La vocazione paolina - Societa San Paolo

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29.10.2014 Views

sico, al cinematografaro, al pubblicista, al professore, al ragioniere, ecc., senza rinunciare alla loro professione. Troverebbero a S. Paolo, restando Discepoli, un lavoro larghissimo (più che i compositori). Cercate tali vocazioni, sono desideratissime! Solo se chiedono e mostrano vocazione, dopo seria riflessione, sarebbero ammessi agli studi sacri. “I Discepoli e Sacerdoti sentendo la loro maggior intimità, coopereranno con maggior letizia e generosità” SP, aprile 1956 a) I Discepoli e Sacerdoti sentendo la loro maggior intimità, coopereranno con maggior letizia e generosità, nello spirito, nell’apostolato, nella istruzione, nella povertà... b) Più largo reclutamento delle vocazioni per i Discepoli. c) Formazione spirituale, intellettuale, apostolica ed umano-religiosa degli Aspiranti Discepolini. “Un ambiente di stima per i Discepoli” SP, gennaio1965 È stata celebrata a Roma la Giornata dei Discepoli del D.M. (11 gennaio 1965) con l’intervento dei Superiori delle Case d'Italia, dei Maestri dei Discepoli ed erano rappresentati i Discepoli Professi. Giornata di preghiera e studio: alla luce di Gesù Maestro e protezione di San Giuseppe. Argomenti: l’opera del Vocazionista – la formazione spirituale, intellettuale, apostolica, umano-religiosa, la vita del Discepolo Professo... Condizioni: 1) Reclutamento continuo, tutto l’anno, e organizzato. 2) Secondo le contingenze: esaminare se può operare in meglio il Sacerdote o il Discepolo nel reclutamento. 3) Nell’Istituto formare un ambiente di stima per i Discepoli. 4) Elevare la condizione del Discepolo, per lo studio, il trattamento, il rispetto, la partecipazione al Consiglio, secondo le Costituzioni. 5) Fedeltà alle pratiche di pietà; e quando possibile, relativamente variate. 6) Se il Sacerdote non avesse la dovuta stima del Discepolo, non si arriverebbe ai due terzi. 62

2.4. CHI VI È CHIAMATO E CHI NON SI ACCETTA 2.4.1. Le qualità e i criteri di scelta Sulle qualità che si richiedono negli aspiranti alla vita paolina il Fondatore è tornato numerose volte. Interessante anche qui la sua visione integrale della persona: le attitudini devono concernere la mente (buona intelligenza, “il buon senso pratico e la giudiziosità”), la volontà (condotta buona, ma anche “generosità soprannaturale” nelle virtù teologali) e il cuore (“affezione allo stato, alle anime, onde utilizzare tutto il sapere, tutta la virtù nei ministeri pastorali”). Da quali elementi si può riconoscere una vocazione? • “dal mirare decisamente e pregustare quanto è sacro” (SP, giugno 1935); • “considerare se essi diano speranze di riuscire utili alla Chiesa attraverso alla Congregazione” (SP, febbraio 1936); • “siano attivi e conclusivi per l’esame di coscienza...; attivi e conclusivi per lo studio...; attivi e conclusivi nell’Apostolato e per la redazione e per la tecnica e per la propaganda: proporzionatamente alle attitudini di natura e di grazia” (SP, 15 febbraio 1936); • “I due requisiti di delicatezza sono: leggere con animo umile, puro, devoto ogni giorno almeno alcuni versetti della Sacra Scrittura. Aborrire da ogni giornale, periodico, libro non del tutto adatto per un apostolo della stampa” (SP, 8 febbraio 1937); • “la socievolezza è qualità essenziale per chi vuole entrare in una società, tanto più se società religiosa” (SP, novembre 1953); • “se vi è inclinazione, docilità, intelligenza, amore..., se [il giovane] si appassiona per le cose che ha da fare in Congregazione, in ogni direzione” (SP, gennaio 1954); • “segni generali (“generici”) di una vocazione: a) Pietà illuminata, sentita, costante, nutrita di fede, speranza, sacramenti, amore alla Madonna. b) Intelligenza sufficiente per ciò che si aspira a fare; meglio se distinta; che sia equilibrata e venga coltivata, utilizzata nell’apprendere. c) Attrattiva ed inclinazione alle opere, alla vita di apostolato, al ministero dell’Istituto che si vuol abbracciare” (UPS I, 117); 63

sico, al cinematografaro, al pubblicista, al professore, al ragioniere,<br />

ecc., senza rinunciare alla loro professione. Troverebbero a S. <strong>Paolo</strong>,<br />

restando Discepoli, un lavoro larghissimo (più che i compositori).<br />

Cercate tali vocazioni, sono desideratissime! Solo se chiedono e<br />

mostrano <strong>vocazione</strong>, dopo seria riflessione, sarebbero ammessi agli<br />

studi sacri.<br />

“I Discepoli e Sacerdoti sentendo la loro maggior intimità,<br />

coopereranno con maggior letizia e generosità”<br />

SP, aprile 1956<br />

a) I Discepoli e Sacerdoti sentendo la loro maggior intimità, coopereranno<br />

con maggior letizia e generosità, nello spirito, nell’apostolato,<br />

nella istruzione, nella povertà...<br />

b) Più largo reclutamento delle vocazioni per i Discepoli.<br />

c) Formazione spirituale, intellettuale, apostolica ed umano-religiosa<br />

degli Aspiranti Discepolini.<br />

“Un ambiente di stima per i Discepoli”<br />

SP, gennaio1965<br />

È stata celebrata a Roma la Giornata dei Discepoli del D.M. (11<br />

gennaio 1965) con l’intervento dei Superiori delle Case d'Italia, dei<br />

Maestri dei Discepoli ed erano rappresentati i Discepoli Professi.<br />

Giornata di preghiera e studio: alla luce di Gesù Maestro e protezione<br />

di <strong>San</strong> Giuseppe.<br />

Argomenti: l’opera del Vocazionista – la formazione spirituale, intellettuale,<br />

apostolica, umano-religiosa, la vita del Discepolo Professo...<br />

Condizioni:<br />

1) Reclutamento continuo, tutto l’anno, e organizzato.<br />

2) Secondo le contingenze: esaminare se può operare in meglio il<br />

Sacerdote o il Discepolo nel reclutamento.<br />

3) Nell’Istituto formare un ambiente di stima per i Discepoli.<br />

4) Elevare la condizione del Discepolo, per lo studio, il trattamento,<br />

il rispetto, la partecipazione al Consiglio, secondo le Costituzioni.<br />

5) Fedeltà alle pratiche di pietà; e quando possibile, relativamente<br />

variate.<br />

6) Se il Sacerdote non avesse la dovuta stima del Discepolo, non si<br />

arriverebbe ai due terzi.<br />

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