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Nuove prospettive per il termalismo del futuro

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apprezzabile nella sua notevole struttura architettonica.<br />

Successivamente ad Abano arriva un’altra famiglia<br />

veneziana: quella dei Mocenigo tra i cui esponenti ci furono<br />

dogi, ambasciatori e gran capitani. Principalmente<br />

durante il XVIII secolo i suoi membri si prodigarono per<br />

bonificare un territorio denominato Guazzi proprio per le<br />

sue frequenti inondazioni, ricavandone terreni che vennero<br />

destinati alla coltivazione della vite del frumento e<br />

del granoturco col quale si faceva la polenta, l’alimento<br />

base della popolazione contadina. i Mocenigo realizzarono<br />

anch’essi una villa, ancor oggi apprezzabile, all’interno<br />

della loro proprietà che comprendeva oltre alle<br />

dimore per i massari e i braccianti, ai magazzini e luoghi<br />

per l’attività agricola anche un’osteria e una fornace<br />

di mattoni situate al cosiddetto ponte della fabbrica.<br />

L’influenza veneziana nel territorio si manifestò anche<br />

nella vicenda legata alla nascita e realizzazione<br />

dell’importante complesso monastico di Monteortone<br />

che sorse nel 1428 in seguito all’apparizione della<br />

Vergine che annunciò la fine di una terribile pestilenza.<br />

La cura del luogo sacro fu affidata ai frati agostiniani<br />

tra i quali ci fu un certo frate Simone da Camerino<br />

uomo di fiducia del doge Francesco Foscari e brillante<br />

diplomatico i cui servigi alla Repubblica procurarono<br />

alla congregazione generose offerte che permisero la<br />

realizzazione del complesso dotato di una chiesa notevolmente<br />

affrescata da pittori di scuola mantegnesca.<br />

L’affermazione dell’Illuminismo e degli interessi “enciclopedici”<br />

per tutti i saperi e in modo particolare per<br />

quelli legati alla natura determinarono nel settecento<br />

una totale riconsiderazione del termalismo dedicandovi<br />

una grande quantità di studi che contribuì a riscoprire<br />

questa pratica terapeutica che anche se non era scomparsa,<br />

era di fatto poco considerata. Si avviò così nella<br />

zona del Montirone, ricca di sorgenti naturali, un’attività<br />

di ristrutturazione edilizia di edifici per bagni realizzando<br />

anche un piccolo oratorio per i malati. La nobile<br />

famiglia padovana dei Dondi dall’Orologio, proprietaria<br />

in Abano di un consistente patrimonio fondiario e di

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