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Verbale nr. 4 - Seduta del 22 marzo 2012

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COMUNE DI TORRI DI QUARTESOLO<br />

VERBALE DELLA SEDUTA DEL<br />

CONSIGLIO COMUNALE<br />

N. 4 Del <strong>22</strong>.03.<strong>2012</strong><br />

L'anno duemiladodici addì ventidue <strong>del</strong> mese di <strong>marzo</strong> alle ore 20:30, in TORRI DI<br />

QUARTESOLO, nella sala <strong>del</strong>le adunanze;<br />

Alla Prima convocazione, sessione Ordinaria, seduta Pubblica, si è riunito il Consiglio<br />

Comunale così costituito:<br />

MARCHIORO DIEGO P PANATO NADIA p<br />

TRIVELLA LUISA P ZAUSA STEFANO P<br />

GHIRIGATTO GIANLUCA P ZARANTONELLO FRANCO P<br />

CIGNACCO ALESSANDRO A GHIOTTO GIAN LUIGI A<br />

LUCATELLO ANDREA P ANTONINI FRANCO A<br />

PASINATO ANGELA P MIGLIORANZA RINO P<br />

FRIZZO STEFANIA P LANARO ANTONIO P<br />

CARLI GIANFRANCO P CARAMPIN SILVIA P<br />

TAGLIAPIETRA PIETRO P PAVAN PIETRO P<br />

FRACCA ELEONORA P GOBBI GIACOMO P<br />

MENEGOTTO ANDREA P<br />

P=presente A=assente<br />

Assume la presidenza il Signor MARCHIORO DIEGO in qualità di Sindaco assistito dal segretario<br />

generale DE VITA DOTT. MARIO.<br />

Il Presidente, riconosciuta legale l'adunanza, invita il Consiglio Comunale a <strong>del</strong>iberare sull'oggetto<br />

suindicato.<br />

<strong>Verbale</strong> n. 4 <strong>del</strong> Consiglio comunale <strong>del</strong>l'<strong>22</strong>.03.<strong>2012</strong><br />

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Si procede ad appello nominale.<br />

SINDACO:<br />

Preciso subito che i due assenti, uno per la maggioranza e uno per la minoranza, l’Assessore<br />

Cignacco e il consigliere Antonini, si astengono questa sera di presenziare a partecipare alla<br />

discussione <strong>del</strong>la votazione in quanto interessati o direttamente o per parentela alla discussione sul<br />

PAT. Volevo precisare perché ci sono queste due assenze.<br />

Trascrizione <strong>del</strong>la registrazione <strong>del</strong>la discussione e degli interventi relativi alla <strong>del</strong>iberazione<br />

n. 18 <strong>del</strong> <strong>22</strong>.03.<strong>2012</strong>: «Adozione <strong>del</strong> piano di assetto <strong>del</strong> territorio (PAT) e <strong>del</strong> rapporto<br />

ambientale relativo alla valutazione ambientale strategica (VAS)».<br />

SINDACO:<br />

Cominciamo questa seduta di Consiglio con l’argomento più importante che un’Amministrazione<br />

comunale possa fare. Si tratta di pianificare il territorio, di prevederne lo sviluppo, di orientarne<br />

anche lo sviluppo. Ricordo un po’ a tutti che è tramite l’urbanistica che si possono fissare dei<br />

paletti, che si possono indicare gli sviluppi. Comunque, anche nel campo <strong>del</strong>le attività produttive,<br />

specialmente nel commercio, adesso che il commercio è liberalizzato, l’unica maniera per dare un<br />

orientamento, dare una forma anche alle attività produttive <strong>del</strong> paese, passa attraverso la<br />

pianificazione urbanistica. Non ci sono poi altri vincoli particolari perché i contingenti non ci sono<br />

più; vincoli sugli orari come sappiamo, purtroppo dico io, non ce ne sono più; e, quindi, nel<br />

momento in cui un’Amministrazione decide di fare una scelta per quanto riguarda il cambio di<br />

destinazione urbanistica di area, fa <strong>del</strong>le scelte fondamentali.<br />

Il provvedimento di questa sera, comunque, non è un provvedimento già operativo, perché il PAT<br />

disegna un quadro d’insieme, disegna <strong>del</strong>le linee di sviluppo, ma è sostanzialmente un regolamento<br />

che l’Amministrazione decide di fare, comunque facendo <strong>del</strong>le scelte fornendo degli orientamenti.<br />

La fase operativa vera e propria si farà: come il piano degli interventi che è un provvedimento<br />

successivo e che poi diventa un provvedimento che dà esecuzione alle previsioni che stasera<br />

cercheremo di fare.<br />

Il percorso che ci ha portato fin qua è stato un percorso piuttosto lungo ed articolato, come la legge<br />

prevede, ed è stato seguito dalla parte politica e dalla parte tecnica con assoluto rigore.<br />

Io faccio presto a finire questa premessa ringraziando i tecnici che ci hanno consentito di preparare<br />

questo piano e in particolare Marisa Fantin, l’architetto Fantin, l’architettoGrisolia <strong>del</strong> Comune, poi<br />

gli altri tecnici che ci sono, se me ne dimentico uno non va bene, quindi ringrazio tutti; ringrazio in<br />

particolare l’Assessore Ghirigatto perché ha seguito costantemente e con grandissima<br />

partecipazione e attenzione tutte le fasi che si sono sviluppate. Siamo passati per la Regione,<br />

abbiamo fatto la procedura concordata, quindi sappiate che quello che viene approvato questa sera,<br />

che verrà probabilmente approvato questa sera, è qualcosa che è già condiviso, comunque è stato<br />

elaborato anche con Regione e Provincia. Chiaramente la legge prevede che la cittadinanza tutta<br />

possa su questo documento fare le osservazioni. Ci sono dei tempi, che poi verranno spiegati. E’ un<br />

<strong>Verbale</strong> n. 4 <strong>del</strong> Consiglio comunale <strong>del</strong>l'<strong>22</strong>.03.<strong>2012</strong><br />

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atto fondamentale <strong>del</strong>l’Amministrazione comunale, che vedrà le linee di sviluppo <strong>del</strong> Paese, che<br />

darà anche le linee di contenimento di un certo tipo di sviluppo, ma porta a <strong>del</strong>le scelte comunque<br />

fondamentali.<br />

Mi fermo qua perché credo che sia più che giusto ed utile che io passi la parola prima all’Assessore<br />

Ghirigatto e poi ai tecnici. Mi fermo un attimo: c’era una cosa importante che dovevo fare prima ed<br />

è la consegna di un assegno alla Città <strong>del</strong>la Speranza e, quindi, questo assegno l’abbiamo raccolto<br />

con un’iniziativa pubblica, uno spettacolo, e chiederei all’Assessore Frizzo di raccontarci e di<br />

ricordarci un po’ come è nata la cosa.<br />

ASSESSORE FRIZZO:<br />

Buonasera a tutti. Questa è la sfida che ormai da un po’ di anni abbiamo raccolto quando abbiamo<br />

accettato il gemellaggio con Città <strong>del</strong>la Speranza. La nostra giornata era il 26 di dicembre e nel<br />

2011 abbiamo voluto veramente rilanciare alla grande, creando un evento di proporzioni<br />

assolutamente incredibili. Quando l’abbiamo visto ci siamo resi conto che era veramente un evento<br />

di portata importante perché noi crediamo molto nel progetto e quindi vogliamo impegnarci per<br />

poter dare di più.<br />

Questo però è stato possibile perché abbiamo incontrato nella nostra strada una grande disponibilità<br />

da parte degli imprenditori. Nel 2011 abbiamo incontrato la famiglia Zoppelletto e quindi oltre a<br />

Città <strong>del</strong>la Speranza, questa sera abbiamo qui anche Laura Zoppelletto che ha creduto nel nostro<br />

progetto; speriamo che questo sia il primo passo perché in futuro, altri imprenditori, possano<br />

agganciarsi a questa rete di solidarietà e quindi per il <strong>2012</strong> si possa fare anche qualcosa di più. Io<br />

chiamerei anche Laura Zoppelletto, oltre che a Stefania Fochesato in rappresentanza, vice<br />

Presidente di Città <strong>del</strong>la Speranza.<br />

STEFANIA FOCHESATO:<br />

Grazie chiaramente a Stefania Frizzo, al Sindaco, al Comune ed alla famiglia Zoppelletto che ha<br />

sostenuto il progetto con un risultato strepitoso. Questo contributo serve a completare la Torre <strong>del</strong>la<br />

Ricerca; viene inaugurata il 6 maggio alla presenza <strong>del</strong> Presidente <strong>del</strong>la Repubblica Napoletano. E’<br />

di domenica quindi l’invito è aperto a tutti. Sarebbe bello che tutti partecipassimo, perché tutti<br />

abbiamo contribuito a costruire un pezzetto di torre quindi adesso stiamo ottenendo questo risultato<br />

alla conclusione di un progetto che diventerà il centro ricerche più importante in Europa. Sono 14<br />

mila metri quadrati dove lavoreranno 400 ricercatori, studieranno tutte le patologie riguardanti<br />

l’infanzia, quindi non più solo leucemie e tumori. All’ultimo piano verrà l’istituto zooprofilattico<br />

con Ilaria Capua, che è la virologa che ha scoperto il virus aviaria, quindi abbiamo dei nomi a<br />

livello internazionale importanti.<br />

Questo sarà di prestigio e soprattutto sarà un grande impulso alla ricerca a livello nazionale,<br />

sappiamo che tutti abbiamo contribuito per questo progetto.<br />

Intanto grazie a tutti per avere partecipato perché insieme si costruisce, da soli può rimanere un<br />

sogno, insieme si concretizza il sogno.<br />

Grazie ancora, buona serata e buon lavoro. Grazie.<br />

<strong>Verbale</strong> n. 4 <strong>del</strong> Consiglio comunale <strong>del</strong>l'<strong>22</strong>.03.<strong>2012</strong><br />

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SINDACO:<br />

Arrivederci. Riprendiamo con il programma che avevamo iniziato prima. Dò la parola all’<br />

Assessore Ghirigatto.<br />

ASSESSORE GHIRIGATTO:<br />

Buonasera. L’argomento che introduco è sicuramente meno entusiasmante di quello che abbiamo<br />

appena trattato, cercheremo di fare il nostro meglio.<br />

Io, prima di passare la parola all’architetto Fantin che illustrerà i contenuti <strong>del</strong> piano, vorrei<br />

illustrare a mia volta il contesto giuridico in cui si è svolto, fino ad oggi, il procedimento di<br />

approvazione, o meglio di adozione <strong>del</strong> PAT. La legge regionale dà due possibilità: la possibilità di<br />

avviare un procedimento, per così dire, tradizionale in cui il Comune fa il PAT in casa, pianifica in<br />

casa, poi si confronta in un secondo momento con gli organi sovraordinati, cioè con la Provincia e<br />

la Regione. La seconda possibilità, ed è quella che abbiamo scelto noi, consiste nel partire<br />

direttamente con gli enti sovracomunali, la legge parla espressamente di Comune e Provincia, in<br />

realtà noi ci siamo relazionati anche con la Regione perché questa è una fase di interregno, di<br />

passaggio <strong>del</strong>le competenze urbanistiche dalla Regione alla Provincia, per cui essendo caduti in<br />

mezzo a questo periodo abbiamo voluto fare entrambi i passaggi.<br />

Il Comune ha quindi scelto questa strada, che si chiama strada di co-pianificazione e che funziona<br />

sostanzialmente in questo modo: la Giunta comunale elabora un documento preliminare molto<br />

generale e propone, agli enti ed ai soggetti interessati, un accordo di pianificazione per la<br />

predisposizione <strong>del</strong>lo strumento urbanistico che è quello che ci accingiamo a votare questa sera.<br />

Con l’accordo di pianificazione sottoscritto dai legali rappresentanti degli enti, in questo caso il<br />

Sindaco, viene recepito il documento preliminare. Dopo la sottoscrizione <strong>del</strong>l’accordo di<br />

pianificazione, si procede alla redazione <strong>del</strong> piano; il piano è adottato, ed ecco la serata di questa<br />

sera, nel Consiglio comunale e viene depositato presso la sede <strong>del</strong> Comune a disposizione <strong>del</strong><br />

pubblico per trenta giorni consecutivi, nel corso dei quali chiunque può formulare osservazioni<br />

entro i successivi trenta. Trascorsi i suddetti termini, il Comune convoca una Conferenza di Servizi<br />

alla quale partecipano gli enti interessati con un rappresentante autorizzato <strong>del</strong> rispettivo organo<br />

competente, che si esprimono sul piano e sulle osservazioni intervenute in quel periodo. Qualora si<br />

riscontri il consenso <strong>del</strong> Comune, <strong>del</strong>la Provincia e aggiungo io <strong>del</strong>la Regione, il Piano si intende<br />

approvato ed è ratificato dalla Giunta provinciale. Credo che sarà proprio la Giunta provinciale, se<br />

ancora esistente, a ratificarcelo.<br />

Il piano diventa efficace dopo quindici giorni dalla pubblicazione nel BUR e <strong>del</strong> provvedimento di<br />

approvazione <strong>del</strong> relativo atto di ratifica <strong>del</strong>la Giunta provinciale, da effettuarsi a cura <strong>del</strong>la<br />

