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E' di scena il paese! - Il Nuovo

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sport<br />

15<br />

<strong>Il</strong> <strong>Nuovo</strong><br />

spazio redazionale<br />

Quando si parlava <strong>di</strong> Street Fighting la<br />

prima cosa che veniva in mente era una<br />

carrellata <strong>di</strong> combattenti raggruppati in<br />

un ormai paleontologico video game, i<br />

quali si sfidavano all’ultimo sangue per<br />

la vittoria. Ma per i più ferrati in materia,<br />

lo Street Fighting non era solo un video<br />

game, bensì una miscela tangib<strong>il</strong>e <strong>di</strong><br />

tanti st<strong>il</strong>i combattivi provenienti da varie<br />

parti del mondo e uniti insieme allo<br />

scopo <strong>di</strong> conferire un ampio bagaglio <strong>di</strong><br />

tecniche che potessero dare agli atleti la<br />

possib<strong>il</strong>ità, durante i combattimenti, <strong>di</strong><br />

lottare mutando lo st<strong>il</strong>e ogni volta a seconda<br />

delle necessità.<br />

Grazie a Daniele Ricciar<strong>di</strong>, istruttore <strong>di</strong><br />

Street Fighitng JKD presso la palestra<br />

della scuola me<strong>di</strong>a A. Panzini <strong>di</strong> Bellaria,<br />

approfon<strong>di</strong>remo <strong>il</strong> fascino <strong>di</strong> questa<br />

arte che, apparentemente violenta, in<br />

realtà, se ben vissuta, può solo essere<br />

motivo <strong>di</strong> maggior conoscenza e crescita<br />

dell’in<strong>di</strong>viduo. Rcciar<strong>di</strong>, infatti, subito<br />

precisa che prima <strong>di</strong> tutto insegna<br />

ai suoi allievi <strong>il</strong> concetto <strong>di</strong> non violenza.<br />

Prosegue, raccontando che lo Street<br />

Fighting è l’evoluzione subita nel corso<br />

A metà degli anni ’80,<br />

finalmente anche in<br />

Italia, la Risonanza<br />

Magnetica Nucleare<br />

(RMN) inizia ad imporsi<br />

come strumento<br />

principe nel panorama<br />

della Diagnostica<br />

per Immagini. Le dettagliate<br />

lastre ra<strong>di</strong>ografiche<br />

della RMN<br />

mettono in luce particolari<br />

anatomici fino<br />

a quel momento osservab<strong>il</strong>i<br />

agevolmente<br />

solo in sala operatoria,<br />

dando una spinta<br />

determinante alla<br />

<strong>di</strong>agnosi, alla terapia,<br />

ed alla chirurgia. Col<br />

tempo però, da aus<strong>il</strong>io <strong>di</strong>agnostico la<br />

RMN è <strong>di</strong>ventata elemento fondamentale,<br />

a volte esclusivo, per orientare<br />

le conclusioni del me<strong>di</strong>co. E questo ci<br />

porta all’argomento <strong>di</strong> oggi: quale collegamento<br />

può esserci tra questo piccolo<br />

nucleo sem<strong>il</strong>iquido (l’ernia del <strong>di</strong>sco) e<br />

la sofferenza della schiena?<br />

In primo luogo cerchiamo <strong>di</strong> spiegare<br />

cos’è l’ernia del <strong>di</strong>sco: <strong>il</strong> “<strong>di</strong>sco” è l’elemento<br />

fibroso che articola <strong>il</strong> corpo <strong>di</strong><br />

una vertebra con quello della vertebra<br />

Street Fighting<br />

<strong>Il</strong> combattimento non era solo un gioco<br />

Dal Jeet Kune Do, ideazione f<strong>il</strong>osofica <strong>di</strong> Bruce Lee degli anni ‘60, alla<br />

sua evoluzione nata sulla strada, lo street Fighting<br />

<strong>di</strong> Manuele Colame<strong>di</strong>ci<br />

degli anni, del Jeet Kune Do, ovvero lo<br />

“st<strong>il</strong>e non st<strong>il</strong>e” creato da Bruce Lee, <strong>il</strong><br />

