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Fondazione Pesaro Nuovo Cinema Onlus<br />

Laboratorio Cinema-Università degli Studi di Roma Tor Vergata<br />

presentano<br />

in collaborazione con Kimerafilm<br />

Il cineasta multitasking<br />

Carlo Lizzani, <strong>cinema</strong> e altro<br />

di Vito Zagarrio<br />

Italia, 2010, 52', MiniDV, colore<br />

BIF&ST Bari International Film&Tv Festival<br />

Sezione Cinema sul <strong>cinema</strong><br />

Proiezione: lunedì 24 gennaio 2011, ore 20.00 Multi<strong>cinema</strong> Galleria sala 5<br />

Replica: lunedì 24 gennaio 2011, ore 21.45Multi<strong>cinema</strong> Galleria sala 5<br />

Materiali per la stampa su: www.pesarofilmfest.it


CAST TECNICO<br />

Regia/direction<br />

fotografia/<strong>cinema</strong>tography<br />

montaggio/editor<br />

assistente al montaggio/<br />

assistant editor<br />

produttore esecutivo/<br />

executive producer<br />

produzione/production<br />

Vito Zagarrio<br />

Andrea Gagliardi Simone Isola, Luca Lardieri<br />

Pierpaolo De Sanctis<br />

Leonardo Lemma<br />

Antonio Valerio Spera<br />

Fondazione Pesaro Nuovo Cinema Onlus<br />

Laboratorio Cinema-Università degli Studi di Roma Tor<br />

Vergata<br />

in collaborazione con Kimerafilm<br />

Una lunga intervista a Carlo Lizzani (la cui trascrizione è contenuta<br />

nel volume a cura di Vito Zagarrio “Carlo Lizzani. Un lungo viaggio<br />

nel <strong>cinema</strong>”, pubblicato da Marsilio in occasione <strong>del</strong> 24° E-<br />

vento Speciale a lui dedicato all’interno <strong>del</strong>la 46° <strong>Mostra</strong> Internazionale<br />

<strong>del</strong> Nuovo Cinema che si è svolta a Pesaro nel giugno<br />

2010), che ricostruisce il suo percorso politico e culturale, e affronta<br />

il tema <strong>del</strong> suo essere “eclettico”, che ha provocato, a volte,<br />

un pregiudizio <strong>del</strong>la critica.


VITO ZAGARRIO<br />

PROFESSIONE CINEASTA. LIZZANI AUTORE MULTITASKING<br />

Affrontare l’opera di Carlo Lizzani vuol dire fare i conti con la storia <strong>del</strong> <strong>cinema</strong> e la storia<br />

d’Italia negli ultimi settant’anni. La sua longevità artistica, il suo eclettismo, la sua<br />

elasticità rispetto alla nozione di autore, la sua frequentazione dei generi, fanno <strong>del</strong> suo<br />

<strong>cinema</strong> un serbatoio enorme di temi possibili, tanti fili rossi attraverso cui analizzare le<br />

tipologie, le fonti, i mo<strong>del</strong>li produttivi, le dinamiche industriali e culturali <strong>del</strong> film. Vediamone<br />

alcuni. Parto dal <strong>cinema</strong> come fonte e specchio <strong>del</strong>la storia, per dirla alla Ferro:<br />

ecco che Lizzani rivisita il fascismo e l’antifascismo, da Achtung! Banditi! a Il sole<br />

sorge ancora, dal Processo di Verona a Mussolini ultimo atto; rende omaggio<br />

all’Olocausto (L’oro di Roma, e l’ultimo lungometraggio Hotel Meina, sulla strage di un<br />

gruppo di ebrei all’indomani <strong>del</strong>l’8 settembre); analizza il comunismo con Bucharin,Un’isola,<br />

CaroGorbachov, il boomeconomico con La vita agra, la corruzione con Roma<br />

bene, il terrorismo con Kleinhoff Hotel, Il caso Dozier, Nucleo zero. Prendo il rapporto<br />

tra <strong>cinema</strong> e letteratura: ecco la possibilità di rileggere sotto altra luce Cronache<br />

di poveri amanti da Pratolini e La vita agra da Bianciardi, oppure Fontamara da Silone, o<br />

