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estratti - Aguaplano

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Sandro Allegrini STRADARIO (IN) PERUGINO<br />

<strong>Aguaplano</strong><br />

Sandro Allegrini<br />

Sandro Allegrini<br />

Stradario (in) Perugino<br />

Stradario (in) Perugino<br />

Quando il dialetto nomina le vie<br />

Quando il dialetto nomina le vie<br />

aguaplano<br />

aguaplano


Sandro Allegrini<br />

Stradario (in) Perugino<br />

Quando il dialetto nomina le vie<br />

Disegni originali di Claudio Ferracci<br />

<strong>Aguaplano</strong>


Progetto editoriale: Raffaele Marciano, Sandro Allegrini.<br />

Disegni originali: Claudio Ferracci.<br />

Videoimpaginazione: Raffaele Marciano.<br />

Consulenza redazionale: Walter Pilini, Giulio Giungi, Valeria Mastroianni.<br />

Consulenza per la realizzazione tipografica: Valeriano Moretti.<br />

Volume realizzato con il patrocinio del Comune di Perugia<br />

Assessorato alla Cultura e alle Politiche Sociali<br />

Comune di Perugia<br />

Assessorato alla Cultura<br />

e alle Politiche Sociali<br />

Proprietà letteraria e artistica degli autori.<br />

Prima edizione: novembre 2010.<br />

Seconda edizione: luglio 2011.<br />

isbn/ean: 978-88-905726-1-6<br />

Per questa edizione: copyright © 2011 by <strong>Aguaplano</strong>—Officina del libro. Tutti i<br />

diritti riservati. La riproduzione dell’opera è possibile nei limiti fissati nell’accordo<br />

del 18 dicembre 2000 fra s.i.a.e., a.i.e., s.n.s. e c.n.a., Confartigianato,<br />

c.a.s.a., Confcommercio, ora integrato dall’accordo del novembre 2005, per la<br />

riproduzione a pagamento, a uso personale, dei libri fino a un massimo del 15%,<br />

nell’ambito dell’art. 69, co. 4 legge cit.<br />

www.aguaplano.eu / info@aguaplano.eu


A Lello Rossi, che ci ha insegnato<br />

ad amare la città come «stato d’animo»