quale sosteneva che nel combattimento<br />

non ci si deve basare solo su un unico st<strong>il</strong>e.<br />

Infatti Lee portava avanti la f<strong>il</strong>osofia<br />

per la quale un buon combattente deve<br />

essere come l’acqua che scorre nel torrente,<br />

la quale fluendo, si adegua a tutto<br />

ciò che trova davanti a sè ogni istante del<br />

suo percorso e come per l’acqua la stessa<br />

cosa deve accadere quando sei <strong>di</strong> fronte<br />

al tuo avversario, che va in primo luogo<br />

stu<strong>di</strong>ato capendone i suoi punti deboli e<br />

a seconda dello st<strong>il</strong>e <strong>di</strong> combattimento<br />

che egli adotta, si ricerca fra le proprie<br />

conoscenze la tecnica più efficace per<br />

potere avere la meglio su <strong>di</strong> lui.<br />

Daniele si avvicina alle arti marziali<br />

all’età <strong>di</strong> 14 anni con <strong>il</strong> Karate, continuando<br />

con lo Shaolinquan e infine appassionandosi<br />

totalmente allo Street Fighting,<br />

che pratica per molti anni fino a <strong>di</strong>venire,<br />

a partire dal 2004 un istruttore <strong>di</strong> sesto<br />

livello della federazione IS.FORCE. Le<br />

arti scelte nel suo corso sono più <strong>di</strong> una<br />

decina, fra cui <strong>il</strong> “Kali dall’Indonesia”, <strong>il</strong><br />

“Vale tudo” dal Bras<strong>il</strong>e, <strong>il</strong> “Panantukan”,<br />

una sorta <strong>di</strong> Kung Fu che proviene dalle<br />

F<strong>il</strong>ippine, la boxe e altre ancora. L’allenamento<br />

comprende un’ora <strong>di</strong> riscaldamento<br />

aerobico con esercizi <strong>di</strong> lotta<br />

<strong>di</strong>namici seguito da un’ora e mezza <strong>di</strong><br />

stu<strong>di</strong>o delle tecniche, <strong>il</strong> tutto con<strong>di</strong>to<br />

da tanto <strong>di</strong>vertimento. Oltre al corso <strong>di</strong><br />

preparazione allievi, aperto a tutti, Daniele<br />

ne tiene uno extra, mens<strong>il</strong>e, basato<br />

esclusivamente sull’auto<strong>di</strong>fesa, perché<br />

crede che sia una componente fondamentale,<br />

specialmente oggi giorno, per<br />

potersela cavare in caso <strong>di</strong> aggressione.<br />

Un corso ut<strong>il</strong>e soprattutto per le donne,<br />

particolarmente colpite da tante forme<br />

<strong>di</strong> violenza. Durante <strong>il</strong> corso, l’istruttore<br />

simula potenziali situazioni riscontrab<strong>il</strong>i<br />

sulla strada, generando momenti <strong>di</strong><br />

caos come nella realtà, dove mantenere<br />

la calma è la prima cosa da fare. Inoltre<br />

vengono insegnate semplici manovre efficaci<br />

per rendere inerme l’aggressore o<br />

per <strong>di</strong>vincolarsi da uno strangolamento.<br />

Ma per approfon<strong>di</strong>re vi riman<strong>di</strong>amo<br />

a Daniele Ricciar<strong>di</strong> (331.7878671) che<br />

sarà lieto <strong>di</strong> fornirvi tutte le delucidazioni<br />

relative ai suoi corsi.<br />

La protagonista <strong>di</strong> tante indagini è responsab<strong>il</strong>e delle nostre fasti<strong>di</strong>ose sciatalgie... anzi no!<br />

Ernia del <strong>di</strong>sco: istruzioni per l’uso.<br />

successiva o precedente. <strong>Il</strong> <strong>di</strong>sco è costituito<br />

principalmente da fibre collagene<br />

e acqua, tanta acqua, con percentuali<br />

che variano dal 70% della periferia del<br />

<strong>di</strong>sco, all’85% del nucleo; se la colonna<br />

vertebrale presenta anomalie posturali<br />

(ad esempio una marcata rett<strong>il</strong>ineizzazione)<br />

i carichi vengono <strong>di</strong>stribuiti in<br />

modo scorretto, i tessuti si irrigi<strong>di</strong>scono<br />

(dando luogo al classico “mal <strong>di</strong> schiena”)<br />

e <strong>il</strong> <strong>di</strong>sco intervertebrale inizia un<br />

percorso degenerativo lungo anni, che<br />

determina una progressiva <strong>di</strong>sidratazione.<br />

Quando <strong>il</strong> <strong>di</strong>sco, composto in<br />

massima parte d’acqua, si <strong>di</strong>sidrata, <strong>il</strong><br />

suo volume tende a <strong>di</strong>minuire (si <strong>di</strong>ce<br />

che <strong>il</strong> <strong>di</strong>sco si “schiaccia”) e la sua struttura<br />