Celluloide da Pirro. Continuo col metalinguaggio: ancora con Celluloide ecco Lizzani riflettere<br />

sulla stessa macchina-<strong>cinema</strong> oltre che ricostruire un evento storico irripetibile.<br />

E poi i generi: Lizzani affronta il comico e la commedia (Lo svitato, Il carabiniere a cavallo),<br />

il thriller (La casa <strong>del</strong> tappeto giallo), il film-cronaca (Mamma Ebe), il western<br />

(Requiescant), il poliziesco (Banditi a Milano, Lutring, Crazy Joe). Diventano essenziali<br />

nell’era contemporanea le relazioni tra <strong>cinema</strong> e televisione e le ibridazioni con<br />

l’elettronica e il digitale: ed ecco che Lizzani realizza il documentario su Venezia nella<br />

serie sulle città europee, o il tvmovie La donna <strong>del</strong> treno; si dedica alla cosiddetta<br />

“fiction” televisiva adottando gli standard alti <strong>del</strong> linguaggio filmico, come in Maria José.<br />

L’ultima regina, e diventa videomaker usando le tecnologie leggere per i suoi documentari<br />

sui cineasti (Zavattini, De Santis).<br />

Il lungo percorso di Lizzani “attraverso il Novecento” (come suona la sua raccolta, una<br />

sorta di diario dall’interno <strong>del</strong> <strong>cinema</strong> italiano) permette di fotografare uno spaccato<br />

d’Italia dal ventennio fascista all’era <strong>del</strong> postmoderno; egli stesso, infatti, sottolinea<br />

come attraverso i suoi film si possano raffigurare interi decenni <strong>del</strong>la storia italiana. Ed<br />

è un progetto che ha in cuore da sempre di realizzare, quello di un film di montaggio<br />

che racconti la storia <strong>del</strong> “secolo breve” in Italia solo attraverso gli spezzoni <strong>del</strong> suo <strong>cinema</strong><br />

(un piccolo sogno che l’Evento speciale <strong>del</strong>la <strong>Mostra</strong> di Pesaro <strong>del</strong> 2010 ha realizzato).<br />

Il suo è un eclettismo intellettuale atipico nel <strong>cinema</strong> italiano. Ma uso appositamente<br />

nel titolo la nozione computeristica di “multitasking”, proprio per eliminare ogni equivoco<br />

e ogni accezione negativa dall’idea di “eclettismo” come dispersione o come indecisione<br />

o come eccesso di desideri. “Multitasking” dà meglio l’idea <strong>del</strong>la voglia – forse<br />

dolcemente infantile – di Lizzani di amare il <strong>cinema</strong> a tutti i livelli e in tutte le espressioni<br />

(un’idea in cui mi riconosco totalmente). Senza sentirsi “schizofrenico”. Invece la<br />

sua versatilità e la sua completezza intellettuale gli permettono di affrontare tutti i<br />

gangli <strong>del</strong>la macchina<strong>cinema</strong>: i festival (ha diretto la <strong>Mostra</strong> di Venezia in anni cruciali),<br />

la critica (dal lavoro col gruppo «Cinema» alla sua nota Storia <strong>del</strong> <strong>cinema</strong> italiano, dai<br />

volumi di saggi – ad esempio Il discorso <strong>del</strong>le immagini. Cinema e televisione: quale e-<br />

stetica? – ai molti documentari sul <strong>cinema</strong>), la politica pura (nel passaggio dal Fascismo<br />

alla Resistenza, nella lunga militanza nel PCI), la politica associazionistica (presidente<br />

<strong>del</strong>l’ANAC, l’associazione degli autori <strong>cinema</strong>tografici, punto di riferimento <strong>del</strong>la politica<br />

culturale <strong>del</strong>la sinistra dal dopoguerra a oggi, senza dimenticare la FICC <strong>internazionale</strong>),<br />

la politica <strong>cinema</strong>tografica (dall’istanza cooperativa di Achtung! Banditi! sino alle<br />

battaglie sul diritto d’autore).<br />

(estratto da Carlo Lizzani. Un lungo viaggio nel <strong>cinema</strong>, Marsilio, 2010)


