La vocazione paolina - Societa San Paolo

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29.10.2014 Views

2.6.2. Il vocazionista Pur nella convinzione che ogni membro ha una personale responsabilità nell’animazione vocazionale, Don Alberione non trascura il ruolo del vocazionista. È bene che ogni comunità abbia il suo vocazionista. Compito del vocazionista è innanzitutto tenere viva la coscienza vocazionale nella Casa o nella Provincia: “promuovere preghiere tra tutti gli interessati, facendo anche assegnamento su le Visite delle Pie Discepole; ore di adorazione predicate...”; quindi avvicinare personalmente i giovani e “sempre parlare loro di vocazione e del loro Istituto”. Nel suo servizio apostolico il vocazionista dovrà rivolgersi ai giovani nella verità: “più si parlerà chiaramente e si descriverà la vita che dovrebbero fare, meglio sarà”. Sarà necessaria un’azione molto personale e mirata: “il vocazionista deve studiare il giovane ed illuminarlo sopra lo stato, le tendenze e attitudini, onde consigliarlo per l'avviamento alla propria vita”; modellarsi sempre sul Divino Maestro che “ha lavorato con grande amore per tre anni a formare gli Apostoli, in sacrificio quotidiano”. “Indirizzo pratico per i nostri vocazionisti” SP, novembre-dicembre 1959 Indirizzo pratico per i nostri vocazionisti: Amiamo molto le vocazioni tardive sino all’età dei 23 anni; assai più cerchiamo giovanetti aspiranti quando mostrano buoni segni della chiamata divina. “Nessun inganno o sotterfugio” UPS I, 91 Invocazioni per il vocazionista: O Gesù nostra luce: Indicaci chi hai eletto fra questi. O Gesù nostra speranza: Fa’ sentire ai tuoi eletti il tuo “confortare et esto robustus”. O Gesù, infondi la tua grazia perché risponda: “relictis omnibus et patre secuti sunt eum”. O Gesù Divino Maestro, che avete detto: “La messe è molta ma gli operai sono pochi”, accogliamo con amore il vostro invito: “Pregate il Padre Celeste che mandi operai alla mietitura”. 94

Suscitate una pia crociata vocazionaria: “Tutti i fedeli per tutte le vocazioni”. Più Sacerdoti! che siano sale della terra, luce del mondo, la città posta sul monte, a salvezza dell’umanità redenta col vostro sangue. Più religiosi e più religiose! popolando la terra di istituti e case che raccolgano i figli della vostra predilezione, e che siano focolari di luce e calore; sorgenti di pietà, giardini di santi; per cantare “gloria a Dio e pace agli uomini di buona volontà”. O Maria, “l’eletta di Dio”, Madre e Custode delle vocazioni sante, pregate con noi, per noi, per tutti i chiamati da Dio. Ancora: quando i vocazionisti (un po’ di quasi tutti gli Istituti religiosi e seminari) muovono alla ricerca di giovanetti, devono sempre parlare loro di vocazione e del loro Istituto; mostrarne la vita e la forma di apostolato. Ne devono parlare ai genitori, ai Parroci, ai responsabili. E più si parlerà chiaramente e si descriverà la vita che dovrebbero fare, meglio sarà. Nessun inganno o sotterfugio. Parlando della Pia Società San Paolo, si dovrà chiarire bene la condizione del Sacerdote e quella del Discepolo; perché la scelta sia fatta in partenza, con grandi vantaggi. Si spiega: non si tratta di collegio, ricovero, seminario, scuola tipografica, o simili. Ma di un Istituto religioso; vi entra chi vuole farsi religioso, nella vita paolina; nella quale vi sono due condizioni: Sacerdote o Discepolo, secondo la vocazione e attitudini. È bene aggiungere: chi non riesce negli studi non ne ha colpa, è chiaro, ma non ha la vocazione sacerdotale. “Vi sia sempre uno o più vocazionisti” UPS I, 120 Vi sia sempre uno o più vocazionisti; questo è ufficio fondamentale per ogni Congregazione.... In ogni Casa vi sia il Vocazionista. “Scegliere bene il Vocazionista” SP, aprile 1961 Ricerca e selezione degli aspiranti Nella meditazione si sono trattati tre punti: 1) Il problema vocazionario è il più grave della Chiesa in generale, come dell'Istituto in particolare. 2) Per la formazione vi è un solo metodo: è Gesù Cristo. 3) 95

2.6.2. Il vocazionista<br />

Pur nella convinzione che ogni membro ha una personale responsabilità<br />

nell’animazione vocazionale, Don Alberione non trascura<br />

il ruolo del vocazionista. È bene che ogni comunità abbia il suo<br />

vocazionista. Compito del vocazionista è innanzitutto tenere viva la<br />

coscienza vocazionale nella Casa o nella Provincia: “promuovere preghiere<br />

tra tutti gli interessati, facendo anche assegnamento su le Visite<br />

delle Pie Discepole; ore di adorazione predicate...”; quindi avvicinare<br />

personalmente i giovani e “sempre parlare loro di <strong>vocazione</strong> e del loro<br />

Istituto”. Nel suo servizio apostolico il vocazionista dovrà rivolgersi<br />

ai giovani nella verità: “più si parlerà chiaramente e si descriverà la<br />

vita che dovrebbero fare, meglio sarà”. Sarà necessaria un’azione<br />

molto personale e mirata: “il vocazionista deve studiare il giovane ed<br />

illuminarlo sopra lo stato, le tendenze e attitudini, onde consigliarlo<br />

per l'avviamento alla propria vita”; modellarsi sempre sul Divino Maestro<br />

che “ha lavorato con grande amore per tre anni a formare gli<br />

Apostoli, in sacrificio quotidiano”.<br />

“Indirizzo pratico per i nostri vocazionisti”<br />

SP, novembre-dicembre 1959<br />

Indirizzo pratico per i nostri vocazionisti: Amiamo molto le vocazioni<br />

tardive sino all’età dei 23 anni; assai più cerchiamo giovanetti<br />

aspiranti quando mostrano buoni segni della chiamata divina.<br />

“Nessun inganno o sotterfugio”<br />

UPS I, 91<br />

Invocazioni per il vocazionista:<br />

O Gesù nostra luce: Indicaci chi hai eletto fra questi.<br />

O Gesù nostra speranza: Fa’ sentire ai tuoi eletti il tuo “confortare<br />

et esto robustus”.<br />

O Gesù, infondi la tua grazia perché risponda: “relictis omnibus et<br />

patre secuti sunt eum”.<br />

O Gesù Divino Maestro, che avete detto: “<strong>La</strong> messe è molta ma gli<br />

operai sono pochi”, accogliamo con amore il vostro invito: “Pregate<br />

il Padre Celeste che mandi operai alla mietitura”.<br />

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