PSICOPATOLOGIA DELL'OBESITA' ORDINE DEI ... - ABCsalute.it
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<strong>PSICOPATOLOGIA</strong> DELL’OBESITA’<br />
<strong>ORDINE</strong> <strong>DEI</strong> MEDICI – RAGUSA<br />
20 OTTOBRE 2012<br />
DR. GIUSEPPE SAPIENZA<br />
psichiatra
Traccia della presentazione<br />
• La dimensione del fenomeno<br />
• Indicazioni sulla prevenzione<br />
• I quadri clinici in psicopatologia<br />
• Le ipotesi neurobiologiche<br />
• Introduzione ai concetti di schema<br />
corporeo e immagine corporea<br />
• Gli interventi riabil<strong>it</strong>ativi
La dimensione del fenomeno<br />
Obes<strong>it</strong>à è ormai emergenza mondiale<br />
Un’epidemia mondiale<br />
Negli USA l’obes<strong>it</strong>à infantile è epidemica<br />
L’obes<strong>it</strong>à infantile è un problema di notevole<br />
rilevanza a socae sociale<br />
I bambini mangiano troppo e male<br />
Obes<strong>it</strong>à sempre più bambini dal chirurgo<br />
Sempre più bimbi da chirurgo per obes<strong>it</strong>à
La dimensione del fenomeno<br />
L’allarme dell’OMS<br />
Nel mondo 300 ml di obesi<br />
Numero destinato ad aumentare<br />
Grave in USA ed Europa, anche in Asia,<br />
India, Cina e Giappone. Non assente in<br />
alcune regioni dell’Africa e Sud America<br />
Circa 4% dei bb. In Europa è obeso con<br />
tendenza ad aumentare<br />
Circa 2-8% costi san<strong>it</strong>ari dovuti ad obes<strong>it</strong>à
Indicazioni sulla prevenzione<br />
Gli elementi chiave per la prevenzione ed il<br />
trattamento dell’obes<strong>it</strong>à sono identificati:<br />
1.Alimentazione i corretta<br />
2.Ruolo o delle e famiglie<br />
3.Attiv<strong>it</strong>à fisica
Indicazioni sulla prevenzione<br />
Ministero della Salute (campagne<br />
prevenzione) prima regola prevenire:<br />
Ab<strong>it</strong>uare il b. a 3 pasti regolari + 2 spuntini<br />
Non premiare il b. con troppi spuntini<br />
i<br />
Non insistere ste e quando il b. è sazio<br />
Bilanciare l’apporto proteico<br />
Ab<strong>it</strong>uare il b. ai giochi all’aperto e all’attiv<strong>it</strong>à<br />
fisica
Indicazioni sulla prevenzione<br />
La cultura della corretta alimentazione inizia<br />
dalla mamma:<br />
• Lo stile femminile attivo, tipico delle<br />
donne, con attiv<strong>it</strong>à extradomestica risulta<br />
più attento e fa parte di un progetto di<br />
benessere e forma fisica<br />
• Le madri di famiglia più tradizionali sono<br />
più distanti da stili salutistici: meglio<br />
seguire la tradizione con pasti completi,<br />
abbondanti e gradevoli
Indicazioni sulla prevenzione<br />
La cultura della corretta alimentazione si<br />
impara da bambini:<br />
I b. non vanno lasciati «liberi di mangiare<br />
come e quando vogliono», è difficile far<br />
amare ai b. la frutta e verdura con meno<br />
dolci, aiutarli a capire qual è un rapporto<br />
sano ed equilibrato con il cibo, anche a<br />
causa degli spot pubblic<strong>it</strong>ari
I quadri clinici in psicopatologia<br />
Fattori etiopatogenetici nell’organizzazione<br />
di anomale forme strutturanti l’immagine<br />
corporea:<br />
- Studi psicodinamici<br />
- Studi cogn<strong>it</strong>ivo-comportamentali<br />
- Studi teoria dell’attaccamento (Bowlby)
Sin dalla nasc<strong>it</strong>a, si susseguono delle tappe ognuno<br />
dei quali caratterizzata t da pulsioni i libidiche<br />
dominanti, e da successive modal<strong>it</strong>à di<br />
appagamento.<br />
Ogni stadio dello sviluppo ha in sé un significato<br />
evolutivo e, a seconda delle gratificazioni i i o delle<br />
frustrazioni ottenute durante il suo decorso, saranno<br />
presenti nella personal<strong>it</strong>à dell'adulto d lt dei tratt<strong>it</strong>ti<br />
riconducibili al loro adeguato superamento oppure<br />
fissazionii i o regressioni, i dovuti ad insuccesso
Durante il primo anno di v<strong>it</strong>a (fase orale) il bambino entra in contatto<br />
libidico con il mondo principalmente mediante la bocca, connessa alla<br />
funzione alimentare. Poppare, succhiare sono le prime espressioni<br />
della pulsione sessuale eilseno materno è il suo primo oggetto. La<br />
relazione oggettuale è però ambivalente, in quanto la madre è oggetto<br />
d'amore quando gratifica il suo bisogno o di odio quando lo nega.<br />
Posizione schizo-paranoide (Melania Kleine)<br />
Se il bambino, in questa fase orale, sperimenta buon equilibrio nella sua<br />
«relazione oggettuale» e, quindi, nella connessa funzione alimentare,<br />
troverà tale equilibrio anche nell'età adulta, senza dover ricorrere, di fronte<br />
alle difficoltà e strss della v<strong>it</strong>a, arapporti di forte dipendenza da figure<br />
affettivamente significative.<br />
Se invece v’è stata una relazione oggettuale frustrante, le s<strong>it</strong>uazioni<br />
stressanti della v<strong>it</strong>a adulta potranno indurre fenomeni di regressione e<br />
comportamenti<br />
di dipendenza ricorrendo al cibo come strategia di<br />
adattamento di fronte a s<strong>it</strong>uazioni problematiche ed emotivamente<br />
coinvolgenti.