Provincia e dà validità a tempo indeterminato. Quindi, lo diceva anche il Sindaco, ci accingiamo ad<br />

adottare uno strumento che ha una durata molto lunga nel tempo. Questo è il procedimento che si<br />

segue se il Comune sceglie la strada <strong>del</strong>la co-pianificazione, che è una strada, un procedimento<br />

molto qualificato di pianificazione perché coinvolge ex ante, cioè fin dall’inizio, subito coloro che<br />

hanno una visione di insieme che possono autorevolmente approvare o bocciare le proposte <strong>del</strong><br />

Comune.<br />

In questo procedimento abbiamo inserito la cosiddetta fase di concertazione o di partecipazione, di<br />

coinvolgimento dei cittadini e <strong>del</strong>la società civile che non è espressamente prevista da questo<br />

articolo, ma è un principio generale a cui si ispira sostanzialmente la legge regionale; la legge<br />

<strong>Verbale</strong> n. 4 <strong>del</strong> Consiglio comunale <strong>del</strong>l'<strong>22</strong>.03.<strong>2012</strong><br />

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egionale all’art. 2, eccolo qua, l’art. 1 lett. c, in cui parla dei contenuti e <strong>del</strong>le finalità <strong>del</strong> PAT: in<br />

questo contesto – precisa che - la pianificazione deve essere effettuata garantendo in qualche modo<br />

il coinvolgimento dei cittadini nelle rappresentanze economiche e sociali, e <strong>del</strong>le associazioni.<br />

L’art. 5 <strong>del</strong>la stessa legge, successivo, si occupa ancora più dettagliatamente di questo schema e<br />

prevede che “i Comuni, le Province e la Regione nella formazione degli strumenti di pianificazione<br />

territoriale urbanistica conforma alla propria attività al metodo <strong>del</strong> confronto e <strong>del</strong>la concertazione<br />

con gli altri enti pubblici territoriali e con le altre Amministrazioni preposte alla cura degli interessi<br />

pubblici coinvolti, l’Amministrazione procedente assicura altresì il confronto con le associazioni<br />

economiche e sociali portatrici di rilevanti interessi sul territorio ed interessi diffusi, nonché con i<br />

gestori di servizi pubblici di uso pubblico, invitandoli a concorrere alla definizione degli obiettivi<br />

<strong>del</strong>le scelte strategiche individuate dagli strumenti di pianificazione”.<br />

Cosa ha fatto il Comune di Torri di Quartesolo? Cosa ha fatto questa Amministrazione? Ha deciso<br />

di coinvolgere la cittadinanza inviando un questionario alle famiglie, un questionario è stato inviato<br />

intorno al mese di gennaio 2011, mi pare, se non erro, poi magari l’architetto sarà più preciso, in cui<br />

si chiamavano i cittadini e le famiglie a pronunciarsi su temi di natura urbanistica, di alto livello.<br />

Quindi, non si chiedeva al cittadino qual è il lotto che vuole sia trasformato da agricolo in<br />

edificabile, perché per quello ci sono le soluzioni. Si chiedeva al cittadino di esprimersi sulla sua<br />

visione <strong>del</strong> territorio. Inoltre, sono stati esporsti i risultati di questa consultazione che non è stata<br />

male, nel senso che ha avuto un riscontro di circa 400 questionari, che, se paragonata ad altre<br />

iniziative o esperienze di altri Comuni, è di tutto rispetto.<br />

Abbiamo poi incontrato la società civile coinvolgendo le varie associazioni di categoria, le<br />

associazioni <strong>del</strong> sociale, le scuole, la casa di riposo, la protezione civile, l’associazione industriali,<br />

artigiani, commercianti, gli ordini professionali, le associazioni culturali e sportive, i Comuni<br />

limitrofi, l’ARPAV, L’ULSS, i consorzi, il Genio Civile, l’ENEL e SNAM. E, ancora, i comitati di<br />

gestione <strong>del</strong>la scuole di Marola, Lerino, Torri, Effetà, i dirigenti dei due istituti comprensivi e le<br />

associazioni degli agricoltori e i loro iscritti. Con gli agricoltori abbiamo usato una particolare<br />

attenzione perché ci siamo visti ben tre volte, perché tre volte? Qui arrivo velocemente ai due temi<br />

secondo me caratterizzanti di questo PAT e sono la tendenza a salvaguardare il più possibile le aree<br />

agricole, in particolare modo le aree agricole che si collocano alla destra <strong>del</strong>la Roggia Tergola,<br />

perché sono aree di grande pregio ambientale e paesaggistico. L’altro tema che affronta e sviluppa il<br />

PAT è il rilancio di alcune previsioni già presenti nel piano regolatore e dalle quali il Comune si<br />

attende il reperimento di risorse economiche, e non solo, necessarie alla realizzazione <strong>del</strong>la<br />

cosiddetta città pubblica, cioè di quelle opere pubbliche che mancano e che il bilancio, per i noti<br />

problemi finanziari, non può più sostenere. Io mi fermo, poi interverrò successivamente magari con<br />

il Sindaco durante l’esposizione <strong>del</strong>l’architetto, a cui passo la parola.<br />

ARCHITETTO FANTIN:<br />

Buonasera a tutti e grazie. Io comincio ad illustrare il piano di assetto <strong>del</strong> territorio, ma come tengo<br />

a dire sempre, il piano di assetto <strong>del</strong> territorio non è solo un piano urbanistico, è un piano molto<br />

complesso. Il Sindaco e anche l’Assessore hanno parlato di un piano che non ha termine, di un<br />

disegno futuro di dove può andare Torri di Quartesolo, di quali sono le sue caratteristiche e le sue<br />

potenzialità. Di fronte a un compito <strong>del</strong> genere non può essere solo l’urbanista che lo conduce, ma<br />

deve essere condotto da un lavoro collettivo.<br />

Con Roberto Grisolia e con tutto l’ufficio urbanistica di Torri abbiamo cercato di portare avanti e di<br />

analizzare quelle che erano le tematiche che, per competenza, conoscevamo meglio. Ma il gruppo,<br />

come diceva il Sindaco, è integrato da altri professionisti, in particolare due sono qui con me e mi<br />

<strong>Verbale</strong> n. 4 <strong>del</strong> Consiglio comunale <strong>del</strong>l'<strong>22</strong>.03.<strong>2012</strong><br />

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aiuteranno a raccontare quelli che sono i contenuti <strong>del</strong> piano: la dottoressa Roberta Meneghini, che<br />

si è occupata <strong>del</strong>la valutazione ambientale strategica, la dottoressa Elisabetta Tescari che invece si è<br />

occupata <strong>del</strong>le questioni agronomiche e <strong>del</strong>le analisi sulla zona agricola e sul paesaggio. Oltre a noi,<br />

c’è anche il geologo, il dottor Baratto, che questa sera non è potuto venire, che però si è occupato<br />

<strong>del</strong>le questioni di fragilità <strong>del</strong> vostro territorio. Il tema <strong>del</strong>le acque, per esempio, è un tema che dal<br />

punto di vista <strong>del</strong> geologo è un tema molto rilevante. Tutti noi siamo coscienti, in particolare<br />

abitando a Torri, <strong>del</strong>l’importanza di tenere conto di questi elementi nel momento <strong>del</strong>la<br />

pianificazione.<br />

Che cos’è il PAT? L’ho detto, è un progetto che vuole tracciare le linee guida, però è anche un<br />

progetto di conoscenza, il primo passo da fare ogni volta che si affronta un tema così importante è<br />

conoscere l’oggetto che abbiamo e conoscere quelli che sono gli obiettivi dei nostri committenti.<br />

Gli architetti quando fanno una casa hanno come obiettivo il committente che la abita, quando gli<br />

urbanisti fanno un piano, hanno molti più committenti, perché sono i cittadini che lo abitano, ma<br />

sono gli amministratori che lo governano, e degli indirizzi degli Amministratori, degli obiettivi che<br />

vogliono raggiungere, <strong>del</strong>la loro idea di territorio in quanto rappresentanti dei cittadini, noi<br />

dobbiamo tenere conto, sono anche quelli che abitano da altre parti e vengono a Torri per lavorare,<br />

o vengono a Torri per altri motivi e sono anche le categorie economiche, perché l’economia in<br />

termini di attività agricola piuttosto che produttiva, piuttosto che commerciale, ha un peso rilevante<br />

in tutti i territori.<br />

Questo piano quindi restituisce al Comune di Torri non solo un disegno urbanistico <strong>del</strong>le<br />

trasformazioni possibili, ma restituisce anche il cosiddetto quadro conoscitivo che è un patrimonio<br />

di indagini, di analisi, di conoscenze, di raccolte di dati che pensiamo sarà sempre utile, perché<br />

sempre più il governo <strong>del</strong> territorio non è e non sarà il governo <strong>del</strong>le nuove aree edificabili, ma sarà<br />

invece il governo <strong>del</strong>la gestione <strong>del</strong>le tematiche, <strong>del</strong>la gestione di quanto è già stato fatto, di<br />

rigenerazione di ciò che ha bisogno di essere generato e, in questa logica, noi abbiamo cercato di<br />

lavorare. Devo dire che abbiamo cercato di lavorare con questo obiettivo, siamo stati aiutati da<br />

un’Amministrazione che ha condiviso con noi questo percorso e che su questo ci ha chiesto di<br />

lavorare.<br />

Torri è, da un punto di vista se posso dire culturale, urbanistico, un territorio molto interessante,<br />

perché a Torri c’è tutto, c’è un po’ di periferia di Vicenza, c’è un po’ di città di Vicenza che butta<br />

fuori <strong>del</strong>la residenza, ci butta fuori i caselli <strong>del</strong>le autostrade, il centro commerciale, che in fondo sta<br />

qui perché vicino c’è la città capoluogo. Allora, a Torri bisogna chiedersi quali sono gli aspetti<br />

positivi nello stare vicino a una città capoluogo; probabilmente siamo più vicini a certi servizi<br />

rispetto a Comuni che invece sono sparsi nella pianura però, dall’altro punto di vista, siamo<br />

attraversati dal traffico <strong>del</strong>la città e, quindi, la città ci penalizza da questo punto di vista. Torri è<br />

anche la cosiddetta città diffusa <strong>del</strong>la campagna veneta, quella che si vede dall’altopiano di Asiago,<br />

tutte quelle luci che danno il segno di un modo di occupare il territorio che è tipico <strong>del</strong>la pianura e<br />

che è un modo disordinato: costruisco dove viene lungo le strade; le attività produttive stanno<br />

vicino alle case, crescono e si trasformano nel tempo. E’ un modo di occupare il territorio che se,<br />

una volta, poteva essere un modo di colonizzarlo, di fare manutenzione <strong>del</strong> territorio, oggi è<br />

diventato un consumo di suolo che dobbiamo assolutamente gestire e governare, altrimenti non<br />

riusciremo mai a costruire le piste ciclabili per andare a scuola e i percorsi pedonali protetti,<br />

avremmo il traffico che ci passa dappertutto. Questo sistema di occupazione di suolo innanzitutto<br />

deve essere fermato e, in secondo luogo, bisogna attivare tutte le politiche possibili per migliorare<br />

questo tipo di insediamento. Però, non c’è solo un aspetto negativo: Torri è anche una zona rurale<br />

molto bella: la parte verso il Pergola è ancora, c’è lo dirà la dottoressa Tescari poi, immagino, una<br />

zona agricola di grande pregio. C’è una testimonianza, dal punto di vista architettonico, molto<br />

<strong>Verbale</strong> n. 4 <strong>del</strong> Consiglio comunale <strong>del</strong>l'<strong>22</strong>.03.<strong>2012</strong><br />

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interessante che devo dire io lego di più alle cosiddette architetture minori piuttosto che alle ville.<br />

Certo, le ville sono importanti, ma ancora di più quelle testimonianze <strong>del</strong>l’edilizia rurale che ancora<br />

conserviamo, che considero il vostro vero patrimonio e la vostra vera cultura.<br />

