La Tradizione Cattolica - Fraternità Sacerdotale di San Pio X

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25.10.2014 Views

La grave questione del conflitto fra scuola pubblica ed educazione cristiana dei giovani di Platonicus Se ci occupiamo, in quanto cattolici, del problema della scuola è perché il nostro primo dovere, in quanto genitori, è quello dell'educazione cristiana dei figli; tale educazione però è un processo tale da non permettere ai genitori di svolgerlo da soli; infatti la famiglia è una società imperfetta ed esige, per raggiungere i suoi fini in modo compiuto, il concorso della Chiesa e dello stato. P remessa La Chiesa, attraverso il catechismo e le varie attività e pratiche religiose, completa i rudimenti della dottrina e della preghiera che il bambino ha ricevuto in famiglia; la scuola garantisce la formazione culturale, tecnica e professionale utile al fine di inserirsi in modo autonomo e consapevole nella vita adulta e nell'insieme delle attività lavorative. Fra famiglia, scuola e Chiesa dovrebbe dunque esservi la massima cooperazione e armonia, soprattutto nel senso di rispettare la giusta gerarchia dei valori che devono ispirare la vita cristiana. Se volessimo rappresentarci schematicamente questa gerarchia di valori e di priorità da non perdere mai di vista, essa potrebbe così essere rappresentata: La Chiesa cattolica, unica società di salvezza offerta all'uomo, insegna la retta dottrina e la morale, trasmette la fede e fornisce i mezzi (predicazione della Parola di Dio, sacramenti dei morti e dei vivi) per crescere spiritualmente, mantenersi in stato di grazia, pregare, adorare e ringraziare Dio, santificarsi e così salvarsi. La famiglia, guidata dal padre (il capofamiglia) e dalla madre, fedele all'insegnamento della Chiesa e assidua alle pratiche religiose, ha come fine supremo quello di educare cristianamente i figli che Dio le ha affidato, e di permettere così loro La Tradizione Cattolica 22

di divenire buoni cittadini e futuri genitori cristiani o religiosi, a seconda della vocazione che Dio loro riserverà. Fine ultimo e supremo però tanto dell'educazione familiare, quanto degli sforzi educativi della Chiesa è la salvezza delle anime: in ultima analisi conta essere ben educati e formati solo nella misura in cui questo facilita a noi -o almeno non ostacola e impedisce- il compito di raggiungere la salvezza eterna della nostra anima. La scuola persegue innanzitutto scopi mondani quali la preparazione alle professioni e ai mestieri, la creazione e il mantenimento della classe dirigente dello stato, l'avanzamento della ricerca scientifica e delle applicazioni tecnologiche; in poche parole essa opera in vista dell'alfabetizzazione e dell'acculturamento dei fanciulli e dei giovani onde favorire il loro inserimento efficace ad ogni livello della vita sociale, produttiva e amministrativa dello stato. Abbiamo dunque due ordini di fini: soprannaturali e mondani; i secondi (i fini mondani che interessano la scuola e lo stato) non devono essere in contrasto con i primi (il fine soprannaturale della salvezza delle anime che interessa la Chiesa). In uno stato cattolico normale (dove quindi siano rispettati i principi della regalità sociale di Cristo) queste tre istituzioni - Chiesa, famiglia, scuola- fraternizzano e sono l'una subordinata all'altra: la famiglia si lascia guidare dalla Chiesa e dai suoi pastori, la scuola rispetta e onora i principi che sono propri della famiglia cristiana. Bisogna inoltre ricordare che la civilizzazione cristiana dell’Europa e del mondo ha avuto fra i suoi frutti più straordinari proprio quello della creazione di scuole di ogni tipo e livello da parte della Chiesa, dagli asili e dalle scuole elementari, alle Università protette e difese dal papa. Gli ordini dedicati all’educazione scolastica dei fanciulli e dei giovani sono stati innumerevoli nella storia della Chiesa –con una fioritura particolarmente intensa a partire dal Concilio di Trento- e articolati secondo una varietà straordinaria di carismi, di principi metodologici, di concezioni pedagogiche, riuscendo così ad adattarsi a tutte le esigenze, a tutti i popoli, a tutte le epoche. Si può anche far notare che la Provvidenza ha sempre suscitato santi capaci di fornire le risposte più adeguate ai tempi e alle loro necessità, anche in campo scolastico: così, ad esempio, i Gesuiti hanno “ricattoliccizato”, grazie ai loro collegi, molti dei paesi europei insidiati dall’eresia protestante, così don Bosco ha saputo sviluppare in una prospettiva cristiana la formazione professionale, specialmente dei fanciulli più poveri, nell’Italia sottoposta Dossier Il sistema educativo, dunque, è armonioso se le diverse istituzioni cooperano e si riconoscono come orientate verso fini non fra loro in contrasto, ma organicamente in relazione. La Chiesa ha fra l'altro sempre ricordato agli stati che anche sul piano semplicemente civile e naturale lo stato non ha che da guadagnare a lasciare la Chiesa libera di svolgere nel modo più pieno il suo compito educativo. ai travagli sociali della sua prima grande industrializzazione. Poiché il più importante dovere dei genitori cristiani è quello di educare cristianamente i propri figli è chiaro che la scuola deve essere pensata come un prolungamento dell’azione dei genitori, e deve rifletterne la sensibilità e la tensione spirituale, essendo aberrante e contro natura che i figli 23 La Tradizione Cattolica