CARLO LIZZANI<br />

BIOGRAFIA<br />

Carlo Lizzani nasce a Roma il 3 aprile 1922. Il suo poliedrico profilo artistico e umano si<br />

esplicita da subito in una multiforme operosità che, durante tutta la carriera, lo vede<br />

impegnato parimenti sul fronte <strong>del</strong>la speculazione intellettuale e <strong>del</strong>l’animazione culturale<br />

quanto su quello di una pratica filmica inizialmente connessa con una intensa militanza<br />

politica nelle file <strong>del</strong> pci (dopo aver per un certo periodo, soprattutto nel 1942-43,<br />

cullato il sogno di diventare un politico di professione, Lizzani verrà dissuaso proprio da<br />

Enrico Berlinguer).<br />

Sin da giovane si dimostra osservatore attento e partecipe <strong>del</strong>la realtà storico-politica e<br />

<strong>cinema</strong>tografica che lo circonda, cominciando a svolgere un ruolo attivo all’interno <strong>del</strong>la<br />

vicenda neorealista anzitutto attraverso i suoi contributi sulle pagine di riviste come<br />

«Cinema» e «Bianco e Nero». Tale propensione verso la scrittura si declina presto non<br />

solo nella forma saggistica, ma anche in quella più “creativa” <strong>del</strong>la sceneggiatura<br />

nell’ambito di un’attività che lo porta sul campo a collaborare con maestri quali Roberto<br />

Rossellini (a fianco <strong>del</strong> quale partecipa, nel 1947, all’avventura <strong>del</strong>la realizzazione di<br />

Germania anno zero) e Giuseppe De Santis (conosciuto nel 1942, insieme con Gianni Puccini,<br />

presso la sala “Cineattualità” di Via Borgognona), con cui stabilisce un sodalizio<br />

professionale punteggiato da opere come Caccia tragica (1948) e Riso amaro (1949). Dopo<br />

aver ricoperto anche il ruolo di attore in Il sole sorge ancora (1946) di Aldo Vergano,<br />

Carlo Lizzani esordisce nella regia nel 1951 con Achtung! Banditi!, film sulla Resistenza<br />

che marca l’orientamento successivo <strong>del</strong>la sua carriera registica, come dimostra già, solo<br />

due anni più tardi, l’esempio di Cronache di poveri amanti (da Vasco Pratolini), ancora<br />

una vicenda di antifascismo.<br />

La Storia con la “s” maiuscola, sempre interpretata nel suo rapporto con le storie (con la<br />

“s” minuscola) degli uomini e in particolare con la configurazione da esse assunta nel<br />

territorio <strong>del</strong>la cronaca, si segnala dunque, sin da subito, come il motore propulsivo di<br />

una filmografia densa di titoli e di incursioni nelle forme e nei generi più diversi (dalla<br />

commedia di Il carabiniere a cavallo al western all’italiana di Requiescant, dal gangster<br />

movie di Banditi a Milano all’erotico di Kleinhoff Hotel, senza contare tutta la parallela<br />

linea documentaristica, altrettanto ricca di esempi dalla matrice più diversa).<br />

La produttiva dialettica tra le due fondamentali componenti <strong>del</strong>l’”anima divisa in due”<br />

di Carlo Lizzani (il teorico che mette costantemente al vaglio <strong>del</strong>la pratica le proprie intuizioni,<br />

recependo dalla militanza sul campo stimoli per un arricchimento continuo <strong>del</strong><br />

ruolo di intellettuale) si traduce negli anni anche in una prolificità sul piano critico e teorico<br />

che lo vede costantemente impegnato nel recupero <strong>del</strong>la memoria <strong>del</strong> <strong>cinema</strong> italiano.<br />

Tra i principali frutti di tale attività si evidenzia, da un lato, tra le altre opere,<br />

una Storia <strong>del</strong> <strong>cinema</strong> italiano (alla prima edizione, <strong>del</strong> 1954, ne seguiranno altre quattro,<br />

fino a quella più recente e aggiornata <strong>del</strong> 1992) e, dall’altro, una serie di videomonografie<br />

sul neorealismo e sui suoi maggiori esponenti la cui ideale sintesi <strong>cinema</strong>tografica<br />