L’OBESITA’ RAPPRESENTA IL FRUTTO DI UNA TIPICA MODALITA’<br />
RELAZIONALE<br />
OVE SONO STATI ACCUDITI I BISOGNI MATERIALI DEL<br />
BAMBINO A SCAPITO DELE SUE ESIGENZE PSICHICHE SI<br />
CREA UN MASSICCIO MECCANISMO DI INTROIEZIONE<br />
GLI OBESI HANNO BISOGNO DI UN OGGETTO<br />
RASSICURANTE CHE IDENTIFICANO CON IL CIBO<br />
IL SOGGETTO, ATRAVERSO L’INTROIEZIONE, TENDE A MANTENERE<br />
IL POSSESSO DELL’OGGETTO, OGGETTO DETERIORATO. CIRCOLO<br />
VIZIOSO CHE SI PRESENTA COME DINAMICA TOSSICOFILICA CHE<br />
NON HA POSSIBILITA’ DI ESSERE SODDISFATTA.
L‘obes<strong>it</strong>à, così come i Disturbi del Comportamento<br />
Alimentare in genere, sarebbe dunque la<br />
manifestazione di un mancato o insoddisfacente<br />
superamento della fase orale dello sviluppo<br />
psicosessuale e questo fa pensare all'individuo<br />
obeso come<br />
- soggetto debole<br />
- Carattere fragile<br />
- eccessivamente bisognoso di affetto e di<br />
gratificazioni i i immediate che, qualora non vengano<br />
immediatamente soddisfatte, lo condurrebbero alla<br />
ti tristezza. t
Secondo i principi del comportamentismo, ogni tipo<br />
di comportamento è il risultato dell'interazione tra<br />
individuo e ambiente, e la sua emissione sarà tanto<br />
più frequente quanto più numerosi e frequenti<br />
saranno gli stimoli ambientali rinforzanti.<br />
Un comportamento sarà destinato ad estinguersi<br />
quando verranno meno i rinforzi pos<strong>it</strong>ivi o quando,<br />
anche in presenza degli stessi, verranno emessi<br />
comportamenti alternativi più vantaggiosi.
lo stile alimentare dell'obeso:<br />
-fornisce dei rinforzi i pos<strong>it</strong>ivi, i strettamente<br />
tt t<br />
connessi con il cibo, quali il soddisfacimento del<br />
gusto e la soddisfazioneione della fame<br />
-fornisce altri rinforzi, non direttamente connessi<br />
con il cibo e la fame, ma spesso più potenti, nel<br />
perpetuare il comportamento di ricerca ed<br />
assunzione del cibo, quali la riduzione dell'ansia<br />
e della tristezza.
Orientamento interno/esterno<br />
• Orientamento internalizzato: le emozioni primarie sono<br />
ben discriminate (fin dal primo anno di v<strong>it</strong>a) in quanto<br />
la figura di riferimento esprime il proprio stato emotivo<br />
in modo non ambiguo<br />
• Orientamento esternalizzato: basato su uno stile di<br />
attaccamento caratterizzato da atteggiamenti<br />
ambivalenti della figura di riferimento. L’individuo si<br />
definisce solo a partire da una referenza esterna<br />
(prevalente nei soggetti con DCA)
Campo dipendenza/ indipendenza<br />
• Questa dimensione i fa riferimento i alla tendenza a<br />
ricercare nell’ambiente percettivo informazioni e punti<br />
di vista degli altri<br />
• Soggetti “campo dipendenti”: fanno affidamento ai<br />
riferimenti esterni (notevole sensibil<strong>it</strong>à ai segnali<br />
emotivi provenienti dal contesto interpersonale)<br />
• Soggetti “campo indipendenti”:meno“sensibili”<br />
all’ambiente relazionale esterno, alle relazioni sociali
Organizzazione di tipo Disturbi<br />
Alimentari Psicogeni<br />
• Bisogno incondizionato di approvazione degli<br />
altri + paura di una disconferma<br />
NECESSITA’/TIMORE DI UN<br />
RIFERIMENTO ESTERNO<br />
• Ricerca di sintonia i con le aspettative ti dell’altro<br />
lt<br />
• Ipercr<strong>it</strong>ica verso gli altri per neutralizzare<br />
l’impatto di eventuali rifiuti o disconferme
I patterns gen<strong>it</strong>oriali<br />
• Brunch (1973): gen<strong>it</strong>ori dei pazienti con DCA<br />
mostrano una eccessiva focalizzazione<br />
sull’alimentazione (cibo= mezzo per dare<br />
conforto e sollievo)<br />
• Rizzuto e coll. (1981): la madre non riesce ad<br />
adempiere al ruolo di “specchio”
Organizzazione di tipo Disturbi<br />
Alimentari Psicogeni<br />
CONTESTO FAMILIARE:<br />
• scarsa o distorta comunicazione degli affetti<br />
• alternanza tra momenti di comprensione e di<br />
distacco<br />
• alternanza tra piena approvazione e<br />
