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La donna eroina della Società<br />

Costituendo<br />

“Museo della Candela”<br />

<strong>Candelara</strong><br />

“La donna eroina della società”<br />

1° Mostra collettiva internazionale in occasione della festa della donna 2012<br />

Per informazioni:<br />

Associazione <strong>Pro</strong> <strong>Loco</strong> <strong>Candelara</strong><br />

Strada Borgo Santa Lucia, 40<br />

61122 <strong>Candelara</strong> <strong>di</strong> Pesaro<br />

www.candelara.com<br />

Piergiorgio Pietrelli<br />

(Direttore artistico <strong>Pro</strong> <strong>Loco</strong>)<br />

info: 339.2937316<br />

pietrelli@candelara.com<br />

Lorenzo Fattori<br />

(Responsab<strong>il</strong>e progetto “Museo della Candela” & curatore CandelarArte)<br />

333 38 66 081<br />

lorenzo@candelara.com<br />

2


La donna eroina della Società<br />

Mostra organizzata dalla:<br />

“<strong>Pro</strong> <strong>Loco</strong> <strong>Candelara</strong>”<br />

con la collaborazione:<br />

Mostra a cura:<br />

Dott. Lorenzo Fattori<br />

Periodo:<br />

venerdì 2 marzo a domenica 25 marzo 2012<br />

Inaugurazione: venerdì 2 marzo 2012, ore 17,30<br />

Introduzione critica:<br />

prof.ssa Benedetta Andreoli<br />

Orari <strong>di</strong> apertura:<br />

mercoledì, venerdì, sabato e domenica:<br />

venerdì, sabato, domenica:<br />

16-19<br />

21.30-23<br />

3


La donna eroina della Società<br />

Ringraziamenti:<br />

Associazione turistica “<strong>Pro</strong> <strong>Loco</strong>” <strong>Candelara</strong><br />

Regione Marche<br />

<strong>Pro</strong>vincia <strong>di</strong> Pesaro e Urbino<br />

Comune <strong>di</strong> Pesaro<br />

Associazione <strong>di</strong> “Quartiere” n.3: delle “Colline e dei Castelli”<br />

Associazione Nautartis – Gubbio<br />

Associazione Il Megafono delle Donne - Ancona<br />

Art Gallery Santa Teresa – Fano<br />

Società Mutuo Soccorso - <strong>Candelara</strong><br />

Boy scout - <strong>Candelara</strong><br />

Gli artisti:<br />

Gli artisti:<br />

Eva Fischer, Anna Rosa Bas<strong>il</strong>e, Elvia Bertuccioli, Alessandra Bonci, Cettina Calari, Rosalia<br />

Cicerale, Pierina Clementi, Deborah Coli, Piera Corinaldesi, Rossella De Stefani, Breda<br />

Catherine Ennis, Irina Kuksova, Marisa Lambertini, Sandra Marcelloni, Chiara Meloni,<br />

Mat<strong>il</strong>de Orsini, Grazia Palomba, Maria Pia Pontrandolfo, Eufemia Rampi<br />

Per l’allestimento:<br />

Pierpaolo Diotalevi, Bruno Massarini, Luciano Mei<br />

<strong>Pro</strong>mozione:<br />

Benedetta Andreoli, Alan David Baumann, Elio Giuliani, Luca Pietrelli, Piergiorgio Pietrelli<br />

Stampa:<br />

Grafica Sistemi<br />

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La donna eroina della Società<br />

…tutto iniziò nel lontano 1908, quando a New York, 129 operaie dell’industria tess<strong>il</strong>e Cotton<br />

scioperarono per protestare contro le terrib<strong>il</strong>i con<strong>di</strong>zioni in cui erano costrette a lavorare. Lo<br />

sciopero si protrasse per alcuni giorni finché, l’8 marzo, <strong>il</strong> proprietario signor Johnson bloccò<br />

tutte le porte della fabbrica per impe<strong>di</strong>re alle operaie <strong>di</strong> uscire dallo stab<strong>il</strong>imento. Ci fu un<br />

incen<strong>di</strong>o doloso e le 129 operaie prigioniere all’interno dello stab<strong>il</strong>imento morirono arse dalle<br />

fiamme.<br />

L’Associazione Turistica “<strong>Pro</strong> <strong>Loco</strong>” <strong>di</strong> <strong>Candelara</strong>, quando ha deciso <strong>di</strong> celebrare l’8 marzo ha<br />

cercato <strong>di</strong> recuperare <strong>il</strong> significato originario <strong>di</strong> questa ricorrenza, quello <strong>di</strong> Rosa Luxemburg<br />

(politica, teorica socialista e rivoluzionaria tedesca <strong>di</strong> origini polacche ed ebraiche) che propose<br />

questa data come una giornata <strong>di</strong> lotta internazionale, a favore delle donne; non una festa,<br />

dunque, ma un giorno per riflettere sulla con<strong>di</strong>zione femmin<strong>il</strong>e e per organizzare lotte per<br />

migliorare le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita della donna. Attualmente l’8 marzo è stato stravolto e svuotato<br />

dei suoi significati, tanto che alcune donne giustamente si rifiutano <strong>di</strong> celebrarlo; è <strong>di</strong>venuta -<br />

come per tante altre ricorrenze - una festa per i commerciarti, i ristoratori ed in particolare per le<br />

donne occidentali, per le quali nella maggior parte dei casi è l’occasione per trascorrere una<br />

serata trasgressiva.<br />

La nostra idea è stata quella <strong>di</strong> organizzare una mostra collettiva, riservata solo ad artiste <strong>di</strong><br />

sesso femmin<strong>il</strong>e, ognuna delle quali partecipa con un’opera ine<strong>di</strong>ta, realizzata su supporto <strong>di</strong><br />

carta (ut<strong>il</strong>izzando la tecnica più consona al proprio talento artistico), nella quale racconta come<br />

ha visto la donna protagonista nella nostra società. Si tratta <strong>di</strong> un tema enciclope<strong>di</strong>co, in quanto<br />

ogni donna si può realizzare in campi <strong>di</strong>versi quali la politica, la scienza, l’arte, la letteratura,<br />

ma molte altre, forse la maggioranza, sono <strong>di</strong>venute le protagoniste della famiglia. Di<br />

quest’ultime, i volti e le storie non si sono conservati, perché non hanno fatto parte della<br />

cosiddetta “grande storia”, ma esse hanno fatto e scritto la piccola storia sociale; esse sono<br />

anche le più numerose, visto che nei secoli passati solo poche e testarde donne si sono potute<br />

affermare in una società misogina.<br />

L’idea deve essere piaciuta tanto che, con sorpresa, abbiamo avuto adesioni non solo da artiste<br />

