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Edição 56 - Insieme

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“Q<br />

uamdiu stabit Colyseus<br />

stabit et Roma.<br />

Quamdiu cadet<br />

Colyseus cadet et Roma. Quamdiu<br />

cadet Roma cadet et mundus”.<br />

“Fin quando il Colosseo sarà<br />

in piedi, Roma sarà in piedi.<br />

Quando il Colosseo crollerà,<br />

Roma crollerà. Quando crollerà<br />

Roma, crollerà il mondo”.<br />

Così profetizzava nel 700 dC<br />

(circa) il Venerabile Beda a proposito<br />

di questa meraviglia architettonica<br />

del mondo antico.<br />

L’Amphitheatrum Flavium (famiglia<br />

imperiale dei Flavi), questo<br />

è il vero nome del monumento,<br />

rappresentò e ancora<br />

rappresenta la grandezza raggiunta<br />

dall’Impero Romano.<br />

Non vi era vittoria militare, festa<br />

religiosa o anniversario che<br />

non vi fosse festeggiato, spesso<br />

con sanguinosi combattimenti.<br />

Il nome Colosseo (da ora C.)<br />

è datato in tempi più recenti (il<br />

popolo cominciò a chiamarlo<br />

così dall’VIII secolo dC., circa)<br />

forse a causa della presenza, vicino<br />

al “colosso”, di una grande<br />

statua in bronzo raffigurante<br />

Nerone (alta circa 35 metri)<br />

fig. 1<br />

andata poi distrutta nei saccheggi<br />

perpetrati dai barbari dopo la<br />

caduta dell’Impero.<br />

Fu l’Imperatore Vespasiano<br />

(fig.1) che, nel 72 dC., diede<br />

inizio ai lavori andando ad occupare<br />

un’area centrale della<br />

città andata distrutta nel famoso<br />

incendio di Roma del 64dC.<br />

Riproduzione<br />

(Roma bruciò dal 18 al 25 luglio)<br />

causato da Nerone per potere<br />

costruire la propria dimora,<br />

la Domus Aurea. Morto Nerone<br />

nel 68dC., con la Domus<br />

Aurea terminata, Vespasiano (il<br />

nuovo imperatore) fece distruggere<br />

molti simboli del suo tiranno<br />

antecessore. La Domus<br />

Aurea fu distrutta e la parte centrale<br />

della capitale dell’Impero<br />

ricostruita con modelli urbanistici<br />

più moderni e l’area che<br />

era stata destinata a diventare<br />

il parco privato di Nerone nel<br />

centro cittadino fu ridata al popolo,<br />

costruendovi un’imponente<br />

arena che avrebbe ospitato<br />

i divertimenti dei romani.<br />

I lavori furono rapidi ed in<br />

soli 8 anni l’anfiteatro era pronto.<br />

Nell’80dC., l’Imperatore Tito<br />

(figlio di Vespasiano) inaugurò<br />

l’opera. La storia narra che i<br />

festeggiamenti durarono più di<br />

100 giorni tra giochi e combattimenti<br />

in cui migliaia di animali<br />

feroci e uomini morirono.<br />

L’OPERA - La storia non<br />

Centro<br />

di Cultura<br />

Italiana<br />

PARANÁ-SANTA CATARINA<br />

Il Colosseo<br />

LA PIÙ GRANDE ARENA PER<br />

SPETTACOLI DEL MONDO ANTICO<br />

Il nome Colosseo è datato in tempi più recenti (dall’VIII secolo dC.).<br />

fig. 2<br />

ci ha tramandato il nome del<br />

geniale architetto che progettò<br />

e costruì il C.. Partendo dal teatro<br />

greco, gli ingegneri ed architetti<br />

romani progettarono un’opera<br />

che praticamente univa<br />

due teatri, creando così l’anfiteatro.<br />

Molto aiutarono le nuove<br />

tecniche di costruzione (rispetto<br />

ai greci) e l’uso del calcestruzzo<br />

(fig.2 - il C. come era).<br />

Anche in altre città dell’Impero<br />

ne vennero costruiti altri (di<br />

dimensioni minori) per offrire<br />

al popolo divertimenti (panem<br />

et circenses, pane e giochi, per tenere<br />

il popolo calmo).<br />

Il C. è di forma ellettica (per<br />

una migliore visione da ogni<br />

punto delle gradinate) e le sue<br />

dimensioni esterne erano di<br />

190 m. circa di lunghezza e 158<br />

m. circa di larghezza, l’altezza<br />

dal piano stradale era di circa<br />

50 m.. Nell’area tutto intorno<br />

all’anfiteatro vi era una pavimentazione<br />

di travertino alla<br />

quale erano fissati 160 cippi che<br />

servivano a sostenere e manovrare<br />

le grandi vele-tende usate<br />

per proteggere dal sole o dalla<br />

pioggia gli spettatori quando<br />

necessario (il cosiddetto Velarium,<br />

una copertura mobile<br />

azionata da due squadre di marinai<br />

della flotta romana di<br />

stanza a Ravenna e Capo Miseno).<br />

La struttura esterna è composta<br />

di quattro parti ben distinte,<br />

l’una sopra all’altra. Le<br />

prime tre sono ampie arcate<br />

con colonne in stile dorico (la<br />

prima), ionico (la seconda) e<br />

corinzio (la terza). La parte più<br />

alta della facciata era a tutto<br />

pieno e sorreggeva anche 240<br />

travi di legno che servivano a<br />

sostenere il velarium. Nella seconda<br />

e terza serie di archi, nelle<br />

nicchie, vi erano statue, le<br />

volte interne erano dipinte in<br />

oro e porpora, i pavimenti di<br />

marmo e molte delle pareti<br />

adornate con mosaici. Stime<br />

parlano che poteva contenere<br />

70/80 mila spettatori. L’accesso<br />

ai 4 settori (differenti per classe<br />

sociale, il più alto era in legno)<br />

era facile, con entrate (fig.<br />

3 l’entrata nº 45) e posti assegnati<br />

ed agevoli passaggi da un<br />

punto all’altro. Al suo interno<br />

ed esterno venditori di cibo e<br />

bevande o<br />

persone<br />

che affittavano<br />

coperte<br />

o cuscini.<br />

Sot-<br />

fig. 3<br />

to l’arena<br />

tutta una serie complicata di<br />

cunicoli e passaggi che ospitavano<br />

i gladiatori, il personale<br />

addetto allo spettacolo, le belve<br />

feroci (oggi visibile perchè<br />

la pavimentazione di legno e<br />

33<br />

AGOSTO 2003<br />

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