ipercr<strong>it</strong>icismo<br />
DELUSIONE
I patterns gen<strong>it</strong>oriali<br />
• Il controllo sulla relazione prevale su tenerezza e calore<br />
emotivo<br />
• Ruolo gen<strong>it</strong>oriale con attenzione verso aspetti formali e<br />
scarso piacere verso la relazione<br />
• LE INTERAZIONI NON SONO<br />
MODULATE DAI COMPORTAMENTI T<br />
O<br />
DAI SEGNALI EMOTIVI DEL BAMBINO<br />
MA DAGLI STATI INTERNI DELLE<br />
MADRI
Hilde Bruch, facendo propri alcuni presupposti<br />
dell'impostazione psicodinamica ed integrandoli con osservazioni dirette<br />
sulle famiglie dei bambini e degli adolescenti obesi, ha forn<strong>it</strong>o un modello<br />
patogenetico dell'obes<strong>it</strong>à di grande interesse.<br />
Non sempre i gen<strong>it</strong>ori riconoscono adeguatamente i<br />
bisogni del bambino. Il cibo diventa l'unico o<br />
quantomeno il principale strumento per rispondere<br />
alle esigenze infantili e il bambino, ricevendo cibo, in<br />
modo del tutto indipendente dai suoi bisogni,<br />
diventerà da una parte incapace di riconoscere le<br />
proprie sensazioni di fame e sazietà, dall'altro<br />
ricorrerà passivamente al cibo ogniqualvolta provi<br />
sensazioni sgradevoli.
LA FAMIGLIA DELL’OBESO<br />
Padre scialbo e debole, spesso sottomesso alla figura<br />
materna.<br />
Madre aggressiva e prepotente. Non riesce ad elargire<br />
sicurezza ed affetto e compensa con iperalimentazione.<br />
Non riconosce i bisogni del figlio e questo fa si che il figlio<br />
non riconosca i suoi stimoli interni. Vive nel terrore<br />
dell’allontanamento del figlio e gli impedisce qualsiasi<br />
attiv<strong>it</strong>à che possa renderlo più autonomo.<br />
Ambiente ambivalente ed incoerente. Il figlio non riesce a<br />
delineare la propria ident<strong>it</strong>à.<br />
HILDE BRUCH (1973)
LA FAMIGLIA DELL’OBESO<br />
Vari tipi di transazioni familiari che hanno in comune una<br />
modal<strong>it</strong>à: la presenza di legami fragili che scoraggiano lo<br />
sviluppo dell’individuo e la sua autonomia.<br />
Clima di pseudoarmonia che è l’espressione di una eccessiva<br />
protezione e di una incapac<strong>it</strong>à di risolvere i confl<strong>it</strong>ti.<br />
Estrema passiv<strong>it</strong>à, <strong>it</strong>à scarsastima di sé, forte paura di essere<br />
respinti, grande bisogno di essere aiutati e riconosciuti dagli<br />
altri.<br />
S. MINUCHIN (1976)
Il modello della Bruch ha posto in rilievo:<br />
la difficoltà a riconoscere<br />
adeguatamente le proprie<br />
sensazioni corporee, ed in<br />
particolare, quelle della fame e della<br />
sazietà,<br />
nonché a descrivere con il termine<br />
"fame"" bisogni, i sensazioni i o stati<br />
ti<br />
emotivi del tutto diversi tra loro.
HILDE BRUCH (1973)<br />
La Bruch individua quattro tipi di obes<strong>it</strong>à psicogena:<br />
OBESITA’ EGOSINTONICA<br />
OBESITA’ REATTIVA<br />
OBESITA’ EVOLUTIVA<br />
OBESITA’ SCHIZOIDE
OBESITA’ EGOSINTONICA<br />
Persone che per una serie di eventi personali, familiari, culturali e<br />
spesso anche genetici hanno sviluppato una tendenza all’obes<strong>it</strong>à che<br />
però vivono senza problemi.<br />
Sono persone in genere estroverse, brillanti, che raggiungono posizioni<br />
i i<br />
sociali anche molto importanti, hanno un buon senso della realtà e non<br />
hanno problemi di immagine corporea.<br />
A volte durante l’adolescenza hanno tentato di dimagrire, male difficoltà,<br />
il malumore, l’irr<strong>it</strong>abil<strong>it</strong>à scatenata dalle restrizioni alimentari li hanno<br />
convinti a desistere.<br />
Sono persone psichicamente sane e se vengono incluse tra gli obesi<br />
psicogeni è per indicare che all’origine non c’è una causa organica, ma<br />
semplicemente una tendenza di fondo, una scelta, che nasce<br />
sicuramente dall’introiezione di modelli culturali, ma soprattutto da<br />
s<strong>it</strong>uazioni familiari dove il cibo è stato proposto come oggetto piacevole e<br />
non colpevolizzante.