<strong>di</strong> tutta la penisola italiana, ma anche straniere e ciò ha arricchito la nostra iniziativa.<br />

Con “timore” abbiamo chiesto alla pittrice Eva Fischer <strong>di</strong> partecipare alla rassegna quale ospite<br />

d’onore alla manifestazione e la sua risposta è stata subito positiva ed entusiasta. Le sue opere,<br />

de<strong>di</strong>cate alla shoa, sono un vero <strong>di</strong>ario fatto <strong>di</strong> immagini - segreto dell’artista, che solo<br />

recentemente ha reso pubbliche - nelle quali ha raccontato le sue emozioni ed i drammi vissuti.<br />

A questa collettiva si affiancano anche momenti <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento dei temi trattati, attraverso<br />

conversazioni che si terranno ogni mercoledì, con giovani stu<strong>di</strong>ose o professoresse/i: è anche<br />

questo secondo noi un modo per promuovere ed integrare la cultura, e visto che cultura non è<br />

solo quella storica o sociale, ma c’è anche per esempio quella culinaria, al termine <strong>di</strong> ogni<br />

incontro, in collaborazione con <strong>il</strong> sommelier Gabriele Alessandroni, andremo alla scoperta e<br />

degustazione <strong>di</strong> ottimi vini ed aperitivi con prodotti a Km 0. Così questa iniziativa potrà essere<br />

una vera festa in cui celebrare le donne con anche un momento conviviale in cui i partecipanti<br />

possano conoscersi e <strong>di</strong>battere tra loro.<br />

L’iniziativa ha ottenuto <strong>il</strong> patrocinio della <strong>Pro</strong>vincia <strong>di</strong> Pesaro e Urbino, del Comune <strong>di</strong> Pesaro e<br />

dell’Associazione Quartieri n. 3 “delle colline e dei castelli”. Alla realizzazione dell’evento<br />

hanno collaborato con l’Associazione <strong>Pro</strong> <strong>Loco</strong> <strong>di</strong> <strong>Candelara</strong> gli amici dell’Associazione<br />

“Nautartis” <strong>di</strong> Gubbio, l’Associazione “Il Megafono delle donne” <strong>di</strong> Ancona e l’“Art Gallery<br />

Santa Teresa” <strong>di</strong> Fano.<br />

Pierpaolo Diotalevi<br />

(Presidente <strong>Pro</strong> <strong>Loco</strong>)<br />

Piergiorgio Pietrelli<br />

(Direttore artistico)<br />

Lorenzo Fattori<br />

(curatore della mostra<br />

& CandelarArte)<br />

5


La donna eroina della Società<br />

con la partecipazione:<br />

Eva Fischer<br />

Elenco delle artiste in mostra:<br />

• Anna Rosa Bas<strong>il</strong>e<br />

• Elvia Bertuccioli<br />

• Alessandra Bonci<br />

• Cettina Callari<br />

• Rosalia Cicerale<br />

• Pierina Clementi<br />

• Deborah Coli<br />

• Piera Corinaldesi<br />

• Rossella De Stefani<br />

• Breda Catherine Ennis<br />

• Irina Kuksova<br />

• Marisa Lambertini<br />

• Sandra Marcelloni<br />

• Chiara Meloni<br />

• Mat<strong>il</strong>de Orsini<br />

• Grazia Palomba<br />

• Maria Pia Pontrandolfo<br />

• Eufemia Rampi<br />

Cantina Bianchini<br />

Via Sant’Anna, 33<br />

61030 - Cartoceto (PU)<br />

Tel-fax 0721 898440<br />

www.sangiovese.it<br />

info@sangiovese.it<br />

Nel giugno 1176<br />

Federico Barbarossa,<br />

dopo la sconfitta nella<br />

battaglia <strong>di</strong> Legnano,<br />

grazie all’aiuto del<br />

vescovo scismatico <strong>di</strong><br />

Pesaro Stefano, trova<br />

rifugio nel castello <strong>di</strong><br />

<strong>Candelara</strong>.<br />

Lo stemma municipale <strong>di</strong> <strong>Candelara</strong> è<br />

sormontato da una corona viscont<strong>il</strong>e,<br />

cimata da quattro pietre, <strong>di</strong> cui tre visib<strong>il</strong>i,<br />

sostenute da un numero corrispondente <strong>di</strong><br />

punte alternate da quattro piccole pietre,<br />

due delle quali sono visib<strong>il</strong>i. Che in questa<br />

occasione <strong>il</strong> sovrano, per ringraziare<br />

dell’ospitalità, abbia donato alla comunità<br />

candelarese un riconoscimento imperiale?<br />

Giancarlo Cesarini<br />

“Federico Barbarossa a <strong>Candelara</strong>”<br />

Pittura muraria, 2010<br />

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La donna eroina della Società<br />

Ospite d’onore:<br />

Eva Fischer<br />

Eva Fischer è nata a Daruvar (ex Jugoslavia), nel 1920.<br />

Il padre Leopoldo, Rabbino Capo ed eccellente talmu<strong>di</strong>sta,<br />

venne deportato dai nazisti. Sono più <strong>di</strong> trenta i fam<strong>il</strong>iari<br />

<strong>di</strong> Eva scomparsi nei lager.<br />

Negli anni precedenti la guerra, Eva Fischer si <strong>di</strong>plomò<br />

all’Accademia <strong>di</strong> Belle Arti <strong>di</strong> Lione e fece ritorno a<br />

Belgrado in tempo per assistete ai bombardamenti nazisti<br />

sulla città (1941) senza <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> guerra. Ebbe così<br />

inizio un periodo travagliato fatto <strong>di</strong> fughe e costellato da<br />

privazioni e duri sacrifici.<br />

Fu determinante allora l’aiuto <strong>di</strong> Wanda Varotti, Massimo<br />

Massei ed altri membri del Partito d’Azione (Eva è<br />

membro ad honorem dell’Associazione Nazionale<br />

Partigiani).<br />

A guerra finita Eva Fischer scelse Roma come sua città<br />

d’adozione: intenso è l’amore che ella porta a questa città. Entrò imme<strong>di</strong>atamente a far parte<br />

del gruppo <strong>di</strong> artisti <strong>di</strong> Via Margutta coi quali contrasse indeleb<strong>il</strong>i amicizie. Di quel periodo<br />

è la sua amicizia e consuetu<strong>di</strong>ne con Mafai e Guttuso, Tot, Campigli, Fazzini, Carlo Levi,<br />

Capogrossi, Corrado Alvaro e tanti <strong>di</strong> quella generazione <strong>di</strong> artisti che avevano maturato<br />

idee luminose entro <strong>il</strong> buio della <strong>di</strong>ttatura.<br />

