La vocazione paolina - Societa San Paolo
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la Chiesa soffre nel dilagare dell’errore ed immoralità, nel constatare come i nuovi mezzi, portati dal progresso per gli uomini, vengono usati a rovina del bene e delle anime, specialmente della gioventù. Per la decisione definitiva occorrono tre sì. Il Confessore, il Superiore, l’Aspirante... “Alcune condizioni necessarie” SP, aprile 1961 Alcune condizioni necessarie perché si ottenga una più alta percentuale ed insieme perfetta riuscita delle vocazioni (in quanto possibile): 1. Occorre un’adeguata e specifica preparazione dei Maestri, tanto per la parte spirituale, quanto per la parte intellettuale, zelo ed amore ai loro aspiranti. Spesso talvolta è inadeguata. 2. Piena conoscenza ed amore all’Istituto, così da poterlo infondere quasi goccia a goccia nell’animo del fanciullo in tutte le occasioni, prendendone lo spunto. 3. La pietà del Maestro è necessario che sia interiore, profonda e più abbondante perché deve servire ad alimentare se stesso e gli Aspiranti. 4. Ambiente di Casa sempre formativo, escludendo chi potrebbe, con l’esempio di vita trascurata o di parole imprudenti, distruggere l’opera del Maestro. 5. L’ultima selezione degli Aspiranti nel periodo delle accettazioni, e specialmente nei tre primi mesi della prova, venga fatta dal Maestro. 6. Convinzione profonda ed amore al metodo paolino di formazione del tutto conformato al Divino Maestro: buon esempio, istruzione, correzione, ottimismo. 7. Il Maestro deve portare il giovane ad amare il Signore, non guadagnarlo a sé, cercandone una stima umana e un’affezione vana e pericolosa. 8. Piena conoscenza e responsabilità di una vocazione; poiché guai a noi, diceva Pio XI, se per causa nostra si perdesse un’anima, quanto più una vocazione; un allontanamento deve essere motivo di buon esame di coscienza e di preghiera e di esperienza costruttiva per l’avvenire. 72
“Si esaminano: docilità, carattere, studio, spirito, apostolato, salute, intenzione, pensiero dei parenti” SP, aprile-maggio 1963 Per i nostri Aspiranti: Il primo anno vale come raccolta di vocazioni: Superiori che esaminano il giovane entrato; e questi esperimenta la nuova vita e si ambienta. Si esaminano: docilità, carattere, studio, spirito, apostolato, salute, intenzione, pensiero dei parenti, ecc. SP, dicembre 1966 Uno dei segni di vocazione paolina è l’inclinazione agli studi letterari, secondo i corsi. 2.4.2. Controindicazioni Il Fondatore richiama molto presto l’attenzione di superiori e maestri su alcuni possibili equivoci nell’animazione vocazionale: “Non può predicare fruttuosamente Cristo chi...” SP, 1 giugno 1935 Non può predicare fruttuosamente Cristo chi non predilige, fra tutte le materie, il Catechismo e la Religione; come non può essere min i- stro di Dio chi non è buono e virtuoso cristiano; né può far bene la preghiera pubblica ed insegnarla chi non sa già abitualmente attendere bene alla privata; né può essere apostolo nella stampa chi le g- gesse passionalmente libri o giornali pericolosi. “Escludere anche le capacità troppo scarse, le saluti troppo deboli” SP, 15 febbraio 1936 La Congregazione deve risultare una riunione di persone attive, di iniziative e, nella loro attività, conclusivi praticamente. Non si può mirare ad essa come ad un posto per vivere tranquillamente ma il luogo per servire al Signore, alla Chiesa, alle anime. Questo servizio deve mostrarsi nello spirito combattivo: quelli che non lavorano a vincersi, non hanno spirito combattivo dell’abneget; quelli che non hanno coraggio nel rinunziare alla propria famiglia e sempre continuano a preoccuparsene umanamente; quelli che vivono in un egoismo ristretto di cura del corpo e del loro corredo e del 73
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salute, intenzione, pensiero dei parenti”<br />
SP, aprile-maggio 1963<br />
Per i nostri Aspiranti: Il primo anno vale come raccolta di vocazioni:<br />
Superiori che esaminano il giovane entrato; e questi esperimenta<br />
la nuova vita e si ambienta.<br />
Si esaminano: docilità, carattere, studio, spirito, apostolato, salute,<br />
intenzione, pensiero dei parenti, ecc.<br />
SP, dicembre 1966<br />
Uno dei segni di <strong>vocazione</strong> <strong>paolina</strong> è l’inclinazione agli studi letterari,<br />
secondo i corsi.<br />
2.4.2. Controindicazioni<br />
Il Fondatore richiama molto presto l’attenzione di superiori e<br />
maestri su alcuni possibili equivoci nell’animazione vocazionale:<br />
“Non può predicare fruttuosamente Cristo chi...”<br />
SP, 1 giugno 1935<br />
Non può predicare fruttuosamente Cristo chi non predilige, fra tutte<br />
le materie, il Catechismo e la Religione; come non può essere min i-<br />
stro di Dio chi non è buono e virtuoso cristiano; né può far bene la<br />
preghiera pubblica ed insegnarla chi non sa già abitualmente attendere<br />
bene alla privata; né può essere apostolo nella stampa chi le g-<br />
gesse passionalmente libri o giornali pericolosi.<br />
“Escludere anche le capacità troppo scarse, le saluti troppo deboli”<br />
SP, 15 febbraio 1936<br />
<strong>La</strong> Congregazione deve risultare una riunione di persone attive, di<br />
iniziative e, nella loro attività, conclusivi praticamente. Non si può<br />
mirare ad essa come ad un posto per vivere tranquillamente ma il<br />
luogo per servire al Signore, alla Chiesa, alle anime.<br />
Questo servizio deve mostrarsi nello spirito combattivo: quelli che<br />
non lavorano a vincersi, non hanno spirito combattivo dell’abneget;<br />
quelli che non hanno coraggio nel rinunziare alla propria famiglia e<br />
sempre continuano a preoccuparsene umanamente; quelli che vivono<br />
in un egoismo ristretto di cura del corpo e del loro corredo e del<br />
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