La vocazione paolina - Societa San Paolo

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29.10.2014 Views

• Pietà religiosa: esame di coscienza, visita, confessione, Messa, Comunione, Lettura Biblica, ecc.. • Migliorare: l’esame di coscienza, la visita al SS. Sacramento, l’esercizio di ogni preghiera. • Dalla pietà dedurre meglio la vita: sostanziata di Gesù Cristo, ne l- la mente; nella volontà e nel cuore = cercando l’umiliazione e la mortificazione. • Confessione: due volte per settimana. • Preghiera: pratiche di pietà tutte; mezzo di progresso principale, l’unione con Dio. • Volgere Messe, Meditazione, Visita sulla Divozione al Divin Maestro: così le prediche, i Ritiri, gli Esercizi Spirituali. • Esame, Visita. 3.2. “IL PROBLEMA NUMERO 1 È QUELLO DELLE VOCAZIONI...; L’OBBLIGO DI TUTTI ALLA SOLUZIONE” L’impegno di vita spirituale per corrispondere al meglio alla sua vocazione, e la intensa applicazione nell’animazione vocazionale, che Don Alberione visse in prima persona, sono all’origine dei numerosi interventi con cui il Fondatore ha continuamente spinto tutti i figli in quest’opera così preziosa 13 . ______ 13 Molto insistente questa raccomandazione del Fondatore a tutte le Congregazioni: • alle Figlie di San Paolo: “La collaborazione può essere verso tutti i nostri Istituti, prima riguardo alle vocazioni e alla loro forma zione, poi agli apostolati. Essendo tutti, in fondo, di uguale spirito ci deve essere unione: volersi bene, non giudicarsi e non condannarsi l’uno con l’altro; rilevare il bene e, in quanto si può, fare del bene” (SdC, 202); • alle Pie Discepole del Divin Maestro: “Pregare per tutte le vocazioni, e allora questa è una preghiera efficace, non più di parole, ma di vita. Lavorare per tutte le vocazioni, pregare per tutte le vocazioni. Questo indica che si ama veramente il Signore, che si desidera la sua gloria, che si desidera che il Maestro Divino sia amato e seguito nella via della perfezione” (PD62, 18); • alle Suore di Gesù Buon Pastore: “Riteniamo che il problema delle vocazioni è il fondamentale nella Chiesa. Se vogliamo farci tanti meriti diamo vo- 106

Don Alberione sentì in forma molto intensa la preoccupazione per le vocazioni. Già giovane sacerdote molto predicò e si adoperò per le vocazioni missionarie. Poi, chiamato dal Signore a dar vita alla Società San Paolo, anch’egli, sull’esempio del Maestro Divino, si premurò subito di individuare quali ragazzi il Signore aveva preparato per la missione paolina. Condizione fondamentale: che possedessero “la vocazione ad una vera vita religiosa”, nella convinzione che questa è “la cosa più essenziale”! Il Fondatore avvertì sempre l’urgenza della chiarezza e della verità, sia nel porgere l’invito vocazionale e sia nella conoscenza del soggetto: “perché chi vi aspira sia conscio del suo passo; e chi riceve comprenda le qualità dell'aspirante ed il modo di formarlo”. Significativo che a tale scopo egli senta necessario e raccomandi “il ruolo dei Novissimi”, insieme con la direzione spirituale e con l’impegno a “formare la coscienza”. Vediamo, da questo punto di vista, i passi progressivi attraverso i quali egli ha manifestato, anno dopo anno, la sua pedagogia vocazionale. • È significativa in Don Alberione, fin dai primi inviti ai fratelli (febbraio 1936), la coscienza ecclesiale anche nella animazione vocazionale: ______ cazioni; se vogliamo dare gloria a Gesù Buon Pastore diamo vocazioni: nell'istituto dobbiamo sentirlo” (PA55, 108), “Parlando delle vocazioni, ricordare le parole: scoprirle, attirarle e inviarle...” (PA68, 851); • alle Suore Apostoline: “Vi sono nella Chiesa istituzioni per le vocazioni, ma nessuna istituzione è quale si prospetta la vostra e cioè: «Per tutte le vocazioni, e con tutti i mezzi, con tutte le forze e per tutti gli apostolati». Vi sono, per esempio, istituzioni per le vocazioni sacerdotali, in modo particolare per cercarle e per aiutarle materialmente. Ma la vostra ha un carattere generale, che corrisponde all’intenzione del Maestro Divino e cioè: tutte le vocazioni, per tutti gli apostolati, per tutti gli istituti, per il clero secolare, per i religiosi, le religiose e gli istituti secolari, adoperando tutti i mezzi che sono a disposizione, particolarmente il sacrificio della vita propria, la vita interiore di santificazione e poi tutta l’attività” (AP 15.8.1958). 107

Don Alberione sentì in forma molto intensa la preoccupazione<br />

per le vocazioni. Già giovane sacerdote molto predicò e si adoperò<br />

per le vocazioni missionarie. Poi, chiamato dal Signore a dar<br />

vita alla Società <strong>San</strong> <strong>Paolo</strong>, anch’egli, sull’esempio del Maestro<br />

Divino, si premurò subito di individuare quali ragazzi il Signore<br />

aveva preparato per la missione <strong>paolina</strong>. Condizione fondamentale:<br />

che possedessero “la <strong>vocazione</strong> ad una vera vita religiosa”, nella<br />

convinzione che questa è “la cosa più essenziale”!<br />

Il Fondatore avvertì sempre l’urgenza della chiarezza e della<br />

verità, sia nel porgere l’invito vocazionale e sia nella conoscenza<br />

del soggetto: “perché chi vi aspira sia conscio del suo passo; e chi<br />

riceve comprenda le qualità dell'aspirante ed il modo di formarlo”.<br />

Significativo che a tale scopo egli senta necessario e raccomandi<br />

“il ruolo dei Novissimi”, insieme con la direzione spirituale e con<br />

l’impegno a “formare la coscienza”.<br />

Vediamo, da questo punto di vista, i passi progressivi attraverso<br />

i quali egli ha manifestato, anno dopo anno, la sua pedagogia<br />

vocazionale.<br />

• È significativa in Don Alberione, fin dai primi inviti ai fratelli<br />

(febbraio 1936), la coscienza ecclesiale anche nella animazione<br />

vocazionale:<br />

______<br />

cazioni; se vogliamo dare gloria a Gesù Buon Pastore diamo vocazioni: nell'istituto<br />

dobbiamo sentirlo” (PA55, 108), “Parlando delle vocazioni, ricordare le<br />

parole: scoprirle, attirarle e inviarle...” (PA68, 851);<br />

• alle Suore Apostoline: “Vi sono nella Chiesa istituzioni per le vocazioni,<br />

ma nessuna istituzione è quale si prospetta la vostra e cioè: «Per tutte le vocazioni,<br />

e con tutti i mezzi, con tutte le forze e per tutti gli apostolati». Vi sono,<br />

per esempio, istituzioni per le vocazioni sacerdotali, in modo particolare per<br />

cercarle e per aiutarle materialmente. Ma la vostra ha un carattere generale, che<br />

corrisponde all’intenzione del Maestro Divino e cioè: tutte le vocazioni, per tutti<br />

gli apostolati, per tutti gli istituti, per il clero secolare, per i religiosi, le religiose<br />

e gli istituti secolari, adoperando tutti i mezzi che sono a disposizione,<br />

particolarmente il sacrificio della vita propria, la vita interiore di santificazione<br />

e poi tutta l’attività” (AP 15.8.1958).<br />

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