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Rapporto annuale 2007 - Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario ...

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IRFMN<br />

Valutazione degli effetti <strong>di</strong> un anticorpo monoclonale anti-CD20<br />

(Rituximab) in pazienti affetti da Porpora Trombotica Trombocitopenica<br />

cronica reci<strong>di</strong>vante secondaria ad anticorpi anti-ADAMTS13<br />

La porpora trombotica trombocitopenica (PTT) è una malattia rara caratterizzata da anemia<br />

emolitica, piastrinopenia, occlusione trombotica dei piccoli vasi (microangiopatia trombotica), e<br />

<strong>di</strong>sturbi neurologici. In molti pazienti affetti da PTT, l’attività dell’enzima ADAMTS13 (una<br />

proteasi che taglia in più frammenti il fattore <strong>di</strong> von Willebrand, un fattore della coagulazione) é<br />

inibita dalla presenza <strong>di</strong> autoanticorpi anti-ADAMTS13. Questi autoanticorpi sono presenti<br />

generalmente solo in fase acuta. La persistenza <strong>di</strong> autoanticorpi anti-ADAMTS13 in fase <strong>di</strong><br />

remissione favorisce la comparsa <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>ve della malattia.<br />

Al momento non sono <strong>di</strong>sponibili terapie specifiche volte a prevenire o bloccare la produzione<br />

incontrollata <strong>di</strong> questi autoanticorpi. Recentemente è stato messo in commercio un nuovo<br />

farmaco, il Rituximab, un anticorpo monoclonale che agisce selettivamente su un particolare<br />

tipo <strong>di</strong> globuli bianchi, i linfociti B CD-20 (responsabili della produzione <strong>di</strong> autoanticorpi),<br />

bloccandone l’attività.<br />

Lo scopo dello stu<strong>di</strong>o è valutare l’efficacia e la sicurezza del Rituximab in pazienti affetti da<br />

PTT cronica reci<strong>di</strong>vante, associata alla presenza <strong>di</strong> autoanticorpi anti-ADAMTS13.<br />

Lo stu<strong>di</strong>o prevede un periodo <strong>di</strong> trattamento con Rituximab <strong>di</strong> un mese (una infusione alla<br />

settimana per quattro settimane consecutive) ed un periodo <strong>di</strong> osservazione <strong>di</strong> un anno. Durante<br />

questo periodo, i pazienti vengono controllati perio<strong>di</strong>camente monitorando l’attività dell’enzima<br />

ADAMTS13 e la quantità <strong>di</strong> autoanticorpi, in collaborazione con il Laboratorio <strong>di</strong> Biologia<br />

Cellulare - Negri Bergamo.<br />

Valutazione dell’escrezione urinaria <strong>di</strong> podociti in pazienti con nefropatie<br />

ere<strong>di</strong>tarie<br />

I podociti sono cellule specializzate localizzate all’esterno della parete capillare glomerulare e<br />

rivestono un ruolo fondamentale nel processo <strong>di</strong> filtrazione. In con<strong>di</strong>zioni patologiche tali<br />

cellule vanno incontro a marcate alterazioni morfologiche (vacuolizzazione, per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> slit<br />

<strong>di</strong>aphragms, scomparsa dei pe<strong>di</strong>celli). Nei casi <strong>di</strong> danno severo è possibile osservarne il <strong>di</strong>stacco<br />

dalla membrana basale glomerulare con conseguente passaggio nelle urine.<br />

La per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> podociti, associata all’incapacità <strong>di</strong> rimpiazzarli, rappresenta verosimilmente un<br />

passaggio cruciale nella degenerazione dell’intero glomerulo, contribuendo allo sviluppo <strong>di</strong><br />

insufficienza renale. Ciò suggerisce quanto possa essere importante stu<strong>di</strong>are la fisiopatologia <strong>di</strong><br />

tali cellule, quantificandole nel se<strong>di</strong>mento urinario.<br />

La presenza <strong>di</strong> podociti nelle urine è stata documentata in soggetti affetti da patologie<br />

glomerulari in fase <strong>di</strong> progressione (nefropatia <strong>di</strong>abetica, nefrite lupica attiva, glomerulosclerosi<br />

focale segmentaria). Presso i laboratori del Dipartimento <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina molecolare è stato messo a<br />

punto un metodo <strong>di</strong> valutazione della presenza <strong>di</strong> podociti nel se<strong>di</strong>mento urinario ricorrendo alla<br />

tecnica dell’immunofluorescenza con anticorpi monoclonali. Lo stu<strong>di</strong>o in corso ha l’obiettivo <strong>di</strong><br />

valutare l’escrezione urinaria <strong>di</strong> podociti in alcune malattie renali <strong>di</strong> origine genetica,<br />

verificando un’eventuale correlazione con la loro evoluzione. Il monitoraggio dell’escrezione <strong>di</strong><br />

podociti nel tempo potrebbe rappresentare un in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> severità del danno glomerulare, nonché<br />

un utile strumento per il monitoraggio della risposta alla terapia.<br />

Valutazione dell’efficacia <strong>di</strong> un trattamento intensivo combinato<br />

antiproteinurico nella sindrome <strong>di</strong> Alport<br />

La Sindrome <strong>di</strong> Alport è una rara forma <strong>di</strong> nefrite ere<strong>di</strong>taria progressiva causata da deficit <strong>di</strong><br />

sintesi <strong>di</strong> una delle subunità del collagene <strong>di</strong> tipo IV, costituente predominante delle membrane<br />

basali dei glomeruli renali. I segni principali <strong>di</strong> interessamento renale sono rappresentati dalla<br />

ematuria e dalla proteinuria con possibile evoluzione verso l’insufficienza renale terminale. Le<br />

altre manifestazioni comprendono alterazioni oculari e sor<strong>di</strong>tà neurosensoriale che colpisce la<br />

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RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>

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