Piano dell'Offerta Formativa - Comune di Trieste
Piano dell'Offerta Formativa - Comune di Trieste
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Scuola dell’Infanzia comunale<br />
“Borgo Felice”<br />
Via del Pane Bianco, 14<br />
<strong>Piano</strong> dell’Offerta<br />
<strong>Formativa</strong><br />
Anno Scolastico 2013/2014<br />
Pre<strong>di</strong>sposto in sede <strong>di</strong> Collegio degli Educatori in data 10/10/2013<br />
adottato in sede <strong>di</strong> Consiglio <strong>di</strong> Scuola in data 30/10/2013
Il nostro paese e la nostra città vantano un importante primato: un sistema <strong>di</strong> offerta <strong>di</strong> scuole<br />
dell'infanzia - quelle che una volta chiamavamo "asili" e che sono riservate ai piccoli tra i 3 e i 6<br />
anni - che riesce a rispondere ad oltre il 90% della richiesta da parte delle famiglie, un record<br />
assoluto che ci mette ai primi posti in Europa.<br />
Oltre all'evidente funzione <strong>di</strong> aiuto alla conciliazione tra tempi <strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> lavoro, siamo in grado <strong>di</strong><br />
offrire ai nostri bambini una meravigliosa “palestra” dove imparare a stare insieme, ad ascoltare, a<br />
rispettare le regole, a creare relazioni, arrivando così alla scuola primaria in grado <strong>di</strong> seguire<br />
l'insegnante e relazionarsi più agevolmente con i compagni: è stato <strong>di</strong>mostrato infatti che i bimbi<br />
che hanno già frequentato la scuola dell'infanzia saranno, nei successivi cicli scolastici, più<br />
preparati, più socievoli, autonomi e creativi.<br />
Non <strong>di</strong>mentichiamo altresì che la scuola dell'infanzia rappresenta anche un momento fondamentale<br />
<strong>di</strong> integrazione per i bimbi e per le famiglie che non hanno la citta<strong>di</strong>nanza italiana: per apprendere<br />
l'italiano e per confrontarsi, primo momento <strong>di</strong> socializzazione e punto <strong>di</strong> incontro anche per<br />
mamma e papà.<br />
Da tantissimi anni quin<strong>di</strong> <strong>Trieste</strong> rappresenta un fiore all'occhiello del sistema educativo italiano<br />
per il segmento 3-6, grazie soprattutto al lavoro, molto spesso faticoso e poco conosciuto, del<br />
personale delle nostre scuole.<br />
Un patrimonio che si colloca tra i migliori d'Italia e che affida al <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Trieste</strong>, all'Area<br />
Educazione e soprattutto agli educatori, coor<strong>di</strong>natori pedagogici e personale ausiliario una grande<br />
responsabilità: quella <strong>di</strong> contribuire, ogni giorno, al percorso educativo e pedagogico che porterà i<br />
nostri bambini e bambine alla scuola dell'obbligo.<br />
Il POF, <strong>Piano</strong> dell’Offerta <strong>Formativa</strong>, è un importante strumento <strong>di</strong> programmazione della singola<br />
scuola, ma è solo un primo passo <strong>di</strong> un anno ricco <strong>di</strong> nuove esperienze che vedrà i bambini come<br />
primi protagonisti.<br />
Il buon successo è dato dall’impegno <strong>di</strong> tutti gli attori <strong>di</strong> questa avventura chiamata scuola<br />
dell’infanzia e l’educazione deve continuare ad essere una scommessa importante che tutti, nei<br />
nostri rispettivi ruoli, dobbiamo saper giocare: un investimento da realizzare per permettere ai<br />
nostri bambini <strong>di</strong> esercitare i propri <strong>di</strong>ritti e per consentire alla nostra comunità <strong>di</strong> costruirsi un<br />
futuro.<br />
Auguro a tutti, bambine e bambini, operatori e famiglie, un proficuo anno scolastico.<br />
Antonella GRIM, Assessore Area Educazione Università e Ricerca<br />
2
IL PIANO DELL’OFFERTA FORMATIVA<br />
Un bambino può insegnare sempre tre cose ad un adulto:<br />
a essere contento senza motivo,<br />
a essere sempre occupato con qualche cosa,<br />
e a pretendere con ogni sua forza quello che desidera.<br />
Paulo Coelho, Monte Cinque, 1996<br />
Il <strong>Piano</strong> dell’Offerta <strong>Formativa</strong> (P.O.F.) è la “carta d’identità” delle scuole che illustra le<br />
modalità organizzative e la progettazione degli itinerari <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento finalizzati allo sviluppo <strong>di</strong><br />
tutte le <strong>di</strong>mensioni della personalità <strong>di</strong> ciascun bambino, facendo riferimento ai campi <strong>di</strong><br />
esperienza cioè ai <strong>di</strong>versi ambiti del fare e dell'agire del bambino:<br />
•Il sé e l’altro: le gran<strong>di</strong> domande, il senso morale, il vivere insieme<br />
• Il corpo e il movimento: identità, autonomia, salute<br />
• Immagini, suoni, colori: gestualità, arte, musica, multime<strong>di</strong>alità<br />
• I <strong>di</strong>scorsi e le parole: comunicazione, lingua, cultura<br />
• La conoscenza del mondo: or<strong>di</strong>ne, misura, spazio, tempo, natura<br />
così come definiti nelle ”In<strong>di</strong>cazioni nazionali per il curricolo della scuola dell'infanzia e<br />
del primo ciclo d'istruzione” (MIUR, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca–<br />
settembre 2012).<br />
Le scuole elaborano annualmente il P.O.F. che viene pubblicato on line all'in<strong>di</strong>rizzo:<br />
www.triestescuolaonline.it<br />
Le finalità<br />
In questo documento il bambino è sempre al centro dell'azione educativa e, compito della scuola<br />
dell’infanzia, è promuovere il suo sviluppo armonico e globale attraverso una metodologia<br />
basata sul gioco ed adeguata al livello <strong>di</strong> maturazione cognitiva, espressiva, affettiva e sociale:<br />
• creando uno spazio privilegiato per consolidare la propria personalità (maturazione<br />
dell’identità);<br />
• stimolando ad apprendere condotte che progressivamente lo conducano all’in<strong>di</strong>pendenza<br />
(conquista dell’autonomia);<br />
• proponendo svariate esperienze: sensoriali, percettive, motorie e intellettive (acquisizione<br />
delle competenze);<br />
• organizzando un luogo <strong>di</strong> vita, <strong>di</strong> relazioni e <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>menti, in un ambiente accogliente e<br />
motivante in cui si iniziano a conoscere le prime regole <strong>di</strong> convivenza collettiva (senso della<br />
citta<strong>di</strong>nanza).<br />
3
Essenziali a garantire tali finalità risultano essere le professionalità degli operatori e il <strong>di</strong>alogo<br />
continuo con le famiglie. L’ambiente scolastico <strong>di</strong>viene così un contesto ricco <strong>di</strong> relazioni dove il<br />
personale agisce in stretta cooperazione con le famiglie nell’ottica <strong>di</strong> una costante e reciproca<br />
alleanza educativa.<br />
Inoltre, da sempre, uno dei principi che assicurano la coerenza tra le <strong>di</strong>verse esperienze <strong>di</strong> vita dei<br />
bambini è quello della continuità educativa tra i vari cicli scolastici (nido d'infanzia, scuola<br />
dell'infanzia, scuola primaria e S.I.S.) tenendo sempre in primo piano la necessità <strong>di</strong> non<br />
frammentare i percorsi formativi.<br />
I riferimenti normativi<br />
Oltre alle “In<strong>di</strong>cazioni Nazionali” del M.I.U.R. ed al “Regolamento per le scuole dell'infanzia del<br />
<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Trieste</strong>”, le scuole adottano come riferimento costante dell'azione educativa la<br />
"Convenzione ONU sui <strong>di</strong>ritti dell’infanzia e dell’adolescenza", approvata dall’Assemblea<br />
Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989, lo strumento normativo internazionale più<br />
importante e completo in materia <strong>di</strong> promozione e tutela dei <strong>di</strong>ritti dell'infanzia.<br />
Gli ambienti <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento<br />
Anche l’organizzazione degli spazi e dei tempi necessita <strong>di</strong> un pensiero pedagogico con<strong>di</strong>viso<br />
dall’intera equipe scolastica.<br />
In particolare:<br />
1) lo spazio deve risultare accogliente, invitante e funzionale<br />
1) il tempo deve essere organizzato in routine quoti<strong>di</strong>ane (l’accoglienza, la merenda, l’igiene<br />
personale, il gioco libero, il gioco strutturato…), rispettose dei ritmi del bambino e che gli<br />
consentano <strong>di</strong> riconoscere i <strong>di</strong>versi momenti della giornata scolastica attraverso una<br />
<strong>di</strong>stribuzione or<strong>di</strong>nata delle attività educative, pur evitando gli irrigi<strong>di</strong>menti.<br />
Calendario scolastico<br />
Inizio anno scolastico 02/09/2013<br />
Apertura all’utenza 12/09/2013<br />
Sospensione per Natale<br />
al 23 <strong>di</strong>cembre 2013 al 6 gennaio 2014 compreso<br />
Ulteriori sospensioni 2 novembre 2013, dal 3 al 5 marzo 2014 compreso, 26 aprile 2014,<br />
Sospensione per Pasqua<br />
Ultimo giorno <strong>di</strong> scuola 27/06/2014<br />
Sospensione per un’ulteriore giornata<br />
dal 17 aprile 2014 al 22 aprile 2014 compreso<br />
in concomitanza con la chiusura degli Istituti Comprensivi statali dello<br />
stesso territorio, è stata in<strong>di</strong>viduata dal Consiglio della scuola la data<br />
del 02/05/2014<br />
4
L'organizzazione<br />