N<br />

ominare le cose per farle vivere e per conservarne<br />

la memoria. Questa l’operazione che si<br />

è stratificata nei secoli attraverso la lingua, organismo<br />

pulsante e carico di senso.<br />

La toponomastica perugina più autentica e remota<br />

è marcata da categorie nominali e mentali che<br />

rivelano uno stretto rapporto con la lingua parlata<br />

dagli abitanti della città nei suoi Borghi. È anche<br />

così che da sempre viene declinata la “peruginitudine”,<br />

per usare un termine coniato dal “maestro”<br />

Giacomo Santucci.<br />

Il dialetto ha prodotto denominazioni che si richiamavano<br />

alla fisicità dei luoghi, alle attività svolte,<br />

a caratteristiche che li identificavano in rapporto<br />

alla storia e alla loro funzione. L’operazione, del<br />

tutto spontanea, prosegue anche oggi, in quanto<br />

alcune vie vengono intenzionalmente – e con pulsione<br />

identitaria – nominate con termini dialettali<br />

(via della Treggia, del Greppone, delle Garognole…).<br />

Per non perdere il conforto della lingua del<br />

Grifo, oggi rinata a nuova vitalità, grazie anche alla<br />

peruginissima Accademia del Dónca, che si adopera<br />

per far emergere e salvare dalla dispersione<br />

questo patrimonio linguistico e antropologico.<br />

Perugia non ha una divisione in rioni, a imitazione<br />

delle romane regiones. La città del Grifo<br />

è ripartita in cinque Borghi medievali, strutturati<br />

sul riferimento morfologico delle classiche cinque


digitazioni. Il tracciato viario fu stabilito in età medievale<br />

e la gran parte dei nomi sui quali il lavoro<br />

si sofferma si rifà appunto a questo periodo. Con<br />

qualche evidente distinzione tra vie e rimbocchi,<br />

come si definivano i vicoli stretti che adducevano<br />

a una via maggiore. Col termine “quartiere” si indicano<br />

piuttosto i nuovi insediamenti periferici,<br />

oggi assurti a dimensioni ragguardevoli e destinati<br />

a specifiche funzioni.<br />

Le denominazioni “ufficiali” risalgono agli anni<br />

Dieci dell’Ottocento e molte altre strade furono<br />

“battezzate” soltanto dopo la piena conclusione<br />

del processo unitario. Con dediche a personaggi<br />

politici, letterati, scienziati, artisti, cittadini emeriti,<br />

secondo una logica tuttora vigente.<br />

Ma i nuovi nomi non incontrano sempre il gradimento<br />

dei Perugini, tanto che i vecchi abitanti<br />

continuano a far ricorso alle antiche denominazioni.<br />

E lo fanno spesso con una certa civetteria, come<br />

dichiarazione di appartenenza alla peruginità più<br />

pura e orgogliosamente rivendicata. Al punto che<br />

è abituale sentir chiamare “Vecchia” l’attuale via<br />

Ulisse Rocchi, “Pinella” la via Guglielmo Calderini,<br />

il “Pianto” la via Fabretti. E via conservando.<br />

Questo nuovo libro di Sandro Allegrini, sempre<br />

attento a preservare la memoria della lingua del<br />

Grifo, aggiunge un ulteriore tassello alla conoscenza<br />

linguistica, storica e antropologica della città.<br />

Andrea Cernicchi<br />

Assessore alla Cultura e alle Politiche Sociali<br />

del Comune di Perugia<br />

8


L<br />

a necessità di individuare con precisione il luogo<br />

di residenza delle persone è nata con la città<br />

stessa. Se in età antica si ricorreva, come riferimento<br />

topografico, alla presenza di edifici pubblici,<br />

templi, monumenti (ma già qualche strada godeva<br />

del privilegio di avere un nome proprio), nel Medio<br />

Evo, e almeno in gran parte dell’Italia, si decise<br />

di indicare la parrocchia di residenza dei cittadini,<br />

all’interno della quale tutti si conoscevano.<br />

Nel periodo napoleonico, si cominciò ad attribuire<br />

un nome a ciascuna via e un numero civico<br />

a ogni abitazione. È forse interessante ricordare,<br />

a mo’ di esempio, come la famosa e diffusissima<br />

acqua di Colonia 4711 debba il proprio nome alla<br />

breve occupazione napoleonica della città di Colonia<br />

e alla conseguente prescrizione dei numeri civici:<br />

4711 era difatti il numero identificativo dell’edificio<br />

in cui si produceva la profumata miscela di<br />

essenze naturali.<br />

L’imposizione e la razionalizzazione napoleonica<br />

venne universalmente accettata, in Europa, anche<br />

in forza della sua evidente praticità. Fu quindi<br />

mantenuta anche successivamente al momento<br />

in cui sull’imperatore si abbatté il ciclone che ne<br />

comportò la caduta.<br />

Il sistema dell’intestazione toponomastica stradale<br />

offriva, d’altronde, nuovi spazi per un’efficace<br />

propaganda politica. Quando non serviva al radi-


camento di ricordi o accadimenti, per conservarne<br />

memoria perenne nelle comunità.<br />

Se ci divertissimo a cercare la successione e la<br />

variazione dei nomi di strade e piazze, solo raramente<br />

segnalata nelle targhe dell’attuale toponomastica<br />

(anche per carenza di spazio), ci si renderebbe<br />

ben conto di quale sia «l’alterno avvicendarsi<br />

delle umane sorti», per dirla poeticamente con le<br />

parole del Foscolo. E noteremmo come alcune vie<br />

abbiano più volte mutato nome, quasi sempre in<br />

ragione della realtà politica di governo.<br />

Ma ci sono casi in cui le grandi vicende non<br />

sono riuscite a incidere: sono quelli dei nomi dati<br />

“di getto”, scaturendo dall’esperienza di chi in<br />