è rappresentata nel 1996 da Celluloide, film in cui il regista si rifà all’omonimo libro<br />

di Ugo Pirro per ricostruire la genesi di Roma città aperta, opera-simbolo <strong>del</strong>la stagione<br />

neorealista.<br />

Impegnato anche sul fronte <strong>del</strong>la didattica in qualità di docente di regia e sceneggiatura<br />

al Centro Sperimentale di Cinematografia e di Tutor <strong>del</strong> Corso di Filmaker alla Act Multimedia,<br />

Lizzani si conferma dunque, nel tempo, come una <strong>del</strong>le personalità artistiche<br />

più capaci di tenere saldo un rapporto con la fattualità <strong>del</strong>le cose, che si rispecchia in<br />

una pari intelligenza e abilità nel mantenersi al passo con i sempre più repentini mutamenti<br />

<strong>del</strong>la realtà, come dimostra ad esempio in occasione <strong>del</strong> mandato di direttore <strong>del</strong>la<br />

<strong>Mostra</strong> <strong>del</strong> Cinema di Venezia quando, tra il 1979 e il 1982, oltre ad aprire le porte alla<br />

televisione, rivolge a più riprese una specifica attenzione al futuro tecnologico <strong>del</strong> <strong>cinema</strong><br />

attraverso l’organizzazione di una serie di mirate iniziative culturali.


L’urgenza di raccontare in “presa diretta” il presente e il passato <strong>del</strong> Paese si concretizza<br />

nell’ultimo trentennio anche in una pratica televisiva che, come testimoniano i casi<br />

di Stato d’emergenza (sulla vicenda Dozier) o Maria José, l’ultima regina (2002), traduce<br />

la voglia di Lizzani di rivolgersi ad un pubblico quanto più ampio possibile, mantenendo<br />

tuttavia sempre ben presente l’attenzione ad un’estetica mai disgiunta, in sintonia con<br />

il dettato neorealista, da un rigoroso atteggiamento etico nei confronti <strong>del</strong>la realtà e <strong>del</strong><br />

mondo.<br />

a cura di Christian Uva<br />

(estratto da Carlo Lizzani. Un lungo viaggio nel <strong>cinema</strong>, Marsilio, 2010)


CARLO LIZZANI<br />

FILMOGRAFIA<br />

LUNGOMETRAGGI<br />

Achtung! Banditi! (1951)<br />

Ai margini <strong>del</strong>la metropoli (1952)<br />

L’amore che si paga (episodio di Amore in città, 1953)<br />

Cronache di poveri amanti (1953)<br />

Lo svitato (1956)<br />

Esterina (1959)<br />

Il Gobbo (1960)<br />

Il carabiniere a cavallo (1961)<br />

L’oro di Roma (1961)<br />

Il processo di Verona (1963)<br />

La ronda (episodio di Amori pericolosi, 1964)<br />

La vita agra (1964)<br />

La Celestina P...R... (1964)<br />

L’Autostrada <strong>del</strong> sole (episodio di Thrilling, 1965)<br />

La guerra segreta (episodio italiano di Dirty Game, 1966)<br />

Un fiume di dollari (1966)<br />

Svegliati e uccidi (Lutring) (1966)<br />

Requiescant (1967)<br />

Banditi a Milano (1968)<br />

L’amante di Gramigna (1968)<br />

L’indifferenza (episodio di Amore e Rabbia, 1969)<br />

Barbagia (La società <strong>del</strong> malessere, 1969)<br />

Roma bene (1971)<br />

Torino nera (1972)<br />

Crazy Joe (1973)<br />

Mussolini: ultimo atto (1974)<br />

Storie di vita e di malavita - Racket <strong>del</strong>la prostituzione minorile (1975)<br />

