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La vocazione paolina - Societa San Paolo

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un semplice dotto: non è neppure un semplice santo: ma è un dottosanto,<br />

che si vale della scienza e della santità per farsi apostolo,<br />

cioè per salvare le anime” (ATP, 2). È in questa luce che il Fondatore<br />

chiede ai suoi sacerdoti di essere “preti interi”, cioè “non solo<br />

da Messa, o da penna, o da tecnica”, ma con una visione completa e<br />

organica della vita spirituale-comunitaria-apostolica.<br />

Don Alberione è ben convinto della necessità degli “apostolati<br />

moderni nella Chiesa”: per questo non dubita che il Signore ha<br />

già preparato “moltissime vocazioni alla Famiglia Paolina”. Infatti,<br />

il nostro apostolato è “così moderno ed attraente” che, se viene<br />

ben presentato, “entusiasma i giovani”! Di qui molta oculatezza<br />

anche nella scelta della località dove erigere i vocazionari: “non<br />

località deserta o di carattere agricolo”, ma una località “vicina a<br />

grandi città e di molto probabile sviluppo”, dal momento che i<br />

giovani paolini devono venire “formati alla loro vita speciale di<br />

apostoli con i mezzi moderni più efficaci e celeri”. Inoltre, convinto<br />

che “camminando nella fiducia verranno più sani e numerosi<br />

aspiranti”, il Fondatore invita a “preparare case proporzionate al<br />

gran numero”, così da non mettere “bastoni alle ruote del carro<br />

della Provvidenza”...<br />

“Il criterio massimo per giudicare le cose è sempre lo spirito”<br />

SP, 1 marzo 1936<br />

Preoccupazione e vigilanza sarà da usarsi perché l’apostolato si<br />

mantenga in quella elevatezza pastorale che è nelle lettere di <strong>San</strong><br />

<strong>Paolo</strong>. L’amore a Gesù Cristo ed alle anime (prima della Congregazione,<br />

poi del prossimo in generale) ci farà distinguere e ben separare<br />

ciò che è apostolato da ciò che è industria e commercio. Il criterio<br />

massimo per giudicare le cose si è sempre lo spirito, sebbene<br />

vi siano quattro parti: la morale, l’intellettuale, l’apostolato, la povertà.<br />

Grande programma è quello del Tabernacolo: “Di qui voglio<br />

illuminare; Non temete, io sono con voi; Abbiate il dolore dei peccati”.<br />

<strong>La</strong> Congregazione è ad un terzo della sua manifestazione.<br />

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