OBESITA’ REATTIVA<br />
Tipica dell’età adulta. In questi casi l’aumento di peso segue<br />
eventi di perd<strong>it</strong>a o di fallimento materiali o affettivi. i Si<br />
tratterebbe, in defin<strong>it</strong>iva, di una forma di depressione larvata,<br />
in cui il vissuto di perd<strong>it</strong>a stimola un bisogno compulsivo a<br />
mangiare. I soggetti sono consapevoli dei loro eccessi e<br />
vorrebbero fare qualcosa, ma non ci riescono.<br />
L l i i d di di tt d i<br />
La compulsione a mangiare spesso accade di sera o di notte quando i<br />
pz si sentono più soli ed abbandonati. Cibo come elemento sedativo e<br />
consolatorio.<br />
Gli AA anglosassoni parlano di “mangiatori notturni”.
OBESITA’ REATTIVA<br />
HILDE BRUCH (1973)<br />
-BINGE EATING DISORDER<br />
-NIGHT EATING SYNDROME<br />
AJ. STUNKARD (1959)
OBESITA’ EVOLUTIVA<br />
HILDE BRUCH (1973)<br />
Caratterizzata da un più complesso intreccio di eventi familiari e psicologici che<br />
l’autrice fa risalire ad un eccesso di gratificazioni materiali, tra cui il cibo, a scap<strong>it</strong>o di<br />
scarse gratificazioni psichiche, all’interno di una pseudoarmonia domestica dove,<br />
nel contesto di una insanabile e perenne crisi di coppia, la rabbia ed il rancore<br />
rimangono inespresse e quindi non riconoscibili dal bambino.<br />
Il momento del pasto, quindi, assumerebbe un valore simbolico: bisogna “ingoiare”<br />
tutto, mostrarsi estremamente passivi.<br />
Il cibo viene vissuto come una panacea per tutti i problemi e tutti i confl<strong>it</strong>ti. Il<br />
bambino, posto di fronte ad una s<strong>it</strong>uazione di questo genere, svilupperebbe ansia,<br />
rabbia ed un senso di frustrazione continua, che i gen<strong>it</strong>ori cercano di sedare con il<br />
cibo.<br />
Il bambino non riesce più a riconoscere i suoi reali bisogni e a sviluppare una<br />
g<br />
s<strong>it</strong>uazione di autonomia e individual<strong>it</strong>à.
OBESITA’ SCHIZOIDE<br />
HILDE BRUCH (1973)<br />
Questi pazienti hanno una scarsa autonomia, un’ident<strong>it</strong>à molto labile, una<br />
difficoltà a stabilire un confine tra il sé e il non sé, per cui hanno spesso la<br />
sensazione di poter essere guidati da forze esterne.<br />
L’isolamento è notevole e la soglia alle frustrazioni è molto bassa, spesso<br />
tendono ad ev<strong>it</strong>are qualsiasi contatto con gli altri, escluso il cerchio familiare,<br />
entro il quale si rinchiudono.<br />
A volte tentano una cura dimagrante, ma si fermano perché spesso sono<br />
spaventati dalle reazioni di rabbia e di malessere da cui sono presi, vivono un<br />
senso di inadeguatezza molto forte, sono convinti di non essere idonei ai<br />
comp<strong>it</strong>i, anche i più semplici, vi è una notevole abulia che è aggravata da una<br />
fuga in un mondo interno di fantasticherie.<br />
Sono soggetti che spesso tendono a scompensarsi e così evidenziare i<br />
Sono soggetti che spesso tendono a scompensarsi e così evidenziare i<br />
sottostanti processi psicopatologici, come succede, a volte, dopo cure<br />
dimagranti.
