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La vocazione paolina - Societa San Paolo

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“seminatore del buon seme della <strong>vocazione</strong>, e poi accompagnatore<br />

nel cammino che conduce il cuore ad «ardere», educatore alla<br />

fede e all’ascolto del Dio che chiama, formatore degli atteggiamenti<br />

umani e cristiani di risposta all’appello di Dio; ed è chiamato<br />

infine a discernere la presenza del dono che viene dall’alto”.<br />

Sono cinque dimensioni che il Documento qualifica come “le<br />

cinque caratteristiche centrali del ministero vocazionale” (NVNE<br />

32). Le analizziamo brevemente, in parallelo con testi di Don Alberione:<br />

scopriremo che esse confermano pienamente quanto il<br />

Fondatore ci ha consegnato e che, in qualche misura, abbiamo visto<br />

nei capitoli precedenti.<br />

SEMINARE<br />

NVNE 33<br />

Proprio il rispetto d’entrambe le libertà [libertà di Dio e libertà<br />

dell’uomo] significa anzitutto il coraggio di seminare il buon seme del<br />

vangelo, della Pasqua del Signore, della fede e infine della sequela.<br />

Questa è la condizione previa; non si fa nessuna pastorale vocazionale<br />

se non c’è questo coraggio. Non solo, ma bisogna seminare dovunque,<br />

nel cuore di chiunque, senz’alcuna preferenza o eccezione. Se ogni essere<br />

umano è creatura di Dio, è anche portatore d’un dono, d’una <strong>vocazione</strong><br />

particolare che attende d’essere riconosciuta.<br />

Don Alberione<br />

Non può essere che si voglia raccogliere prima di seminare; o che<br />

illuda l’esteriorità di un risultato mentre questo nasconde nelle profondità<br />

un lavoro minuto. L’oro che oggi brilla per i vasi sacri su<br />

l’altare, venne cercato nelle viscere de la terra da uomini ignorati,<br />

ma che portano con sé il merito (SP, gennaio 1935).<br />

Fare cristiani il pensiero, il cuore, la vita: ovunque. Preparare il terreno<br />

perché sia buono ed ottimo; quindi seminare a piene mani: semen<br />

est verbum Dei; e vigilare perché nelle tenebre l’uomo nemico<br />

non getti la zizzania» (SP, marzo 1950).<br />

Dirigete i responsabili di questa tecnica ad operare in carità, rispetto<br />

all’innocenza ed alla dignità umana; a seminare sempre buon<br />

grano e vigilare perché mai l’uomo nemico soprassemini la zizzania.<br />

Illuminate tutti gli uditori e spettatori a cercare le sorgenti di<br />

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