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URBS-CIVITAS-THERMAE

Nuove prospettive per il termalismo del futuro

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<strong>URBS</strong>-<strong>CIVITAS</strong>-<strong>THERMAE</strong><br />

nuove prospettive per il termalismo del futuro


EVOLUZIONE DELLA CITTÀ TERMALE NELLA STORIA


CITTÀ TERMALI, IL TERMALISMO<br />

Il culto del benessere nella storia


Aix en Provence fu<br />

fondata nel 123 a.C.<br />

L’ingresso alle terme<br />

da libero accesso agli<br />

800 metri quadrati<br />

dedicati al fitness<br />

con sauna, bagno<br />

turco, idromassaggio<br />

e piscina esterna.<br />

Attraverso le vetrate<br />

e i pavimenti in<br />

vetro si vedono le<br />

vestigia archeologiche<br />

della piscina<br />

romana fatte costruire<br />

da Caïus Sextius.<br />

Napoleone III, contribuì<br />

alla profonda<br />

trasformazione alla<br />

città di Vichy: Allier<br />

dotato di argini, parchi<br />

all’inglese, nuove<br />

direttrici urbane,<br />

edificazione di chalet<br />

e ville residenziali.<br />

Tra il Secondo Impero<br />

e la Belle Epoque,<br />

Vichy conoscerà<br />

il suo apogeo, sia in<br />

termini di frequentazione<br />

che di sviluppo<br />

architettonico.


Il termalismo è un fenomeno millenario che ha interessato<br />

tutta l’Europa e che ancora oggi per la sua valenza<br />

economica interessa il panorama storico economico<br />

europeo e non solo. Inoltre è una tematica sempre più<br />

attuale in quanto la cura del corpo e il culto del benessere<br />

sono ritornati a rappresentare un’esigenza sempre<br />

più presente nel turismo odierno. Per poter al meglio<br />

descrivere il fenomeno bisogna innanzitutto distinguere<br />

le città a struttura e finalità monofunzionale, dai luoghi<br />

del termalismo vero e proprio, Luoghi nei quali l’industria<br />

della salute e del lavoro si affianca ad altre risorse,<br />

come ad esempio, Castellamare, Tivoli, Monticelli.<br />

Dal punto di vista della forma urbana, si possono individuare<br />

diverse morfologie, la città circolare, di cui è un<br />

esempio Aix in Provenza dove la viabilità radiale di ramifica<br />

permettendo una connessione dal centro ad ogni<br />

punto del perimetro urbano, rispondendo così positivamente<br />

alle esigenze di pedonalizzazione. Vi sono inoltre<br />

le città longitudinali, dove il fiume o il rettilineo stradale<br />

diventano i generatori del complesso urbano, ad esempio<br />

Vichy, Vittel, Chianciano e Montecatini. In una vasta<br />

schedatura degli organismi termali, città come Abano<br />

e Montegrotto si distinguono per la loro individualità; la<br />

realtà albergo-stabilimento termale diventano la struttura<br />

portante dell’organizzazione del territorio, creando<br />

delle località in cui tutti i servizi da quelli della cura a<br />

quelli ricreativi e della socialità sono centralizzati. Lo<br />

stabilimento termale diventa così quasi un luogo sacro<br />

per il corpo e per la mente, correlato da simbologie e<br />

gestualità di rito, una sorta di mescolanza tra medicina<br />

e sacralità che storicamente trovano fondamento<br />

nel passato delle terme romane oppure nell’adozione<br />

di tipologie architettoniche analoghe a quelle dei templi<br />

cristiani come a Mont-Dore, Baragge oppure a gallerie,<br />

navate come nel caso di Bad Kissingen. Per sottolineare<br />

che la sacralità riferita a questi luoghi non è<br />

casuale, basta ricordare che la chiesa di Santa Maria<br />

degli Angeli era la sala principale delle terme di Diocleziano.<br />

Alla base della struttura urbanistica dei com-


I resti delle antiche<br />

terme si possono ancora<br />

ammirare all’interno<br />

delle Thermes<br />

du Mont Dore, un<br />

complesso termale<br />

in grado di offrire<br />

un’ampia gamma<br />

di trattamenti curativi.<br />

Le Terme sono<br />

affascinanti e ricordano<br />

un passato di<br />

grande splendore:<br />

costruite tra il 1817<br />

e il 1823 in stile<br />

neo-bizantino, sono<br />

ancor oggi perfettamente<br />

funzionanti.<br />

Le Terme di Diocleziano<br />

(Thermae<br />

Diocletianae), le più<br />

grandi Terme della<br />

Roma antica, si<br />

trovavano tra le attuali<br />

piazza della<br />

Repubblica, piazza<br />

dei Cinquecento,<br />

via Volturno e<br />

via XX Settembre, in<br />

un’ampia area in cui<br />

sono ancora conservati<br />

cospicui resti.


plessi termali sette-ottocenteschi vi è invece la cultura<br />

razionale basata sull’igienismo medico oltre alla moda<br />

della vacanza, infatti le città termali sono le prime città<br />

dedicate allo svago e al benessere contrapposte alle<br />

città del lavoro. Diventano i luoghi della guarigione e<br />

quindi del benessere, della socializzazione e della felicità.<br />

Diventano quindi città taumaturgiche e non solo<br />

per quanto riguarda il benessere fisico ma anche per il<br />

benessere mentale che riescono a donare. Nella realtà<br />

dei Bagni di Montecatini come non ricordare il Teatro<br />

Kursaal, oppure il Kursaal di Abano Terme con casinò<br />

annesso, quale struttura dalle molteplici funzioni tra le<br />

quali il gioco e lo svago mondano, capace di rispondere<br />

a pieno a quella che era la ventata vitalistica da anteporre<br />

alla fase di malattia in questi luoghi. Un aspetto<br />

da evidenziare nella formazione di questi stabilimenti<br />

termali, è che spesso queste città possiedono un “disegno<br />

d’autore”, ossia il progetto originale risale alla volontà<br />

o alla decisione di un sovrano, ad un imprenditore<br />

lungimirante, oppure ad un architetto. Ad esempio il<br />

granduca Pietro Leopoldo per Montecatini, la duchessa<br />

Maria Luigia per Tabiano, Napoleone per Vichy oppure<br />

l’architetto Giuseppe Jappelli per Abano Terme. Di conseguenza<br />

la realtà urbana si forma per una sommatoria<br />

di diverse componenti architettoniche e gli spazi aperti<br />

diventano anch’essi architetture finite. All’inizio si trova<br />

il connubio albergo-stabilimento termale a cui si aggiungono<br />

successivamente altri servizi come nel caso<br />

del Kursaal di Abano Terme, il casinò. Di conseguenza<br />

l’albergo diventa una trasposizione della villa per villeggiatura<br />

sei-settecentesca, inoltre lo stabilimento termale<br />

diventa il primo esempio di fabbrica per il benessere<br />

del corpo che vedrà il suo sviluppo più tardi con gli<br />

sviluppi moderni dell’industria del turismo, scegliendo<br />

come stile quello Neoclassico. Il disegno urbanistico, si<br />

completa con altre strutture quali la chiesa, la piazza<br />

e più tardi con la ferrovia e la stazione. Tra la strutture<br />

architettoniche da ricordare vi sono il porticato e il<br />

colonnato, capaci di fornire percorsi urbani attrezzati e


Nel 1907 il Kursaal<br />

diventa il simbolo<br />

del costume di<br />

una epoca con il suo<br />

stile Liberty. Il teatro<br />

ebbe la sua vera<br />

consacrazione nel<br />

1910 con la rappresentazione<br />

de “ Lo<br />

Sciopero delle Acque<br />

“ di Gioacchino<br />

Forzano, lavoro teatrale<br />

con tematica<br />

sulle Acque Termali.<br />

Bath è una città inglese.<br />

Il suo nome<br />

prende origine dai<br />

bagni romani, in inglese<br />

“bath”. Le sue<br />

terme sono le uniche<br />

terme naturali<br />

del Regno Unito. La<br />

costruzione dell’attuale<br />

centro storico<br />

avvenne nel XVIII secolo,<br />

in stile Georgiano,<br />

per soddisfare il<br />

crescente bisogno di<br />

benessere e comfort<br />

da parte dei visitatori<br />

delle terme.


protetti. Tra gli schemi urbani più esemplificativi vanno<br />

ricordati quelli di Montecatini e di Abano, uno dell’ing.<br />

Antonio Capretti del 1787 e l’altro dell’arch. Giuseppe<br />

Jappelli del 1825. Nella prima conformazione urbana di<br />

Montecatini l’importanza della strada regia che collegava<br />

alle Terme Leopoldine è esplicita nel disegno urbano.<br />

Infatti nell’Ottocento intorno a questa spina viaria<br />

si aggiungeranno la chiesa (1833) e la ferrovia (1853).<br />

Fin dall’inizio le località termali sette-ottocentesche<br />

scelgono come criterio il “fuori scala” anticipando un<br />

effetto urbano che giustifica l’appellativo ville d’eaux. Il<br />

primo esempio in Europa è Bath , la città d’acque-museo<br />

che nel 1987 è stata dichiarata d’interesse mondiale.<br />

Progettata da John Wood e suo figlio, viene immaginata<br />

dal padre in un primo momento con una pianta<br />

con un foro reale, un grande circo ginnasio di natura<br />

imperiale. Il figlio li realizza tra il 1750 e il 1770, oltre al<br />

Circus di forma rotonda realizza con una forma semiellittica<br />

il Royal Crescent, una grande piazza che si allarga<br />

in direzione della valle dell’Avon. Un progetto che<br />

sottolinea un forte rapporto tra natura e architettura.<br />

La città d’acque per eccellenza però è in Francia a<br />

Vichy, che nel 1812 Napoleone volle fosse decorata<br />

con fontane e con una passeggiata segnata da filari<br />

di platani e tigli al fine di congiungere Sources<br />

Chomel e Hopital ai bagni distanti 400 metri.<br />

Le decisioni importanti sul termalismo risalgono al<br />

Secondo Impero, nel 1861 Napoleone III introdusse<br />

per decreto tutte le misure per la definizione del complesso<br />

termale di Vichy all’interno di un parco sulle rive<br />

dell’Allier. Questa concezione del luogo termale capace<br />

di coniugare natura e architettura, era già presente nel<br />

disegno dello Jappelli che potrebbe essere considerata<br />

una pianificazione lungimirante. L’architetto sovrapponeva<br />

all’antico impianto settecentesco un enorme parco<br />

all’inglese, all’interno dello stabilimento all’Orologio.<br />

C’è già in questa proposta seppur non realizzata,<br />

la convinzione che l’architettura dovesse fondersi con<br />

la natura, dando vita così ad un progetto globale di cit-


In Boemia il triangolo<br />

formato da Karlovy<br />

Vary, Františkovy<br />

Lázne e Marienbad,<br />

si trova in una vasta<br />

area termale.<br />

Nei suoi dintorni si<br />

trovano circa 160<br />

sorgenti termali,<br />

e circa 50 sono<br />

nella città stessa.<br />

Il centro di questa<br />

cittadina è costellato<br />

di sfarzose casette<br />

a schiera e pomposi<br />

edifici ottocenteschi.<br />

Il turismo curativo<br />

e ricreativo, che<br />

raggiungerà il suo<br />

culmine nel primo<br />

decennio del XX<br />

secolo, venne sostenuto<br />

dalla rete<br />

ferroviaria, come<br />

ad esempio la linea<br />

dell’acqua in francia<br />

“Train des eaux”,che<br />

consentiva a<br />

migliaia di persone<br />

di raggiungere la destinazione<br />

di cura, in<br />

cui natura e architettura<br />

si fondevano<br />

in modo armonioso.


tà termale. Infatti per tutto l’Ottocento e il Novecento<br />

le città termali si svilupparono attraverso il connettivo<br />

del verde,la presenza inoltre dell’elemento acquatico,<br />

attraverso fontane enfatiche, nelle trinkhalle o buvettes<br />

rappresentavano l’altro elemento cardine, l’acqua e il<br />

passaggio dei fiumi adiacente agli stabilimenti contribuiva<br />

ad accrescere il significato pittorico del paesaggio<br />

composto. Città che vivano continuamente la contrapposizione<br />

tra agreste e urbanizzato. Ad esempio in Boemia<br />

Marienbad che nel 1817 aveva già un progetto di<br />

città giardino, con la natura che prevale sul costruito.<br />

Baden Baden è un esempio di città termale aperta, infatti<br />

il costruito si sfuma all’interno della foresta Nera<br />

con un passaggio naturale tra verde progettato e natura<br />

selvatica. Tutto corredato da percorsi che attraversano<br />

città e natura selvaggia permettendo al visitatore<br />

di passeggiare per ore in un continuum urbano. I grandi<br />

investimenti effettuati in Francia nelle città termali<br />

come nel resto d’Europa risalgono al 1870-80 con lo svilupparsi<br />

delle reti viarie e delle ferrovie. In Francia tra il<br />

1890 e il 1915 il grande sviluppo delle città termali è riscontrabile<br />

anche attraverso l’elevata frequenza di treni<br />

come l’Express des Pyrenes e le Train des eaux. Nella<br />

Gazette des Eaux il 15 settembre 1881, viene descritta la<br />

città d’acqua ideale, dando così inizio alla fase dei pergolati,<br />

delle gallerie metalliche e al gusto Art Nouveau,<br />

prevalgono un gusto esotico e lussureggiante da paesi<br />

caldi. È la moda del colonialismo che si sovrappone a<br />

quella del Secondo Impero, allo stile Charles Garnier<br />

oltre che al recupero dello stile pompeiano. Una ricerca<br />

di nuovi materiali, ad esempio la ghisa, dando vita ad<br />

una nuova architettura e urbanistica con diverse denominazioni<br />

dall’Art Nouveau, Liberty allo Jugendstil ben<br />

rappresentativi della nuova classe borghese. Influente<br />

è la lezione della Wagnerschule che oltre a progettare<br />

edifici si concentra su piani articolati e complessi<br />

termali con ispirazione esoterica. La cittadella ideale<br />

a sfondo simbolico di Otto Wytrlik sottolinea come in<br />

mitteleuropa prevalgano ingredienti architettonici lai-


Il Palazzo delle Terme<br />

Berzieri, simbolo<br />

del termalismo<br />

europeo è stato dedicato<br />

al medico<br />

Lorenzo Berzieri, il<br />

primo che fece uno<br />

studio sistematico<br />

sulle proprietà terapeutiche<br />

delle acque<br />

salsobromojodiche.<br />

Fu ideato all’inizio<br />

del 1900 nella stessa<br />

area delle saline<br />

farnesiane, che<br />

ospitarono il vecchio<br />

stabilimento di<br />

cure datato 1860.<br />

Nel 1940 a Chianciano<br />

le terme divennero<br />

demaniali; fu<br />

progettato un nuovo<br />

piano regolatore<br />

(architetti Loreti e<br />

Marchi dei quali è<br />

anche il disegno del<br />

“Salone delle Feste”<br />

e del Salone di<br />

mescita nel parco<br />

Acqua Santa) che è<br />

stato poi modificato<br />

nel 1958 dall’Ufficio<br />

Tecnico Comunale<br />

di Chianciano ed<br />

approvato nel 1961.