<strong>La</strong> grave questione del conflitto<br />

fra scuola pubblica ed<br />

educazione cristiana dei giovani<br />

<strong>di</strong> Platonicus<br />

Se ci occupiamo, in quanto cattolici, del problema della scuola è perché il nostro primo<br />

dovere, in quanto genitori, è quello dell'educazione cristiana dei figli; tale educazione però<br />

è un processo tale da non permettere ai genitori <strong>di</strong> svolgerlo da soli; infatti la famiglia è<br />

una società imperfetta ed esige, per raggiungere i suoi fini in modo compiuto, il concorso<br />

della Chiesa e dello stato.<br />

P remessa<br />

<strong>La</strong> Chiesa, attraverso il catechismo<br />

e le varie attività e pratiche religiose,<br />

completa i ru<strong>di</strong>menti della dottrina e della<br />

preghiera che il bambino ha ricevuto in famiglia;<br />

la scuola garantisce la formazione<br />

culturale, tecnica e professionale utile al<br />

fine <strong>di</strong> inserirsi in modo autonomo e consapevole<br />

nella vita adulta e nell'insieme delle<br />

attività lavorative.<br />

Fra famiglia, scuola e Chiesa dovrebbe<br />

dunque esservi la massima cooperazione e<br />

armonia, soprattutto nel senso <strong>di</strong> rispettare<br />

la giusta gerarchia dei valori che devono<br />

ispirare la vita cristiana.<br />

Se volessimo rappresentarci schematicamente<br />

questa gerarchia <strong>di</strong> valori e <strong>di</strong><br />

priorità da non perdere mai <strong>di</strong> vista, essa<br />

potrebbe così essere rappresentata:<br />

<strong>La</strong> Chiesa cattolica, unica società <strong>di</strong><br />

salvezza offerta all'uomo, insegna la retta<br />

dottrina e la morale, trasmette la fede e<br />

fornisce i mezzi (pre<strong>di</strong>cazione della Parola<br />

<strong>di</strong> Dio, sacramenti dei morti e dei vivi) per<br />

crescere spiritualmente, mantenersi in stato<br />

<strong>di</strong> grazia, pregare, adorare e ringraziare<br />

Dio, santificarsi e così salvarsi.<br />

<strong>La</strong> famiglia, guidata dal padre (il<br />

capofamiglia) e dalla madre, fedele all'insegnamento<br />

della Chiesa e assidua alle<br />

pratiche religiose, ha come fine supremo<br />

quello <strong>di</strong> educare cristianamente i figli che<br />

Dio le ha affidato, e <strong>di</strong> permettere così loro<br />

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