IL CARATTERE DELL’OBESO<br />
Modal<strong>it</strong>à relazionale che tende a cost<strong>it</strong>uirsi come una forte dipendenza da un<br />
oggetto esterno che dovrebbe essere fonte di sicurezza e di aumento della<br />
autostima ti e della forza.<br />
Il cibo assolve la funzione di un oggetto sost<strong>it</strong>utivo.<br />
Essi presentano una dinamica di bramosia molto intensa, che può<br />
spostarsi, quando non si fissa sul cibo, anche su s<strong>it</strong>uazioni o altre sostanze<br />
cost<strong>it</strong>uendo una TENDENZA TOSSICOFILICA DI BASE.<br />
Difficoltà a riconoscere e differenziare gli stimoli interni: grande difficoltà a<br />
distinguere tra fame e vorac<strong>it</strong>à (alex<strong>it</strong>imia: incapac<strong>it</strong>à di verblizzare le<br />
emozioni).<br />
Difficoltà ad esprimere una opposizione, a dire di no.<br />
Il rifiuto dell’altro è vissuto come una minaccia di morte alla propria<br />
integr<strong>it</strong>à. Il mangiare serve per compensare questo senso di morte:<br />
cibo come fonte di v<strong>it</strong>a e di forza.<br />
INGOIANO TUTTO.<br />
INVADERE LO SPAZIO
COMPORTAMENTI ALIMENTARI PSICOPATOLOGICI<br />
GRIGNOTTAGE<br />
IPERFAGIA PRANDIALE<br />
ABBUFFATA
IPERFAGIA PRANDIALE<br />
PIACERE PER IL CIBO<br />
ASPETTO PREVALENTEMENTE CONVIVIALE<br />
MANTENIMENTO DEL CONTROLLO SULLE QUANTITA’<br />
ASSENZA DI MALESSERE PSICOLOGICO LEGATO<br />
ALL’ASSUNZIONE DEL CIBO STESSO<br />
RISULTATODICONSOLIDATEABITUDINI FAMILIARI
GRIGNOTTAGE<br />
Mangiucchiare piccole quant<strong>it</strong>à di cibo, soprattutto dolci e<br />
grassi durante buona parte della giornata<br />
Mangiare lentamente t e apprezzare ciò che si sta<br />
mangiando<br />
Mangiucchiare in risposta a noia o malesseri vari<br />
Bassa autostima, tratti ansiosi, veri e propri disturbi<br />
d’ansia edell’umore
ABBUFFATA<br />
Assunzione di cibo caratterizzta da:<br />
- quant<strong>it</strong>à enormi<br />
- assunzione disordinata e caotica<br />
- assunzione automatica e passiva<br />
- bisogno di mangiare inarrestabile e veloce<br />
- mancanza di controllo<br />
- mancanza di piacere<br />
- cessazione per dolore o per la fine del cibo<br />
- sensi di colpa, di angoscia, vergogna<br />
- assunzione di cibo in sol<strong>it</strong>udine
OBESITA’ e DISTURBI della CONDOTTA ALIMENTARE<br />
BINGE EATING DISORDER (BED)<br />
ASPETTO<br />
SOGGETTIVO<br />
SENSAZIONE<br />
PERDITA<br />
CONTROLLO<br />
ASPETTO<br />
OGGETTIVO<br />
QUANTITA’ CIBO<br />
INGERITA<br />
Fairburn e Cooper, 1993
OBESITA’ e DISTURBI della CONDOTTA ALIMENTARE<br />
BINGE EATING DISORDER (BED)<br />
- Caratterizzato dalla frequente comparsa di gravi abbuffate che si<br />
verificano, in media, almeno due volte alla settimana in un arco di tempo di<br />
almeno sei mesi.<br />
-Le crisi di vorac<strong>it</strong>à, oactà,durante le quali il pz assume grandi ga quant<strong>it</strong>à tà di cibo cboin<br />
poco tempo, non sono segu<strong>it</strong>e da comportamenti mirati a consumare le<br />
calorie a non assorbire i nutrienti, quali il vom<strong>it</strong>o o l’abuso di lassativi e<br />
diuretici.<br />
-Intaledisturboil piacere per il cibo è scomparso e l’unico parametro<br />
considerato è quello quant<strong>it</strong>ativo.<br />
- L’aspetto conviviale è totalmente scomparso ed il cibo risulta essere un<br />
grande problema attorno al quale ruota buona parte dell’esistenza e per<br />
questo viene speso detestato dal soggetto che se ne sente schiavo.
OBESITA’ e DISTURBI della CONDOTTA ALIMENTARE<br />
FAMILIARITA’<br />
PSICHIATRICA<br />
POSITIVA<br />
ESPOSIZIONE<br />
EVENTI<br />
TRAUMATICI<br />
SOVRAPPESO<br />
DIETA RESTRITTIVA<br />
BED<br />
Stice et al., 2002; Tanofsky-Kraff et al., 2004; Tanofsky-Kraff et al., 2006
NIGHT EATING SINDROME<br />
Un altro quadro peculiare associato all’obes<strong>it</strong>à è la NES non<br />
ancora caratterizzata come un quadro sindromico indipendente<br />
e non presente nel DSM.<br />
Già nel 1955 Stunkard e coll. hanno descr<strong>it</strong>to per la prima volta<br />
l’associazione tra abbuffate serali e/o notturne, insonnia e<br />
anoressia mattutina. Tali caratteristiche circadiane si<br />
accompagnano a simili variazioni del tono dell’umore, essendo il<br />
disturbo spesso associato all’Episodio Depressivo Maggiore con<br />
caratteristiche atipiche.<br />
La NES è poco frequente nella popolazione generale (circa<br />
1,5%), mentre nelle casistiche cliniche la prevalenza oscilla tra il<br />
7.9% ed il 43% dei soggetti obesi.
