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Nuove prospettive per il termalismo del futuro

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protetti. Tra gli schemi urbani più esemplificativi vanno<br />

ricordati quelli di Montecatini e di Abano, uno dell’ing.<br />

Antonio Capretti del 1787 e l’altro dell’arch. Giuseppe<br />

Jappelli del 1825. Nella prima conformazione urbana di<br />

Montecatini l’importanza della strada regia che collegava<br />

alle Terme Leopoldine è esplicita nel disegno urbano.<br />

Infatti nell’Ottocento intorno a questa spina viaria<br />

si aggiungeranno la chiesa (1833) e la ferrovia (1853).<br />

Fin dall’inizio le località termali sette-ottocentesche<br />

scelgono come criterio il “fuori scala” anticipando un<br />

effetto urbano che giustifica l’appellativo ville d’eaux. Il<br />

primo esempio in Europa è Bath , la città d’acque-museo<br />

che nel 1987 è stata dichiarata d’interesse mondiale.<br />

Progettata da John Wood e suo figlio, viene immaginata<br />

dal padre in un primo momento con una pianta<br />

con un foro reale, un grande circo ginnasio di natura<br />

imperiale. Il figlio li realizza tra il 1750 e il 1770, oltre al<br />

Circus di forma rotonda realizza con una forma semiellittica<br />

il Royal Crescent, una grande piazza che si allarga<br />

in direzione della valle dell’Avon. Un progetto che<br />

sottolinea un forte rapporto tra natura e architettura.<br />

La città d’acque per eccellenza però è in Francia a<br />

Vichy, che nel 1812 Napoleone volle fosse decorata<br />

con fontane e con una passeggiata segnata da filari<br />

di platani e tigli al fine di congiungere Sources<br />

Chomel e Hopital ai bagni distanti 400 metri.<br />

Le decisioni importanti sul termalismo risalgono al<br />

Secondo Impero, nel 1861 Napoleone III introdusse<br />

per decreto tutte le misure per la definizione del complesso<br />

termale di Vichy all’interno di un parco sulle rive<br />

dell’Allier. Questa concezione del luogo termale capace<br />

di coniugare natura e architettura, era già presente nel<br />

disegno dello Jappelli che potrebbe essere considerata<br />

una pianificazione lungimirante. L’architetto sovrapponeva<br />

all’antico impianto settecentesco un enorme parco<br />

all’inglese, all’interno dello stabilimento all’Orologio.<br />

C’è già in questa proposta seppur non realizzata,<br />

la convinzione che l’architettura dovesse fondersi con<br />

la natura, dando vita così ad un progetto globale di cit-

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