ci, simbolismi floreali, elementi naturali antropomorfizzati.<br />

Una moda che arriva in Italia e il palazzo delle<br />

Terme Berzieri di Salsomaggiore ne è un esempio.<br />

Elementi come portici, colonnati, cupole che rivestono<br />

le fonti e templi diventano consueti oltre alle intitolazioni<br />

a divinità pagane di monumenti ad esempio Igiea ed<br />

Esculapio. Il monumentalismo diventa così un elemento<br />

determinante della città termale che determina la qualità<br />

urbana. Ad esempio a Salsomaggiore il parco circolare<br />

Regina Margherita disegnato da Giuseppe Roda<br />

nel 1912. Nel 1900 l’industria del turismo che occupa un<br />

posto rilevante nella politica del fascismo, investe grandi<br />

capitali per la valorizzazione dei luoghi termali. Ne<br />

conseguì che nel 1929 Salsomaggiore e nel 1932 Montecatini<br />

ottengono il riconoscimento di città. Nell’ambito<br />

della pianificazione si inserì la legge del 15 aprile<br />

del 1926 n.765 riconoscendo che i comuni, le borgate<br />

e le frazioni “ai quali conferiva importanza essenziale<br />

nell’economia locale il concorso dei forestieri in tutte o<br />

in alcune stagioni dell’anno” erano da considerare stazioni<br />

di cura, di soggiorno o di turismo. A queste località<br />

in base all’art. 20 s’imponeva l’elaborazione di piani regolatori<br />

anche nel caso in cui la popolazione non fosse<br />

di diecimila abitanti. Il piano era da attuare ai sensi<br />

e per l’effetto della legge del 25 giugno 1865; inoltre i<br />

comuni, potevano avvalersi per opere di miglioramento,<br />

delle disposizioni risalenti alla legge per il risanamento<br />

di Napoli del 15 gennaio 1885. Negli anni venti grandi<br />

investimenti si accompagnano alla ristrutturazione<br />

dei complessi termali, ad esempio a Chianciano la zona<br />

termale ormai sopravanzava quella del centro storico.<br />

Il termalismo aveva bisogno di elevati investimenti e la<br />

demanializzazione emblematica, anche in altri settori in<br />

risposta alla politica economica del regime. Inoltre lo<br />

Stato impose lo sviluppo e la promozione termale nello<br />

spirito della specializzazione curativa anticipando lo sviluppo<br />

di tale settore. Infatti la prima proposta di legge<br />

che garantiva l’assistenza termale ai lavoratori parastatali<br />

risale al 1939. Nelle aziende di Stato si inserì an-


Giuseppe Samonà<br />

agli inizi degli anni<br />

Settanta riceve l’incarico<br />

dall’amministrazione<br />

comunale<br />

di Sciacca della redazione<br />

di un piano<br />

di sistemazione urbanistica<br />

delle zone<br />

termali e dell’area<br />

di Cammordino,<br />

nell’ambito della<br />

quale si prevedono<br />

la realizzazione di<br />

strutture alberghiere<br />

e per il tempo libero<br />

e di un teatro.<br />

Aix le Bains fu una<br />

delle città principali<br />

dell’antica provincia<br />

di Savoia. Vi si<br />

conserva un grande<br />

stabilimento termale<br />

che sfruttava le<br />

sorgenti calde. Nel<br />

cuore storico sono<br />

ancora visibili i lussuosi<br />

alberghi di un<br />

tempo: lo Splendide,<br />

il Royal e il Bernascon.<br />

Notevole il fastoso<br />

Casino Grand<br />

Cercle, che ospita<br />

un teatro romantico<br />

alla francese.


che Castrocaro la prediletta di Mussolini, per anni questa<br />

città termale si trovò al centro di relazioni politiche<br />

internazionali e si trasformò in una sorta di foresteria<br />

di lusso per gli ospiti del Duce. Negli ultimi decenni le<br />

città termali a fronte di un’espansione edilizia quantitativa<br />

e incontrollata, hanno scelto per l’adeguamento<br />

delle strutture termali professionisti di chiara fama.<br />

Vittoriano Viganò a Salsomaggiore, Pier Luigi Nervi a<br />

Chianciano, Luigi Moretti a Fiuggi oltre alle terme Zoja<br />

di Franco Albini, sottolineano la svolta verso un termalismo<br />

assistenziale tra gli anni cinquanta e sessanta. Con<br />

un piano particolareggiato per Sciacca Terme, Giuseppe<br />

e Alberto Samonà tentarono di riformulare un codice<br />

urbanistico adeguato alla specificità del luogo di cura.<br />

Anche in Francia vi furono massicci interventi di ristrutturazione<br />

dei complessi termali dopo la crisi del 1976.<br />

Ma soprattutto in Germania che negli anni Ottanta si<br />

sperimenta in chiave postmoderna la più recente progettazione<br />

termale, come ad esempio ad Aalen o a Baden<br />

Baden. In Francia l’industria del termalismo si avvale<br />

di 140 stabilimenti ripartiti in 40 dipartimenti e non<br />

tutti con lo stesso ordinamento giuridico. Ne conseguì<br />

una mancanza di coesione sia sul piano della ricerca<br />

scientifica che sul piano degli investimenti e delle promozioni.<br />

A Vichy ad esempio la decadenza termale è stata<br />

compensata da altri turismi a carattere congressuale,<br />

sportivo e culturale. Il numero dei curisti calcolato in<br />

29.000 nel 1958, è sceso a 13.000 nel 1983, assestandosi<br />

a 12.784 nel 1991 e 13.999 nel 1992. La maggior affluenza<br />

dei curisti francesi si riscontra ad Aix le Bains. Aix le<br />

Bains vantava 45.321 unità nel 1991 e 44.135 nel 1992.<br />

La stessa città ne vantava 47.00 già nel 1978. Si può concludere<br />

che le villes d’eaux francesi sono polivalenti in<br />

quanto accumulano diversi tipologie e flussi turistici. In<br />

Germania la cura non è limitata alla sola rimessa in forma<br />

degli utenti, infatti riconoscendo i benefici dell’ambiente<br />

esterno questo viene quindi progettato e regolamentato.<br />

Ecco perché questi centri termali mantengono<br />

una connotazione architettonica, urbana e ambientale


I Romani la chiamarono<br />

la città “Aquae<br />

Aurelie”. Baden-Baden,<br />

piena di parchi<br />

e giardini invita<br />

il visitatore a delle<br />

piacevoli passeggiate.<br />

Particolarmente<br />

amata dai russi nel<br />

passato ancora oggi<br />

questi, costituiscono<br />

con 30-40.000 visitatori<br />

all’anno, una<br />

delle fonti di entrata<br />

più cospicue per i negozianti<br />

della città.<br />

Wiesbaden è nota<br />

per essere una delle<br />

più antiche città termali<br />

d’Europa, con<br />

26 sorgenti termali<br />

calde ed una fredda.<br />

Alla fine dell’Ottocento<br />

risalgono<br />

alcuni quartieri residenziali,<br />

ai quali si<br />

sono aggiunti numerosi<br />

edifici pubblici<br />

come il palazzo delle<br />

terme (Kurhaus)<br />

con annesso parco,<br />

il teatro di Stato<br />

dell’Assia, la chiesa<br />

Marktkirche, ecc.


di elevata qualità. Avvalendosi di diversi alternativi da<br />

proporre dalla cultura all’enogastronomia. Negli anni<br />

Ottanta sono stati creati in Germania nuovi quartieri<br />

termali correlati da verde, parchi e questi stabilimenti<br />

si riuniscono in uno stabilimento, un ospedale termale,<br />

case di cura e cliniche con servizi di cura paratermali.<br />

Nei grandi centri come Baden Baden e Wiesbaden questi<br />

quartieri sono rimasti marginali, un satellite della<br />

città. Altri sono sorti più o meno recentemente come<br />

Limen ad Aalen in precedenza a vocazione agricolo mineraria<br />

e che invece ha avuto maggior successo con gli<br />

investimenti rivolti al termalismo. Una città modello è<br />

Baden Baden, al più alto livello di classificazione, che<br />

fino dal 1958, a seguito di un calo delle presenze ha rivisto<br />

il suo programma di pianificazione a lungo termine.<br />

Essendo il suo impianto urbano lineare e costretto<br />

all’interno di una valle, il problema del traffico è stato al<br />

centro di uno studio specifico. Si è adottato un sistema<br />

di percorsi periferici, di posteggi sotterranei e di lunghe<br />

gallerie per salvaguardare l’ambiente. Altro punto<br />

di forza di questa cittadina termale è stato il restauro<br />

del centro storico sia quello di origine medioevale che<br />

quello Novecentesco. Inoltre propone una infinita lista<br />

di attività collaterali alla cura e al benessere come mostre,<br />

eventi musicali e casinò dai quali riesce a ricavare<br />

introiti. In conclusione anche per le nostre città termali<br />

ciò che vale è una ricerca di salubrità non solo atmosferica<br />

ma anche del segno, città belle, modelli di ambiente<br />

ecologicamente preservato ed esteticamente incisivo.<br />

Il “bello” è terapeutico e dunque nostro dovere ricercare<br />

tale bellezza nelle nostre città e nel nostro modo di amministrarle,<br />

ancora di più se questi centri urbani hanno<br />

come peculiarità quella di curare e dare benessere alle<br />

persone, siano esse residenti o turisti. Effettuando una<br />

riqualificazione del patrimonio esistente, fornendo nuove<br />

peculiarità e punti cardine che fungano da poli attrattori<br />

per nuovi flussi turistici. Città capaci di trasformarsi<br />

dinamicamente a seconda delle richieste del pubblico.<br />

Creando eventi culturali e turistici, valorizzando e non


La città di oggi se<br />

vuole essere competitiva<br />

deve avere<br />

mordente di carattere<br />

internazionale,<br />

attraendo anche<br />

quei flussi extraterritoriali<br />

con una offerta<br />

flessibile che<br />

si adatti agli usi più<br />

richiesti. Il dinamismo<br />

che si richiede<br />

oggi alle città, è<br />

rappresentato da un<br />

impegno culturale<br />

non indifferente, ed<br />

una attenzione al<br />

panorama globale.<br />

La città della salute<br />

, sarà metà per chi<br />

si vuole curarsi e<br />

chi vuole stazionare<br />

in un ambiente più<br />

vicino all’uomo. Coltivando<br />

arte, benessere<br />

e cultura. Non<br />

si intende solo salute<br />

fisica ma anche<br />

mentale. Riapprendere<br />

quei ritmi di<br />

vita che sono propri<br />

dell’uomo. Trovare il<br />

modo di reimparare a<br />

vivere la propria vita.


solo conservando staticamente l’esistente. In un’ottica<br />

propositiva ed economicamente competitiva. La città<br />

della salute, non può non tenere conto di questi aspetti<br />

che contribuiscono a creare ambienti coinvolgenti e vivi.