Intensa fu l’amicizia con De Chirico, Mirko, Sandro Penna e Franco Ferrara allora già<br />

br<strong>il</strong>lante <strong>di</strong>rettore d’orchestra; venne così <strong>il</strong> tempo <strong>di</strong> lunghe e notturne passeggiate romane<br />

anche con Jacopo Recupero, Cagli, Avenali, Giuseppe Berto e Alfonso Gatto nonché con<br />

Maurice Druon non ancora ministro della cultura francese che andava scrivendo le pagine<br />

de “Le gran<strong>di</strong> famiglie”.<br />

Fu in quel tempo che Dalì vide e s’innamorò dei mercati <strong>di</strong> Eva, mentre lo stesso Ehrenburg<br />

scrisse sulle “um<strong>il</strong>i e orgogliose biciclette”.<br />

Con Picasso si incontrarono nella bella casa <strong>di</strong> Luchino Visconti, parlando a lungo d’arte<br />

contemporanea e del sussulto intimo che porta alla creatività. Picasso la esortò a progre<strong>di</strong>re<br />

nella luce misteriosa delle barche e delle architetture meri<strong>di</strong>onali.<br />

Venne così <strong>il</strong> tempo <strong>di</strong> Parigi dove Eva abitò a lungo a Saint Germain des Près e cercò Marc<br />

Chagall <strong>di</strong>venendone amica devota e profonda ammiratrice. Egli le raccontava <strong>di</strong> sogni<br />

colorati nonché del fascino dei racconti biblici.<br />

Zadkine ospitò generosamente Eva ammirandone <strong>il</strong> coraggio d’una ricerca intensa e<br />

costruttiva ed <strong>il</strong> fascino d’una cultura mitteleuropea, tutt’altro che trascurab<strong>il</strong>e. In<br />

quell’epoca Eva Fischer realizzò “paesaggi romani” con le loro trasparenze e lontananze,<br />

come se <strong>il</strong> tempo si fosse in qualche modo fermato sulle rovine della Città Eterna.<br />

Dunque venne la volta <strong>di</strong> Madrid. Qui la pittura <strong>di</strong> Eva Fischer - finalmente esposta nei<br />

musei - fu al centro <strong>di</strong> <strong>di</strong>battiti nell’Atelier <strong>di</strong> Juana Mordò fra l’artista marguttiana ed i<br />

pittori spagnoli ancora in lotta contro <strong>il</strong> franchismo. Eva portò loro la testimonianza <strong>di</strong><br />

un’arte rinata in un mondo libero fatta <strong>di</strong> tentativi nuovi, magri, <strong>di</strong>scutib<strong>il</strong>i ma al cospetto <strong>di</strong><br />

tutti gli sguar<strong>di</strong> e tutti i giu<strong>di</strong>zi.<br />

Nei tardo anni Cinquanta, si stab<strong>il</strong>izza a Roma, dove va a vivere nel popolare quartiere <strong>di</strong><br />

Trastevere. Sotto <strong>di</strong> lei vive <strong>il</strong> compositore Ennio Morricone. Nasce un profondo legame<br />

anche artistico. Nel 1990 Ennio le de<strong>di</strong>ca <strong>il</strong> CD “A Eva Fischer pittore”.<br />

7


La donna eroina della Società<br />

Negli anni sessanta Eva Fischer fu a Londra<br />

dove espose nella più esclusiva Galleria<br />

della City, quella Lefevre che aveva<br />

concesso l’ultima “personale” al pittore<br />

italiano Mo<strong>di</strong>gliani. La Galleria Lefevre<br />

ospitò i quadri <strong>di</strong> Eva per i “suoi colori<br />

me<strong>di</strong>terranei e l’italianità” delle sue tele. Il<br />

mondo della Fischer è fatto <strong>di</strong> brevi<br />

migrazioni ovunque <strong>il</strong> suo estro l’ha<br />

chiamata: da Israele, ove <strong>di</strong>pinse mirab<strong>il</strong>i<br />

tele <strong>di</strong> Gerusalemme e Hebron (molto note<br />

sono le vetrate del Museo israelitico <strong>di</strong> Roma), fino agli U.S.A. dove conta numerosi<br />

collezionisti ed estimatori, fra i quali gli attori Humphrey Bogart (fu la moglie Laureen<br />

Bacall a donargli la prima opera) e Henry Fonda.<br />

Oggi che l’arte <strong>di</strong> Eva Fischer è conosciuta<br />

nel mondo, ella parla <strong>di</strong> sé con assoluta<br />

modestia tipica <strong>di</strong> questa donna coraggiosa<br />

ed intelligente, dallo sguardo pulito e<br />

profondo nonostante gli affronti degli<br />

uomini, in quei tempi <strong>di</strong>sumani. Ella non<br />

condanna costoro con rabbia e vendetta ma<br />

con dei quadri malinconici e grigi, con<br />

sguar<strong>di</strong> <strong>di</strong> uomini stupiti prima ancora che<br />

smarriti e <strong>di</strong> bambini immob<strong>il</strong>i nel gelo dei<br />

vagoni appiccicati a treni senza ritorno.<br />

Nel 2008 <strong>il</strong> Presidente della Repubblica<br />

Italiana Giorgio Napolitano ha conferito ad Eva Fischer l’onorificenza <strong>di</strong> Cavaliere al<br />

merito della Repubblica.<br />

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La donna eroina della Società<br />

“L’Arco”<br />

olio su tela, 54 x 73 cm, 1952<br />

“La Bicicletta come primo Amore n. 2”<br />

olio su tela, 54 x 73 cm, 1954<br />

9


La donna eroina della Società<br />

“Visione aerea”<br />

olio su tela, 100 x 50 cm, 1954<br />

“Fiori n. 5”<br />

olio su tela, 73 x 54 cm,1960<br />

10


La donna eroina della Società<br />

“Avanspettacolo”<br />

olio su tela, 73 x 54, cm 1986<br />

“Pause <strong>di</strong> Suoni”<br />

olio su tela, 73 x 54 cm, 1990<br />

11


La donna eroina della Società<br />

Anna Rosa Bas<strong>il</strong>e<br />

“Vittoria Mosca”<br />

matite colorate su carta Fabriano, 33 x 48 cm, 2012<br />

Anna Rosa Bas<strong>il</strong>e nasce a Pesaro. Si <strong>di</strong>ploma presso l’Istituto Statale d’Arte Ferruccio<br />