NIGHT EATING SINDROME<br />
Birketvedt e coll. hanno riscontrato, fra le caratteristiche associate a NES,<br />
insonnia iniziale e centrale, elevati livelli di cortisolo e una cronica attivazione<br />
dell’Asse Ipotalamo-Ipofisi-Surrene, con ridotta risposta dell’ACTH e del<br />
cortisolo al CRH. Questo particolare assetto endocrino può, secondo gli<br />
autori, conseguire da un “esaurimento” delle capac<strong>it</strong>à di risposta dell’asse<br />
HPA per iperattivazione cronica e sarebbe coerente, quindi, con l’idea che la<br />
NES sia una condizione correlata allo stress.<br />
Diversamente dai “binge eaters”, i “night eaters” mangiano, in ogni episodio,<br />
piccole quant<strong>it</strong>à di cibo, in genere carboidrati e il numero di risvegli è di 1.7<br />
per notte.<br />
Le differenze fondamentali tra BED e NES sono, quindi, le dimensioni<br />
dell’abbuffata, il momento in cui questa ha luogo e le caratteristiche di<br />
comorbid<strong>it</strong>à, in quanto la NES è associato più frequentemente al Disturbo<br />
Depressivo Maggiore.
EATING EMOZIONALE<br />
S<strong>it</strong>uazione vissuta da quei soggetti che mescolano le<br />
emozioni con l'assunzione di cibo e usano il cibo per far<br />
fronte alle emozioni che ogni giorno incontrano.<br />
L‘eating emozionale comprende vari stili alimentari e le<br />
diverse motivazioni ed emozioni che accompagnano la<br />
necess<strong>it</strong>à di usare il cibo, spesso in grande quant<strong>it</strong>à, con il fine<br />
ultimo di affrontare s<strong>it</strong>uazioni di noia, di ansia, di rabbia o di<br />
depressione.
EATING EMOZIONALE<br />
MANGIATORI ANSIOSI<br />
Il legame tra ansia e alimentazione i è da tempo<br />
riconosciuto. Esso è frequentemente sperimentato<br />
quando si verifica un senso di apprensione o di<br />
preoccupazione p per un evento futuro che sarà spiacevole<br />
o pericoloso.
EATING EMOZIONALE<br />
MANGIATORI ANNOIATI<br />
La noia è fortemente associata all’eating emozionale ed è forse la più<br />
comune forma di mediazione emozionale nell’alimentazione. A volte il<br />
cibo, per alcuni pazienti, può essere l’unica motivazione leg<strong>it</strong>tima per<br />
interrompere un’attiv<strong>it</strong>à noiosa. E’ molto frequente nelle casalinghe che<br />
si r<strong>it</strong>rovano a non sapere cosa fare, perciò iniziano a cucinare e a<br />
mangiare.<br />
Poiché la noia non è associata a sintomi evidenti, talora può essere<br />
difficile da identificare. Può essere utile, perciò, analizzare, insieme al<br />
paziente, la registrazione del cibo consumato e verificare se i momenti<br />
della giornata, in cui più frequentemente perde il controllo, si associano<br />
as<strong>it</strong>uazioni i i in cui egli non aveva niente di stimolante t da fare.
EATING EMOZIONALE<br />
MANGIATORI TRISTI<br />
Una delle più comuni immagini che tutti hanno di un individuo affetto<br />
da eating emozionale è quella di cercare di sconfiggere la tristezza<br />
mangiando. La tristezza deve essere tenuta ben distinta dalla<br />
depressione. In entrambi i casi c’è cè un’esperienza di perd<strong>it</strong>a, ma<br />
mentre la tristezza può essere considerata una risposta fisiologica<br />
dell’organismo, la depressione no. La tristezza, infatti, può essere<br />
una reazione desiderata che deriva da unarealistica analisi i di un<br />
evento spiacevole di perd<strong>it</strong>a o di delusione.
EATING EMOZIONALE<br />
MANGIATORI SOLI<br />
La sol<strong>it</strong>udine è spesso associata all’eating emozionale<br />
perché il cibo è usato come sost<strong>it</strong>uto di qualcosa che<br />
manca.<br />
Tuttavia l’aumento di peso conseguente non fa altro che<br />
accrescere le difficoltà di instaurare un’adeguata<br />
relazione con gli altri. Nella definizione i i di sol<strong>it</strong>udine si<br />
contemplano sia la mancanza di contatto con gli altri che<br />
contatti presenti ma superficiali.
EATING EMOZIONALE<br />
MANGIATORI ARRABBIATI<br />
E’ ampiamente dimostrato che in molte persone la rabbia, sotto forma di<br />
risentimento, amarezza, gelosia, indignazione e frustrazione, è associata<br />
all’Eating emozionale e al mangiare in eccesso. Assai spesso questi<br />
sentimenti derivano dal fatto che non si riesce ad ottenere quello che si<br />
desidera. Ci sono molti modi per scaricarla, tra i quali il mangiare è uno dei<br />
più frequenti: numerosi studi hanno infatti evidenziato che esiste una<br />
relazione molto stretta tra alimentazione in eccesso e rabbia repressa,<br />
definibile come un sentimento vissuto ma non espresso manifestamente. Il<br />
mangiare può essere per molte persone un modo per far fronte alla rabbia<br />
che non sono in grado di esprimere apertamente.
EATING EMOZIONALE<br />
MANGIATORI CELEBRATIVI<br />
Sono quei soggetti che trovano impossibile gioire di qualcosa di pos<strong>it</strong>ivo e<br />
di importante senza abusare con il cibo. Il mangiare nella nostra cultura<br />
gioca un ruolo primario in quasi tutte le relazioni sociali, perciò chi<br />
ab<strong>it</strong>ualmente t usa il cibo per rendere la propria v<strong>it</strong>a sociale felice trova<br />
molta difficoltà nel prendere parte ad un evento senza mangiare o bere in<br />
eccesso.
