Rapporto annuale 2007 - Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario ...
Rapporto annuale 2007 - Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario ... Rapporto annuale 2007 - Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario ...
IRFMN ATTIVITA' DI RICERCA Laboratorio di Biologia Cellulare e Xenotrapianto Le cellule staminali mesenchimali inducono rigenerazione del tessuto renale dopo un danno acuto attraverso la produzione di IGF-1 In collaborazione con il Laboratorio di Modelli Sperimentali di Malattie Renali e con l’Unità di Terapia Genica Recenti studi hanno indicato che le cellule staminali (dette anche stromali) mesenchimali (MSC) derivate dal midollo osseo possono contribuire al riparo del tessuto renale. In un modello sperimentale di insufficienza renale acuta indotta da cisplatino il nostro gruppo ha recentemente documentato che l’infusione di MSC era in grado di migliorare la funzione renale e di ridurre il danno tubulare. Per comprendere i meccanismi alla base dell’effetto renoprotettivo delle MSC, in questo studio abbiamo messo a punto un sistema in vitro di co-coltura di MSC con cellule prossimali tubulari (PTEC) danneggiate da cisplatino, un farmaco antitumorale potenzialmente nefrotossico. Il trattamento delle PTEC per 6 ore con cisplatino determinava una significativa riduzione della vitalità cellulare a 4 giorni. Le MSC proteggevano le PTEC dal danno indotto dal cisplatino promuovendo la proliferazione delle cellule tubulari, come dimostrato da esperimenti con 5-bromo-2-deoxyuridina -un marcatore nucleare che si intercala al DNA durante la replicazione- e con PKH26 un marcatore di membrana. Questo effetto proliferativo era mediato dall’IGF-1, un fattore altamente espresso dalle MSC: infatti il blocco funzionale di IGF-1 con un anticorpo specifico inibiva la proliferazione cellulare. Al contrario, TGFβ o IL-10 non erano coinvolti nella mitosi cellulare. L’inibizione dell’espressione di IGF-1 nelle MSC mediante trasfezione con “small interfering (si) RNA “ che bloccavano la traduzione dell’RNA messaggero per l’IGF-1, portava ad una significativa diminuzione della proliferazione delle PTEC e ad un aumento dell’apoptosi di queste cellule. In animali con insufficienza renale acuta, l’infusione di MSC trasfettate con si RNA specifici per IGF-1 limitava il loro effetto protettivo sulla funzione renale e sulla struttura tubulare. Questi risultati indicano che le MSC, esercitano un effetto rigenerativo sulle cellule tubulari prossimali, maggiore target cellulare dell’insufficienza renale acuta, grazie alla loro capacità di produrre IGF-1, un fattore di crescita con proprietà mitogeniche ed anti-apoptotiche . Il trattamento con cellule staminali mesenchimali da midollo osseo umano prolunga la sopravvivenza di topi con insufficienza renale acuta In collaborazione con il Laboratorio di Modelli Sperimentali di Malattie renali e con l’Unità di terapia genica Il trapianto di cellule staminali/stromali mesenchimali ottenute dal midollo osseo (MSC) di roditori è stato identificato come una nuova strategia per il riparo renale in modelli sperimentali di insufficienza renale acuta (IRA). Il potenziale terapeutico di MSC di origine umana non è stato ancora esplorato. Con il presente studio, si è voluto valutare se il trattamento con MSC umane potesse prevenire l’IRA indotta da cisplatino -un agente chemoterapico nefrotossico- e prolungare la sopravvivenza in un modello di topi immunodeficienti. Due gruppi di animali (NOD-SCID) sono stati iniettati sottocute con cisplatino alla dose di 12.7 mg/kg. Ventiquattro ore dopo, il primo gruppo di animali ha ricevuto mediante iniezione endovenosa salina, il secondo 5x10 5 cellule staminali. I risultati hanno mostrato che l’infusione di MSC umane diminuiva il danno a 4 giorni, a livello delle cellule tubulari prossimali renali , migliorava la funzione renale e riduceva significativamente la mortalità degli animali. La presenza di MSC, pre-marcate con il colorante PKH-26, in prossimità delle aree perivascolari ed extratubulari e in bassa percentuale all’interno dei tubuli suggerisce che le MSC rigeneravano il tessuto renale probabilmente attraverso un meccanismo paracrino. Le MSC agivano anche riducendo 261 RAPPORTO ATTIVITA’ 2007
