionali e si avvia la diffusione<br />

all’estero. Alla morte di Aldo Olschki nel 1963<br />

la responsabilità passa al figlio Alessandro, a<br />

cui succederanno nel 2011 i due figli Daniele<br />

e Costanza, tutti mantenendo l’alta specializzazione<br />

nell’editoria di cultura. Seguendo la filosofia<br />

aziendale di mantenere in catalogo il<br />

«Bianca Cappello» di Alessandro Allori, «Francesco I de’ Medici» di Santi di Tito e «Ferdinando I<br />

de’ Medici da Cardinale» di Scipione Pulzone, tre ritratti conservati alla Galleria degli Uffizi<br />

<strong>Il</strong> fondatore Leo Samuel Olschki (1861-1940)<br />

maggior numero di pubblicazioni, anche datate,<br />

il catalogo generale pubblicato nel 1966<br />

conteneva circa 2mila titoli ma quel che non<br />

fecero le persecuzioni razziali e la guerra poté<br />

fare l’alluvione del 1966 che sommerse i magazzini<br />

di via Ghibellina distruggendo oltre 200<br />

tonnellate di volumi. <strong>Il</strong> catalogo della Casa Editrice,<br />

che dal 1969 ha più ampia sede nella villa<br />

cinquecentesca di via di Villamagna, conta<br />

oggi circa 3mila titoli e 25 periodici.<br />

COURTESY MIBAC<br />

Gino Fornaciari, direttore della Divisione di Paleopatologia,<br />

Storia della Medicina e Bioetica dell’Università<br />

di Pisa e coordinatore del Progetto Medici, voluto<br />

dalla collaborazione fra l’Università di <strong>Firenze</strong> e la Sovrintendenza<br />

per il Polo Museale Fiorentino, a partire dal<br />

2004 ha riesumato i corpi di una ventina di esponenti<br />

della famiglia granducale sepolti a <strong>Firenze</strong> nelle Cappelle<br />

Medicee, sottoponendoli ad autopsia secoli dopo la<br />

morte. Nato per ricostruire stile di vita, ambiente e malattie<br />

del casato fiorentino, il Progetto Medici sta risolvendo<br />

molti enigmi anche sfatando leggende nere e truculente tramandate<br />

da secoli.<br />

Come emerge da vari studi pubblicati, ultimo quello su «Archeologia<br />

Viva» n. 155, settembre-ottobre 2012, il lavoro<br />

paziente di Fornaciari confronta i dati storici con tutto ciò<br />

che emerge dalle analisi dei cadaveri grazie alle tecniche<br />

più attuali ormai familiari grazie alle appassionanti crime<br />

series americane: «I materiali ossei sono molto ben conservati<br />

e perciò è stato possibile condurre agevolmente analisi<br />

di biologia molecolare e del Dna».<br />

La scoperta più eclatante di Fornaciari riguarda la morte<br />

contemporanea del granduca Francesco I e della seconda<br />

moglie Bianca Cappello, da tutti allora e nei secoli seguenti<br />

attribuita al veleno e alla provvida mano del fratello ed<br />

erede del granduca, il cardinale Ferdinando, che appunto,<br />

morto Francesco, prontamente si scardinalò per succedergli<br />

e sposare Cristina di Lorena, cugina del potentissimo re<br />

di Spagna Filippo II, e dar così prosecuzione alla seconda<br />

dinastia medicea che si estinguerà con Gian Gastone ultimo<br />

granduca nel 1737 e la sorella principessa palatina<br />

Anna-Maria-Luisa nel 1743 che lasciò erede lo stato fiorentino<br />

di tutti i patrimoni d’arte di Casa Medici. Orbene,<br />

certo Ferdinando non amava il fratello Francesco e ancor<br />

più detestava la cognata Bianca Cappello, bellissima e patrizia<br />

veneta di raffinatissima eleganza senza dubbio ma indegna<br />

e scandalosa e in odore d’esser stata cortigiana per<br />

pagarsi i lussi che il marito con cui da Venezia era fuggita<br />

troppo giovane non poteva concederle. Ben presto Bianca<br />

aveva accalappiato il granduca Francesco, marito annoiato<br />

di quella povera Giovanna arciduchessa d’Austria, una delle<br />

molte imperiali figliole che Ferdinando d’Asburgo aveva<br />

distribuito fra i principi italiani senza nessuna dote, men<br />

che meno la bellezza, perché esser figlia d’imperatore era<br />

dote sufficiente. Per di più Giovanna continuava a sgravare<br />

principesse e non un erede maschio, con grande irritazione<br />

dello sposo mediceo, e se il marito scomodo di Bianca<br />

ebbe nel 1572 il buon gusto di morire ammazzato, forse proprio<br />

dagli scherani del granduca, la povera Giovanna fece<br />

penare per ben sei anni gli impazienti amanti, prima di morirsene<br />

anche lei sfiancata dalla tisi e dalle troppe femminee<br />

gravidanze. Fu solo perciò nel 1579 che Bianca poté<br />

coronare il suo successo d’amante medicea divenendo moglie<br />

e granduchessa, con gran scorno del cardinale Ferdinando<br />

che si vedeva sfuggire il trono di sotto il naso. La tensione<br />

alla corte medicea cresceva di giorno in giorno, anche<br />

se Francesco nella ricerca dell’erede maschio fortunato<br />

non fu: Bianca infatti era diventata sterile, a forza, dicevano<br />

i maligni, di liberarsi a metà strada di puttini non desiderati<br />

e prima delle nozze aveva perfino contrabbandato<br />

a Francesco un figlio, quel Don Antonio che però fu solo e<br />

con poco entusiasmo riconosciuto ma non legittimato. Nell’autunno<br />

del 1587, dopo<br />

una battuta di caccia a Poggio<br />

a Caiano a cui aveva partecipato<br />

anche Ferdinando,<br />

Francesco e Bianca contemporaneamente<br />

si ammalarono<br />

e morirono a distanza<br />

di 11 ore l’uno dall’altra,<br />

fra il 19 e il 20 ottobre,<br />

dopo oltre dieci giorni<br />

di febbri altissime e strazianti<br />

dolori di stomaco e intestino.<br />

E anche se ufficialmente<br />

si parlò di fulminante<br />

e perniciosa «febbre terzana<br />

maligna», come allora<br />

veniva chiamata la malaria,<br />

naturale fu per tutta la corte<br />

e il popolo fiorentino pensare<br />

all’arsenico e al cardinale<br />

Ferdinando. E così si credette<br />

allora e per tutte le corti<br />

italiane e d’Europa, e ancora<br />

poi per secoli, incolpando<br />

di quelle morti all’unisono<br />

lo spregiudicato<br />

Ferdinando, che comunque<br />

si dimostrò sovrano di gran<br />

tempra e spessore, assai più<br />

dotato per gli affari di stato e di governo del defunto Francesco.<br />

Dopo quattro secoli e mezzo l’innocenza di Ferdinando<br />

de’ Medici viene oggi provata dalle analisi del<br />

professor Fornaciari. Non che a Ferdinando ne fosse poi<br />

importato granché, pragmatico com’era, comunque Fornaciari,<br />

analizzando il corpo di Francesco, anche se non quello<br />

di Bianca che non fu mai ritrovato, in questo lei sì vittima<br />

della damnatio memoriae ferdinandea, ha ottenuto referti<br />

autoptici univoci e inconfutabili dovuti da un lato all’assenza<br />

di qualsiasi traccia di arsenico, che inoltre non<br />

procura sofferenze all’apparato digerente, e dall’altro alla<br />

presenza in tutti i tessuti corporei, scheletro ed ossa spugnose<br />

compresi, di quel plasmodio che è indice inequivocabile<br />

di malaria. «Aver trovato chiare tracce di proteine del<br />

plasmodio nelle ossa di Francesco equivale a una conferma:<br />

morì di malaria e non di veleno».


<strong>Vedere</strong> a <strong>Firenze</strong><br />

Anni Trenta: l’Italia diventa moderna a modo suo<br />

In Palazzo Strozzi pittura, scultura, design in Italia negli anni del Fascismo<br />

Nell’Italia degli anni Trenta, durante il Fascismo, si<br />

combatte una battaglia artistica di grande vivacità, che<br />

vedeva schierati tutti gli stili e tutte le tendenze, dal<br />

Classicismo al Futurismo, dall’Espressionismo all’Astrattismo,<br />

dall’Arte monumentale alla pittura da salotto. La<br />

scena era arricchita e complicata dall’emergere del design<br />

e della comunicazione di massa con i manifesti, la radio, il<br />

cinema e i primi rotocalchi, che dalle «belle arti» raccolgono<br />

una quantità di idee e immagini trasmettendole al<br />

grande pubblico. Un laboratorio complesso e vitale, aperto<br />

alla scena internazionale, introduttivo alla modernità della<br />

seconda metà del XX secolo. Questo il tema della mostra<br />

«Anni Trenta. Arti in Italia oltre il fascismo», organizzata<br />

dalla Fondazione Palazzo Strozzi e curata da Antonello<br />

Negri con Silvia Bignami, Paolo Rusconi, Giorgio<br />

Zanchetti e Susanna Ragionieri per la sezione <strong>Firenze</strong>.<br />

La mostra a Palazzo Strozzi dal 22 settembre al 27 gennaio<br />

2013 illustra quel decennio attraverso 99 dipinti, 17<br />

sculture, 20 oggetti di design di oltre quaranta dei più importanti<br />

artisti dell’epoca quali Mario Sironi, Giorgio de<br />

Chirico, Alberto Savinio, Achille Funi, Carlo Carrà,<br />

Grand Tour di Toscana: ecco 100<br />

dipinti inediti da Fattori al Novecento<br />

Nella Villa Bardini le collezioni (inedite) Roster, Del Greco ed Olschki<br />

Un Grand Tour nella Toscana d’antan, un percorso visivo<br />

della memoria alla ri/scoperta di artisti poco noti<br />

o trascurati: questo è la mostra «Da Fattori al Novecento.<br />

Opere inedite dalla Collezione Roster, Del<br />

Greco, Olschki», a Villa Bardini fino al 4 novembre, a<br />

cura di Francesca Dini con Alessandra Rapisardi. Voluta<br />

da Ente Cassa di Risparmio di <strong>Firenze</strong>, Fondazione<br />

Parchi Monumentali Bardini e Peyron e dalla casa editrice<br />

Leo S. Olschki, la mostra si snoda sul filo rosso della<br />

ricomposizione di un’antica collezione e raccoglie oltre<br />

100 dipinti mai esposti al pubblico: opere di Fattori,<br />

Signorini, Abbati, Borrani, Cecconi, D’Ancona,<br />

Gioli, Panerai, Ghiglia, Liegi, Llewelyn Lloyd a dare<br />

nuova testimonianza di quanto pregio il collezionismo<br />

privato possa ancora offrire e indicare. <strong>Il</strong> nucleo originario<br />

della collezione nasce dall’amicizia del caposcuola dei<br />

Macchiaioli Giovanni Fattori con il nobiluomo fiorentino,<br />

medico, scienziato e garibaldino Giovanni Del Greco<br />

(1841-1918). Parte della raccolta arriva poi ad Alessandro<br />

Roster (1865-1919), genero e collega di Del Greco.<br />

I Roster furono famiglia di eclettici intellettuali originali<br />

e innovatori: medici, scienziati, ingegneri e architetti<br />

attivi a <strong>Firenze</strong> dal 1790. Padre di Alessandro fu l’architetto<br />