Altri AA. hanno trovato altre tipologie di modelli alimentari:<br />
1–Emotional eating ( mangiare per gestire i sentimenti )<br />
2 – Fresh food,fast f food ( cibi precotti,ad alto contenuto t calorico;<br />
pochi alimenti freschi )<br />
3 – Task snacking ( mangiare mentre si fanno altre cose )<br />
4–Sensory,spir<strong>it</strong>ual nourishment ( insaporire al cibo con significati )<br />
5–Eating atmosphere (l’estetica e l’ambiente del pasto )<br />
6 – Social fare ( mangiare da soli vs mangiare in compagnia)<br />
Per concludere che.<br />
SONO AUSPICABILI ALTRE RICERCHE PER VALUTARE IN CHE MISURA<br />
PRATICARE E IMPLEMENTARE QUESTI “EATING STYLES” POSSONO<br />
INTERAGIRE CON IL SOVRAPPESO E L’OBESITA’
Sindromi psichiatriche<br />
L’obes<strong>it</strong>à si riscontra frequentemente in<br />
molteplici sindromi:<br />
- Sindromi ansiose<br />
- Sindromi i depressive<br />
- Disturbo Bipolare<br />
- Disturbi di Personal<strong>it</strong>à<br />
- Disturbo controllo impulsi<br />
- Sindromi Schizofreniche
Bulimia Nervosa<br />
Cr<strong>it</strong>eri diagnostici DSM IV<br />
1. Presenza di crisi i bulimiche i (abbuffate); discontrolli comportamento<br />
alimentare con ingestione di una grande quant<strong>it</strong>à di cibo in un<br />
intervallo di tempo generalmente piuttosto breve (2 ore)<br />
2. Alla crisi bulimica, che si verifica in assoluta sol<strong>it</strong>udine, seguono<br />
sensi di colpa e depressione dell’umore conseguenti al fatto di aver<br />
perso il controllo sul proprio p comportamento alimentare<br />
3. Successivamente comportamenti compensatori (digiuno,<br />
iperattiv<strong>it</strong>à fisica, vom<strong>it</strong>o autoindotto, abuso di lassativi, diuretici<br />
etc.) atti a ridurre l’impatto dell’abbuffata<br />
4. Come nell"Anoressia Nervosa sono presenti sia la paura<br />
dell’aumento di peso che la non corretta valutazione del proprio<br />
aspetto fisico ma non si arriva all’emaciazione
Le ipotesi neurobiologiche<br />
un recente studio su Lancet ha evidenziato,<br />
iato<br />
mediante PET, che i soggetti obesi hanno<br />
carenza di recettori dopaminergici<br />
direttamente proporzionale p all’indice di<br />
massa corporea B.D.I. (tanto maggiore<br />
l’indice quanto minore il numero di recettori)<br />
– (Wang et al. 2001). La carenza di recettori<br />
DA è responsabile della carenza delle<br />
sensazioni di piacere e disfunzione del<br />
sistema della ricompensa
Le ipotesi neurobiologiche<br />
La carenza di recettori DA, responsabile<br />
delle sensazioni di ricompensa e di piacere<br />
è tipica delle forme di dipendenza ed è stata<br />
riscontrata anche nel cervello dei tossico-<br />
dipendenti e degli alcolisti.<br />
Volkow et al. 2003, hanno dimostrato che la<br />
DA svolge un ruolo nella assunzione del<br />
cibo indipendentemente da quello svolto<br />
nella regolazione del piacere.
Le ipotesi neurobiologiche<br />
Ciò comporta una spinta ad una eccessiva<br />
alimentazione per stimolare, nel cervello, più<br />
intensamente i circu<strong>it</strong>i del piacere (reward).<br />
La carenza dei recettori DA può spiegare gli<br />
insuccessi nel mantenere i risultati delle<br />
diete e conseguente crollo dell’autostima<br />
L’esercizio fisico interviene anche nei circu<strong>it</strong>i<br />
DA-ergici e può giovare su questo fronte.
