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§ 17 Spazi affini euclidei e isometrie - Matematica e Applicazioni

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Geometria I 154<br />

Dato che, se A ≠ I, la rotazione A non ha autovalore 1 (cioè fissa nessun vettore diverso dallo<br />

zero), quindi la matrice I − A ha nucleo banale, e dunque è invertibile. La matrice I − A<br />

risulta quindi invertibile se A ≠ I, altrimenti è la matrice nulla. Ma allora se A ≠ I esiste un<br />

unico punto fissato dalla isometria (la soluzione di (I − A)x = b), che chiamiamo q. Trasliamo<br />

il sistema di riferimento, portando l’origine in q: x = x ′ + q. L’isometria si scriverà quindi<br />

y = Ax + b<br />

y ′ + q = A(x ′ + q)+b<br />

y ′ = Ax ′ +(A − I)q + b = Ax ′ ,<br />

cioè è una rotazione attorno a q. Quindi se A ≠ I si ha sempre una rotazione (anche se b ≠0).<br />

In particolare, la composizione di una rotazione con una traslazione è ancora una rotazione!<br />

Attenzione che la composizione di rotazioni attorno allo stesso centro è commutativa, la<br />

composizione di traslazioni è commutativa, ma non la composizione di rotazioni e traslazioni:<br />

x ↦→ Ax ↦→ Ax + b<br />

x ↦→ x + b ↦→ A(x + b) =Ax + Ab.<br />

Cosa succede per rotazioni con centri diversi (si veda l’esercizio (9.22))?<br />

Le <strong>isometrie</strong> del piano euclideo che non sono dirette sono le riflessioni attorno a rette (se<br />

fissano una retta, simmetrie assiali) e le glissoriflessioni (se non fissano alcun punto), che sono<br />

composizione di una riflessione e di una traslazione lungo la direzione dell’asse di simmetria.<br />

(<strong>17</strong>.19) Esempio. In E 3 , l’isometria di equazione y = Ax + b è una rotazione (attorno ad<br />

una retta per l’origine) se A ≠ I e b =0, dato che A ∈ SO(3). Altrimenti, come sopra un<br />

punto x fissato dalla isometria risolve l’equazione (I −A)x = b. Ma ogni rotazione A ∈ SO(3),<br />

se non banale, ha un autovettore con autovalore 1 (cioè fissa un vettore di R 3 , e quindi tutta<br />

la retta generata dallo stesso). Quindi la matrice I − A non è mai invertibile. Se A ≠ I,<br />

il rango sarà 1 o 2. Certamente la direzione parallela all’asse di rotazione sarà nel nucleo di<br />

I − A. È possibile vedere (con un cambio di coordinate: esercizio) che I − A ha rango 2 e ha<br />

per sottospazio immagine il piano ortogonale all’asse di rotazione. Quindi, se b è un vettore<br />

ortogonale all’asse di rotazione, ci sono punti fissati (una retta di punti fissati). Altrimenti,<br />

no. Nel primo caso, si tratta di una rotazione attorno ad una retta (non non necessariamente<br />

per l’origine), nel secondo caso? Scriviamo b come somma di due vettori b = b 1 + b 2 , il primo<br />

ortogonale alla direzione fissata (e quindi nell’immagine di I − A) e il secondo b 2 parallelo alla<br />

direzione fissata (e quindi nel nucleo di I −A). Allora y = Ax+b =(Ax+b 1 )+b 2 . L’isometria<br />

y = Ax + b si scrive quindi come composizione<br />

x ↦→ Ax + b 1 ↦→ (Ax + b 1 )+b 2 ,<br />

dove la prima è una rotazione attorno ad una retta di E 3 , e la seconda è una traslazione lungo<br />

la direzione b 2 (che è diversa da zero dato che b per ipotesi non è ortogonale all’asse). Si

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