Giacomo Roster (1837-1905), che nel 1878 realizzò<br />

la serra-tepidarium in vetro, ferro e ghisa nel Giardino<br />

dell’Orticultura; cugino è Giorgio Roster (1843-<br />

1927) la cui attività scientifica spaziò fra medicina, botanica,<br />

climatologia, mineralogia e di cui si conservano fondi<br />

e collezioni in vari musei di <strong>Firenze</strong> e all’Isola d’Elba<br />

dove ancora si trovano la villa e il prezioso «giardino di<br />

acclimatazione» e dove una via ne ricorda il nome. Alessandro,<br />

medico e cultore della bicicletta su cui scrisse un<br />

manuale, è il principale artefice della collezione come og-<br />

La tela di Giovanni Fattori raffigurante il «21 luglio 1866.<br />

Giovanni Del Greco medico garibaldino soccorre i feriti durante<br />

la battaglia di Bezzecca»<br />

UDINE, MUSEI CIVICI<br />

«I muratori (Operai)» di Ottone Rosai del 1933 e la scultura<br />

«Tuffo» di Thayaht (Ernesto Michahelles) del 1932<br />

gi è pervenuta con la varietà di opere di artisti macchiaioli<br />

e tardomacchiaioli. Le successive generazioni Rapisardi<br />

e Olschki hanno ampliato il nucleo dei Postmacchiaioli<br />

con una particolare predilezione per Lloyd, con cui<br />

intercorsero rapporti di vera e propria familiarità durante<br />

lunghe permanenze dell’artista all’Isola d’Elba. La mostra<br />

svela perciò una vicenda inedita di arte e di passioni<br />

civili e intellettuali, un viaggio pittorico compreso fra<br />

le Guerre d’Indipendenza del Risorgimento italiano e<br />

la cultura del Novecento. Dalle premesse Biedermeier<br />

del movimento macchiaiolo e dalle opere di Abbati, Borrani,<br />

Lega, Signorini e dello stesso Fattori, indicatrici<br />

di un collezionismo perspicace e selettivo, a Tancredi,<br />

Mochi, ai naturalisti toscani, Cecconi e poi Panerai,<br />

Luigi Gioli, Cesare Ciani, Ludovico e Angiolo Tommasi,<br />

si completano le affezioni ottocentesche di Roster<br />

e si avviano i suoi interessi per la svolta secessionista di<br />

Oscar Ghiglia e soprattutto di Llewelyn Lloyd, artista<br />

come i Roster affascinato e coinvolto dallo scenario naturale<br />

e incontaminato dell’isola d’Elba. I quadri elbani<br />

di Lloyd con il mare assolato e cangiante, la barca accogliente<br />

e fedele, la mezzaluna della spiaggia di Procchio<br />

sulla quale si affacciavano le vacanze degli Olschki e dei<br />

Rapisardi, sono infatti l’approdo finale d’una stagione ricca<br />

di esperienze innovative che la mostra esibisce per ritrarre,<br />

nel tramite dell’inedita quadreria, un viscontiano<br />

«gruppo di famiglia in un interno», specchio della borghesia<br />

colta toscana fra secondo Ottocento e Novecento,<br />

e la pregnanza di quelle relazioni interdisciplinari fiorite<br />

in un milieu di cultura aggiornata e militante.<br />

La mostra suddivide le opere esposte in cinque sezioni:<br />

Pittori toscani prima della «macchia» raccoglie rare vedute<br />

di <strong>Firenze</strong> firmate da Emilio Burci, Giovanni Signorini,<br />

Fabio Borbottoni, Giuseppe Moricci; Fattori e i<br />

Macchiaioli espone per la prima volta i quattro dipinti<br />

commissionati dal fondatore della collezione Giovanni<br />

del Greco all’amico Fattori; Contributo a Giovanni Mochi<br />

presenta numerose opere sudamericane di questo artista<br />

assai poco noto in Italia e in Europa che fu compagno<br />

dei Macchiaioli prima di emigrare in Cile, divenendo<br />

là attivo promotore dei principi del Realismo toscano;<br />

Pittori tardomacchiaioli è la sezione dedicata alle<br />

opere di Cecconi, Panerai, Ciani e Luigi Gioli. Infine<br />

Lloyd, Ulvi, Liegi e il Novecento con dipinti di Chiglia<br />

e di Lloyd, autentico punto di forza della collezione. Una<br />

sesta sezione di appendice presenta sessanta fotografie<br />

inedite, che ritraggono le famiglie collezioniste in momenti<br />

di intimità e quotidianità tra <strong>Firenze</strong> e le spiagge di<br />

un’allora deserta Isola d’Elba. Catalogo Olschki.<br />

Per informazioni: tel. 055 20066206, www.entecarifirenze.it, www.bardinipeyron.it,<br />

mg.geri@bardinipeyron.it<br />

Corrado Cagli, Arturo Nathan,<br />

Achille Lega, Ottone Rosai, Ardengo<br />

Soffici, Giorgio Morandi,<br />

Ram, Thayaht, Antonio Donghi,<br />

Marino Marini, Renato Guttuso,<br />

Carlo Levi, Filippo de Pisis, Scipione,<br />

Antonio Maraini, Lucio<br />

Fontanae con le loro espressioni artistiche<br />

racconta un periodo cruciale<br />

che segnò, negli anni del regime<br />

fascista, una situazione artistica di<br />

estrema creatività.<br />

Un’epoca che ha profondamente<br />

cambiato la storia italiana. Gli anni<br />

Trenta sono anche il periodo<br />

culminante di una modernizzazione<br />

che segna<br />

una svolta negli stili di<br />

vita, con l’affermazione<br />

di un’idea ancora<br />

attuale di uomo moderno,<br />

dinamico, al passo coi tempi e si definisce quella che<br />

può definirsi la via italiana alla modernità: nell’architettura,<br />

nel design, in pittura e in scultura si esprime attraverso<br />

la rimeditazione degli stimoli provenienti dal contesto<br />

europeo, francese e tedesco, ma anche scandinavo e<br />

russo, combinata con l’ascolto e la riproposta della tradizione<br />

italiana del Trecento e Quattrocento. La mostra è tanto<br />

un’opportunità per dimostrare come Palazzo Strozzi sia<br />

fortemente legato alla storia del Paese e della città quanto<br />

anche l’espressione perfetta che a Palazzo Strozzi il visitatore<br />

non è passivo, anzi è attivo e interattivo.<br />

Attraverso una serie di attività site specific, il visitatore potrà<br />

esplorare alcuni dei temi chiave della mostra quali la<br />

comunicazione di massa (la Sala Radio, la Sala Lettura), il<br />

design industriale (la Sala del Design), la creatività artistica<br />

(Touchtable) in modo coinvolgente e stimolante. Come<br />

perogni esposizione è previsto un ampio<br />

programma educativo che<br />

includerà attività che si svolgeranno<br />

nel Palazzo, eventi che<br />

coinvolgeranno la città e il<br />

territorio, e una serie di<br />

pubblicazioni collegate<br />

alla mostra.<br />

Per informazioni:<br />

tel. 055 2645155,<br />

info@palazzostrozzi.org,<br />

www.palazzostrozzi.org<br />

Un vaso di Gio Ponti decorato<br />

con una sirena prolifica<br />

«Industria» di Ram (Ruggero Alfredo Michahelles) del 1931<br />

8<br />

MART<br />

FOTO SANDRO MICHAHELLES MUSEO RICHARD-GINORI


9<br />

<strong>Il</strong> centauro con l’elmo greco degli anni 2000<br />

La scultura morbida e aggressiva di Giuliano Vangi<br />

© THE ESTATE OF FRANCIS BACON/SIAE & DACS<br />

Giuliano Vangi (Barberino di Mugello, <strong>Firenze</strong>,<br />

1931), è scultore figurativo di forza espressiva ed<br />

emotiva che pur ispirandosi ai grandi modelli del<br />

passato utilizza un linguaggio moderno e originale, caratterizzato<br />

dalla morbidezza del modellato, dalla minuzia<br />

dei particolari e dalla creazione di sculture policrome,<br />

in cui accosta materiali eterogenei, come bronzo, ceramica,<br />

marmo, legno, vetroresina e avorio, non solo<br />

come citazione dotta della scultura classica colorata ma<br />

anche come risposta alle sollecitazioni più attuali. Nella<br />

sua carriera Giuliano Vangi ha tenuto personali in molte<br />

sedi prestigiose, in Italia e all’estero: Palazzo Strozzi a<br />

<strong>Firenze</strong> nel 1967, Hannover, Wurzburg, Kiel, Colonia<br />

e Lisbona nel 1970, Hakone, Tokyo, Osaka e Città del<br />

Messico nel 1972, Galleria d’Arte Moderna a Torino<br />

e Permanente a Milano nel 1977, Castel Sant’Elmo a<br />

Napoli nel 1995 e Forte Belvedere a <strong>Firenze</strong> nel 1995,<br />

Studi per un crocifisso e opere scelte 1988-2000 agli<br />

Uffizi a <strong>Firenze</strong> nel 2000, Ermitage a San Pietroburgo<br />

nel 2001. Ha partecipato più volte alla Biennale di Venezia,<br />

alla Quadriennale di Roma e alla Biennale di Scultura<br />

di Carrara. Nel 2002 ha vinto il Premio Imperiale<br />

per la Scultura della Japan Art Association di Tokyo.<br />

Proprio in Giappone a Nagaizumi-cho, Shizuoka, presso<br />

Mishima, si trova il museo a lui dedicato, che ne fa<br />

l’unico scultore vivente ad avere tale onore, con oltre sessanta<br />

sculture e altre quaranta tra modelli in gesso policromato,<br />

disegni e grafiche. La Galleria Frediano Farsetti<br />

di <strong>Firenze</strong> presenta dal 22 settembre al 3 novembre<br />

2012 nella mostra «Giuliano Vangi. Sculture e disegni.<br />

Veio», la produzione più recente, sintesi della sua<br />

creatività. Vari i materiali usati: dal legno di ebano e bosso<br />

di «Lucia» (2008) al connubio bianco/avorio e<br />

bruno/bronzo di «Martino» (2010). La scultura che dà titolo<br />

alla mostra, «Veio» (2012), rappresenta un motociclista<br />

in bronzo, con un elmo greco al posto del casco,<br />

in sella ad una vera moto Triumph Tiger 500, che stringe<br />

con la mano sinistra il manubrio e tende il braccio destro<br />

verso la piccola città sullo sfondo. Vangi ha raddoppiato<br />

la mano destra del motociclista per enfatizzare il gesto<br />

di aggressiva potenza ed esprimere la volontà di ghermire<br />

e possedere. L’evidente e stridente contrasto fra il<br />

moderno giubbotto in pelle e l’antico elmo indica come<br />

violenza e istinto di sopraffazione siano parte della storia<br />

dell’uomo. Oltre alla monumentale installazione, che<br />

complessivamente misura 182x142x1130 centimetri, in<br />

mostra una decina di disegni preparatori, alcuni di grandi<br />

dimensioni, per apprezzare anche le doti di disegnatore<br />

di Vangi e capire l’iter creativo delle sue sculture: dalla<br />

prima idea al suo svolgimento, dagli studi dei dettagli<br />

all’evoluzione dell’insieme, fino al progetto definitivo.<br />

Per informazioni: Galleria Frediano Farsetti, tel. 055 210107,<br />

www.galleriafredianofarsetti.it<br />

La monumentale scultura «Veio» di Giuliano Vangi e, a destra,<br />

un disegno preparatorio dell’elmo greco<br />

<strong>Vedere</strong> a <strong>Firenze</strong><br />

La tentazione postuma dei seguaci di Francis<br />

Alla Strozzina opere di Bacon e degli artisti ispirati dall’angoscia baconiana<br />

Francis Bacon in una fotografia di John Deakin del 1967 e «Portrait of Henrietta Moraes»,<br />

un’opera di Bacon del 1969, in collezione privata<br />

pi trasfigurati, il riferimento a elementi autobiografici, l’utilizzo<br />

di diverse fonti iconografiche, la tensione e l’isolamento<br />

come metafore della vita dell’uomo si ritrovano come<br />

parti fondamentali nel lavoro dei cinque artisti contemporanei<br />

posti in dialogo con Bacon da Franziska Nori. Presente<br />

in mostra con opere recenti e nuove produzioni,<br />

Adrian Ghenie (Romania, 1977) investiga il tema della<br />

rappresentazione della figura umana concentrandosi sul<br />

volto, simbolo dell’individualità della persona, unendo immagini<br />

personali o emblematiche della storia recente, attingendo<br />

da cataloghi o libri di storia, still da film o immagini<br />

trovate su internet. Nelle sue installazioni, Chiharu Shio-<br />

© THE ESTATE OF FRANCIS BACON/DACS<br />

Al CCC Strozzina, Palazzo Strozzi, «Francis Bacon<br />

e la condizione esistenziale nell’arte contemporanea»,<br />

dal 5 ottobre al 27 gennaio 2013, a cura del<br />

direttore Franziska Nori e di Barbara Dawson, direttore<br />

della Dublin City Gallery The Hugh Lane di Dublino,<br />

propone il lavoro di cinque artisti contemporanei di varie<br />

nazionalità che studiano il rapporto fra individuo e collettività,<br />

tra sfera personale, stati d’animo, corpo e mondo<br />

circostante. La mostra si sviluppa da un nucleo di dipinti di<br />

Francis Bacon, portati a dialogare coi lavori di Nathalie<br />

Djurberg, Adrian Ghenie, Arcangelo Sassolino, Chiharu<br />

Shiota, Annegret Soltau, nella condivisione dell’interesse<br />

di Bacon per la condizione esistenziale dell’uomo e la<br />

rappresentazione della figura umana.<br />

Accanto a note opere provenienti da collezioni internazionali,<br />

la mostra ospita, per la prima volta in Italia, anche<br />

tre opere incompiute di Bacon, da lui stesso conservate<br />

nel suo studio per lunghi anni e dal 2005 esposte nel museo<br />

di Dublino. Tra queste spicca quella che viene considerata<br />

l’ultima opera dell’artista, un autoritratto ritrovato<br />

su un cavalletto nel suo studio di Reece Mews a Londra,<br />

mentre egli moriva a Madrid nel 1992. Nella pittorica<br />

di Bacon spesso è protagonista la figura umana, non di rado<br />

deformata e incapace di trovare una definizione completa<br />

nello spazio del quadro. Essa diviene un’efficace sintesi<br />

visiva che riflette le tracce di memoria della tormentata vita<br />

dell’artista. I dipinti di Bacon in mostra, selezionati da<br />

Barbara Dawson, sono affiancati a materiali d’archivio<br />

dello studio dell’artista: ritratti fotografici, riproduzioni<br />

di grandi capolavori del passato, still da film, immagini<br />

tratte da libri e riviste, conservati oggi dal museo irlandese.<br />

La commistione tra figurazione e astrazione, i corta<br />

(Giappone, 1972), allieva di Marina<br />

Abramovic, traduce in dimensione tridimensionale<br />

stati emotivi e riflessioni<br />

esistenziali, memoria e sogno, tracce<br />

di passato autobiografico che assumono<br />

forma plastica evocativa collettiva.<br />

L’installazione site-specific per la<br />

mostra è costruita tramite il tipico utilizzo<br />

di una rete inestricabile di fili<br />

neri che, interagendo con oggetti di<br />

uso comune, conferirà una nuova<br />

densità allo spazio. Nathalie Djurberg<br />

(Svezia, 1978) lavora con l’argilla<br />

e la plastilina creando ambienti<br />

e personaggi simbolici per le sue<br />

installazioni e video animazioni:<br />

grazie all’intesa con la Fondazione<br />

Prada, in mostra sono presenti tre<br />

installazioni emblematiche della sua<br />

poetica dai contenuti crudi e violenti<br />

espressi in immagini grottesche o<br />

fiabesche, secondo uno stile solo apparentemente<br />

giocoso e naif. Arcangelo<br />

Sassolino (Italia, 1967) crea installazioni<br />

meccaniche a esplorare gli<br />

effetti dell’energia sulla materia o rendere<br />

visibili gli effetti prodotti da forze estreme mostrando,<br />

come un moderno memento mori, il divenire e la caducità<br />

delle cose nella propria essenzialità. Annegret Soltau (Germania,<br />

1946) lavora sui temi del corpo e dell’identità con<br />

perfomance, video e fotografia. In mostra una selezione di<br />

storiche serie degli anni Settanta e di lavori più recenti così<br />

da cogliere la sua sperimentazione con il mezzo fotografico<br />

tramite i cosiddetti photo sewings, «ritratti fotografici<br />

cuciti», in cui il volto dell’artista o diversi frammenti di facce<br />

sono percorsi da sottili fili neri.<br />

Per informazioni: tel. 055 2645155, www.strozzina.org


<strong>Vedere</strong> a <strong>Firenze</strong><br />

Arriva da Kassel il film più lungo del mondo<br />

Dopo una rassegna sui caratteri di una linea italiana della fotografia, Frittelli accende il video sperimentale<br />

di Nanni Balestrini basato su un gioco combinatorio ipoteticamente infinito<br />