L’orario d’accoglienza è dalle 8.00 alle 9.00 con la possibilità <strong>di</strong> fruire <strong>di</strong> un servizio <strong>di</strong> preaccoglimento<br />
fin dalle 7.30 in presenza <strong>di</strong> motivate esigenze familiari.<br />
Il ricongiungimento può avvenire in due momenti <strong>di</strong>stinti: il primo è tra le ore 13.00 e le 13.30 (in<br />
base all’organizzazione <strong>di</strong> ogni singola scuola), il secondo tra le ore 15.30 e le 17.00. È possibile<br />
un’uscita interme<strong>di</strong>a concordata, <strong>di</strong> norma, alle ore 14.30.<br />
Nel servizio opera: il coor<strong>di</strong>natore con funzioni pedagogiche, organizzative e gestionali, oltre che<br />
<strong>di</strong> raccordo tra bambini, insegnanti, genitori, amministrazione e territorio; il personale<br />
educativo soggetto a turnazione antimeri<strong>di</strong>ana e pomeri<strong>di</strong>ana; il personale d’appoggio<br />
incaricato <strong>di</strong> accogliere e seguire i bambini nelle loro attività ricorrenti <strong>di</strong> vita quoti<strong>di</strong>ana, <strong>di</strong><br />
rior<strong>di</strong>nare e <strong>di</strong> curare le pulizie degli ambienti. È previsto l’insegnante <strong>di</strong> religione cattolica per i<br />
bambini che si avvalgono <strong>di</strong> tale insegnamento.<br />
Gruppo–sezione: (la tra<strong>di</strong>zionale “classe”) la sezione rappresenta un modello organizzativo che<br />
favorisce il raggiungimento degli obiettivi formativi attraverso il riconoscimento <strong>di</strong> punti <strong>di</strong><br />
riferimento significativi come gli angoli strutturati e i laboratori. Le sezioni si rapportano tra loro in<br />
modo aperto e flessibile, per consentire attività <strong>di</strong>dattiche <strong>di</strong> intersezione per piccoli e gran<strong>di</strong><br />
gruppi <strong>di</strong> bambini provenienti dalle <strong>di</strong>verse sezioni.<br />
La sezione è costituita da 25 bambini, ridotto a 20 in caso <strong>di</strong> presenza <strong>di</strong> bambini <strong>di</strong>sabili con<br />
l'affiancamento <strong>di</strong> un insegnante <strong>di</strong> sostegno e la pre<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> interventi in<strong>di</strong>vidualizzati al fine<br />
<strong>di</strong> favorirne in modo adeguato ed efficace la frequenza.<br />
L'inclusione<br />
Particolare attenzione viene data ai bambini in situazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>sabilità, <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio e <strong>di</strong> svantaggio sia con<br />
la costruzione <strong>di</strong> un percorso adeguato alle singole esigenze del bambino sia attraverso il lavoro <strong>di</strong> rete con<br />
i <strong>di</strong>versi servizi territoriali (Azienda dei Servizi Sanitari, Servizi Sociali…).<br />
Le scuole dell’infanzia <strong>di</strong> <strong>Trieste</strong>, città multiculturale e sensibile da sempre ai temi della<br />
convivenza tra persone <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse culture, prevedono forme <strong>di</strong> accoglienza volte a favorire<br />
l’inclusione dei bambini con citta<strong>di</strong>nanza non italiana, nella ferma convinzione che accogliere<br />
significa valorizzare l'identità culturale <strong>di</strong> ciascuno ed è dunque sinonimo <strong>di</strong> calore, professionalità e<br />
accuratezza.<br />
5<br />
a cura del Coor<strong>di</strong>namento Pedagogico
Introduzione<br />
Il <strong>Piano</strong> dell’Offerta <strong>Formativa</strong> (POF) è il documento che illustrata alle famiglie i<br />
progetti educativi e <strong>di</strong>dattici che s’intendono svolgere durante l’anno scolastico.<br />
Di seguito i principi essenziali su cui è impostato il nostro <strong>Piano</strong> dell’Offerta<br />
<strong>Formativa</strong>:<br />
Il bambino è un soggetto attivo che ama giocare, esprimesi, comunicare ed<br />
è al centro dell’azione educativa negli aspetti cognitivi, affettivi, corporei, etici<br />
e relazionali.<br />
L’ambiente scolastico deve essere vissuto dal bambino come fosse a “casa<br />
propria”, per questo motivo l’organizzazione della scuola deve presentare<br />
caratteristiche <strong>di</strong> flessibilità e <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficabilità;<br />
Gli spazi della scuola vanno organizzati in modo da favorire un’alternanza<br />
d’attività guidate e <strong>di</strong> gioco libero e in modo da consentire <strong>di</strong> stimolare<br />
naturalmente il bambino nell’acquisizione <strong>di</strong> nuove competenze;<br />
I rapporti con la famiglia sono fondamentali per instaurare una reale<br />
collaborazione che consenta alla scuola e alla famiglia <strong>di</strong> lavorare secondo<br />
principi educativi coerenti e guidati da fiducia reciproca.<br />
6
La nostra scuola: ubicazione, capienza e orari<br />
La scuola “Borgo Felice” è ubicata nel rione <strong>di</strong> Servola, in una zona tranquilla e<br />
poco trafficata. La scuola è dotata <strong>di</strong> un ampio giar<strong>di</strong>no ricco <strong>di</strong> giochi strutturati per<br />
le attività lu<strong>di</strong>che dei bambini.<br />
Il bacino naturale d’utenza della scuola comprende lo storico rione <strong>di</strong> Servola e<br />
quello <strong>di</strong> Valmaura.<br />
Nel rione servolano sono presenti due scuole primarie (la scuola “Biagio Marin” in<br />
Via Marco Praga, 6 e la scuola “Ezio De Marchi” in Salita De Marchi, 8), ed una<br />
scuola dell’infanzia statale con lingua d’insegnamento slovena (“Servola”), poste<br />
sotto la <strong>di</strong>rezione dell’Istituto Comprensivo <strong>di</strong> “Servola-Chiarbola” con sede in<br />
via I. Svevo, 19.<br />
Nel rione è inoltre presente, quale polo <strong>di</strong> aggregazione giovanile, il ricreatorio<br />
comunale “E. Gentilli” in Via <strong>di</strong> Servola, 127.<br />
Sebbene la popolazione rionale risulti culturalmente eterogenea (famiglie che vi<br />
<strong>di</strong>morano da generazioni, con una minoranza <strong>di</strong> lingua slovena, altre giunte in tempi più<br />
recenti per lavorare nella nota azienda siderurgica triestina), alcune iniziative popolari<br />
tra<strong>di</strong>zionali (come, ad esempio, il Carnevale), tengono unite queste <strong>di</strong>versità, creando<br />
uno spirito <strong>di</strong> piccola comunità<br />
La scuola dell’infanzia “Borgo Felice” ospita quattro sezioni (le tra<strong>di</strong>zionali “classi”)<br />
eterogenee per età (bambini/e dai tre ai sei anni) e per sesso per un totale <strong>di</strong> 100<br />
iscritti; il gruppo-sezione, infatti, è costituito da un numero massimo <strong>di</strong> 25 bambini,<br />
ridotti a 20 in caso <strong>di</strong> presenza <strong>di</strong> bambini <strong>di</strong>versamente abili.<br />
La scuola segue il calendario scolastico regionale; il calendario viene esposto ogni<br />
inizio d’anno scolastico nell’apposita bacheca per le comunicazioni con le famiglie.<br />
7
L’orario <strong>di</strong> funzionamento della scuola, come <strong>di</strong> tutte le scuole dell’infanzia comunali<br />
triestine, è il seguente: dalle ore 8 alle ore 17 dal lunedì al venerdì.<br />
L’orario d’entrata va dalle 8.00 alle 9.00; tuttavia è possibile fruire <strong>di</strong> un servizio <strong>di</strong><br />
pre-accoglimento dalle 7.30 alle 8.00 per le famiglie che ne ravvisino la necessità.<br />
Ai genitori si raccomanda il rispetto degli orari stabiliti per consentire il regolare<br />
inizio delle attività quoti<strong>di</strong>ane.<br />
L’uscita è flessibile ed è articolata in tre fasce orarie: la prima uscita avviene subito<br />
dopo il pranzo e va dalle 13 alle 13.30; a domanda in<strong>di</strong>viduale è possibile un’uscita<br />
interme<strong>di</strong>a alle 14.30; infine vi è l’uscita pomeri<strong>di</strong>ana dalle 15.30 alle 17.<br />
Il servizio <strong>di</strong> scuola dell’infanzia <strong>di</strong> sabato viene garantito presso la scuola comunale<br />
“Tempo Magico” (Via Vasari 23), con orario antimeri<strong>di</strong>ano (dalle ore 7.30 alle ore<br />
13.00) senza erogazione del pranzo.<br />
Il personale<br />
L’organico della scuola è così composto:<br />
o la coor<strong>di</strong>natrice pedagogica: Marina S.:<br />
o Le maestre:<br />
sez.Delfini) Lorella I. e Tiziana D’A.;<br />
sez.Ranocchie): Elisabetta B. e Marina F.;<br />
sez.Coccinelle): Ester B. e Annalisa C.;<br />
sez.Orsetti): Sara G. e Tiziana S.;<br />
Raffaella P. per l’insegnamento della religione cattolica<br />
o Il personale d’appoggio:<br />
Cristina A., Arianna G., Tanja G.<br />
8
Il personale <strong>di</strong> cucina e quello delle pulizie appartiene a <strong>di</strong>tte esterne appaltate<br />
dal <strong>Comune</strong>; rispettivamente, le <strong>di</strong>tta Cir Food e Ideal Service.<br />
Tutto il personale della scuola, sebbene con mansioni <strong>di</strong>verse,<br />
partecipa al<br />
processo educativo dei bambini frequentanti il plesso.<br />
Ad ogni sezione sono affidate due insegnanti, il cui orario <strong>di</strong> servizio <strong>di</strong> 25 ore<br />
settimanali è soggetto a turnazione con scansione settimanale: è prevista<br />
un’alternanza tra un turno antimeri<strong>di</strong>ano (8-13) e un turno pomeri<strong>di</strong>ano (11-16).<br />
