Rapporto annuale 2007 - Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario ...
Rapporto annuale 2007 - Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario ... Rapporto annuale 2007 - Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario ...
IRFMN Gli outcome dei pazienti che avevano ricevuto induzione con basse dosi di RATG associate a basiliximab (n=40) sono stati confrontati con quelli di una coorte di pazienti matchati per sesso ed età che non avevano ricevuto induzione. La prima coorte di pazienti aveva ricevuto una terapia immunosoppressiva di mantenimento con basse dosi di micofenolato mofetil (MMF) e ciclosporina (CsA). I pazienti ricevevano anche boli di metilprednisolone il giorno del trapianto e nel corso dei due giorni successivi. Da quel momento in poi i pazienti erano liberi da terapia steroidea. La coorte di pazienti controllo aveva ricevuto terapia di mantenimento con dosi standard di MMF e CsA. In questo gruppo di pazienti gli steroidi venivano somministrati fino al sesto mese, quindi si iniziava un progressivo tapering con l’obiettivo di sospenderli a partire dal nono mese post-trapianto. Risultati preliminari mostrano che la terapia di induzione combinata garantisce un’ottima prevenzione del rigetto acuto, senza steroidi e con basse dosi di MMF e CsA. La riduzione della terapia di mantenimento è associata a livelli pressori più bassi e ad un migliore profilo lipidico. Inoltre, l’impiego di basse dosi di CsA garantisce una funzione renale migliore. BENEDICT Fase B: analisi finali La Fase B dello studio clinico multicentrico, randomizzato, in doppio-cieco denominato ‘Bergamo Nephrologic Diabetes Complications Trial’ (BENEDICT) ha permesso di valutare gli effetti della terapia con ACE-inibitore, da solo o in associazione con un calcio-antagonista nondiidropiridinico, sulla regressione verso la normoalbuminuria e sulla progressione verso la macroalbuminuria in pazienti con diabete di tipo 2, ipertesi e microalbuminurici. Ha inoltre consentito di esplorare se tali effetti siano regolati dal polimorfismo Inserzione (I)/Delezione(D) del gene dell’ ACE. Complessivamente sono stati randomizzati 281 pazienti che hanno ricevuto un trattamento con trandolapril (2 mg al giorno) associato a verapamil (180 mg al giorno) oppure solo trandolapril (2 mg al giorno) e che sono stati seguiti mediamente per quattro anni e mezzo. Il controllo pressorio è stato fissato a 120/80 mmHg. Le variabili principali di efficacia sono la regressione verso la normoalbuminuria (albuminuria overnight 135 mg/dL, oppure da livelli inferiori se gia in trattamento con statine). Come obiettivi secondari sono stati valutati gli effetti delle terapie sopraccitate sui livelli di colesterolo totatale, apolipoproteine A1 e B, trigliceridi e sui parametri di safety del trattamento. Abbiamo inoltre voluto verificare l’ipotesi secondo cui la correzione della dislipidemia potrebbe associarsi ad una riduzione dell’escrezione urinaria di albumina, espressa come valori mediani di 3 raccolte urinarie 303 RAPPORTO ATTIVITA’ 2007
IRFMN consecutive. Nel 2007 è stata completata la raccolta dei dati e sono state eseguite le analisi finali. Predizione del rischio individuale di uremia terminale: il Registro di Okinawa Il monitoraggio, la prevenzione ed il trattamento di soggetti a rischio di sviluppare uremia terminale basato su caratteristiche facilmente misurabili può aiutare a prevenire la malattia renale anche in popolazioni a basso rischio di svilupparla. Abbiamo esplorato la possibilità di definire un indice di rischio di uremia terminale detto ‘ Screening Renal Risk Index’ (SRRI) utilizzando sesso ed età del soggetto, indice di massa corporea, proteine urinarie misurate mediante dipstick (UP) e pressione arteriosa media (MAP) in 106171 soggetti sottoposti a screening dal 1983 al 2000, inclusi nel database di Okinawa (Giappone). Complessivamente sono stati identificati 420 soggetti con uremia