Frittelli arte contemporanea dal 27 ottobre al 15<br />

dicembre presenta «Tristanoil» di Nanni Balestrini,<br />

il film più lungo del mondo, già presentato dal<br />

19 settembre al 31 ottobre alla Fondazione Marconi di<br />

Milano e a Kassel dal 9 giugno al 16 settembre per tutta<br />

la durata di Documenta13. Dopo 100 giorni/2400 ore la<br />

proiezione prosegue senza interruzione, accompagnata<br />

da una serie di opere su tela tratte da immagini<br />

del film. <strong>Il</strong> nuovo ciclo si svolgerà per la durata di un<br />

anno attraverso una serie di gallerie d’arte italiane: Fondazione<br />

Marconi di Milano, Galleria Frittelli di <strong>Firenze</strong>,<br />

Studio Fabio Mauri di Roma, Galleria Martano di Torino,<br />

Galleria Mazzoli di Modena, Fondazione Morra di<br />

Napoli, Galleria Michela Rizzo di Venezia, Palazzo Ducale<br />

di Genova. «Tristanoil» è un film generato attraverso<br />

un computer che riassembla, in sequenze di 10 minuti<br />

ciascuna, oltre 150 clip video in modo che ogni<br />

sequenza sia diversa dall’altra pur trattando il medesimo<br />

argomento: la distruzione del pianeta attraverso<br />

un uso predatorio delle sue risorse. I brani video selezionati<br />

dalla serie televisiva «Dallas», prodotta dalla<br />

CBS dal 1978 al 1991, news di disastri ecologici, immagini<br />

della borsa, di sfruttamento, di miseria, di guerra,<br />

emergono amalgamandosi da un flusso di petrolio dorato<br />

che le omologa e le riconfigura in un gioco combinatorio<br />

ipoteticamente infinito. All’origine del progetto è<br />

il romanzo combinatorio «Tristano» di Balestrini, pubblicato<br />

nel 2007 in copie ognuna diversa dall’altra<br />

grazie a un procedimento combinatorio. Nanni Balestrini<br />

(Milano, 1935) è stato tra gli animatori della stagione<br />

della Neoavanguardia, ha fatto parte dei poeti Novissimi<br />

e del Gruppo 63. Per primo ha realizzato nel 1961<br />

poesie con computer. Autore del ciclo di poesie sulla Signorina<br />

Richmond e della trilogia di romanzi «La Grande<br />

Rivolta» («Vogliamo tutto», «Gli invisibili» e «L’editore»)<br />

sulle lotte del movimento negli anni Settanta, ha<br />

da poco pubblicato il libro di poesia «Caosmogonia». Parallelamente<br />

alla produzione letteraria ha sviluppato<br />

un’intensa ricerca in campo visivo, documentata nella<br />

monografia «Con gli occhi del linguaggio», e ha partecipato<br />

a numerose mostre in Italia e all’estero.<br />

Ancora, fino al 20 ottobre, Frittelli presenta la mostra<br />

fotografica «Uno sguardo italiano», a cura di Elio<br />

Grazioli. Nata per un numero speciale di «Cartaditalia»,<br />

rivista dell’Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma,<br />

la selezione di artisti di questa mostra (Marina<br />

Ballo Charmet, Giorgio Barrera, Nunzio Battaglia,<br />

Davide Bramante, Paola Di Bello, Carlo Fei, Stefano<br />

Graziani, Armin Linke, Moira Ricci, Fabio Sandri,<br />

Simone Schiesari, Marco Signorini, Alessandra<br />

Spranzi) offre uno spaccato della recente fotografia<br />

italiana per render conto sia della varietà degli esiti sia<br />

GALLERIA D’ARTE FREDIANO FARSETTI<br />

Lungarno Guicciardini 21/23 rosso 50125 <strong>Firenze</strong><br />

Tel. +39 055 210107 Fax +39 055 2399389<br />

www.galleriafredianofarsetti.it info@galleriafredianofarsetti.it<br />

Un fermo immagine del film «Tristanoil» di Nanni Balestrini e «Cose che accadono» di Alessandra Spranzi<br />

10<br />

di una comunanza di atteggiamento e di sguardo che aiuta<br />

a comprendere i caratteri di una linea italiana della fotografia.<br />

Secondo il curatore Elio Grazioli, docente di Storia dell’arte<br />

contemporanea all’Università e all’Accademia di<br />

Belle Arti di Bergamo e direttore artistico della manifestazione<br />

Fotografia Europea di Reggio Emilia, la mostra<br />

è fisiologicamente non omogenea e lineare bensì trasversale<br />

e composta di individualità diverse: «È la poetica<br />

dei singoli artisti, dichiara Grazioli, quello che li rende<br />

originali e irriducibili, e ciò che in ogni caso vogliamo<br />

più evidenziare. Del resto è sempre essa a farceli chiamare<br />

artisti ancor prima che fotografi al di là di qualsiasi<br />

scelta linguistica o formale».<br />

Per informazioni: tel. 055 410153, info@frittelliarte.it, www.frittelliarte.it<br />

Le avventure di Dick Flash,<br />

il sopravvissuto<br />

La visione catastrofista di Zhivago Duncan<br />

Dal 15 dicembre al 7 febbraio<br />

2013 alla Galleria Poggiali<br />

e Forconi la mostra<br />

«Dick Flash», prima personale<br />

italiana di Zhivago<br />

Duncan con 25 lavori realizzati<br />

appositamente di cui<br />

10 istallazioni di grandi dimensioni,<br />

alcune in movimento<br />

autonomo, e una serie<br />

di dipinti a olio su tela. Zhivago<br />

Duncan, di madre siriana e<br />

padre danese, nasce negli Stati<br />

Uniti nel 1980, e vive e lavora fra<br />

Berlino e Miami: la sua poetica<br />

verte sulla narrazione catastrofica<br />

del personaggio Dick<br />

Flash, l’unico sopravvissuto<br />

a una dimensione postapocalittica<br />

e vittima di amnesia.<br />

Tramite Dick Flash,<br />

La scultura di Zhivago<br />

Duncan «Cant save you<br />

cant kill you»<br />

sorta di suo alter ego poetico, Duncan narra<br />

un mondo denso di riferimenti religiosi,<br />

politici, poetici e culturali, utilizzando modalità<br />

espressive diverse: accanto alla tecnica<br />

«tradizionale» dell’olio su tela istallazioni<br />

in movimento, dotate di congegni<br />

meccanici autosufficienti, che generano<br />

collisioni inattese e volte a ricostruire in<br />

modo metaforico e grottesco i temi religiosi<br />

e politici che hanno segnato il nostro tempo.<br />

Applicando la globalizzazione consumistica<br />

a temi di grande attualità decontestualizzati<br />

e dissacrati, utilizza ad esempio<br />

la croce, simbolo religioso universale, per<br />

istallarvi modellini recuperati su e-bay e interamente<br />

ridipinti con simboli<br />

estranianti: aerei giapponesi che inseguono<br />

bombardieri tedeschi,<br />

caccia americani<br />

che soccombono di fronte<br />

a mezzi meccanici arabi.<br />

Utilizza anche il diorama<br />

e allo stesso modo, nella<br />

visione museale «tradizionale»<br />

della teca/vetrina<br />

simbolo di conservazione, protezione<br />

ed esposizione Duncan inserisce<br />

oggetti decontestualizzati<br />

realizzando un’interpretazione dell’opera<br />

d’arte slegata dall’idea di<br />

«quadro» e tutta giocata sulla tridimensionalità.<br />

Anche le opere<br />

pittoriche narrano le avventure<br />

di Dick Flash come sorta di risveglio<br />

e contatto con un mondo<br />

di cui ha perso la conoscenza:<br />

sono rappresentazioni allegoriche che si<br />

relazionano alle istallazioni in movimento.<br />

Di Zhivago Duncan vanno ricordate le personali<br />

alla Contemporary Fine Art di<br />

Berlino, da Fredrich Znitzer a Miami, all’Armory<br />

Show di New York e la partecipazione<br />

a Miami Basel e alla collettiva<br />

«GesamtKunstWerk» da Saatchi a Londra<br />

dove ha presentato la grande istallazione<br />

«Pretentious Crap»: un enorme diorama<br />

contenente le sue istallazioni mosse da<br />

congegni meccanici.<br />

Per informazioni: Galleria Poggiali e Forconi, <strong>Firenze</strong>, tel.<br />

055 287748, info@poggialieforconi.it, www.poggialieforconi.it<br />

COURTESY GALLERIA NICOLETTA RUSCONI, MILANO


11<br />

Calvino illustrato da Alinari<br />

Fotografie Alinari come carte dei Tarocchi nella mostra ispirata da<br />

«<strong>Il</strong> castello dei destini incrociati» di Italo Calvino, proveniente da Arles<br />

<strong>Vedere</strong> a <strong>Firenze</strong><br />

Les Rencontres d’Arles e la Fondazione Alinari celebrano<br />

il 160mo anniversario della Fratelli Alinari<br />

con un’esposizione che unisce letteratura e<br />

fotografia. Presentata lo scorso luglio a Les Rencontres<br />

d’Arles 2012 nella scenografica cornice del Chiostro di<br />

Saint-Trophime, la mostra è curata da Christophe Berthoud<br />

che, ispirato dall’opera di uno dei grandi narratori<br />

italiani del Novecento, Italo Calvino, ha scelto gli Archivi<br />

Alinari come giacimento di storie e di immagini.<br />

All’interno della mostra «Gli Archivi Alinari e la sintassi<br />

del mondo. Omaggio a Italo Calvino», in versione<br />

italiana al MNAF, Museo Nazionale Alinari della Fotografia<br />

dal 25 ottobre al 6 gennaio 2013, Berthoud fa<br />

proprio il geniale gioco combinatorio che Calvino propone<br />

nella sua raccolta di racconti «<strong>Il</strong> castello dei destini incrociati»<br />

ed esalta la vastità degli Archivi Alinari dimostrandone<br />

la varietà di temi e generi fotografici che raccontano<br />

l’arte, la società e i costumi italiani tra la fine<br />

dell’Ottocento e il primo quarto del Novecento.<br />

In «<strong>Il</strong> castello dei destini incrociati» Calvino associa il<br />