La compresenza delle insegnanti è variabile in base alle specifiche attività<br />
educative <strong>di</strong> sezione ed ai progetti d’inter-sezione, oltrechè alla necessità <strong>di</strong><br />
svolgere il turno che “copra” il pre-accoglimento delle 7.30 o quello <strong>di</strong> chiusura<br />
dalle 16 alle 17.<br />
Gli spazi della scuola<br />
L’ambiente fisico della scuola “Borgo Felice” comprende un e<strong>di</strong>ficio scolastico<br />
ed un giar<strong>di</strong>no.<br />
L’e<strong>di</strong>ficio <strong>di</strong>spone dei seguenti spazi:<br />
• il piano terra, così strutturato:<br />
l’atrio (con l’albo per le comunicazioni scuola-famiglia e l’esposizione del menù<br />
giornaliero);<br />
l’ufficio della <strong>di</strong>rezione;<br />
una stanzetta a<strong>di</strong>bita a laboratorio-computer con i bambini;<br />
un corridoio che ospita gli arma<strong>di</strong>etti-spogliatoio per i piccoli utenti;<br />
una zona motoria per il gioco libero, quello guidato, e per il gioco simbolico<br />
(travestimenti, casetta);<br />
le quattro aule per i gruppi-sezione;<br />
il bagno dei bambini;<br />
9
la sala refezione;<br />
una veranda utilizzata per le attività d’inter-sezione (ad es., per l’insegnamento<br />
della religione cattolica);<br />
la cucina e la <strong>di</strong>spensa;<br />
• un seminterrato, che comprende una vasta cantina ed alcuni locali <strong>di</strong><br />
servizio;<br />
• un primo piano, che comprende un ex ufficio della <strong>di</strong>rezione, una<br />
stanzetta ad uso magazzino per le insegnanti ed un altro locale <strong>di</strong><br />
servizio.<br />
Il giar<strong>di</strong>no comprende una zona asfaltata ed un’altra con terriccio ed alberi;<br />
nella zona asfaltata sono presenti <strong>di</strong>versi giochi strutturati da esterno (scivoli<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>verse <strong>di</strong>mensioni, casette, ecc…).<br />
La pianificazione degli spazi scolastici è fondamentale per connotare l’e<strong>di</strong>ficio<br />
come luogo intenzionalmente educativo.<br />
Lo spazio scolastico infatti dev’essere organizzato in funzione delle esigenze dei<br />
bambini, affinché ogni loro esperienza, sia <strong>di</strong> routine che <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento<br />
specifico, acquisti un preciso significato, favorendo lo sviluppo <strong>di</strong> abilità e<br />
competenze cognitive e relazionali.<br />
In particolare lo spazio viene allestito per consentire al bambino <strong>di</strong> ritrovare<br />
<strong>di</strong>mensioni personali (ambiti <strong>di</strong> riferimento sicuri, appaganti il senso d’identità)<br />
e collettive (ambiti con<strong>di</strong>visi con gli altri).<br />
10
Lo spazio della sezione è il luogo nel quale i bambini trovano elementi <strong>di</strong> stabilità<br />
emotivo-affettiva; ogni aula-sezione poi è sud<strong>di</strong>visa in spazi variamente<br />
connotati per specifiche attività educative: “zona d’incontro” (dove ci si può<br />
sedere in cerchio e svolgere giochi <strong>di</strong> gruppo); angolo della casetta (per il gioco<br />
simbolico); angolo dei travestimenti; angolo delle costruzioni, angolo delle<br />
marionette, angolo morbido (per la lettura ed il rilassamento); tutte queste<br />
“zone” vengono organizzate annualmente dalle insegnanti nel mese <strong>di</strong> settembre<br />
prima dell’apertura della scuola all’utenza.<br />
Risorse materiali<br />
Alla scuola vengono assegnate annualmente delle dotazioni, per il tramite<br />
dell’Area Educazione, in base ai fon<strong>di</strong> <strong>di</strong>sponibili in tal senso per effetto della<br />
legge regionale 10/1988 (<strong>di</strong>sposizione normativa della Regione Friuli Venezia-<br />
Giulia sul “<strong>di</strong>ritto allo stu<strong>di</strong>o”).<br />
Tali fon<strong>di</strong> però possono essere impiegati esclusivamente per l’acquisto <strong>di</strong> beni<br />
non durevoli<br />
e cioè per materiale <strong>di</strong> cancelleria (carta colorata, d’impacco,<br />
cartoncini, pennarelli, ecc…) e giochi “da tavolo” per le sezioni.<br />
Inoltre, l’Amministrazione Comunale assegna ogni anno scolastico specifiche<br />
dotazioni per l’acquisto <strong>di</strong> materiale <strong>di</strong>dattico <strong>di</strong> consumo, oltrechè per<br />
l’acquisto <strong>di</strong> giochi strutturati e per lo sviluppo <strong>di</strong> rollini fotografici.<br />
11
Il tempo della scuola<br />
Il tempo scolastico assume un’evidente valenza pedagogica in relazione alle<br />
esigenze d’appren<strong>di</strong>mento dei bambini e deve porsi in equilibrio con le regole<br />
istituzionali che determinano gli orari e i perio<strong>di</strong> d’apertura del servizio.<br />
Il tempo costituisce dunque una risorsa fondamentale che va impiegata,<br />
evitando gli irrigi<strong>di</strong>menti, ma consentendo una <strong>di</strong>stribuzione or<strong>di</strong>nata delle<br />
attività educative nella giornata scolastica.<br />
Il ritmo della giornata allora va scan<strong>di</strong>to rispettando anzitutto il benessere<br />
psicofisico del bambino; occorre tener conto cioè del tempo del bambino , da<br />
intendersi come il tempo <strong>di</strong> cui egli necessita per svolgere le varie attività, il<br />
bambino infatti è sostanzialmente lento: esige tempo, che non è il tempo<br />
dell’adulto.<br />
La scansione del tempo va pertanto programmata tenendo conto del tempo del<br />
bambino , ma anche <strong>di</strong> quelle attività (denominate con il termine francese <strong>di</strong><br />
“routine”) che costituiscono momenti essenziali nella vita comunitaria della<br />
scuola: l’ingresso, il pranzo, le pratiche d’igiene, il rior<strong>di</strong>no degli effetti<br />
personali e dei giochi, ecc..<br />
I tempi delle routine infatti non sono meno importanti, ai fini educativi,<br />
rispetto ai tempi più propriamente <strong>di</strong>dattici.<br />
LA GIORNATA “TIPO”<br />
9 merenda mattutina e poi tutti in bagno<br />
9.45- 11.45 attività organizzate nel gruppo classe o intersezione<br />
11.45 igiene personale<br />
12 pranzo e a seguire la lavatura dei denti<br />
13.30-15 attività educative organizzate<br />
15 merenda pomeri<strong>di</strong>ana<br />
15.30- 17 uscita e gioco libero<br />
12
La formazione delle sezioni<br />
Nel mese <strong>di</strong> settembre, prima dell’apertura della scuola all’utenza, nell’ambito<br />
del Collegio degli Educatori, si procede alla formazione delle sezioni sulla base<br />
dei seguenti criteri:<br />
<br />
ogni sezione può essere composta da un massimo <strong>di</strong> 25 iscritti ed è al suo<br />
interno eterogenea per età, pertanto equa <strong>di</strong>stribuzione degli iscritti in<br />
base all’anno <strong>di</strong> nascita e al sesso;<br />
<br />
sono favoriti i bambini portatori <strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap, ma anche quelli degni <strong>di</strong><br />
tutela, quali ad esempio, i bambini stranieri, al fine <strong>di</strong> favorire<br />
l’integrazione linguistica;<br />
<br />
particolari esigenze espresse dalle famiglie (preferenze per una<br />
determinata sezione, dopo aver però sod<strong>di</strong>sfatto i criteri <strong>di</strong> cui sopra).<br />
Va osservato che il gruppo-sezione rappresenta rappresenta il fulcro della scuola<br />
dell’infanzia perché garantisce continuità, identità psicologica e senso<br />
d’appartenenza, ma esso non costituisce l’unica modalità <strong>di</strong> raggruppamento dei<br />
bambini all’interno della scuola; i gruppi-sezioni si rapportano infatti tra loro in<br />
modo aperto e flessibile per consentire attività d’inter-sezione e cioè attività<br />
<strong>di</strong>dattiche con piccoli o gran<strong>di</strong> gruppi provenienti dalle <strong>di</strong>verse sezioni.<br />
13
L’inserimento nella scuola<br />
I primi giorni a scuola rappresentano una svolta importante nella vita dei bambini<br />
quanto in quella dei loro genitori. E’ questo il momento in cui, spesso per la prima<br />
volta, il bambino trascorre regolarmente parte della giornata lontano da dalla<br />
propria casa e dalla propria famiglia.<br />
Il primo inserimento nella scuola dell’infanzia dunque è una fase particolarmente<br />
delicata per il bambino, oltrechè fortemente coinvolgente per i genitori. Ed è<br />
per questo che è necessario evitare che il bambino viva l’ingresso a scuola come<br />
una forzatura e quin<strong>di</strong> vi si opponga.<br />
Fatta questa premessa, va osservato che l’unico criterio adottabile per organizzare<br />
adeguatamente l’inserimento del bambino nella scuola è quello della flessibilità,<br />
intesa come flessibilità negli orari d’entrata e <strong>di</strong> uscita del bambino da scuola e<br />
come gradualità circa i tempi <strong>di</strong> permanenza nell’ambiente educativo.<br />
Ricor<strong>di</strong>amo comunque che solitamente i primi 5 giorni d’apertura della scuola, pur<br />
essendovi la possibilità <strong>di</strong> fruire del pranzo sin dal primo giorno, gli orari<br />
scolastici sono ridotti e cioè il servizio chiude alle ore 14 in modo da consentire<br />
alle maestre <strong>di</strong> essere in compresenza tutta la giornata (o quasi) e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
