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Più semplicità. È facile con UniCredit. Bilancio 2009 - UniCredit Group

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Ancora debole la domanda interna, sia per quanto riguarda i <strong>con</strong>sumi delle famiglie, sia per quanto<br />

riguarda gli investimenti fissi lordi.<br />

Per quanto riguarda nello specifico l’Italia, gli ultimi dati disponibili indicano per il terzo trimestre del<br />

<strong>2009</strong> una variazione tendenziale (ovvero, rispetto al terzo trimestre del 2008) del -4,6%, ma un +0,6%<br />

su base <strong>con</strong>giunturale (ovvero, rispetto al trimestre precedente). I fattori che hanno reso possibile la<br />

ripresa sono gli stessi citati a proposito dell’intera Area euro: da un lato le esportazioni, dall’altro<br />

l’aumento del valore aggiunto dell’industria in senso stretto (+2,8%) che ha più che compensato le<br />

protratte diminuzioni relative ai settori costruzioni e agricoltura (rispettivamente, -1,5% e -2,8%).<br />

Nuovamente in positivo gli investimenti fissi lordi (+0,3% la variazione sul periodo precedente), cui si<br />

accompagna il forte rimbalzo della produzione industriale (+4,4% su periodo precedente, il primo dopo<br />

oltre un anno) e il deciso miglioramento del clima di fiducia delle imprese, tornato sui livelli dell’estate<br />

del 2008.<br />

L’e<strong>con</strong>omia finanziaria e valutaria<br />

I primi segnali di ripresa e<strong>con</strong>omica hanno <strong>con</strong>dizionato le scelte della banche centrali. Nella riunione<br />

del Federal Open Market Committee tenutasi a dicembre la Federal Riserve ha dichiarato di non<br />

ritenere più necessario rinnovare la maggior parte delle facilities introdotte per fornire liquidità ai<br />

mercati. Essa ha altresì <strong>con</strong>fermato per il federal funds rate l’intervallo obiettivo compreso tra lo 0,0%<br />

e lo 0,25% (0,12% il valore a fine dicembre <strong>2009</strong>, <strong>con</strong>fermato anche a fine gennaio), ribadendo<br />

l’orientamento verso una politica monetaria espansiva. Nessuna aspettativa di aumento sui tassi nella<br />

prima metà dell’anno dunque. Decisioni analoghe a livello di Eurozona. Nella riunione di dicembre la<br />

Banca Centrale Europea ha annunciato la volontà di rimuovere gradualmente le operazioni di<br />

rifinanziamento a carattere eccezionale (ritenute non più indispensabili), fermo restando l’impegno a<br />

fornire liquidità al sistema. Confermati, dopo gli ultimi tagli di maggio, il tasso ufficiale all’1%, il tasso<br />

sui depositi overnight allo 0,25% e il tasso sulle operazioni marginali di rifinanziamento all’1,75%.<br />

Interrotta a dicembre la fase di debolezza del dollaro, che ha registrato un apprezzamento del 5% nei<br />

<strong>con</strong>fronti dell’euro e dello yen. A dicembre <strong>2009</strong> il valore medio mensile del cambio euro/dollaro è<br />

risultato pari a 1,46, a fronte di un valore medio annuale pari a 1,39 e una volatilità sui 12 mesi del<br />

5,21%. Per quanto riguarda la dinamica dell’euro nei <strong>con</strong>fronti delle altre valute, il mercato dei cambi<br />

ha registrato i seguenti valori: a dicembre, il cambio sterlina inglese/euro si è collocato a quota 0,89<br />

(valore analogo per quanto riguarda la media annuale), <strong>con</strong> una volatilità a 12 mesi del 2,74%;<br />

sostanzialmente stabile il tasso cambio di medio nei <strong>con</strong>fronti nel franco svizzero, a quota 1,5 a livello<br />

annuale e 1,51 nel mese di dicembre, <strong>con</strong> una volatilità a 12 mesi dello 0.93%; 130,3 il valore medio<br />

annuale di un euro misurato in yen giapponesi (131,2 il valore relativo al mese di dicembre), e una<br />

volatilità a 12 notevolmente ridotta rispetto a quanto registrato nel 2008 (4,46% <strong>con</strong>tro 10,45%).<br />

Anche i mercati azionari delle principali e<strong>con</strong>omie industriali hanno risentito del migliorato quadro<br />

e<strong>con</strong>omico-finanziario. Dopo i rialzi registrati in primavera e estate, i corsi azionari si sono stabilizzati<br />

nel quarto trimestre del <strong>2009</strong>, <strong>con</strong> miglioramenti compresi tra il 50% e il 70% dai minimi di marzo. In<br />

ragione d’anno (media mese dicembre), lo Standard & Poor’s 500 (New York) ha registrato una<br />

variazione del 26,7%, il Nikkei 225 (Tokio) del 20,1%%, il Dow Jones Euro Stoxx (indice dei 100<br />

principali titoli dell’area euro per capitalizzazione) del 23,3%. Andando più nel dettaglio, i principali<br />

indici di Borsa europei hanno registrato le seguenti variazioni su base annua: Ftse Mib +18,6%; Dax30<br />

+25,6%; Cac40 +21%; Ftse100 +24,7%. Situazione ugualmente positiva sui principali mercati della<br />

New E<strong>con</strong>omy: a fine <strong>2009</strong>, +45,7% su base annua per quanto riguarda il Nasdaq, e +69,7% il<br />

TechDax.<br />

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