codice narrativo a quello iconico dei tarocchi e, nello<br />

schema della «cornice narrativa» di origine persiana delle<br />

«Mille e una notte» cara alla letteratura fra Trecento<br />

e Cinquecento (si pensi a Boccaccio e a Chaucer), incrocia<br />

le storie di alcuni viaggiatori che smarriti trovano<br />

rifugio in un castello e poi in una taverna. Qui, misteriosamente<br />

privati dell’uso della parola, iniziano a<br />

raccontarsi storie con le 78 lame di un mazzo di tarocchi<br />

di Marsiglia. Calvino utilizza i tarocchi come una<br />

«macchina narratrice» e, in una lettura molto personale<br />

degli Arcani, crea i racconti dei viaggiatori dalla simbologia<br />

delle carte, come in uno schema di parole crociate<br />

che vede le figure al posto delle lettere. Nella mostra<br />

al MNAF e dedicata alla storia della Fratelli Alinari,<br />

il gioco di Calvino si protrae nello spazio dell’esposizione:<br />

in un sistema combinatorio ispirato a quello di<br />

Calvino, Berthoud ha proceduto in parallelo legando i<br />

racconti dell’autore alle immagini scelte dagli Archivi<br />

Alinari usando le fotografie per raccontare di volta in<br />

volta nuove storie non scritte con meccanismi combinatori<br />

sempre diversi. Sulle pareti della mostra, scrive Berthoud,<br />

«le fotografie si ordinano secondo un sistema di<br />

parole chiave e si sostituiscono alla narrazione letteraria.<br />

<strong>Il</strong> risultato può apparire come un rebus, addirittura<br />

come uno story-board, senza essere veramente assimilabile<br />

a nessuna di queste due forme. È un’illustrazione<br />

senza testo, l’eco fotografica di un racconto ispirato<br />

anch’esso da emblemi». <strong>Il</strong> percorso espositivo è<br />

suddiviso in sette parti, tante quante sono le storie<br />

della raccolta di Calvino.<br />

Fra stampe originali d’epoca e riproduzioni moderne da<br />

negativi originali su lastra di vetro, la mostra si compone<br />

di 90 fotografie che ripercorrono i 160 anni di storia della<br />

produzione Alinari. Al visitatore viene lasciata la libertà<br />

di costruire nuovi legami tra le immagini, le citazioni<br />

dai racconti di Calvino e le figure dei Tarocchi,<br />

perpetuando nello spazio tridimensionale della mostra<br />

quel gioco di associazioni che avviene nel libro, tra<br />

passato e presente. In occasione della mostra la Fondazione<br />

Alinari ha organizzato «Foto-racconti in omaggio<br />

a Calvino» una visita animata e didattica alla mostra per<br />

capire le capacità narrative della fotografia con la guida<br />

della presenza invisibile di Italo Calvino.<br />

Alinari continua oggi a rivestire un ruolo di primo piano<br />

nel mondo della fotografia. Editore di volumi e cataloghi,<br />

museo della fotografia e archivio, anche digitale,<br />

che conserva numerosi e importanti fondi fotografici<br />

acquisiti a partire dagli anni Trenta, Alinari custodisce e<br />

rappresenta con le proprie immagini oltre un secolo di<br />

storia d’Italia e tutti i campi dell’attività fotografica.<br />

Per informazioni: tel. 055 216310, mnaf@alinari.it, www.mnaf.it<br />

Tra le fotografie esposte nella mostra in omaggio a Italo Calvino,<br />

«Eleonora Duse nella “Francesca da Rimini” di D’Annunzio» del<br />

1901, il «Torso di fauno» della Galleria degli Uffizi del 1880 circa<br />

e la «Coppia di schermidori durante un allenamento» del 1893<br />

Sott’acqua, c’è un mondo miracoloso in cui immergersi<br />

Fino al 14 ottobre al MNAF i «miracoli sotto le onde» di Akiyoshi<br />

Ito, pittore, scultore e fotografo, nella mostra «Sogni sott’acqua»<br />

in anteprima italiana patrocinata dall’Ambasciata del<br />

Giappone in Italia. Con l’artista giapponese il Museo Nazionale<br />

Alinari della Fotografia prosegue nella presentazione di esponenti<br />

della cultura artistica orientale che, attraverso il medium<br />

fotografico, restituiscono e interpretano la bellezza e l’ordine<br />

del mondo naturale. Figlio d’arte, Akiyoshi Ito ha iniziato la sua<br />

originale attività di fotografo circa 40 anni fa addentrandosi tra<br />

le bellezze dei fondali marini a lui vicini, nell’arcipelago di Okinawa<br />

nel sud del Giappone. Immediato è stato l’impegno di Ito<br />

nel coniugare pratica artistica e sensibilità estetica con un chiaro<br />

messaggio ambientalista per la salvaguardia dei fondali marini.<br />

Come le 48 opere esposte, tra fotografie e lightbox, i suoi<br />

scatti ritraggono i mari del Giappone, delle Filippine, delle Hawaii,<br />

la Coral Reef australiana, i fondali delle Maldive, il Mar<br />

Rosso e tutti quei luoghi in cui ha catturato la bellezza dell’ecosistema<br />

marino. Immergendosi a 8-10 metri di profondità e con<br />

solo la luce naturale del sole, Ito realizza fotografie dai colori<br />

tanto vivaci e brillanti e composizioni così perfette da sembrare<br />

surreali e rielaborate al computer. Si tratta, al contrario, di<br />

scatti autentici in cui la luce disegna le forme e la natura, con<br />

le sue leggi, ordina la realtà. Nelle sue composizioni la fotografia<br />

si rivela ancora come la «matita della natura», capace di<br />

fissare su un pezzo di carta sensibile all’azione della luce l’immagine<br />

della realtà. Ambasciatore onorario dell’isola di Chura,<br />

Archipelago di Okinawa e membro del World Wildlife Fund,<br />

Akiyoshi Ito ha pubblicato molti libri e saggi ed è stato direttore<br />

di diversi istituti e scuole di formazione in Giappone. In linea<br />

con il suo interesse per la didattica, il MNAF realizza il progetto<br />

didattico «Immergiamoci» che, attraverso la fotografia ed il<br />

gioco, vuole sensibilizzare i ragazzi al rispetto e salvaguardia<br />

della natura. <strong>Il</strong> laboratori proseguono nei week-end di ottobre<br />

al MNAF con prenotazione obbligatoria.<br />

Per informazioni: tel. 055 216310, mnaf@alinari.it, www.mnaf.it<br />

«Brillantezza» e «L’usciere», due fotografie di Akiyoshi Ito ritratto sullo sfondo di una sua opera


<strong>Vedere</strong> a <strong>Firenze</strong><br />

Doppia porzione di Eros e l’orizzonte di Artan in una stanza<br />

Messaggi diversi in due mostre alla Galleria <strong>Il</strong> Ponte: sensualità del corpo femminile e di materiali scultorei<br />

re. L’opera, una vera e propria installazione ambientale, è<br />

per l’artista l’espressione di una volontà chiara: «questo lavoro,<br />

dice Artan, non rappresenta l’orizzonte in sé... è un<br />

orizzonte, uno solo di infiniti orizzonti possibili. Non voglio<br />

simboleggiare l’orizzonte ma racchiudere un orizzonte<br />

in una stanza». Realizzata in un particolare materiale<br />

plastico, quest’opera presenta un trattamento della superficie<br />

solcato da graffi e aperto al depositarsi di segni e tracce,<br />

che rappresentano un’indicazione importante anche per<br />

l’apertura della scultura nei confronti del tempo. In questa<br />

prospettiva infatti, le due grandi curve che si incontrano<br />

sulla parete della sala, offrono la possibilità di un punto di<br />

vista inaspettatamente ravvicinato: lo spettatore, al cospetto<br />

di quest’opera, sarà infatti di fronte a un orizzonte letteralmente<br />

tangibile, di cui imponenza, valore monumenta-<br />

12<br />

le e immagine rimandano al senso di una dimensione spaziotemporale<br />

misteriosa, evocativa, sorprendente e inafferrabile.<br />

Artan rilegge le forme della scultura classica con<br />

materiali contemporanei come l’acciaio o l’alluminio. Le<br />

sue «Pieghe» diventano in questo contesto delle chiavi di<br />

lettura della forma e un nuovo approdo alla poeticità del<br />

linguaggio scultoreo. Altro aspetto rilevante riguarda l’accostamento<br />

di materiali diversi, che uniti s’influenzano tra<br />

loro trovando nuovi equilibri e un’alternativa riscrittura<br />

dello spazio e delle sue modalità percettive. Dal 2006 lavora<br />

con la Galleria d’Arte Niccoli, con cui ha partecipato<br />

a numerose fiere e sue opere sono presenti in varie collezioni<br />

private in Italia e all’estero.<br />

Per informazioni: tel. 055 240617, info@galleriailponte.com, www.galleriailponte.com<br />

L’arte contemporanea si vede al cinema<br />

Inizia il 21 novembre la quinta edizione della rassegna<br />

«Lo Schermo dell’Arte Film Festival»<br />

«L’isola ritrovata» di Carlo Cantini del 1986<br />

Dal 6 ottobre al 6 novembre, alla Galleria <strong>Il</strong> Ponte<br />

«<strong>Il</strong> doppio di Eros», la bipersonale di Carlo Cantini<br />

e Giampaolo di Cocco per la prima volta insieme<br />

a <strong>Firenze</strong>. La mostra è composta da due tipologie<br />

di lavoro assai distinte e il titolo si riferisce alla duplice<br />

modalità di osservazione dell’Eros concretizzata nel<br />

doppio livello della galleria. Due modalità in due diversi<br />

piani con due riflessioni diverse: da un lato un’interpretazione<br />

enigmatica, velata e profondamente simbolica, esemplificata<br />

dal buio del piano inferiore della galleria, voluto<br />

da Di Cocco, e dall’altro, un’annotazione chiara, esplicita,<br />

formalmente classica: la luce piena del piano terra della<br />

galleria, occupato da Cantini. Un Eros bifronte torna a manifestarsi<br />

in un’epoca che a prima vista, sembrerebbe già<br />

conoscerne ogni segreto, tramite il lavoro di due artisti che<br />

con le loro fotografie e installazioni, di cui molte inedite,<br />

presentano gli scrigni dai quali hanno tratto uno straordinario<br />

repertorio di esperimenti sull’immagine e sull’evocazione<br />

della sensualità. <strong>Il</strong> doppio di Eros, in questo senso,<br />

diventa epifania della bellezza, pienezza e dolcezza dell’amore<br />

sensuale e del corpo femminile, secondo la doppia<br />

accezione di James Hillman di desiderio fisico immediato<br />

da un lato e desiderio struggente e irraggiungibile<br />

dall’altro. Carlo Cantini è maestro nell’arte di mettere<br />

in relazione una fotografia col suo contesto. L’artista<br />

noto per i lavori di still life, dà all’immagine quella dimensione<br />

interiore che associa lo sguardo alla sensibilità e all’intuizione<br />

creatrice. Giampaolo di Cocco ha invece al suo<br />

attivo una serie di interventi dove l’intreccio tra spazio e<br />

oggetto produce l’effetto meraviglia. Per questa occasione<br />

l’artista realizza appunto una serie di interventi installativi<br />

di forte carattere metaforico.<br />

Dal 20 ottobre al 23 novembre, la Galleria il Ponte, in collaborazione<br />

con la Galleria Niccoli di Parma, affianca alla<br />

mostra di Contini e Di Cocco l’esposizione «Artan (Shalsi).<br />

Un orizzonte», a cura di Elena Forin: all’interno del<br />

progetto «Close up» dedicato ai giovani artisti, il giovane<br />

artista (Berat, Albania, 1970) ha realizzato un’opera che<br />

viene ad occupare il fondale dello spazio della galleria per<br />

cui è appositamente realizzata e di cui reinterpreta la struttura,<br />

la natura e la relazione con la luce e con lo spettato-<br />

Al via la quinta edizione della rassegna «Lo Schermo<br />

dell’Arte Film Festival», diretta da Silvia Lucchesi,<br />

«progetto in movimento» unico in Italia e tra<br />

i pochi nel mondo che, con molteplici iniziative e tramite<br />

film, video, installazioni, presentazioni di libri, incontri e<br />

workshop, analizza le complesse relazioni tra arte contemporanea<br />

e cinema. Nelle passate edizioni, tra i suoi<br />

ospiti ci sono stati artisti internazionali quali Libia Castro,<br />

Phil Collins, Omer Fast, Alfredo Jaar, Mark Lewis, Shirin<br />

Neshat e Sarah Morris. Quest’anno fra gli ospiti Isaac<br />

Julien, The Otolith Group e Melik Ohanian.<br />

«Lo Schermo dell’Arte Film Festival» quest’anno si svolge<br />

dal 21 al 25 novembre fra Odeon <strong>Firenze</strong>, Cango-<br />

Cantieri Goldonetta e altri luoghi e si arricchisce quest’anno<br />

di una nuova sezione, «Focus on» inaugurata con<br />

il videoartista e regista britannico Isaac Julien. Altra novità<br />

dell’edizione 2012 del Festival è «Visio. European<br />

Workshop on Artists’Cinema», a cura di Leonardo Bigazzi,<br />

progetto nato per favorire lo sviluppo e il confronto<br />

tra artisti e professionisti che lavorano con le moving images.<br />

<strong>Il</strong> progetto Mobiles propone al pubblico l’opera di un<br />

artista internazionale che lavora con le moving images e i<br />

nuovi media: sarà l’artista francoarmeno Melik Ohanian<br />

a presentare per la prima volta in Italia la videoinstallazione<br />

«Days. I See What I Saw and What I Will See» realizzata<br />

nel 2011 per la Biennale di Sharjia ma clamorosamente<br />

non esposta. Per la sezione Cinema d’artista saranno<br />

The Otolith Group (Gran Bretagna/Giappone 2012) a<br />

inaugurare il Festival con il film «The Radiant», realizzato<br />

per Documenta13, indagine condotta dalla coppia di artisti<br />

londinesi sul disastro nucleare di Fukushima. Saranno<br />

inoltre proposti, in occasione della sua personale al Museo<br />

Marino Marini, due film dell’artista italiano Yuri Ancarani:<br />

«<strong>Il</strong> Capo» del 2010 e «Piattaforma Luna» del 2011.<br />

Nella sezione Sguardi, fra l’altro, i film che analizzano i<br />

recenti sviluppi dell’architettura contemporanea: «Unfinished<br />

Spaces» (Usa 2011) in cui Alysa Nahmias e Ben-<br />

Un video still di «Days. I See What I Saw and What I Will See» di<br />

Melik Ohanian del 2011<br />

jamin Murray descrivono l’ambizioso progetto di Fidel Castro<br />

e Che Guevara di realizzare le National Art Schools di<br />

Cuba commissionate nel 1961 a tre giovani architetti ma<br />

mai terminate e solo recentemente dichiarate capolavoro<br />

architettonico dell’età della rivoluzione cubana.<br />

Infine, nella prassi del Premio Lo Schermo dell’Arte, sarà<br />

presentato in anteprima mondiale il film vincitore dell’edizione<br />

2011, «Incompiuto siciliano. La trasformazione<br />

del reale», realizzato dal collettivo di artisti Alterazioni<br />

Video, formato da Paololuca Barbieri Marchi, Alberto<br />

Caffarelli, Andrea Masu e Giacomo Porfiri. <strong>Il</strong> film, girato<br />