gestire meglio l’inserimento dei bambini.<br />
Queste le strategie adottate per vivere il più serenamente possibile l’ingresso<br />
alla scuola dell’infanzia:<br />
1. presenza graduale del bambino a scuola ;<br />
2. compresenza delle 2 insegnanti <strong>di</strong> sezione nei primi 5 giorni <strong>di</strong> apertura;<br />
3. rispetto (compatibilmente alle esigenze familiari) dei tempi del bambino;<br />
14
Frequenza, salute, abbigliamento<br />
Ricor<strong>di</strong>amo che la famiglia deve ricordarsi <strong>di</strong> avvisare sempre le insegnanti circa<br />
i motivi dell’assenza da scuola del proprio/a figlio/a (sia che si tratti <strong>di</strong> motivi<br />
<strong>di</strong> salute che <strong>di</strong> motivi familiari).<br />
Infatti, in caso <strong>di</strong> assenza non giustificata superiore ai 15 giorni, il posto può<br />
essere reso <strong>di</strong>sponibile per i bambini che si trovino ancora in lista d’attesa.<br />
Va osservato che i bambini che iniziano a frequentare la scuola dell’infanzia, e<br />
cioè la vita <strong>di</strong> comunità , si ammalano facilmente; ciò è assolutamente normale in<br />
quanto nelle stagioni più fredde le attività si svolgono in ambienti chiusi e<br />
affollati e, pertanto, virus e batteri si trasmettono facilmente.<br />
Per circoscrivere la <strong>di</strong>ffusione delle malattie, evitare le ricadute e tutelare la<br />
salute della comunità tutta (personale scolastico compreso) i genitori sono<br />
invitati a rispettare adeguatamente i tempi <strong>di</strong> convalescenza dei propri figli.<br />
E’ bene sapere che il personale della scuola non somministra farmaci ai bambini,<br />
tranne quelli salva-vita, per il cui impiego esiste una particolare procedura<br />
(siglata in seguito ad un protocollo tra l’azienda sanitaria e l’amministrazione<br />
comunale), che la famiglia ed il personale della scuola sono tenuti a seguire.<br />
Nella nostra scuola si usano i grembiulini<br />
<strong>di</strong> colore rosa od azzurro (e vi<br />
chiederemo <strong>di</strong> personalizzarli con il nome del bambino/a) con l’abbottonatura sul<br />
davanti (per facilitare l’autonomia durante la vestizione) e l’elastico ai polsi;<br />
s’impiegano poi scarpette comode e robuste con la suola in gomma e la chiusura<br />
a strappo.<br />
15
E’ inoltre necessario portare a scuola un piccolo asciugamano (fornito <strong>di</strong> asola<br />
per poter essere appeso), un cambio d’indumenti appropriato alla stagione da<br />
utilizzare in caso <strong>di</strong> necessità, ed infine dentifricio e spazzolino per consentire<br />
l’igiene orale dopo il momento del pranzo<br />
Alimentazione e feste <strong>di</strong> compleanno<br />
Quando il bambino fa il suo ingresso nella scuola dell’infanzia, oltre a giocare, ad<br />
imparare, a comunicare, con<strong>di</strong>vide il momento del pasto con gli altri bambini.<br />
Molto spesso i genitori si preoccupano <strong>di</strong> sapere “se” e “quanto mangia” il<br />
proprio figlio a scuola: il fatto <strong>di</strong> non poter controllare <strong>di</strong>rettamente la sua<br />
alimentazione può, infatti, suscitare nei famigliari uno stato <strong>di</strong> preoccupazione.<br />
Va osservato che il rifiuto che i bambini hanno talora nei confronti <strong>di</strong> un certo<br />
cibo raramente è definitivo e totale; l’importante è non drammatizzare la<br />
rinuncia del bambino <strong>di</strong> qualche porzione del pasto. Ecco perché, anche se è<br />
molto forte la tentazione <strong>di</strong> dare al bambino solo quelle cose che piacciono<br />
“purché mangi”, è preferibile che il bambino mangi, magari anche poco, ma un po’<br />
<strong>di</strong> tutto.<br />
Alla scuola dell’infanzia il menù viene elaborato secondo le linee guida per<br />
un’alimentazione sana ed equilibrata stabilite dalla <strong>di</strong>etista comunale in stretta<br />
collaborazione con l’Azienda Sanitaria Locale.<br />
16
In particolare, il menù offerto a scuola (esposto quoti<strong>di</strong>anamente all’apposito<br />
albo per i genitori all’ingresso ) ha le seguenti caratteristiche:<br />
• è articolato su quattro settimane ed alterna le pietanze secondo la<br />
stagionalità;<br />
• presenta una ricca varietà <strong>di</strong> verdure sia crude che cotte;<br />
• prevede un uso ragionato dei con<strong>di</strong>menti.<br />
I pasti dei bambini nel corso della giornata consistono in: merenda mattutina<br />
(alle ore 9.00); pranzo (alle ore 12.00) e merenda pomeri<strong>di</strong>ana (alle ore 15.00).<br />
I pasti vengono preparati quoti<strong>di</strong>anamente nella cucina scolastica dalla cuoca e<br />
dal personale della Ditta Cir Food, appaltata dal <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Trieste</strong> per<br />
l’erogazione del servizio mensa.<br />
In caso <strong>di</strong> problemi <strong>di</strong> salute (in<strong>di</strong>sposizioni momentanee, allergie o intolleranze<br />
alimentari) è prevista la somministrazione <strong>di</strong> specifiche <strong>di</strong>ete (ad esempio, la<br />
<strong>di</strong>eta “no latte” o la <strong>di</strong>eta “no uova”, ecc…) tramite la compilazione <strong>di</strong> uno precisa<br />
modulistica <strong>di</strong>sponibile presso le maestre.<br />
17
I rapporti con le famiglie<br />
Poiché gli ambienti <strong>di</strong> vita del bambino sono strettamente interconnessi tra<br />
loro, è evidente la necessità da parte della scuola <strong>di</strong> prestare massima<br />
attenzione all’ambiente <strong>di</strong> vita primario del bambino: il suo contesto familiare.<br />
La scuola dell’infanzia comunale, infatti, come si legge all’art. 1 (“Finalità”) del<br />
relativo Regolamento, “affianca le famiglie nell’educazione e nella formazione<br />
delle bambine e dei bambini dai 3 ai 6 anni…” e “”promuove la partecipazione<br />
delle famiglie…” alla vita della scuola.<br />
E’ quin<strong>di</strong> fondamentale che tra la scuola e la famiglia s’instauri un clima <strong>di</strong><br />
collaborazione reciproca.<br />
I rapporti con le famiglie possono essere <strong>di</strong> tipo informale (si tratta dei colloqui<br />
quoti<strong>di</strong>ani che i genitori possono avere con le maestre al momento dell’entrata<br />
e dell’uscita del bambino da scuola) o <strong>di</strong> tipo formale in quanto gli incontri con le<br />
famiglie vengono appositamente programmati<br />
all’inizio e durante l’anno<br />
scolastico in sede <strong>di</strong> Collegio degli Educatori.<br />
Tali incontri comprendono:<br />
le riunioni <strong>di</strong> sezione: si svolgono solitamente nel mese <strong>di</strong> novembre (per la<br />
presentazione del POF alle famiglie) ed in primavera, consentendo <strong>di</strong> affrontare<br />
tematiche <strong>di</strong>dattiche ed organizzative dell’intera sezione;<br />
i colloqui in<strong>di</strong>viduali: vengono concordati tra insegnanti e genitori come<br />
occasione d’approfon<strong>di</strong>mento e <strong>di</strong> confronto sulla situazione evolutiva del<br />
singolo bambino; sono calendarizzati nei mesi <strong>di</strong> ottobre/novembre;<br />
gennaio/febbraio e maggio/giugno.<br />
18
il Consiglio della scuola: è un organo collegiale che ha la funzione <strong>di</strong> “favorire<br />
la partecipazione attiva delle famiglie alla vita della scuola” (art. 7 “Organismi<br />
<strong>di</strong> partecipazione”” del Regolamento); tale organo, che resta in carica tre anni, è<br />
composto dai rappresentanti dei genitori (uno per ogni gruppo-sezione, eletto<br />
dai genitori), dai rappresentanti del personale insegnante (uno per grupposezione,<br />
eletto dal Collegio degli educatori) e da un rappresentante del<br />
personale d’appoggio (eletto in sede <strong>di</strong> Collettivo del personale); il Coor<strong>di</strong>natore<br />
Pedagogico lo presiede come membro <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto.<br />
Il Consiglio <strong>di</strong> Scuola viene convocato dal suo Presidente o qualora le sue<br />
componenti ne ravvisino la necessità per <strong>di</strong>scutere <strong>di</strong> problematiche <strong>di</strong> vario<br />
tipo che ineriscono all’organizzazione scolastica nel suo complesso.<br />
Tale organo viene comunque convocato dalla Coor<strong>di</strong>natrice nei primi mesi<br />
dell’anno (nel mese <strong>di</strong> ottobre solitamente) ai fini dell’adozione da parte dei<br />
rappresentanti dei genitori del <strong>Piano</strong> dell’Offerta <strong>Formativa</strong> (POF).<br />
19
I Progetti educativi per l’anno scolastico 2013/2014<br />
Introduzione<br />
La finalità ultima della scuola dell’infanzia, delineata nelle nuove “In<strong>di</strong>cazioni<br />
Nazionali”, consiste nel “promuovere nei bambini lo sviluppo dell’identità,<br />
dell’autonomia, della competenza, della citta<strong>di</strong>nanza e li avvia alla citta<strong>di</strong>nanza”.<br />
Consolidare l’identità “significa vivere serenamente tutte le <strong>di</strong>mensioni del proprio io,<br />
stare bene…..sentirsi sicuri in un ambiente sociale allargato.”;<br />
Sviluppare l’autonomia “significa avere fiducia in sé e fidarsi degli altri….provare<br />
sod<strong>di</strong>sfazione nel fare da sé…..esprimere sentimenti ed emozioni; partecipare alle<br />
