Pagine scelte di Genesi 1-11 Genesi 1 (testo integrale)

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la loro specie, e tutti gli uccelli alati secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona. [22] Dio li benedisse: "Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le acque dei mari; gli uccelli si moltiplichino sulla terra". [23] E fu sera e fu mattina: quinto giorno. (CCC 297) La fede nella creazione “dal nulla” è attestata nella Scrittura come una verità piena di promessa e di speranza. Così la madre dei sette figli li incoraggia al martirio: “Non so come siate apparsi nel mio seno; non io vi ho dato lo spirito e la vita, né io ho dato forma alle membra di ciascuno di voi. Senza dubbio il Creatore del mondo, che ha plasmato all'origine l'uomo e ha provveduto alla generazione di tutti, per la sua misericordia vi restituirà di nuovo lo spirito e la vita, come voi ora per le sue leggi non vi curate di voi stessi. […] Ti scongiuro, figlio, contempla il cielo e la terra, osserva quanto vi è in essi e sappi che Dio li ha fatti non da cose preesistenti; tale è anche l'origine del genere umano” (2Mac 7,22-23.28). (CCC 298) Dio, poiché può creare dal nulla, può anche, per opera dello Spirito Santo, donare ai peccatori la vita dell'anima, creando in essi un cuore puro [Sal 51,12], e ai defunti, con la risurrezione, la vita del corpo, egli “che dà vita ai morti e chiama all'esistenza le cose che ancora non esistono” (Rm 4,17). E, dal momento che, con la sua Parola, ha potuto far risplendere la luce dalle tenebre [Gen 1,3], può anche donare la luce della fede a coloro che non lo conoscono [2Cor 4,6]. (Gen 1, 24-25) La terra produca esseri viventi [24] Dio disse: "La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e bestie selvatiche secondo la loro specie". E così avvenne: [25] Dio fece le bestie selvatiche secondo la loro specie e il bestiame secondo la propria specie e tutti i rettili del suolo secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona. (CCC 300) Dio è infinitamente più grande di tutte le sue opere [Sir 43,30]: “Sopra i cieli si innalza” la sua “magnificenza” (Sal 8,2),“la sua grandezza non si può misurare” (Sal 145,3). Ma poiché egli è il Creatore sovrano e libero, causa prima di tutto ciò che esiste, egli è presente nell'intimo più profondo delle sue creature: “In lui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo” (At 17,28). Secondo le parole di sant'Agostino, egli è “interior intimo meo et superior summo meo - più intimo della mia parte più intima, più alto della mia parte più alta” [Sant'Agostino, Confessiones, 3, 6, 11: PL 32, 688]. (CCC 301) Dopo averla creata, Dio non abbandona a se stessa la sua creatura. Non le dona soltanto di essere e di esistere: la conserva in ogni istante nell'”essere”, le dà la facoltà di agire e la conduce al suo termine. Riconoscere questa completa dipendenza in rapporto al Creatore è fonte di sapienza e di libertà, di gioia, di fiducia: “Tu ami tutte le cose esistenti, e nulla disprezzi di quanto hai creato; se tu avessi odiato qualcosa, non l'avresti neppure creata. Come potrebbe sussistere una cosa se tu non vuoi? O conservarsi se tu non l'avessi chiamata all'esistenza? Tu risparmi tutte le cose, perché tutte son tue, Signore, amante della vita” (Sap 11,24-26). (CCC 344) Esiste una solidarietà fra tutte le creature per il fatto che tutte hanno il medesimo Creatore e tutte sono ordinate alla sua gloria: Laudato si, mi Signore, cum tucte le tue creature, spetialmente messer lo frate Sole, lo quale è iorno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu et radiante cum grande splendore: de te, Altissimo, porta significatione… Laudato si’, mi’ Signore, per sor acqua, la quale è