nello scorso agosto a Giarre, città dove sono concentrate<br />

nove strutture pubbliche mai ultimate, ha come protagonista<br />

l’antropologo ed etnologo francese Marc Augé,<br />

teorico dei «non luoghi».<br />

Lo scopo del Premio è infatti la realizzazione di una produzione<br />

di un video realizzato da giovani artisti italiani<br />

che verrà presentato in prima assoluta al Festival<br />

2013: il vincitore dell’edizione 2012 sarà annunciato nel<br />

corso della serata finale del Festival.<br />

Per informazioni: www.schermodellarte.org, info@schermodellarte.org<br />

© MELIK OHANIAN


13<br />

Le mostre a <strong>Firenze</strong><br />

Nelle sedi<br />

istituzionali<br />

<strong>Il</strong> ritorno all’ordine.<br />

L’immagine di <strong>Firenze</strong><br />

per la visita del Führer<br />

Una delle cinque esposizioni tematiche collaterali<br />

alla mostra «Anni Trenta. Arti in Italia<br />

oltre il fascismo» presentata a Palazzo<br />

Strozzi. A cura di Luca Brogioni, Giuseppe<br />

Cuscito, Francesca Gaggini, Giulio Manetti,<br />

Maise Silveira.<br />

Archivio Storico del Comune di<br />

<strong>Firenze</strong><br />

Fino al 31 ottobre, Palazzo Bastogi, via<br />

dell’Oriuolo 33-35, tel. 055 2616527,<br />

fax 2616509, www.comune.fi.it/archiviostorico,<br />

archstor@comune.fi.it<br />

Grafiche<br />

Mostra di fine anno degli allievi della Scuola<br />

Internazionale di specializzazione per la<br />

grafica d’arte «il Bisonte».<br />

Archivio Storico del Comune di<br />

<strong>Firenze</strong><br />

Dal 7 al 21 novembre, Palazzo Bastogi,<br />

via dell’Oriuolo 33-35, tel. 055 2616527,<br />

fax 2616509, www.comune.fi.it/archiviostorico,<br />

archstor@comune.fi.it<br />

Fumetti e dintorni.<br />

Editori e illustratori a<br />

<strong>Firenze</strong> negli anni Trenta<br />

Una delle cinque esposizioni tematiche collaterali<br />

alla mostra «Anni Trenta. Arti in Italia<br />

oltre il fascismo» presentata a Palazzo<br />

Strozzi. A cura di Leonardo Gori, Sergio Lama,<br />

Giovanna Lambroni. Inoltre, fino al 15<br />

dicembre la Biblioteca presenta la mostra del<br />

pittore e scenografo Donaldo Di Zio, a cura<br />

di Gillo Dorfles.<br />

Biblioteca Marucelliana<br />

Dal 30 novembre 2012 al 27 gennaio<br />

2013, via Cavour 43-47, tel. 055<br />

2722253, www.maru.firenze.sbn.it/<br />

eventi.htm, b-maru.urp@beniculturali.it<br />

Magnifici tre.<br />

I libri gioiello di Lorenzo<br />

de’ Medici<br />

Vedi p. 4<br />

Biblioteca Medicea Laurenziana<br />

Fino al 20 ottobre 2012, Piazza San Lorenzo<br />

9, tel. 055 210760, 211590,<br />

214443, fax 2302992, www.bml.firenze.sbn.it,<br />

b-mela@beniculturali.it<br />

Stamperia Orientale<br />

Medicea<br />

Fondata a Roma nel 1584 per iniziativa di papa<br />

Gregorio XIII sotto il patrocinio di Ferdinando<br />

de’ Medici (allora cardinale in Roma)<br />

la Stamperia forniva strumenti per la diffusione<br />

della fede cattolica presso le chiese<br />

d’Oriente e per l’educazione ortodossa del<br />

clero orientale in Roma. Esposti punzoni e<br />

caratteri delle scritture orientali, numerosi<br />

manoscritti di grande pregio raccolti in<br />

Oriente e testi a stampa.<br />

Biblioteca Medicea Laurenziana<br />

Dal 30 ottobre 2012 al 30 giugno 2013,<br />

Piazza San Lorenzo 9, tel. 055 210760,<br />

211590, 214443, fax 2302992,<br />

www.bml.firenze.sbn.it, b-mela@beniculturali.it<br />

Pinocchio compie<br />

131 anni<br />

Gli illustratori di Pinocchio con le tavole originali,<br />

le relative edizioni italiane conservate<br />

nella Biblioteca Nazionale e importanti documenti<br />

dagli archivi dell’editore Giunti.<br />

Biblioteca Nazionale Centrale<br />

Fino al 27 ottobre, Piazza dei Cavalleggeri<br />

1, tel. 055 249191, fax<br />

2342482, www.bncf.firenze.sbn.it,<br />

urp@bncf.it<br />

La porti un bacione<br />

a <strong>Firenze</strong>.<br />

Gli anni Trenta tra moda,<br />

riviste e caffè letterari<br />

Una delle cinque esposizioni tematiche collaterali<br />

alla mostra «Anni Trenta. Arti in Italia<br />

oltre il fascismo» presentata a Palazzo<br />

Strozzi. A cura di Silvia Alessandri, Lucia Milana,<br />

Micaela Sambucco, Fulvio Stacchetti,<br />

Daniela Vanzi.<br />

Biblioteca Nazionale Centrale<br />

Dal 10 novembre 2012 al 27 gennaio<br />

2013, Piazza dei Cavalleggeri 1, tel. 055<br />

24919201, www.bncf.firenze.sbn.it<br />

II Biennale Internazionale<br />

dei Beni Culturali<br />

e Ambientali<br />

Vedi p. 5<br />

Fondazione Florens<br />

Dal 3 all’11 novembre, Fondazione<br />

Florens, via de’ Tornabuoni, tel. 055<br />

296631, info@fondazioneflorens.it,<br />

www.fondazioneflorens.it<br />

Anni Trenta.<br />

Arti in Italia<br />

oltre il fascismo<br />

Vedi p. 8<br />

Fondazione Palazzo Strozzi<br />

Fino al 27 gennaio 2013, Piazza Strozzi,<br />

tel. 055 2645155, www.palazzostrozzi.<br />

org, l.rinaldi@palazzostrozzi.org<br />

La nascita del Maggio<br />

Musicale Fiorentino.<br />

Le prime edizioni<br />

del Festival: 1933-1939<br />

Una delle cinque esposizioni tematiche collaterali<br />

alla mostra «Anni Trenta. Arti in Italia<br />

oltre il fascismo» presentata a Palazzo<br />

Strozzi. A cura di Moreno Bucci. Aperta al<br />

pubblico in occasione di rappresentazioni e<br />

concerti della Stagione 2012.<br />

Fondazione Teatro del Maggio<br />

Musicale Fiorentino<br />

12, 14, 19, 21, 26, 28 ott.; 3-4, 9, 24,<br />

27, 29-30 nov.; 2, 4, 6 dic., Corso Italia<br />

16, www.maggiofiorentino.it<br />

<strong>Il</strong> Salone dell’Arte<br />

e del Restauro di <strong>Firenze</strong><br />

Rassegna dedicata a conservazione, tutela,<br />

ricerca, valorizzazione per generare sinergie<br />

fra gli operatori del restauro, il sistema museale<br />

e gli addetti del settore rilanciando il<br />

primato italiano di settore con approfondimenti<br />

teorici e idee e contenuti concreti per<br />

istituzioni e imprese e per la progettazione<br />

locale e internazionale. Al Padiglione Cavaniglia<br />

160 espositori, 3 mostre tematiche,<br />

120 eventi culturali (conferenze, tavole rotonde,<br />

meeting, incontri tecnici, comunicazioni)<br />

con più di 400 relatori in fiera e fuori<br />

fiera, 86 stand, premio «Salone 2012-<br />

Friends of Florence» a favore di un restauro.<br />

Fortezza da Basso<br />

Dall’8 al 10 novembre, viale Filippo<br />

Strozzi 1, www.salonerestaurofirenze.org/2012/ita/eventi.asp<br />

Bagliori dorati. <strong>Il</strong> gotico<br />

internazionale a <strong>Firenze</strong><br />

1375-1440<br />

Ved. p. 3<br />

Galleria degli Uffizi<br />

Fino al 4 novembre, Piazzale degli Uffizi,<br />

tel. 055 2388651, fax 2388694,<br />

prenotazione ticket <strong>Firenze</strong> Musei<br />

055 294883, www.uffizi.firenze.it, direzione.uffizi@polomuseale.firenze.it<br />

La Nuova Frontiera.<br />

Storia e Cultura dei<br />

Nativi d’America dalle<br />

Collezioni del Gilcrease<br />

Museum<br />

La prima esposizione in Europa per quantità<br />

e qualità dei reperti, testimonianza della civiltà<br />

di grande livello, spesso misconosciuta,<br />

dei nativi d’America, ricorda anche Amerigo<br />

Vespucci, fiorentino d’origine e morto a<br />

Siviglia nel 1492.<br />

Galleria del Costume Palazzo Pitti<br />

Fino al 9 dicembre, Piazza de’ Pitti 1,<br />

tel. 055 294883, www.unannoadarte/<br />

americ/index.html, firenzemusei@operalaboratori.com<br />

Arte torna arte<br />

Quaranta opere di trentadue artisti contemporanei,<br />

con un ricco programma di eventi<br />

collaterali di approfondimento in diversi linguaggi:<br />

cinema, musica, incontri con gli<br />

artisti.<br />

Galleria dell’Accademia<br />

Fino al 4 novembre, Concerti il 1 ottobre,<br />

il 22 ottobre, il 5 novembre, via<br />

Ricasoli 58-60, tel. 055 2288612, fax<br />

2388764, www.uffizi.firenze.it/musei/?m=accademia,<br />

galleriaaccademia@polomuseale.firenze.it<br />

<strong>Firenze</strong> negli occhi<br />

dell’artista.<br />

Da Signorini a Rosai<br />

Vedi p. 6<br />

Galleria di Arte Moderna Palazzo<br />

Pitti<br />

Fino al 28 ottobre, Piazza de’ Pitti 1,<br />

tel. 055 388520, www.polomuseale.firenze.it/GAM,<br />

gam@polomuseale.firenze.it<br />

<strong>Il</strong> Mito, il Sacro,<br />

il Ritratto.<br />

Dipinti dai depositi<br />

della Galleria Palatina<br />

Vedi p. 6<br />

Galleria Palatina<br />

Fino al 22 dicembre, Piazza Pitti 1,<br />

tel. 055 2388614, fax 2388613,<br />

www.uffizi.firenze.it/musei/?m=palatina,<br />

galleriapalatina@polomuseale.firenze.it<br />

Gli anni Trenta<br />

al Lyceum di <strong>Firenze</strong><br />

Una delle cinque esposizioni tematiche collaterali<br />

alla mostra «Anni Trenta. Arti in Italia<br />

oltre il fascismo» presentata a Palazzo<br />

Strozzi. A cura di Mirka Sandiford e Francesca<br />

Ambrosi.<br />

Lyceum Club Internazionale di<br />

<strong>Firenze</strong><br />

Dall’8 novembre 2012 al 27 gennaio<br />

2013, Palazzo Giugni, via degli Alfani<br />

48, tel. e fax 055 2478264, www.lyceumclubfirenze.net,<br />

info@lyceumclubfirenze.net<br />

Un bacione a <strong>Firenze</strong>.<br />

La domenica<br />

del Fiorentino.<br />

Gesti di amore e cura<br />

per la tua città<br />

Giornate di apertura straordinaria e gratuita<br />

delle sedi museali comunali con visite guidate<br />

per i nati e/o residenti a <strong>Firenze</strong> e provincia.<br />

L’iniziativa riguarda il Museo di Palazzo<br />

Vecchio, il Museo Stefano Bardini, la<br />

Fondazione Salvatore Romano, il Museo di<br />

Santa Maria Novella.<br />

Musei Civici<br />

14 ottobre e 11 novembre, varie sedi,<br />

www.museicivicifiorentini.it, info@<br />

museicivicifiorentini.it<br />

<strong>Il</strong> paliotto dalla<br />

Collezione Bianchi di<br />

Pontassieve<br />

In concomitanza con la mostra ospitata presso<br />

l’Ente Cassa di Risparmio viene esposto<br />

un raro paliotto di manifattura marchigiana<br />

realizzato nella metà del secolo XVII, esempio<br />

dell’antica tradizione artigiana della lavorazione<br />

della scagliola, rappresentata da numerose<br />

altre opere analoghe conservate nella<br />

collezione del museo.<br />

Museo dell’Opificio delle Pietre Dure<br />

Dal 18 ottobre 2012 al 6 gennaio 2013,<br />

via degli Alfani 78, tel. 055 2651357,<br />

fax 287123, www.opificiodellepietredure.it,<br />

opd@beniculturali.it<br />

Omaggio al Davanzati.<br />

Fiori<br />

Mostra del poliedrico artista contemporaneo<br />

Tano Pisano, di origine siciliana ma stabilmente<br />

residente in Catalogna. La mostra dialoga<br />

con le collezioni del percorso museale,<br />

interpretandole in chiave moderna. Una sorta<br />

di tributo di un artigiano-artista dei nostri<br />

giorni agli artigiani-artisti del passato.<br />

Museo di Palazzo Davanzati e Museo<br />

della Casa fiorentina antica<br />

Fino al 31 ottobre, via Porta Rossa 13,<br />

tel. 055 2388610, fax 289805, www.polomuseale.firenze.it/musei/?m=davanzati,<br />

