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Tricolore n.241 - Tricolore Italia

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ATTIVITÀ DEL CMI<br />

ROCCARASO, DUE SOLCHI SULLA NEVE LUNGHI 100 ANNI<br />

Avvolti dal cellophane trasparente del<br />

Palabatuffolo (Batuffolo la mascotte di<br />

Roccaraso dei 100 anni di sci), Ugo Del<br />

Castello ha presentato il libro Roccaraso,<br />

due solchi sulla neve lunghi 100’anni,<br />

alla presenza di circa 250 persone. Tra<br />

questi Massimo Caputi, giornalista RAI,<br />

la direttrice della rivista Eurotravel News,<br />

l’autore televisivo Toni Cosenza, un folto<br />

gruppo di maestri di sci e rappresentanti<br />

delle società degli impianti di risalita e<br />

delle istituzioni sportive e militari. Sono<br />

intervenuti Armando Cipriani Sindaco di<br />

Roccaraso; Roberto Ciampaglia, Sindaco<br />

di Rivisondoli; Domenico Di Sano, Presidente<br />

del Comitato abruzzese della FISI;<br />

Stefano Buccafusca, caporedattore del<br />

TG La7; rappresentanti delle FS e del<br />

Touring Club <strong>Italia</strong>no. Un secolo di sci di<br />

Roccaraso è un traguardo prestigioso, che<br />

pone la cittadina tra le prime località dove<br />

si diffuse lo sci in <strong>Italia</strong>, sicuramente prima<br />

sugli Appennini.<br />

Sono stati proiettati filmati d’epoca e la<br />

serata è stata allietata con intermezzi musicali<br />

suonati al pianoforte e al violino da<br />

ragazze di Roccaraso.<br />

Alcuni giovani indossavano abbigliamento<br />

d’epoca.<br />

Ugo Del Castello ha ricordato tutte le<br />

sfortunate persone che nel corso degli<br />

anni sono morte sulle nostre nevi per<br />

sciare, per gareggiare, per lavorare sugli<br />

impianti di risalita e alla fine tutti in piedi<br />

in commosso e reverente silenzio per<br />

ascoltare il brano “Signore delle cime”<br />

cantato dagli Alpini della brigata Cadore.<br />

In particolare è stata ricordata la frequenza,<br />

tra la fine degli anni ’20 e l’inizio<br />

degli anni ’30, della Principessa Giovanna<br />

di Savoia e quella assidua del Principe<br />

di Piemonte Umberto dagli inizi degli<br />

anni ’20 fino all’estate del 1943 (nella<br />

foto alla partenza della slittovia), quando<br />

recatosi a Rivisondoli per ispezionare gli<br />

allievi ufficiali dell’Aquila, riuniti per<br />

esercitazioni in montagna, pranzò all’albergo<br />

Savoia di Roccaraso e salutò per<br />

l’ultima volta gli amici roccolani, che nel<br />

corso degli inverni l’avevano accolto con<br />

affetto e alcuni di loro lo avevano accompagnato<br />

a sciare sugli altopiani e le montagne<br />

che ci circondano.<br />

La serata apprezzata da tutti si è conclusa<br />

con uno spettacolare fuoco d’artificio.<br />

AVVERTIMENTO<br />

CHI SI PROCLAMA TEMPLARE È SCOMUNICATO<br />

Ho letto (il Giornale del 22/3) l’articolo sul<br />

Medioevo che fa anche riferimento al fenomeno<br />

dei neo-Templari.<br />

Fenomeno spesso sfruttato da persone che<br />

desiderano far soldi sfruttando l’ingenuità<br />

degli onesti. Desidero perciò ricordare, a<br />

tutela della buona fede pubblica e per amor<br />

di verità, che chiunque aderisca a sodalizi<br />

che in qualche maniera si propongono come<br />

continuatori dell’antico ordine religioso-militare è automaticamente<br />

scomunicato. Infatti, nel suo saggio storico I Templari e la Sindone<br />

di Cristo, Barbara Frale, Ufficiale dell’Archivio segreto Vaticano,<br />

ricorda che Papa Clemente V decise di proibire «di continuare a<br />

usare il nome, l’abito e i segni distintivi del Tempio, pena la scomunica<br />

automatica per chi avesse osato in futuro proclamarsi templare».<br />

I vanagloriosi sono avvertiti...<br />

Alberto Casirati<br />

Il Giornale, 2 aprile 2010<br />

LA VERITÀ SULLA<br />

“RESISTENZA” BORBONICA<br />

“(…) Il Regno d’<strong>Italia</strong>, proclamato tre giorni prima della<br />

resa di Civitella, muoveva i suoi primi difficilissimi passi.<br />

Nel 1866 vi fu la sua prima prova bellica, in alleanza con la<br />

Prussia, con la sfortunata guerra contro l’Austria.<br />

Se il legittimismo borbonico avesse avuto nel sud la consistenza<br />

e il vigore che molti revisionisti o nostalgici attribuiscono<br />

ad esso, quello sarebbe stato il momento della verità.<br />

In quei frangenti la nuova <strong>Italia</strong> molto difficilmente avrebbe<br />

potuto resistere a una grande insurrezione o a una guerra<br />

civile in atto all’interno. Non accadde nulla di simile.<br />

Il miracolo del 1799 non si ripeté; e il nuovo Stato dimostrò<br />

una base etico-politica superiore al previsto e fu in<br />

grado di resistere alle sue grandi prove di allora e di dopo a<br />

Nord come a Sud. Anzi, proprio dopo il 1866 le agitazioni<br />

nel Sud declinarono decisamente”.<br />

Giuseppe Galasso<br />

(da: “L’esercito di Franceschiello, una storia di onori e<br />

calunnie”, in “Corriere della Sera”, 27 febbraio 2010)<br />

pagina 49 - numero 241, Maggio 2010 TRICOLORE www.tricolore-italia.com

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