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Tricolore n.241 - Tricolore Italia

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ISTITUZIONI<br />

RICONFIGURAZIONE NORMATIVA DELL’ENTE ORDINE MAURIZIANO<br />

Un libro di Giuseppe D’Angelo nella Collana Scientifica, Università degli Studi di Salerno (Rubbettino Ed.)<br />

Giuseppe D’Angelo ha pubblicato il volume:<br />

La riconfigurazione normativa dell'ente<br />

ordine mauriziano di Torino tra<br />

riordino strutturale e riconversione funzionale.<br />

Diritto ecclesiastico. Garanzie<br />

costituzionali, legislazione di emergenza.<br />

Sulla scorta degli svolgimenti, normativi<br />

e giurisprudenziali, frattanto intervenuti,<br />

il volume sottopone ad un’approfondita<br />

ed articolata analisi di ordine giuridico il<br />

complesso intervento di riforma dell’Ente<br />

Ordine Mauriziano di Torino messo in<br />

campo dal decreto legge n. 277-<br />

/2004,successivamente convertito, con<br />

modificazioni dalla legge n. 4 del 2005, al<br />

dichiarato fine di indagarne il più profondo<br />

significato ei risvolti di sistema e, per<br />

tale via, verificare la sussistenza di un<br />

rapporto di continuità tra l’attuale riconfigurazione<br />

normativa dell’ente e la formale<br />

dichiarazione di permanenza in vita di<br />

cui alla disposizione XIV transitoria e<br />

finale della Costituzione (per la quale,<br />

appunto, «l’Ordine Mauriziano è conservato<br />

come ente ospedaliero e funziona nei<br />

modi stabiliti dalla legge»).<br />

Fondando su un’interpretazione ampia<br />

della lettera della norma, ovvero su una<br />

sua più decisa ricollocazione nel più ampio<br />

quadro di riferimento normativo -<br />

costituzionale, l’accento è così posto, in<br />

particolare, sulla specificità - anzitutto<br />

finalistica - dell’ente oggetto della relativa<br />

garanzia: proprio la sostanziale svalutazione<br />

della peculiare caratterizzazione<br />

dello stesso ente - a sua volta da riguardare<br />

quale riflesso della sua perdurante rilevanza<br />

ecclesiasticistica - e, quindi, la<br />

mancata percezione delle conseguenze<br />

che dovrebbero diversamente farsene<br />

derivare costituisce invero, ad avviso<br />

dell’autore, l’elemento di maggiore rilievo<br />

cui ricondurre alcune delle più rilevanti<br />

criticità dell’intervento riformatore.<br />

Una vicenda così complessa e densa di<br />

implicazioni quale quella che ha coinvolto,<br />

più decisamente a partire dai primi<br />

anni del 2000, l’ente pubblico ospedaliero<br />

«Ordine Mauriziano» di Torino si presta<br />

naturalmente a plurime chiavi di lettura.<br />

Una prima opzione interpretativa può<br />

essere intesa alla ricerca delle responsabilità,<br />

quantomeno di ordine politico, che<br />

hanno portato sull’orlo del baratro, prima,<br />

ed al sostanziale dissolvimento, poi, una<br />

realtà che affonda le proprie radici nella<br />

plurisecolare e gloriosa storia dell’Ordine<br />

dei Santi Maurizio e Lazzaro e, parallelamente,<br />

a tentare di dare conto della inspiegabile<br />

«completa passività della comunità<br />

piemontese di fronte alla demolizione,<br />

iniziata all’alba<br />

del 2000 e poi perseguita<br />

con sistematicità dalla<br />

giunta regionale […]»,<br />

per segnalare i pericoli<br />

insiti nel facile prodursi,<br />

in simile contesto, di<br />

fenomeni bassamente<br />

speculativi, una diversa<br />

dimensione prospettica,<br />

ci si può<br />

proporre di indagarne<br />

i risvolti giuridici<br />

e più nello specifico<br />

di analizzare la<br />

nuova veste assunta<br />

dall’Ordine<br />

Mauriziano, come<br />

conseguenza all’intervento<br />

di riforma cui prelude il<br />

decreto legge n. 277 del 2004, successivamente<br />