Anche negli interventi che mi hanno preceduto si è accennato al percorso complicato che serve per<br />

arrivare in fondo al piano di assetto <strong>del</strong> territorio e, devo dire, non ci siamo ancora arrivati, siamo<br />

solo a un tappa, importantissima, ma purtroppo non l’ultima: è giusto che uno strumento complicato<br />

abbia anche il tempo per essere fatto. Possiamo dire, però, che a vantaggio poi dei cittadini di Torri,<br />

una volta che il PAT avrà concluso il suo corso, sarà molto più semplice e molto più veloce dare<br />

attuazione a quelli che sono i contenuti e le indicazioni che il PAT assegna per il futuro perché le<br />

prossime mosse, una volta che il PAT sarà approvato, dipendono e rimangono in potestà <strong>del</strong><br />

Comune di Torri e quindi sarà il Comune ad attivare le scelte, di volta in volta, dentro questo grande<br />

quadro strategico che il PAT ha disegnato.<br />

Come cresce la città di Torri? Cresce poco, non c’è questa grande crescita devo dire. Forse, questa<br />

sera lo ribadirò più volte, più che crescere il numero di residenti, cresce la domanda di qualità<br />

<strong>del</strong>l’abitare. Abbiamo trovato, e lo vedremo quando passeremo alla lettura dei questionari, nella<br />

popolazione di Torri, che è maturata, nel tempo, una coscienza <strong>del</strong>la domanda di qualità <strong>del</strong>la vita.<br />

Ciò che emerge non è tanto la volontà di crescere, è la volontà di vivere meglio. Certo, ne avete tutti<br />

il diritto perché in fondo avete un territorio che è stato in gran parte danneggiato dal passaggio di<br />

infrastrutture importanti, che si portano dietro barriere infrastrutturali tra una zona e l’altra e, anche,<br />

problemi di inquinamento. Abbiamo lavorato sulla domanda di crescita di qualità, che vuole dire<br />

costruire meglio e vuol dire dare la possibilità a chi costruisce di costruire in condizioni migliori e<br />

chiedergli di costruire in condizioni migliori. Vuol dire anche migliorare la dotazione dei servizi e<br />

la rete <strong>del</strong>la mobilità.<br />

Queste sono la azioni che fanno parte <strong>del</strong> mandato <strong>del</strong>l’Amministrazione comunale di Torri. Quelle<br />

sette azioni sono le sette linee guida che erano contenute già nel documento preliminare. Con quelle<br />

sette linee guida siamo andati a parlare, come diceva l’Assessore prima, con gli enti, con le<br />

Associazioni di categoria, con i cittadini e cosi via. Su quelle sette linee abbiamo cercato di<br />

elaborare il piano; le racconto dopo, quando illustro il progetto perché vorrei mettere in luce perché<br />

abbiamo fatto certe scelte e come abbiamo interpretato le sette linee guida.<br />

Questo è l’elenco degli incontri che abbiamo fatto, dall’anno scorso a quest’anno, di illustrazione,<br />

discussione, spiegazione, confronto sul PAT. Ve li riassumo cosi: abbiamo fatto gli incontri<br />

cosiddetti di partecipazione, di concertazione. Abbiamo sentito circa quindici associazioni tra<br />

associazioni di categoria, associazioni sportive e cosi via; il piano è stato anche esposto in una<br />

mostra indetta dalla Regione Veneto. E’ stata esposta a Verona nella sua forma non definitiva. Gli<br />

altri incontri sono stati con gli uffici comunali, perché il piano è cresciuto insieme a loro. Io penso<br />

che sia compito di un professionista quello di lavorare con gli uffici e non di fare arrivare agli uffici<br />

uno strumento confezionato all’esterno. E’ giusto che il piano appartenga ovviamente ai cittadini,<br />

ma chi poi lo deve gestire e lo deve interpretare, deve lavorare con questo, deve, in qualche modo,<br />

condividerlo. Soprattutto l’aiuto che danno gli uffici nella condivisione è davvero importante.<br />

Abbiamo anche incontrato qualche privato, soprattutto per quelle aree, e le vedremo dopo, che<br />

abbiamo considerato strategiche per la trasformazione di Torri e per il conseguimento degli<br />

obiettivi. Con gli stake holders, vale a dire i portatori di interessi, quindi i rappresentanti <strong>del</strong>le<br />

associazioni culturali piuttosto che <strong>del</strong>la parrocchia, piuttosto che altri, sono persone che parlano a<br />

nome dei cittadini, abbiamo deciso di fare una cosa diversa rispetto alla consueta assemblea per<br />

raccogliere le istanze dei cittadini. Nella fase intermedia faremo assemblee e incontri che, penso che<br />

il Sindaco e l’Assessore lo possano confermare, consentano di dare tutte le informazioni possibili a<br />

tutti e, nel caso si volessero fare <strong>del</strong>le osservazione, si farà in modo che i cittadini le possano fare<br />

<strong>Verbale</strong> n. 4 <strong>del</strong> Consiglio comunale <strong>del</strong>l'<strong>22</strong>.03.<strong>2012</strong><br />

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con tutta la competenza e l’informazione <strong>del</strong> caso. Abbiamo scelto, in questa prima fase, una via<br />

diversa, la via <strong>del</strong> questionario. Perché? Perché il questionario è più capillare. Infatti ne abbiamo<br />

raccolti circa 400, numero considerevole, perché è difficile fare un’assemblea con i cittadini in cui<br />

vengono tante persone, 400 persone intervengono e dicono cosa vorrebbero. Non mi è mai<br />

successo, dubito che sia cosi semplice da fare. Il questionario invece è un modo di partecipazione, è<br />

un modo di dare la propria idea che considero veramente importante. E’ stato distribuito attraverso<br />

Torri Notizie, ma anche le associazioni di categoria e culturali ecc. ci hanno dato una mano a<br />

distribuirlo presso i loro iscritti. Abbiamo raccolto un sacco di informazioni: anche queste faranno<br />

parte <strong>del</strong> patrimonio di conoscenza che il PAT lascerà all’Amministrazione. Credo che gli<br />

Amministratori faranno tesoro di quello che, molti di voi, hanno scritto sul questionario. Io<br />

riassumo solo due o tre cose che considero particolarmente significative. La prima è la risposta alla<br />

domanda: qual è il posto più bello <strong>del</strong> tuo Comune? La risposta che ha avuto più consensi è il fiume<br />

e il centro di Torri. Naturalmente questo, per noi, significa che i cittadini sono legati a un tema<br />

ambientale importante come quello <strong>del</strong> Tesina. Quindi il Tesina non può essere il fiume che passa,<br />

ma deve diventare protagonista, deve essere utilizzabile, deve essere valorizzato. L’altro è il centro<br />

di Torri. Ci piace soprattutto perché vuol dire che c’è un’idea di comunità, di riconoscersi<br />

all’interno di un luogo. Ci siamo detti sempre che è altrettanto importante fare ritornare i negozi nel<br />

centro di Torri, dobbiamo cercare di riportare le persone a vivere lì, perché è un peccato che a un<br />

certo punto la sera si spengono tutte le luci, il municipio chiude e quel centro diventa solo un<br />

parcheggio. Anche questa è, come dire, un’indicazione, una missione che il PAT affida agli sviluppi<br />

futuri.<br />

Abbiamo poi chiesto qual è il posto più brutto. Ovviamente era un po’ scontato, quello che ha preso<br />

più voti, è l’area commerciale de Le Piramidi. Spesso il posto più brutto è legato a problemi legati<br />

alla mobilità alla sicurezza degli spostamenti: è il tema più sentito dai cittadini di Torri.<br />

Abbiamo chiesto se dobbiamo pensare, visto che il centro commerciale è un punto di<br />

riconoscimento importante, se dobbiamo lavorare ancora su questo tipo di attività commerciali e la<br />

risposta ai cittadini è stata molto chiara, è la risposta è: no, cercate di lavorare sulle piccole attività<br />

commerciali, cercate di ri-sviluppare una rete commerciale. Noi cercheremo con le regole <strong>del</strong> PAT<br />

di dire: le attività commerciali devono stare vicine ai centri e non solo Torri, Marola, Lerino, altri<br />

luoghi che hanno un forte senso <strong>del</strong>la comunità. Qua o si è di Marola o si è di Lerino o si è di Torri,<br />

quindi il radicamento esiste ed è giusto che esista ed è giusto che rimanga anche l’identità dei<br />

luoghi, perché quando si salvaguarda la storia, si salvaguarda anche questo tipo di storia. Abbiamo<br />

chiesto un altro aspetto importante: la gran parte <strong>del</strong>le risposte sui quali i cittadini ci hanno detto<br />

metteteci l’attenzione, sono i temi ambientali, la riqualificazione <strong>del</strong>le rive <strong>del</strong> Tesina, la<br />

conservazione <strong>del</strong> territorio, non consumiamo più suolo agricolo Infine, abbiamo chiesto quali sono<br />

i problemi più urgenti per i cittadini che il PAT debba affrontare. Il più urgente di tutti e la rete <strong>del</strong>le<br />

piste ciclabili, che vuole dire non solo andare in bicicletta, ma vuol dire sistemare gli incroci, vuol<br />

dire trovare i nodi critici. La piscina, perché credo che ci sia un’aspettativa di un completamento dei<br />

servizi sportivi, anche se devo dare atto al territorio di Torri che le rilevazioni che abbiamo fatto<br />

sulla dotazione dei servizi ci danno una risposta di un Comune che ha una buona dotazione dei<br />

servizi. Se pensate che la legge urbanistica dice che bisogna avere almeno 30 metri quadrati di aree<br />

destinati a verde, parcheggio, scuole e cosi via per ogni abitante insediato, voi siete praticamente<br />

quasi il doppio. Però concordo con voi su una cosa che sta dietro a quelle risposte, che il problema<br />

non è solo di averne tanto, è che sia fatto bene e quindi perché un servizio perché sia fatto bene<br />

deve essere per esempio accessibile. L’accessibilità soprattutto da chi non guida l’auto e le persone<br />

che non guidano l’auto sono tante perché fino a 18 anni non la guida nessuno. Poi dopo una certa<br />

età non è poi cosi utilizzata, quindi è una fascia di popolazione che va rispettata. Se poi anche l’età<br />

intermedia cominciasse a dare più i mezzi alternativi rispetto all’auto, ancora meglio, ma comunque<br />

è una risposta automatica a tanti cittadini.<br />

<strong>Verbale</strong> n. 4 <strong>del</strong> Consiglio comunale <strong>del</strong>l'<strong>22</strong>.03.<strong>2012</strong><br />

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Io mi fermo qui, perché con primo inizio vi ho raccontato che cosa ci hanno chiesto quando<br />

abbiamo cominciato a fare il piano, che cosa hanno continuato a chiederci; perché in fondo la fase<br />

di ascolto ma ci ha accompagnato durante tutto il lavoro.<br />

Li riassumo in fretta: ci hanno chiesto di lavorare sulla residenza di qualità. Qualità vuol dire buona<br />

architettura, vuole dire lavorare sulla città pubblica, cioè sui servizi, sulla mobilità ecc. Vuol dire<br />

creare le opportunità perché chi vuole iniziare un’attività lo possa fare, cioè creare occasioni di<br />

occupazione. Vuol dire, e chiudo così, perché do temporaneamente la parola alla dottoressa<br />

Meneghini e alla dottoressa Tescari, vuol dire attenzione per l’ambiente. Noi abbiamo cercato di<br />

dire qualcosa in più, di dire sostenibilità sapendo e non dando per scontato quelli che erano i dati.<br />

La dottoressa Meneghini adesso vi fa brevemente il quadro <strong>del</strong>la situazione ambientale <strong>del</strong> territorio<br />

e la dottoressa Tescari invece vi racconterà il vostro paesaggio e l’attività agricola. Dopo torniamo<br />

invece alla parti urbane, prego.<br />

DOTTORESSA MENEGHINI:<br />

Buonasera a tutti. Questa sera cercherò di illustravi la presentazione <strong>del</strong> rapporto ambientale, <strong>del</strong>la<br />

valutazione ambientale strategica che segue pari passo il piano di assetto territoriale.<br />

La VAS nel suo primo elaborato, che è il rapporto ambientale preliminare, prevede una fotografia<br />

<strong>del</strong>lo stato di fatto <strong>del</strong>l’ambiente, <strong>del</strong>l’economia e <strong>del</strong>la società. In questo caso, io ho preso le<br />

criticità che sono emerse dal rapporto ambientale preliminare, cercando di compararle con le scelte<br />

di piano fatte. Di conseguenza, ora vi illustrerò le criticità che sono emerse nella prima fase e<br />

cercherò di farvi vedere come le scelte di piano sono andate in concerto sia con le esigenze <strong>del</strong>la<br />

popolazione espresse nel questionario, sia con i desideri <strong>del</strong>l’Amministrazione, sia nel rispetto,<br />