IRFMN l’apoptosi delle cellule renali e preservando la microcircolazione renale. Infatti all’analisi morfometrica si è osservato un aumento del diametro dei capillari peritubulari oltre che della densità di volume delle cellule endoteliali e del lume dei capillari peritubulari. Questi dati indicano che l’infusione di MSC umane preserva l’integrità del tessuto renale e della microcircolazione peritubulare prolungando la sopravvivenza degli animali con IRA. Le cellule mesenchimali stromali da midollo osseo rappresentano una popolazione cellulare ideale per future terapie cellulari e per una possibile applicazione clinica in pazienti con IRA. La Shigatoxin-2 riduce l’espressione di nefrina attraverso l’induzione di Endotelina-1 in podociti in coltura In collaborazione con il Laboratorio di Modelli Sperimentali di Malattie renali e con l’Unità di terapia genica La tossina batterica Shigatoxin (Stx), è il principale agente infettivo nella forma tipica della Sindrome Emolitica Uremica (SEU), la causa più comune d’insufficienza renale acuta nel bambino. Questa malattia è caratterizzata principalmente da microangiopatia trombotica e ischemia glomerulare. Per chiarire i meccanismi alla base di tali lesioni, abbiamo studiato gli effetti della tossina in cellule epiteliali glomerulari (podociti) che esprimono alti livelli del recettore per la Stx e rappresentano un componente cruciale nella barriera di filtrazione glomerulare. Il nostro gruppo ha recentemente dimostrato che in vitro l’esposizione dei podociti murini a Stx-2 induceva alti livelli del trascritto e del peptide vasoattivo endotelina-1 (ET-1) attraverso l’attivazione di fattori trascrizionali come AP-1 e NF-kB e delle p38 e p42/44 MAP chinasi. Inoltre la Stx-2 promuoveva alterazioni del citoscheletro e determinava un aumento della permeabilità alle proteine attraverso un meccanismo dipendente dall’azione di ET-1 sul recettore di tipo A per ET-1 (ETAR). Successivamente, abbiamo valutato se la Stx-2 fosse in grado di alterare l’espressione della nefrina, una proteina associata al citoscheletro, che unisce tra loro i pedicelli dei podociti e cruciale nella filtrazione glomerulare. Il trattamento delle cellule per 24 ore con Stx-2 50pM e 1nM riduceva significativamente l’espressione genica della nefrina in maniera dose-dipendente rispetto a cellule di controllo. Il blocco farmacologico dell’ETAR preveniva la riduzione dell’espressione della nefrina indotta da Stx-2, indicando un coinvolgimento di ET-1 attraverso il recettore ETAR. Come osservato per Stx-2, anche l’aggiunta di ET-1 (100 nM) esogena ai podociti diminuiva del 58% i livelli di nefrina. L’inibizione della Rho chinasi –proteina che regola la formazione di stress fiber di F-actinaproteggeva parzialmente dalla perdita di nefrina provocata da Stx-2. L’iniezione di Stx-2 in topi Balb/c causava alterazioni strutturali dei podociti caratterizzate da fusione dei pedicelli. Questo fenomeno si associava ad un’aumentata espressione glomerulare di ET-1. Inoltre in questi animali si riscontrava una riduzione del 30% dell’espressione di nefrina rispetto ad animali di controllo. In conclusione, i nostri dati suggeriscono che ET-1 prodotta dai podociti in risposta a Stx-2 è un importante mediatore della riduzione dell’espressione di nefrina, e potrebbe giocare un ruolo cruciale nella disfunzione della barriera di filtrazione glomerulare tipica della SEU. La Shiga toxin induce la deposizione di complemento sulle cellule endoteliali umane della microcircolazione La Shiga toxin (Stx) prodotta da E.coli è la causa principale della Sindrome Emolitico Uremica associata a diarrea (D+ HUS), una malattia caratterizzata da anemia emolitica microangiopatica, piastrinopenia e insufficienza renale acuta che colpisce soprattutto i bambini. In uno studio precedente avevamo dimostrato che la Stx altera le proprietà antitrombogeniche dell’endotelio promuovendo la formazione di trombi sulle cellule attraverso l’aumento di espressione dell’integrina beta3 e della P-selettina in condizioni di alto sforzo di taglio. Inoltre ci sono evidenze che la P-selettina espressa sulle cellule attivate interagisce con la frazione C3 del complemento. 262 RAPPORTO ATTIVITA’ 2007