San Babila ore 20: un <strong>del</strong>itto inutile (1976)<br />

Kleinhoff Hotel (1977)<br />

Fontamara (1980)<br />

La casa <strong>del</strong> tappeto giallo (1983)<br />

Mamma Ebe (1985)<br />

Caro Gorbaciov (1988)<br />

Cattiva (1991)<br />

Celluloide (1996)<br />

Hotel Meina (2007)<br />

TELEVISIONE<br />

Inverno di malato (episodio di Dieci registi italiani. Dieci racconti italiani, 1983)<br />

Nucleo Zero (1984)<br />

Un’isola (1986)<br />

Assicurazione sulla morte (episodio di Serie Nera, 1987)<br />

Emma (episodio di Quattro storie di donne 1950-1980, 1989)<br />

La trappola (1989)<br />

Stato d’emergenza. Il caso Dozier (1993)<br />

La donna <strong>del</strong> treno (1999)<br />

Maria José, l’ultima regina (2001)<br />

Le cinque giornate di Milano (2004)


CORTOMETRAGGI E DOCUMENTARI<br />

Festa <strong>del</strong>l’Unità (1948)<br />

Togliatti è ritornato (1949)<br />

Nel Mezzogiorno qualcosa è cambiato (1949)<br />

Modena, una città <strong>del</strong>l’Emilia rossa (o Via Emilia km. 147, 1949)<br />

Fatti di Modena (1950)<br />

La muraglia cinese (1957)<br />

Facce <strong>del</strong>l’Asia che cambia (1972)<br />

Una donna. Un paese. Intervista a Coretta King (1976)<br />

Africa nera Africa rossa (1976-77)<br />

Venezia, capitale culturale europea (episodio <strong>del</strong>la collana Le capitali culturali <strong>del</strong>la<br />

Nuova Unione Europea, 1982)<br />

C’era una volta un re e il suo popolo. Storia di Vittorio Emanuele III (1983)<br />

Sandro Pertini. Ritratto di un Presidente (1984)<br />

Sabatoventiquattromarzo (1984)<br />

L’addio a Enrico Berlinguer (1984)<br />

Flumen e Capitolium (“piloti” di Imago Urbis) (1987)<br />

Cagliari (episodio di 12 registi per 12 città) (1990)<br />

Milano crocevia d’Europa (1993)<br />

Antologia <strong>del</strong> <strong>cinema</strong> italiano. Neorealismo 1949-1954 (1993)<br />

Gli anni <strong>del</strong> dopoguerra e <strong>del</strong>la guerra fredda (1995)<br />

Un viaggio intorno a Federico II (1996)<br />

Luchino Visconti (1999)<br />

Roberto Rossellini (2001)<br />

Roberto Rossellini. Frammenti e battute (2001)<br />

Un mondo diverso è possibile (2001), ideato e coordinato da Francesco Maselli e diretto<br />

da trentatre registi italiani.<br />

Carlo Lizzani intervista Carlo Lizzani (2001)<br />

Le sfide (2001)<br />

Parlando di <strong>cinema</strong>. Il <strong>cinema</strong> italiano: testimonianze e protagonisti (2002)<br />

Il gesto di Veronica (episodio di Giornate di soli, 2002)<br />

Cesare Zavattini (2003)<br />

Il centenario di Agusta Westland (2003)<br />

Bergamo (2004)<br />

Lazio è musica. Tanto pe’ cantà (2005)<br />

La ricotta (2006)<br />

Napoli! Napoli! Napoli! Una provincia cuore <strong>del</strong> Mediterraneo (2007)<br />

Giuseppe Di Vittorio: voci di ieri e di oggi (2007)<br />

Giuseppe De Santis (2008)<br />

Torino, ieri e domani. Appunti di viaggio (2008)<br />

Il Politecnico di Bari: la fabbrica dei cervelli (2008)<br />

Policlinico: prossimo venturo (2008)<br />

I diritti <strong>del</strong>l’uomo (2008)<br />

Il mio Novecento (2010)


REGISTA<br />

VITO ZAGARRIO<br />

Nato a Firenze, è diplomato in regia al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma<br />

ed ha studiato alla New York University. Insegna Istituzioni di regia presso l’Università di<br />

