La vocazione paolina - Societa San Paolo
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particole dell’Eucarestia, ma continua la presenza di Gesù nel Tabernacolo. Curare le vocazioni è l’opera delle opere. 3.3. PER UN “AMBIENTE CONVENIENTE” ALLE VOCAZIONI: “COMPORRE LA VITA IN CASA SECONDO IL VERO SPIRITO RELIGI OSO” Il Fondatore avvertì fin dai primi anni la necessità che gli aspiranti alla vita paolina trovassero ad attenderli un “ambiente conveniente”. Sotto la guida del canonico Chiesa, com’egli testimonia, “si pregò e pensò”. Per la ricerca e poi la santificazione dei membri Don Alberione si affidò a “due viventi e costanti preghiere”: intendendo con questa espressione “l’Opera delle Sante Messe” e “una Famiglia Religiosa che stesse in adorazione presso il Tabernacolo ad ottenere le grazie necessarie per chi attende specialmente all’apostolato”. Ma è ovvio che queste “preghiere”, soprattutto il contributo orante delle suore Pie Discepole del Divin Maestro, non poteva esentare i Paolini dall’impegno personale di curare un clima di intensa vita spirituale. Di qui i frequenti e accorati appelli del Fondatore con tale finalità. • Gli aspiranti devono poter incontrare, attraverso i religiosi paolini, il Maestro Divino vivente in loro. Solo in Lui le persone raggiungono “la più sublime personalità”; soltanto se “sono innestate in Cristo” diventano pienamente efficaci. SP, aprile 1957 La formazione è in Cristo e nella Chiesa. Veniamo da Dio uno e trino... Ogni Persona divina impresse qualcosa di proprio nel Cristo e nell’uomo. Cristo mente perfetta, sentimento perfetto, volontà perfetta: Egli è divenuto per l’uomo causa esemplare, causa meritoria e causa comunicante. Così l’ uomo diviene per Cristo, con Cristo, in Cristo il virum perfectum; la più sublime personalità. Fuori di tale personalità vi è orgoglio, bizzarria, deviazione e perciò vera mancanza di personalità per un religioso. 114
SP, luglio 1957 Immensi sono i bisogni dell’umanità, della Chiesa e delle anime, e si capisce come da ogni parte si propongano opere ed iniziative; ma le opere si fanno se vi sono le persone; e queste tanto più producono quanto più sono innestate in Cristo. Vi è la corrente elettrica a bassa ed alta tensione. La vita religiosa è la corrente spirituale ad alta tensione, è la poesia della personalità in Cristo, la generatrice e alimentatrice di eroismi. • Segreto di efficacia, anche nell’animazione vocazionale, è “consacrare a Maria i nostri vocazionari”. Alla madre di Gesù si chiedono gli operai per l’apostolato; e a Lei “si affidano i chiamati”. SP, maggio 1956. Quando Maria pronunciò il suo «Ecce ancilla Domini, fiat mihi secundum verbum tuum», divenne la madre del grande Sacerdote, la madre di ogni bella vocazione. Ella accolse, nutrì, vestì, accompagnò nell’infanzia, nella vita privata e pubblica la più bella vocazione. Ella l’assistette morente e la ripresentò al Cielo nella Ascensione. Ella in modo simile si comporta con ogni anima chiamata al Sacerdozio, alla vita religiosa, all’apostolato. A Maria, Regina degli Apostoli, si chiedono operai per la messe evangelica. A Maria si affidano i chiamati nella giovinezza e nel periodo di formazione. Con Maria ed in Maria compiamo il nostro lavoro apostolico. Assistiti da Maria intendiamo chiudere i nostri occhi alla luce terrena per aprirli alla luce perpetua in Cielo. Con Maria tutto è più facile, tutto è più lieto, tutto è più fruttuoso, tutto è più santo. Consacrare a Maria tutti noi stessi e tutti i mezzi del nostro apostolato. Consacrare a Maria i nostri vocazionari. • Riferimento insostituibile per i Paolini sarà sempre l’apostolo Paolo, modello di consacrazione al Signore e di amore alla missione: SP, febbraio 1936 L’Apostolo S. Paolo con i suoi progressi da gigante nella virtù e nell’Apostolato ci sta innanzi: Dottore, vaso d’elezione, esempio. Non basta vivere sulla pianta, occorre essere la pianta; non è suffi- 115
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particole dell’Eucarestia, ma continua la presenza di Gesù nel Tabernacolo.<br />
Curare le vocazioni è l’opera delle opere.<br />
3.3. PER UN “AMBIENTE CONVENIENTE” ALLE VOCAZIONI:<br />
“COMPORRE LA VITA IN CASA<br />
SECONDO IL VERO SPIRITO RELIGI OSO”<br />
Il Fondatore avvertì fin dai primi anni la necessità che gli<br />
aspiranti alla vita <strong>paolina</strong> trovassero ad attenderli un “ambiente<br />
conveniente”. Sotto la guida del canonico Chiesa, com’egli testimonia,<br />
“si pregò e pensò”. Per la ricerca e poi la santificazione dei<br />
membri Don Alberione si affidò a “due viventi e costanti preghiere”:<br />
intendendo con questa espressione “l’Opera delle <strong>San</strong>te Messe”<br />
e “una Famiglia Religiosa che stesse in adorazione presso il<br />
Tabernacolo ad ottenere le grazie necessarie per chi attende specialmente<br />
all’apostolato”.<br />
Ma è ovvio che queste “preghiere”, soprattutto il contributo<br />
orante delle suore Pie Discepole del Divin Maestro, non poteva<br />
esentare i Paolini dall’impegno personale di curare un clima di intensa<br />
vita spirituale. Di qui i frequenti e accorati appelli del Fondatore<br />
con tale finalità.<br />
• Gli aspiranti devono poter incontrare, attraverso i religiosi<br />
paolini, il Maestro Divino vivente in loro. Solo in Lui le persone<br />
raggiungono “la più sublime personalità”; soltanto se “sono innestate<br />
in Cristo” diventano pienamente efficaci.<br />
SP, aprile 1957<br />
<strong>La</strong> formazione è in Cristo e nella Chiesa. Veniamo da Dio uno e<br />
trino... Ogni Persona divina impresse qualcosa di proprio nel Cristo<br />
e nell’uomo. Cristo mente perfetta, sentimento perfetto, volontà<br />
perfetta: Egli è divenuto per l’uomo causa esemplare, causa meritoria<br />
e causa comunicante. Così l’ uomo diviene per Cristo, con Cristo,<br />
in Cristo il virum perfectum; la più sublime personalità. Fuori<br />
di tale personalità vi è orgoglio, bizzarria, deviazione e perciò vera<br />
mancanza di personalità per un religioso.<br />
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