- Page 211 and 212: IRFMN CURRICULUM Maurizio Bonati si
- Page 213 and 214: IRFMN COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI
- Page 215 and 216: IRFMN - EPIDEMIOLOGIA DELLE MALATTI
- Page 217 and 218: IRFMN SELEZIONE PUBBLICAZIONI DIVUL
- Page 219 and 220: IRFMN Il beclometasone è risultato
- Page 221 and 222: IRFMN Sebbene le richieste siano pe
- Page 223 and 224: IRFMN Offertasociale Offertasociale
- Page 225 and 226: IRFMN America con la finalità di c
- Page 227 and 228: IRFMN CURRICULUM Luca Clivio si è
- Page 229 and 230: IRFMN Applicativi web based legati
- Page 231 and 232: IRFMN 230 RAPPORTO ATTIVITA’ 2007
- Page 233 and 234: IRFMN CURRICULUM Alessandro Liberat
- Page 235 and 236: IRFMN COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI
- Page 237 and 238: IRFMN Mosconi P., Colombo C., Satol
- Page 239 and 240: IRFMN 238 RAPPORTO ATTIVITA’ 2007
- Page 241 and 242: IRFMN 240 RAPPORTO ATTIVITA’ 2007
- Page 243 and 244: IRFMN La Biblioteca, specializzata
- Page 245 and 246: IRFMN 244 RAPPORTO ATTIVITA’ 2007
- Page 247 and 248: IRFMN 246 RAPPORTO ATTIVITA’ 2007
- Page 249 and 250: IRFMN CURRICULA Ariela Benigni si
- Page 251 and 252: IRFMN syndrome. J Clin Invest 2003;
- Page 253 and 254: IRFMN Noris on behalf of the Italia
- Page 255 and 256: IRFMN INTRODUZIONE ALLE ATTIVITA' D
- Page 257 and 258: IRFMN COLLABORAZIONI NAZIONALI Dipa
- Page 259 and 260: IRFMN PARTECIPAZIONE AD EVENTI CON
- Page 261: IRFMN in systemic lupus. Arthritis
- Page 265 and 266: IRFMN L’associazione di inibitori
- Page 267 and 268: IRFMN Caratterizzazione funzionale
- Page 269 and 270: IRFMN 268 RAPPORTO ATTIVITA’ 2007
- Page 271 and 272: IRFMN CURRICULA Andrea Remuzzi si
- Page 273 and 274: IRFMN l'attività di ricerca presso
- Page 275 and 276: IRFMN International Journal of Arti
- Page 277 and 278: IRFMN Remuzzi G, Cravedi P, Costant
- Page 279 and 280: IRFMN studi clinici devono essere c
- Page 281 and 282: IRFMN Sviluppo di un dispositivo pe
- Page 283 and 284: IRFMN 282 RAPPORTO ATTIVITA’ 2007
- Page 285 and 286: IRFMN 284 RAPPORTO ATTIVITA’ 2007
- Page 287 and 288: IRFMN 286 RAPPORTO ATTIVITA’ 2007
- Page 289 and 290: IRFMN CURRICULA Piero Ruggenenti si
- Page 291 and 292: IRFMN Pubblicazioni principali •
- Page 293 and 294: IRFMN INTRODUZIONE ALLE ATTIVITA' D
- Page 295 and 296: IRFMN - Istituto clinico Humanitas,
- Page 297 and 298: IRFMN Umbria - Azienda Ospedaliera
- Page 299 and 300: IRFMN Journal of PostGraduate Medic
- Page 301 and 302: IRFMN SELEZIONE PUBBLICAZIONI SCIEN
- Page 303 and 304: IRFMN Programma di Remissione Clini
- Page 305 and 306: IRFMN consecutive. Nel 2007 è stat
- Page 307 and 308: IRFMN quelli ottenuti con HemoCue 2
- Page 309 and 310: IRFMN Laboratorio di Fasi Avanzate
- Page 311 and 312: IRFMN livello di immunosoppressione
IRFMN<br />
l’apoptosi delle cellule renali e preservando la microcircolazione renale. Infatti all’analisi<br />
morfometrica si è osservato un aumento del <strong>di</strong>ametro dei capillari peritubulari oltre che della<br />
densità <strong>di</strong> volume delle cellule endoteliali e del lume dei capillari peritubulari. Questi dati<br />
in<strong>di</strong>cano che l’infusione <strong>di</strong> MSC umane preserva l’integrità del tessuto renale e della<br />
microcircolazione peritubulare prolungando la sopravvivenza degli animali con IRA. Le cellule<br />
mesenchimali stromali da midollo osseo rappresentano una popolazione cellulare ideale per<br />
future terapie cellulari e per una possibile applicazione clinica in pazienti con IRA.<br />
La Shigatoxin-2 riduce l’espressione <strong>di</strong> nefrina attraverso l’induzione <strong>di</strong><br />
Endotelina-1 in podociti in coltura<br />
In collaborazione con il Laboratorio <strong>di</strong> Modelli Sperimentali <strong>di</strong> Malattie renali e con l’Unità<br />
<strong>di</strong> terapia genica<br />
La tossina batterica Shigatoxin (Stx), è il principale agente infettivo nella forma tipica della<br />