terminale. Come primo step, nel ‘training set’ costituito da 74060 individui (circa il 70% dei soggetti), seguiti per un follow-up di circa 18 anni, è stato definito il rischio relativo e sono stati individuati dei livelli di cut-off con più elevata probabilità di sviluppare uremia terminale rispetto alle variabili predittive considerate (per esempio., UP≥1+, MAP≥99.3 mmHg). Come secondo step, nel rimanente ‘test set’ costituito da 32111 individui (circa il 30% dei soggetti) l’indice SRRI è stato definito separatamente per maschi e femmine, utilizzando alcuni modelli di albero decisionale. Nel 2007 è stata completata l’analisi dei dati. Indagine sulla qualità degli studi clinici randomizzati pubblicati, eseguiti in soggetti con malattie rare Abbiamo condotto un’indagine descrittiva nell’ambito di 71 patologie rare con termine MESH, selezionate da una lista di 1608 indicazioni per farmaci orfani, con l’obiettivo di valutare le principali caratteristiche e la qualità degli studi clinici randomizzati eseguiti nell’ambito delle malattie rare. Mediante PubMed (1994-2005) abbiamo trovato complessivamente 23459 titoli, identificando 351 abstract riferiti a studi clinici randomizzati, dai quali sono stati selezionati 168 articoli di studi con disegno a gruppi paralleli, pubblicati per esteso. Nel 2007 è stata completata la raccolta dei dati e sono state eseguite le analisi finali. Laboratorio di Chimica Clinica Attendibilità della determinazione dei livelli di NGAL (neutrophil gelatinase-associated lipocalin) come marker precoce di insufficienza renale acuta in pazienti con tumore solido in terapia antitumorale con cisplatino Nonostante il miglioramento degli approcci terapeutici nel trattamento dell’insufficienza renale acuta, la morbilità e la mortalità associate rimangono ancora molto elevate. Insulti di tipo ischemico e nefrotossico al rene sono la causa primaria di insufficienza reale acuta che spesso si manifesta come necrosi tubolare acuta. Molti fra i composti antineoplastici risultano essere nefrotossici, e fra di essi in particolare lo sono i derivati del platino. Tuttavia, sin dal momento della sua introduzione nella pratica clinica, il cisplatino è risultato avere un’importanza fondamentale nella terapia antitumorale per il trattamento di neoplasie a carico delle ovaie, dei testicoli, del capo e del collo. Purtroppo, circa il 25-35% dei pazienti sviluppa insufficienza renale acuta dopo somministrazione di cisplatino, ed è quindi molto importante in questi casi predisporre tempestivamente un approccio terapeutico che possa proteggere i reni durante la somministrazione di agenti neoplastici. La creatinina non rappresenta un valido indicatore di cambiamenti acuti di funzionalità renale, e fra i composti individuati come possibili marker di 304 RAPPORTO ATTIVITA’ 2007
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IRFMN<br />
consecutive. Nel <strong>2007</strong> è stata completata la raccolta dei dati e sono state eseguite le analisi<br />
finali.<br />
Pre<strong>di</strong>zione del rischio in<strong>di</strong>viduale <strong>di</strong> uremia terminale: il Registro <strong>di</strong><br />
Okinawa<br />
Il monitoraggio, la prevenzione ed il trattamento <strong>di</strong> soggetti a rischio <strong>di</strong> sviluppare uremia<br />
terminale basato su caratteristiche facilmente misurabili può aiutare a prevenire la malattia<br />
renale anche in popolazioni a basso rischio <strong>di</strong> svilupparla. Abbiamo esplorato la possibilità <strong>di</strong><br />
definire un in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> rischio <strong>di</strong> uremia terminale detto ‘ Screening Renal Risk Index’ (SRRI)<br />
utilizzando sesso ed età del soggetto, in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> massa corporea, proteine urinarie misurate<br />
me<strong>di</strong>ante <strong>di</strong>pstick (UP) e pressione arteriosa me<strong>di</strong>a (MAP) in 106171 soggetti sottoposti a<br />
