Rapporto annuale 2007 - Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario ...

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IRFMN database italiano di composizione degli alimenti. Rispetto al quintile più basso di assunzione di zinco, l’OR di cancro della prostata per i soggetti con il livello maggiore di zinco nella dieta era 1,56, con trend significativo dei rischi. L’associazione diretta era più forte per i tumori di stadio avanzato che per quelli in fase iniziale. Fattori di rischio per il tumore della prostata negli uomini minori di 60 anni Abbiamo esaminato gli stessi dati sul tumore della prostate per indagare quali siano i principali fattori di rischio negli uomini minori di 60 anni. Limitando le analisi agli uomini di questa età, disponevamo di 219 casi e 431 controlli. I maggiori fattori di rischio osservati negli uomini di mezza età comprendevano una storia familiare di tumore della prostata (OR=5,5), un elevato livello di istruzione scolastica (OR=3,3), e un basso livello di attività fisica (OR=0,5 per i soggetti maggiormente attivi rispetto ai più sedentari). Fattori dietetici e tumore del rene Abbiamo analizzato il rapporto tra fattori di rischio selezionati e carcinoma a cellule renali (RCC) in uno studio italiano caso-controllo che includeva 767 pazienti con RCC e 1534 controlli. I risultati di questo studio hanno suggerito che una dieta ricca di cereali raffinati e povera di verdure può avere un ruolo sfavorevole sul rischio di RCC. Nessuna relazione è stata rilevata con il consumo di caffè e tè, uova, carni rosse, pesce, formaggio, frutta, dessert e zuccheri. Dopo avere tenuto conto dell’assunzione di energia e di altre covariate, abbiamo trovato un’associazione inversa significativa con l’assunzione di vitamina E (OR=0,56 per il quintile più alto rispetto al più basso) e di vitamina C (OR=0,72), anche se il trend nei rischi per la vitamina C era al limite della significatività statistica. Non abbiamo invece trovato alcuna tendenza significativa nei rischi per gli altri micronutrienti considerati. Inoltre, abbiamo analizzato in maniera approfondita la relazione tra assunzione di fibre nella dieta e rischio di RCC, e abbiamo trovato un’associazione inversa con le fibre provenienti da verdure, che possono riflettere un effetto favorevole reale o essere semplicemente un indicatore del ruolo favorevole di una dieta ricca di verdure verso il rischio di RCC. Misure antropometriche a diverse età e tumore del rene Un rischio aumentato di RCC è stato associato a persone di peso elevato in vari studi precedenti. Nella nostra ricerca, abbiamo trovato un OR di 1,3 per i soggetti obesi (ovvero, con BMI ≥30) rispetto a soggetti normo-peso (BMI

