Più semplicità . à facile con UniCredit. Bilancio 2009 - UniCredit Group
Più semplicità . à facile con UniCredit. Bilancio 2009 - UniCredit Group
Più semplicità . à facile con UniCredit. Bilancio 2009 - UniCredit Group
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
Le probabilità di insolvenza (PD) citate sono stimate <strong>con</strong> l’ausilio dei rating integrati, sviluppati internamente, se<strong>con</strong>do le direttive di Basilea 2 mantenendo<br />
una logica di <strong>con</strong>troparte per le “Imprese” e di prodotto/pool per le “Famiglie”. Nell’ambito dei pool di prodotto per le “Famiglie” sono state individuate le<br />
seguenti categorie:<br />
• mutui ipotecari;<br />
• scoperti di <strong>con</strong>to (comprende anche le forme tecniche dei crediti di firma e carte di credito);<br />
• finanziamenti chirografari.<br />
Per la stima della PD per pool è stata utilizzata la tecnica della “chaid analysis” dopo l’individuazione dei default definiti se<strong>con</strong>do le direttive di vigilanza. Per<br />
la PD di <strong>con</strong>troparte delle “Imprese” sono stati sviluppati i seguenti moduli rappresentativi dei vari ambiti informativi:<br />
• modulo anagrafico;<br />
• modulo andamentale esterno (CE.RI/SIA);<br />
• modulo finanziario;<br />
• moduli Credit Bureau (Experian - Crif);<br />
• modulo qualitativo;<br />
• modulo andamentale interno.<br />
Il risultato di ciascun modulo è uno score che <strong>con</strong>corre alla produzione della PD e della classe di rating della <strong>con</strong>troparte.<br />
La PD e <strong>con</strong>seguentemente la classe di rating, si differenziano per peso relativo del singolo modulo il quale risulta diversificato in base all’anzianità del<br />
rapporto del cliente, alla tipologia di Impresa a sua volta segmentata in modo da rifletterne la dimensione e l’anzianità dell’azienda sul mercato.<br />
Su ogni segmento di clientela è stato stimato un modello statistico, integrando i moduli di score disponibili in relazione alla loro significatività. I moduli<br />
inoltre acquisis<strong>con</strong>o una diversa importanza a se<strong>con</strong>da che si tratti di affidamenti <strong>con</strong>cessi a nuovi clienti o clienti già esistenti.<br />
Il passaggio da PD di modello a PD teorica, coerente <strong>con</strong> il tasso di default del portafoglio, è stimato se<strong>con</strong>do le direttive di vigilanza.<br />
Il calcolo della PD teorica ha portato all’individuazione della rischiosità di ciascuna <strong>con</strong>troparte presente in portafoglio <strong>con</strong>sentendo la determinazione di<br />
classi di rating in grado di raggruppare le PD teoriche precedentemente calcolate.<br />
Come precedentemente accennato le classi di rating sono utilizzate per la determinazione delle facoltà deliberative su nuove <strong>con</strong>cessioni di affidamento<br />
e rinnovo; ad ogni rating è abbinato un coefficiente di ponderazione che aumenta le facoltà in caso di basso rischio e le diminuisce in caso di elevata<br />
rischiosità, determinando così un maggior presidio sulle classi di rating peggiori.<br />
Le perdite in caso di insolvenza (LGD) sono stimate <strong>con</strong> l’ausilio di analisi statistiche dei dati storici riguardanti il portafoglio non performing e sviluppate<br />
internamente, nel rispetto delle direttive Basilea 2.<br />
In particolare sono stati sviluppati modelli distinti per i due segmenti Privati e Imprese, <strong>con</strong> approccio di stima differenziato fra perdite registrate nella fase<br />
della “sofferenza” e nella fase di “incaglio” e ricalibrando i risultati mediante la probabilità di transizione fra i diversi stati di default, comprensivi del periodo<br />
“past due”.<br />
Il modello Imprese e Privati, differenziato anche a se<strong>con</strong>da di aggregazioni derivanti dalla rischiosità dei prodotti e per presenza o assenza di garanzie<br />
collaterali, origina LGD finale a livello di singolo rapporto per <strong>con</strong>troparte.<br />
2.3 Tecniche di mitigazione del rischio di credito<br />
L’obiettivo della mitigazione del rischio di credito ha rappresentato uno dei temi essenziali per la definizione delle politiche creditizie adottate dalla Banca in<br />
coordinamento <strong>con</strong> le strategie commerciali.<br />
Il tema si è riflesso nell’operatività della Banca, in un articolato impiego dello strumento della garanzia in funzione sia delle diverse tipologie in cui la stessa<br />
può <strong>con</strong>figurarsi, sia della diversa clientela destinataria dell’affidamento.<br />
In particolare per le imprese, le garanzie adottate hanno presentato un’ampia varietà sia in funzione delle diverse specie dimensionali (piccole e medie<br />
imprese e micro-imprese) o giuridiche (ditte individuali, società di persone o capitali), sia in ragione di obiettivi, costi e “flessibilità” delle stesse, variando<br />
dalla garanzia “atipica” data da particolari covenants di bilancio ai diritti reali di garanzia (pegno e ipoteca), transitando per le garanzie personali<br />
(fideiussione) e mutualistico - collettive prestate dai Confidi.<br />
Proprio queste ultime, benché già <strong>con</strong>osciute dal Sistema bancario, hanno vissuto un rinnovato interesse “commerciale”, in funzione della capacità dei<br />
Confidi di comunicare alle banche la vicinanza all’impresa Cliente ed al territorio di riferimento, ed hanno costituito il principale oggetto di riflessione che,<br />
complici appunto le prescrizioni sulla garanzia “risk mitigant” del nuovo Accordo sul Capitale (Basilea 2), ha visto (ma ancor più vedrà) fortemente innovato<br />
il loro tradizionale modus operandi. Da segnalare la già citata partnership del Gruppo <strong>con</strong> le Associazioni di Categoria e i Confidi, “Impresa Italia” e il<br />
progetto “SOS Impresa Italia”; si veda in merito il capitolo 1. Aspetti generali.<br />
<strong>UniCredit</strong> Banca · <strong>Bilancio</strong> <strong>2009</strong> 187