Mengaroni <strong>di</strong> Pesaro, sezione ceramica. È stata insegnante <strong>di</strong> educazione artistica in <strong>di</strong>versi<br />

istituti scolastici della provincia <strong>di</strong> Forlì. Oltre ad essere pittrice e scultrice, è anche poeta:<br />

ha ottenuto <strong>di</strong>versi riconoscimenti a livello nazionale.<br />

Anna Rosa propone un ritratto della marchesa “Vittoria Mosca”: entrambe hanno speso la<br />

loro vita nell’amore per l’arte. Vittoria, nob<strong>il</strong>donna pesarese vissuta nel XIX secolo,<br />

attraverso una ingente donazione al Comune <strong>di</strong> Pesaro ha costituito <strong>il</strong> nucleo centrale degli<br />

attuali Musei Civici <strong>di</strong> Pesaro. Il suo sogno era <strong>di</strong> allestire un “Museo delle Arti Industriali”,<br />

per questo aveva acquistato, restaurato e donato l’attuale Palazzo Mazzolari-Mosca: al<br />

piano terra la scuola d’arte ed al primo piano le collezioni d’arte ed artigianato. Un grande e<br />

lungimirante sogno infranto a causa <strong>di</strong> alcune scelte politiche sbagliate.<br />

12


La donna eroina della Società<br />

Elvia Bertuccioli<br />

“Riflesso”<br />

tempera su carta, 35 x 50 cm, 2012<br />

Elvia Bertuccioli nasce a Pesaro <strong>il</strong> 2 luglio 1939 e nella città ha effettuato gli stu<strong>di</strong> presso<br />

l’Istituto statale d’arte “F. Mengaroni”, conseguendo con ottimi voti <strong>il</strong> <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong> Maestra<br />

d’Arte, con specializzazione in Storia del Costume, sotto la guida del prof. Ciro Pavisa.<br />

Ottenute le ab<strong>il</strong>itazioni per l’insegnamento <strong>di</strong> Educazione Artistica nelle scuole me<strong>di</strong>e e<br />

storia dell’arte negli istituti superiori inizia la sua carriera <strong>di</strong> insegnante, tra Fabriano e Jesi.<br />

Ha partecipato alle mostre del “Salvi” <strong>di</strong> Sassoferrato in cui ha ottenuto varie citazioni.<br />

Elvia in questa mostra ripropone caratteristiche tipiche del suo linguaggio artistico: le figure<br />

<strong>di</strong> donne sott<strong>il</strong>i, allungate, delicate come la bolla <strong>di</strong> sapone che compare a destra. Questa<br />

delicatezza e preziosità è ripresa anche da un altro elemento, <strong>il</strong> gambo <strong>di</strong> rosa rossa, simbolo<br />

per eccellenza dell’amore, rappresentato dai due volti <strong>di</strong> giovani contrapposti in cui nel<br />

volto dell’altro vedono riflesso <strong>il</strong> proprio. Una ambientazione irreale, ma frutto del ricordo<br />

della memoria <strong>di</strong> eventi e situazioni vissute e ripercorse e ricostruite nell’io.<br />

13


La donna eroina della Società<br />

Alessandra Bonci<br />

“Campo <strong>di</strong> fiori”<br />

acr<strong>il</strong>ico su carta Fabriano, 30 x 40 cm, 2012<br />

Alessandra, nasce a Fano (1963). Nel 1981 consegue <strong>il</strong> <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong> Maturità d’Arte sezione<br />

oreficeria. Dal 1991 nel proprio laboratorio progetta e realizza gioielli e piccole sculture.<br />

Dal 2000 si de<strong>di</strong>ca alla pittura, sua grande passione, segue un suo percorso personale <strong>di</strong><br />

ricerca e creatività artistica. “Creatività artistica che corrisponde ad un processo complesso<br />

ed ha come punto <strong>di</strong> partenza un’idea o un’immagine o un elemento figurativo attraverso<br />

cui la pittrice si esprime. Nell’infinito del suo ambiente la Bonci costruisce con <strong>il</strong> suo<br />

linguaggio l’appagamento nello spazio e nel tempo dell’anima femmin<strong>il</strong>e. Il risultato è<br />

surreale , astratto, <strong>di</strong>vino , cioè metafisico” (dalla critica del <strong>Pro</strong>f. Diamantis Zissis Atene).<br />

Alessandra propone una delle sue donne avvolte nel “burqa” che lascia in vista e nello<br />

stesso tempo incornicia gli occhi ver<strong>di</strong>-azzurri che ci guardano intensamente. La cromia<br />

dello sfondo e del “burqa” sono le medesime; oltre agli occhi cromaticamente si r<strong>il</strong>evano<br />

cinque fiori rossi che si frappongono tra lo spettatore e la ragazza: una grata naturale che la<br />

separa dalla nostra civ<strong>il</strong>tà che guarda con curiosità!<br />

14


La donna eroina della Società<br />

Cettina Callari<br />

“Madre e donna”<br />

carboncino su carta Fabriano, 29,7 x 42 cm, 2012<br />

Cettina Callari nasce a Niscemi, terra del sole e dei colori, tra <strong>il</strong> profumo della zagara degli<br />

agrumi della splen<strong>di</strong>da Sic<strong>il</strong>ia. Sin da piccola manifesta la sua passione per <strong>il</strong> <strong>di</strong>segno e la<br />

pittura. All’età <strong>di</strong> 16 anni interrompe gli stu<strong>di</strong> e si trasferisce in Svizzera con la sua<br />

famiglia, dove frequenta dei corsi <strong>di</strong> pittura ed allestisce le sue prime mostre nella città <strong>di</strong><br />

Winterthur. All’inizio degli anni Ottanta rientra in Sic<strong>il</strong>ia, dove riprende gli stu<strong>di</strong> alla scuola<br />

d’arte della ceramica <strong>di</strong> Caltagirone (CT); in seguito si <strong>di</strong>ploma alla Scuola d’Arte<br />

“Picasso” (PA). Dal 1997 lavora presso un istituto per <strong>di</strong>sab<strong>il</strong>i dove ha messo la sua<br />

esperienza artistica al servizio dei ragazzi. Nella sua città tiene corsi <strong>di</strong> pittura per ragazzi ed<br />

adulti. Dal 1982 ad oggi ha allestito mostre personali ed ha partecipato a collettive in Italia e<br />

all’estero, con ampio riconoscimento <strong>di</strong> pubblico e critica.<br />

Cettina, con questo carboncino immortala un attimo - forse rubato - <strong>di</strong> tenerezza tra una<br />

madre ed <strong>il</strong> proprio bambino che stringe al petto tra le sue mani. L’immagine propone uno<br />

dei gesti più comuni, ma l’artista ha colto la sua sacralità. Donna, madre e lavoratrice, una<br />

vera eroina, ha voluto rappresentare la luce con la figura del bambino con <strong>il</strong> volto <strong>il</strong>luminato<br />

dal sorriso, luce che irra<strong>di</strong>a nel cuore <strong>di</strong> madre quando abbraccia <strong>il</strong> proprio figlio e che<br />

riesce a far scordare le fatiche e le sofferenze della madre donna e lavoratrice.<br />