museo.davanzati@polomuseale.<br />

firenze.it<br />

Amerigo Vespucci<br />

al Museo 1512-2012.<br />

Testimonianze<br />

vespucciane nelle<br />

collezione del Museo<br />

Galileo<br />

Nel commemorare il quinto centenario della<br />

morte di Amerigo Vespucci una selezione di<br />

documenti, carte geografiche, sculture, medaglie,<br />

stampe, che offrono insieme alla sua<br />

biografia inedita una visuale nuova sulla sua<br />

figura in una mostra virtuale che riconduce<br />

all’interno delle collezioni del museo.<br />

Museo Galileo. Istituto e Museo di<br />

Storia della Scienza<br />

Fino al 31 dicembre, Piazza dei Giudici<br />

1, tel. 055 265311, fax 2653130, www.<br />

museogalileo.it, info@museogalilei.it,<br />

www.museogalileo.it/istituto/mostrevirtuali/vespucci/home-it.html<br />

XXII Settimana<br />

della Cultura Scientifica<br />

e Tecnologica<br />

Scopo della Settimana della Cultura Scientifica<br />

e Tecnologica è di mobilitare tutte le<br />

competenze e le energie del Paese per favorire<br />

la più capillare diffusione di una solida<br />

e critica cultura tecnicoscientifica. Le Settimane<br />

costituiscono anche lo strumento per<br />

sperimentare e promuovere l’ambizioso progetto<br />

elaborato e sostenuto dal MIUR di dar<br />

vita a un sistema nazionale di istituzioni permanenti<br />

(musei, centri e città della scienza e<br />

della tecnica, università, accademie, ecc.),<br />

impegnate nel compito di garantire ai cittadini<br />

un’informazione tecnico-scientifica aggiornata<br />

e certificata, provvedendo nel contempo<br />

alla valorizzazione del patrimonio tecnico-scientifico<br />

del quale è ricchissimo il nostro<br />

Paese. <strong>Il</strong> calendario degli eventi è ancora<br />

in preparazione.<br />

Museo Galileo. Istituto e Museo di<br />

Storia della Scienza<br />

Dal 15 al 21 ottobre, Piazza dei Giudici<br />

1, tel. 055 265311, fax 2653130, www.<br />

museogalileo.it, info@museogalilei.it<br />

Bordi figurati<br />

del Rinascimento<br />

nella collezione Horne<br />

Un’inedita raccolta di preziosi tessuti rinascimentali<br />

figurati in seta, lino e oro, databili tra<br />

’400 e ’500. <strong>Il</strong> nucleo di tessuti figurati rinascimentali<br />

in seta, lino e oro e tessuti con la<br />

tecnica del lampasso o del broccatello. Piccoli<br />

esempi di manifattura di altissima qualità<br />

sono tuttora oggetto di studio, ma per le<br />

attribuzioni come autori dei disegni delle<br />

bordure esposte ricorrono nomi di grandi artisti<br />

quali Domenico Ghirlandaio, Bartolomeo<br />

di Giovanni e Raffaellino del Garbo.<br />

Museo Horne<br />

Fino al 7 gennaio 2013, via dei Benci<br />

6, tel. 055 244661, fax 2009252, www.<br />

museohorne.it, info@museohorne.it<br />

Ricordi per moderni.<br />

Yuri Ancarani<br />

Vedi p. 4<br />

Museo Marino Marini<br />

Dal 17 novembre, piazza San Pancrazio,<br />

tel. 055 219432, www.museomarinomarini.it<br />

Osservazione della natura<br />

in stato di quiete.<br />

L’opera tra aura<br />

e condivisione<br />

Mostra a cura di Paola Bortolotti di opere di<br />

Michele Chiossi, Rolando Deval, Piero Gilardi,<br />

Luciana Majoni, Giovanni Ozzola, Cristiana<br />

Palandri, Daniela Perego, Caterina<br />

Sbrana,Virgilio Sieni, Deva Wolfram.<br />

Museo Marino Marini<br />

Fino al 3 novembre, piazza San Pancrazio,<br />

tel. 055 219432, www.museomarinomarini.it<br />

Anna Casati 1952-1994.<br />

L’eleganza di un<br />

antiquario dell’Ottocento<br />

come stile di vita.<br />

I motivi di una mostra<br />

Testi e foto d’epoca raccontano l’eleganza di<br />

Emma e Stefano Bardini, affiancandoli all’eleganza<br />

degli anni ’50 e ’80 nello stile degli<br />

abiti realizzati dalla «Sartoria Anna Casati»<br />

di <strong>Firenze</strong>, all’interno di un luogo d’arte<br />

raffinato che racconta il primato di <strong>Firenze</strong><br />

nell’artigianato e nel lusso.<br />

Museo Stefano Bardini<br />

Fino al 7 gennaio 2013, via dei Renai<br />

37 (Ponte alle Grazie), tel. 055<br />

2342427, www.museicivicifiorentini.it/bardini,<br />

info@museicivicifiorentini.it<br />

Una teenager nella moda.<br />

Le collezioni in Sala<br />

Bianca di Giovanna<br />

Ferragamo dagli anni<br />

Sessanta agli anni<br />

Ottanta<br />

Un omaggio a Giovanna Ferragamo; 20 modelli<br />

creati dagli anni sessanta al 1982, anni<br />

in cui <strong>Firenze</strong> era protagonista della moda,<br />

sfilando sulla passerella della Sala Bianca di<br />

Palazzo Pitti; e Giovanna Ferragamo di quel<br />

periodo era una delle protagoniste.<br />

Museo Stibbert<br />

Fino al 7 gennaio 2013, via Federico<br />

Stibbert 26, tel. 055 486049, fax<br />

475721, www.museostibbert.it, info@<br />

museostibbert.it<br />

Le forme del piccante.<br />

Mostra di peperoncini<br />

Ogni pianta è corredata di cartellino con il<br />

nome della varietà, della specie e del grado<br />

di piccantezza.<br />

Museo di Storia Naturale. Sezione<br />

Orto Botanico<br />

Fino al 15 ottobre, via Micheli 3, tel.<br />

055 2346760, www.msn.unifi.it/<br />

mdswitch.html, segrmuseo@unifi.it<br />

Sapporo: i giorni<br />

dell’Undicesimo Viale.<br />

Gli Ainu di Hokkaido<br />

nelle foto di Fosco<br />

Maraini<br />

L’esposizione raccoglie una selezione di immagini<br />

scattate da Fosco Maraini e si inserisce<br />

nel programma di celebrazioni del centenario<br />

della nascita. Definiti «<strong>Il</strong> popolo bianco»,<br />

a causa forse della neve persistente a<br />

Hokkaido, erano una minoranza giapponese<br />

di ipotizzata provenienza siberiana, la cui<br />

cultura oggi è estinta. Fosco Maraini ha donato<br />

al Museo una collezione di rarissimi oggetti,<br />

e presso il museo è conservata anche<br />

la sua biblioteca.<br />

Museo di Storia Naturale. Sezione di<br />

Antropologia ed Etnologia<br />

Fino al 7 gennaio 2013, via del Proconsolo<br />

12, tel. 055 2756209, fax 2756230,<br />

www.msn.unifi.it/mdswitch.html, segrmuseo@unifi.it<br />

Akiyoshi Ito.<br />

Sogni sott’acqua<br />

Vedi p. 11<br />

Museo Nazionale Alinari della<br />

Fotografia<br />

Fino al 14 ottobre, Piazza S.M. Novella<br />

14a, tel. 055 2395207, fax 2395230,<br />

www.mnaf.it, mnal@alinari.it<br />

Gli archivi Alinari<br />

e la sintassi del mondo.<br />

Omaggio a Italo Calvino<br />

Vedi p. 11<br />

Museo Nazionale Alinari della<br />

Fotografia<br />

Dal 19 ottobre 2012 al 6 gennaio 2013,<br />

Piazza S.M. Novella 14a, tel. 055<br />

2395207, fax 2395230, www.mnaf.it,<br />

mnal@alinari.it<br />

Marylin<br />

A cinquant’anni dalla scomparsa di Marylin<br />

Monroe una grande mostra le rende omaggio;<br />

i famosi scatti fotografici che ne fanno<br />

un’icona di femminilità sono affiancate alle<br />

opere d’arte che ad essi si sono ispirati.<br />

Museo Salvatore Ferragamo<br />

Fino al 28 gennaio 2013, Piazza Santa<br />

Trinità 5, tel. 055 3562455/417/846,<br />

www.museoferragamo.it, museoferragamo@ferragamo.com<br />

La «Quinta luce»<br />

Prima mondiale dell’esposizione dell’artista<br />

boemo Vlastimil Kosvanec; 36 opere in cinque<br />

stanze del museo fiorentino danno forma<br />

alla «Quinta luce»; un viaggio cronologico<br />

nella vita artistica del pittore dai primi<br />

anni del ’900 fino agli anni ’50. Suggestioni<br />

della Belle Époque e dell’Art Nouveau in un<br />

particolarissimo linguaggio figurativo e simbolista.<br />

Ritrattista, illustratore e pittore dalla<br />

vita passionale e dal profondo impegno politico,<br />

ha conosciuto fama e successo ma anche<br />

censura e prigione.<br />

Palazzo Medici Riccardi<br />

Fino all’11 novembre, via Camillo Cavour<br />

3, tel. 055 2760340, www.palazzo-medici.it<br />

<strong>Il</strong> Novecento<br />

di Primo Conti<br />

La mostra, a cura della Fondazione Primo<br />

Conti, promossa e sostenuta dalla Provincia<br />

di <strong>Firenze</strong>, propone un’esposizione di 13 dipinti,<br />

di proprietà del museo omonimo, realizzati<br />

da Conti tra il 1915 e il 1984 e sezione<br />

documentaria.<br />

Palazzo Medici Riccardi. Sale<br />

espositive Mario Fabiani<br />

Dal 13 al 27 novembre, via Camillo Cavour<br />

3, tel. 055 2760340, www.palazzo-medici.it<br />

Tracce di <strong>Firenze</strong>.<br />

La <strong>Firenze</strong> di Ottone Rosai<br />

Nuova sezione espositiva temporanea con<br />

l’omaggio ad uno dei massimi esponenti dell’arte<br />

del Novecento, il pittore fiorentino Ottone<br />

Rosai (1895-1957). Gli eredi hanno donato<br />

tre serie dei suoi dipinti al Comune di<br />

<strong>Firenze</strong>; a due di esse appartengono le opere<br />

in mostra, che contrappongono la visione<br />

lirica e trasognata al taglio documentario della<br />

sua sezione permanente<br />

Palazzo Vecchio<br />

Fino al 26 marzo 2013, Piazza della Signoria,<br />

tel. 055 2768325, www.museicivicifiorentini.it/palazzovecchio,<br />

info@museicivicifiorentini.it<br />

Alchimie di colori.<br />

L’arte della Scagliola.<br />

La collezione Bianco<br />

Bianchi di antiche<br />

scagliole dal XVII<br />

al XIX secolo<br />

La scagliola, conosciuta dai tempi antichi per<br />

impreziosire architetture nell’arte sacra, è entrata<br />

a far parte dell’artigianato fiorentino negli<br />

ultimi cinquant’anni grazie all’artista/artigiano<br />

Bianco Bianchi. La sua collezione è<br />

considerata la più completa esistente di questa<br />

antica tradizione artigiana detta della<br />

«pietra di luna».<br />

Spazio Mostre dell’Ente Cassa di<br />

Risparmio<br />

Dal 18 ottobre 2012 al 6 gennaio 2013,<br />

via Bufalini 6, tel. 5384964/5,<br />

www.entecarifirenze.it, ente@entecarifirenze.it,<br />

staff@osservatoriomestieridarte.it<br />

La cultura popolare<br />

racconta Garibaldi.<br />

Oggetti e curiosità<br />

da una collezione privata<br />

fiorentina<br />

Nel 130mo anniversario della morte di Giuseppe<br />

Garibaldi 130 oggetti selezionati da una raccolta<br />

di 700 pezzi. Due le sezioni, una dedicata<br />

al periodo in cui ha vissuto e una successiva<br />

alla sua morte. Entrato nell’immaginario popolare,<br />

Garibaldi diventa soggetto per un’infinità<br />

di oggetti di uso personale e domestico:<br />

dagli orologi ai piatti, ai vasi, alle pipe, ai coperchi<br />

per teiere, dalle statuette alle poltrone,<br />

alle tende, ai pacchetti di sigarette. Non mancano<br />

cimeli appartenenti al condottiero.<br />

Spazio Mostre dell’Ente Cassa di<br />

Risparmio. Sala delle Colonne<br />

Fino al 15 novembre, via Bufalini 6,<br />

tel. 055 5384001, www.entecarifirenze.it,<br />

ente@entecarifirenze.it<br />

Francis Bacon e la<br />

condizione esistenziale<br />

nell’arte contemporanea<br />

Vedi p. 9<br />

Strozzina. Centro di Cultura<br />

Contemporanea a Palazzo Strozzi<br />

Fino al 27 gennaio 2013, Piazza Strozzi,<br />

tel. 055 39 17 11, www.strozzina.org<br />

Da Fattori al Novecento.<br />

Opere inedite della<br />

