La vocazione paolina - Societa San Paolo

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29.10.2014 Views

vocazione paolina. Lo interpellarono in prima persona la consapevolezza delle “necessità” della Chiesa, gli appelli del Papa, il pericolo che derivava dai “nuovi mezzi del male”. Egli percepì fortemente l’urgenza di “opporre stampa a stampa” per far “penetrare il Vangelo nelle masse” sempre più lontane dalla Chiesa: di qui il “dovere di essere gli apostoli di oggi”, la necessità di “nuovi apostoli” impegnati a risanare tutti gli ambiti della vita ecclesiastica e sociale! “Prendere il mondo e gli uomini come sono oggi, per fare oggi del bene” ATP, 92-93. Noi dobbiamo sempre condurre le anime al paradiso: ma dobbiamo condurre non quelle vissute dieci secoli or sono, ma quelle che vivono oggi. Occorre prendere il mondo e gli uomini come sono oggi, per fare oggi del bene. È vero che alcuno può talmente esagerare in questo da credere che i mezzi usati ieri non servono più in nulla: è vero che si è realmente esagerato: è vero che per adattarsi al mondo si è nascosto od anche negato dogmi, morale, ascetica cattolica; ma gli abusi di una cosa, avvenuti per colpa degli uomini, non provano la malizia della cosa stessa» “Un apostolato larghissimo e molteplice nelle forme” SP, agosto 1946 Il Signore ha dato alla Pia Società San Paolo un apostolato larghissimo e molteplice nelle forme; ed insieme capace da sé di dare il pane, il vestito, la casa, il macchinario, la carta, le vocazioni, tutto. “Che nuovi apostoli risanassero le leggi, la scuola, la letteratura, la stampa, i costumi” AD, 13ss La notte che divise il secolo scorso dal corrente fu decisiva per la specifica missione e spirito particolare in cui sarebbe nato e vissuto il suo futuro Apostolato... Vi era stato poco prima un congresso (il primo cui assisteva), aveva capito bene il discorso calmo ma profondo ed avvincente del Toniolo. Aveva letto l’invito di Leone XIII a pregare per il secolo che incominciava. L’uno e l’altro parlavano delle necessità della Chiesa, dei nuovi mezzi del male, del dovere di opporre stampa a 50

stampa, organizzazione ad organizzazione, delle necessità di far penetrare il Vangelo nelle masse, delle questioni sociali... Una particolare luce venne dall’Ostia santa, maggior comprensione dell'invito di Gesù “venite ad me omnes”; gli parve di comprendere il cuore del grande Papa, gli inviti della Chiesa, la missione vera del Sacerdote. Gli parve chiaro quanto diceva Toniolo sul dovere di essere gli Apostoli di oggi, adoperando i mezzi sfruttati dagli avversari. Si sentì profondamente obbligato a prepararsi a far qualcosa per il Signore e gli uomini del nuovo secolo con cui sarebbe vissuto... Vagando con la mente nel futuro gli pareva che nel nuovo secolo anime generose avrebbero sentito quanto egli sentiva; e che associate in organizzazione si sarebbe potuto realizzare ciò che Toniolo tanto ripeteva: “unitevi; il nemico se ci trova soli ci vincerà uno per volta”… La preghiera durò quattro ore dopo la Messa solenne: che il secolo nascesse in Cristo-Eucaristia, che nuovi apostoli risanassero le leggi, la scuola, la letteratura, la stampa, i costumi; che la Chiesa avesse un nuovo slancio missionario, che fossero bene usati i nuovi mezzi di apostolato, che la società accogliesse i grandi insegnamenti delle encicliche di Leone XIII, interpretate ai Chierici dal Canonico Chiesa, specialmente riguardanti le questioni sociali e la libertà della Chiesa. – L’Eucaristia, il Vangelo, il Papa, il nuovo secolo, i mezzi nuovi, la dottrina del Conte Paganuzzi riguardante la Chiesa, la necessità di una nuova schiera di apostoli gli si fissarono così nella mente e nel cuore, che poi ne dominarono sempre i pensieri, la preghiera, il lavoro interiore, le aspirazioni. Si sentì obbligato a servire la Chiesa, gli uomini del nuovo secolo e operare con altri, in organizzazione. Alle ore dieci del mattino doveva aver lasciato trapelare qualcosa del suo interno, perché un Chierico (fu poi il Canonico Giordano) incontrandolo gliene fece le meraviglie. – Da allora questi pensieri ispirarono le letture, lo studio, la preghiera, tutta la formazione. L’idea, prima molto confusa, si chiariva e col passar degli anni divenne anche concreta. 2.3.2. Per una missione nuova La “novità” della missione ricevuta dal Signore si evidenziò nel momento stesso in cui al giovane Alberione parve di comprendere “la missione vera del Sacerdote”, missione che qualche anno dopo egli definì in termini tanto chiari: “Il Sacerdote non è dunque 51

<strong>vocazione</strong> <strong>paolina</strong>. Lo interpellarono in prima persona la consapevolezza<br />

delle “necessità” della Chiesa, gli appelli del Papa, il pericolo<br />

che derivava dai “nuovi mezzi del male”. Egli percepì fortemente<br />

l’urgenza di “opporre stampa a stampa” per far “penetrare<br />

il Vangelo nelle masse” sempre più lontane dalla Chiesa: di qui il<br />

“dovere di essere gli apostoli di oggi”, la necessità di “nuovi apostoli”<br />

impegnati a risanare tutti gli ambiti della vita ecclesiastica e<br />

sociale!<br />

“Prendere il mondo e gli uomini come sono oggi, per fare oggi del bene”<br />

ATP, 92-93.<br />

Noi dobbiamo sempre condurre le anime al paradiso: ma dobbiamo<br />

condurre non quelle vissute dieci secoli or sono, ma quelle che vivono<br />

oggi. Occorre prendere il mondo e gli uomini come sono oggi,<br />

per fare oggi del bene. È vero che alcuno può talmente esagerare<br />

in questo da credere che i mezzi usati ieri non servono più in nulla:<br />

è vero che si è realmente esagerato: è vero che per adattarsi al<br />

mondo si è nascosto od anche negato dogmi, morale, ascetica cattolica;<br />

ma gli abusi di una cosa, avvenuti per colpa degli uomini, non<br />

provano la malizia della cosa stessa»<br />

“Un apostolato larghissimo e molteplice nelle forme”<br />

SP, agosto 1946<br />

Il Signore ha dato alla Pia Società <strong>San</strong> <strong>Paolo</strong> un apostolato larghissimo<br />

e molteplice nelle forme; ed insieme capace da sé di dare il<br />

pane, il vestito, la casa, il macchinario, la carta, le vocazioni, tutto.<br />

“Che nuovi apostoli risanassero le leggi,<br />

la scuola, la letteratura, la stampa, i costumi”<br />

AD, 13ss<br />

<strong>La</strong> notte che divise il secolo scorso dal corrente fu decisiva per la specifica<br />

missione e spirito particolare in cui sarebbe nato e vissuto il suo<br />

futuro Apostolato... Vi era stato poco prima un congresso (il primo cui<br />

assisteva), aveva capito bene il discorso calmo ma profondo ed avvincente<br />

del Toniolo. Aveva letto l’invito di Leone XIII a pregare per il<br />

secolo che incominciava. L’uno e l’altro parlavano delle necessità della<br />

Chiesa, dei nuovi mezzi del male, del dovere di opporre stampa a<br />

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