15


La donna eroina della Società<br />

BOZZETTO<br />

Rosalia Cicerale<br />

“Le donne del mondo eroine della società che vive e lavora”<br />

pastelli ad olio e patine su carta realizzata a mano su tela <strong>di</strong> yuta, 60 x 47 cm, 2012<br />

Rosalia Cicerale nasce a Roma (7 marzo 1967) ma attualmente vive e lavora a Pesaro. Fin<br />

da giovanissima mostra una propensione naturale per <strong>il</strong> <strong>di</strong>segno e la pittura. Si laurea<br />

all’Accademia <strong>di</strong> Belle Arti <strong>di</strong> Urbino nel 1991 dopo aver frequentato <strong>il</strong> Liceo Artistico -<br />

sezione Architettura - a Roma.<br />

La passione per l’arte si è tramutata subito in un’attività professionale, iniziata con <strong>il</strong> settore<br />

delle scenografie teatrali e televisive. Ciò ha favorito una ricerca che ha legato pittura,<br />

scultura, decorazione ed uso <strong>di</strong> svariati materiali. Recentemente ha organizzato dei corsi<br />

d’arte e <strong>di</strong> restauro per avvicinare adulti e bambini al mondo dell’arte, soprattutto attraverso<br />

l’appren<strong>di</strong>mento delle antiche tecniche <strong>di</strong> realizzazione dei manufatti.<br />

Rosalia ama lo stu<strong>di</strong>o delle tecniche artistiche ed è per questo che ha fabbricato anche la<br />

carta <strong>di</strong> quest’opera. Due donne sono le protagoniste: quella occidentale e quella<br />

me<strong>di</strong>orientale <strong>il</strong> cui viso è avvolto nel “burqa”; entrambe sono poste <strong>di</strong> prof<strong>il</strong>o e ciò non<br />

permette all’osservatore <strong>di</strong> cogliere i loro sentimenti. Tra loro a <strong>di</strong>viderle, e nello stesso<br />

tempo ad unirle, una moderna città. L’artista elegge la città quale elemento che identifica la<br />

civ<strong>il</strong>tà: le due donne pur appartenenti a culture <strong>di</strong>verse rappresentano <strong>il</strong> profondo impegno<br />

del genere femmin<strong>il</strong>e alla realizzazione della società in cui viviamo.<br />

16


La donna eroina della Società<br />

Pierina Clementi<br />

“La Teresa De Sanchiett”<br />

matita su carta Fabriano, 35 x 50 cm, 2012<br />

Pierina Clementi nasce a Candelora. Si <strong>di</strong>ploma alla Scuola Magistrale <strong>di</strong> Fossombrone. Da<br />

sempre ha sentito l’esigenza <strong>di</strong> esprimersi con <strong>il</strong> pennello, i colori e le matite, che sono i<br />

suoi più cari amici ai quali affida stupore sempre nuovo e magiche emozioni. La famiglia<br />

non gli ha consentito <strong>di</strong> seguire queste inclinazioni nello stu<strong>di</strong>o; quin<strong>di</strong> successivamente, da<br />

auto<strong>di</strong>datta, ha coltivato questa sua passione ed è stata seguita in modo particolare dal<br />

professor Monal<strong>di</strong>, noto acquerellista. Ama cimentarsi con varie tecniche ma pred<strong>il</strong>ige<br />

l’acquerello. Iconograficamente le sue opere sono paesaggi e fiori, <strong>di</strong>pinti rigorosamente dal<br />

vero. Ha partecipato a mostre, in<strong>di</strong>viduali e collettive.<br />

Pierina propone un accattivante <strong>di</strong>segno a matita, un’opera che si caratterizza solo per la<br />

bravura nel contrapporre i segni neri contro lo sfondo bianco del foglio. Si tratta <strong>di</strong> un’opera<br />

biografica: infatti, raffigura la suocera, che al tempo del dopoguerra, rimasta vedova, per<br />

mantenersi portava con <strong>il</strong> suo motorino le bombole <strong>di</strong> casa in casa percorrendo ogni angolo<br />

<strong>di</strong> Candelora. Il ritratto della “Teresa De Sanchiett” è un omaggio anche alle donne<br />

candelaresi.<br />

17


La donna eroina della Società<br />

Deborah Coli<br />

“Bellezza , gent<strong>il</strong>ezza , amicizia”<br />

sanguigna e pastelli su carta ruvida, 29,7 x 21 cm, 2012<br />

Deborah Coli nasce a Pesaro e si forma all’Istituto d’Arte Mengaroni della città. Ha<br />

proseguito le sue ricerche frequentando gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> prestigiosi maestri marchigiani,<br />

approfondendo le proprie conoscenze delle <strong>di</strong>verse tecniche pittoriche e del <strong>di</strong>segno, come i<br />

ritratti a carboncino, <strong>di</strong>pinti ad olio e pitture murali. Pred<strong>il</strong>ige però la pittura ad olio. Oggi<br />

tiene anche <strong>di</strong>versi corsi pittorici in comuni marchigiani e romagnoli. Al 2007 risale la sua<br />

prima mostra personale nella galleria <strong>di</strong> Pesaro, seguita da altre nei comuni <strong>di</strong> Cattolica,<br />

Gabicce Mare, Morciano <strong>di</strong> Romagna ed Urbino.<br />

Deborah per i soggetti delle sue opere si ispira al quoti<strong>di</strong>ano, al suo essere madre e moglie,<br />

esprime e comunica le sue emozioni attraverso <strong>il</strong> linguaggio figurativo. In questa mostra<br />

presenta un’opera realizzata con la tecnica della sanguigna ed ispirata alla celebre scultura<br />

“Le Grazie” <strong>di</strong> Antonio Canova. Grazia, intesa non solo come bellezza fisica ma qualità<br />

dello spirito e sentimento (una caratteristica specifica della donna!) unite da un abbraccio<br />

inteso come sentimento ma anche come collaborazione e costruzione per un mondo pronto<br />

ad accogliere e non a <strong>di</strong>videre, consapevoli che solo abbattendo la competizione femmin<strong>il</strong>e<br />

si può raggiungere. Gli sguar<strong>di</strong> si incrociano e ognuna vede riflessa negli occhi dell’altra la<br />

stessa forza e la stessa paura.<br />

18


La donna eroina della Società<br />

Piera Corinaldesi<br />

“Aung San Suu Kyi”<br />

acquarello, 35 x 50 cm, 2011<br />

Piera Corinaldesi nasce a San Costanzo nel 1949 ed oggi vive e lavora a Marotta. Inizia a<br />