collezione Roster,<br />

Del Greco, Olschki<br />

Vedi p. 8<br />

Villa Bardini. Fondazione parchi<br />

monumentali Bardini & Peyron<br />

Fino al 4 novembre, Costa San Giorgio<br />

2, tel. 055 20066206, www.bardinipeyron.it,<br />

mg.geri@bardinipeyron.it<br />

Nelle sedi<br />

private<br />

Unfolding. Alyssia Lazin<br />

Personale della fotografa e modella statunitense<br />

che è stata ritratta da importanti fotografi<br />

per le più grandi riviste di moda, Vogue, Harper’s<br />

Bazar, Elle, Mademoiselle. La vendita del<br />

catalogo della mostra verrà devoluta alle vittime<br />

del terremoto che ha colpito l’Emilia nei<br />

mesi scorsi.<br />

Aria art Gallery<br />

Fino al 21 ottobre, Borgo SS. Apostoli<br />

40r, tel./fax 055 216150, www.ariaartgallery.com,<br />

info@ariaartgallery.com<br />

Venezia? Los Angeles!<br />

Antologica di fotografie dell’americano Corbin<br />

Smith.<br />

Fondazione <strong>Il</strong> Bisonte per lo studio<br />

dell’arte grafica<br />

Dal 4 al 31 ottobre, via San Niccolò 24r,<br />

tel. 055 2342585, fax 2346768, www.ilbisonte.it,<br />

gallery@ilbisonte.it<br />

Xilografie<br />

Mostra dedicata agli artisti Gianni Verna e<br />

Gianfranco Schialvino.<br />

Fondazione <strong>Il</strong> Bisonte per lo studio<br />

dell’arte grafica<br />

Dal 28 novembre 2012 all’11 gennaio<br />

2013, via San Niccolò 24r, tel. 055<br />

2342585, fax 2346768, www.ilbisonte.it,<br />

gallery@ilbisonte.it<br />

Uno sguardo italiano<br />

Vedi p. 10<br />

Frittelli arte contemporanea<br />

Fino al 20 ottobre, via Val di Marina 15,<br />

tel. 055 410153, fax 4377359, www.frittelliarte.it,<br />

info@frittelliarte.it<br />

Nanni Balestrini. Tristanoil<br />

Vedi p. 10<br />

Frittelli arte contemporanea<br />

Dal 27 ottobre al 15 dicembre, via Val<br />

di Marina 15, tel. 055 410153, fax<br />

4377359, www.frittelliarte.it, info@<br />

frittelliarte.it<br />

Giuliano Vangi. Sculture<br />

e disegni. Veio<br />

Vedi p. 9<br />

Galleria Frediano Farsetti<br />

Dal 22 settembre al 3 novembre, Lungarno<br />

Guicciardini 21/23r, tel. 055 210107,<br />

www.galleriafredianofarsetti.it<br />

<strong>Il</strong> doppio di Eros<br />

Carlo Cantini / Giampaolo<br />

di Cocco<br />

Vedi p. 12<br />

Galleria <strong>Il</strong> Ponte<br />

Dal 6 ottobre al 6 novembre, via di Mezzo<br />

42b, tel. 055 240617, www.galleriailponte.com<br />

info@galleriailponte.com<br />

Dick Flash».<br />

Zhivago Duncan<br />

Vedi p. 10<br />

Galleria Poggiali e Forconi<br />

Dal 15 dicembre 2012 al 7 febbraio<br />

2013, via della Scala 35a, tel. 055<br />

287748, info@poggialieforconi.it,<br />

www.poggialieforconi.it


Chi e dove a <strong>Firenze</strong><br />

14<br />

1<br />

22<br />

10<br />

6<br />

3<br />

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20<br />

Le istituzioni<br />

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A<br />

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4<br />

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B<br />

43<br />

42<br />

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30<br />

40<br />

50<br />

1 (B2) Accademia dei Georgofili Logge Uffizi Corti tel. 055<br />

212114 www.georgofili.it 2 (B2) Accademia delle Arti del Disegno<br />

via Orsanmichele 4 tel. 055 219642 www.aadfi.it 3 (B1) Accademia<br />

di Belle Arti via Ricasoli 66 tel. 055 215449 www.accademia.firenze.it<br />

4 (B1) Biblioteca Medicea Laurenziana piazza<br />

S. Lorenzo 9 tel. 055 211590 www.bml.firenze.sbn.it 5 (C3) Biblioteca<br />

Nazionale Centrale piazza Cavalleggeri 1 tel. 055 24919201<br />

6 (A3) Cappella Brancacci piazza del Carmine 14 tel. 055<br />

2382195 7 (C2) Casa Buonarroti via Ghibellina 70 tel. 055 241752<br />

fond@casabuonarroti.it 8 (B2) Casa di Dante via S.ta Margherita<br />

1 tel. 055 219416 info@museocasadidante.it 9 (A3) Casa Guidi<br />

piazza S. Felice 8 tel. 055 354457 10 (A2) Cenacolo di Ognissanti<br />

via Borgo Ognissanti 42 tel. 055 2388720 11 (B2) Chiesa<br />

di Santo Stefano a Ponte tel. 055 2710732 12 (A3) Chiesa di<br />

Santo Spirito piazza Santo Spirito 13 (B3) Collezioni del Novecento<br />

Forte di Belvedere via S.Leonardo 1 tel. 055 2625961 <br />

14 (B1) Consiglio Regionale della Toscana via Cavour 2 B2<br />

Ente Cassa di Risparmio di <strong>Firenze</strong> Sala delle Colonne via Bufalini<br />

6 tel. 055 2612012 (A2) Fondazione Florens via de’ Tornabuoni<br />

1 tel. 055 296631 www.fondazioneflorens.it 58 (A2) Fondazione<br />

Palazzo Strozzi - CCC Strozzina piazza Strozzi tel. 055<br />

2645155 www.palazzostrozzi.org 15 (A3) Fondazione Salvatore<br />

Romano piazza S. Spirito 29 tel. 055 287043 F.M. Fondazione<br />

Spadolini Nuova Antologia via Pian dei Giullari 139 tel. 055<br />

2616545 16 (A3) Galleria d’Arte Moderna piazza de’ Pitti 1 tel.<br />

055 2388601 gam@polomuseale.firenze.it 17 (B3) Galleria degli<br />

Uffizi piazzale degli Uffizi tel. 055 2388651/2; 055 294883 direzione.uffizi@polomuseale.firenze.it<br />

(B2) Galleria degli Uffizi -<br />

Gabinetto Disegni e Stampe via della Ninna 5 tel. 055 2388624<br />

gdsu@polomuseale.firenze.it 18 (A3) Galleria del Costume -<br />

Palazzo Pitti piazza dei Pitti 19 (B1) Galleria dell’Accademia<br />

via Ricasoli 58-60 tel. 055 2388612 galleriaaccademia@<br />

polomuseale.firenze.it 20 (A3) Galleria Palatina piazza Pitti 1 tel.<br />

055 2388614 galleriapalatina@polomuseale.firenze.it 21 (C1) Galleria<br />

Rinaldo Carnielo piazza Savonarola 3 tel. 055 2625961 <br />

F.M. Giardino Corsini via della Scala 115 tel. 055 2654588 F.M.<br />

Giardino di Archimede via San Bartolo a Cintoia 19/a tel. 055<br />

7879594 22 (A2) Institut Français <strong>Firenze</strong> piazza Ognissanti 2<br />

tel. 055 2718801 23 (B3) Istituto Statale d’Arte di <strong>Firenze</strong> via<br />

dei Benci 6 tel. 055 220521 24 (B2) Loggia del Bigallo piazza<br />

San Giovanni 1 tel. 055 27180306 museo@bigallo.net 25 (A1)<br />

MNAF Museo Nazionale Alinari della Fotografia piazza Santa<br />

Maria Novella 14a tel. 055 216310 mnaf@alinari.it 26 (C1) Museo<br />

Archeologico piazza Santissima Annunziata 9b tel. 055 23575 27<br />

(C3) Museo Casa Rodolfo Siviero Lungarno Serristori 1-3 tel. 055<br />

2345219 casasiviero@regione.toscana.it 28 (A3) Museo degli<br />

Argenti e Museo delle Porcellane piazza Pitti 1 tel. 055 2388709<br />

argenti@polomuseale.firenze.it 29 (B2) Museo dei ragazzi piazza<br />

della Signoria tel. 055 2768224 info.museorgazzi@comune.fi.it <br />

30 (C1) Museo dell’istituto degli Innocenti piazza Santissima<br />

Annunziata 12 tel. 055 20371 info@istitutodeglinnocenti.it 31 (B1)<br />

Museo delle Cappelle Medicee piazza Madonna degli Aldobrandini<br />

6 tel. 055 2388602 32 (B2) Museo dell’Opera del Duomo<br />

piazza del Duomo 9 tel. 055 230885 opera@operaduomo.firenze.it <br />

33 (B1) Museo dell’Opificio delle Pietre Dure via degli Alfani<br />

78 tel. 055 265111 34 (B2) Museo di Orsanmichele via dell’Arte<br />

della Lana tel. 055 294883 orsanmichele@polomuseale.firenze.it <br />

35 (B2) Museo di Palazzo Davanzati via di Porta Rossa 13 tel. 055<br />

2388610 museo.davanzati@polomuseale.firenze.it 36 (B1) Museo<br />

di San Marco piazza San Marco 3 tel. 055 2388608 museosanmarco@polomuseale.firenze.it<br />

37 (A1) Museo di Santa Maria Novella<br />

P.zza S.M.Novella tel. 055 282187 comunicazione.musei@comune.fi.it<br />

38 (B3) Museo di storia della scienza piazza dei Giudici<br />

1 tel. 055 265311 imss@imss.fi.it Museo di storia naturale<br />

varie sedi tel. 055 2346760 edumsn@unifi.it 39 (B3) Museo<br />

Diocesano di Santo Stefano al Ponte piazza Santo Stefano 5 tel.<br />

055 2710732 40 (C2) Museo e istituto fiorentino di preistoria<br />

via Sant’Egidio 21 tel. 055 295159 info@museofiorentinopreistoria.it<br />

41 (C1) Museo Egizio via della Colonna 38 tel. 055 23575<br />

42 (C2) Museo <strong>Firenze</strong> Com’era via dell’Oriouolo 24 tel. 055<br />

2616545 comunicazione.musei@comune.fi.it (B2) Museo Gucci<br />

Palazzo della Mercanzia piazza della Signoria 10 tel. 055 75923302 <br />

43 (B3) Museo Horne via dei Benci 6 tel. 055 244661 info@museohorne.it<br />

44 (A2) Museo Marino Marini piazza S. Pancrazio tel.<br />

055 219432 info@museomarinomarini.it 45 (B2) Museo Nazionale<br />

del Bargello via del Proconsolo 4 tel. 055 2388606 museobargello@polomuseale.firenze.it<br />

46 (B3) Museo Stefano Baldini<br />

via dei Renai 37 tel. 055 2342427 comunicazione.musei@comune.fi.it<br />

F.M. Museo Stibbert via Frederick Stibbert 26 tel. 055 486049<br />

info@museostibbert.it 47 (B2) Museo Torrini piazza del Duomo<br />

10r tel. 055 2302401 info@torrinimuseo.it 48 (B3) Museo Villa<br />

Bardini Costa San Giorgio 2 tel. 055 243140 49 (C3) Opera di<br />

Santa Croce di <strong>Firenze</strong> piazza Santa Croce 16 tel. 055 2466105 segreteria@operadisantacroce.it50<br />

(C2) Palazzo Borghese via Ghibellina<br />

110 tel. 055 2396293 51 (A2) Palazzo Corsini via Parione<br />

11 tel. 055 212880 info@palazzocorsini.it 52 (A2) Palazzo Lenzi<br />

piazza d’Ognissanti 2 tel. 055 2718801 53 (B1) Palazzo Martelli<br />

via Zannetti 8 tel. 055 219432 uffrest@polomuseale.firenze.it <br />

54 (B1) Palazzo Medici Riccardi via Cavour 3 tel. 055 5522867<br />

55 (B1) Palazzo Niccolini via Dei Servi 2 tel. 055-282412 56<br />

(A3) Palazzo Pitti - Giardino di Boboli piazza Pitti 1 tel. 055<br />

2388786 giardino.boboli@polomuseale.firenze.it 57 (A2) Palazzo<br />

Spini Feroni - Museo Ferragamo piazza Santa Trinita tel. 055<br />

3360456 59 (B2) Palazzo Vecchio piazza della Signoria tel. 055<br />

2768325 60 (B3) Raccolta di arte contemporanea Alberto<br />

della Ragione Forte di Belvedere tel. 055 2001256 61 (A1) SA-<br />

CI - Studio Art Centers International Palazzo dei Cartelloni - via<br />

Sant’Antonino 11 tel. 055 289948 info@saci-florence.edu (FM) Sinagoga<br />

e Museo Ebraico via Luigi Carlo Farini 6 tel. 05 5245252<br />

62 (C1) Spedale degli Innocenti piazza Santissima Annunziata<br />

12 tel. 055 20371 info@istitutodeglinnocenti.itF.M. Stazione Leopolda<br />

via fratelli Rosselli 5 info@stazione-leopolda.com F.M. Villa<br />

Romana via Senese 68 tel. 055 221654 office@villaromana.org<br />

Le gallerie<br />

A2 Aria Art Gallery Borgo SS. Apostoli 40r tel. 055 216150<br />

www.ariaartgallery.com F.M.Alessandro Bagnai via Coluccio Salutati<br />

4r tel. 055 6802066 galleriabagnai@tin.it C2 Allegri Spazio<br />

Arte Borgo Allegri 27r tel. 055 2341173 allegrispazioarte@virgilio.it<br />

B1 Aurelio Stefanini Studio Arte via Camillo Cavour 31 tel. 055<br />

294505 A2 Bazzanti Lungarno Corsini 44r tel. 055 215649 A1<br />

Biagiotti via delle Belle Donne 39r tel. 055 214757 A2 Boralevi<br />

Galleria Del Palazzo Lungarno Guicciardini 19 tel. 055 281044 F.M.<br />

Daniele Ugolini Contemporary via Montebello 22r tel. 055<br />

2654183 director@ugoliniart.com A2 Florence Art Gallery Borgo<br />

Ognissanti 64 tel. 055 213671 C3 Fondazione <strong>Il</strong> Bisonte via<br />

