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Rapporto annuale 2007 - Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario ...

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IRFMN<br />

raccolto un numero importante <strong>di</strong> campioni ematici <strong>di</strong> soggetti anziani ultrasettantenni. In questi<br />

campioni si sta effettuando un’analisi genetica molto accurata per identificare possibili<br />

alterazioni geniche associabili alla longevità e/o a patologie legate all’invecchiamento con<br />

particolare riferimento alle demenze. L’obiettivo è <strong>di</strong> incrociare il genotipo/fenotipo con aspetti<br />

ambientali, lo stile <strong>di</strong> vita, la <strong>di</strong>eta, le con<strong>di</strong>zioni socio economiche e le patologie più <strong>di</strong>ffuse<br />

nell’età avanzata, alla ricerca <strong>di</strong> fattori <strong>di</strong> rischio e protettivi. Ad oggi i soggetti sono stati<br />

genotipizzati per ApoE, il cui allele E4 è un fattore <strong>di</strong> rischio per le demenze ma anche per altre<br />

patologie e per sirt-1, un gene che co<strong>di</strong>fica per un componente della famiglia delle sirtuine<br />

associato alla longevità in <strong>di</strong>versi modelli sperimentali. Sono emerse in<strong>di</strong>cazioni interessanti ma<br />

è necessario incrociare i dati ottenuti con i <strong>di</strong>versi parametri a <strong>di</strong>sposizione per elaborare delle<br />

ipotesi utili per futuri approfon<strong>di</strong>menti.<br />

Malattie da prioni: stu<strong>di</strong> in vitro<br />

Le encefalopatie spongiformi (ES) sono malattie neurodegenerative <strong>di</strong> origine spora<strong>di</strong>ca o<br />

genetica ma anche trasmissibili, hanno manifestazioni cliniche e neuropatologiche <strong>di</strong>fferenti ma<br />

invariabilmente caratterizzate dall’accumulo cerebrale <strong>di</strong> una forma alterata della proteina prion<br />

(PrPsc). ES sono malattie rare ma la possibile trasmissione <strong>di</strong> una forma bovina della malattia<br />

(BSE) all'uomo ha creato grande allarme sanitario prima in Inghilterra e poi in tutta Europa.<br />

Come è noto PrPsc oltre ad essere coinvolta nella patogenesi della malattia è anche componente<br />

essenziale dell’agente infettivo. Nel laboratorio si sono sviluppati <strong>di</strong>versi progetti per<br />

comprendere il meccanismo molecolare che associa la presenza della PrPsc allo sviluppo del<br />

processo neurodegenerativo. Sono stati stu<strong>di</strong>ati gli effetti biologici <strong>di</strong> pepti<strong>di</strong> omologhi a larghe<br />

porzioni della proteina prion e in particolare del peptide PrP 82-146 sintetizzato originariamente<br />

nel Laboratorio <strong>di</strong> Biochimica e Chimica delle Proteine. Questo peptide, omologo ad un<br />

frammento <strong>di</strong> PrP ritrovato nei depositi cerebrali in pazienti con ES, si struttura in foglietti beta<br />

e ha attività neurotossica. Oltre agli effetti indotti dall’applicazione <strong>di</strong> pepti<strong>di</strong> alle cellule si sono<br />

indagati i meccanismi intracellulari potenzialmente coinvolti nei fenomeni neurodegenerativi<br />

associati alle ES <strong>di</strong> produrre PrP nelle forme native o con mutazioni associate alle forme<br />

familiari <strong>di</strong> ES<br />

Malattie da prioni: stu<strong>di</strong> in vivo<br />

Da qualche anno il laboratorio è dotato delle strutture necessarie per lo scrapie sperimentale, gli<br />

animali da esperimento, topi e criceti, sono inoculati con omogenato <strong>di</strong> tessuto cerebrale infetto.<br />

I criceti, dopo l’inoculo cerebrale, sviluppano la malattia entro 60-70 giorni e muoiono entro 90-<br />

100 giorni. L’analisi istopatologica dell’encefalo <strong>di</strong> questi animali mette in evidenza i depositi<br />

<strong>di</strong> PrPsc, il danno neuronale, la gliosi e la caratteristica spongiosi a livello corticale e talamico.<br />

L’attività anti-amiloidogenica delle tetracicline è stata testata anche in questo contesto<br />

sperimentale. Dopo gli esperimenti ex.vivo in cui l’inoculo veniva trattato con tetracicline prima<br />

<strong>di</strong> essere inoculato, in collaborazione con il Laboratorio <strong>di</strong> Biochimica e Chimica delle Proteine<br />

sono stati trattati criceti inoculati con doxiciclina intramuscolo ottenendo degli effetti sulla<br />

sopravvivenza degli animali. Nello stesso modello sperimentale altre molecole sono attualmente<br />

allo stu<strong>di</strong>o per verificarne la capacità curativa.<br />

Oltre allo scrapie sperimentale nel laboratorio sono presenti <strong>di</strong>verse linee transgeniche<br />

sviluppate dal dr. Chiesa che esprimono sequenze mutate <strong>di</strong> proteina prion associate a forme<br />

familiari <strong>di</strong> TSE. Questi animali, nella forma omozigote, sviluppano con <strong>di</strong>versi gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> gravità<br />

aspetti clinici riconducibili alle patologie a cui le mutazioni sono associate. Da un punto <strong>di</strong> vista<br />

neuropatologico alcune linee presentano un danno cerebellare molto evidente a carico delle<br />

cellule granulari, mentre nelle altre aree cerebrali non ci sono evidenti alterazioni. Nel tessuto<br />

cerebrale è presente una forma <strong>di</strong> proteina scrapie parzialmente resistente alla <strong>di</strong>gestione con<br />

proteasi K e insolubile, con caratteristiche simili a PrPsc. Le caratteristiche <strong>di</strong> queste forme<br />

proteiche sono interme<strong>di</strong>e tra la forma patologica e quella fisiologica noralmente presente nel<br />

tessuto cerebrale.<br />

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RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>

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