LE CITTÀ TERMALI STORICHE ITALIANE


SALSOMAGGIORE TERME,<br />

PARMA<br />

ABANO TERME E MONTEGROTTO<br />

TERME, PADOVA<br />

MONTICELLI TERME, PARMA<br />

CASTROCARO TERME, FORLÌ-CESENA<br />

BAGNO DI ROMANGNA, FORLÌ-CESENA<br />

MONTECATINI TERME, PISTOIA<br />

CHIANCIANO TERME, SIENA<br />

TIVOLI,<br />

ROMA<br />

FIUGGI, FROSINONE<br />

CASTELLAMMARE DI STABIA,<br />

NAPOLI


Le pagine seguenti sono composte da elaborati fatti a<br />

seguito di uno studio basato sulla lettura delle cartografie,<br />

si può concludere che non si può parlare di un’unica<br />

tipologia di città termale, per i comuni osservati si<br />

può affermare viceversa vi siano delle tipologie ricorrenti<br />

fra le diverse città che possono essere riassunte<br />

nelle classificazioni seguenti indicatori dell’organizzazione<br />

dell’offerta termale di ogni comune. È possibile<br />

osservare relazioni morfologico-funzionali ricorrenti<br />

tra le città prese in esame e il territorio che le circonda,<br />

oltre alle relazioni che vi sono tra le differenti parti<br />

che compongono la città termale stessa: le residenze,<br />

gli alberghi, l’impianto termale, le aree commerciali,<br />

le infrastrutture principali. Di conseguenza è possibile<br />

riscontrare delle modalità insediative tipiche, che<br />

sono state determinate dalle relazioni tra i componenti<br />

precedentemente citati, i manufatti urbani, gli usi della<br />

città termale e il territorio. Basandosi su alcune riflessioni<br />

fatte sulle città termali in passato, attraverso libri<br />

e pubblicazioni oltre ad una nostra personale interpretazione<br />

della realtà termale stessa e della sua composizione,<br />

siamo giunti a considerare principalmente<br />

quattro tipologie di città termale ricorrenti: le terme e il<br />

verde, le terme e i confini, le terme e le isole, le terme<br />

e il recupero. Le tipologie che andremo ad analizzare<br />

prendono in esame; l’organizzazione della città termale,<br />

il funzionamento e la morfologia insediativa sia<br />

dell’edificato che delle strutture alberghiere oltre alla<br />

distribuzione sull’area termale e il rapporto con le fonti<br />

termali stesse. Seguiranno delle pagine composte da<br />

tavole confrontabili che evidenziano i caratteri di somiglianza<br />

e differenza tra i diversi comuni presi in esame.


LE TERME CHE SI ISOLANO DALLA CITTÀ<br />

Abano, Montegrotto<br />

LE TERME CHE RECUPERANO LA CITTÀ<br />

Bagno di Romangna<br />

LE TERME E IL VERDE SONO LA CITTÀ<br />

Fiuggi, Chianciano, Montecatini, Salsomaggiore<br />

LE TERME CONFINATE DALLA CITTÀ<br />

Tivoli, Monticelli, Castrocaro, Castellamare di Stabia


ABANO TERME<br />

21,57 Kmq


Queste due realtà termali sono caratterizzate da una<br />

tipologia di strutture ricettive che in linguaggio tecnico<br />

vengono definite “a isola”. Per definire meglio il termine<br />

bisogna spiegare come è strutturato tecnicamente;<br />

l’albergo si insedia all’interno di un lotto di grandi dimensioni,<br />

all’interno del quale si trovano: parcheggi,<br />

parco e attrezzature termali, attrezzature sportive, di<br />

conseguenza la struttura ricettiva non ha alcun rapporto<br />

con lo spazio esterno pubblico e di conseguenza<br />

collettivo. Di conseguenza la permanenza dell’ospite<br />

è pensata in queste realtà per essere trascorsa integralmente<br />

all’interno della struttura alberghiera. Questa<br />

tipologia insediativa non ha permesso la presenza<br />

di elementi che strutturino la città, in queste città la<br />

struttura urbana è caratterizzata da un’omogeneità<br />

di massima. Abano e Montegrotto si differenziano<br />

però nel rapporto tra le aree alberghiere e quelle residenziali.<br />

Ad Abano l’area degli alberghi è separata<br />

da quella residenziale, inoltre la crescita degli alberghi<br />

ha portato ad una incrementale espulsione della<br />

residenza. Ne consegue l’immagine odierna di Abano<br />

dove i servizi principali sono collocati nel centro della<br />

città oltre alla maggior parte degli alberghi, viceversa<br />

se non con alcune eccezioni la residenza è per lo più<br />

all’esterno del centro. A Montegrotto viceversa i lotti<br />

degli alberghi sono intervallati da aree residenziali<br />

ed aree in procinto di essere edificate. In conclusione<br />

per entrambe le città vale la conclusione che questo<br />

sviluppo a pezzi e con la componente forte degli alberghi<br />

a isola, ha fatto sì che i luoghi della centralità<br />

e collettività diventassero, viali, percorsi o strade.


MONTEGROTTO TERME<br />

15,25 Kmq


BAGNO DI ROMAGNA<br />

233,44 Kmq


Il centro della cittadina di Bagno di Romagna è situata<br />

su di una terrazza fluviale, formatasi dopo gli spostamenti<br />

del letto del fiume Savio, in una valle racchiusa<br />

tra rilievi montuosi. La difficile possibilità di espansione,<br />

a causa della condizione morfologico-orografica,<br />

ha fatto sì che lo sviluppo del centro alberghiero sia<br />

avvenuto attraverso un recupero del patrimonio edilizio<br />

situato nel centro storico. Le strutture termali e<br />

ricettive sono situate all’interno degli edifici preesistenti<br />

situati nell’antico borgo. In questa realtà troviamo<br />

invertito il rapporto tra strutture ricettive, verde<br />

e città. Qui è il sistema dell’edificato a stabilire i luoghi<br />

e le modalità delle relazioni con lo spazio aperto.


CHIANCIANO TERME<br />

36,52 Kmq


L’aspetto preponderante in queste città è che il nucleo<br />

termale si forma e si organizza, all’interno del<br />

centro urbano, in una zona ben riconoscibile ed evidenziata<br />

dal verde e dal trattamento a parco che la<br />

contraddistinguono. Il rapporto tra il verde e la città<br />

è importante in quanto è la via prescelta per l’organizzazione<br />

e il funzionamento tra le differenti parti<br />

di città. Il verde (parchi, viali, porticati, piazze etc.) è<br />

pensato e basato su un progetto a lungo periodo, in<br />

questo modo il verde e i suoi elementi, hanno il tempo<br />

per poter entrare in relazione con le parti di città, se<br />

non con la città stessa (come nel caso di Salsomaggiore).<br />

Il ruolo assunto dal verde, dal parco o da elementi<br />

analoghi assume una duplice funzione; quella<br />

di organizzare lo spazio e agevolare le relazioni urbane<br />

connettendo tutta la città. Il progetto di queste<br />

città è improntato sull’antica tradizione termale, per<br />

la quale la città di cura era anche il luogo dello star<br />

bene, a contatto con la natura, una città che esprimesse<br />

qualità e benessere per il corpo e lo spirito.


FIUGGI<br />

33,06 Kmq


MONTECATINI TERME<br />

17,66 Kmq


SALSOMAGGIORE TERME<br />

81,68 Kmq


CASTELLAMMARE DI STABIA<br />

17,71 Kmq


L’insediamento termale in questi casi, si costituisce<br />

come un’area racchiusa da un confine, all’interno del<br />

quale sono racchiuse tutte le funzioni relative alla cura<br />

e al benessere del fruitore. Tra questi si riscontrano;<br />

i luoghi della cura, del passeggio, gli spazi collettivi<br />

per la condivisione, la strutture ricettiva stessa. L’unico<br />

momento in cui la città entra a contatto con il centro<br />

termale è “l’ingresso”. Ad esempio il caso di Castellamare<br />

di Stabia è identificativo di ciò, e sorgenti<br />

di acqua termale sono ventotto localizzate nel raggio<br />

di cinquecento metri l’una dall’altra nel sito delle terme<br />

antiche sulla parte che affaccia al mare lontane<br />

dal centro urbano. Viceversa le nuove terme risalenti<br />

agli anni cinquanta, sono localizzate a ridosso del<br />

centro urbano, ne consegue che se le terme più antiche<br />

non hanno nessun rapporto con la città, quelle<br />

più recenti sono parte integrante della struttura urbana.<br />

Quest’ultime ben rispondono alle esigenze di<br />

cura da parte dei curanti anche quelli pendolari. Altro<br />

caso significativo di come alcune realtà termali<br />

siano confinate e racchiuse all’interno di un recinto è<br />

quello di Monticelli area termale del comune di Montechiarugolo,<br />

un’area prevalentemente agricola nella<br />

quale Monticellied all’interno del suo confine contiene<br />

le strutture ricettive. L’essere confinate per queste<br />

realtà non ha un significato solo materiale ma anche<br />

economico, come insegna quest’ultimo esempio<br />

di città l’economia non ha come aspetto principale il<br />

termalismo e questo può rappresentare un confine.


CASTROCARO TERME<br />

38,92 Kmq


MONTICELLI TERME<br />

48,01 Kmq


TIVOLI<br />

68,50 Kmq


TERME CONTEMPORANEE


LE HAVRE, FRANCIA<br />

AMÉLIE-LES-BAINS<br />

PALALDA<br />

RIGI KALTBAD, SVIZZERA<br />

VALS, SVIZZERA<br />

MERANO, ITALIA<br />

SALONICCO,<br />

GRECIA


RIGI KALTBAD2012<br />

MARIO BOTTA


Un ambiente naturale,<br />

nel quale ha<br />

saputo adattarsi l’idea<br />

di un progetto<br />

innovativo. In stretta<br />

relazione sia con<br />

il contesto naturale<br />

che con la piccola<br />

realtà cittadina di<br />

Rigi Kaltbad. Lo spazio<br />

diviso in due parti<br />

collegate tra loro: la<br />

prima è la piazza del<br />

paese e i nuovi bagni<br />

e la spa posizionati<br />

sotto di essa. La<br />

nuova piazza viene<br />

presentata come un<br />

“giardino minerale”<br />

sulla quale si aprono<br />

otto lucernari, che durante<br />

il giorno riflettono<br />

la luce all’interno<br />

degli spazi del centro<br />

termale sottostante.<br />

La principale ispirazione<br />

è quella della pietra<br />

come, che dona all’acqua<br />

proprietà curative.<br />

Una miscela di storia e<br />

innovazione capaci di<br />

dare nuovi significati al<br />

sito termale e rendere<br />

più accattivante l’’offerta<br />

termale stessa.


VALS1991-1996<br />

PETER ZUMTHOR


L’esatta origine dei<br />

bagni di Vals non è<br />

conosciuta, ciò che è<br />

certo è che i materiali<br />

ceramici presenti<br />

in situ risalgono alla<br />

cultura Crestaula<br />

(1500 - 1300 a.C.).<br />

Nel 1991 l’architetto<br />

Peter Zumthor<br />

ha realizzato il progetto<br />

che ha fatto di<br />

Vals un esempio per<br />

l’architettura termale<br />

di tutto il mondo.<br />

Le terme di Vals<br />

definiscono “nuove”<br />

situazioni che riguardano<br />

la corporeità<br />

ed il coinvolgimento<br />

dei sensi. L’architetto<br />

stesso afferma che:<br />

“...i visitatori avvertono<br />

il significato degli<br />

edifici e sperimentano<br />

e percepiscono molte<br />

sensazioni muovendosi<br />

entro gli spazi<br />

in cui è racchiuso un<br />

progetto. Il pubblico<br />

osserva gli ambienti<br />

e ha la sensazione<br />

di conoscerli già ma<br />

di non averli mai visti<br />

in questo modo...”.


AMÉLIE-LES-BAINS2014<br />

FRANCISCO MANGADO


La proposta di ristrutturazione<br />

del<br />

Centro thermoludique<br />

di Amélieles-Bains-Palalda-Montalba<br />

sovrappone una nuova<br />

costruzione, più<br />

leggera di superfici e<br />

volumi di vetro luce<br />

sulle solide pareti<br />

in muratura di contenimento<br />

del complesso<br />

esistente. “Il<br />

punto di partenza<br />

del nostro intervento”,<br />

spiega il brief di<br />

progetto, “è quello<br />

di cercare di rispettare<br />

la vecchia costruzione<br />

dell’ospedale termico<br />

in tutto ciò che<br />

è di natura massiccia<br />

e permanente”…”In<br />

termini concettuali gli<br />

sforzi di progetto hanno<br />

visto la creazione<br />

di un complesso integrato<br />

di cui un’interpretazione<br />

di tempo,<br />

di diversi periodi di<br />

tempo, è facilmente<br />

riconoscibile attraverso<br />

le forme architettoniche<br />

e materiali.


SALONICCO2013<br />

NOT A NUMBER ARCHITECTS


Il progetto rappresenta<br />

l’idea per un<br />

bagno pubblico sotterraneo<br />

posizionato<br />

al di sotto una piazza<br />

urbana. La vista non<br />

viene frenata dalla<br />

pavimentazione<br />

in quanto il soffitto<br />

vetrato permette di<br />

osservare il sottosuolo.<br />

La proposta<br />

mira a ristabilire la<br />

cultura di lunga durata<br />

di Salonicco di<br />

bagni pubblici come<br />

forma di spazio per<br />

la collettività e socialità.<br />

Terme romane,<br />

bagni bizantini e turchi<br />

ottomani sono ancora<br />

evidenti nel tessuto<br />

urbano, una serie di<br />

archi invertiti e cupole<br />

organizzano lo spazio<br />

come un insieme quasi<br />

labirintico formato da<br />

piscine interconnesse<br />

per i diversi trattamenti<br />

curativi. La sala<br />

principale ha la funzione<br />

di preparare il<br />

visitatore per un’esperienza<br />

cerimoniale di<br />

benessere del corpo.


LE HAVRE 2006-2008<br />

JEAN NOUVEL


Un’architettura monocroma<br />

e monomaterica,<br />

influenzata<br />

dalle terme romane.<br />

L’impianto del complesso<br />

viene scoperto<br />

progressivamente<br />

attraverso la temperatura<br />

dell’acqua<br />

e il sapiente uso<br />

della luce zenitale<br />

che filtra all’interno.<br />

L’ingresso, scavato,<br />

introduce il visitatore<br />

all’interno di un ambiente<br />

che mescola<br />

diverse tipologie di<br />

linguaggio tra l’immagine<br />

della cittadina<br />

di Le Havre, con i suoi<br />

colori e lo spazio bianco.<br />

Un solo ambiente si<br />

distacca dal bianco attraverso<br />

un’esplosione<br />

cromatica: questa<br />

stanza, scavata all’interno<br />

di un volume<br />

adiacente ad una delle<br />

vasche principali, è dedicata<br />

ai bambini. Un<br />

luogo elegante, esternamente<br />

imponente<br />

e scuro, ma internamente<br />

dotato di una<br />

complessità pensata.