<strong>di</strong>pingere come auto<strong>di</strong>datta; successivamente frequenta una scuola <strong>di</strong> pittura a Marotta per<br />

perfezionarsi e per con<strong>di</strong>videre la sua grande passione e le proprie esperienze. Piera<br />

“attraverso le sue forme e i suoi colori si esprime come in un vortice cercando <strong>di</strong><br />

comunicare i suoi stati d’animo”.<br />

Piera, guardando anche a suoi trascorsi politici e sociali, ha scelto <strong>di</strong> esporre un ritratto <strong>di</strong><br />

Aung San Suu Kyi (Rangoon, 19 giugno 1945): politica birmana, attiva da molti anni nella<br />

<strong>di</strong>fesa dei <strong>di</strong>ritti umani sulla scena nazionale del suo Paese, devastato da una pesante<br />

<strong>di</strong>ttatura m<strong>il</strong>itare, imponendosi come leader del movimento non-violento ha ricevuto <strong>il</strong><br />

premio Nobel per la pace nel 1991. Nel 2007 l’ex Premier inglese Gordon Brown ne ha<br />

tratteggiato <strong>il</strong> ritratto come modello <strong>di</strong> coraggio civico per la libertà.<br />

19


La donna eroina della Società<br />

Rossella De Stefani<br />

“Donne in ascesa”<br />

tecnica mista: mordente ed ecoline acquerellati con intervento <strong>di</strong> matite grasse e crete<br />

su carta Fabriano, 33 x 38 cm, 2012<br />

Rossella nasce Pesaro nel 1975, frequenta l’Istituto d’Arte e l’Accademia <strong>di</strong> Belle Arti <strong>di</strong><br />

Urbino. La pittura è per lei un espressione dell’anima, ne ha bisogno per analizzarsi, capirsi<br />

ma anche per esporsi e confrontarsi. Ut<strong>il</strong>izza la pittura per dominare i suoi sentimenti e<br />

razionalizzarli nello stesso modo in cui uno scritture usa le parole.<br />

Rossella propone un <strong>di</strong>segno realizzato con tecniche miste che <strong>di</strong>mostra la sua bravura<br />

tecnica nell’usare i colori ma, soprattutto, nel taglio che dà alla composizione: solo un<br />

particolare <strong>di</strong> questa atleta che si prepara a scalare una montagna (che non ve<strong>di</strong>amo)<br />

esprime al massimo tutta la sua concentrazione e lo sforzo fisico che <strong>il</strong> taglio quadrangolare<br />

riesce a malapena a contenere! Si tratta <strong>di</strong> quell’energia che l’artista ha dentro <strong>di</strong> sé: infatti,<br />

la rappresentazione del corpo femmin<strong>il</strong>e per Rossella è solo un pretesto per immaginare sé<br />

stessa; quin<strong>di</strong> la protagonista non è altro che l’artista stessa alla conquista della sua vita.<br />

20


La donna eroina della Società<br />

Breda Catherine Ennis<br />

“Introspezione”<br />

pastelli morbi<strong>di</strong>, matite grasse, matite acquerellate su carta Fabriano, 31 x 41 cm, 2012<br />

Breda Catherine Ennis nasce a Dublino. Successivamente si trasferisce in Italia dove stu<strong>di</strong>a<br />

all’Accademia <strong>di</strong> Belle Arti <strong>di</strong> Roma ed alla “Pontificia Università Gregoriana”. È docente<br />

all’Università Americana <strong>di</strong> Roma. Ha al suo attivo mostre collettive e monografiche in<br />

Italia ed all’estero. Il leitmotiv dell’opera dell’artista irlandese è l’albero: sm<strong>il</strong>zo e spoglio,<br />

frondoso e imponente, quercia o gelso s’impone ora come un frammento del mondo ora<br />

come un territorio dello spirito, in sintonia con <strong>il</strong> colore che padroneggia la tela, e le cromie<br />

assumono modulazioni liriche <strong>di</strong> vasta e nel contempo sott<strong>il</strong>e consonanza.<br />

Quest’opera si <strong>di</strong>fferenzia dalle altre in mostra non solo per essere astratta ed informale, ma<br />

per la valenza semantica della sua iconologia. Catherine rappresenta la donna non in un atto<br />

materiale (maternità, carriera politica o sociale) ma nel momento in cui si ferma e guarda<br />

dentro <strong>il</strong> suo io, mentre analizza la sua storiaK; così <strong>il</strong> grigio predomina sugli altri colori e le<br />

forme si attorcigliano e si trasformano ad in<strong>di</strong>care lo sforzo psicologico <strong>di</strong> questa azione<br />

mentale, uno sforzo che coinvolge anche noi che la guar<strong>di</strong>amo.<br />

21


La donna eroina della Società<br />

Irina Kuksova<br />

“Santa Maria del nostro treno”<br />

acquaforte su carta Fabriano, 25 x 32 cm, 2011<br />

Irina Kuksova nasce a Mosca nel 1982 ma oggi vive in Irlanda. Da quando aveva quattro<br />

anni ha sentito <strong>il</strong> bisogno <strong>di</strong> raccontarsi attraverso <strong>di</strong>segni e scarabocchi; <strong>di</strong>eci anni dopo, i<br />

suoi <strong>di</strong>segni e quadri sono <strong>di</strong>venuti arte. Il primo suo viaggio in Italia avviene nel 2000:<br />

dopo aver letto “Il tormento e l’estasi” <strong>di</strong> Irving Stone ha sentito la necessità <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are e<br />

conoscere dal vero l’arte del Rinascimento italiano; contemporaneamente si è laureata<br />

all’Accademia <strong>di</strong> Belle Arti <strong>di</strong> Brera. Nelle sue opere emerge costantemente <strong>il</strong> suo amore<br />

per l’arte rinascimentale: Irina sa catturare i soggetti delle sue opere in ogni dettaglio<br />

prezioso e con <strong>il</strong> giusto gioco <strong>di</strong> luci ed ombre in opere pittoriche ad olio, acquarelli o nelle<br />

stampe.<br />

Nell’acquaforte Irina attualizza l’iconografia della Sacra Famiglia: la Vergine è seduta su un<br />

treno, Giuseppe suo sposo è seduto nel sed<strong>il</strong>e affianco. Il treno è uno dei nostri mezzi <strong>di</strong><br />

comunicazione: del resto la famiglia <strong>di</strong> Nazareth non era <strong>di</strong>versa dalle altre povere famiglie<br />

dell’epoca e se l’incarnazione avvenisse oggi sicuramente non userebbero un asino e delle<br />

