La guida in italiano - youthXchange
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y o u t h X c h a n g e 63<br />
<strong>La</strong> realtà italiana pullula di <strong>in</strong>iziative promosse da cittad<strong>in</strong>i volonterosi, stanchi del<br />
caro-vita e di un’<strong>in</strong>formazione <strong>in</strong>sufficiente sui prodotti. Ma non manca una rete<br />
istituzionale di salvaguardia dei diritti dei consumatori. Gli <strong>in</strong>teressi della categoria<br />
sono riconosciuti e garantiti dallo Stato, attraverso le ‘associazioni dei consumatori e<br />
degli utenti’. Queste operano con l’obiettivo di migliorare e tutelare la condizione del<br />
consumatore/utente <strong>in</strong> Italia e <strong>in</strong> ambito comunitario: dall’educazione al consumo<br />
all’assistenza nelle controversie, alla tutela dell’ambiente e della salute, al rapporto<br />
tra cittad<strong>in</strong>o e giustizia, alla corretta gestione della pubblica amm<strong>in</strong>istrazione, alla<br />
vigilanza sui prezzi e sicurezza dei prodotti, all’efficienza dei servizi.<br />
E da noi?<br />
Se il tempo è denaro... <strong>La</strong> Banca del Tempo è un sistema <strong>in</strong> cui le persone scambiano<br />
reciprocamente attività, servizi e saperi. Chi aderisce specifica quali attività e/o servizi <strong>in</strong>tende<br />
svolgere e accende un proprio conto corrente, come <strong>in</strong> una banca, dove però, al posto degli<br />
euro, si depositano ore. Chi ha offerto un servizio acquisirà un credito di ore e sarà <strong>in</strong> grado<br />
di spenderle ricevendo altri servizi. Nella Banca del Tempo, però, non è necessario restituire<br />
un servizio esattamente a colui che l’ha fornito: è un sistema aperto e non si contraggono<br />
debiti con qualcuno <strong>in</strong> particolare.<br />
Chi scambia compie un gesto molto importante: libera il tempo. Lo libera da ogni equazione<br />
economica: nella Banca del Tempo un’ora vale sempre un’ora, a presc<strong>in</strong>dere dal servizio<br />
scambiato (un’ora di cucito equivale a un’ora di aiuto nei compiti, un’ora di giard<strong>in</strong>aggio a una<br />
di consulenza legale...). Nessuno quando scambia perde del tempo. In Italia operano circa 300<br />
Banche del Tempo e quella di Padova, avviata nel 1996, è stata tra le prime ed è annoverata<br />
tra le più importanti a livello nazionale. [www.padovanet.it/associazioni/elfilo/bdt.html]<br />
Meno è meglio In alcuni paesi avanzati, esiste un fenomeno <strong>in</strong> crescita che co<strong>in</strong>volge<br />
s<strong>in</strong>goli <strong>in</strong>dividui, gruppi o famiglie accomunati da una filosofia di vita improntata alla sobrietà,<br />
giustizia e sostenibilità. In Italia, si autodef<strong>in</strong>iscono ‘bilancisti’, avendo aderito alla Campagna<br />
Bilanci di Giustizia, lanciata nel 1993 al 5° raduno dell’organizzazione Beati i Costruttori<br />
di Pace.<br />
L’<strong>in</strong>iziativa si proponeva di creare una rete di ‘consumatori leggeri’, liberi dai condizionamenti<br />
del mercato, che riducessero i consumi e <strong>in</strong>vestissero i denari risparmiati <strong>in</strong> azioni di<br />
solidarietà concreta e nella f<strong>in</strong>anza etica. Fra il 1993 e il 2004, hanno <strong>in</strong>viato almeno un<br />
bilancio ben 718 nuclei. Quasi tutti risiedono nel centro e nord Italia, con una concentrazione<br />
importante nel Triveneto.<br />
Bilanci di Giustizia significa voler spendere il proprio denaro <strong>in</strong> maniera giusta, verificando,<br />
conti alla mano, i risultati della propria scelta. I partecipanti all’<strong>in</strong>iziativa lo fanno <strong>in</strong> modo<br />
a-dogmatico, all’<strong>in</strong>segna dell’allegria, della flessibilità e della condivisione. Attraverso la<br />
compilazione di bilanci mensili, i gruppi (o gli <strong>in</strong>dividui) <strong>in</strong>dicano le uscite e gli obiettivi che<br />
si pongono nello ‘spostare’ il consumo da un prodotto considerato dannoso (per esempio,<br />
<strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di impatto ambientale) a un prodotto che rispetti la dignità delle persone e<br />
l’ambiente.<br />
L’80% delle famiglie pratica attività di autoproduzione. Il 90% sceglie prodotti del commercio<br />
equo e solidale, spesso acquistando <strong>in</strong> maniera collettiva attraverso i GAS, Gruppi di Acquisto<br />
Solidale. [www.bilancidigiustizia.it]