MERANO2005<br />

MATTEO THUN


Un cubo trasparente,<br />

un dialogo tra<br />

città e campagna,<br />

un collegamento<br />

fluido tra acqua e<br />

montagna, ospita le<br />

Terme di Merano.<br />

Il progetto cattura<br />

la bellezza dell’ambiente:<br />

il “paesaggio<br />

artificiale” delle<br />

terme assomiglia al<br />

paesaggio naturale<br />

di montagna circostante.<br />

Materiali<br />

naturali non trattati:<br />

legno, granito, inducono<br />

una esperienza<br />

tattile e sensoriale indisturbato<br />

dalla tecnologia,<br />

che è presente<br />

ma invisibile. Con un<br />

totale di venticinque<br />

piscine e otto saune, il<br />

centro termale di Merano<br />

utilizza moderne<br />

tecniche ambientali finalizzate<br />

al risparmio<br />

energetico e idrico. Un<br />

impianto di cogenerazione<br />

produce energia<br />

elettrica utilizzando il<br />

calore residuo prodotto<br />

per il riscaldamento<br />

del bagno termale.


STORIA DI ABANO TERME


PA DOV APADO<br />

VAPA DOVAPADOVAPADOVA P<br />

ADOVAPA DOVAPADOVAPADOVAPAD OV APAD<br />

OVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVA<br />

PADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPA<br />

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APADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADO V<br />

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APADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADO VAP ADOV APADOVAP<br />

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DOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVA<br />

PADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPAD<br />

OVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVA<br />

PADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADO<br />

VAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAP<br />

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OVAPADOVAPADOVAPADOVAP ADOVAPADOVAPADOVAPADO VAPADOVAPADOVAP<br />

ABA NOABAN<br />

ADOVAPADOVAPADOVAPADO VAPADOVAPADOVAPADOVAP ADO V APADOV<br />

OABANOABANOABANOA<br />

APADOVAPADOVAPADOV APADOVAPADOVAPADOVAPADOV A PADOVA<br />

BANOABANOABANOABANOA<br />

PADOVAPADOVAPADOVA PADOVAPADOVAPADOVAPAD OVA<br />

BANOABANOABANOABANOA<br />

PADOVAPADOVAPA<br />

DOVAPADOVAPADOVA<br />

BANOABANOABANOABANOABAN<br />

PADOVAPADOV<br />

APADOVAPADOVAPA<br />

OABANOABANOABANOABANOABANO<br />

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DOVAPADOVAPADOV<br />

ABANOABANOABANOABANOABANOABANOA<br />

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BANOABANOABANOABANOABANOABANOABA<br />

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GROTTOMONTEGROTTOMONTEGR<br />

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TOMONTEGROTTOMONTE<br />

GROTT O MO<br />

NTEG<br />

R<br />

OTT<br />

O


Proprio il termine<br />

Aponus indicava anticamente<br />

il territorio<br />

nord-orientale dei<br />

Colli Euganei, quello<br />

che corrisponde agli<br />

attuali Comuni di<br />

Abano, Montegotto<br />

e Battaglia Terme.<br />

Sin dal VII° secolo<br />

a.C. si narra delle<br />

salutari polle sorgive<br />

che acquistando<br />

sempre più fama<br />

fino agli splendori<br />

dell’età romana,<br />

hanno segnato il successo<br />

di queste zone.<br />

Le acque in profondità<br />

raggiungono una<br />

temperatura elevata.<br />

Dopo una permanenza<br />

in profondità<br />

di non meno di 60<br />

anni, le acque meteoriche<br />

divenute ormai<br />

acque termali,<br />

trovano a ridosso dei<br />

corpi eruttivi euganei<br />

le condizioni geologiche<br />

favorevoli ad<br />

una rapida risalita.


La città di Abano Terme sorge alle pendici dei Colli Euganei<br />

formatisi circa 34 milioni di anni fa in seguito alle<br />

alluvioni della pianura Padana e a fenomeni di vulcanesimo<br />

sottomarino. L’elemento caratterizzante del territorio<br />

aponense è la presenza di sorgenti termominerali<br />

famose fin dall’antichità. Il “misterioso” fenomeno,<br />

chiarito negli anni ‘60 da studiosi dell’Università di Padova,<br />

si realizza attraverso un circuito geotermico della<br />

durata di circa 50 anni. Inizia nelle Piccole Dolomiti dove<br />

l’acqua fredda, proveniente dalle zone di ricarica naturale,<br />

confluisce in un percorso sotterraneo, che talvolta<br />

giunge alla profondità di circa 4000 metri, attraversando<br />

banchi di rocce e acquisendo così le tipiche proprietà<br />

termali e si conclude nel bacino euganeo che, per la sua<br />

conformazione geologica, permette all’acqua di risalire<br />

naturalmente in superficie. Il toponimo Abano contiene<br />

un evidente riferimento all’acqua sia per la presenza<br />

della radice indoeuropea - ap, sia per l’associazione<br />

al dio Aponus, nume tutelare delle fonti termali in età<br />

paleoveneta e romana. Le origini delle cure termali risalgono<br />

all’VIII secolo a. C., quando gli antichi abitanti<br />

della zona si recavano al vicino lago sacro per compiere<br />

riti legati al recupero della salute. La ricostruzione<br />

del profilo dell’area termale sia in epoca paleoveneta<br />

che successivamente romana, risulta per gli archeologi<br />

assai difficoltosa a causa della poca documentazione<br />

a disposizione. A partire dal I secolo d. C., ritrovamenti<br />

archeologici attestano sul colle Montirone di Abano<br />

la presenza di un tempio dedicato al dio Apono e, nei<br />

pressi, un emporium di vasellame destinato a rifornire<br />

i visitatori che molto probabilmente utilizzavano il recipiente<br />

per bere l’acqua terapeutica. In occasione di uno<br />

scavo sono stati infatti rinvenuti dei raffinati esemplari<br />

di vasi di tipo Aco e rhytà che testimoniano la presenza<br />

di un’utenza raffinata e in grado di apprezzare elementi<br />

di gusto ellenistico e celtico. L’antica frequentazione<br />

delle terme, se pur con momenti di relativo abbandono<br />

è documentata fino a tutto il V secolo d. C.. Le successive<br />

vicende politiche che videro succedersi nel terri-


Pietro d’Abano<br />

(1257 - 1315) è stato<br />

un professore di<br />

medicina a Padova.<br />

Egli nacque ad Abano<br />

Terme che successivamente<br />

prese<br />

il suo nome. Ha<br />

guadagnato la fama<br />

scrivendo Conciliatore<br />

Differentiarum<br />

e Philosophos Medicos<br />

Versantur. Fu<br />

accusato di eresia e<br />

di ateismo, e morì in<br />

carcere prima della<br />

fine del suo processo.<br />

Can Francesco della<br />

Scala detto Cangrande<br />

I (1291–1329)<br />

è stato un condottiero<br />

italiano. Signore<br />

di Verona dal 1308<br />

al 1311, consolidò<br />

il potere della sua<br />

famiglia ed espanse<br />

quello della sua<br />

città. Cangrande fu<br />

anche uno scaltro<br />

politico e un generoso<br />

mecenate, è<br />

noto infatti anche<br />

perché fu amico e<br />

protettore del poeta<br />

Dante Alighieri.


torio l’occupazione longobarda, carolingia e sassone<br />

sconvolsero la vita di queste campagne e i primi documenti<br />

che ci offrono informazioni su Abano risalgono<br />

al X secolo epoca in cui è attestata la presenza della<br />

pieve di San Lorenzo, localizzata nell’area dell’attuale<br />

Duomo, che naturalmente si sosteneva grazie alla comunità<br />

agricola che si era riorganizzata nel territorio.<br />

Alla fine dell’XI secolo fu fondato un monastero benedettino<br />

sul colle di San Daniele che, attraverso l’opera dei suoi<br />

monaci, uniti a quelli del monastero di Praglia, contribuì<br />

in modo significativo a realizzare opere di bonifica del territorio<br />

che aumentarono le superfici delle aree coltivabili<br />

a frumento, frutteti, orti o semplicemente a pascolo.<br />

Dal XII secolo il villaggio di Abano si sviluppa come centro<br />

rurale, soggetto all’autorità vescovile padovana che<br />

alla metà del 1100 investe Manfredo della famiglia Conti<br />

di un vasto possedimento ad Abano. Originario di questo<br />

piccolo villaggio è l’illustre medico filosofo Pietro d’Abano<br />

sostenitore della dottrina aristotelica nell’interpretazione<br />

del filosofo arabo Averroè, condannato per<br />

eresia e in seguito riabilitato. In più occasioni la piccola<br />

comunità aponense fu testimone di incursioni belliche<br />

dovute alla rivalità tra i signori di Padova, Da Carrara e<br />

i signori di Verona, della Scala ed è rimasto memorabile<br />

l’assalto che distrusse la città nel 1314 ad opera di<br />

Cangrande della Scala. Nel 1318 la dominazione dei Da<br />

Carrara si estese stabilmente nel padovano operando<br />

una riorganizzazione amministrativa del territorio che<br />

vide Abano sottoposto alla vicaria di Arquà. La conquista<br />

della terraferma da parte della Repubblica di Venezia e<br />

nel 1405 del padovano, segna per il territorio aponense<br />

un importante momento di riorganizzazione non tanto<br />

amministrativo, poichè rimane sostanzialmente immutato<br />

il regime carrarese, ma del sistema della proprietà<br />

fondiaria che vede subentrare il patriziato veneziano nei<br />

territori confiscati ai nobili padovani ribelli. In tal modo ad<br />

Abano giunge la nobile famiglia Malipiero che si prodigò<br />

in interventi di bonifica del territorio e alla fine del 1500<br />

realizzò una splendida villa in stile palladiano tutt’oggi


Nel primo 700, risanati<br />

in parte i terreni<br />

e rese redditizie le<br />

colture, i Mocenigo<br />

fecero costruire l’attuale<br />

villa e ristrutturarono<br />

tutte le<br />

proprietà della terraferma.<br />

Costruendo<br />

la villa in quelle terre<br />

aponensi che opportunamente,<br />

confinavano<br />

con il canale<br />

di Battaglia, navigabile<br />

e percorso da<br />

ampi barconi, comodi<br />

nel trasporto di<br />

derrate alimentari.<br />

Il Santuario della<br />

Madonna della Salute<br />

di Monteortone<br />

eretto nel 1428<br />

sul luogo del rinvenimento<br />

di una miracolosa<br />

immagine<br />

della Madonna celata<br />

nelle acque di<br />

una fonte termale,<br />

ancora oggi segnalata<br />

da una statua<br />

in pietra della Vergine.<br />

L’antico convento<br />

Agostiniano oggi<br />

è proprietà dei Salesiani<br />

ed è adibito<br />

ad albergo termale.


apprezzabile nella sua notevole struttura architettonica.<br />

Successivamente ad Abano arriva un’altra famiglia<br />

veneziana: quella dei Mocenigo tra i cui esponenti ci furono<br />

dogi, ambasciatori e gran capitani. Principalmente<br />

durante il XVIII secolo i suoi membri si prodigarono per<br />

bonificare un territorio denominato Guazzi proprio per le<br />

sue frequenti inondazioni, ricavandone terreni che vennero<br />

destinati alla coltivazione della vite del frumento e<br />

del granoturco col quale si faceva la polenta, l’alimento<br />

base della popolazione contadina. i Mocenigo realizzarono<br />

anch’essi una villa, ancor oggi apprezzabile, all’interno<br />

della loro proprietà che comprendeva oltre alle<br />

dimore per i massari e i braccianti, ai magazzini e luoghi<br />

per l’attività agricola anche un’osteria e una fornace<br />

di mattoni situate al cosiddetto ponte della fabbrica.<br />

L’influenza veneziana nel territorio si manifestò anche<br />

nella vicenda legata alla nascita e realizzazione<br />

dell’importante complesso monastico di Monteortone<br />

che sorse nel 1428 in seguito all’apparizione della<br />

Vergine che annunciò la fine di una terribile pestilenza.<br />

La cura del luogo sacro fu affidata ai frati agostiniani<br />

tra i quali ci fu un certo frate Simone da Camerino<br />

uomo di fiducia del doge Francesco Foscari e brillante<br />

diplomatico i cui servigi alla Repubblica procurarono<br />

alla congregazione generose offerte che permisero la<br />

realizzazione del complesso dotato di una chiesa notevolmente<br />

affrescata da pittori di scuola mantegnesca.<br />

L’affermazione dell’Illuminismo e degli interessi “enciclopedici”<br />

per tutti i saperi e in modo particolare per<br />

quelli legati alla natura determinarono nel settecento<br />

una totale riconsiderazione del termalismo dedicandovi<br />

una grande quantità di studi che contribuì a riscoprire<br />

questa pratica terapeutica che anche se non era scomparsa,<br />

era di fatto poco considerata. Si avviò così nella<br />

zona del Montirone, ricca di sorgenti naturali, un’attività<br />

di ristrutturazione edilizia di edifici per bagni realizzando<br />

anche un piccolo oratorio per i malati. La nobile<br />

famiglia padovana dei Dondi dall’Orologio, proprietaria<br />

in Abano di un consistente patrimonio fondiario e di


L’antica stazione termale<br />

di Abano Terme<br />

ha il suo centro<br />

tradizionale e storico<br />

sul Colle Montirone,<br />

da dove sgorgavano<br />

le caldissime acque<br />

termali in grado di<br />

alimentare tutte le<br />

strutture circostanti.<br />

In epoca preromana<br />

e romana questa<br />

zona era molto ambita<br />

e in breve tempo<br />

sorsero ville e<br />

residenze lussuose.<br />

Grand Hotel Trieste<br />

& Victoria di Abano<br />

Terme, sede del<br />

Comando Supremo<br />

di Stato Maggiore<br />

dell’Esercito nel<br />

corso della Prima<br />

Guerra mondiale.<br />

Dalla stanza 101<br />

partirà il messaggio<br />

scritto dal Gen Diaz<br />

a 201 capi di governo<br />

degli stati indipendenti<br />

della terra.