S. Niccolò 24 tel. 055 2342585 A2 Frilli via dei Fossi 4 tel. 055<br />

210212 F.M. Frittelli Arte Contemporanea via Val Di Marina<br />

15 tel. 055 410153 A2 Galleria Bellini Lungarno Soderini 5 tel.<br />

055 214031 C3 Galleria Corso Tintori Arte corso Tintori 43r tel.<br />

055 2345432 A1 Galleria d’Arte Burgassi via della Scala 8 tel.<br />

055 292975 F.M. Galleria d’Arte Cavour via Cavour 148a tel.<br />

055 2398836 A2 Galleria d’Arte Frediano Farsetti Lungarno<br />

Guicciardini 21/23r tel. 055 210107 www.galleriafredianofarsetti.it <br />

A2 Galleria d’Arte La Stanzina via dei Fossi 51r tel. 055 289826<br />

A3 Galleria d’Arte Ponte Vecchio Borgo San Jacopo 18r tel.<br />

055 214307 B2 Galleria d’Arte Spinetti Chiasso degli Armagnati<br />

2 tel. 055 2396043 C2 Galleria dei Benci via dei Benci 30r<br />

tel. 055 243273 A2 Galleria del Palazzo Palazzo Coveri Lungarno<br />

Guicciardini 19 tel. 055 281044 A2 Galleria For via dei Fossi<br />

45r tel. 055 0946444 A3 Galleria Frascione Arte via Maggio 60r<br />

tel. 055 2399205 info@frascionearte.com F.M. Galleria Frittelli<br />

Arte Contemporanea via Val di Marina 15 tel. 055 410153 info@frittelliarte.it<br />

A2 Galleria Fyr Borgo Albizi 23 tel. 055 2343351<br />

foyer@fyr.it B2 Galleria il Magnifico via dell’Acqua 6r tel. 055<br />

290807 B3 Galleria Mentana piazza Mentana 2/3r tel. 055<br />

211985 A2 Galleria Moretti Palazzo Niccolini piazza Ottaviani 17r<br />

tel. 055 2654277 A3 Galleria Ottoluogo d’Arte via Maggio 13r<br />

tel. 055 288977 A3 Galleria Pananti Casa d’Asta via Maggio<br />

15 tel. 055 2741011 B2 Galleria Pananti via Condotta 27 tel. 055<br />

215786 C2 Galleria Santo Ficara via Ghibellina 164r tel. 055<br />

2340239 C3 Galleria Tornabuoni Arte Lungarno Benvenuto Cellini<br />

13/a tel. 055 6812697 tel. 055 6813360 A2 Gallery Art Hotel<br />

vicolo dell’Oro tel. 055 27263 C2 <strong>Il</strong> Ponte via di Mezzo 42b tel. 055<br />

240617 A3 Ireos via de’ Serragli 3 tel. 055 216907 B2 Ken’S Art<br />

Gallery via Lambertesca 17 tel. 055 2396587 A3 La Corte Arte<br />

41<br />

5<br />

26<br />

27<br />

7<br />

21<br />

C<br />

© APT FIRENZETURISMO<br />

Contemporanea via Coverelli 27r tel. 055 284435 B1 Net Gallery<br />

via Guelfa 63 tel. 055 210081 A3 Pananti Casa D’Aste Palazzo<br />

Ridolfi via Maggio 15 tel. 055 2741011 A2 Pandolfini - Palazzo<br />

Ramirez De Montalvo Borgo Albizi 26 tel. 055 2340888 A2 Parronchi<br />

Dipinti via dei Fossi 18r tel. via dei Fossi 18r A1 Poggiali e<br />

Forconi Project Room via Benedetta 3r tel. 055 287748 F.M. San<br />

Gallo Art Station via Fra’ Giovanni Angelico 5r tel. 055 0517157<br />

F.M.Simultanea Spazi d’Arte via San Zanobi 45r tel. 3313045329<br />

C2 Spagna Michele via Ghibellina 97r tel. 055 292969 F.M. SUN<br />

studio 74 rosso via San Zanobi 74r tel. 055 487246 A3 Tethys<br />

Gallery via Maggio 58r tel. 055 2286064 www.tethysgallery.com B2<br />

Varart via dell’ Oriuolo 47r tel. 055 213827 A2 Via Nuova via del<br />

Porcellana 1r tel. 055 2396468<br />

Gli antiquari<br />

A3 Agliozzo via Maggio 24r tel. 055 2396805 A3 Alberto Boralevi<br />

Palazzo Frescobaldi via Santo Spirito 11 tel. 055 211423 A2<br />

Alessandro Romano Galleria Vespucci Borgo Ognissanti 31r tel.<br />

055 211607 A2 Antichità Bacarelli via dei Fossi 33r tel. 055<br />

215457 A3 Antichità Colao via Santo Spirito 11r tel. 055 2396712<br />

A2 Antichità dei Bardi via dei Fossi 8r tel. 055 215688 A2<br />

Antichità Gonnelli via Del Moro 32/34r tel. 055 2396843 A3 Antichità<br />

La Datina via Maggio 24r tel. 055 284737 A1 Antichità<br />

Marzio A. Coppini via Palazzuolo 33 tel. 055 294270 A3 Antichità<br />

Pino Marletta di A. Marletta piazza San Felice 10r tel.<br />

055 294592 A1 Antichità Pintucci Gabriele via del sole 30r<br />

tel. 328 2150796 F.M. Antichità Pippi via Pacinotti 1r tel. 055<br />

579582 A3 Antichità Piselli Balzano via Maggio 23r tel. 055<br />

2398029 A3 Antichità Sandro Morelli via Maggio 51r tel. 055<br />

282789 A2 Archimede & Lazzerini via Santo Spirito 54r tel. 055<br />

2302291 A2 Art & Libri di Alfredo Lupi via de’ Fossi 32r tel. 055<br />

264186 A3 Art & Studio di G. Capuzzo via Maggio 41r tel. 055<br />

282987 A1 Art Nouveau Di Cerbai Fiorenza via Della Scala 43r<br />

tel. 055 284539 A3 Artstudio Di Cappuzzo Giuliano via Maggio<br />

41r tel. 055 282987 B2 Banchi Davide Antichità via Condotta<br />

11r tel. 055 282765 A3 Bartolozzi Guido Antichità via<br />

Maggio 18r tel. 055 215602 A2 Berti via dei Fossi 15r. tel. 055<br />

283605 A3 Biagiotti Gravili Antichità via Maggio 49r tel. 055<br />

292117 A3 Bona Tondinelli Antichità Studio di Interni via<br />

Maggio 28r tel. 055 2670058 A3 Boralevi Alberto via Santo Spirito<br />

11 tel. 055 211423 A3 Boralevi di Boralevi Daniele e C.<br />

via Maggio 84r tel. 055 281756 A3 Bottega delle Stampe Borgo<br />

San Jacopo 56r tel. 055 295396 A3 Bottega San Felice via<br />

Maggio 39r tel. 055 215479 A3 Botticelli Antichità via Maggio<br />

45r tel. 055 2302095 A3 Camiciotti via Santo Spirito 9r tel. 055<br />

2398072 A3 Campolmi via Maggio 5 tel. 055 295367 A2 Casa<br />

d’Arte Bruschi via dei Fossi 42r tel. 055 280970 F.M. Casa<br />

Wolf via San Giovanni 5r tel. 055 220634 F.M. Cassi via San Niccolò<br />

72r tel. 055 2342401 A3 Centonze via Maggio 72r tel. 055<br />

2654420 A3 Ceri M. Complementi di arredamento via dei<br />

Serragli 30r tel. 055 217978 A2 Chiavacci via Della Spada 41r tel.<br />

055 2398696 A2 Conti Lungarno Guicciardini 11 tel. 055 282353<br />

C2 Donata Patrussi via Palmieri 28/29r tel. 055 290554 A3<br />

Di Clemente via Maggio 19r tel. 055 2396649 A3 Dinolevi via<br />

Maggio 53r tel. 055 212815 A2 Enrico Frascione via dei Fossi<br />

61r tel. 055 294087 A3 Esposito via Maggio 82r tel. 055 289173<br />

A3 Expertise di Cinelli Marzio Romana136/138r, ph +39 055<br />

222364 A2 Fabrizio Guidi Bruscoli via del Porcellana 3 tel. 055<br />

287010 C3 Fattorini Antichità gioielleria via San niccolò 61r-<br />

71r tel. 055 2342674 2342760 A2 Fioretto Borgo Ognissanti 43r.<br />

tel. 055 214927 A3 Fiorini antichità via Maggio 9 tel. 055 284895<br />

F.M. Fortebraccio Borgo la Croce 12r tel. 055 2343882 F.M.<br />

Franco Giorgi Antiquario via dei Serragli 186r tel. 055 225147 <br />

A3 Galleria Antiquaria Chelini A.&C. via Maggio 28 tel. 055<br />

213471 A2 Galleria d’arte La Stanzina via dei Fossi 51r tel. 055<br />

289826 A2 Galleria Guicciardini via Santo Spirito 26r tel. 055<br />

283177 A2 Galleria Lapiccirella Borgo Ognissanti 56r tel. 055<br />

284902 d@lapiccirella.com C2 Galleria Pandolfini Casa<br />

d’Aste Borgo degli Albizi 26 tel. 055 2340888 A3 Galleria Pasti<br />

Bencini via Maggio 26r tel. 055 282384 info@pastibencini.com<br />

A3 Galleria Prever via Maggio 71r tel. 055 212627 A2 Galleria<br />

Ugo Camiciotti via Santo Spirito 26r tel. 055 294837 A3<br />

Gallori Turchi Antichità via Maggio 14r tel. 055 282279 A3 Giaconi<br />

via Maggio 43r tel. 055 213397 A3 Gianfranco Luzzetti<br />

Borgo San Jacopo 28 A A3 Giovanni Pratesi Antiquariovia Maggio<br />

13 tel. 055 2396568 A2 Giulio Frascione via Santo Spirito<br />

19r tel. 055 283784 A2 Gozzini-Palmieri via dei Fossi 41r tel.<br />

055 213508 C2 <strong>Il</strong> Cancello via S. Egidio 37r tel. 055 2341338 <br />

A3 <strong>Il</strong> Cartiglio via Maggio 78r tel. 055 287961 F.M. <strong>Il</strong> Mercante<br />

Antichità di Alberghini Mario via Copernico 39/43 tel. 055<br />

959392 F.M. Linea Spazio Arte Contemporanea via delle Porte<br />

Nuove 10 tel. 055 3249173 www.spaziolinea.org F.M. Maison<br />

Bibelot corso Italia 6 tel. 055 295089 A3 Marino di Luca e Fabio<br />

Vegni antichità e restauro via S. Spirito 8-8r tel. 055 213184<br />

A3 Mariotti. Lampadari artistici. Antichità export via Santo<br />

Spirito 9 tel. 055 283300 A2 Moretti piazza degli Ottaviani 17r<br />

tel. 055 2654277 F.M. Museo Bellini Lungarno Soderini tel. 055<br />

214031 F.M. Ottocento Antichità via Copernico 2a tel. 055<br />

9544866 A2 P. Fattorini Antichità via Dei Fossi 17r tel. 055<br />

2381097 C2 Pandora Decor via Ghibellina 101r tel. 055 264033<br />

A3 Paoletti via Maggio 30r tel. 055 214728 A2 Paolo Romano<br />

Bg. Ognissanti 20 tel. 055 293294 A3 Paolo Stefani via Maggio<br />

8r tel. 055 215473 A2 Parronchi Dipinti ’800-’900 via dei<br />

Fossi 18r tel. 055 215109 A3 Pasti Irene & Bencini Duccio via<br />

Maggio 26r tel. 055 282384 A3 Piacenti Art Gallery Palazzo<br />

Martellini del Turco via Maggio 17r tel. 055 285232 B3 Pier Giacomo<br />

Tozzi Ponte Vecchio 19 tel. 055 283507 A3 Pitti Arte via<br />

Maggio 74r tel. 055 2645193 A3 Pop Art Studio via maggio 41r<br />

tel. 055 282987 A3 Prever Paolo & C. via Maggio 71r tel. 055<br />

212627 A2 Roberto Innocenti di Patrussi Donata e c. via dei<br />

fossi 7b/r tel. 339 5941073 B1 Saletta Gonnelli Mostre di Grafica<br />

Antica e Moderna via Ricasoli 14r tel. 055 216835 A3 San<br />

Giorgio Fine Art via maggio 54 tel. 348 3184444 A2 Sani via Dei<br />

Fossi 49r tel. 055 284284 A2Santa Lucia Antichità Borgo Ognissanti<br />

37/39r tel. 055 2650399 A3 Sel’inart Antiques via Maggio<br />

76r tel. 055 214167 A3 Silvio Varando via Maggio 45r tel. 055<br />

213279 A3 Simone di Clemente Palazzo Cosimo Ridolfi via Maggio<br />

19-21r tel. 055 2396649 A2 Simone Romano Galleria Ottaviani<br />

Borgo Ognissanti 36 tel. 055 2396006 A2 Soldi Antichità<br />

Borgognissanti 2r tel. 055 281862 B3 Teglia Marco e Luca<br />

via Dei Bardi 27r tel. 055 2342721 A3 Tettamanti Antichità Via<br />

Maggio 22r tel. 055 218044 A3 Tornabuoni Arte Arte Antica<br />

via Maggio 40r tel. 055 2670260 A3 Traslucido Via Maggio 9 r<br />

tel. 055 212750 A2 Ugo Poggi via Strozzi 26r tel. 055 216741 <br />

A2 Velona Antichità Via dei Fossi 31r tel. 055 287069 A3 Zecchi<br />

Antichità via Maggio 34r tel. 055 293368

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