<strong>del</strong>la legge regionale.<br />

Qui ho inserito due immagini: una è un’ortofoto, quindi è una foto aerea in cui voi vedete sulla<br />

vostra destra il territorio comunale, mentre invece sulla sinistra ho lasciato gli elementi essenziali<br />

dei tracciati <strong>del</strong>la viabilità. Come vedete, il vostro territorio è attraversato dalla linea ferroviaria,<br />

dall’autostrada e da una statale, dalle tangenziali: di conseguenza il nostro territorio è proprio diviso<br />

a pezzetti, direi io. Perché ho iniziato con questa immagine? Perché, come vedremo poi, le criticità<br />

ambientali maggiori sono determinate dal traffico veicolare, quindi il traffico veicolare non si<br />

esaurisce soltanto sulla strada, non si esaurisce soltanto con i problemi di incidenti. Esso comporta<br />

l’elevata concentrazione di PM10, quindi di pulviscolo che poi va depositarsi sulla strada e che poi<br />

crea inquinamento; a causa <strong>del</strong>la quantità di PM10 depositato il Comune di Torri di Quartesolo<br />

entra nella fascia nella zona A1, agglomerato, quindi praticamente a livello di Vicenza come<br />

traffico, quindi di maggiore tutela, non sicuramente paragonabile a paesini <strong>del</strong>la periferia.<br />

Emissioni per quanto riguarda gli ossidi di azoto e di zolfo, monossido di carbonio e benzene: le<br />

analisi fatte non hanno evidenziato superamenti dei livelli di legge però, comunque, ci sono.<br />

Logicamente il traffico veicolare è la componente che fa sì che queste emissioni esistano, quindi di<br />

conseguenza ci sono, anche se non superano i livelli di soglia per la salute umana, di rischio mentre,<br />

invece, per quanto riguarda l’azienda a rischio rilevante, voi sapete tutti benissimo che sul territorio<br />

è presente l’Unichimica, di conseguenza è un’azienda che può essere soggetta a rischio per la salute<br />

umana, soprattutto in caso di incidenti.<br />

<strong>Verbale</strong> n. 4 <strong>del</strong> Consiglio comunale <strong>del</strong>l'<strong>22</strong>.03.<strong>2012</strong><br />

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Come ho già detto prima, la causa principale di tutto ciò è il traffico veicolare. Che cosa comporta<br />

anche? Livelli di emissioni rumorose piuttosto elevate, sia di traffico notturno che di traffico diurno.<br />

Vorrei collegarmi un po’ a quello che ha detto Marisa Fantin a riguardo al fiume Tesina. Il fiume<br />

Tesina dal punto di vista <strong>del</strong>la fruizione da parte <strong>del</strong>la popolazione è visto come un elemento<br />

importante, però la bellezza <strong>del</strong> Tesina dipende anche da quanto è tutelato e quanto all’interno <strong>del</strong>le<br />

acque ci sia un sistema che funziona, quindi le acque sono pulite e di conseguenza anche la flora e<br />

la fauna presenti sono adeguate.<br />

La qualità ecologica, questi dati che io vi riporto, sono alcuni rilevati, fatti da analisi specifiche sul<br />

territorio, altri invece sono presi da fonti bibliografiche, nel qual caso l’ARPAV.<br />

Per quanto riguarda invece le acque sotterranee, anche in questo caso la qualità è abbastanza<br />

soddisfacente: il rischio di inquinamento è legato soprattutto all’attività agricola in quanto gli<br />

inquinanti dovuti a liquami, ai pesticidi, facilmente entrano in contatto con le acque sotterranee; in<br />

questo caso bisogna comunque adottare degli accorgimenti o di agricoltura biologica, anche se è<br />

molto difficile perché comunque i costi sono più elevati oppure magari gli agricoltori, hanno<br />

intenzione di continuare l’attività agricola alla vecchia maniera, quindi tutta una serie di cose,<br />

comunque da modificare.<br />

Per quanto riguarda gli acquedotti e le fognature, le azioni di piano hanno comunque valutato la<br />

disponibilità e la sufficienza <strong>del</strong>la rete fognaria, il rapporto preliminare è stato redatto nel 2010 e già<br />

durante questo percorso, dal 2010 ad ora, alcuni interventi sono stati fatti per modificare la qualità<br />

soprattutto e anche la quantità <strong>del</strong>le linee di rete fognaria.<br />

Per quanto riguarda il rischio idraulico, come il fiume Tesina rappresenta un aspetto positivo nella<br />

sua bellezza naturalistica, la fruizione che permette ai propri cittadini, così comporta anche un<br />

rischio idraulico, nel senso che, come voi tutti ben sapete, è successo spesso che esondasse e creasse<br />

dei problemi alle abitazioni, alla viabilità e quant’altro.<br />

Le relazioni di piano hanno comunque valutato la possibilità di non aggravare il livello di fragilità<br />

dal punto di vista idraulico, infatti una <strong>del</strong>le tavole <strong>del</strong> PAT è proprio la tavola <strong>del</strong>la fragilità che ha<br />

inserito le pericolosità dovute al fiume Tesina.<br />

Cave e discariche: in questo caso sul vostro territorio avete un paio di cave ed una discarica che in<br />

parte è andata a coprire una cava; in questo caso, è una cava dismessa che è stata parzialmente<br />

occupata da una discarica. Poi c’è un altro problema emerso penso un po’ prima <strong>del</strong>la fine<br />

<strong>del</strong>l’anno, che sono i rifiuti tossici che sono stati trovati sul tracciato <strong>del</strong> prolungamento<br />

<strong>del</strong>l’Autostrada Valdastico. In questo caso questo problema è sottoposto alla Procura, quindi il<br />

Comune in questo caso al momento deve rimanere in attesa.<br />

Per quanto riguarda le antenne radio base, che sono viste molto spesso come degli spauracchi dalla<br />

popolazione in quanto magari, oltre ad essere degli impianti non proprio gradevoli dal punto di vista<br />

visivo, suscitano un po’ di timore perché si pensa che possano provocare dei problemi alla salute,<br />

sono stati eseguiti degli accertamenti, <strong>del</strong>le misure approfondite per vedere se effettivamente<br />

l’inquinamento che le antenne radio base provocano sulla salute umana sono effettivamente<br />

dannosi. I livelli sono risultati tutti assolutamente sotto la soglia, di conseguenza le antenne radio<br />

base presenti sul territorio di Torri non comportano problemi alla salute umana.<br />

Questa è una parte che riguarda sempre il Tesina, risulta più volte citato, il Tesina è anche un’area<br />

SIC, che cos’è un SIC? E’ un sito di importanza comunitaria ed è stato istituito grazie a due<br />

direttive europee, la Direttiva Habitat e la Direttiva Uccelli. Il fiume Tesina comunque fa parte di un<br />

<strong>Verbale</strong> n. 4 <strong>del</strong> Consiglio comunale <strong>del</strong>l'<strong>22</strong>.03.<strong>2012</strong><br />

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più ampio SIC che è il Bosco di Dueville e risorgiva limitrofa, in quanto anch’esso ha origine da<br />

risorgiva. La risorgiva è acqua che emerge dal terreno per il fenomeno di differenza di substrato, di<br />

conseguenza l’acqua risorge, va in superficie ed è contraddistinto da flora e fauna molto particolari<br />

in quanto queste specie, le specie che vegetano intorno all’acqua, sono <strong>del</strong>le specie che hanno un<br />

habitat molto particolare dovuto proprio alla presenza <strong>del</strong>l’acqua, quindi basta una leggerissima<br />

variazione <strong>del</strong>l’acqua e potrebbero anche incorrere all’estinzione, quindi sparire magari da quel<br />

posto.<br />

Per quanto riguarda il fiume Tesina nel SIC, non sono state evidenziate criticità particolari, ma per<br />

poterlo conservare così bisogna applicare <strong>del</strong>le tutele. Dal punto di vista normativo, comunque, il<br />

SIC è tutelato in quanto la Direttiva Habitat ed Uccelli ha definito il perimetro e di conseguenza<br />

tutti gli interventi limitrofi all’area SIC sono soggetti alla valutazione di incidenza ambientale.<br />

Le siepi e le fasce boscate sono molto importanti per la conservazione <strong>del</strong>la biodiversità ed anche i<br />

corridoi ecologici, come dirà poi più avanti la dottoressa Tescari, sono stati comunque tutelati nelle<br />

scelte di piano, che poi vedremo più avanti.<br />

La tutela e la valorizzazione <strong>del</strong>le aree agricole contraddistinte da buona integrità: anche questa è<br />

una scelta sia <strong>del</strong>l’Amministrazione, ma anche dettata dalle analisi fatte dalla dottoressa Tescari.<br />

La tutela e la valorizzazione <strong>del</strong> patrimonio architettonico esistente: come diceva l’architetto Fantin<br />

sono stati messi degli accorgimenti in modo tale da tutelare questi centri.<br />

La valorizzazione <strong>del</strong>le aree naturali e degli spazi aperti attraverso l’incremento di percorso<br />

ciclopedonali: è un tema che è risultato dal questionario, ma sono anche <strong>del</strong>le esigenze per una vita<br />

migliore non soltanto nella periferia, ma penso di tutti.<br />

La presenza di barriere infrastrutturali: purtroppo in questo caso non si può far nulla perché<br />

comunque esistono, ci sono e sono quelle <strong>del</strong>l’autostrada, <strong>del</strong>la tangenziale ecc. però si può<br />

eventualmente migliorare.<br />

Frammentazione <strong>del</strong> paesaggio agricolo: anche in questo caso ve ne parlerà la dottoressa Tescari.<br />

La rete infrastrutturale viabilistica: le criticità sono dovute all’attraversamento <strong>del</strong> centro urbano<br />

<strong>del</strong>le infrastrutture ad alto scorrimento, però l’architetto Fantin vi parlava <strong>del</strong>la valorizzazione<br />

anche <strong>del</strong> centro.<br />

Le aree degradate, il degrado edilizio degli edifici storico-monumentali: il PAT all’interno <strong>del</strong>la<br />

normativa prevede degli interventi per poter ristrutturare determinati edifici.<br />

Le fonti di impatto: sono riconducibili alla presenza <strong>del</strong>le antenne <strong>del</strong>la telefonia mobile.<br />

Le tipologie insediative contrastanti: anche qui è più un tema urbanistico che tratta l’architetto<br />

Fanti.<br />

Gli edifici rurali abbandonati e decadenti: anche in questo caso le norme prevedono la<br />

ristrutturazione.<br />

L’iperluogo: è rappresentato dal centro commerciale Le Piramidi, viene chiamato iperluogo anche<br />

perché non è ben visto, come risultava anche dal questionario.<br />

<strong>Verbale</strong> n. 4 <strong>del</strong> Consiglio comunale <strong>del</strong>l'<strong>22</strong>.03.<strong>2012</strong><br />

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La mancanza di verde pubblico attrezzato: l’architetto Fantin vi illustrerà anche in questo caso che<br />

cosa il PAT ha previsto.<br />

L’uso sostenibile <strong>del</strong>le risorse idriche: scarso utilizzo di tecniche non inquinanti, questo ve lo avevo<br />

accennato prima, i nitrati e difficoltà di smaltimento, inquinamento atmosferico, consumo<br />

energetico. Questo è legato più che altro alla parte industriale.<br />

L’interferenza tra trasporto legato al settore terziario sulla viabilità comunale: in questo caso<br />

comunque si tratta <strong>del</strong> problema che diceva l’architetto Fantin anche <strong>del</strong>la congestione <strong>del</strong> traffico.<br />

Aumento di consumi energetici dovuti alla trasformazione <strong>del</strong> territorio: il PAT comunque prevede<br />

di utilizzare <strong>del</strong>le fonti alternative da incentivare sul territorio e l’uso di fonti energetiche alternative<br />

come ad esempio la geotermia oppure il fotovoltaico.<br />

La lontananza dai luoghi di istruzione secondaria ed universitaria: è stato comunque un tema trattato<br />

durante un incontro con Vicenza che sta rivalutando anche il percorso degli autobus.<br />

DOTTORESSA TESCARI:<br />

Per quanto riguarda la parte che ho seguito nello specifico, si tratta <strong>del</strong>l’analisi <strong>del</strong> sistema rurale e<br />

<strong>del</strong> sistema ambientale. Ora faremo una descrizione piuttosto generale cercando di non entrare<br />

troppo nel dettaglio, per capire qual era poi l’obiettivo principale <strong>del</strong>l’indagine agronomica.<br />