due ville delle quali una in centro al paese e oggi sede<br />

del Museo Civico, realizzò lo stabilimento termale più<br />

importante che, grazie al suo successivo proprietario,<br />

godette dell’intervento del noto architetto neoclassico<br />

Giuseppe Jappelli. Egli realizzò anche un monumento<br />

celebrativo oggi inserito nel Parco del Montirone.<br />

Alla metà dell’ottocento<br />

gli stabilimenti attivi ad Abano erano 8.<br />

Con l’unificazione italiana la città cominciò gradualmente<br />

ad organizzarsi, fu realizzato il palazzo municipale,<br />

inizialmente anche sede della scuola elementare. L’occupazione<br />

principale della popolazione continuava ad<br />

essere quella agricola, l’unica realtà industriale era rappresentata<br />

dalla fornace di mattoni. Tra la fine dell’ottocento<br />

e i primi del novecento il passaggio della ferrovia<br />

nel Comune di Abano ed il collegamento tramviario della<br />

cittadina con Padova incrementarono l’afflusso turistico<br />

tanto che gli operatori del settore per soddisfare<br />

le esigenze della clientela finanziarono la costruzione<br />

di un delizioso teatrino liberty, oggi andato perduto.<br />

Le vicende finali della prima guerra mondiale portarono<br />

Abano a rivestire un ruolo di primo piano dal momento<br />

che il generale Armando Diaz, nel 1917 dopo la disfatta<br />

di Caporetto, trasferì il Comando Supremo delle<br />

Forze Armate nella cittadina, allestendo il proprio quartier<br />

generale nell’albergo Trieste che dopo la guerra si<br />

chiamò Trieste-Vittoria. Inoltre ad Abano vennero anche<br />

stampati i volantini che Gabriele D’Annunzio lanciò su<br />

Vienna decollando nei pressi della vicina villa Zaborra,<br />

oggi Museo dell’Aria. Nel dopoguerra la tradizionale<br />

attività legata alle cure termali conobbe un formidabile<br />

sviluppo dovuto alle nuove conoscenze tecnologiche<br />

che permisero l’apertura di pozzi artificiali nei pressi dei<br />

quali furono realizzati molteplici stabilimenti termali.<br />

Nel 1926 fu approvata una legge che aboliva la gestione<br />

privata delle risorse termali e stabiliva un nuovo regime<br />

regolato dal sistema delle concessioni pubbliche la cui<br />

gestione fu affidata alle Aziende di Cura e Soggiorno. La


Nel dopoguerra, con<br />

l’inserimento delle<br />

terapie termali<br />

nel Sistema Sanitario<br />

Nazionale, si<br />

ebbe la stagione del<br />

“termalismo sociale”,<br />

che permetteva<br />

costi contenuti per<br />

ampie fasce di popolazione.<br />

Oggi, le<br />

difficoltà economiche<br />

e le comodità<br />

dei viaggi all’estero<br />

hanno in parte ridotto<br />

il successo<br />

dei centri termali.<br />

Uno dei simboli di<br />

Abano Terme: l’Hotel<br />

Orologio. Si tratta<br />

di un elegante<br />

edificio, costruito nel<br />

XVIII secolo dai nobili<br />

Dondi dell’Orologio<br />

ed ampliato nell’800<br />

con l’aggiunta della<br />

facciata neoclassica<br />

di Giuseppe Jappelli,<br />

che sistemò anche<br />

il vasto giardino<br />

che circonda l’albergo.<br />

Oggi chiuso<br />

da una decina d’anni<br />

rimane uno degli<br />

emblemi della città.


icaduta di questo provvedimento non tardò a manifestarsi<br />

e nel 1931 gli alberghi segnalati ad Abano erano<br />

21. Nel secondo dopoguerra fu sviluppata una politica<br />

sanitaria di tipo assistenziale che permetteva la fruizione<br />

delle terapie termali ad un vastissimo pubblico. L’incremento<br />

delle presenze aumentò in modo vertiginoso<br />

e di conseguenza furono aperti numerosi pozzi artificiali<br />

e costruiti nuovi stabilimenti. La città conobbe un rapido<br />

sviluppo urbanistico: alla fine degli anni cinquanta<br />

gli stabilimenti segnalati erano 54, vennero costruite<br />

due nuove chiese: Sacro Cuore alle Terme e Santa<br />

Maria a Giarre per soddisfare le esigenze della accresciuta<br />

popolazione. La tradizionale occupazione agricola<br />

degli abitanti gradualmente si ridusse a vantaggio<br />

delle nuove opportunità offerte dall’attività alberghiera<br />

e commerciale. Le indiscutibili proprietà terapeutiche<br />

dei trattamenti termali e l’abilità degli imprenditori turistici<br />

locali (nel 1990 gli stabilimenti erano 90), hanno<br />

reso possibile un continua crescita della città termale<br />

che oggi si sviluppa lungo un viale sul quale si affacciano<br />

giardini e raffinati negozi, collegando l’antico insediamento<br />

termale, oggi parco del Montirone, con l’antico<br />

centro urbano organizzatosi attorno alla chiesa di<br />

San Lorenzo ove sono situati il Comune e la Biblioteca.


STORIA DI MONTEGROTTO TERME


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PAD


Nella ricostruzionesono<br />

visibili i resti di<br />

un esteso complesso<br />

termale, costruito<br />

a partire dalla<br />

seconda metà del I<br />

secolo a.C. e utilizzato<br />

fino al III secolo<br />

d.C. Se ne conservano<br />

tre grandi vasche,<br />

un piccolo teatro,<br />

un edificio con<br />

vasca circolare al<br />

centro e absidi laterali,<br />

e altre strutture<br />

complementari.<br />

All’interno del comune<br />

sono stati<br />

rinvenuti numerose<br />

sculture “ex voto”<br />

riferibili a un luogo<br />

di culto, frequentato<br />

assiduamente<br />

tra la seconda metà<br />

del VII e il III secolo<br />

a.C. (età del Ferro)<br />

e incentrato su uno<br />

specchio d’acqua,<br />

ora scomparso, alimentato<br />

dall’affioramento<br />

di polle<br />

d’acqua fumante.


Non si hanno tracce certe di popolazioni che hanno<br />

vissuto in epoca preistorica nel territorio. Alcuni ritrovamenti<br />

possono far pensare alla popolazione degli<br />

Euganei durante il Neolitico e nell’Età del Bronzo.<br />

Nel secondo millennio A.C. i boschi lussureggianti che<br />

ricoprivano la pianura, da cui spuntavano le cime dei colli<br />

ed emanavano i loro vapori fumanti laghi di acqua calda,<br />

erano il territorio della popolazione degli Euganei, cui<br />

succedette nel I° sec. A.C. quella dei veneti, che giunsero<br />

dall’Illiria. Questi conoscevano molto bene le proprietà<br />

terapeutiche delle acque calde di questi luoghi e ne attribuivano<br />

la loro origine agli dei. Infatti, oggi rimangono<br />

piccole sculture rappresentanti parti del corpo umano,<br />

dette “ex voto”, che altro non erano che particolari offerte<br />

fatte ai malati che erano stati guariti dalle acque; con<br />

il bronzo venivano, infatti, ricreate quelle parti del corpo<br />

guarite per poi essere gettate nel lago votivo in segno<br />

di riconoscenza. Il lago fu interrato nel III secolo a.C.<br />

Il popolo Veneto accolse festosamente l’arrivo<br />

dei Romani nel territorio, infatti la popolazione<br />

si sentiva esposta alle scorribande dei Galli.<br />

Colonia romana nel 184 avanti Cristo, Montegrotto trovò<br />

la sua consacrazione ufficiale quando Plinio il Vecchio,<br />

dall’alto della sua autorità imperiale, celebrò le proprietà<br />

medicamentose delle sue acque riferendosi alle acque<br />

che vi proliferano. Testimonianze vive ed ancora oggi visibili<br />

del ruolo che Montegrotto Terme ha avuto in epoca<br />

romana come stazione termale, sono proprio gli scavi<br />

romani presenti lungo la via principale della località.<br />

Nel 49 a.C. con il decreto di Giulio Cesare gli abitanti veneti<br />

divennero a tutti gli effetti cittadini romani grazie anche<br />

alla forte alleanza che si era stabilita dai due popoli.<br />

Grazie a questo accordo per il territorio euganeo ma soprattutto<br />

per Montegrotto Terme si aprì in grande periodo<br />

di splendore con la creazione delle terme e con lo sfruttamento<br />

graduale e coscienzioso delle acque termali.<br />

Grazie a questo sviluppo l’antico comune di Montegrotto,<br />

insieme all’agglomerato urbano di Abano che era<br />

utilizzato con funzione residenziale, si sviluppò e visse


l carattere peculiare<br />

di Gerione dell’oracolo<br />

patavino è quello<br />

non d’un mostro<br />

che abita lontano<br />

dall’umano consorzio,<br />

ma di un eroe<br />

che dimora presso<br />

benefiche e salutari<br />

acque termali, quasi<br />

come protettore e<br />

consigliere benevolo.<br />

Rappresentazione di<br />

Padova del 1300 ad<br />

opera di Giusto de’<br />

Menabuoi. Padova<br />

vista come città di riferimento<br />

dei borghi<br />

limitrofi come Montegrotto.<br />

Città che<br />

attraversava tempi<br />

difficili docuti alle<br />

devastazioni delle<br />

continue guerre.


un importante periodo di sviluppo. Ad Abano aveva sede<br />

un antico centro religioso dedicato ad “Aponus” che era<br />

ritenuta un’importante divinità delle acque. Sempre ad<br />

Abano si collocava, secondo la tradizione, la presenza<br />

di un culto oracolare del mostro triforme “Gerione”.<br />

Dopo la caduta dell’Impero romano d’Occidente nel 476<br />

d.C. il territorio termale euganeo attraversò un periodo<br />

di forte crisi e cade in decadenza. La zona fu invasa<br />

più volte dai Barbari e colpita da fenomeni bradisismici.<br />

Nell’anno Mille l’antico comune di Montegrotto entrò<br />

sotto il dominio della famiglia Da Montagnone di origine<br />

arimanna. Dalla metà del Duecento il territorio euganeo<br />

fu posto sotto il controllo del comune di Padova che<br />

impose delle leggi a tutti gli abitanti della zona. Queste<br />

leggi stabilivano che era compito del proprietario del<br />

terreno tenere in ordine le strade a fondo naturale e la<br />

pulizia dei fossi. Padova in questo periodo attraversava<br />

una lunga decadenza, infatti la città era in ginocchio<br />

dopo le diverse occupazioni e devastazioni che dovette<br />

subire. Per ristabilire benessere, pace e giustizia si<br />

proclamò signore unico della città Giacomo da Carrara.<br />

Inizia ora il lungo dominio carrarese che si protrarrà<br />

a Padova e nelle terre circostanti per ben 87 anni.<br />

A partire dai primi anni del XV secolo, Padova passò<br />

sotto il dominio della Serenissima Repubblica di<br />

Venezia. Sotto la guida repubblicana, il territorio euganeo<br />

iniziò a risollevarsi, infatti, la Serenissima di<br />

Venezia iniziò una progressiva e graduale opera di ricostruzione.<br />

Nel 1797 la Serenissima Repubblica di<br />

Venezia cadde e i due comuni di Montegrotto e Montagnone<br />

furono uniti a quello di Battaglia. Con il trattato<br />

di Campoformio il Veneto con Padova passò agli<br />

austriaci e Montegrotto ritornò un comune a sé stante.<br />

Durante l’Ottocento gli austriaci svilupparono e sistemarono<br />

la zona termale di Montegrotto emanando<br />

molte leggi per la conservazione dell’acqua termale.<br />

Già agli inizi del Novecento Montegrotto era un ragguardevole<br />

centro alberghiero che si avviava a conquistare<br />

la supremazia tra i centri fangoterapeutici in Europa.


Gran carta del padovano<br />

realizzata da<br />

G. A. Rizzi Zannoni<br />

nel 1778. Qui troviamo<br />

rappresentato il<br />

territorio ad opera<br />

dell’istituto geografico<br />

militare dove<br />

è possibile vedere<br />

la conformazione<br />

ancora approssimativa<br />

di Abano e<br />

Montegrotto Terme,<br />

allora chiamata San<br />

Pietro Montagnon.<br />

Nel 1950 Montegrotto<br />

divenuta stazione<br />

di cura, soggiorno e<br />

turismo si avviava ad<br />

affermarsi tra le poche<br />

città italiane termali<br />

a vivere il boom<br />

delle cure termali.


Durante la prima guerra mondiale, la zona termale diventò<br />

con Padova il quartier generale delle forze militari<br />

italiane. A Battaglia Terme, nel castello di Lispida,<br />

ci fu la residenza del re Vittorio Emanuele III. Fino al<br />

1934, Montegrotto era chiamata San Pietro Montagnòn<br />

dal nome della famiglia che nel Medioevo ne deteneva<br />

il feudo; l’attuale nome risale, invece, al latino Mons<br />

Aegrotorum, “il monte dei malati” ed è una testimonianza<br />

ulteriore dell’uso terapeutico dei fenomeni termali<br />

fin nell’antichità. Nella seconda guerra mondiale<br />

la zona euganea fu un importante centro della resistenza<br />

al nazifascismo. Dopo la fine della guerra le Terme<br />

Euganee vissero un importante periodo di sviluppo<br />

e nel 1950 al nome di Montegrotto Terme si aggiunse<br />

la dicitura “stazione di cura, soggiorno e turismo”.


