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ATTIVITÀ DEL CMI<br />
ROCCARASO, DUE SOLCHI SULLA NEVE LUNGHI 100 ANNI<br />
Avvolti dal cellophane trasparente del<br />
Palabatuffolo (Batuffolo la mascotte di<br />
Roccaraso dei 100 anni di sci), Ugo Del<br />
Castello ha presentato il libro Roccaraso,<br />
due solchi sulla neve lunghi 100’anni,<br />
alla presenza di circa 250 persone. Tra<br />
questi Massimo Caputi, giornalista RAI,<br />
la direttrice della rivista Eurotravel News,<br />
l’autore televisivo Toni Cosenza, un folto<br />
gruppo di maestri di sci e rappresentanti<br />
delle società degli impianti di risalita e<br />
delle istituzioni sportive e militari. Sono<br />
intervenuti Armando Cipriani Sindaco di<br />
Roccaraso; Roberto Ciampaglia, Sindaco<br />
di Rivisondoli; Domenico Di Sano, Presidente<br />
del Comitato abruzzese della FISI;<br />
Stefano Buccafusca, caporedattore del<br />
TG La7; rappresentanti delle FS e del<br />
Touring Club <strong>Italia</strong>no. Un secolo di sci di<br />
Roccaraso è un traguardo prestigioso, che<br />
pone la cittadina tra le prime località dove<br />
si diffuse lo sci in <strong>Italia</strong>, sicuramente prima<br />
sugli Appennini.<br />
Sono stati proiettati filmati d’epoca e la<br />
serata è stata allietata con intermezzi musicali<br />
suonati al pianoforte e al violino da<br />
ragazze di Roccaraso.<br />
Alcuni giovani indossavano abbigliamento<br />
d’epoca.<br />
Ugo Del Castello ha ricordato tutte le<br />
sfortunate persone che nel corso degli<br />
anni sono morte sulle nostre nevi per<br />
sciare, per gareggiare, per lavorare sugli<br />
impianti di risalita e alla fine tutti in piedi<br />
in commosso e reverente silenzio per<br />
ascoltare il brano “Signore delle cime”<br />
cantato dagli Alpini della brigata Cadore.<br />
In particolare è stata ricordata la frequenza,<br />
tra la fine degli anni ’20 e l’inizio<br />
degli anni ’30, della Principessa Giovanna<br />
di Savoia e quella assidua del Principe<br />
di Piemonte Umberto dagli inizi degli<br />
anni ’20 fino all’estate del 1943 (nella<br />
foto alla partenza della slittovia), quando<br />
recatosi a Rivisondoli per ispezionare gli<br />
allievi ufficiali dell’Aquila, riuniti per<br />
esercitazioni in montagna, pranzò all’albergo<br />
Savoia di Roccaraso e salutò per<br />
l’ultima volta gli amici roccolani, che nel<br />
corso degli inverni l’avevano accolto con<br />
affetto e alcuni di loro lo avevano accompagnato<br />
a sciare sugli altopiani e le montagne<br />
che ci circondano.<br />
La serata apprezzata da tutti si è conclusa<br />
con uno spettacolare fuoco d’artificio.<br />
AVVERTIMENTO<br />
CHI SI PROCLAMA TEMPLARE È SCOMUNICATO<br />
Ho letto (il Giornale del 22/3) l’articolo sul<br />
Medioevo che fa anche riferimento al fenomeno<br />
dei neo-Templari.<br />
Fenomeno spesso sfruttato da persone che<br />
desiderano far soldi sfruttando l’ingenuità<br />
degli onesti. Desidero perciò ricordare, a<br />
tutela della buona fede pubblica e per amor<br />
di verità, che chiunque aderisca a sodalizi<br />
che in qualche maniera si propongono come<br />
continuatori dell’antico ordine religioso-militare è automaticamente<br />
scomunicato. Infatti, nel suo saggio storico I Templari e la Sindone<br />
di Cristo, Barbara Frale, Ufficiale dell’Archivio segreto Vaticano,<br />
ricorda che Papa Clemente V decise di proibire «di continuare a<br />
usare il nome, l’abito e i segni distintivi del Tempio, pena la scomunica<br />
automatica per chi avesse osato in futuro proclamarsi templare».<br />
I vanagloriosi sono avvertiti...<br />
Alberto Casirati<br />
Il Giornale, 2 aprile 2010<br />
LA VERITÀ SULLA<br />
“RESISTENZA” BORBONICA<br />
“(…) Il Regno d’<strong>Italia</strong>, proclamato tre giorni prima della<br />
resa di Civitella, muoveva i suoi primi difficilissimi passi.<br />
Nel 1866 vi fu la sua prima prova bellica, in alleanza con la<br />
Prussia, con la sfortunata guerra contro l’Austria.<br />
Se il legittimismo borbonico avesse avuto nel sud la consistenza<br />
e il vigore che molti revisionisti o nostalgici attribuiscono<br />
ad esso, quello sarebbe stato il momento della verità.<br />
In quei frangenti la nuova <strong>Italia</strong> molto difficilmente avrebbe<br />
potuto resistere a una grande insurrezione o a una guerra<br />
civile in atto all’interno. Non accadde nulla di simile.<br />
Il miracolo del 1799 non si ripeté; e il nuovo Stato dimostrò<br />
una base etico-politica superiore al previsto e fu in<br />
grado di resistere alle sue grandi prove di allora e di dopo a<br />
Nord come a Sud. Anzi, proprio dopo il 1866 le agitazioni<br />
nel Sud declinarono decisamente”.<br />
Giuseppe Galasso<br />
(da: “L’esercito di Franceschiello, una storia di onori e<br />
calunnie”, in “Corriere della Sera”, 27 febbraio 2010)<br />
pagina 49 - numero 241, Maggio 2010 TRICOLORE www.tricolore-italia.com