Da un punto di vista pratico, quello che è stato è seguito è un’indagine sull’uso effettivo <strong>del</strong> suolo,<br />

quindi con <strong>del</strong>le carte specifiche che riguardavano la parte agronomica, per poter poi indagare su<br />

quanta disponibilità di superficie agricola che in linea di massima è utilizzata nel Comune potrebbe<br />

comunque, all’interno <strong>del</strong> PAT, rimanere come superficie agricola trasformabile. Dalle indagini<br />

specifiche, non sono chiaramente queste le tavole che ho eseguito, ma questa è la sintesi assunta poi<br />

dall’urbanista nel PAT, è stata fatta un’indagine specifica di questa parte, com’è stata fatta<br />

un’indagine specifica nell’ambito ambientale <strong>del</strong> Comune, quindi capendo e cercando di collegare<br />

anche tra l’altro i due sistemi.<br />

Perché questo è importante? Perché l’ambito agricolo non è semplicemente un ambito di<br />

utilizzazione pura e semplice, ma è chiaramente un ambito di valorizzazione anche <strong>del</strong> territorio,<br />

soprattutto in questi ultimi periodi, perché la presenza <strong>del</strong>l’attività agricola nel territorio è una<br />

sicurezza sul preservare <strong>del</strong>le zone di qualità, territoriali da un punto di vista sia ambientale che<br />

rurale. Quindi, un altro degli obiettivi era quello di qualificare per aree omogenee la qualità<br />

<strong>del</strong>l’attività agricola e <strong>del</strong> paesaggio agricolo. Per poterlo definire in sintesi, per ampie superfici,<br />

dobbiamo partire dal presupposto che hanno già trattato sia l’architetto Fantin che la dottoressa<br />

Meneghini, che il territorio di Torri è vincolato dalla presenza <strong>del</strong>le infrastrutture. Quindi<br />

ereditiamo una situazione legata proprio alla divisione netta <strong>del</strong>la parte sud dalla parte nord per la<br />

presenza di diverse linee, che sono quelle <strong>del</strong>le infrastrutture principali, che possono essere la<br />

ferrovia, le autostrade, nello specifico però Torri più di altri Comuni sente anche di una divisione<br />

est-ovest che è dovuta alla presenza <strong>del</strong>la Valdastico. Questa divisione infrastrutturale non dà<br />

continuità al paesaggio, e questo viene da sé, credo che sia ben evidente, però è anche vero che<br />

esistono <strong>del</strong>le linee che hanno in qualche modo difeso il paesaggio e sono le linee <strong>del</strong>le vie d’acqua.<br />

Quindi, nell’esempio specifico, la linea <strong>del</strong>la Tergola, anche se è un corso d’acqua, caratterizza un<br />

ambito di valore rurale ed ambientale particolare che è quello verso nord-est, la parte alta, che è<br />

quello che poi, se voi guardate adesso nello specifico, ha una presenza di edificazione per nuclei,<br />

<strong>Verbale</strong> n. 4 <strong>del</strong> Consiglio comunale <strong>del</strong>l'<strong>22</strong>.03.<strong>2012</strong><br />

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non diffusa ed estesa com’era il riferimento che faceva prima l’architetto parlando <strong>del</strong>la pianura<br />

veneta.<br />

In qualche maniera ha una sua caratteristica di valore non solo rurale, ma anche ambientale e di<br />

qualità. Non è l’unico, perché poi lo possiamo anche intendere per zone, però molto più contenute,<br />

perché esistono anche <strong>del</strong>le realtà diverse come l’ambito definito a sinistra tra il Tesina e la zona <strong>del</strong><br />

Tribolo, che è l’ambito <strong>del</strong> Palù, che è verso la zona ovest, verso il confine di Vicenza. E’ una zona<br />

agricola caratterizzata dal fatto che è integra e che ha una superficie indivisa sostanziale, non ha le<br />

peculiarità caratteristiche positive che ha invece quella di prima, quella relativa alla Tergola, perché<br />

non è caratterizzata dalla presenza di quelle linee ambientali di massimo valore che sono quelle che<br />

corredano tutte le rogge, i canali, i fossi, che sono le alberate, le siepi campestri che sono invece una<br />

caratteristica alta <strong>del</strong>la zona <strong>del</strong> Tergola.<br />

Non le possiamo vedere da queste tavole perché non vanno nello specifico però, per quanto riguarda<br />

lo studio che avevo seguito io, si possono evidenziare ancora di più se si danno poi <strong>del</strong>le<br />

caratteristiche a quelle linee di corridoi ecologici. Nel caso specifico, alimentavano dei corridoi<br />

ecologici secondari, mentre il Tesina cade come corridoio ecologico principale perché, come prima<br />

richiamava la dottoressa Meneghini, il Tesina costituisce per noi un residuo di quella SIC di<br />

interesse comunitario che noi ricaviamo cioè, in qualche maniera, ereditiamo dal bosco di Dueville.<br />

Quindi, l’area appunto agricola di miglior pregio, di maggior pregio rimane quella posta a nord-est<br />

<strong>del</strong> Tergola.<br />

Altri ambiti comunque ancora di valore rimangono la zona alta verso Quintarello, confine appunto<br />

con il Comune di Quinto ricompresa tra il Tesina e la Valdastico e in linea di massima lo poteva<br />

essere in maniera leggermente inferiore la zona che riguarda sopra il laghetto di Marola, però la<br />

caratteristica più elevata è l’insieme di quelle che vi ho in precedenza descritto.<br />

Altre peculiarità importanti, ma sono <strong>del</strong>le invarianti di tipo ambientale più che di tipo<br />

paesaggistico, oltre ai corsi d’acqua sia principali che secondari, sono costituiti dalla presenza dei<br />

tre specchi d’acqua che sono le vecchie residuali cave <strong>del</strong>la Valdastico. Quindi stiamo parlando <strong>del</strong><br />

laghetto di Marola, il laghetto nella zona alta di Quintarello e anche quello in corrispondenza <strong>del</strong>la<br />

prosecuzione <strong>del</strong>la Valdastico verso sud, vicino l’ex Cava Ron mi pare. Questi specchi d’acqua<br />

hanno <strong>del</strong>le caratteristiche ambientali piuttosto elevate perché comunque rappresentano, nel sistema<br />

ecologico, dei riferimenti per l’avifauna e non solo, per cui sono comunque tutte peculiarità che<br />

nell’insieme complessivo <strong>del</strong> territorio lo valorizzano particolarmente.<br />

Mi pare di avere capito che dobbiamo stringere. Nello specifico, andando oltre alla descrizione <strong>del</strong><br />

sistema ambientale, su cui però sarebbe da soffermarsi molto perché questo ci dà lo spunto poi per<br />

dare un indirizzo al piano che è quello <strong>del</strong>la valorizzazione degli ambiti e soprattutto <strong>del</strong>le<br />

peculiarità che il nostro Comune ci offre, non da ultimo il sistema di continuità degli argini lungo<br />

appunto il Tesina non solo all’interno <strong>del</strong> nostro Comune, ma anche in collegamento con i<br />

contermini, quindi con Quinto con Longare, che è quello appunto di valorizzare gli ambiti di<br />

continuità per lo sfruttamento di percorsi, di utilizzo anche di piste ciclabili lungo i rilevati arginali<br />

e quant’altro.<br />

Questo sarebbe lo spunto poi per andare ad approfondire maggiormente ancora altri temi che è<br />

quello ottenuto dalle indagini, che era quello <strong>del</strong> collegamento generale di un sistema di piste in<br />

tutto il Comune.<br />

Per quanto riguarda invece il discorso <strong>del</strong> sistema rurale, abbiamo fatto un’indagine relativa all’uso<br />

<strong>del</strong> suolo e, da quello, siamo riusciti ad avere un dato preciso che è quello su cui poi si basa<br />

<strong>Verbale</strong> n. 4 <strong>del</strong> Consiglio comunale <strong>del</strong>l'<strong>22</strong>.03.<strong>2012</strong><br />

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l’urbanista, l’architetto Fantin. Lo scopo è di avere una precisa quantificazione <strong>del</strong>la superficie<br />

agricola utilizzata, che attraverso una serie di sommatorie, di cifre comunque di trasformazione dà<br />

un dato certo che è quella trasformabile che si aggira intorno ai 15 ettari complessivi in tutto il<br />

Comune, che non è una cifra larghissima in termini pratici per cui poi nello specifico l’architetto<br />

Fantin ci darà l’input che questa cifra offre poi all’Amministrazione e si desume da quello che è allo<br />

stato attuale, l’uso effettivo <strong>del</strong> suolo da parte <strong>del</strong>la zona agricola rispetto a quella urbanizzata ed a<br />

servizio.<br />

Passo la parola.<br />

ARCHITETTO FANTIN:<br />

Ce l’abbiamo quasi fatta. Adesso chiudiamo, riprendo da dove mi ha lasciato la dottoressa Tescari,<br />

per i non addetti ai lavori, che il dato che ha fornito, superficie agricola comunale trasformabile<br />

uguale 15 ettari, vuol dire che in tutto l’arco di vita <strong>del</strong> PAT, anzi finché si cambia la legge<br />

urbanistica, perché questa cosa si calcola una volta sola, il Comune di Torri può mettere in gioco,<br />

può trasformare zona agricola in altri usi, sino a una soglia massima di 15 ettari. Finiti quei 15 ettari<br />

non può più usare suolo agricolo.<br />

Trasformare zona agricola in altri usi vuol dire non solo fare aree edificabili, vuol dire anche i<br />

servizi, vuol dire le strade, vuol dire il campo da calcio, vuol dire il parco pubblico, tutto ciò che è<br />

sottratto all’agricoltura. La dottoressa Tescari diceva non è molto, anch’io dico che non è molto,<br />

perché solo per darvi un termini di paragone, l’area qua dietro, dietro villa Slaviero, dalla villa fino<br />

alla ferrovia, è intorno ai dieci ettari, solo quell’area lì. L’area <strong>del</strong> centro commerciale <strong>del</strong>le<br />

Piramidi sono 40 ettari, quindi in prospettiva 15 ettari non sono tantissimi, però volevo anche dire<br />

che, con ogni probabilità, non abbiamo neanche bisogno di usarli tutti. Tutta l’indagine che<br />

abbiamo fatto e la lettura che abbiamo fatto sulle caratteristiche <strong>del</strong> territorio ci porta a dire che<br />

Torri ha un tema molto rilevante e cioè non siamo di fronte a un territorio comunale dove nessuno<br />

ha mai fatto piani, un territorio vergine dove andiamo a costruire una nuova città. Ereditiamo un<br />

piano regolatore. Un piano regolatore molto importante che è stato approvato poco tempo prima che<br />

iniziassero i lavori <strong>del</strong> PAT e che quindi possiamo dare per gran parte non attuato. Questo piano<br />

regolatore tra lotti liberi, tra lottizzazioni che non sono ancora state completate, tra nuove<br />

lottizzazioni previste che ancora sono agricole perché non sono ancora stati attivati neanche i piani<br />

urbanistici, si porta dietro un’eredita che è di <strong>22</strong>45 abitanti nuovi. Noi abbiamo già dentro il piano<br />

regolatore la possibilità di insediare a Torri altri <strong>22</strong>45 abitanti. Capite bene che ereditando un piano<br />

di questo tipo non abbiamo nessun bisogno di pensare ad un piano di assetto <strong>del</strong> territorio che sia un<br />

piano di espansione, ma dobbiamo anzi guardare a quelle che sono le previsione <strong>del</strong> PRG e vedere<br />

se riusciamo, è questo quello che abbiamo fatto, a trovare quelle soluzioni e quelle modalità. Perché<br />

ciò che il piano regolatore generale ha previsto che è in parte, non più <strong>del</strong> tutto condivisibile, nel<br />

senso che aveva degli indici piuttosto alti, indici che oggi la domanda di qualità non tollera più<br />

molto bene, ma nemmeno il mercato, dobbiamo lavorare perché quello che è già un diritto dei<br />

privati che è stato dato dal piano regolatore, si trasformi anche in un intervento che sia di una<br />

qualità maggiore, su questo abbiamo cercato di concentrarci.<br />

Ci siamo dati anche un’altra regola generale: tutte le opportunità, tutti i vantaggi che attraverso il<br />

piano di assetto <strong>del</strong> territorio - prima - e il piano degli interventi – poi - arriveranno ai privati,<br />

proprietari <strong>del</strong>le aree, di tutti quei vantaggi una parte deve essere restituita ai cittadini. A me piace<br />

dire che i piani non si fanno solo per quelli che hanno la proprietà <strong>del</strong>le aree, si fanno anche per<br />

quelli che abitano, che sono in affitto e non hanno proprio niente di loro. Però, il piano deve<br />

rispettare anche le esigenze di questo tipo di comunità, allora è giusto che quando un privato si<br />