ANALISI DI PROGETTO


PA DOV APADO<br />

VAPA DOVAPADOVAPADOVA P<br />

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GROTT O MO<br />

NTEG<br />

R<br />

OTT<br />

O


POPOLAZIONE DI ABANO<br />

ETA MEDIA DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE


DISTRIBUZIONE DEI RESIDENTI<br />

DISTRIBUZIONE DEI RESIDENTI STRANIERA<br />

La componente degli<br />

immigrati dev’essere<br />

quindi considerata<br />

fondamentale<br />

nell’ottica attuale di<br />

politica e progettazione<br />

comunitaria.<br />

Questi attori ormai<br />

presenti e partecipi<br />

della vita cittadina<br />

si trovano ad essere<br />

parte integrante<br />

anche di quel mondo<br />

che un tempo<br />

non li contemplava<br />

neanche. Oggi la<br />

maggior parte dei<br />

cittadini stranieri<br />

residenti, molti cittadini<br />

dell’Est Europa<br />

soprattutto provenienti<br />

da Albania,<br />

Romania e Moldova<br />

trovano occupazione<br />

con diverse mansioni<br />

all’interno degli<br />

alberghi dell’area<br />

termale oppure trovano<br />

occupazione<br />

nei diversi ristoranti<br />

presenti sul territorio.<br />

La comunità cinese<br />

diviene partecipe<br />

delle realtà locali<br />

attraverso la sempre<br />

maggiore gestione di<br />

luoghi di ritrovo (bar,


POPOLAZIONE DI MONTEGROTTO<br />

ETA MEDIA DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE


DISTRIBUZIONE DEI RESIDENTI<br />

DISTRIBUZIONE DEI RESIDENTI STRANIERA<br />

locali) sia per anziani<br />

che per giovani andando<br />

così ad inserirsi<br />

all’interno delle<br />

interrelazioni cittadine.<br />

Da sottolineare<br />

comunque come<br />

la maggior concentrazione<br />

della popolazione<br />

immigrata<br />

si trovi a stanziare<br />

nei comuni attorno<br />

all’rea metropolitana<br />

del capoluogo, il<br />

fenomeno è spiegabile<br />

tenuto conto che<br />

in quest’area insiste<br />

la maggior parte dei<br />

residenti e che esercita<br />

una naturale<br />

attrazione sui flussi<br />

migratori viste le<br />

maggiori opportunità<br />

occupazionali. Ritornando<br />

al turismo,<br />

il movimento turistico<br />

gioca un ruolo<br />

fondamentale, nella<br />

provincia di Padova<br />

il bilancio è stato<br />

positivo con buona<br />

performance nel Bacino<br />

Termale Euganeo.<br />

Nel panorama<br />

delle regioni italiane<br />

il Veneto mantiene<br />

da diversi anni un


AFRICA<br />

AFRICA<br />

ASIA<br />

ASIA<br />

EUROPA<br />

EUROPA<br />

primato anche nel<br />

settore turistico, rafforzato<br />

dalla capacità<br />

di tenuta rispetto<br />

alle difficoltà che<br />

si sono manifestate<br />

negli ultimi anni.<br />

Il turismo risulta, in<br />

questo modo, uno<br />

dei punti di forza<br />

dell’economia veneta.<br />

Gli arrivi di turisti<br />

italiani che stranieri,<br />

conferma l’attrattività<br />

del Veneto, sempre<br />

presente tra le<br />

mete turistiche a<br />

livello mondiale per<br />

il proprio territorio<br />

e per ciò che offre.<br />

Una buona parte del<br />

movimento turistico<br />

della provincia di<br />

Padova e della realtà<br />

alberghiera si<br />

concentra nell’area<br />

delle terme euganee,<br />

uno dei centri<br />

termali tra i più importanti<br />

in Europa.


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Abbazia di Monteortone<br />

NOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABA<br />

Fonte del Montirone<br />

NOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABAN<br />

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Scavi Romani<br />

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Villa Draghi<br />

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SISTEMA ACQUE<br />

DOVA<br />

PADOV<br />

PADO<br />

VAPAD<br />

D


Fonte del Montirone<br />

Abbazia di Monteortone<br />

Villa Draghi<br />

Scavi Romani<br />

Il tessuto urbano riscontrabile<br />

nei due<br />

comuni risente sia<br />

delle forti influenze<br />

storiche, culturali<br />

che sociali. Lo storico<br />

utilizzo di Montegrotto<br />

come luogo<br />

termale e di Abano<br />

come località residenziale,<br />

ha fatto sì<br />

che la conformazione<br />

del territorio<br />

cambiasse. I primi<br />

esempi sono visibili<br />

nella maglia urbana<br />

che in parte riprende<br />

il vecchio tracciato<br />

romano. Dai primi<br />

studi è possibile vedere<br />

che un gran<br />

numero di terme situate<br />

a Montegrotto<br />

sorge seguendo le<br />

canalizzazioni delle<br />

acque iniziate dai<br />

romani e continuate<br />

dai popoli successivi.<br />

La localizzazione<br />

delle strutture termali<br />

di Montegrotto<br />

e Abano non solo risiede<br />

nei motivi sopraccitati<br />

ma anche<br />

al diverso periodo<br />

di costruzione degli<br />

stabilimenti stessi.


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Abbazia di Monteortone<br />

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Fonte del Montirone<br />

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Scavi Romani<br />

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Villa Draghi<br />

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SISTEMA DEI TRASPORTI PUBBLICI<br />

DOVA<br />

PADOV<br />

PADO<br />

VAPAD<br />

D


Fonte del Montirone<br />

Abbazia di Monteortone<br />

Villa Draghi<br />

Scavi Romani<br />

Sul territorio si sovrappongono<br />

diversi<br />

periodi storici che<br />

hanno modificato il<br />

tessuto urbano conformandone<br />

quei caratteri<br />

tipici del tempo<br />

–dai romani con<br />

le loro prime sistemazioni<br />

idrauliche,<br />

fino ad arrivare al<br />

secondo dopo guerra<br />

con la nascita delle<br />

strutture ricettive<br />

liberty-. Il tracciato<br />

fluviale e le canalizzazioni<br />

artificiali<br />

a pelo libero delle<br />

acque piovane sono<br />

stati il primo layer<br />

su cui fondare il sistema<br />

dei trasporti.<br />

I flussi turistici di<br />

passaggio ma anche<br />

d’interscambio sulle<br />

linee ferroviarie<br />

e stradali descritte<br />

sono in primo luogo<br />

da imputare a Padova,<br />

centro culturale<br />

a soli 10 km (F.S. 13<br />

min.), con la Basilica<br />

di S. Antonio, la<br />

cappella degli Scrovegni,<br />

la Reggia degli<br />

antichi signori Da<br />

Carrara e una del-


CONNESSIONI FERRATE


VICENZA<br />

BOLOGNA<br />

VERONA<br />

PADOVA<br />

VENEZIA<br />

le piazze più grandi<br />

del mondo, Prato<br />

della Valle. Vicenza,<br />

a 35 km (F.S. 45<br />

min.), posta ai piedi<br />

dei Colli Berici, rivela<br />

gli splendori delle<br />

ville palladiane, di un<br />

centro storico conservatosi<br />

ancora intatto,<br />

con bellissime<br />

architetture rinascimentali.<br />

Venezia, a<br />

42 km (F.S. 43 min.),<br />

con Piazza S. Marco<br />

e l’omonima Basilica,<br />

il Palazzo Ducale<br />

e il pittoresco Canal<br />

Grande. Verona, a<br />

circa 90 km (F.S. 80<br />

min.), con la suggestiva<br />

Arena romana<br />

che ogni estate diventa<br />

sede di una<br />

delle più prestigiose<br />

stagioni liriche internazionali.<br />

È evidente<br />

che i tracciati<br />

ferroviari abbiano<br />

potenziato l’accesso<br />

al sistema termale<br />

Abano-Montegrotto<br />

utilizzando lo scalo<br />

ferroviario Terme<br />

Euganee di Montegrotto<br />

come porta<br />

d’accesso per tutti


Fonte del Montirone<br />

Abbazia di Monteortone<br />

Scavi Romani<br />

Villa Draghi<br />

ALBERGHI E URBANIZZATO


Fonte del Montirone<br />

Abbazia di Monteortone<br />

i turisti provenienti<br />

da Bologna, Padova<br />

e Venezia. Collegamenti<br />

spesso doppiati<br />

da linee pubbliche<br />

e private di<br />

trasporto su gomma<br />

che consentono al<br />

fruitore di poter accedere<br />

in maniera<br />

più capillare all’offerta<br />

turistica collegando<br />

le strutture<br />

termali con gli spazi<br />

pubblici potenziali.<br />

Scavi Romani<br />

Villa Draghi


Abbazia di Monteortone<br />

Villa Draghi<br />

Fonte del Montirone<br />

Scavi Romani<br />

ADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPAD<br />

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LE TERME NEL LORO INSIEME<br />