quelle strade viveva o lavorava. Ed ecco, allora,<br />

una toponomastica legata ai mestieri, alle situazioni<br />

specifiche, alla configurazione delle strade,<br />

a una forza del reale che doveva necessariamente<br />

esprimersi con il linguaggio più diretto, semplice e<br />

popolare: il dialetto, appunto.<br />

L’appassionata, divertente ed erudita ricerca<br />

di Sandro Allegrini ci fa vedere e rivivere tutta la<br />

spontaneità di chi per primo ha conferito il nome a<br />

una strada: scelta accettata e condivisa fino al punto<br />

di aver ottenuto il riconoscimento ufficiale delle<br />

autorità, che tale nome hanno inteso mantenere.<br />

Con specifica attenzione ai luoghi denominati mediante<br />

lemmi ed espressioni appartenenti alla lingua<br />

del Grifo.<br />

Franco Mezzanotte<br />

Storico<br />

10


Q<br />

uesto particolare stradario perugino nasce da<br />

numerose esplorazioni urbane, compiute rigorosamente<br />

pedibus calcantibus (“a pedagna”).<br />

La città offre tanti motivi di interesse e nessuno,<br />

per quanto le sia affezionato, può affermare di conoscerla<br />

compiutamente, fin nelle minime articolazioni.<br />

Specie quando ci si avventura per i suoi vicoli<br />

e se ne scopre l’odonomastica antica, suggestiva e<br />

talvolta misteriosa.<br />

A Perugia esiste una classificazione specifica che<br />

aiuta a distinguere la tipologia delle strade. Si chiamano<br />

“rimbocchi” le minori che s’immettono nelle<br />

principali; “volte” si definiscono le vie anche parzialmente<br />

coperte; sono invece dette “piagge” quelle<br />

poste in forte pendenza. Spesso facendo ricorso a termini<br />

di taglio dialettale, fin dal Medio Evo.<br />

D’altro canto, ancora oggi la commissione toponomastica<br />

comunale (di concerto con istituzioni culturali<br />

e organi istituzionali) intende mantenere alta<br />

l’attenzione verso la lingua locale. Tanto da aver denominato<br />

alcune strade contemporanee con termini<br />

popolari della lingua perugina.<br />

È questa una prova dell’orgoglio di appartenere<br />

alla vicenda storica, linguistica e antropologica di un<br />

territorio. Insomma: il Grifo portato al petto come<br />

una medaglia, la peruginità esibita fin nella lingua e<br />

nella toponomastica, per esaltare un modo di stare al<br />

mondo. Anche per rimuovere immotivati pregiudi-


zi a carico del nostro dialetto, talvolta spregiato per<br />

una sua presunta “rozzezza”, pur se nobilitato dalla<br />

pagina di autori antichi e contemporanei.<br />

* * *<br />

Proprio per soddisfare una personale curiosità,<br />

ho cominciato a indagare le ragioni di tante denominazioni,<br />

spesso bizzarre, specialmente quando si<br />

richiamano a lemmi storici, a figure o a espressioni<br />

tipiche della peruginità.<br />

Nel volumetto, il riferimento ai personaggi avviene<br />

solo nel caso di intestazioni nelle quali sia stato<br />

proprio il dialetto a farla da padrone, avendo concretamente<br />

determinato le ragioni di una scelta.<br />

Il “vizio rubricatorio” che anima il libro discende<br />

da una mia antica passione, che si sta traducendo<br />

in un dizionario della lingua del Grifo (Frammenti<br />

di lingua perugina), articolato in cinque tomi, dei<br />

quali il terzo è in uscita.<br />

Se, dunque, i punti di partenza sono stati il caso e<br />

la curiosità (oltre al costante interesse per la lingua,<br />

la storia, la cultura locale), altri stimoli sono venuti<br />

da amici dell’Accademia del Dónca, da compagni e<br />

colleghi, da studiosi e amanti della lingua perugina,<br />

oltre che dall’insuperabile volume di Maria Rita<br />

Zappelli, Caro Viario (Guerra, 2000).<br />

Ne è uscito un libriccino in grado di soddisfare<br />

alcune curiosità, ma che può anche risultare istruttivo<br />

e divertente.<br />

Mi rendo conto del fatto che alcune derivazioni,<br />

pur individuate nella loro eziologia lessicale, resta-<br />

12


no misteriose per difetto di motivazione. Mancando<br />

fonti e documenti in grado di accreditare le ipotesi<br />

proposte.<br />

Alcune – inutile nasconderlo – risultano evidentemente<br />

un po’ forzate.<br />

Altre, infine, vengono riportate per dovere di cronaca,<br />

pur non essendo del tutto condivisibili.<br />

Ma il piacere di comunicare agli altri Perugini<br />

uno studio di caratura fortemente identitaria ha avuto<br />

il sopravvento sullo scrupolo della riservatezza e<br />

del rigore scientifico a tutti i costi.<br />

* * *<br />

Le immagini originali del disegnatore Claudio<br />

Ferracci – nell’elegante essenzialità della bicromia –<br />

conferiscono valore aggiunto a un lavoro che ha, fondamentalmente,<br />

lo scopo di far amare Perugia e la<br />

sua storia.<br />

Un grazie agli amici Andrea Cernicchi e Franco<br />

Mezzanotte, i quali hanno inteso scrivere delle note<br />

colte e benevole nei confronti di questo progetto.<br />

Grazie all’editore, che in questo libro ha fatto un<br />

investimento economico e affettivo.<br />

Sandro Allegrini<br />

13


Via dei Barutoli


Sandro Allegrini STRADARIO (IN) PERUGINO<br />

<strong>Aguaplano</strong><br />

Sandro Allegrini<br />

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Stradario (in) Perugino<br />

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Quando il dialetto nomina le vie<br />

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