<strong>Verbale</strong> n. 4 <strong>del</strong> Consiglio comunale <strong>del</strong>l'<strong>22</strong>.03.<strong>2012</strong><br />

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trova a beneficiare di un vantaggio, perché il piano gli crea un valore economico in più <strong>del</strong>la propria<br />

area, è giusto che parte di quel valore torni indietro, e torni indietro al pubblico.<br />

Su questo principio abbiamo cercato di dare al piano degli interventi, a quel piano che vi dicevo<br />

prima, sarà poi gestito direttamente dall’Amministrazione, una serie di obiettivi, di indirizzi, di idee<br />

perché questo avvenga.<br />

Questa è l’ultima tavola, quindi ci siamo. E' l’ultima tavola <strong>del</strong> piano di assetto <strong>del</strong> territorio ed è la<br />

tavola cosiddetta <strong>del</strong>la trasformabilità. E' la tavola dove sono inserite tutte le trasformazioni<br />

possibili ammesse dal piano. Vedrete che le trasformazioni non sono poche, perché ci sono due<br />

elementi di cui dobbiamo tenere conto. Il primo è che questo è un piano destinato a vivere nel<br />

futuro, quindi deve saper comprendere al suo interno che la vita cambia, il mercato cambia, le<br />

esigenze cambiano, deve saper essere un piano che si adegua anche alle esigenze.<br />

La seconda è che l’Amministrazione deve poter scegliere. Noi non possiamo dare un piano ad<br />

un’Amministrazione che o lo fa così o lo fa così, com'erano i vecchi piani regolatori. Vi ricordate, si<br />

faceva il piano, si mettevano le aree edificabili, poi se il privato la realizzava, bene, altrimenti si era<br />

in mano <strong>del</strong> privato: perché se il privato non lo vuole realizzare noi restiamo con <strong>del</strong>le aree che non<br />

sono né carne e né pesce e l’Amministrazione poco ci può fare.<br />

Il piano di assetto <strong>del</strong> territorio è diverso, cerca di mettere in campo le alternative, il privato che non<br />

ci vuole stare ritorna ad essere una zona agricola e verrà data l’opportunità ad un altro che invece ha<br />

l’intenzione di attivarsi, naturalmente avendo sempre e comunque un obiettivo unico. Deve esserci<br />

un vantaggio, un beneficio pubblico in tutte le azioni che vengono introdotte. I vantaggi possono<br />

essere diversi, anche appunto come citavo prima aumentare l’occupazione è un vantaggio pubblico,<br />

ma ogni volta l’Amministrazione si deve porre questo obiettivo.<br />

Non vi sto ad illustrare tutta la tavola perché sarebbe veramente un lavoro lungo, il piano verrà poi,<br />

credo anche pubblicato sul sito, verrà esposto, c’è una relazione, lo potrete vedere tranquillamente e<br />

noi siamo sempre disponibili a raccontarvelo quando volete. Vi dico solo quelle che sono le azioni<br />

più importanti. Una <strong>del</strong>le azioni più importanti che noi ereditiamo dal PRG, e di cui forse avete<br />

sentito parlare, è la cosiddetta area <strong>del</strong> Campus <strong>del</strong>le Acque verdi. E' un progetto che viene già<br />

inserito dal piano regolatore generale e che prevede la trasformazione <strong>del</strong>l’area dietro la villa<br />

Slaviero sino su a dove c’è il laghetto <strong>del</strong>la pesca sportiva. Naturalmente, la previsione non è quella<br />

di costruire case da lì fino al laghetto <strong>del</strong>la pesca sportiva, anzi, le abitazioni così come dice il piano<br />

regolatore, dovrebbero concentrarsi immediatamente dietro la villa, invece la parte superiore<br />

dovrebbe essere una zona agricola destinata anche ad attività sportive, ricreative a così via.<br />

Questo è quanto ci viene dato dal piano regolatore. Noi al Campus <strong>del</strong>le Acque Verdi abbiamo dato<br />

anche un altro nome e l’abbiamo chiamato anche Torri Capoluogo, perché pensiamo che<br />

sicuramente l’idea <strong>del</strong> piano regolatore di rafforzare il centro abitato sia un’idea interessante.<br />

Meglio abitare vicino al centro che continuare ad abitare, lo dicevamo anche prima, nelle zone<br />

agricole, perché probabilmente chi abita vicino al centro frequenterà anche la piazza e animerà i<br />

luoghi pubblici. Ma un’occasione così deve essere utilizzata anche per riqualificare tutto il centro di<br />

Torri, a partire dalla viabilità, e penso alla rotatoria su via Marconi, a partire dalla pista ciclabile,<br />

sempre che riguarda via Marconi e che potrebbe arrivare anche fino al cimitero. Si potrebbe<br />

recuperare un’area verde importante, un parco che gli abitanti <strong>del</strong> centro di Torri oggi non hanno,<br />

un vero verde attrezzato disponibile non c’è. Qui c’è l’opportunità di ricavare un polmone verde<br />

davvero significativo, a partire perché no anche dal completamento <strong>del</strong>la piazza. Magari non si<br />

riuscirà a fare tutto, ma l’obiettivo, le indicazioni che il PAT dà all’Amministrazione sono proprio<br />

queste: non sprechiamo una risorsa, non sprechiamo l’opportunità di costruire, per fare una<br />

<strong>Verbale</strong> n. 4 <strong>del</strong> Consiglio comunale <strong>del</strong>l'<strong>22</strong>.03.<strong>2012</strong><br />

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lottizzazione banale, fatta di casa, strada ed un parcheggino, ma cerchiamo di costruire un mo<strong>del</strong>lo<br />

di qualità.<br />

In questa costruzione <strong>del</strong> mo<strong>del</strong>lo di qualità, lo dico per il campus, ma vale anche per tutte le altre<br />

aree che sono all’interno <strong>del</strong> PAT, l’obiettivo è anche quello di costruire con una densità ridotta,<br />

avendo quel giusto rapporto tra la casa, il verde e lo spazio pubblico che è quello che cercano le<br />

persone che vogliono abitare a Torri e non vanno ad abitare in centro a Vincenza dove magari sono<br />

più vicine a tanti altri tipi di servizi. Cercano una mediazione di qualità tra il vivere ed avere una<br />

dotazione di servizi e l'avere anche una vita tranquilla, avere il rapporto diretto con il giardino<br />

piuttosto che poter tenere l’auto in un certo modo e così via. Questo tipo di edilizia è l’edilizia che<br />

consentirà il PAT un po’ in tutto il territorio, quando è consentito naturalmente edificare.<br />

ASSESSORE GHIRIGATTO:<br />

ScusI, architetto. Aggiungo una cosa sulle opere previste dal campus, la strada di attraversamento<br />

via Marconi e via Camisana.<br />

ARCHITETTO FANTIN:<br />

Grazie mille. Parlavamo prima <strong>del</strong>la zona <strong>del</strong> laghetto <strong>del</strong>la pesca sportiva dove invece potrebbe<br />

essere collocato anche un centro sportivo. Approfitto di questa idea <strong>del</strong> centro sportivo per dire che,<br />

quando si progetta un territorio, non si può ovviamente non tenere conto di quello che succede agli<br />

immediati confini. Noi abbiamo un confinante abbastanza importante ed invadente che è il Comune<br />

di Vicenza. Con questa idea di avere un rapporto, una relazione con il Comune di Vicenza, che in<br />

parte abbiamo anche avuto nella costruzione <strong>del</strong> progetto, abbiamo indicato almeno tre interventi<br />

all’interno <strong>del</strong> PAT che pensiamo vadano concertati e relazionati con i Comuni vicini. Uno è<br />

questo, la creazione di un centro sportivo. Se Torri riuscirà a dotarsi di un centro sportivo di una<br />

certa importanza, dove noi ci immaginiamo che oltre la piscina possa ospitare anche altri tipi di<br />

attività sportive, uno di quei luoghi dove si può andare la domenica, lasciare i bambini e tutta la<br />

famiglia avere <strong>del</strong>le attività diverse, quindi poter trascorrere la giornata. Un centro sportivo di<br />

questa dimensione e qualità non può avere come bacino di utenza solo il territorio di Torri, non<br />

riuscirebbe a sopravvivere.<br />

Abbiamo concordato con il Comune di Vicenza che se il progetto dovesse procedere, troveremo<br />

insieme a loro la giusta organizzazione <strong>del</strong>le attività in modo che non ci sia concorrenza tra il<br />

territorio di Vicenza e il territorio di Torri, in modo da garantire a chi voglia investire per dotare<br />

Torri di un centro sportivo, garantirlo di una certa tutela <strong>del</strong> bacino di utenza.<br />

Ci sono anche altri due progetti che noi consideriamo importanti e progetti sovracomunali, dove noi<br />

vogliamo che il Comune di Torri si sieda al tavolo insieme al Comune di Vicenza, alla Provincia, ai<br />

Comuni confinanti e che possa avere un peso importante all’interno di questo tavolo: uno è il parco<br />

<strong>del</strong> Tesina. Non possiamo fare noi il parco <strong>del</strong> Tesina solo nel tratto che sta dentro il nostro Comune<br />

e non pensare che tutti i Comuni attraversati dal Tesina non facciano <strong>del</strong>le operazioni per la<br />

salvaguardia <strong>del</strong>le acque, per la continuità dei percorsi e per la continuità <strong>del</strong> parco. Diceva la<br />

dottoressa: è un corridoio ecologico, gli animali non vanno sui confini comunali, ma devono poter<br />

appunto percorrere il corridoio indipendentemente dai confini, e questo è un altro progetto molto<br />

importante sul quale abbiamo trovato, anche in questo caso, il consenso sia <strong>del</strong>la Provincia che <strong>del</strong><br />

Comune di Vicenza. Un consenso, ovviamente, oggi di comunità di intenti noi pensiamo e speriamo<br />

che diventi anche un consenso di comunità di lavoro.<br />

<strong>Verbale</strong> n. 4 <strong>del</strong> Consiglio comunale <strong>del</strong>l'<strong>22</strong>.03.<strong>2012</strong><br />

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C’è un altro tema che è un pochino di più scottante che è quello <strong>del</strong> prolungamento di via I Maggio.<br />

Il piano regolatore prevede il prolungamento di via I Maggio, prevede questo tipo di collegamento,<br />

un collegamento che dovrebbe sgravare il centro di Torri dal traffico di attraversamento. Ora,<br />

proprio per le ragioni che dicevamo prima di carattere ambientale, proprio perché abbiamo detto<br />

Torri di strade ne ha già tante, noi non pensiamo che questa strada sia indispensabile attualmente<br />

per il funzionamento <strong>del</strong>la viabilità, considerato anche che è una strada costosissima, perché deve<br />

prevedere anche il ponte sul Tesina, quindi non è un investimento da poco. In questo momento noi<br />

non lo consideriamo indispensabile e pensiamo anche che quel prolungamento sia un ponte su un<br />

corso d’acqua che abbiamo detto, è un corridoio ecologico, è un sito di importanza comunitaria<br />

ecc., quindi è un intervento certamente che non va nella direzione <strong>del</strong>la tutela ambientale <strong>del</strong> corso<br />

d’acqua e che taglia anche una zona agricola che in fine dei conti è abbastanza integra. C’è però un<br />

problema sul prolungamento di via I maggio, che alla fine di sofferte valutazioni, ci ha condotto a<br />

ritenere che dobbiamo continuare a mantenere quel varco aperto all’interno <strong>del</strong> progetto <strong>del</strong> PAT e<br />

sono i progetti che Vicenza ha inserito nel suo piano di assetto <strong>del</strong> territorio, per la zona est: il<br />

nuovo stadio, il commercio che va vicino al nuovo stadio, la centrale <strong>del</strong> latte, la dogana, insomma<br />

tanti.<br />

Noi pensiamo che se davvero dovessero partire quel tipo di operazioni immobiliari, dobbiamo<br />

essere pronti a dire: tutto quel traffico non può passare dentro quel centro che abbiamo detto è il<br />

posto più bello <strong>del</strong> nostro Comune. Proviamo ad immaginare, al tavolo l’abbiamo detto, nel periodo<br />

di Natale è aperto l’Emisfero, le Piramidi e il centro commerciale <strong>del</strong> nuovo stadio; fanno anche una<br />

partita magari, siamo finiti!<br />

Le opportunità, le soluzioni nel cassetto le dobbiamo tenere, ma pensiamo anche ad una cosa in più,<br />

che semmai questo succedesse, semmai si ritenesse di dover realizzare quella strada, quella strada è<br />

a carico di chi ha i vantaggi immobiliari dall’altra parte, non può essere a carico <strong>del</strong>la comunità di<br />