DOVA<br />

PADOV<br />

PADO<br />

VAPAD<br />

D


Fonte del Montirone<br />

Abbazia di Monteortone<br />

Dagli elaborati grafici<br />

è evidente come<br />

i tracciati delle linee<br />

di trasporto pubblico<br />

danno priorità alle<br />

strutture alberghiere,<br />

ma proprio intorno<br />

a queste strutture<br />

sono nate dell’attività<br />

collaterali-integrative<br />

all’offerta che<br />

Abano e Montegrotto<br />

offriva e offre.<br />

Scavi Romani<br />

Villa Draghi


LUOGHI DEL GUSTO


DAI TOSI<br />

EUROPA<br />

ROYAL DINASTY<br />

AUBERGINE<br />

LA VECCHIA MARINA<br />

EL GAUCIO<br />

DAL BIONDO<br />

AL FILÒ<br />

DARIO<br />

DA MARIO<br />

HUGEL KELLER<br />

LA BETTOLA DEL REFOSCO<br />

ALLA VIGNA<br />

ALIBARDI<br />

GHIRALDO<br />

SOTTO SOTTO<br />

LA SCALA<br />

ALLA VOLPE<br />

AL BOSCO<br />

VILLA DRAGHI<br />

DA CENCIO<br />

LES ARCS<br />

LIVIANGIOR<br />

AI PORTICI<br />

AL GAMBERO<br />

DA BACCO<br />

LA SCUDERIA<br />

UC BEER & MORE<br />

L’ORLANDO FURIOSO<br />

DA NICOLA<br />

Il panorama urbano<br />

e extraurbano dei<br />

comuni di Abano e<br />

Montegrotto è caratterizzato<br />

dalla presenza<br />

di molteplici<br />

nodi o aree nelle<br />

quali si concentrano<br />

attività o iniziative<br />

capace di coinvolgere<br />

allo stesso tempo<br />

turisti, visitatori e residenti.<br />

Per questo<br />

motivo si è deciso di<br />

indagare tale realtà<br />

attraverso una mappatura<br />

dei principali<br />

luoghi di ritrovo per<br />

quanto concerne l’enogastronomia,<br />

bisogna<br />

ricordare che<br />

entrambi i comuni<br />

si trovano all’interno<br />

del Parco Regionale<br />

dei Colli Euganei,<br />

una realtà capace di<br />

attirare visitatori e<br />

appassionati dall’Italia<br />

e non solo. Inoltre<br />

vi sono diversi percorsi<br />

ciclo-pedonali<br />

che connettono tra di<br />

loro diversi comuni<br />

oltre ai due presi in<br />

esame, il più famoso<br />

e la strada del vino<br />

dei Colli Euganei un


9<br />

8<br />

10<br />

1 2<br />

4 3 5<br />

6<br />

7<br />

11<br />

12<br />

21<br />

22<br />

18<br />

13<br />

14<br />

15<br />

16<br />

17<br />

19<br />

20<br />

LUOGHI DELLA COLLETTIVITÀ


percorso che si snoda<br />

tra le colline e la<br />

pianura e raccoglie<br />

diverse tappe nelle<br />

quali poter degustare<br />

vino e prodotti<br />

tipici. Oltre a questi<br />

“percorsi canonici e<br />

tematiche conosciute,<br />

il panorama di<br />

Abano e Montegrotto<br />

è caratterizzato<br />

dalla molteplicità<br />

di ristoranti-trattorie<br />

che con prodotti<br />

a Km 0 offrono<br />

a turisti e abitanti<br />

sia del luogo che<br />

dei comuni limitrofi<br />

un’ottima occasione<br />

per visitare la realtà<br />

comunale e i suoi<br />

dintorni. Per questo<br />

motivo il percorso<br />

creato attraverso la<br />

ricostruzione della<br />

costellazione di questi<br />

punti attrattori<br />

che simboleggiano<br />

da un lato una realtà<br />

viva basata su<br />

una clientela locale<br />

ma dall’altro anche<br />

la forza dei rapporti<br />

intrapersonale che<br />

distinguono i gestori<br />

e proprietari di que-


1_CENTRO CULTURALE VILLA BASSI E CENTRO IPPICO<br />

2_BIBLIOTECA CIVICA DI ABANO<br />

3_CRC CENTRO RICREATIVO CULTURALE<br />

4_ PIAZZA MERCATO DI ABANO TERME


6_MUSEO INTERNAZIONALE DELLA MASCHERA<br />

9_PARCO SAN DANIELE<br />

7_VIALE DELLE TERME<br />

10_MONTIRONE<br />

sti luoghi del gusto.<br />

Ciò è dimostrato dal<br />

fatto che molti turisti<br />

si ritrovino negli<br />

anni oltre che negli<br />

stessi luoghi, negli<br />

stessi locali, diventati<br />

ormai una metà<br />

fissa. Luogo di incontro<br />

e scambio di<br />

esperienze e di momenti<br />

vissuti nella<br />

realtà euganea. Oltre<br />

a questi luoghi<br />

sono state rintracciate<br />

altre realtà urbane<br />

che rispondo<br />

all’identificativo di<br />

luoghi della collettività,<br />

questi data la<br />

realtà frammentaria<br />

dei due comuni<br />

caratterizzati da<br />

una conformazione<br />

urbana che in Abano<br />

ha prediletto uno<br />

sviluppo del centro<br />

basato principalmente<br />

sugli alberghi<br />

e in Montegrotto una<br />

maggiore alternanza<br />

nell’edificato ma pur<br />

sempre una mancanza<br />

di fondo di<br />

veri e propri luoghi<br />

dell’incontro. Diventano<br />

fondamentali


11_ PARCO URBANO TERMALE 14_PIAZZA MERCATO<br />

16_ BUTTERFLY ARC 17_AREA ARCHEOLOGICA VIA SCAVI


19_PIAZZA 1° MAGGIO<br />

21_VILLA DRAGHI<br />

20_TERME NERONIANE<br />

22_MUSEO INTERNAZIONALE DEL VETRO D’ARTE<br />

le due piazze denominate<br />

del “mercato”<br />

e le vie storiche,<br />

una la via della stazione<br />

a Montegrotto<br />

è un’antica via che<br />

nel suo percorso incontra<br />

diverse realtà<br />

potenziali e concrete<br />

del panorama collettivo,<br />

ma soprattutto<br />

il vecchio impianto<br />

termale romano. Sito<br />

ancora oggi utilizzato<br />

sia dai residenti<br />

per le visite culturali<br />

nel weekend ma<br />

soprattutto dai turisti<br />

e da studiosi. Ad<br />

Abano diviene importantissimo<br />

viale<br />

delle Terme luogo<br />

di incontro e di passeggio<br />

sia dei residenti<br />

che dei turisti.<br />

Abano e Montegrotto<br />

sono inseriti in<br />

un contesto ben più<br />

ampio dei limiti amministrativi.<br />

I luoghi<br />

della collettività di<br />

entrambi i comuni<br />

si integrano bene<br />

nei percorsi enogastronomici<br />

proposti<br />

dalla regione e dalla<br />

provincia. Tra que-


STRADA DEL VINO COLLI EUGANEI


sti non possono che<br />

spiccare la Strada<br />

del Vino Colli Euganei<br />

e l’anello ciclabile<br />

attorno ai colli.<br />

La strada del vino è<br />

stata pensata come<br />

connessione tra<br />

produttori vitivinicoli,<br />

agriturismo,<br />

ristoranti, trattorie,<br />

alberghi, bed & breakfast,<br />

enoteche e<br />

negozi di prodotti tipici,<br />

associazioni e<br />

enti pubblici. Dando<br />

la possibilità di conoscere<br />

la cultura<br />

del cibo locale anche<br />

a chi non è della<br />

zona. Invece l’anello<br />

ciclabile intorno ai<br />

colli offre la possibilità<br />

di ammirare i<br />

paesaggi del Parco<br />

Regionale dei Colli<br />

Euganei tramite percorsi<br />

ciclopedonali<br />

passanti anch’essi<br />

per Montegrotto e<br />

riprendendo in buona<br />

parte il tracciato<br />

della strada del vino.<br />

ANELLO CICLABILE ATTORNO AI COLLI


ASSOCIAZIONISMO


Le associazioni presenti<br />

sul territorio<br />

sono molte e di diversa<br />

natura. Abbiamo<br />

fatto una cernita<br />

nel nominarle, perché<br />

la nostra intenzione<br />

è sempre stata<br />

quella di individuare<br />

in maniera capillare<br />

i dati rilevanti. Interessante<br />

l’azione<br />

promozionale ma<br />

anche fondativa degli<br />

albergatori termali,<br />

che hanno puntato<br />

sulla cultura ed il<br />

tempo libero. Scelte<br />

mirate ad accrescere<br />

l’offerta turistico-attrattiva<br />

di Abano e<br />

Montegrotto potenziando<br />

così l’appetibilità<br />

di questi luoghi<br />

ed incrementanto/<br />

consolidando i flussi<br />

turistici. Le associazioni<br />

in questione<br />

sono state rappresentate<br />

nello schema<br />

qui riportato.


SUPERFICIE DEI LOTTI<br />

P.R.G. 1992


REPERTORIO DEI TIPI DEGLI EDIFICI<br />

Nel 1992 l’incarico<br />

di redigere il nuovo<br />

P.R.G. di Abano<br />

viene assegnato al<br />

prof. ing. Bernardo<br />

Secchi, docente universitario<br />

e saggista<br />

in materia urbanistica,<br />

che a quel tempo<br />

ha già redatto alcuni<br />

piani urbanistici della<br />

cosiddetta “terza<br />

generazione“ come<br />

quello di Jesi (1988)<br />

e di Siena (1990).<br />

Riteniamo utile proporre<br />

qui alcune tavole<br />

del lavoro svolto.<br />

Concetti che poi<br />

verranno disattesi in<br />

seguito a numerose<br />

varianti al piano ideato<br />

e consegnato al<br />

comune Aponense.<br />

Seppure modificato<br />

e denaturato dalle<br />

idee iniziali con cui<br />

è stato fatto il piano.<br />

Oggi rimane l’unico<br />

strumento vigente<br />

che da un indirizzo<br />

pianificatorio al<br />

comune di Abano.<br />

DESTINAZIONE D’USO DEGLI EDIFICI


NORMATIVA URBANISTICA<br />

NAZIONALE<br />

NORMATIVA URBANISTICA<br />

REGIONALE<br />

NAZIONE<br />

L. 1150/1942<br />

gerarchia delle fonti; pianificazione comunale<br />

divisa in programmatica e attuativa; licenza edilizia;<br />

zonizzazione<br />

REGIONE<br />

L.R. 11/2004<br />

Legge regionale del Veneto che propone una diversa articolazione<br />

del governo del territorio<br />

PTC<br />

Piani territoriali di<br />

coordinamento<br />

PI<br />

Piani<br />

intercomunali<br />

PTRC<br />

Piano territoriale<br />

regionale di<br />

coordinamento<br />

PROVINCIA<br />

PTCP<br />

Piano territoriale<br />

di coordinamento<br />

provinciale<br />

ENTI LOCALI<br />

PRG<br />

Piani regolatore<br />

generale<br />

PF<br />

Piano di<br />

fabbricazione<br />

PAT<br />

Piano di assetto<br />

del territorio<br />

PUBBLICO<br />

PP<br />

Piani particolareggiati<br />

PI<br />

Piano d’intervento<br />

PUA<br />

Piano urbanistici<br />

attuativi<br />

PRIVATO<br />

PL<br />

Piani di lottizzazione<br />

STRUMENTI URBANISTICI VIGENTI


NORMATIVA TERMALE<br />

R.D. 1433/1927<br />

Regolamenta la ricerca e la coltivazione di sostanze<br />

minerali e le energie del sottosuolo.<br />

D.P.R. 616/1977<br />

Demandate alle Regioni le funzioni amministrative<br />

relative alla materia di acque minerali e termali e<br />

le funzioni amministrative relative alla materia<br />

“cave e torbiere”<br />

D.Lgs. 112/1998<br />

Trasferisce le competenze inerenti alle risorse minierarie alle<br />

Regioni con il conferimento di funzioni e compiti amministrativi<br />

dello Stato alle Regioni e agli Enti Locali.<br />

L.R. 40/1989<br />

Disciplina la ricerca, coltivazione ed utilizzo delle acque minerali e termali. Prevede<br />

che il consiglio regionale approvi un Piano Regionale delle Acque Minerali e Termali<br />

P.R.A.M.T..<br />

Provvedimento del Consiglio Regionale 1111/1980<br />

Da il via all’approvazione del Piano di Utilizzazione della Risorsa Termale (P.U.R.T.)<br />

finalizzato alla salvaguardia della risorsa idrotermale e valorizzazione del bacino<br />

euganeo.<br />

PURT<br />

Piano di utilizzazione<br />

della risorsa<br />

termale<br />

PATI<br />

Piani di Assetto del<br />

Territorio<br />

Intercomunali<br />

PRAMT<br />

Piano regionale<br />

delle acque<br />

minerali e termali<br />

Il quadro legislativo<br />

delineato sembra<br />

rispondere, seppure<br />

in ritardo e con strumenti<br />

ormai sorpassati,<br />

alle esigenze<br />

del territorio. Il cambiamento<br />

legislativo<br />

regionale, che ha<br />

obbligato i comuni a<br />

cambiare il proprio<br />

PRG con PAT e PI, si<br />

basa su un disegno<br />

di legge di grandi<br />

vedute, però, dopo<br />

aver parlato con chi<br />

pianifica realmente<br />

il territorio, la legge,<br />

almeno quella<br />

italiana in merito,<br />

è molto lontana dal<br />

chiarire e dare linee<br />

d’indirizzo valide<br />

allo sviluppo del<br />

territorio. Non solo<br />

le linee guida delle<br />

norme sono confuse<br />

e spesso poco precise,<br />

ma a causa della<br />

loro incomprensione<br />

delle dinamiche del<br />

territorio, tendono a<br />

bloccare quella poca<br />

innovazione che viene<br />

portata avanti<br />

solo da alcuni tecnici.