Roma Tre, è autore di numerosi saggi e testi critici sul <strong>cinema</strong> e la televisione e regista<br />

di documentari e film di finzione, tra cui ricordiamo La donna <strong>del</strong>la luna (1987), con<br />

Greta Scacchi, Bonus Malus (1993), e Tre giorni d’anarchia (2006), con Enrico Lo Verso.<br />

E’ membro <strong>del</strong> Comitato scientifico <strong>del</strong>la <strong>Mostra</strong> Internazionale <strong>del</strong> Nuovo Cinema.<br />

Film di finzione (cortometraggi e lungometraggi)<br />

Merci Mariù (1975)<br />

La donna <strong>del</strong>la luna (1988)<br />

Un bel dì vedremo (1988)<br />

Movida! (1990)<br />

Bonus Malus (1993)<br />

Bianca & Nero (segmento per il film collettivo Intolerance, 1996)<br />

Elogio <strong>del</strong> sudicio (2000)<br />

Teresa (2001)<br />

Solidarietà (2003)<br />

Tre giorni d'anarchia (2004)<br />

Documentari<br />

La generazione <strong>del</strong> <strong>cinema</strong> (1979)<br />

Marlene amore mio (1980)<br />

L'energia difficile (1981)<br />

Divine Waters (1983)<br />

Ai confini <strong>del</strong>la televisione (1984)<br />

Quel sud diverso (1986)<br />

Viva la pasta! (1988)<br />

Alessandro Blasetti (1990)<br />

China 1994 (1994)<br />

24 novembre 1994 (1995)<br />

Uomo morto cammina! (1996)<br />

Schermi <strong>del</strong> passato - Le grandi sequenze (1996)<br />

L'infanzia di Ivan (e gli altri) (1997)<br />

Cara, amata scuola (1999)<br />

UER 2029 (1999)<br />

Fulbright 1949-1999 (1999)<br />

America Dreaming (2000)<br />

Pillole di <strong>cinema</strong> (2002)<br />

Cinema & Pubblicità (2002)<br />

Gli invisibili (2006)<br />

Backstage! Dietro le quinte <strong>del</strong>la Festa (2007)<br />

Velature segrete (2007)<br />

Argento on Argento (2008)<br />

Monicelli Monicelli (2009)<br />

Dalla Siberia con amore (2010)<br />

Il cineasta multitasking. Carlo Lizzani, <strong>cinema</strong> e altro (2010)


PRODUTTORI<br />

FONDAZIONE PESARO NUOVO CINEMA ONLUS<br />

Tra i principali eventi organizzati dalla Fondazione presieduta dal sindaco di Pesaro Luca<br />

Ceriscioli, c’è la <strong>Mostra</strong> Internazionale <strong>del</strong> Nuovo Cinema che nel 2011 giunge alla 47°<br />

edizione. In quasi mezzo secolo di attività la manifestazione, al cui interno trova spazio<br />

l’Evento speciale dedicato al <strong>cinema</strong> italiano, ha presentato e fatto conoscere tutte le<br />

principali esperienze legate alle Nouvelles Vagues degli anni Sessanta e Settanta: il <strong>nuovo</strong><br />

<strong>cinema</strong> esploso in Europa occidentale e orientale, ma anche in America latina – rassegne<br />

su <strong>cinema</strong> nôvo e <strong>cinema</strong> cubano -, e in Oriente - retrospettiva sulle nuove correnti<br />

<strong>del</strong> <strong>cinema</strong> giapponese. Il Festival ha mostrato in anteprima opere di autori diventati poi<br />

internazionalmente noti (Nagisa Oshima, Lino Brocka, Glauber Rocha, Ray Guerra, Raoul<br />

Ruiz…) e ha ospitato storici incontri e dibattiti cui hanno partecipato Roland Barthes,<br />

Christian Metz, Umberto Eco e Pier Paolo Pasolini.<br />

Più recentemente, la <strong>Mostra</strong> si è dedicata alla scoperta di <strong>cinema</strong>tografie emergenti: ha<br />

portato alla ribalta paesi come Spagna, Giappone, Cina, Taiwan, Hong Kong, Iran,<br />