Torri. Questo è il compito difficile che il PAT lascia, ma indubbiamente se noi siamo in un piano<br />

strategico, se stiamo lavorando a livello strutturale non possiamo chiuderci gli occhi su quello che<br />

succede a cinque metri al di là <strong>del</strong> confine.<br />

Vado avanti invece parlando all'interno territorio e vi faccio vedere un altro punto che consideriamo<br />

importante. Siamo qua dietro, siamo dietro l’area <strong>del</strong>la casa di riposo, dove c’è la nuova caserma<br />

dei Carabinieri. Anche questo è un esempio di un inserimento di area che non viene inserita in un<br />

modo qualunque, ma viene inserita a compensazione di un vantaggio pubblico. Quell’area che<br />

vedete perimetrata con la sigla AS3 e un’area che è di proprietà <strong>del</strong>la casa di riposo. La casa di<br />

riposo ha già ceduto parte <strong>del</strong>la sua proprietà per la realizzazione <strong>del</strong>la caserma. L’idea <strong>del</strong> PAT che<br />

va verso accordi e ragionamenti che noi abbiamo ereditato dall’Amministrazione e dal percorso che<br />

stava seguendo è quella di valorizzare quell’area, chiedere alla casa di riposo in cambio <strong>del</strong>la<br />

valorizzazione anche l’area per la realizzazione <strong>del</strong>la nuova scuola materna e consentire alla casa di<br />

riposo, con il vantaggio che avrebbe nella valorizzazione <strong>del</strong>l’area di proprietà, di realizzare il<br />

miglioramento degli standard qualitativi e gli interventi che deve fare nella propria sede. E' un<br />

esempio, ma ripeto, ma tutte le aree funzionano così: è un esempio di come le cose che inserisce il<br />

PAT hanno sempre e comunque un’attenzione per un ritorno pubblico <strong>del</strong> progetto.<br />

L’ultimo caso che vi faccio vedere riguarda Lerino. Parlando sempre di Torri, per una volta<br />

parliamo anche di Lerino. Qui a Lerino abbiamo colto un’opportunità. Tra il centro abitato di<br />

Lerino e il Tergola, il piano regolatore prevede una nuova area di espansione residenziale. Fa parte<br />

di quelle aree di espansione di cui vi ho parlato prima che hanno un indice molto alto; per essere<br />

sfruttato tutto bisognerebbe fare <strong>del</strong>le costruzioni ad alta densità, quindi crescere in altezza, andare<br />

sulla tipologia condominiale. Questo tipo di operazione, il privato non la realizza perché comunque<br />

<strong>Verbale</strong> n. 4 <strong>del</strong> Consiglio comunale <strong>del</strong>l'<strong>22</strong>.03.<strong>2012</strong><br />

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non avrebbe mercato e quindi ha chiesto se era possibile a parità di volume, quindi senza fare<br />

crescere il numero degli abitanti, avere un’area per l’insediamento più ampia.<br />

Da un certo punto di vista noi siamo anche d’accordo che possa essere fatta un'operazione <strong>del</strong><br />

genere, però la vorremmo legare in questo caso, così come il campus è legato al recupero <strong>del</strong> centro<br />

di Torri, vorremmo che il vantaggio che avrà il privato, perché è vero che rimane con lo stesso<br />

volume, però ha un volume che ha un valore immobiliare molto più rilevante rispetto al<br />

condominio, vorremo che fosse, in parte almeno, tradotto nella riqualificazione <strong>del</strong> centro di Lerino.<br />

Se Torri ha un centro come questo che è attraversato dalla strada regionale, Lerino ha una<br />

bellissimo collocazione degli edifici tanto che sarebbe possibile, chiudendo l’ultimo tratto di via<br />

Alture, avere una specie di piazza lineare che raccoglie la chiesa, l’edificio rurale che oggi è<br />

dismesso ed arriva ad avere come fronte la filanda. Si potrebbe, lavorando per esempio sulla<br />

possibilità di inserire qualche piccola attività commerciale, la farmacia piuttosto che la banca,<br />

piuttosto che il negozietto, eliminando un tratto di via Alture e utilizzando invece la nuova viabilità<br />

che la lottizzazione dovrebbe comunque realizzare più ad est, si potrebbe recuperare il centro di<br />

Lerino e dare anche a Lerino una piazza protetta dal traffico veicolare, si può chiudere e non<br />

chiudere in determinate occasioni, ma comunque restituire anche al centro di Lerino un luogo<br />

centrale.<br />

Ci sono molte altre previsioni di questo tipo all’interno <strong>del</strong> PAT, io cito le più importanti, ce n'è una<br />

ulteriore che riguarda sempre la previsione degli impianti sportivi. Come avete visto alla domanda<br />

dei cittadini che cosa vorresti? dopo la pista ciclabile viene la piscina. Noi allora con<br />

l’Amministrazione ci siamo detti, non possiamo rischiare di non farla questa piscina e se noi<br />

abbiamo nel PAT una sola area vicino al laghetto <strong>del</strong>la pesca sportiva, dove la piscina si può<br />

realizzare e se il privato legittimamente, perché nessuno può obbligare un privato a realizzare una<br />

struttura, non volesse realizzarla, che facciamo? Dobbiamo fare una variante al PAT.<br />

L’Amministrazione che forza ha per dire al privato: guarda che tu la piscina la devi realizzare!<br />

L’Amministrazione ha una sola forza, poter dire al privato: se tu non la realizzi io ho un’alternativa,<br />

la metto da un’altra parte. Anche in questo caso il PAT individua l’alternativa in una zona che oggi<br />

è agricola, vicino a dove c’è il Viridea per intenderci, dove c’è un nucleo rurale che può già essere<br />

trasformato in residenza, certo la residenza affacciata alla statale, con le Piramidi da una parte, il<br />

Viridea da quell’altra, non è una cosa meravigliosa, allora si pensava di dire, forse la piscina in<br />

alternativa potrebbe essere collocata lì, e avere nella parte storica tutti i suoi servizi, la club-house,<br />

il ristorante ecc.<br />

Questa naturalmente anche in questo caso costituisce un’alternativa, o l’una o l’altra, non tutte e<br />

due. Perché dico questa questione <strong>del</strong>le alternative? Perché dobbiamo stare attenti ad una cosa.<br />

Tutto quello che introduce il piano di assetto <strong>del</strong> territorio e che non è già inserito nel piano<br />

regolatore, non vale nulla in questo momento dal punto di vista <strong>del</strong>la redditività dei terreni. Se il<br />

piano di assetto <strong>del</strong> territorio dice che un’area è edificabile, quell’area rimane agricola fino a che<br />

l’Amministrazione non decide di attivarla e lo decide con il piano degli interventi. Questa è una<br />

caratteristica importante. Per questo noi mettiamo le alternative, perché l’Amministrazione alcune<br />

aree potrebbe anche decidere di non attivarle mai, per questo dico secondo me non abbiamo<br />

neanche bisogno di più di 15 ettari anche se sono davvero pochi, perché non avremmo bisogno di<br />

mettere sul mercato ulteriori aree, però dobbiamo invece avere la capacità, e se il beneficio pubblico<br />

è il nostro obiettivo, dobbiamo avere la capacità di mettere in concorrenza i privati, di dire ma se<br />

non parti tu io ce ne ho un altro, oppure qual è il privato che a parità di condizioni mi garantisce un<br />

maggiore beneficio pubblico?<br />

Tutto questo per dire che una volta che il PAT avrà chiuso il suo corso, l’altra cosa importante è<br />

come lo si gestisce. Come lo si gestisce vuol dire che l’Amministrazione nella recita <strong>del</strong>la<br />

<strong>Verbale</strong> n. 4 <strong>del</strong> Consiglio comunale <strong>del</strong>l'<strong>22</strong>.03.<strong>2012</strong><br />

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costruzione <strong>del</strong> PAT non deve essere semplicemente un attore, deve essere il regista e il PAT deve<br />

dare all’Amministrazione il copione giusto perché l’Amministrazione sia davvero il regista <strong>del</strong>la<br />

trasformazione.<br />

Ultimissimo e giuro che è veramente l’ultima slide. C’è un altro tema che abbiamo considerato e<br />

che è importante, perché viene fuori dalle domande dei cittadini, è quello <strong>del</strong>la costruzione per<br />

esigenza familiare. Questa è una domanda che non è poi così estesa, però è emersa ed era giusto<br />

anche in questo caso tenere conto. C’è il bisogno, da parte di alcuni cittadini che magari si trovano<br />

la casa con un lotto abbastanza grande, di poter, nell’area già in proprietà, realizzare l’abitazione per<br />

i propri figli. Noi abbiamo visto, e lo diceva la dottoressa Tescari prima, che all’interno <strong>del</strong> vostro<br />

territorio agricolo ci sono alcuni nuclei che di agricolo hanno molto poco, sono case nuove,<br />

costruite magari intorno ad un incrocio di strade e cosi via. I nuclei che abbiamo visto noi sono sei.<br />

Li abbiamo individuati con un termine urbanistico e si chiamano nuclei di edilizia diffusa<br />

All’interno di questi nuclei ci sono <strong>del</strong>le regole molto rigide per potere edificare, però c’è la<br />

possibilità di realizzare alcuni lotti liberi, proprio per andare incontro alla soddisfazione e alla<br />

risposta di alcune esigenze di tipo familiare che voi penso possiate benissimo comprendere, nel<br />

senso che la situazione di crisi che stiamo vivendo rende molto difficile alla famiglia comune,<br />

normale acquisire un lotto in una zona di lottizzazione e realizzare la propria casa mentre, potendo<br />

approfittare di un terreno che è già in proprietà, riesce in qualche modo a rispondere alla domanda<br />

dei figli e <strong>del</strong>la famiglia che cresce.<br />

Alla fine di tutto questo è il bilancio <strong>del</strong> PAT, questo è il dimensionamento a cui siamo giunti. Ve lo<br />

dicevo prima: noi abbiamo dentro nelle aree <strong>del</strong> PRG, ancora la possibilità di ospitare <strong>22</strong>45 abitanti<br />

teorici. Il PAT prevede al massimo 140 abitanti in quegli ambiti diffusi che sono gli ultimi di cui vi<br />

ho parlato e 346 nelle zone destinate all’atterraggio dei crediti edilizi, in quelle zone dove, se ci<br />

fossero necessità di riordino ambientale, di demolizione di edifici degradati, di recupero di volumi<br />

perché abbiamo <strong>del</strong>le zone dove c’è una densità troppo alta e dobbiamo spostare i volumi, possiamo<br />

utilizzarle per questa attività. In realtà dice 346 abitanti, ma gli abitanti veri che sono inseriti nel<br />

PAT, sono circa 500, a fronte ripeto di un PRG che ne aveva <strong>22</strong>45 e a fronte di una prospettiva di<br />

durata <strong>del</strong> PAT che è, finché l’Amministrazione non decide che non gli va più bene, finché<br />

l’Amministrazione decide che questi obiettivi non sono più condivisibili.<br />

Le cose è vero sono ancora veramente tante, io penso di averne saltate moltissime, però l’ora è tarda<br />

e quindi mi fermerei qui. Grazie.<br />

SINDACO:<br />

Dopo questa ampia esposizione tecnica, Assessore non so se intende fare altri interventi? A questo<br />

punto dico, sentiamo se ci sono interventi da parte dei Consiglieri, ricordo comunque che il lavoro<br />

svolto in Commissione <strong>del</strong> territorio è un lavoro impegnativo e che è fatto comunque in maniera<br />

molto disciplinata, direi ed anzi collaborativa da parte di tutti.<br />

Apro la discussione. Chi vuole intervenire? Consigliere Gobbi.<br />

CONSIGLIERE GOBBI:<br />

Buonasera. Faccio le veci <strong>del</strong> Capogruppo in quanto questa sera ci ha comunicato che non poteva<br />

essere presente. Volevamo fare come gruppo un’osservazione se è possibile all’art. 18, relativa<br />

all'urbanizzazione consolidata.<br />

<strong>Verbale</strong> n. 4 <strong>del</strong> Consiglio comunale <strong>del</strong>l'<strong>22</strong>.03.<strong>2012</strong><br />

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La proposta di modifica era questa, tutte le nuove aree che verranno classificate come aree<br />

consolidate, indipendentemente dalla superficie fondiaria, siano assoggettate allo strumento <strong>del</strong><br />