Gli interventi riabil<strong>it</strong>ativi<br />
È stata proposta, con successo, l’uso della<br />
realtà virtuale nel trattamento dell’obeso in<br />
quanto permette di modificare anche gli<br />
aspetto neuropsicologici (body image).<br />
G.Riva – Ist<strong>it</strong>uto auxologico <strong>it</strong>aliano<br />
Milano, 2008
Introduzione ai concetti di schema corporeo<br />
e immagine corporea<br />
studi sul corpo quale «rappresentazione»:<br />
- Neurologici (Bonnier, 1905; Head, 1926; Simmel, 1956)<br />
- Psichiatrici (Kolb, 1954 Schoenfeld, 1966)<br />
- Psicodinamici (Federn, ‘52; Erikson, ‘50; Fisher & Cleveland, ’68<br />
- Fenomenologici (Mereau Ponty, ‘65; Galimberti, 1983)<br />
- Clinici (Stunkard &Mendelson, ‘61; Casper et al. 1979)<br />
- Sociologici (Featherstone, ‘82; Frank, ‘91; Schilling, ’83)<br />
- Psico-sociali sociali (Garner et al. ’80; Cash&Green,’86;Kaltenbach,’91)<br />
h ’91)
Introduzione ai concetti di schema corporeo<br />
e immagine corporea<br />
Tutte le rappresentazioni del corpo umano<br />
stanno in due concetti fondamentali:<br />
- Schema corporeo (tutte tt le<br />
rappresentazioni di tipo percettivo)<br />
- Immagine corporea (tutte le<br />
rappresentazioni di tipo affettivo e<br />
cogn<strong>it</strong>ivo)
Introduzione ai concetti di schema corporeo<br />
e immagine corporea<br />
Lo schema corporeo è la rappresentazione<br />
corporea ottenuta dalla comparazione ed<br />
integrazione continua a livello<br />
prevalentemente corticale delle passate<br />
esperienze sensoriali con le sensazioni<br />
attuali (posturali, tattili, visive, cinestetiche,<br />
vestibolari). (Head; Merleau-Ponty)<br />
Sedi anatomiche prior<strong>it</strong>arie: aree primarie e<br />
secondarie parietali (temporali, talamo, reticolare mesenc.)
Introduzione ai concetti di schema corporeo<br />
e immagine corporea<br />
Immagine corporea è il modo in cui si vive e<br />
sperimenta il proprio corpo: «il modo in cui il<br />
corpo appare a noi stessi» (Schilder, 1950).<br />
L’esperienza personale del proprio corpo.<br />
Non è un concetto cetto neurologico, og ma<br />
psicologico. Implica lo studio della<br />
s<strong>it</strong>uazione emotiva ed esistenziale, ricordi,<br />
motivazioni, propos<strong>it</strong>i ed intenzioni. Si<br />
modifica nel corso della v<strong>it</strong>a.
Introduzione ai concetti di schema corporeo<br />
e immagine corporea<br />
tre sostanziali differenze:<br />
1- l’intenzional<strong>it</strong>à è presente in body image,<br />
assente in body schema<br />
2- impersonal<strong>it</strong>à in body schema, identifica=<br />
zione in body image (è il mio corpo)<br />
3- body image viene sperimentata anche per<br />
alcune parti corporee, body schema è<br />
sempre olistico e automatico
Introduzione ai concetti di schema corporeo<br />
e immagine corporea<br />
Quale rapporto fra i due?<br />
Anche se gli studi cogn<strong>it</strong>ivi e neurofisiologici<br />
non hanno trovato continu<strong>it</strong>à anatomiche o<br />
funzionali fra le rappresentazioni percettivo–<br />
motorie e quelle simbolico-ricostruttive, si<br />
può supporre che le due modal<strong>it</strong>à possano<br />
reciprocamente influenzarsi.<br />
(Antinucci, 1993)
Introduzione ai concetti di schema corporeo<br />
e immagine corporea<br />
In sintesi la nostra percezione del corpo è<br />
mediata dal nostro sistema cogn<strong>it</strong>ivo e dalle<br />
nostre emozioni, sensazioni e vissuti.<br />
L’immagine del corpo è qualcosa di più di<br />
una percezione o schema, è una<br />
FORMA STRUTTURANTE, legata anche al<br />
nostro essere parte di un gruppo sociale,<br />
soggetta a influenze culturali, quindi elastica<br />
ed esposta agli stimoli ambientali.
Introduzione ai concetti di schema corporeo<br />
e immagine corporea<br />
Se non si modifica l’immagine corporea i<br />
dati oggettivi sono inefficaci.<br />
Un recente studio in Danimarca ha mostrato<br />
che il 10% di donne «oggettivamente»<br />
magre, continua a percepirsi grasso.<br />
L’insoddisfazione conduce ad un ciclo di<br />
diete e recupero di peso (sindrome yo-yo) y con es<strong>it</strong>o finale nell’obes<strong>it</strong>à!
Gli interventi riabil<strong>it</strong>ativi<br />
• La realtà virtuale modifica l’organizzazione<br />
cogn<strong>it</strong>iva (body schema)<br />
• La semplice esposizione al sistema virtuale<br />
stimola il livello di DA (Wang & all.) e l’attiv<strong>it</strong>à<br />
mentale così indotta stimola il metabolismo<br />
• La realtà virtuale, inser<strong>it</strong>a in un sistema<br />
terapeutico più ampio, modifica in modo<br />
permanente l’attiv<strong>it</strong>à metabolica del cervello<br />
misurata con la PET (Optale & all)
Gli interventi riabil<strong>it</strong>ativi<br />
Le tecniche terapeutiche che utilizzano, in<br />
maniera integrata la realtà virtuale (Terapia<br />
Esperienziale Integrata - TEI), sembrano in<br />
grado di produrre miglioramenti stabili in<br />
quanto capaci di modificare il sistema neuro-<br />
Cogn<strong>it</strong>ivo (neurocogn<strong>it</strong>iv enhancement).<br />
«The use of alternative delivery system technologies in<br />
the treatment of patients w<strong>it</strong>h eating disorders»<br />
(International Journal of eating disorders)
Psicopatologia dell’obes<strong>it</strong>à<br />
Grazie per l’attenzione!