molto utile et umile et pretiosa et casta… Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa et produce diversi fructi con coloriti fiori et erba… Laudate et benedicete mi’ Signore, et rengratiate et servitelo cum grande humilitate [San Francesco d'Assisi, Cantico delle creature]. (Gen 1, 26a) Facciamo l'uomo a nostra immagine [26a] E Dio disse: "Facciamo l'uomo a nostra immagine, (CCC 343) L'uomo è il vertice dell'opera della creazione. Il racconto ispirato lo esprime distinguendo nettamente la creazione dell'uomo da quella delle altre creature [Gen 1,26]. (CCC 293) È una verità fondamentale che la Scrittura e la Tradizione costantemente insegnano e celebrano: “Il mondo è stato creato per la gloria di Dio” [Concilio Vaticano I, Cost. dogm. Dei Filius: DS 3025]. Dio ha creato tutte le cose, spiega san Bonaventura, “non […] propter gloriam augendam, sed propter gloriam manifestandam et propter gloriam suam communicandam - non per accrescere la propria gloria, ma per manifestarla e per comunicarla” [San Bonaventura, In secundum librum Sententiarum, 1, 2, 2, 1]. Infatti Dio non ha altro motivo per creare se non il suo amore e la sua bontà: “Aperta manu clave amoris creaturae prodierunt - Aperta la mano dalla chiave dell'amore, le creature vennero alla luce” [San Tommaso d'Aquino, Commentum in secundum librum Sententiarum, Prologus]. E il Concilio Vaticano I spiega: “Nella sua bontà e con la sua onnipotente virtù, non per aumentare la sua beatitudine, né per acquistare perfezione, ma per manifestarla attraverso i beni che concede alle sue creature, questo solo vero Dio ha, con la più libera delle decisioni, dall'inizio dei tempi, creato dal nulla l'una e l'altra creatura, la spirituale e la corporale” [Concilio Vaticano I: DS 3002]. (CCC 294) La gloria di Dio è che si realizzi la manifestazione e la comunicazione della sua bontà, in vista delle quali il mondo è stato creato. Ci ha predestinati “a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, secondo il beneplacito della sua volontà. E questo a lode e gloria della sua grazia” (Ef 1,5-6). “Infatti la gloria di Dio è l'uomo vivente e la vita dell'uomo è la visione di Dio: se già la rivelazione di Dio attraverso la creazione procurò la vita a tutti gli esseri che vivono sulla terra, quanto più la manifestazione del Padre per mezzo del Verbo dà la vita a coloro che vedono Dio” [Sant'Ireneo di Lione, Adversus haereses, 4, 20, 7: PG 7, 1037]. Il fine ultimo della creazione è che Dio, “che di tutti è il Creatore, possa anche essere "tutto in tutti" (1Cor 15,28) procurando ad un tempo la sua gloria e la nostra felicità” [Conc. Ecum. Vat. II, Ad gentes, 2]. (Gen 1, 26b) A nostra somiglianza [26b] A nostra somiglianza (CCC 355) “Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò” (Gen 1,27). L'uomo, nella creazione, occupa un posto unico: egli è “a immagine di Dio”; nella sua natura unisce il mondo spirituale e il mondo materiale; è creato “maschio e femmina”; Dio l'ha stabilito nella sua amicizia. (CCC 356) Di tutte le creature visibili, soltanto l'uomo è “capace di conoscere e di amare il proprio Creatore” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 12]; “è la sola creatura che Dio abbia voluto per se stessa” [Ibid., 24]; soltanto l'uomo è chiamato a condividere, nella conoscenza e nell'amore, la vita di Dio. A questo fine è stato creato ed è questa la ragione fondamentale della sua dignità.

la loro specie, e tutti gli uccelli alati secondo la loro specie. E Dio vide che<br />

era cosa buona. [22] Dio li bene<strong>di</strong>sse: "Siate fecon<strong>di</strong> e moltiplicatevi e<br />

riempite le acque dei mari; gli uccelli si moltiplichino sulla terra". [23] E fu<br />

sera e fu mattina: quinto giorno.<br />

(CCC 297) La fede nella creazione “dal nulla” è attestata nella Scrittura<br />

come una verità piena <strong>di</strong> promessa e <strong>di</strong> speranza. Così la madre dei sette figli li<br />

incoraggia al martirio: “Non so come siate apparsi nel mio seno; non io vi ho dato lo<br />

spirito e la vita, né io ho dato forma alle membra <strong>di</strong> ciascuno <strong>di</strong> voi. Senza dubbio il<br />