decisioni esprimendo opinioni…”<br />
Acquisire competenze “significa giocare, muoversi, manipolare, curiosare, domandare,<br />
imparare a riflettere sull’esperienza attraverso l’esplorazione, l’osservazione…..”;<br />
Sviluppare il senso della citta<strong>di</strong>nanza “significa scoprire gli altri; i loro bisogni e la<br />
necessità <strong>di</strong> gestire i contrasti attraverso regole con<strong>di</strong>vise, che si definiscono<br />
attraverso le relazioni, il <strong>di</strong>alogo..”.<br />
Tali importanti traguar<strong>di</strong> da raggiungere vanno contestualizzati, secondo le nuove<br />
In<strong>di</strong>cazioni, in una scuola dell’infanzia che deve proporsi come “contesto <strong>di</strong> relazione,<br />
<strong>di</strong> cura e d’appren<strong>di</strong>mento.“.<br />
La scuola dunque <strong>di</strong>viene luogo <strong>di</strong> relazioni dove le insegnanti devono saper “dare<br />
ascolto e attenzione a ciascun bambino” e l’appren<strong>di</strong>mento deve avvenire attraverso<br />
“l’esperienza, l’esplorazione, i rapporti tra i bambini, con la natura, gli oggetti, l’arte, il<br />
territorio e le sue tra<strong>di</strong>zioni..”<br />
A tal proposito si osserva che le “In<strong>di</strong>cazioni” delineano cinque campi d’esperienza del<br />
bambino, tali campi in<strong>di</strong>cano i <strong>di</strong>versi ambiti del fare e dell’agire del bambino e quin<strong>di</strong> i<br />
20
settori specifici e in<strong>di</strong>viduabili nei quali il bambino sviluppa il suo appren<strong>di</strong>mento,<br />
perseguendo i suoi traguar<strong>di</strong> formativi nel concreto dell’agire quoti<strong>di</strong>ano.<br />
I cinque campi d’esperienza, illustrati nelle In<strong>di</strong>cazioni, e che consentiranno<br />
d’articolare le attività-contenuto dei progetti educativi per l’anno scolastico in corso,<br />
sono:<br />
1. Il sé e l’altro: in questo campo confluiscono l’educazione morale e civile,<br />
affettiva, religiosa, e l’educazione alla multiculturalità;<br />
2. Il corpo e il movimento: questo campo riguarda l’educazione alla corporeità e<br />
alla motricità;<br />
3. Immagini, suoni, colori: è lo specifico campo dell’educazione artistica, musicale<br />
e multime<strong>di</strong>ale;<br />
4. I <strong>di</strong>scorsi e le parole: è il campo d’esperienza dell’educazione linguistica ed<br />
espressiva;<br />
5. La conoscenza del mondo: questo campo d’esperienza si rivolge in modo<br />
specifico alla prima formazione d’abilità scientifiche e matematiche.<br />
Questa breve introduzione <strong>di</strong> carattere pedagogico per far comprendere alle famiglie<br />
che tutti i progetti educativi elaborati per l’anno scolastico in corso vanno intesi come<br />
proposte o programmi specifici per consentire <strong>di</strong> tradurre le finalità ultime della<br />
scuola dell’infanzia, e cioè la maturazione dell’identità, la conquista dell’autonomia,<br />
lo sviluppo delle competenze e del senso <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza, in specifici traguar<strong>di</strong><br />
operativi e cioè in obiettivi educativi e cognitivi esprimibili in precise condotte<br />
comportamentali secondo la fascia d’età dei bambini.<br />
I vari progetti educativi infine intendono investire trasversalmente i vari campi<br />
esperenziali del bambino, consentendo quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> strutturare situazioni<br />
d’appren<strong>di</strong>mento “circolari” e cioè collegate tra loro, sebbene ogni singolo progetto<br />
21
vada poi ad approfon<strong>di</strong>re uno specifico campo d’esperienza del bambino, così come<br />
delineato nelle “in<strong>di</strong>cazioni per il curricolo per la scuola dell’infanzia”.<br />
L’educazione interculturale<br />
Premessa<br />
Le caratteristiche dei più recenti fenomeni migratori, dagli anni ’90 ad oggi, hanno<br />
portato ad un aumento considerevole dei bambini d’origine non italiana nei servizi per<br />
l’infanzia.<br />
La presenza <strong>di</strong> bambini stranieri varia da scuola a scuola e nella nostra solitamente non<br />
sono presenti molti bambini con citta<strong>di</strong>nanza straniera, causa l’ubicazione periferica e<br />
rionale del plesso.<br />
Tuttavia, la nostra scuola come gli altri servizi educativi presenti sul territorio può<br />
definirsi multiculturale, come la società attuale in cui sono compresenti molteplici<br />
culture.<br />
Il termine multicultura, che si limitava a riconoscere la compresenza <strong>di</strong> modelli<br />
culturali <strong>di</strong>fferenti, è stato sostituito dal termine intercultura che si riferisce, a<br />
partire dal prefisso “inter” (tra), ad un’interazione, ad un incontro tra comunità umane<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>versa origine etnica, geografica e religiosa.<br />
22
Finalità<br />
L’educazione interculturale non prevede solo la considerazione delle <strong>di</strong>fferenze tra sé<br />
e l’altro, non prevede solo l’accoglienza dell’altro <strong>di</strong>verso da sé, ma favorisce l’incontro<br />
“vero” con l’altro, nel rispetto delle <strong>di</strong>fferenze.<br />
L’educazione interculturale si pone, infatti, le seguenti finalità:<br />
Valorizzare l’identità culturale <strong>di</strong> ciascuno;<br />
Favorire l’incontro con altri modelli culturali;<br />
Costruire nuovi modelli a partire da tale incontro.<br />
Ogni bambino straniero ha la propria storia ed è <strong>di</strong> fondamentale importanza tenerne<br />
conto, come, del resto, ogni bambino ha la propria storia! Il tema delle <strong>di</strong>fferenze<br />
riguarda tutti ed è esperienza del quoti<strong>di</strong>ano. Ogni bambino (non solo i bambini<br />
stranieri) che entra alla scuola dell’infanzia arriva con la propria storia che è fatta<br />
d’eventi, d’aspettative, <strong>di</strong> trame famigliari, <strong>di</strong> relazioni specifiche. La scuola deve<br />
tenerne conto e accogliere i bambini con le loro <strong>di</strong>fferenze, sapendo che quando un<br />
bambino a tre anni varcala soglia della scuola dell’infanzia non entra da solo, ma con lui<br />
entrano la sua famiglia e la sua storia.<br />
Educazione interculturale significa educazione al <strong>di</strong>alogo, alla convivenza democratica,<br />
educazione alla pace, ma significa anche educazione del conflitto per saperlo gestire.<br />
Agire in maniera interculturale non significa sospendere ogni critica e giu<strong>di</strong>zio e<br />
nemmeno buttar via il nostro bagaglio culturale; al contrario è importante che<br />
l’educatrice tenga conto della propria identità, delle proprie idee e con queste si<br />
rapporti con rispetto ed accoglienza alle culture <strong>di</strong>verse dalla sua. E’ per questo che<br />
alla base della pedagogia interculturale vi è il <strong>di</strong>alogo, ma anche la gestione del<br />
conflitto.<br />
23
Gli strumenti<br />
Uno strumento specifico è rappresentato dalla presenza a scuola del me<strong>di</strong>atore<br />
culturale che può facilitare la comunicazione e la comprensione scuola –famiglia o<br />
stabilire un ponte tra la cultura del bambino, della sua famiglia e quella della scuola, ad<br />
esempio nel momento in cui è prevista la loro partecipazione ai colloqui tra maestre e<br />
genitori, non solo con il compito <strong>di</strong> tradurre la lingua ai fini della comprensione, ma<br />
anche per interpretare gli eventuali frainten<strong>di</strong>menti sul piano linguistico e<br />
contenutistico.<br />
La me<strong>di</strong>azione culturale è svolta da persone straniere, in genere con una formazione<br />
specifica, che vivono in Italia e conoscono la lingua e la cultura italiana. I me<strong>di</strong>atori<br />
culturali sono reclutati per il tramite dell’Area Educazione.<br />
Metodologia con i bambini<br />
I progetti d’educazione interculturale si pongono l’obiettivo <strong>di</strong> valorizzare le<br />
<strong>di</strong>fferenze e le similarità tra i bambini, all’insegna del rispetto e della con<strong>di</strong>visione, sia<br />
all’interno della sezione (ad esempio, attraverso la lettura <strong>di</strong> fiabe del mondo) oppure<br />
per inter-sezione attraverso lo svolgimento <strong>di</strong> specifici Laboratori interculturali<br />
affidati ad Agenzie educative esterne reclutate per il tramite della nostra Area del<br />
<strong>Comune</strong>.<br />
24
Progetto “Diamoci la Zampa”<br />
Educare alla relazione uomo - animale<br />
Premessa<br />
Lo psichiatra infantile Boris Levinson fu il primo a coniare il termine “Pet Therapy” per<br />
descrivere l’uso <strong>di</strong> animali da compagnia nella cura <strong>di</strong> malattie psichiatriche.<br />
Levinson aveva notato come alcuni dei propri pazienti con serie <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> relazione<br />
e <strong>di</strong> comunicazione interpersonale, stabilissero con sorprendente facilità legami<br />
affettivi e cognitivi con il proprio cane. L’animale aveva la funzione <strong>di</strong> aiutare il<br />
bambino ad abbassare le proprie barriere emotive, fornendogli un “conforto” ed una<br />
“simpatia” incon<strong>di</strong>zionate. Altri stu<strong>di</strong> hanno successivamente evidenziato una benefica<br />
influenza anche solo dalla presenza <strong>di</strong> un animale sui sintomi principali dello stress,<br />