PUA, non all’intervento diretto. La considerazione che facciamo è questa: se si vuole raggiungere<br />

l’obiettivo di dare ordine al tessuto urbano, se veramente si ritiene sia di importanza strategica, gli<br />

interventi <strong>del</strong>l'urbanizzazione consolidata, lo strumento <strong>del</strong> PUA ci aiuta, l’intervento diretto invece<br />

no. Grazie.<br />

SINDACO:<br />

Prego Assessore.<br />

ASSESSORE GHIRIGATTO:<br />

Avevamo messo I mille. Avevamo stabilito che se il lotto che considerate mille è intervento diretto<br />

perché il lotto è piccolo, sopra si fa un piano urbanistico. A me piace questa proposta sinceramente,<br />

ero stato più laico proprio per evitare di penalizzare troppo i lotti piccoli, però io non so la<br />

procedura per l'eventuale accoglimento di un’osservazione deve passare attraverso un’osservazione<br />

da portare in Conferenza di servizi.<br />

Comunque credo che sull’argomento avessimo discusso in qualche occasione. Avevamo fissato<br />

questo limite, non mi ricordo esattamente in quale Commissione, in quale seduta, però mi ricordo<br />

che avevamo discusso la questione e avevamo fissato questo numero, i mille metri per evitare che il<br />

lotto singolo sia soggetto ad un piano di lunga gestazione. Su questo credo che una riflessione<br />

dovremo comunque farla; noi potremmo stabilire che per i lotti che hanno un dimensione inferiore<br />

ai mille metri, senza scomodare il PUA, si stipula la convenzione, un intervento convenzionato con<br />

l’Amministrazione. Quindi è una via di mezzo visto che il lotto è piccolo, quindi convenzioni senza<br />

scomodare il PUA che ha una proceduta un po' più complessa e che passa attraverso l’approvazione<br />

<strong>del</strong>la Giunta, mentre la convenzione poi si sottoscrive direttamente.<br />

Sinceramente, siccome l’argomento è meritevole, è possibile utilizzare la Conferenza di servizi per<br />

modificare questa norma? Io mi impegno a portarla in Conferenza di servizi, ovviamente la<br />

Commissione territorio discuterà a migliore sull’assetto di questa norma, perché adesso fare<br />

l’emendamento rischiamo di farlo un po’ su due piedi, abbiamo riflettuto sui mille metri. A me<br />

piace l’idea di fare piani urbanistici attuativi su tutti gli interventi, perché? Perché è interesse<br />

<strong>del</strong>l’Assessore all’urbanistica perché così governa effettivamente la trasformazione <strong>del</strong> territorio<br />

attraverso il piano. L’intervento diretto è nemico tendenzialmente <strong>del</strong> governo <strong>del</strong> territorio, basti<br />

pensare ad alcuni esempi noti e recenti che si sono verificati in alcuni lotti <strong>del</strong>la destra, sinistra<br />

Tesina a seconda di dove lo si guardi.<br />

Per evitare di fare un papocchio, il Sindaco potrebbe impegnarsi, visto che è il Sindaco che va in<br />

Conferenza di servizi, a commissionare il territorio in Conferenza di servizi e che modificherà poi la<br />

norma tecnica. Personalmente l'idea di subordinare a qualcosa anche in fasce sotto i mille metri a<br />

me non dispiace, che sia proprio un piano urbanistico vediamo, facciamo un po’ il confronto tra la<br />

convenzione <strong>del</strong> piano urbanistico, vediamo quali sono i livelli e gli adempimenti previsti e poi<br />

decidiamo, se siete d’accordo.<br />

SINDACO:<br />

<strong>Verbale</strong> n. 4 <strong>del</strong> Consiglio comunale <strong>del</strong>l'<strong>22</strong>.03.<strong>2012</strong><br />

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Volevo solo aggiungere in tempi in cui si parla di semplificazioni, di riduzione degli adempimenti<br />

ecc., noi vorremmo trovare una giusta via di mezzo fra il controllo <strong>del</strong> territorio e la possibilità per<br />

piccoli lotti, tutto sommato mille metri non sono un grande lotto, di potere operare, agire. Credo che<br />

il percorso indicato dall’Assessore sia il percorso giusto per arrivare alla definizione di una norma<br />

che possa essere condivisa ma anche non troppo penalizzante per chi la realizza.<br />

ASSESSORE GHIRIGATTO:<br />

Anche perché farei questo lavoro: vorrei che si procedesse alla mappatura di quanti a quali sono i<br />

lotti. Se, alla fine, si tratta di uno, stiamo qua a spaccarsi la testa per un lotto. La mia<br />

preoccupazione era proprio rivolta ai lotti superiori a mille metri, dove consolidi magari anche 5000<br />

metri. E’ pur vero che anche su mille metri puoi fare disastri. Senza far nomi, anche su mille metri<br />

con l'intervento diretto.<br />

CONSIGLIERE CARAMPIN:<br />

Potete anche chiedere nella fase <strong>del</strong>le osservazioni che ci sia una tavola di raffronto fra il PRG<br />

vigente e le trasformazioni introdotte nel PAT in modo che siano più evidenti e così le potete anche<br />

valutare.<br />

SINDACO:<br />

Altri interventi? Da parte <strong>del</strong> Capogruppo Lucatello.<br />

CAPOGRUPPO LUCATELLO:<br />

Difficile aggiungere qualcosa perché l’esposizione è stata ampia e testimonia come il lavoro sia<br />

stato complessivamente enorme e anche circoscritto a tutte le possibili valutazioni che potevano<br />

essere fatte.<br />

SINDACO:<br />

Fatalmente rimane solo l’art. 18 da discutere. Dopo l’esposizione che c’è stata, il fatto che<br />

l’osservazione, l’obiezione, sia una riferita ad un unico articolo, ad un unico tema, testimonia il<br />

fatto che comunque la discussione nella fase di preparazione <strong>del</strong>lo strumento urbanistico sia stata<br />

ampia e anche sostanzialmente condivisa. Per cui su strumenti come questo spesso succede che si<br />

spacchi l’Amministrazione, cadano Sindaci, perché sono strumenti che vanno ad incidere sul futuro,<br />

sulla cosa viva e anche sugli interessi di molti.<br />

Io credo che a questo punto posso proporre alla votazione, auspicando proprio che si prosegua poi<br />

anche nel futuro, anche con gli interventi con questo metodo, con questa possibilità di discussione e<br />

di eventuale condivisione.<br />

<strong>Verbale</strong> n. 4 <strong>del</strong> Consiglio comunale <strong>del</strong>l'<strong>22</strong>.03.<strong>2012</strong><br />

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ASSESSORE GHIRIGATTO:<br />

Scusa posso dire una cosa? Anche per il pubblico presente. Il fatto che in un Consiglio comunale,<br />

adesso non so quale sarà l’esito <strong>del</strong>la votazione, sicuramente tra le due parti l’Amministrazione in<br />

carica e il gruppo di opposizione ci sia stata collaborazione, che non è una cosa scontata, non a<br />

Torri intendo in generale, perché a volte si ha l’idea che si difende meglio l’interesse pubblico<br />

facendo i sindacati dei propri elettori, i sindacalisti dei propri elettori. In realtà su temi così<br />

importanti non ci deve essere il timore <strong>del</strong>la confusione dei ruoli. I ruoli sono chiari: c’è<br />

un’Amministrazione in carica e c’è una opposizione che vigila e controlla e pungola.<br />

L’Amministrazione fa <strong>del</strong>le proposte: se queste sono buone l’opposizione ha il dovere di prenderle<br />

in considerazione e vale anche il contrario. Se per tutta una serie si congiunture astrali si verifica<br />

che su un determinato argomento importante, fondamentale per la cittadinanza, per il territorio, ci si<br />

trova d’accordo, io credo che sia un esempio di maturità di un moderno modo di amministrare e non<br />

certo un modo per evitare responsabilità. Grazie.<br />

SINDACO:<br />

Conclusa la discussione. Chi è favorevole? Scusate, non ho chiesto se ci sono altri interventi,<br />

sembrava che non ce ne fossero più. Assolutamente, anzi aspettiamo la dichiarazione di voto.<br />

CONSIGLIERE CARAMPIN:<br />

Signor Sindaco, colleghi Consiglieri, signori <strong>del</strong> pubblico, presento solo una breve riflessione<br />

suggerita dal Capogruppo che questa sera siede tra il pubblico perché non può presenziare a questo<br />

Consiglio in base al Testo Unico, di ordinamento enti locali, art. 78, comma 2, DPR 10 agosto 2000<br />

n. 267.<br />

Per fare innanzitutto un pubblico apprezzamento alle democratiche modalità operative di rapporto<br />

con le forze di opposizione usato dall’Assessore per la relazione di questo importante strumento di<br />

pianificazione. Ha creduto nell’istituto <strong>del</strong>la partecipazione e ha ritenuto che le scelte non dovessero<br />

appartenere totalmente alla maggioranza e quindi le ha condivise e tenendo conto <strong>del</strong>la loro<br />

<strong>del</strong>icatezza per l'impatto ambientale che originano e per le conseguenze che ne derivano.<br />

A questa positiva ed intelligente apertura, il Capogruppo, in primis, e gli altri Consiglieri, hanno<br />

risposto con correttezza istituzionale, generosità, entusiasmo senza invadere la sfera di azione degli<br />

altri, ma apportando culture, sensibilità ed esperienze diverse in raffronto e senza pregiudizi<br />

ideologici.<br />

Questa prima positiva elaborazione è stato quindi il canovaccio <strong>del</strong> lavoro <strong>del</strong> territorio all’interno<br />

<strong>del</strong>la quale le varie proposte sono state attentamente discusse e migliorate con sereno confronto. I<br />

contributi sono stati variati in un'ottica ricostruttiva di utilità ed apertura mentale per avere un<br />

prodotto di spessore.<br />

Sul PAT ho posto la nostra attenzione. La strada percorsa insieme da maggioranza e opposizione<br />

riguarda però solamente i lavori effettuati in sede di Commissione <strong>del</strong> territorio. Le scelte politiche,<br />

la fase reattiva, i pilastri su cui regge il piano appartengono alla sola maggioranza alla luce <strong>del</strong><br />

principio <strong>del</strong>la distinzione dei ruoli, è sulla base di quanto ho appena detto che il nostro voto per<br />

tanto sarà di astensione.<br />

<strong>Verbale</strong> n. 4 <strong>del</strong> Consiglio comunale <strong>del</strong>l'<strong>22</strong>.03.<strong>2012</strong><br />

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In questo caso con voto di astensione vogliamo infatti dare atto <strong>del</strong> nostro coinvolgimento operativo<br />

in una <strong>del</strong>le fasi di costruzione <strong>del</strong> piano di assetto <strong>del</strong> territorio, riconoscendo la positività e la<br />

bontà <strong>del</strong> lavoro fatto insieme. Grazie.<br />

SINDACO:<br />

Altre dichiarazioni di voto? Non ce ne sono.<br />

ASSESSORE GHIRIGATTO:<br />

Io posso dire una cosa? Non è una dichiarazione di voto, è una dichiarazione e punto. Il<br />

riconoscimento che ricevo di cui prendo atto e ringrazio, lo faccio mio ma io ho agito in nome e per<br />

conto di tutto il mio gruppo, per cui l’apertura che ho dimostrato e un’apertura per <strong>del</strong>ega, da parte<br />

<strong>del</strong> mio gruppo.<br />

SINDACO:<br />

Grazie. E’ comunque condotta in maniera apprezzabile e apprezzata. Mi fate indire la votazione?<br />

Possiamo procedere, chi è a favore al PAT così proposto?<br />

Favorevoli?<br />

Contrari?<br />

Astenuti?<br />

Per l’immediata eseguibilità.<br />

Favorevoli? Unanimità.<br />

Contrari?<br />

Astenuti?<br />

Per questa sera abbiamo finito, il percorso per avviare interventi veri sarà ancora lungo, passeremo<br />

per le osservazioni e per assemblea pubblica, perché stiamo organizzando anche in maniera<br />

innovativa dicono.<br />

Grazie a tutti ed arrivederci.<br />

<strong>Verbale</strong> n. 4 <strong>del</strong> Consiglio comunale <strong>del</strong>l'<strong>22</strong>.03.<strong>2012</strong><br />

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IL PRESIDENTE<br />

DIEGO MARCHIORO<br />

IL SEGRETARIO<br />

DE VITA MARIO<br />

Certificato di Pubblicazione<br />

La presente <strong>del</strong>iberazione è in corso di pubblicazione per 15 giorni da oggi all’Albo Pretorio di<br />

questo Comune.<br />

Torri di Quartesolo, li ___________<br />

IL SEGRETARIO<br />

DE VITA DOTT. MARIO<br />

__________________________________________________________________<br />

<strong>Verbale</strong> n. 4 <strong>del</strong> Consiglio comunale <strong>del</strong>l'<strong>22</strong>.03.<strong>2012</strong><br />

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