Creatore del mondo, che ha plasmato all'origine l'uomo e ha provveduto alla<br />

generazione <strong>di</strong> tutti, per la sua misericor<strong>di</strong>a vi restituirà <strong>di</strong> nuovo lo spirito e la vita,<br />

come voi ora per le sue leggi non vi curate <strong>di</strong> voi stessi. […] Ti scongiuro, figlio,<br />

contempla il cielo e la terra, osserva quanto vi è in essi e sappi che Dio li ha fatti non<br />

da cose preesistenti; tale è anche l'origine del genere umano” (2Mac 7,22-23.28).<br />

(CCC 298) Dio, poiché può creare dal nulla, può anche, per opera dello Spirito<br />

Santo, donare ai peccatori la vita dell'anima, creando in essi un cuore puro [Sal<br />

51,12], e ai defunti, con la risurrezione, la vita del corpo, egli “che dà vita ai morti e<br />

chiama all'esistenza le cose che ancora non esistono” (Rm 4,17). E, dal momento<br />

che, con la sua Parola, ha potuto far risplendere la luce dalle tenebre [Gen 1,3], può<br />

anche donare la luce della fede a coloro che non lo conoscono [2Cor 4,6].<br />

(Gen 1, 24-25) La terra produca esseri viventi<br />

[24] Dio <strong>di</strong>sse: "La terra produca esseri viventi secondo la loro specie:<br />

bestiame, rettili e bestie selvatiche secondo la loro specie". E così avvenne:<br />

[25] Dio fece le bestie selvatiche secondo la loro specie e il bestiame<br />

secondo la propria specie e tutti i rettili del suolo secondo la loro specie. E<br />

Dio vide che era cosa buona.<br />

(CCC 300) Dio è infinitamente più grande <strong>di</strong> tutte le sue opere [Sir 43,30]:<br />

“Sopra i cieli si innalza” la sua “magnificenza” (Sal 8,2),“la sua grandezza non si<br />

può misurare” (Sal 145,3). Ma poiché egli è il Creatore sovrano e libero, causa prima<br />

<strong>di</strong> tutto ciò che esiste, egli è presente nell'intimo più profondo delle sue creature: “In<br />

lui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo” (At 17,28). Secondo le parole <strong>di</strong><br />

sant'Agostino, egli è “interior intimo meo et superior summo meo - più intimo della<br />

mia parte più intima, più alto della mia parte più alta” [Sant'Agostino, Confessiones,<br />

3, 6, <strong>11</strong>: PL 32, 688]. (CCC 301) Dopo averla creata, Dio non abbandona a se stessa<br />

la sua creatura. Non le dona soltanto <strong>di</strong> essere e <strong>di</strong> esistere: la conserva in ogni<br />

istante nell'”essere”, le dà la facoltà <strong>di</strong> agire e la conduce al suo termine. Riconoscere<br />

questa completa <strong>di</strong>pendenza in rapporto al Creatore è fonte <strong>di</strong> sapienza e <strong>di</strong> libertà, <strong>di</strong><br />

gioia, <strong>di</strong> fiducia: “Tu ami tutte le cose esistenti, e nulla <strong>di</strong>sprezzi <strong>di</strong> quanto hai<br />

creato; se tu avessi o<strong>di</strong>ato qualcosa, non l'avresti neppure creata. Come potrebbe<br />

sussistere una cosa se tu non vuoi? O conservarsi se tu non l'avessi chiamata<br />

all'esistenza? Tu risparmi tutte le cose, perché tutte son tue, Signore, amante della<br />

vita” (Sap <strong>11</strong>,24-26). (CCC 344) Esiste una solidarietà fra tutte le creature per il fatto<br />

che tutte hanno il medesimo Creatore e tutte sono or<strong>di</strong>nate alla sua gloria: Laudato<br />

si, mi Signore, cum tucte le tue creature, spetialmente messer lo frate Sole, lo quale è<br />

iorno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu et ra<strong>di</strong>ante cum grande splendore: de te,<br />

Altissimo, porta significatione… Laudato si’, mi’ Signore, per sor acqua, la quale è

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