cioè l’animale induce una normalizzazione del ritmo car<strong>di</strong>aco, della pressione arteriosa,<br />
della frequenza respiratoria e della tensione muscolare.<br />
L’utilizzo <strong>di</strong> animali da compagnia ai fini <strong>di</strong> Pet Therapy è stato riconosciuto come cura<br />
ufficiale dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 28 febbraio 2003.<br />
Finalità ed obiettivi generali<br />
In linea generale va detto che uno degli obiettivi socio-motivazionali della Pet Therapy<br />
consiste nella stimolazione dell’empatia (la capacità <strong>di</strong> identificarsi con l’altro): il<br />
bambino vede gli animali come pari. Gli animali sono come appaiono e pertanto la<br />
25
comprensione <strong>di</strong> quello che un animale prova è più semplice rispetto alla comprensione<br />
delle emozioni e dei sentimenti <strong>di</strong> una persona. Quando il bambino cresce la sua<br />
capacità <strong>di</strong> entrare in empatia con gli animali viene trasferita alle sue esperienze con<br />
gli altri esseri umani. Inoltre, un rapporto positivo con un animale può favorire nel<br />
bambino un interesse verso la natura in genere e la sua conservazione.<br />
Sviluppare il rispetto del mondo animale;<br />
Accrescere l’autostima personale;<br />
Diminuire gli stati <strong>di</strong> paura ed ansia;<br />
Arricchire il vocabolario comunicazionale;<br />
Aumentare la curiosità e l’entusiasmo;<br />
Implementare l’atteggiamento empatico;<br />
Diminuire la <strong>di</strong>ffidenza verso la <strong>di</strong>versità.<br />
Obiettivi specifici<br />
<br />
Conoscenza delle caratteristiche degli animali domestici e del corretto<br />
approccio;<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
Stimolazione delle capacità <strong>di</strong> osservazione e tattili;<br />
Sviluppo dell’autocontrollo, della gestione delle emozioni;<br />
Sviluppo delle abilità sociali ed empatiche;<br />
Sviluppo delle capacità d’attenzione, d’osservazione e catalogazione delle<br />
conoscenze;<br />
<br />
<br />
<br />
Sviluppo delle capacità espressive verbali;<br />
Interiorizzazione delle regole: il “No” che educa;<br />
Sviluppo della capacità <strong>di</strong> collaborazione con i propri pari.<br />
26
Metodologia<br />
Va detto anzitutto che il progetto <strong>di</strong> Pet Therapy si realizzerà attraverso il supporto<br />
<strong>di</strong> un’agenzia educativa esterna, reclutata per il tramite dell’Area Educazione,<br />
Università e Ricerca con apposito incarico.<br />
Tale incarico “esterno” viene attribuito sulla base <strong>di</strong> specifici fon<strong>di</strong> regionali a ciò<br />
destinati. Solitamente tale tipologia <strong>di</strong> incarichi vengono avviati operativamente dalla<br />
nostra Area non prima dei mesi <strong>di</strong> gennaio/febbraio.<br />
Si prevedono incontri a scuola con gli operatori esterni della durata <strong>di</strong> 1 ora circa<br />
modulati sull’età dei bambini partecipanti.<br />
Saranno proposte attività d’interazione guidata con l’animale vivo e cioè ai bambini<br />
s’insegnerà ad entrare in contatto in modo corretto con l’animale: come si fa una<br />
carezza, come si dà un bocconcino, ecc…<br />
I bambini saranno invitati a guardare, toccare, ascoltare, odorare gli animali e<br />
stimolati a descrivere le sensazioni provate ed a <strong>di</strong>stinguere le caratteristiche<br />
peculiari degli animali presenti; i bambini saranno invitati a dare piccoli coman<strong>di</strong> al<br />
cane e/o a dare da mangiare ad altri animali, a passeggiare e/o interagire con il cane; i<br />
bambini saranno invitati a ripetere i nomi dei cani conosciuti nei precedenti incontri e<br />
a descrivere le loro caratteristiche principali. Naturalmente il progetto prevede il<br />
coinvolgimento <strong>di</strong> cani od altri animali sempre educati a tali fini e tutti costantemente<br />
sotto controllo me<strong>di</strong>co-veterinario.<br />
Prima d’iniziare le attività verrà svolta una riunione per le famiglie dei bambini<br />
coinvolti da parte del personale dell’agenzia esterna al fine <strong>di</strong> illustrare i contenuti<br />
dell’intervento e <strong>di</strong>scutere sulle eventuali perplessità.<br />
Il progetto potrà quin<strong>di</strong> essere mo<strong>di</strong>ficato in itinere sulla base delle priorità<br />
educative delle maestre, ai bisogni manifestati dai bambini, alle loro singole risposte<br />
comportamentali o ad eventuali circostanze non previste.<br />
27
Per partecipare al progetto è necessario escludere la presenza <strong>di</strong> casi non compatibili<br />
con le attività proposte, ovvero:<br />
bambini allergici ai derivati ectodermici degli animali coinvolti (allergia al pelo<br />
del cane, del gatto, ecc…);<br />
bambini con fobie nei confronti degli animali (in particolare cani, gatti, ecc…).<br />
Ai genitori dei bambini coinvolti verrà richiesta specifica autorizzazione per la<br />
partecipazione al progetto.<br />
Attività<br />
Le attività si sud<strong>di</strong>videranno essenzialmente in due tipologie:<br />
<br />
attività osservative nelle quali l’animale è presente, ma non si ha ancora<br />
un’interazione <strong>di</strong>retta con esso e l’attività si limita alla sua osservazione;<br />
<br />
attività d’interazione cioè il vero e proprio incontro e relazione con l’animale.<br />
I quest’ambito le attività educative che potranno essere messe in atto sono le<br />
seguenti:<br />
o l’approccio (modalità <strong>di</strong> relazionarsi con il pet);<br />
o il contatto (relazione tattile);<br />
o interazione mimetica (imparare a muoversi in concerto con l’animale);<br />
o il gioco;<br />
o la cura (acca<strong>di</strong>mento, affettività, miglioramento dell’autostima);<br />
o richiesta <strong>di</strong> performance al pet, impartire coman<strong>di</strong>, ecc…;<br />
o collaborazione con il pet in qualche attività (cognitiva, motoria, lu<strong>di</strong>ca,<br />
ecc…).<br />
Destinatari<br />
Il gruppo dei bambini “me<strong>di</strong>” delle quattro sezioni della scuola.<br />
28
Tempi ed organizzazione<br />
A partire da gennaio/febbraio 2014 me<strong>di</strong>ante un ciclo d’interventi <strong>di</strong> un’ora ciascuno a<br />
scuola svolti da un’agenzia educativa esterna (da reclutare per il tramite dell’Area<br />
Educazione)<br />
Spazi<br />
Il salone (spazio – gioco), il giar<strong>di</strong>no durante la bella stagione.<br />
Materiali<br />
• cartelloni, forbici, schede strutturate sugli animali, storie e brani scelti;<br />
• materiale <strong>di</strong> facile consumo: fogli, colla, colori vari;<br />
• sussi<strong>di</strong>avi visivi: foto, filmati, immagini <strong>di</strong> giornali;<br />
• ausili per animali: ciotole, guinzagli, gabbie, cibo specifico, spazzole, ecc..<br />
29
Progetto <strong>di</strong> Lingua Straniera ”L’Inglese Giocando”<br />
“We speak English”<br />
Premessa<br />
Una società multiculturale in rapida evoluzione come quella attuale fa emergere nuovi<br />
bisogni educativi e formativi tra cui quelli inerenti all’approccio alle lingue straniere,<br />
considerate come parte integrante della propria formazione personale e come<br />
passaggio obbligato per la conoscenza degli altri.<br />
L’attività in lingua inglese va realizzata nel rispetto delle specificità pedagogiche e<br />
metodologiche della scuola dell’infanzia, dove si richiede un intervento che non si<br />
configuri come insegnamento precoce e sistematico <strong>di</strong> una lingua straniera, ma come<br />
sensibilizzazione del bambino ad un co<strong>di</strong>ce linguistico <strong>di</strong>verso da quello materno<br />
me<strong>di</strong>ante attività <strong>di</strong>dattiche basate su un approccio <strong>di</strong> tipo lu<strong>di</strong>co.<br />
Destinatari: tutti i bambini della scuola: gran<strong>di</strong>, me<strong>di</strong> e piccoli.<br />
Collaborazione esterna<br />
Lo svolgimento del progetto implica necessariamente l’intervento a scuola <strong>di</strong><br />
un’insegnante esterna, provvista d’appositi titoli, selezionata dall’Area Educazione<br />
tramite specifico appalto per l’incarico dell’azione <strong>di</strong>dattico-educativa in lingua inglese<br />
nelle scuole dell’infanzia comunali.<br />
Finalità<br />
sviluppare la capacità <strong>di</strong> comprendere culture <strong>di</strong>verse dalla propria,;<br />
avvicinare i bambini in età prescolare alla lingua inglese, familiarizzando con il<br />
suono della lingua;<br />
<br />
conoscere usi e costumi <strong>di</strong>versi dai propri.<br />
30
Obiettivi generali<br />
acquisire nuove competenze fonetiche;<br />
ascoltare, comprendere, memorizzare parole in lingua inglese;<br />
memorizzare semplici filastrocche e canzoni;<br />
integrare la nuova lingua attraverso la comprensione <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi canali <strong>di</strong><br />
comunicazione: mimico, gestuale, comico, pittorico, ecc..<br />
Metodologia<br />
L’appren<strong>di</strong>mento della lingua inglese sarà organizzato in un clima lu<strong>di</strong>co tramite<br />
attività che implichino la spontaneità, la drammatizzazione, lo scambio verbale, la<br />
narrazione fantastica, il canto corale, le attività manuali, ecc…<br />
Per promuovere il coinvolgimento attivo dei bambini a livello verbale, gestuale,<br />