si sfibra, fino a creare delle fen<strong>di</strong>ture,<br />

che dall’esterno vanno verso <strong>il</strong><br />

nucleo del <strong>di</strong>sco stesso. Ecco, è solo a<br />

questo punto, alla fine <strong>di</strong> questa lunga<br />

storia fatta <strong>di</strong> rigi<strong>di</strong>tà e sofferenza, che<br />

da una delle fen<strong>di</strong>ture che attraversano<br />

<strong>il</strong> <strong>di</strong>sco, <strong>il</strong> nucleo polposo centrale<br />

- composto anch’esso prevalentemente<br />

<strong>di</strong> acqua, circa per per l’85% - esce<br />

(ernia) andando ad impegnare spazio a<br />

ridosso delle ra<strong>di</strong>ci nervose che emergono<br />

tra vertebra e vertebra. È evidente<br />

quin<strong>di</strong> come l’ernia arrivi sulla <strong>scena</strong><br />

quando la schiena nel suo complesso<br />

soffre da anni <strong>di</strong> vari problemi (dolore<br />

e rigi<strong>di</strong>tà), e che quin<strong>di</strong> sia ragionevolmente<br />

improbab<strong>il</strong>e addebitarle i sintomi<br />

per cui viene chiamata in causa. Questo<br />

semplice percorso logico si rinforza osservando<br />

la clinica: persone con sciatalgia<br />

ma senza ernia <strong>di</strong>scale, altre con ernia<br />

r<strong>il</strong>evata alla RMN ma senza sintomi<br />

ra<strong>di</strong>colari (sciatalgie), altre ancora che<br />

avevano sia i sintomi che l’ernia, ma poi<br />

i primi sono scomparsi senza far nulla, e<br />

per finire quelli che i sintomi ra<strong>di</strong>colari<br />

(sciatalgie) li avevano, l’ernia pure, ma<br />

eliminando chirurgicamente la protagonista<br />

della RMN, si ritrovano con sintomi<br />

uguali o molto sim<strong>il</strong>i. E allora?<br />

Allora, oggi come sempre, la <strong>di</strong>agnosi<br />

deve essere <strong>il</strong> frutto della valutazione<br />

dei segni, dei sintomi, della storia clinica<br />

del paziente, senza che l’immagine<br />

ra<strong>di</strong>ografica dell’ernia possa arrivare a<br />

rivestire <strong>il</strong> ruolo <strong>di</strong> protagonista in una<br />

storia dove eventualmente può essere<br />

considerata uno degli elementi scenografici.<br />

Su questo l’I.S.S. (Istituto Superiore<br />

<strong>di</strong> Sanità) ha le idee chiare, e nelle<br />

sue linee guida per i me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> base<br />

pubblicate nel 2005, arriva financo a<br />

sconsigliare la prescrizione <strong>di</strong> esame<br />

RMN nei casi <strong>di</strong> sciatalgia acuta, visti i<br />

numerosi falsi positivi e la scarsa relazione<br />

statistica tra la presenza <strong>di</strong> un’ernia<br />

<strong>di</strong>scale e l’insorgere <strong>di</strong> un sintomo<br />

ra<strong>di</strong>colare (sciatalgia).<br />

E oggi come sempre un corretto st<strong>il</strong>e <strong>di</strong><br />

vita (attività fisica ed alimentazione) e<br />

le terapie non invasive<br />

(manipolazione,<br />

agopuntura ed altre)<br />

rappresentano probab<strong>il</strong>mente<br />

<strong>il</strong> miglior<br />

approccio sia terapeutico<br />

che preventivo.<br />

Marco Venturi<br />

(TdR e Manipolatore Fasciale)<br />

tel.: 333.3834214<br />

ema<strong>il</strong>: marcvent.65@libero.it

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