bisacce per recarsi al censimento.<br />

22


La donna eroina della Società<br />

Marisa Lamberti<br />

“Ragazza”<br />

bronzo, 2011<br />

Marisa Lamberti nasce a Russi (RA) nel cuore della Romagna. Da sempre <strong>di</strong>segnatrice<br />

instancab<strong>il</strong>e, da trent’anni è anche un’ottima scultrice.<br />

Le sue donne e ragazze che la critica ha chiamato “Pomone”, sono femmine piene <strong>di</strong> vita<br />

che sono state immob<strong>il</strong>izzate dall’artista. Gli abiti, le epidermi<strong>di</strong> <strong>di</strong> queste, sono un<br />

manifesto della bellezza arcaica. Si caratterizzano per i seni prorompenti, i ventri debordanti<br />

ed i visi rubicon<strong>di</strong>, ma nelle sue opere non c’è nulla <strong>di</strong> volgare o grottesco, c’è al contrario<br />

eleganza e nel guardarle proviamo sempre piacere estetico.<br />

L’opera esposta è un bozzetto <strong>di</strong> una scultura esposta al Comune <strong>di</strong> Fano: rappresenta una<br />

giovane ragazza che si libra nell’aria con grande forza, quella forza eroica che ogni donna<br />

ha dentro <strong>di</strong> sé e che fuoriesce nel momento <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà. È una donna trattata<br />

sinteticamente nelle forme perché a Marisa non interessano la descrizione minuziosa del<br />

corpo, ma far emergere <strong>il</strong> suo carattere.<br />

23


La donna eroina della Società<br />

Sandra Marcelloni<br />

“Vanità”<br />

tecnica mista su legno, 48 x 32 cm, 2011<br />

Sandra Marcelloni nasce a Lima (Perù) nel 1973. Dopo un<strong>di</strong>ci anni passati a viaggiare in<br />

Sud America si trasferisce a M<strong>il</strong>ano. Stu<strong>di</strong>a al Liceo Artistico Orsoline e si <strong>di</strong>ploma come<br />

Art Designer presso l’Ateneo <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano. Lavora come grafica presso <strong>di</strong>versi stu<strong>di</strong><br />

pubblicitari coltivando nel tempo libero la sua passione per l’arte e la decorazione che nutre<br />

fin da piccola. Nel 2003 decide <strong>di</strong> trasformare la sua passione in un lavoro mettendosi in<br />

proprio e aprendo <strong>il</strong> suo laboratorio, dove crea opere nelle quali trasmette <strong>il</strong> bagaglio<br />

artistico acquisito nei suoi viaggi.<br />

Normalmente Sandra interpreta iconograficamente temi mitologici; in questa occasione,<br />

invece, questa piccola opera materica interpreta la vanità, una caratteristica <strong>di</strong> molte donne.<br />

Ecco allora queste forme sinuose nelle quali si aprono dei piccoli vortici neri pronti ad<br />

inghiottire le stesse; intorno ad essi predominano dei colori con tinta terra insieme all’oro<br />

che rendono tutto molto affascinante e ammaliante.<br />

24


La donna eroina della Società<br />

Chiara Meloni<br />

“Eleonora d'Arborea”<br />

olio su carta Fabriano, 29,7 x 42 cm, 2012<br />

Chiara Meloni nasce ad Oschiri (OT) nel 1943. Vive e lavora a Fabriano (AN). È un’artista<br />

auto<strong>di</strong>datta, ma per <strong>di</strong>versi anni ha frequentato corsi <strong>di</strong> perfezionamento all’accademia<br />

“Alternativa” <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano, gestita dall’associazione stu<strong>di</strong> culturali “<strong>il</strong> Quadrato”. Si de<strong>di</strong>ca<br />

alla pittura ormai da circa trenta anni ed ora, con lo stesso interesse, anche alla poesia. Oltre<br />

a ciò spazia in <strong>di</strong>versi altri settori dell’attività artistica: decorazione della porcellana, della<br />

stoffa e della ceramica. Ha partecipato a numerose manifestazioni artistiche collettive<br />

nazionali ed internazionali ed ha realizzato mostre personali in <strong>di</strong>verse località.<br />

Chiara propone l’immagine <strong>di</strong> Eleonora d’Arborea (1340-1404) giu<strong>di</strong>ce del Giu<strong>di</strong>cato<br />

d’Arborea (Sardegna), es<strong>il</strong>e nella corporatura quanto energica e vigorosa nel carattere. È<br />

passata alla storia per la promulgazione della “Carta de Logu” (rimasta in vigore fino al<br />

1827) che è stata definita come un <strong>di</strong>st<strong>il</strong>lato <strong>di</strong> modernità e saggezza: tra le norme più<br />

importanti una che permetteva <strong>il</strong> matrimonio riparatore alla violenza carnale subita da una<br />

donna nub<strong>il</strong>e solo qualora la giovane fosse stata consenziente.<br />

25


La donna eroina della Società<br />

Mat<strong>il</strong>de Orsini<br />

“Ragazza”<br />

acr<strong>il</strong>ico su cartoncino, 26 x 34 cm, 2012<br />

Mat<strong>il</strong>de Orsini nasce a Gubbio nel 1974 ma trascorre l’infanzia a Pesaro. Rientra a Gubbio<br />

per proseguire gli stu<strong>di</strong> superiori e poi frequenta la facoltà <strong>di</strong> ingegneria a Perugia. Gli stu<strong>di</strong><br />

tecnici molto intensi la portano a sv<strong>il</strong>uppare un irrefrenab<strong>il</strong>e desiderio <strong>di</strong> liberare la parte<br />

espressiva <strong>di</strong> sé e <strong>di</strong> comunicare con gli altri attraverso l’Arte. Numerose sono le mostre<br />

personali e collettive.<br />

Nascono così i primi schizzi ed i primi <strong>di</strong>pinti molto veloci e <strong>di</strong>namici, ricchi <strong>di</strong> colori<br />

decisi. Ispirandosi al grande astrattista americano W<strong>il</strong>liam Congdom, inizia ad ut<strong>il</strong>izzare la<br />

spatola e realizza i primi astratti.<br />

Mat<strong>il</strong>de propone un mezzo busto <strong>di</strong> ragazza nudo che si caratterizza per la freschezza del<br />

segno e per l’esplosione dei colori che creano le forme anatomiche della ragazza <strong>di</strong>pinta;<br />

ella è fiera nella sua pu<strong>di</strong>ca nu<strong>di</strong>tà, della integerrima moralità, ma è anche sfrontata e<br />

superba, un comportamento tipico dettato dalla sua giovane età.<br />

26


La donna eroina della Società<br />

Grazia Palomba<br />

“Venere”<br />

ecoline su carta, 34 x 49 cm, 2012<br />

Grazia Palomba nasce a Torre del Greco nel 1948 ed è architetto e docente. Unitamente a<br />

queste attività non ha mai tralasciato l’attività <strong>di</strong> pittrice. Si <strong>di</strong>ploma al Liceo Artistico <strong>di</strong><br />