motorio, musicale, i contenuti dovranno essere presentati e ripetuti più volte,<br />
realizzando una situazione <strong>di</strong> base che consentirà l’inserimento progressivo <strong>di</strong> nuovi<br />
vocaboli.<br />
Saranno utilizzati vari strumenti: marionette, giocattoli, materiale per <strong>di</strong>segno,<br />
registratore con au<strong>di</strong>o-cassette in lingua inglese.<br />
Tempi<br />
Il progetto prevede interventi <strong>di</strong>retti della durata <strong>di</strong> un’ora ciascuno da parte<br />
dell’insegnante specializzata esterna con cadenza settimanale; gli interventi<br />
dell’insegnante d’inglese si svolgeranno nelle singole sezioni e saranno sempre<br />
affiancati da un’insegnante <strong>di</strong> classe.<br />
Il Progetto avrà inizio alla fine del mese <strong>di</strong> ottobre 2013, nella giornata del martedì,<br />
e prevede un totale <strong>di</strong> 22 lezioni <strong>di</strong> un’ora ciascuna.<br />
31
Progetto Lingue Minoritarie: “I Bambini del Rione <strong>di</strong> Servola”<br />
“Introduzione alla Lingua Slovena e alla comprensione delle<br />
Tra<strong>di</strong>zioni Culturali appartenenti alla Minoranza linguistica<br />
presente sul territorio.”<br />
Premessa<br />
Lo sloveno è una lingua minoritaria parlata a <strong>Trieste</strong> sin dal Me<strong>di</strong>oevo. Il rione <strong>di</strong><br />
Servola è una delle zone <strong>di</strong> <strong>Trieste</strong> dove la minoranza è presente in modo consistente<br />
e ra<strong>di</strong>cato. La prova più tangibile è data dalla presenza del museo etnografico visitato<br />
ogni anno da molte persone, il museo è piccolo ma ricco d’oggetti e foto che<br />
testimoniano la presenza degli sloveni dalla notte dei tempi. Ancora oggi dal<br />
panettiere al tabaccaio le persone parlano e si salutano nella lingua della minoranza.<br />
Nella chiesa de<strong>di</strong>cata a San Lorenzo le messe si svolgono sia in italiano sia in sloveno.<br />
Sul territorio sono inoltre presenti una scuola dell’infanzia statale ed una scuola<br />
primaria con lingua d’insegnamento slovena.<br />
Il progetto per l’avvicinamento dei bambini alla lingua slovena è stato avviato già nel<br />
2001, anno europeo de<strong>di</strong>cato alle lingue, dall’insegnante Tiziana S. della sezione “D”.<br />
I bambini del rione <strong>di</strong> Servola che frequentavano la scuola dell’infanzia “Borgo Felice”<br />
in realtà non conoscevano la lingua slovena, pur abitando in un territorio in cui viene<br />
frequentemente utilizzata dagli adulti. Alcuni nonni ed alcuni genitori, pur parlandola,<br />
non la insegnavano ai figli. Si è pensato quin<strong>di</strong> che l’insegnamento della lingua slovena<br />
già nella scuola dell’infanzia, oltre ad avvicinare il bambino ad un co<strong>di</strong>ce linguistico<br />
<strong>di</strong>verso da quello materno, potesse facilitare un superamento <strong>di</strong> quei pregiu<strong>di</strong>zi che,<br />
purtroppo, spesso sussistono nei confronti della popolazione <strong>di</strong> lingua minoritaria.<br />
Ricor<strong>di</strong>amo infine che dopo l’abbattimento dei confini e la creazione <strong>di</strong> nuove<br />
infrastrutture le <strong>di</strong>stanze, che una volta <strong>di</strong>videvano le <strong>di</strong>verse etnie, sono <strong>di</strong>ventate<br />
minime. Oggi, ad esempio, per raggiungere la ridente citta<strong>di</strong>na <strong>di</strong> Koper s’impiegano in<br />
auto meno <strong>di</strong> quin<strong>di</strong>ci minuti.<br />
32
Destinatari<br />
Come gli scorsi anni, il progetto si rivolgerà a tutti i bambini “piccoli”, “me<strong>di</strong>” e<br />
“gran<strong>di</strong>” della sezione “D”.<br />
Collaborazione esterna<br />
E’ previsto l’intervento in sede <strong>di</strong> un’insegnante <strong>di</strong> madrelingua slovena reclutata per il<br />
tramite dell’Area Educazione, Università e Ricerca con apposito incarico.<br />
Tale incarico “esterno” viene attribuito sulla base <strong>di</strong> specifici fon<strong>di</strong> regionali a ciò<br />
destinati.<br />
Contenuti<br />
I bambini riproducono suoni (fonemi), parole, giochi, canzoni e filastrocche in lingua<br />
slovena.<br />
Il progetto consente ai bambini <strong>di</strong> conoscere e sperimentare usi, costumi, cibi e<br />
tra<strong>di</strong>zioni del paese confinante attraverso l’interazione con l’insegnante <strong>di</strong><br />
madrelingua.<br />
Il progetto si propone <strong>di</strong> stimolare nei bambini un approccio positivo <strong>di</strong> curiosità, <strong>di</strong><br />
esplorazione e d’accettazione <strong>di</strong> ciò che è <strong>di</strong>verso dalla nostra lingua e dalla nostra<br />
cultura. Finalità molto importante per il futuro citta<strong>di</strong>no, tanto più tenendo presente<br />
la particolare collocazione geografica della nostra città prossima ai confini con la<br />
Slovenia.<br />
Per la sezione “D” va ricordata l’esperienza del gemellaggio con la scuola “Vrtec<br />
Semedela” <strong>di</strong> Capo<strong>di</strong>stria, iniziata nel 2001, che proseguirà anche quest’anno con<br />
lavoro in classe e con scambi reciproci.<br />
A tal proposito si ricorda che la sezione “D”, nell’ambito <strong>di</strong> un progetto <strong>di</strong>dattico <strong>di</strong><br />
sezione intitolato “Progetto Europa” per la promozione della conoscenza dei Paesi<br />
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dell’Unione Europea confinanti con il nostro territorio, ha instaurato un paternariato<br />
anche con una scuola dell’infanzia austriaca; si tratta della scuola “Volkendorf” <strong>di</strong><br />
Villacco. Il gemellaggio con questa scuola <strong>di</strong> Villacco è mantenuto attraverso costanti<br />
rapporti tra la maestra Tiziana S. della sezione “D” e le insegnanti austriache per via<br />
telematica. Il paternariato con l’Austria si è consolidato negli anni anche attraverso<br />
visite contraccambiate tra le maestre dei due Paesi. Nell’anno scolastico in corso<br />
s’intende proseguire con uno o più incontri che vedranno coinvolti i bambini della<br />
sezione “Orsetti”, i bambini della scuola austriaca, i rispettivi genitori ed insegnanti.<br />
Finalità<br />
o Acquisizione delle prime competenze linguistico-comunicative della lingua<br />
slovena (già parlata nel territorio rionale);<br />
o Favorire la convivenza democratica tra gli abitanti del territorio;<br />
o Favorire lo scambio tra bambini, genitori, insegnanti <strong>di</strong> etnie <strong>di</strong>verse.<br />
Obiettivi specifici<br />
<br />
Capacità <strong>di</strong> stabilire contatti sociali <strong>di</strong> base usando le più semplici formule<br />
convenzionali in lingua slovena;<br />
<br />
Capacità <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> un repertorio lessicale <strong>di</strong> base fatto <strong>di</strong> singole parole e<br />
<strong>di</strong> semplici espressioni riferibili ad un certo numero <strong>di</strong> situazioni concrete <strong>di</strong> cui<br />
si ha esperienza;<br />
<br />
Capacità <strong>di</strong> comprendere brevi frasi riferite ad argomenti familiari o scolastici.<br />
Attività<br />
L’insegnamento della lingua slovena viene a toccare varie aree esperenziali del<br />
bambino: attività motorie (danze, movimenti ritmati), attività grafiche ed espressive<br />
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(<strong>di</strong>segni e schede), attività musicali (canzoni, ritmi), attività linguistiche (filastrocche<br />
e fiabe), attività logiche e matematiche (conoscenza dei numeri nelle <strong>di</strong>verse lingue).<br />
Tempi<br />
Il monte ore degli interventi del collaboratore esterno <strong>di</strong> madrelingua slovena viene<br />
stabilito sulla base dei fon<strong>di</strong> stanziati da uno specifico bando regionale per<br />
l’insegnamento delle lingue minoritarie nelle scuole paritarie.<br />
Il Progetto può iniziare soltanto quando l’Area Educazione riceve i finanziamenti<br />
regionali e può quin<strong>di</strong> reclutare formalmente l’insegnante esterna <strong>di</strong> madre lingua<br />
slovena.<br />
Strumenti<br />
Fogli <strong>di</strong> <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> varie <strong>di</strong>mensioni, pennarelli, pennelli, tempere, videocamera,<br />
macchina <strong>di</strong>gitale, fotografie, piccoli manufatti creati dai bambini per lo scambio con i<br />
bambini sloveni, lettore Cd, burattini, lettere, scambi telefonici.<br />
Spazi<br />
Classe, salone della scuola , lo spazio morbido, gli spazi della scuola gemellata a Koper.<br />
Unità <strong>di</strong>dattiche<br />
1. i saluti;<br />
2. io mi chiamo;<br />
3. i colori;<br />
4. le parti del corpo;<br />
5. i numeri (fino a <strong>di</strong>eci);<br />
6. gli animali.<br />
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Adulti coinvolti<br />
Le maestre della sezione, i genitori, il personale <strong>di</strong> supporto, il personale <strong>di</strong> cucina, le<br />
coor<strong>di</strong>natrici delle scuole gemellate, rappresentanti dell’Area Educazione.<br />
Il progetto viene con<strong>di</strong>viso all’inizio dell’anno con le famiglie dei bambini della sezione.<br />