convertito in legge, con modificazioni<br />

dalla legge n. 4 del 2005.<br />

Ciò, com’è noto, significa anzitutto predisporsi<br />

a dare conto di due distinte realtà<br />

giuridiche, pur (ancora) correlate, e della<br />

natura delle rispettive interrelazioni: l’ente-azienda<br />

ospedaliera Ordine Mauriziano,<br />

da un lato, e la Fondazione Ordine<br />

Mauriziano, dall’altro. E, quindi, a verificare<br />

in che rapporto la normativa di riforma,<br />

complessivamente considerata, si pone<br />

riguardo alla disposizione XIV transitoria<br />

e finale della Costituzione che, com’è<br />

altrettanto noto, reca un’apposita<br />

garanzia di permanenza in vita a favore<br />

dello stesso Ordine Mauriziano.<br />

Il presente studio intende appunto collocarsi<br />

in tale ultima dimensione investigativa,<br />

riprendendo esiti di una precedente<br />

indagine, di cui quindi costituisce, per<br />

così dire, ideale prosecuzione ma che qui<br />

mi propongo di mettere a punto e, soprattutto,<br />

sottoporre a verifica, per testarne la<br />

tenuta alla luce dello svolgersi ulteriore<br />

degli eventi e delle novità, normative e<br />

giurisprudenziali, frattanto intervenute.<br />

L’entrata in vigore della legge n. 222 del<br />

29 novembre 2007, di conversione del<br />

decreto legge del 1° ottobre 2007, n. 159<br />

- che (art. 30) prevede il commissariamento<br />

della Fondazione Ordine Mauriziano,<br />

con conseguente nomina del nuovo<br />

commissario, cui sono attribuite le attività<br />

di gestione e liquidazione «nel rispetto<br />

dei valori storico - culturali e secondo le<br />

norme del citato decreto-legge n. 277<br />

del 2004» - prelude invero<br />

ad una nuova fase<br />

dello svolgimento<br />

della vicenda dell’Ente,<br />

più concretamente<br />

destinata al tentativo di<br />

ripianare il notevole deficit<br />

accumulato nel corso<br />

degli anni, provvedendo al<br />

pagamento dei numerosi<br />

ed ingenti debiti frattanto<br />

prodottisi.<br />

Un lavoro, evidentemente,<br />

tutt’altro che agevole, destinato<br />

a scontare indubbie<br />

(forse insormontabili) difficoltà<br />

e resistenze, anche di ordine<br />

giuridico.<br />

Prova ne sia il fatto che la stessa<br />

Corte costituzionale sia stata nuovamente3<br />

(ed inutilmente) chiamata a pronunciarsi<br />

sulla legittimità costituzionale<br />

di quelle disposizioni relative al soddisfacimento<br />

delle posizioni debitorie dell’ente<br />

(rispettivamente, gli artt. 1, comma<br />

1349, della legge 27 dicembre 2006, n.<br />

296, recante “Disposizioni per la formazione<br />

del bilancio annuale e pluriennale<br />

dello Stato – legge finanziaria 2007” e<br />

30, comma 3, del citato decreto legge 1<br />

ottobre 2007, n. 159, recante “Interventi<br />

urgenti in materia economico - finanziaria,<br />

per lo sviluppo e l’equità sociale”,<br />

convertito in legge, dalla già ricordata<br />

legge 29 novembre 2007, n. 222) che,<br />

nell’ottica del remittente, si assumevano<br />

violare gli artt. 2, 3, 24, 41, 102, 108 e<br />

113 Cost.<br />

Ben potrebbe ritenersi, d’altra parte, che<br />

la decisione di sottoporre a commissariamento<br />

la Fondazione Ordine Mauriziano<br />

e di stabilire una specifica procedura di<br />

soddisfacimento delle posizioni debitorie<br />

dell’ente, ritagliata sulla falsariga della<br />

liquidazione coatta amministrativa, piuttosto<br />

che intesa a mettere ordine nella<br />

tempistica degli interventi volti al suo<br />

risanamento - recuperando un dato di<br />

comune esperienza per cui sarebbe oppor-<br />

(Continua a pagina 45)<br />

pagina 44 - numero 241, Maggio 2010 TRICOLORE www.tricolore-italia.com

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