IRFMN tabacco, BMI, tipo, avanzamento e grading del tumore. Di conseguenza, abbiamo stimato che il rischio attribuibile di RCC per ipertensione in questa popolazione è del 16%. Inoltre, abbiamo trovato un rischio di RCC modestamente, non significativamente aumentato per una storia di diabete mellito (OR=1,3). Consumo di alcool e tumore del rene Esistono evidenze incerte che il consumo di alcool sia associato inversamente con il rischio di RCC. Poiché il tema non è ancora chiarito, abbiamo studiato la relazione riunendo i dati di due studi caso-controllo italiani, che includevano un totale di 1115 casi incidenti, istologicamente confermati e 2582 controlli. Rispetto ai non bevitori di alcolici, gli OR di RCC erano 0,87 per ≤4 bicchieri al giorno, 0,76 per >4 fino a 8 bicchieri al giorno e 0,70 per >8 bicchieri al giorno di bevande alcoliche. Quindi, questa analisi combinata ha evidenziato un’associazione inversa fra consumo di alcool e RCC. I rischi diminuivano anche per un consumo superiore a 100 g/die di alcool, senza alcun apparente livellamento nei rischi. Diabete e linfoma non-Hodgkin Nel corso dell’anno 2007, abbiamo esaminato il ruolo di alcuni fattori di rischio selezionati per il linfoma non-Hodgkin (NHL), considerando i dati provenienti da due studi caso-controllo condotti in Italia nei periodi 1985-1997 e 1999-2002, comprendenti 671 casi incidenti, istologicamente confermati di NHL e 1799 soggetti di controllo, ospedalizzati per malattie nonneoplastiche acute. Abbiamo analizzato i dati combinati dei due studi rispetto alla storia di diabete. I risultati epidemiologici su questo tema sono controversi, e il diabete è stato associato al rischio di varie neoplasie. Tuttavia, i risultati del nostro studio hanno permesso di escludere una forte associazione tra diabete e NHL. Il piccolo numero di casi di NHL con diabete inclusi in questo studio lascia tuttavia aperta la possibilità di una moderata relazione diretta. Folati, alcool e linfoma non-Hodgkin Per quanto riguarda questo argomento, abbiamo esaminato il nostro studio caso-controllo più recente, che includeva informazioni dettagliate sulle abitudini dietetiche, e si basava su 190 casi di NHL e 484 controlli. Non abbiamo trovato associazioni significative tra rischio di NHL e assunzione di folati nella dieta (OR=0,9), né con altri micronutrienti coinvolti nel metabolismo del carbonio, ovvero la vitamina B2 (OR=0,9), la vitamina B6 (OR=0,8) e la metionina (OR=0,7). Tuttavia, un’associazione inversa significativa è stata osservata per tutti i nutrienti esaminati negli astemi e negli ex-bevitori. I nostri risultati supportano un possibile effetto antagonista dell’alcool sul metabolismo del carbonio nell’eziologia del NHL. Tuttavia, la mancanza di un effetto generale per i nutrienti coinvolti nel metabolismo del carbonio e le dimensioni limitate del campione esaminato suggeriscono di considerare con cautela i nostri risultati. Lo studio combinato InterLymph sul linfoma non-Hodgkin I nostri dati sui tumori ematopoietici sono stati inclusi in una ri-analisi combinata di 10.211 casi di NHL e 11.905 controlli, condotta dall’International Lymphoma Epidemiology Consortium (InterLymph). Durante il 2007, questo gruppo collaborativo ha esaminato la storia familiare di tumori ematopoietici e l’obesità come potenziali fattori di rischio per il NHL. I modelli di ereditabilità del NHL sono poco noti, benché si stiano accumulando prove su alcune mutazioni genetiche comuni che modificherebbero il rischio di NHL. Nella ri-analisi combinata InterLymph, il rischio di NHL era aumentato per i soggetti con parenti di primo grado con NHL (OR=1,5), linfoma di Hodgkin (OR=1,6) e leucemie (OR=1,4). I modelli di ereditabilità di NHL apparivano omogenei nei diversi sottotipi di NHL, mentre i rischi differivano a seconda dello specifico tipo di tumore ematopoietico e del sesso del parente, rivelando indizi importanti sull’eziologia della malattia. Un’altra ricerca condotta dal consorzio InterLymph ha considerato 192 RAPPORTO ATTIVITA’ 2007

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tabacco, BMI, tipo, avanzamento e gra<strong>di</strong>ng del tumore. Di conseguenza, abbiamo stimato che il<br />

rischio attribuibile <strong>di</strong> RCC per ipertensione in questa popolazione è del 16%. Inoltre, abbiamo<br />

trovato un rischio <strong>di</strong> RCC modestamente, non significativamente aumentato per una storia <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>abete mellito (OR=1,3).<br />

Consumo <strong>di</strong> alcool e tumore del rene<br />

Esistono evidenze incerte che il consumo <strong>di</strong> alcool sia associato inversamente con il rischio <strong>di</strong><br />

RCC. Poiché il tema non è ancora chiarito, abbiamo stu<strong>di</strong>ato la relazione riunendo i dati <strong>di</strong> due<br />

stu<strong>di</strong> caso-controllo italiani, che includevano un totale <strong>di</strong> 1115 casi incidenti, istologicamente<br />

confermati e 2582 controlli. Rispetto ai non bevitori <strong>di</strong> alcolici, gli OR <strong>di</strong> RCC erano 0,87 per<br />

≤4 bicchieri al giorno, 0,76 per >4 fino a 8 bicchieri al giorno e 0,70 per >8 bicchieri al giorno<br />

<strong>di</strong> bevande alcoliche. Quin<strong>di</strong>, questa analisi combinata ha evidenziato un’associazione inversa<br />

fra consumo <strong>di</strong> alcool e RCC. I rischi <strong>di</strong>minuivano anche per un consumo superiore a 100 g/<strong>di</strong>e<br />

