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Rapporto annuale 2007 - Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario ...

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IRFMN<br />

Programma <strong>di</strong> Remissione Clinica: analisi finali<br />

Dal gennaio 1999 a Novembre 2004 pazienti afferenti all’Unità <strong>di</strong> Nefrologia dell’Azienda<br />

Ospedaliera ‘Ospedali Riuniti <strong>di</strong> Bergamo’ con almeno 3 grammi <strong>di</strong> proteinuria nelle 24 ore per<br />

almeno sei mesi sono entrati nel Programma <strong>di</strong> Remissione Clinica. I soggetti inclusi sono stati<br />

trattati e monitorati secondo un protocollo sequenziale, a gra<strong>di</strong>ni e multimodale il cui target si è<br />

riferito alla proteinuria. Dopo un periodo <strong>di</strong> ‘up-titration’ della durata <strong>di</strong> un mese I pazienti<br />

sono stati mantenuti in Ramipril (dosaggio: 2.5-20 mg al giorno) e Losartan (dosaggio: 50-200<br />

mg al giorno) secondo un dosaggio appropriato che teneva conto del controllo pressorio e della<br />

tollerabilità. Tre mesi dopo l’inclusione nel Programma <strong>di</strong> Remissione Clinica a coloro che<br />

manifestavano un battito car<strong>di</strong>aco superiore a 60 battiti al minuto e che non ricevevano un betabloccante<br />

per un’in<strong>di</strong>cazione specifica, veniva prescritta una dose fissa (80 mg al giorno) <strong>di</strong> un<br />

calcio antagonista non <strong>di</strong>idropiri<strong>di</strong>nico (Verapamil), che, se ben tollerato, veniva innalzato ad<br />

una dose <strong>di</strong> 120 mg al giorno. Tre mesi più tar<strong>di</strong> veniva inoltre descritta una dose fissa (10 mg<br />

al giorno) <strong>di</strong> statina (Atorvastatin), che, se ben tollerata, veniva innalzata a 20 mg/<strong>di</strong>e. I soggetti<br />

sono stati visti ogni 3-6 mesi fino alla fine dello stu<strong>di</strong>o. Sono stati applicati dei criteri clinici <strong>di</strong><br />

interruzione per sicurezza/tollerabilità. Obiettivo dell’intervento è la riduzione della proteinuria<br />

delle 24 ore. Si sono definite a priori tre categorie <strong>di</strong> risposta, basate sulla proteinuria delle 24<br />

ore raggiunta dopo l’inclusione nel Programma <strong>di</strong> Remissione Clinica: 1. proteinuria delle 24<br />

ore residua, persistentemente superiore a un grammo; 2. riduzione della proteinuria in un<br />

intervallo sub-clinico (uguale od inferiore a un grammo, ma superiore a 0.3 grammi in due visite<br />

consecutive); 3. riduzione della proteinuria a valori normali (uguale od inferiore a 0.3 grammi<br />

in due visite consecutive). La variabile principale <strong>di</strong> efficacia è la velocità <strong>di</strong> filtrazione<br />

glomerulare stimata. (eGFR). Altri endpoint ‘hard’ sono: mortalità per tutte le cause e per<br />

motivi car<strong>di</strong>ovascolari, così come il raggiungimento dell’uremia terminale. Tali endpoint sono<br />

stati considerati sia in<strong>di</strong>vidualmente, sia in un endpoint composito che li comprendeva tutti. I<br />

risultati <strong>di</strong> 56 pazienti consecutivi inclusi nel Programma <strong>di</strong> Remissione Clinica sono stati<br />

confrontati con quelli <strong>di</strong> una coorte <strong>di</strong> pazienti proteinurici matchati per sesso, età e proteinuria<br />

in terapia solo con ACE inibitori. Risultati preliminari hanno mostrato che l’approccio della<br />

Remissione Clinica era più efficace nel ridurre la proteinuria rispetto a quello basato sul solo<br />

impiego <strong>di</strong> un ACE inibitore. La riduzione della proteinuria si traduceva poi in un<br />

miglioramento della funzione renale e in una riduzione degli eventi car<strong>di</strong>ovascolari.<br />

Preprocessamento <strong>di</strong> dati clinici ospedalieri per il confronto <strong>di</strong> terapie<br />

immunosoppressive in pazienti con trapianto renale.<br />

Dall’agosto 2005, l’Unità <strong>di</strong> Nefrologia degli Ospedali Riuniti <strong>di</strong> Bergamo ha <strong>di</strong>segnato uno<br />

schema immunosoppressivo costituito da basse dosi <strong>di</strong> timoglobuline (RATG) associate a<br />

basiliximab. Tale terapia <strong>di</strong> induzione ha consentito l’adozione <strong>di</strong> protocolli immunosoppressivi<br />

senza steroi<strong>di</strong> e con basse dosi <strong>di</strong> micofenolato mofetil e ciclosporina. Allo scopo <strong>di</strong> rendere<br />

agevole l’analisi statistica dell’incidenza <strong>di</strong> rigetto acuto, degli effetti collaterali della terapia<br />

immunosoppressiva e della sopravvivenza dell’organo e del ricevente, sono state preprocessate,<br />

estratte ed elaborate le informazioni utili tramite software informatico. Per la raccolta dei dati ci<br />

si è riferiti al database relazionale Microsoft Access ® presente presso nell’Unità <strong>di</strong> Nefrologia,<br />

dove vengono raccolti e gestiti i dati relativi a tutti i pazienti assistiti. Dapprima è stato creato<br />

un programma automatico <strong>di</strong> co<strong>di</strong>fica per la classificazione delle patologie. Utilizzando i<br />

linguaggi SQL e Visual Basic sono state create maschere attraverso le quali l’utente è guidato a<br />

scegliere in modo univoco la descrizione della patologia, all’interno <strong>di</strong> una lista pre-definita. Per<br />

i dati precedentemente archiviati, è stati implementato un algoritmo che effettua una ricerca<br />

automatica delle parole chiave e aggiunge nel database il co<strong>di</strong>ce corrispondente alla patologia.<br />

Sono state poi estratte le informazioni relative all’anagrafica e alle visite <strong>di</strong> follow-up dei<br />

pazienti scelti per lo stu<strong>di</strong>o. Per queste ultime è stato implementato un algoritmo ad hoc che<br />

consente <strong>di</strong> ricercare la visita più vicina all’intervallo <strong>di</strong> tempo desiderato. I dati così estratti<br />

sono stati successivamente importati in SAS System ® e sottoposti ad analisi statistica.<br />

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RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>

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