Alla fine dell’anno scolastico i genitori vengono coinvolti nello scambio con la scuola<br />
Vrtec <strong>di</strong> Semedela (Koper), se ciò risulterà possibile, oppure nella visione <strong>di</strong> uno<br />
spettacolo prodotto dai bambini tramite la visione <strong>di</strong> un video a scuola.<br />
Verifica<br />
Eseguita in itinere attraverso l’osservazione spontanea e sistematica del<br />
comportamento dei bambini sia da parte dell’insegnante esterna <strong>di</strong> madrelingua (con<br />
produzione <strong>di</strong> una valutazione finale scritta) sia da parte delle insegnanti <strong>di</strong> sezione.<br />
Si richiederà all’insegnante esterna <strong>di</strong> curare un piccolo fascicolo per ogni bambino<br />
della sezione.<br />
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Progetto Primi Passi nella Lingua Tedesca<br />
“Hallo Kinder”<br />
Premessa<br />
Come già sottolineato, l’appren<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> una lingua straniera durante l’infanzia è un<br />
processo spontaneo, facilitato dal fatto che la recettività cognitiva nei primi anni <strong>di</strong><br />
vita è altissima.<br />
Accostarsi ad una lingua e ad una cultura <strong>di</strong>fferente dalla propria, stimola lo sviluppo<br />
mentale, accresce le capacità comunicative, consente <strong>di</strong> uscire dal proprio<br />
egocentrismo e mettersi dal punto <strong>di</strong> vista dell’altro da sé.<br />
Finalità<br />
introduzione alla lingua ed alla cultura dei paesi <strong>di</strong> lingua tedesca per i bambini<br />
d’età pre-scolare.<br />
Obiettivi specifici<br />
conoscere alcuni vocaboli in lingua tedesca inerenti alla vita quoti<strong>di</strong>ana del<br />
bambino (le forme <strong>di</strong> saluto, i numeri fino a <strong>di</strong>eci, i colori, gli animali…)<br />
comprendere ed eseguire semplici consegne in lingua tedesca: ad esempio,<br />
alzarsi e sedersi, girarsi, battere le mani,…;<br />
conoscere usi, costumi e festività tedesche relative al periodo dell’anno in cui si<br />
svolgono gli incontri.<br />
Destinatari<br />
Tutti i bambini gran<strong>di</strong> delle quattro sezioni della scuola.<br />
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Collaborazione esterna<br />
Il progetto verrà svolto da un’insegnante esterna qualificata e <strong>di</strong> madre lingua tedesca<br />
del Goethe Institut <strong>di</strong> <strong>Trieste</strong> e reclutata , per il tramite dell’Area Educazione,<br />
Università e Ricerca.<br />
Tempi<br />
Sono previsti 5 incontri con cadenza settimanale presumibilmente nel periodo<br />
gennaio/febbraio 2014 con la compresenza <strong>di</strong> un’insegnante <strong>di</strong> classe. Lo svolgimento<br />
ed i tempi del progetto sono subor<strong>di</strong>nati all’iter burocratico – amministrativo<br />
espletato dall’Area Educazione.<br />
Metodologia<br />
Come per l’appren<strong>di</strong>mento della lingua inglese, l’approccio è <strong>di</strong> tipo lu<strong>di</strong>co. Verrà dato<br />
ampio spazio al canto ed alle attività <strong>di</strong> tipo motorio.<br />
Verranno utilizzati animali <strong>di</strong> pezza, libri illustrati, giocattoli, CD.<br />
Si partirà dalle domande formulate dai bambini per aiutarli a formulare le risposte in<br />
lingua tedesca; si terrà conto delle routine dei bambini e dei loro ritmi<br />
d’appren<strong>di</strong>mento per renderli promotori dello svolgimento delle varie unità <strong>di</strong>dattiche,<br />
ripetendo nelle lezioni successive le attività già proposte al fine <strong>di</strong> consolidarne<br />
l’acquisizione.<br />
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Progetto <strong>di</strong> Educazione Stradale<br />
“Conquistiamo le Regole del Gioco”<br />
Premessa<br />
Ogni bambino per maturare con equilibrio e sviluppare la propria sicurezza, ha bisogno<br />
<strong>di</strong> regole cui attenersi, in quanto non è ancora in grado <strong>di</strong> decidere autonomamente<br />
come comportarsi; l’insegnante ed il bambino, insieme, possono stabilire quali sono le<br />
norme più utili per vivere in sicurezza l'ambiente che ci circonda.<br />
L'educazione stradale, quin<strong>di</strong>, è vista come una parte della formazione al vivere<br />
sociale con le sue regole da rispettare e cui attenersi.<br />
Non è tanto importante trasmettere un gran numero <strong>di</strong> conoscenze, quanto il concetto<br />
che vi sono delle regole fondamentali per vivere nella comunità: quando queste regole<br />
vengono vissute dal bambino non come un'imposizione esterna, ma come una conquista<br />
personale fatta in collaborazione con l’adulto, esse sono realmente accettate ed<br />
interiorizzate.<br />
Destinatari<br />
Tutti i bambini “gran<strong>di</strong>” delle quattro sezioni: “A”, “B”, “C” e “D”.<br />
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Collaborazione esterna<br />
Il progetto si svolge con il supporto <strong>di</strong> alcuni Vigili (appositamente formati ed<br />
aggiornati) del Corpo della Polizia Municipale <strong>di</strong> <strong>Trieste</strong>.<br />
Finalità<br />
o in<strong>di</strong>rizzare il bambino, attraverso il gioco, all'accettazione delle regole del<br />
vivere comunitario.<br />
Soltanto attraverso il rispetto <strong>di</strong> precise regole il bambino potrà avere successo nel<br />
gioco; perciò la regola sarà accettata più facilmente non essendo vissuta come un<br />
<strong>di</strong>vieto, ma come la “soluzione migliore”: "la regola è buona perché è funzionale",<br />
questo il messaggio che si cercherà <strong>di</strong> trasmettere ai bambini.<br />
Obiettivi:<br />
1) Acquistare familiarità con la figura del "Vigile Urbano" e la sua <strong>di</strong>visa, quale punto<br />
<strong>di</strong> riferimento per la sicurezza in città.<br />
2) Riconoscere i pericoli della strada ed acquisire i relativi comportamenti corretti.<br />
3) Promuovere le capacità del bambino <strong>di</strong> riconoscere i simboli e <strong>di</strong> orientarsi nelle<br />
varie situazioni <strong>di</strong> vita quoti<strong>di</strong>ana.<br />
Tempi<br />
Il progetto si articolerà in alcuni incontri con i Vigili della durata <strong>di</strong> un'ora circa<br />
ciascuno (il numero degli interventi è da definire in itinere) : alcuni effettuati presso<br />
la scuola ed uno riservato ad un uscita <strong>di</strong>dattica presso il Campo Scuola <strong>di</strong> Via<br />
Rivoltella nella primavera del 2014.<br />
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Metodologia<br />
<br />
IL VIGILE URBANO: UN AMICO! Chi siamo e cosa facciamo => breve<br />
chiacchierata con i bambini. Giochiamo a fare i vigili: vestizione dei bambini<br />
con accessori del vigile.<br />
<br />
IL MONDO DEL CAOS E IL MONDO DELLE REGOLE. Giochiamo senza<br />
regole => il bambino sperimenta il mondo senza regole. Giochiamo con le<br />
regole => il bambino sperimenta la funzionalità della regola.<br />
I SEGNALI STRADALI. Riconoscimento dei segnali stradali =><br />
<strong>di</strong>scriminazione <strong>di</strong> forme e colori. Gioco: staffette, caccia al tesoro, memory<br />
con cartelli stradali.<br />
<br />
IL SEMAFORO. Gioco con i colori del semaforo =>gioco <strong>di</strong> movimento in<br />
classe con l'ausilio dei cerchi per simulare le automobili.<br />
<br />
IL BAMBINO SUL MARCIAPIEDE. Come camminare quando siamo a<br />
passeggio con mamma e papà. Come posso attraversare la strada.<br />
<br />
<br />
IL BAMBINO IN AUTOMOBILE. Come sto seduto => cinture e seggiolino.<br />
IL BAMBINO IN MOTO. Dove posso sedermi e cosa indosso => casco.<br />
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L’Insegnamento della Religione Cattolica<br />
L’insegnamento della religione cattolica sarà svolto secondo modalità congruenti alle<br />
specifiche finalità della scuola dell’infanzia e naturalmente nel pieno rispetto della<br />
volontà delle famiglie <strong>di</strong> avvalersi o no <strong>di</strong> tale insegnamento.<br />
L’insegnamento della Religione Cattolica è affidato ad un’insegnante specializzata<br />
inviata dall’Area Educazione (la maestra Raffaella P.), la cui programmazione annuale<br />
delle attività sarà illustrata ai genitori nell’ambito <strong>di</strong> una specifica riunione che si<br />
svolgerà nel mese <strong>di</strong> novembre 2014.<br />
L’insegnamento della religione non si configura come catechesi, non mira a fare del<br />
bambino un cristiano, non prepara ai sacramenti, non richiede un’adesione <strong>di</strong> fede né<br />
un’appartenenza ecclesiale.<br />
E’ invece una formazione educativa che aiuta il bambino a scoprire se stesso e gli altri,<br />
uscendo dal proprio egocentrismo, stimolandolo all’apertura verso l’altro e alla sua<br />
accettazione: l’insegnamento della religione cattolica nella scuola dell’infanzia si<br />
configura come educazione alla fratellanza e all’amicizia universale.<br />
L’insegnamento della Religione Cattolica si svolge nella giornata del lunedì sia con<br />
interventi nelle singole sezioni sia con gruppi <strong>di</strong> bambini <strong>di</strong> tutta la scuola sud<strong>di</strong>visi per<br />
fasce d’età e cioè con i gruppi d’inter-sezione dei bambini “piccoli”, “me<strong>di</strong>” e “gran<strong>di</strong>”.<br />
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