PAT PARASSITA<br />

Società mista<br />

Creazione di una società composta da rappresentanti<br />

dei cittadini, associazioni, imprenditori,<br />

ricercatori, ecc. Con la collaborazione forte degli<br />

enti di ricerca e università locali.<br />

Mediatore/Facilitatore<br />

Giunta comunale<br />

Elabora un documento preliminare e propone ai<br />

soggetti interessati un Accordo di pianificazione<br />

Documento preliminare<br />

Contiene gli obiettivi generali del futuro piano e<br />

delle indicazioni sullo sviluppo sostenibile del<br />

territorio<br />

Accordo di pianificazione<br />

Recepisce il documento preliminare informando<br />

i soggetti coinvolti degli obblighi reciproci. Definisce<br />

come fare il quadro conoscitivo del piano.<br />

Redazione piano<br />

Sottoscritto l’accordo si procede alla redazione<br />

del piano<br />

Organo di controllo<br />

Partecipa alla redazione del piano, concretizzando<br />

le direttive della società mista ed inserendo le<br />

basi per la creazione di piani integrati.<br />

Consiglio comunale<br />

Il piano viene adottato dal consiglio comunale e<br />

depositato in sede pubblicamente.<br />

Consultazione pubblica<br />

Il piano può essere visionato per 30 giorni dopo<br />

la sua pubblicazione. I successivi 30 giorni serviranno<br />

alla raccolta delle osservazioni.<br />

Organo di controllo<br />

Partecipa alla conferenza dei servizi confermando<br />

le idee proposte dalla società mista e<br />

dall’organo di controllo.<br />

Conferenza dei servizi<br />

A cui partecipera un singolo esponente<br />

dell’organo rappresentante. La conferenza<br />

servirà per poter dibattere sulle osservazioni<br />

raccolte. Solo se si raggiungerà un accordo il<br />

piano si considererà approvato.<br />

Consiglio comunale<br />

Fatte le controdeduzioni alle osservazioni raccolte,<br />

potrà modificare il piano secondo le osservazioni<br />

pervenute.<br />

Provincia<br />

Il piano viene inviato in provincia insieme alle<br />

osservazioni, controdeduzioni e eventuali modifiche.<br />

Mediatore/Facilitatore<br />

Giunta provinciale<br />

Dal momento di presa in carico la giunta provinciale<br />

avrà 240 giorni per invalidare il documento<br />

prima del silenzio assenso. Inoltre questa potrà<br />

modificare il piano sostituendosi al consiglio<br />

comunale per aggiunte d’ufficio.<br />

Società mista<br />

Società mista composta da attori di rilievo provinciale/regionale,<br />

portatori di diversi interessi<br />

che spaziano da quelli legati alla qualità del<br />

terriotrio fino agli aspetti economici<br />

Giunta comunale<br />

Recepisce la conferenza dei servizi, attende<br />

risposta dalla giunta provinciale e in fine ratifica<br />

il piano. Lo strumento urbanistico diverrà operativo<br />

dopo 15 giorni dalla sua pubblicazione nel<br />

BUR.<br />

Giunta provinciale<br />

Lo strumento urbanistico diverrà operativo dopo<br />

15 giorni dalla sua pubblicazione nel BUR.<br />

PAT<br />

PROPOSTA PARASSITA


PI PARASSITA<br />

Società mista<br />

Creazione di una società composta da rappresentanti<br />

dei cittadini, associazioni, imprenditori,<br />

ricercatori, ecc. Con la collaborazione forte degli<br />

enti di ricerca e università locali. Avendo un<br />

indirizzo più tecnico-territoriale<br />

Sindaco<br />

Presenta all’interno del consiglio comunale un<br />

documento dove evidenzia le priorità, trasformazioni<br />

urbanistiche, interventi e opere pubbliche<br />

da realizzare.<br />

Consiglio comunale<br />

il Sindaco illustra gli effetti attesi del piano.<br />

Consiglio comunale<br />

Il consiglio adotta e approva il piano proposto.<br />

Consiglio comunale<br />

Dopo il termine dei 30 giorni il consiglio ha 60<br />

giorni per decidere sulle osservazioni pervenute<br />

ed approvare il piano.<br />

Libera visione del piano<br />

Il piano è messo a disposizione all’internod el<br />

comune per la libera consultazione.<br />

Comune<br />

Approva il piano e dopo 15 giorni dalla pubblicazione<br />

sul BUR il piano sarà operativo.<br />

Mediatore/Facilitatore<br />

Consultazione<br />

Confronto tra altri enti pubblici<br />

Partecipazione<br />

Tavolo di lavoro condiviso con altre associazioni<br />

economiche<br />

Concertazione<br />

Incontro con associazioni sociali e tutti gli<br />

interessati al piano<br />

Consultazione pubblica<br />

Entro 8 giorni dall’adozione il piano è a disposizione<br />

del pubblico per 30 giorni. Dando la possibilità<br />

di poter raccogliere le osservazioni pubbliche.<br />

Provincia<br />

Una copia del piano viene inviata alla provincia<br />

per i controli con gli altri strumenti sovraordinati.<br />

Tavoli tematici<br />

I tavoli tematici in una prima fase saranno<br />

divisi per tematiche riguardanti le priorità<br />

delineate dal sindaco e dalla società<br />

mista. In una seconda fase quando saranno<br />

delineate le proposte progettuali,<br />

queste saranno sottoposte alla revisione<br />

della pop olazione interessata. La quale<br />

sarà coinvolta sia in chiave progettuale<br />

che contenutistica al fine di poter creare<br />

una visione urbana collettiva, figlia della<br />

commistione di sapere ed esperienze sia<br />

di chi vive sia di chi studia il territorio.<br />

La prima proposta,<br />

utilizza come base<br />

lo schema di costruzione<br />

dei piani delineato<br />

dal quadro<br />

normativo vigente.<br />

La nostra modifica<br />

inserisce degli attori<br />

che possano annullare<br />

il gap informativo<br />

che manca agli<br />

operatori, favorendo<br />

lo scambio d’idee<br />

tra stakeholders diversi,<br />

e alimentando<br />

una visione più ampia<br />

e più vicina alla<br />

realtà. La proposta<br />

è chiamata “parassita”,<br />

perché come<br />

in natura il parassita<br />

utilizza gli organismi<br />

superiori per espletare<br />

le funzioni, in<br />

maniera astratta la<br />

nostra proposta vuole<br />

utilizzare la struttura<br />

politico amministrativa<br />

già presente<br />

modificandone in<br />

parte i contenuti<br />

e quindi i risultati.<br />

PI


SOCIETÀ MISTA


Gli elementi d’innovazione che abbiamo inserito<br />

all’interno della proposta di PAT e PI parassita<br />

sono due: “la società mista“ e “l’organo di controllo“.<br />

Le nostre modifiche sono partite dal PAT. Secondo criteri<br />

di legge, la giunta comunale presenta in comune<br />

un documento preliminare che contiene gli obiettivi generali<br />

del futuro piano e delle indicazioni sullo sviluppo<br />

sostenibile del territorio. La proposta parassita, invece,<br />

propone un documento creato da una “società mista”<br />

che collaborerà con la giunta comunale per la redazione<br />

del documento preliminare. Questo documento sarà<br />

redatto in un ambiente partecipato da chi il territorio lo<br />

vive e lo crea con le scelte quotidiane. La società mista<br />

sarà composta da rappresentanti dei cittadini, associazioni,<br />

imprenditori, ricercatori, e tutti coloro che vorranno<br />

partecipare alla prima bozza di piano, supervisionati<br />

da tecnici comunali che poi avranno il compito di redigere<br />

il piano vero e proprio. Questa si doterà di uno statuto<br />

riconosciuto da tutte le parti in causa, ricercherà nuove<br />

modalità di risoluzione delle problematiche, e si avvarrà<br />

di figure specializzate per la mediazione e facilitazione<br />

dei dibattiti durante i tavoli di coprogettazione. Il vantaggio<br />

di questa società, rispetto alla situazione attuale,<br />

sarà di lavorare sull’”inatteso” ricercando l’innovazione<br />

e volontà di cambiare le logiche decisionali classiche.<br />

I tecnici dell’amministrazione interessata supervisioneranno<br />

il processo e provvederanno a gestire il dialogo tra<br />

le varie parti insieme ai facilitatori già descritti. I tecnici<br />

dovranno restituire i vari output creati il giorno prima,<br />

per il giorno dopo e delineare il documento preliminare.<br />

Questo documento redatto insieme alla giunta comunale<br />

non potrà che essere condiviso per poter divenire<br />

documento preliminare. Durante tutto l’iter d’approvazione,<br />

sono previste delle attività parallele, di carattere<br />

temporaneo, che consentano di testare in tempo reale, o<br />

quasi, le decisioni prese in itinere. Dando la possibilità di<br />

registrare feedback positivi o negativi sulle scelte prese.


ORGANO DI CONTROLLO E TAVOLI TEMATICI


Per consentire un controllo a valle del documento redatto<br />

abbiamo inserito un organo di controllo. Il quale<br />

ha preso in carico il disegno di piano fatto all’inizio del<br />

processo, ha raccolto tutti i risultati ottenuti dalle sperimentazioni<br />

su campo e li confronterà con il disegno di<br />

piano proposto poi dal consiglio comunale. Il documento<br />

complessivo segue l’iter procedurale normativo: consiglio<br />

comunale, consultazione pubblica e conferenza<br />

dei servizi. Sempre in virtù di controllo e affermazione<br />

delle idee proposte sulla base partecipata iniziale, l’organo<br />

di controllo partecipa alla conferenza dei servizi<br />

avendo un peso superiore rispetto agli altri partecipanti.<br />

Segue il consiglio comunale e l’invio del piano alla<br />

provincia. Quando il piano giunge in giunta provinciale,<br />

la società mista interviene modificando il target dei sui<br />

interessi. Questa volta il piano, che giunge in provincia<br />

per avere una visione più ampia rispetto alla sfera comunale,<br />

viene modificato in collaborazione con la società<br />

mista che sarà strutturata ed avrà compiti di concertazione<br />

a più ampia scala. Approvato il piano dalla<br />

giunta provinciale, si attenderà la sua completa ratifica.<br />

Nel PI troviamo sempre la società mista che pur mantenendo<br />

la sua multidisciplinarità, conterrà gli stessi<br />

attori che parteciparono al PAT aiutando il sindaco<br />

a concretizzare le linee guida descritte nel PAT. L’iter<br />

burocratico prevede che il sindaco consegni il documento<br />

delle priorità al consiglio comunale. Successivamente<br />

partirà la fase di consultazione, partecipazione<br />

e concertazione della proposta di piano supervisionata<br />

da tavoli tematici. Questi si divideranno in relazione<br />

alle tematiche proposte dal sindaco e dalla società<br />

mista. Le proposte progettuali realizzate, verranno<br />

poi esposte e spiegate alla popolazione interessata<br />

orientando le scelte alle proposte in oggetto e spiegandone<br />

le ragioni. In questa fase non si escludono<br />

laboratori partecipati con le scuole di secondo livello<br />

che potranno dare, a seconda del loro indirizzo, un<br />

apporto culturale-tecnico alla popolazione li presente.


PAT BOTTOM-UP<br />

Società mista<br />

Creazione di una società composta da rappresentanti<br />

dei cittadini, associazioni, imprenditori,<br />

ricercatori, ecc. Con la collaborazione forte degli<br />

enti di ricerca e università<br />

+<br />

locali.<br />

Giunta comunale<br />

Elabora un documento preliminare e propone ai<br />

soggetti interessati un Accordo di pianificazione<br />

Documento preliminare<br />

Contiene gli obiettivi generali del futuro piano e<br />

delle indicazioni sullo sviluppo sostenibile del<br />

territorio<br />

Accordo di pianificazione<br />

Recepisce il documento preliminare informando<br />

i soggetti coinvolti degli obblighi reciproci. Definisce<br />

come fare il quadro conoscitivo del piano.<br />

Redazione piano<br />

Sottoscritto l’accordo si procede alla redazione<br />

del piano<br />

Organo di controllo<br />

Partecipa alla redazione del piano, concretizzando<br />

le direttive della società mista ed inserendo le<br />

basi per la creazione di piani integrati<br />

Consiglio comunale<br />

Il piano viene adottato dal consiglio comunale e<br />

depositato in sede pubblicamente.<br />

Consultazione pubblica<br />

Il piano può essere visionato per 30 giorni dopo<br />

la sua pubblicazione. I successivi 30 giorni serviranno<br />

alla raccolta delle osservazioni.<br />

Organo di controllo<br />

Partecipa alla conferenza dei servizi confermando<br />

le idee proposte dalla società mista e<br />

dall’organo di controllo<br />

Conferenza dei servizi<br />

A cui partecipera un singolo esponente<br />

dell’organo rappresentante. La conferenza<br />

servirà per poter dibattere sulle osservazioni<br />

raccolte. Solo se si raggiungerà un accordo il<br />

piano si considererà approvato.<br />

Consiglio comunale<br />

Fatte le controdeduzioni alle osservazioni raccolte,<br />

potrà modificare il piano secondo le osservazioni<br />

pervenute.<br />

Provincia<br />

Il piano viene inviato in provincia insieme alle<br />

osservazioni, controdeduzioni e eventuali modifiche.<br />

Società mista<br />

Società mista composta da attori di rilievo provinciale/regionale,<br />

portatori di diversi interessi<br />

che spaziano da quelli legati alla qualità del<br />

territorio fino agli aspetti economici. Questa<br />

collaborerà con la giunta comunale in termini di<br />

coprogettazione finale delle specifiche del piano.<br />

Giunta comunale<br />

Recepisce la conferenza dei servizi, attende<br />

risposta dalla giunta provinciale e in fine ratifica<br />

il piano. Lo strumento urbanistico diverrà operativo<br />

dopo 15 giorni dalla sua pubblicazione nel<br />

BUR.<br />

Giunta provinciale<br />

Dal momento di presa in carico la giunta provinciale<br />

avrà 240 giorni per invalidare il documento<br />

prima del silenzio assenso. Inoltre questa potrà<br />

modificare il piano sostituendosi al consiglio<br />

comnale per aggiunte d’ufficio.<br />

Giunta provinciale<br />

Dal momento di presa in carico la giunta provinciale,<br />

facente funzione di controllore per conto<br />

della regione, avrà 90 giorni per invalidare il<br />

documento prima del silenzio assenso. Inoltre<br />

questa potrà modificare il piano solo per le<br />

difformità rispetto ai piani sovraordinati e agli<br />

standard/indicatori di nuova generazione.<br />

Giunta provinciale<br />

Lo strumento urbanistico diverrà operativo dopo<br />

15 giorni dalla sua pubblicazione nel BUR.<br />

PAT<br />

Durata complessiva per la formazione del piano:<br />

-minimo 2 anni (Montegrotto Terme ha impiegato<br />

6 anni)<br />

-tassativamente 1 anno e 3 mesi<br />

PROPOSTA BOTTOM-UP


PI BOTTOM-UP<br />

Società mista<br />

Creazione di una società composta da rappresentanti<br />

dei cittadini, associazioni, imprenditori,<br />

ricercatori, ecc. Con la collaborazione forte degli<br />

enti di ricerca e università locali. Avendo un<br />

indirizzo più tecnico-territoriale<br />

Sindaco<br />

Presenta all’interno del consiglio comunale un<br />

documento dove evidenzia le priorità, trasformazioni<br />

urbanistiche, interventi e opere pubbliche<br />

da realizzare.<br />

Consiglio comunale<br />

il Sindaco illustra gli effetti attesi del piano.<br />

Mediatore/Facilitatore<br />

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Mediatore/Facilitatore<br />

Consultazione<br />

Confronto tra altri enti pubblici<br />

Partecipazione<br />

Tavolo di lavoro condiviso con altre associazioni<br />

economiche<br />

Tavoli tematici<br />

I tavoli tematici in una prima fase saranno<br />

divisi per tematiche riguardanti le priorità<br />

delineate dal sindaco e dalla società<br />

mista. In una seconda fase quando saranno<br />

delineate le proposte progettuali,<br />

queste saranno sottoposte alla revisione<br />

della pop olazione interessata. La quale<br />

sarà coinvolta sia in chiave progettuale<br />

che contenutistica al fine di poter creare<br />

una visione urbana collettiva, figlia della<br />

commistione di sapere ed esperienze sia<br />

di chi vive sia di chi studia il territorio.<br />

Concertazione<br />

Incontro con associazioni sociali e tutti gli<br />

interessati al piano<br />

Consiglio comunale<br />

Il consiglio adotta e approva il piano proposto.<br />

Consultazione pubblica<br />

Entro 8 giorni dall’adozione il piano è a disposizione<br />

del pubblico per 30 giorni. Dando la possibilità<br />

di poter raccogliere le osservazioni pubbliche.<br />

Consiglio comunale<br />

Dopo il termine dei 30 giorni il consiglio ha 60<br />

giorni per decidere sulle osservazioni pervenute<br />

ed approvare il piano.<br />

Libera visione del piano<br />

Il piano è messo a disposizione all’internod el<br />

comune per la libera consultazione.<br />

Provincia<br />

Una copia del piano viene inviata alla provincia<br />

per i controli con gli altri strumenti sovraordinati.<br />

Comune<br />

Approva il piano e dopo 15 giorni dalla pubblicazione<br />

sul BUR il piano sarà operativo.<br />

PI<br />

Durata complessiva per la formazione del piano:<br />

-minimo 2 anni<br />

-tassativamente 1 anno e 3 mesi


INDICATORI DI QUALITÀ


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