screening dal 1983 al 2000, inclusi nel database <strong>di</strong> Okinawa (Giappone). Complessivamente<br />
sono stati identificati 420 soggetti con uremia terminale. Come primo step, nel ‘training set’<br />
costituito da 74060 in<strong>di</strong>vidui (circa il 70% dei soggetti), seguiti per un follow-up <strong>di</strong> circa 18<br />
anni, è stato definito il rischio relativo e sono stati in<strong>di</strong>viduati dei livelli <strong>di</strong> cut-off con più<br />
elevata probabilità <strong>di</strong> sviluppare uremia terminale rispetto alle variabili pre<strong>di</strong>ttive considerate<br />
(per esempio., UP≥1+, MAP≥99.3 mmHg). Come secondo step, nel rimanente ‘test set’<br />
costituito da 32111 in<strong>di</strong>vidui (circa il 30% dei soggetti) l’in<strong>di</strong>ce SRRI è stato definito<br />
separatamente per maschi e femmine, utilizzando alcuni modelli <strong>di</strong> albero decisionale. Nel <strong>2007</strong><br />
è stata completata l’analisi dei dati.<br />
Indagine sulla qualità degli stu<strong>di</strong> clinici randomizzati pubblicati, eseguiti<br />
in soggetti con malattie rare<br />
Abbiamo condotto un’indagine descrittiva nell’ambito <strong>di</strong> 71 patologie rare con termine MESH,<br />
selezionate da una lista <strong>di</strong> 1608 in<strong>di</strong>cazioni per farmaci orfani, con l’obiettivo <strong>di</strong> valutare le<br />
principali caratteristiche e la qualità degli stu<strong>di</strong> clinici randomizzati eseguiti nell’ambito delle<br />
malattie rare. Me<strong>di</strong>ante PubMed (1994-2005) abbiamo trovato complessivamente 23459 titoli,<br />
identificando 351 abstract riferiti a stu<strong>di</strong> clinici randomizzati, dai quali sono stati selezionati 168<br />
articoli <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> con <strong>di</strong>segno a gruppi paralleli, pubblicati per esteso. Nel <strong>2007</strong> è stata<br />
completata la raccolta dei dati e sono state eseguite le analisi finali.<br />
Laboratorio <strong>di</strong> Chimica Clinica<br />
Atten<strong>di</strong>bilità della determinazione dei livelli <strong>di</strong> NGAL (neutrophil<br />
gelatinase-associated lipocalin) come marker precoce <strong>di</strong> insufficienza<br />
renale acuta in pazienti con tumore solido in terapia antitumorale con<br />
cisplatino<br />
Nonostante il miglioramento degli approcci terapeutici nel trattamento dell’insufficienza renale<br />
acuta, la morbilità e la mortalità associate rimangono ancora molto elevate. Insulti <strong>di</strong> tipo<br />
ischemico e nefrotossico al rene sono la causa primaria <strong>di</strong> insufficienza reale acuta che spesso si<br />
manifesta come necrosi tubolare acuta. Molti fra i composti antineoplastici risultano essere<br />
nefrotossici, e fra <strong>di</strong> essi in particolare lo sono i derivati del platino. Tuttavia, sin dal momento<br />
della sua introduzione nella pratica clinica, il cisplatino è risultato avere un’importanza<br />
fondamentale nella terapia antitumorale per il trattamento <strong>di</strong> neoplasie a carico delle ovaie, dei<br />
testicoli, del capo e del collo. Purtroppo, circa il 25-35% dei pazienti sviluppa insufficienza<br />
renale acuta dopo somministrazione <strong>di</strong> cisplatino, ed è quin<strong>di</strong> molto importante in questi casi<br />
pre<strong>di</strong>sporre tempestivamente un approccio terapeutico che possa proteggere i reni durante la<br />
somministrazione <strong>di</strong> agenti neoplastici. La creatinina non rappresenta un valido in<strong>di</strong>catore <strong>di</strong><br />
cambiamenti acuti <strong>di</strong> funzionalità renale, e fra i composti in<strong>di</strong>viduati come possibili marker <strong>di</strong><br />
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