<strong>di</strong> alcool, senza alcun apparente livellamento nei rischi.<br />

Diabete e linfoma non-Hodgkin<br />

Nel corso dell’anno <strong>2007</strong>, abbiamo esaminato il ruolo <strong>di</strong> alcuni fattori <strong>di</strong> rischio selezionati per<br />

il linfoma non-Hodgkin (NHL), considerando i dati provenienti da due stu<strong>di</strong> caso-controllo<br />

condotti in Italia nei perio<strong>di</strong> 1985-1997 e 1999-2002, comprendenti 671 casi incidenti,<br />

istologicamente confermati <strong>di</strong> NHL e 1799 soggetti <strong>di</strong> controllo, ospedalizzati per malattie nonneoplastiche<br />

acute. Abbiamo analizzato i dati combinati dei due stu<strong>di</strong> rispetto alla storia <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>abete. I risultati epidemiologici su questo tema sono controversi, e il <strong>di</strong>abete è stato associato<br />

al rischio <strong>di</strong> varie neoplasie. Tuttavia, i risultati del nostro stu<strong>di</strong>o hanno permesso <strong>di</strong> escludere<br />

una forte associazione tra <strong>di</strong>abete e NHL. Il piccolo numero <strong>di</strong> casi <strong>di</strong> NHL con <strong>di</strong>abete inclusi<br />

in questo stu<strong>di</strong>o lascia tuttavia aperta la possibilità <strong>di</strong> una moderata relazione <strong>di</strong>retta.<br />

Folati, alcool e linfoma non-Hodgkin<br />

Per quanto riguarda questo argomento, abbiamo esaminato il nostro stu<strong>di</strong>o caso-controllo più<br />

recente, che includeva informazioni dettagliate sulle abitu<strong>di</strong>ni <strong>di</strong>etetiche, e si basava su 190 casi<br />

<strong>di</strong> NHL e 484 controlli. Non abbiamo trovato associazioni significative tra rischio <strong>di</strong> NHL e<br />

assunzione <strong>di</strong> folati nella <strong>di</strong>eta (OR=0,9), né con altri micronutrienti coinvolti nel metabolismo<br />

del carbonio, ovvero la vitamina B2 (OR=0,9), la vitamina B6 (OR=0,8) e la metionina<br />

(OR=0,7). Tuttavia, un’associazione inversa significativa è stata osservata per tutti i nutrienti<br />

esaminati negli astemi e negli ex-bevitori. I nostri risultati supportano un possibile effetto<br />

antagonista dell’alcool sul metabolismo del carbonio nell’eziologia del NHL. Tuttavia, la<br />

mancanza <strong>di</strong> un effetto generale per i nutrienti coinvolti nel metabolismo del carbonio e le<br />

<strong>di</strong>mensioni limitate del campione esaminato suggeriscono <strong>di</strong> considerare con cautela i nostri<br />

risultati.<br />

Lo stu<strong>di</strong>o combinato InterLymph sul linfoma non-Hodgkin<br />

I nostri dati sui tumori ematopoietici sono stati inclusi in una ri-analisi combinata <strong>di</strong> 10.211 casi<br />

<strong>di</strong> NHL e 11.905 controlli, condotta dall’International Lymphoma Epidemiology Consortium<br />

(InterLymph). Durante il <strong>2007</strong>, questo gruppo collaborativo ha esaminato la storia familiare <strong>di</strong><br />

tumori ematopoietici e l’obesità come potenziali fattori <strong>di</strong> rischio per il NHL. I modelli <strong>di</strong><br />

ere<strong>di</strong>tabilità del NHL sono poco noti, benché si stiano accumulando prove su alcune mutazioni<br />

genetiche comuni che mo<strong>di</strong>ficherebbero il rischio <strong>di</strong> NHL. Nella ri-analisi combinata<br />

InterLymph, il rischio <strong>di</strong> NHL era aumentato per i soggetti con parenti <strong>di</strong> primo grado con NHL<br />

(OR=1,5), linfoma <strong>di</strong> Hodgkin (OR=1,6) e leucemie (OR=1,4). I modelli <strong>di</strong> ere<strong>di</strong>tabilità <strong>di</strong> NHL<br />

apparivano omogenei nei <strong>di</strong>versi sottotipi <strong>di</strong> NHL, mentre i rischi <strong>di</strong>fferivano a seconda dello<br />

specifico tipo <strong>di</strong> tumore ematopoietico e del sesso del parente, rivelando in<strong>di</strong>zi importanti<br />

sull’eziologia della malattia. Un’altra ricerca condotta dal consorzio InterLymph ha considerato<br />

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