La vocazione paolina - Societa San Paolo
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ione gli propose: «Anziché tornare a Torino, se vuoi, ti farò scuola<br />
io». E la “scuola” da allora fu una pedagogia vocazionale, che<br />
metteva ali allo spirito dei due aspiranti, con una visione chiara ed<br />
entusiasmante del loro futuro: «Questa sua chiarezza di visione –<br />
concluderà don Tito – era il nostro sostegno». 4<br />
4. Desiderio Costa (1901-1989), ricordando quell’ingresso e i<br />
motivi della sua <strong>vocazione</strong>, parla di “circostanze molto umili” ma<br />
guidate dalla mano di Dio. «Ero un ragazzo di seminario (tredici<br />
anni) e avevo il serio handicap della balbuzie: ciò mi costringeva<br />
a interrompere gli studi e a tornare a casa. Ne parlai con il direttore<br />
spirituale Don Alberione, che mi rispose di pregare e di avere<br />
fiducia. Durante le vacanze poi mi chiese se mi sarebbe piaciuto<br />
continuare gli studi presso di lui, “in un altro collegio di Alba”...<br />
Accolsi volentieri quell’invito, anche se un termine da lui usato<br />
(“ti piacerebbe farti frate”) non mi entusiasmava troppo... Comunque,<br />
una domenica sera (19 agosto), accompagnato da una sorella<br />
andai in Alba all’indirizzo che mi era stato indicato...; ma<br />
quello non era un collegio; non c’era anima viva: solo una donnetta,<br />
che mi offrì un po’ di cena. Quando arrivò il Signor Teologo,<br />
capii che il collegio incominciava da me. L’indomani vidi arrivare<br />
il mio primo compagno, Torquato Armani... Poi, via via, quel collegio<br />
che non esisteva è diventato la Famiglia Paolina... Sono riconoscente<br />
a Dio per il tipo e il modo della chiamata»...<br />
Due particolari meritano di essere ancora segnalati. <strong>La</strong> prima<br />
conoscenza con Don Alberione da parte di Desiderio Costa risaliva<br />
a qualche anno innanzi, quando da chierichetto in paese aveva<br />
assistito con la sorella a una meditazione del Teologo alle ragazze<br />
“Figlie di Maria” sull’inno Jesu corona virginum.<br />
Più tardi il giovane Costa fu totalmente liberato dall’handicap<br />
della balbuzie, grazie all’aiuto e alle preghiere del Primo Maestro,<br />
il quale anzi alla professione religiosa gli impose il nome programmatico<br />
di Giovanni Crisostomo, “Bocca d’oro”. Nelle diffi-<br />
______<br />
4 Intervista del 3 dicembre 1973.<br />
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