Sindrome Emolitica Uremica (SEU), la causa più comune d’insufficienza renale acuta nel<br />
bambino. Questa malattia è caratterizzata principalmente da microangiopatia trombotica e<br />
ischemia glomerulare. Per chiarire i meccanismi alla base <strong>di</strong> tali lesioni, abbiamo stu<strong>di</strong>ato gli<br />
effetti della tossina in cellule epiteliali glomerulari (podociti) che esprimono alti livelli del<br />
recettore per la Stx e rappresentano un componente cruciale nella barriera <strong>di</strong> filtrazione<br />
glomerulare. Il nostro gruppo ha recentemente <strong>di</strong>mostrato che in vitro l’esposizione dei podociti<br />
murini a Stx-2 induceva alti livelli del trascritto e del peptide vasoattivo endotelina-1 (ET-1)<br />
attraverso l’attivazione <strong>di</strong> fattori trascrizionali come AP-1 e NF-kB e delle p38 e p42/44 MAP<br />
chinasi. Inoltre la Stx-2 promuoveva alterazioni del citoscheletro e determinava un aumento<br />
della permeabilità alle proteine attraverso un meccanismo <strong>di</strong>pendente dall’azione <strong>di</strong> ET-1 sul<br />
recettore <strong>di</strong> tipo A per ET-1 (ETAR). Successivamente, abbiamo valutato se la Stx-2 fosse in<br />
grado <strong>di</strong> alterare l’espressione della nefrina, una proteina associata al citoscheletro, che unisce<br />
tra loro i pe<strong>di</strong>celli dei podociti e cruciale nella filtrazione glomerulare. Il trattamento delle<br />
cellule per 24 ore con Stx-2 50pM e 1nM riduceva significativamente l’espressione genica della<br />
nefrina in maniera dose-<strong>di</strong>pendente rispetto a cellule <strong>di</strong> controllo. Il blocco farmacologico<br />
dell’ETAR preveniva la riduzione dell’espressione della nefrina indotta da Stx-2, in<strong>di</strong>cando un<br />
coinvolgimento <strong>di</strong> ET-1 attraverso il recettore ETAR. Come osservato per Stx-2, anche<br />
l’aggiunta <strong>di</strong> ET-1 (100 nM) esogena ai podociti <strong>di</strong>minuiva del 58% i livelli <strong>di</strong> nefrina.<br />
L’inibizione della Rho chinasi –proteina che regola la formazione <strong>di</strong> stress fiber <strong>di</strong> F-actinaproteggeva<br />
parzialmente dalla per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> nefrina provocata da Stx-2. L’iniezione <strong>di</strong> Stx-2 in topi<br />
Balb/c causava alterazioni strutturali dei podociti caratterizzate da fusione dei pe<strong>di</strong>celli. Questo<br />
fenomeno si associava ad un’aumentata espressione glomerulare <strong>di</strong> ET-1. Inoltre in questi<br />
animali si riscontrava una riduzione del 30% dell’espressione <strong>di</strong> nefrina rispetto ad animali <strong>di</strong><br />
controllo. In conclusione, i nostri dati suggeriscono che ET-1 prodotta dai podociti in risposta a<br />
Stx-2 è un importante me<strong>di</strong>atore della riduzione dell’espressione <strong>di</strong> nefrina, e potrebbe giocare<br />
un ruolo cruciale nella <strong>di</strong>sfunzione della barriera <strong>di</strong> filtrazione glomerulare tipica della SEU.<br />
La Shiga toxin induce la deposizione <strong>di</strong> complemento sulle cellule<br />
endoteliali umane della microcircolazione<br />
La Shiga toxin (Stx) prodotta da E.coli è la causa principale della Sindrome Emolitico Uremica<br />
associata a <strong>di</strong>arrea (D+ HUS), una malattia caratterizzata da anemia emolitica microangiopatica,<br />
piastrinopenia e insufficienza renale acuta che colpisce soprattutto i bambini. In uno stu<strong>di</strong>o<br />
precedente avevamo <strong>di</strong>mostrato che la Stx altera le proprietà antitrombogeniche dell’endotelio<br />
promuovendo la formazione <strong>di</strong> trombi sulle cellule attraverso l’aumento <strong>di</strong> espressione<br />
dell’integrina beta3 e della P-selettina in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> alto sforzo <strong>di</strong> taglio.<br />
Inoltre ci sono evidenze che la P-selettina espressa sulle cellule attivate interagisce con la frazione<br />
C3 del complemento.<br />
262<br />
RAPPORTO ATTIVITA’ <strong>2007</strong>