Argentina, Messico e Russia. Sempre centrale è poi l’attenzione per gli autori che<br />

sperimentano nuovi linguaggi e forme espressive personali: da Chantal Akerman a<br />

Michael Snow.<br />

A fianco <strong>del</strong>l’attività di promozione dei film, la <strong>Mostra</strong> è molto impegnata sul versante<br />

editoriale pubblicando ogni anno un ampio catalogo e alcuni libri a carattere monografico.<br />

Si tratta di raccolte di saggi e di documenti che costituiscono uno strumento fondamentale<br />

per approfondire la conoscenza dei film e <strong>del</strong>le <strong>cinema</strong>tografie presentate al<br />

Festival. I volumi, ormai più di mille, sono stati adottati negli anni da tutte le cattedre<br />

di Storia <strong>del</strong> <strong>cinema</strong> <strong>del</strong>le università italiane.<br />

Negli ultimi anni la Fondazione ha anche prodotto i seguenti documentari:<br />

Gli invisibili – Esordi nel <strong>cinema</strong> italiano 2000-2006 di Christian Carmosino, Enrico Carocci,<br />

Pierpaolo De Sanctis, Francesco Del Grosso, a cura di Vito Zagarrio (2006)<br />

Argento on Argento, a cura di Vito Zagarrio (2008)<br />

Il cineasta multitasking. Carlo Lizzani, <strong>cinema</strong> e altro, a cura di Vito Zagarrio (2010)<br />

Fondazione Pesaro Nuovo Cinema Onlus<br />

Via E. Faà di Bruno, 67 - 00195 Roma - Tel. +39 06 4456643 - 06 491156 - Fax +39 06 44702121<br />

www.pesarofilmfest.it<br />

e-mail: info@pesarofilmfest.it


UNIVERSITÁ DEGLI STUDI DI ROMA TOR VERGATA<br />

Laboratorio Cinema<br />

Diretto dal Prof. Giovanni Spagnoletti e coordinato da Antonio Valerio Spera, il Laboratorio<br />

Cinema (L.C.) <strong>del</strong>la Facoltà di Lettere e Filosofia <strong>del</strong>l’Università di Roma Tor Vergata<br />

nasce nel 2006 per permettere agli studenti <strong>del</strong> DAMS (Dipartimento Arti Musica<br />

Spettacolo) di prendere confidenza con il lavoro <strong>cinema</strong>tografico, sia da un punto di vista<br />

pratico che creativo. Oltre a mettere a disposizione attrezzature professionali per la<br />

realizzazione di prodotti audiovisivi, il L.C. ha proposto attività formative con alcuni<br />

professionisti <strong>del</strong> settore <strong>cinema</strong>tografico; dal 2009 ha iniziato a realizzare anche <strong>del</strong>le<br />

coproduzione con società esterne.<br />

A parte numerosi cortometraggi realizzati dagli studenti <strong>del</strong> Dams, sono stati realizzati<br />

sinora i seguenti lavori:<br />

- La vita così come viene, (2010), docu-fiction di Tommaso Agnese (ex studente<br />

Dams). Prodotto da ASL Roma, Atalante Film e Laboratorio Cinema – Tor Vergata,<br />

54’.<br />

- Il cineasta multitasking. Carlo Lizzani, <strong>cinema</strong> e altro, (2010), doc. di montaggio,<br />

regia di Vito Zagarrio, prodotto in collaborazione con la Fondazione Pesaro Nuovo<br />

Cinema, 53’.<br />

- Fantasmi, (2020) lungometraggio di fiction a episodi scritto e diretto studenti ed<br />

ex studenti <strong>del</strong> Dams di Tor Vergata (Andrea Gagliardi, Omar Protani, Marco Farina,<br />

Roberto Palma, Stefano Prolli, Tommaso Agnese). Prodotto da Gabriele Albanesi<br />

in collaborazione con il Laboratorio Cinema, 75’.<br />

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA TOR VERGATA<br />

Laboratorio Cinema<br />

Via Columbia, 1 – 00133 – Roma – Tel. (0039) 06 2094-5131

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