La vocazione paolina - Societa San Paolo
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SP, 15 febbraio 1936 Nella scelta dei giovani, specialmente quando si avvicina la defin i- tiva accettazione per la professione, attentamente , dobbiamo considerare se essi diano speranze di riuscire utili alla Chiesa 14 attraverso alla Congregazione. Nella medesima circostanza, Don Alberione sottolinea con chiarezza una delle qualità indispensabili per la vita paolina: lo spirito di iniziativa (“occorre siano attivi e conclusivi”), unito alla capacità di sacrificio: La Congregazione deve risultare una riunione di persone attive, di iniziative e, nella loro attività, conclusivi praticamente. Non si può mirare ad essa come ad un posto per vivere tranquillamente ma il luogo per servire al Signore, alla Chiesa, alle anime. • Il mese seguente si premura innanzitutto di precisare la natura e le esigenze della vocazione al Sacerdozio: SP, 1 marzo 1936 ...gli aspiranti al Sacerdozio, ancorché già membri della religione, devono crescere nel sapere e nella virtù; in modo da arrivare ad una perfezione conforme al loro stato. La perfezione comprende, oltrecché la mondezza dal peccato, l’acquisto della virtù; per essere perfetto deve elevare la mente, la volontà, il cuore; cosicché il Sacerdote possa diventare maestro di fede, di virtù, di preghiera sull’esempio di Gesù Cristo stesso. Quindi sente di dover “rettificare alcune idee nei riguardi della vocazione”. Rettifica che consiste nell’evidenziare le qualità della mente, le qualità morali e le qualità sentimentali necessarie nell’aspirante paolino. ______ 14 La forte coscienza ecclesiale, il “sentire cum Ecclesia”, è stata tra le note caratterizzanti di Don Alberione. Non sorprende che anche l’edificazione del santuario Regina Apostolorum sia così intesa: “Per la Chiesa, con la Chiesa e nella Chiesa” (SP, aprile 1949). 108
• Nel 1947 invita “i Figli e le Figlie di san Paolo” a far proprio “il cuore del loro Padre e della loro Madre”. Ciò significa assumere il cuore apostolico di san Paolo e della Regina degli apostoli, specialmente con il “suscitare vocazioni”: SP, agosto-settembre 1947 I Figli e le Figlie di San Paolo sentano... il problema vocazionario; sentano che la Madre delle vocazioni be lle è Maria; sentano che alla Chiesa, alle anime ed alla civiltà non si può fare maggior servizio di questo: suscitare vocazioni. Non pensino a far cose grandi, cose belle, cose organizzate in tutta forma: ma a far qualcosa. • L’anno seguente Don Alberione scrive ai Superiori delle Case paoline allo scopo di promuovere l’animazione vocazionale tra i giovani tra i 15 e i 23 anni: SP, maggio 1948 Il nostro Istituto, al punto di sviluppo in cui si trova, è già più preparato di prima a ricevere aspiranti al Sacerdozio e alla vita religiosa come Discepoli: tra i 15 ed i 23 anni. Cercare vocazioni... Ovunque vi è una nostra Casa o Libreria; o- vunque vi è un parlatorio, ovunque si vada per ragione di ufficio o di ministero, di apostolato, di salute; ogni volta che parliamo con un Parroco, un Assistente delle Associazioni cattoliche, un parente, una persona che comprende... Chi ha amore alla Chiesa, all'Istituto, alle anime: capisce, parla, agisce, illumina, prende occasione, scioglie difficoltà, apre la strada. Passa poco tempo ed ecco Don Alberione a sollecitare una risposta e una precisa relazione su quanto si è fatto in ogni Casa... E commenta: “Chi vive con fedeltà e gioia la propria vocazione, si accende di zelo per le vocazioni”. • Sempre nel 1948 il Fondatore convoca tutti i Superiori in Casa generalizia per trattare temi “d’importanza capitale per la Congregazione nostra e per i tempi che attraversiamo”: in primo luogo la “cura delle vocazioni”. 109
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• Nel 1947 invita “i Figli e le Figlie di san <strong>Paolo</strong>” a far proprio<br />
“il cuore del loro Padre e della loro Madre”. Ciò significa assumere<br />
il cuore apostolico di san <strong>Paolo</strong> e della Regina degli apostoli,<br />
specialmente con il “suscitare vocazioni”:<br />
SP, agosto-settembre 1947<br />
I Figli e le Figlie di <strong>San</strong> <strong>Paolo</strong> sentano... il problema vocazionario;<br />
sentano che la Madre delle vocazioni be lle è Maria; sentano che alla<br />
Chiesa, alle anime ed alla civiltà non si può fare maggior servizio<br />
di questo: suscitare vocazioni. Non pensino a far cose grandi, cose<br />
belle, cose organizzate in tutta forma: ma a far qualcosa.<br />
• L’anno seguente Don Alberione scrive ai Superiori delle<br />
Case paoline allo scopo di promuovere l’animazione vocazionale<br />
tra i giovani tra i 15 e i 23 anni:<br />
SP, maggio 1948<br />
Il nostro Istituto, al punto di sviluppo in cui si trova, è già più preparato<br />
di prima a ricevere aspiranti al Sacerdozio e alla vita religiosa<br />
come Discepoli: tra i 15 ed i 23 anni.<br />
Cercare vocazioni... Ovunque vi è una nostra Casa o Libreria; o-<br />
vunque vi è un parlatorio, ovunque si vada per ragione di ufficio o<br />
di ministero, di apostolato, di salute; ogni volta che parliamo con<br />
un Parroco, un Assistente delle Associazioni cattoliche, un parente,<br />
una persona che comprende... Chi ha amore alla Chiesa, all'Istituto,<br />
alle anime: capisce, parla, agisce, illumina, prende occasione, scioglie<br />
difficoltà, apre la strada.<br />
Passa poco tempo ed ecco Don Alberione a sollecitare una risposta<br />
e una precisa relazione su quanto si è fatto in ogni Casa... E<br />
commenta: “Chi vive con fedeltà e gioia la propria <strong>vocazione</strong>, si<br />
accende di zelo per le vocazioni”.<br />
• Sempre nel 1948 il Fondatore convoca tutti i Superiori in<br />
Casa generalizia per trattare temi “d’importanza capitale per la<br />
Congregazione nostra e per i tempi che attraversiamo”: in primo<br />
luogo la “cura delle vocazioni”.<br />
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