Napoli; successivamente consegue la laurea in Architettura presso l’Università <strong>di</strong> Napoli.<br />

L’attività <strong>di</strong> architetto è stata feconda, sia nel privato che nel pubblico. Al 1964 risale la<br />

prima partecipazione alla mostra collettiva “I Mostra-Concorso <strong>di</strong> Arti Figurative per<br />

studenti <strong>di</strong> Licei ed Istituti d’Arte” a Torre del Greco; nel 1965, a soli <strong>di</strong>ciassette anni, la<br />

prima personale. Da allora ha sempre continuato a lavorare ed esporre.<br />

Grazia pred<strong>il</strong>ige nelle sue opere <strong>il</strong> tema iconografico della mitologia. Per questa occasione<br />

presenta un raffinato <strong>di</strong>segno della dea Venere, dea della bellezza, dell’amore e della<br />

fert<strong>il</strong>ità: in lei molte donne amano identificarsi. Interessante è l’acconciatura dei capelli che<br />

le coprono <strong>il</strong> volto, trasformandola quasi in una rappresentazione della dea fortuna: infatti,<br />

la bellezza è qualcosa <strong>di</strong> volat<strong>il</strong>e che molte donne perseguono e solo poche afferrano. Le<br />

maschere e la rosa sono degli elementi che ricorrono in quasi tutte le opere dell’artista.<br />

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La donna eroina della Società<br />

Maria Pia Pontrandolfo<br />

“Dissoluzione cosmica”<br />

tecnica mista su carta, 83 x 64 cm, 2010<br />

Maria Pia Pontrandolfo nasce a Santeramo in Colle (Bari). Frequenta <strong>il</strong> Liceo artistico a<br />

Bari e successivamente <strong>il</strong> corso <strong>di</strong> scenografia <strong>di</strong> Belle Arti della stessa città. Nel 1987 si<br />

trasferisce a Bologna dove segue <strong>il</strong> corso <strong>di</strong> pittura all’Accademia <strong>di</strong> Belle Arti.<br />

L’artista riprende un percorso pittorico interrotto, con bruciature, gesti laceranti, velature,<br />

giochi <strong>di</strong> luce, premonizioni; l’artista fa emergere, sottolineandola, la relatività del reale<br />

attraverso un itinerario emotivo, un mondo tumultuoso, denso <strong>di</strong> segni pregnanti. È <strong>il</strong> suo<br />

mondo, dove energia e forma stridono per comunicare <strong>di</strong>sagi esistenziali collettivi; tutto<br />

interagisce nei suoi acquerelli astratti, polimaterici; in seguito arriva fino alle combustioni<br />

che svelano i moti spirituali <strong>di</strong> una generazione massacrata dall’incertezza.<br />

Nell’opera esposta l’artista stende del colore corposo su un foglio <strong>di</strong> carta bruciato nel quale<br />

esso affonda, elementi questi tutti simboli delle donne. Colpiscono in particolare lo<br />

spettatore l’uso del colore azzurro e dell’oro.<br />

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La donna eroina della Società<br />

Eufemia Rampi<br />

“Luce Violetta”<br />

olio su tela, 35 x 50 cm, 2012<br />

Eufemia nasce a Rimini nel 1953 e si laurea in sociologia ad Urbino. Si forma alla scuola<br />

del <strong>Pro</strong>fessor S<strong>il</strong>vio Bicchi junior, appartenente alla famiglia dei Macchiaioli livornesi. Fin<br />

dagli anni Ottanta del XX secolo fa parte degli artisti del cavalletto che ritraggono dal vero<br />

(en plein air) gli splen<strong>di</strong><strong>di</strong> scenari della natura. Dalla frequentazione <strong>di</strong> noti scultori<br />

ceramisti ha coltivato la passione per <strong>il</strong> tutto tondo nella modellazione dell’arg<strong>il</strong>la.<br />

La presente opera è stata donata al “Costituendo Museo della Candela” e viene esposta per<br />

ringraziare l’artista. Raffigura una giovane donna avvolta nella penombra che tiene in mano<br />

una candela viola; si tratta <strong>di</strong> un colore ricco <strong>di</strong> significati: nella cultura cattolica<br />

simboleggia <strong>il</strong> tempo <strong>di</strong> riflessione, <strong>di</strong> preparazione e penitenza. È conosciuto come <strong>il</strong><br />

colore dello Spirito ed in effetti, secondo gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Carl Gustav Jung, agisce sull’inconscio<br />

dando forza spirituale ed ispirazione. Rappresenta l’unione tra Cielo e Terra, tra Calma e<br />

Passione, tra Saggezza ed Amore, tra Blu e Rosso. È <strong>il</strong> colore della Trasmutazione, della<br />

metamorfosi, della Conversione. Questo colore esprime un’energia pura, atavica: è una<br />

forza legata alla vitalità del Rosso ed all’intimo accoglimento del Blu. La colorazione è un<br />

insieme <strong>di</strong> attesa e <strong>di</strong> precognizione e come messaggio porta <strong>il</strong> desiderio <strong>di</strong> elevazione della<br />

coscienza umana fino al raggiungimento del bianco, della pura luce.<br />

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La donna eroina della Società<br />

Contatti:<br />

Anna Rosa Bas<strong>il</strong>e:<br />

Pesaro<br />

Via Belgrado, 13<br />

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Pesaro<br />

Tel. 0721 64929<br />

Alessandra Bonci:<br />

Fano<br />

Via Gasparoli 38<br />

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boncialessandra@libero.it<br />

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cettinacallari@hotma<strong>il</strong>.it<br />

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Rosalia Cicerale<br />

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Pierina Clementi<br />

Viale Rimembranza 12<br />

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Montecchio (PU)<br />

Cell. 3480597962<br />

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Piera Corinaldesi:<br />

Marotta<br />

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Breda Catherine Ennis:<br />

Roma<br />

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Rossella De Stefani<br />

Pesaro<br />

www.rosselladeste.altervista.org<br />

rosselladestefani@libero.it<br />

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Irlanda<br />

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Tel. +353 (0)87 0555139<br />

Marisa Lambertini<br />

Fano<br />

Sandra Marcelloni<br />

Fano<br />

Cell. 340 2312751<br />

www.sandramarcelloni.it<br />

Chiara Meloni<br />

Via 2° Vicolo Bosima, 21<br />

Fabriano (AN)<br />

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assacae@libero.it<br />

Tel. 0732 22490<br />

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