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Tricolore n.241 - Tricolore Italia

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CULTURA: L’INSERTO<br />

I SEGRETI DELL’ARCHIVIO VATICANO<br />

E il Khan ordinò al Papa: «Inginocchiati»<br />

Dal processo ai Templari sino alle lettere di Pio XI a Hitler: un volume fotografico raccoglie<br />

il meglio e il curioso dell’enorme mole di documenti conservati nei faldoni della Santa Sede.<br />

Tra le battaglie che appassionano meno<br />

intellettuali e politici, c’è senz’altro quella<br />

in difesa di archivi e biblioteche. È<br />

comprensibile. Sottoscrivere un appello<br />

contro la mafia, per dire, fa una certa scena<br />

nonostante produca risultati incerti. Un<br />

appello per la salvaguardia degli incunaboli<br />

non avrebbe lo stesso appeal. Ogni<br />

tanto qualcuno lancia un grido di dolore,<br />

di solito Galli della Loggia, per una settimana<br />

i commentatori fanno un coro di<br />

cicale, e poi chi s’è visto, s’è visto. Mettere<br />

ordine nella secolare bolgia che affligge<br />

biblioteche e archivi, ovvero stilarne<br />

il catalogo, è incompatibile con i tempi<br />

della politica che vuole innanzitutto risultati<br />

spendibili nell’immediato e quindi<br />

punta su tante belle inaugurazioni, frequentate<br />

da tanta bella gente armata di<br />

tanti bei prosecchini.<br />

A volte però partono iniziative e vengono<br />

pubblicati libri che vorrebbero ricordare a<br />

tutti cos’è la cultura: conoscenza, rispetto<br />

e tutela del passato. Ad esempio, l’editore<br />

belga VdHBooks pubblica in questi giorni<br />

un libro illustrato di pregio dal titolo<br />

L’Archivio Segreto Vaticano (pagg. 252,<br />

euro 49,9).<br />

L’Archivio Segreto Vaticano nasce intorno<br />

al 1610-1612 per evitare la dispersione<br />

dei documenti sulla Chiesa Romana.<br />

Ha avuto una storia travagliata, a dir poco.<br />

Ad esempio i faldoni della Santa Sede<br />

nel 1810 furono trasferiti a Parigi per<br />

ordine di Napoleone.<br />

Con danni irreparabili, basti pensare che i<br />

verbali del processo a Galileo sono probabilmente<br />

finiti in vendita nelle bancarelle<br />

lungo la Senna. L’Archivio potrebbe<br />

riservare numerose sorprese.<br />

L’intera documentazione ammonta a 84<br />

chilometri lineari di scaffalatura, è divisa<br />

in oltre 630 fondi, ed è in continuo aumento.<br />

Il materiale copre un arco cronologico<br />

di un millennio.<br />

Il volume in questione, oltre a mostrare<br />

con splendide immagini le zone riservate<br />

dell’Archivio, offre la riproduzione di<br />

decine di documenti accompagnati da<br />

brevi saggi specialistici. Ci sono carte che<br />

hanno fatto i manuali di storia: gli atti del<br />

Concilio di Costanza, quelli del Concilio<br />

di Trento, la bolla di scomunica di Martin<br />

Lutero, l’Editto di Worms, mappe e lettere<br />

relative a Giovanni III Sobieski, re di<br />

Polonia ed eroico salvatore di Vienna<br />

dall’avanzata turca (1683). Per venire a<br />

tempi più recenti, ci sono una lettera a<br />

Hitler di Pio XI e la bolla di convocazione<br />

del Concilio Vaticano II. C’è anche la<br />

ratifica del dogma dell’immacolata concezione,<br />

datata 1854, unico caso in cui un<br />

dogma non nasce per via storica (cioè<br />

dalle Scritture) ma dall’«approfondimento<br />

del sensus fidelium e del Magistero»<br />

(così Alfredo Tuzi<br />

nel saggio a catalogo).<br />

Non manca il rotolo contenente<br />

il resoconto del<br />

processo ai Templari.<br />

C’è il sommario del processo<br />

contro Giordano<br />

Bruno. Ci sono gli atti<br />

del processo contro Galileo<br />

Galilei. Compare una<br />

pletora di umanisti e artisti<br />

in rapporti col Vaticano:<br />

Maestro Eckhart,<br />

Petrarca, Boccaccia ma<br />

anche Manzoni e Leopardi.<br />

Il milanese in cerca<br />

del permesso di poter<br />

leggere anche i libri messi<br />

all’indice dall’Inquisizione.<br />

Il recanatese in<br />

cerca di un lavoro presso la Curia al fine<br />

di fuggire una volta per tutte dalle grinfie<br />

del padre conte Monaldo. Tra gli artisti<br />

incontriamo contratti, pagamenti e progetti<br />

di Michelangelo Buonarroti, Raffaello<br />

Sanzio e poi Cellini, Bernini, Tintoretto<br />

e moltissimi altri.<br />

Accanto a queste testimonianze fondamentali,<br />

si sono altri faldoni, a volte meno<br />

importanti, certo singolari.<br />

Tra i documenti antichi, c’è una lettera<br />

del Gran Khan Guyuk a Papa Innocenzo<br />

IV. Le cose erano andate così. Morto<br />

Gengis Khan, il pontefice aveva inviato<br />

in missione «al re e al popolo dei Tartari»<br />

il francescano Giovanni di Pian del Carpine.<br />

Il frate fu presente all’incoronazione<br />

di Guyuk, nipote di Gengis.<br />

A nome del Papa, chiese un accordo che<br />

risparmiasse i cristiani da conquista e<br />

sottomissione. La risposta giunta a Roma<br />

è questa: «Questo è un ordine inviato al<br />

gran Papa affinché lo conosca e lo comprenda.<br />

Tu in persona alla testa dei re,<br />

tutti insieme, senza eccezione, venite a<br />

offrirci servizi e omaggi. In quel momento<br />

noi conosceremo la vostra sottomissione».<br />

E al diavolo la diplomazia...<br />

Quando furono scoperte le Americhe, si<br />

aprì una controversia: a chi appartenevano?<br />

La corona di Castiglia in particolare<br />

temeva la concorrenza dei rivali portoghesi.<br />

A tutto c’è soluzione. Secondo la<br />

concezione giuridica del<br />

tempo, radicata nel diritto<br />

medievale, il Papa era considerato<br />

formalmente<br />

«proprietario» del mondo<br />

intero in quanto rappresentante<br />

di Dio in terra. Toccò<br />

quindi ad Alessandro VI<br />

dirimere la controversia con<br />

la bolla Inter Cetera. La<br />

prima versione 1493, troppo<br />

filo spagnola, scatenò un<br />

putiferio.<br />

Ne fu redatta una seconda<br />

che fissava minuziosamente<br />

il discrimine fra sfere d’influenza.<br />

E proprio dal Nuovo Mondo<br />

arrivò in Vaticano uno<br />

dei documenti più curiosi<br />

oggi conservati nell’Archivio. Nel 1887<br />

Leone XIII si vide recapitare una lettera,<br />

vergata su corteccia di betulla, dagli indiani<br />

d’America. Gli Ojibwe dei Grassy<br />

Lakes (Ontario, Canada) scrivevano al<br />

pontefice, definito con termini della cultura<br />

indiana come «il<br />

grande maestro della preghiera», ringraziandolo<br />

per aver mandato un evangelizzatore.<br />

Altri dettagli interessanti: il testo è redatto<br />

in caratteri latini ma nella lingua di<br />

quel popolo (per essere compreso dovette<br />

essere ritradotto in francese); la datazione<br />

è «Là dove vi sono le Grandi Erbe, nel<br />

Mese dei Fiori». Mettere tutto insieme<br />

e avrete una toccante testimonianza di<br />

un’evangelizzazione che, secondo il precetto,<br />

in questo caso ha raggiunto una<br />

cultura diversa rispettandone l’identità.<br />

Alessandro Gnocchi<br />

Il Giornale, 7 aprile 2010<br />

pagina 24 - numero 241, Maggio 2010 TRICOLORE www.tricolore-italia.com<br />

L’INSERTO

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