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Tricolore n.241 - Tricolore Italia

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IN PRIMO PIANO<br />

(Continua da pagina 14)<br />

meno un punto di vista ma piuttosto un<br />

fatto largamente documentato e sostenuto<br />

da inconfutabili dati storici”.<br />

Obama nell’autunno 2008 ha confermato<br />

il suo impegno a sostenere l’adozione<br />

della risoluzione sul Genocidio Armeno,<br />

affermando “come Presidente, riconoscerò<br />

il Genocidio Armeno”.<br />

Il 4 marzo 2010 la commissione della<br />

Camera dei rappresentanti ha approvato<br />

una risoluzione in cui il massacro degli<br />

armeni avvenuto durante l'impero ottomano<br />

viene definito un genocidio. Questo<br />

voto non solo ristabilisce un diritto ma<br />

aiuterà sicuramente la Turchia a comprendere<br />

meglio il proprio passato e sarà<br />

un grande sostegno alle forze democratiche<br />

ed all’opinione pubblica che sta scoprendo<br />

non senza fatica la verità storica<br />

riguardante il primo Genocidio del XX<br />

secolo. Anche se “non vincolante” questo<br />

riconoscimento degli USA dovrebbe dare<br />

un’accelerazione senza precedenti al processo<br />

di riconciliazione e dialogo tra la<br />

Turchia e l’Armenia, chiarire che negare<br />

questo crimine contro l’umanità non può<br />

essere più tollerato ed aiutare a placare le<br />

tensioni regionali a favore di una pace<br />

vera e duratura.<br />

Quest’anno il genocidio è stato riconosciuto<br />

dal Parlamento del Regno di Svezia.<br />

Aumenta così il doveroso sostegno<br />

europeo: Corte di Giustizia, Ginevra<br />

(1981), Parlamento di Cipro (1982, 1983,<br />

1990, 1995), Parlamento Europeo (1987,<br />

2000), Corte di Giustizia, Parigi (1995),<br />

Duma della Federazione Russa (1995),<br />

Parlamento di Bulgaria (1995), Parlamento<br />

di Grecia (1996), Lega dei Diritti dell’Uomo,<br />

Parigi (1998), Senato del Regno<br />

del Belgio (1998), Assemblea Nazionale<br />

Francia (1998, 2000), Consiglio dell’Assemblea<br />

Parlamento Europeo (1998, 200-<br />

1), Senato di Francia (2000), Vaticano<br />

(2000, 2001), Camera dei Deputati d’<strong>Italia</strong><br />

(2000), Legge Francese (2001), Parlamento<br />

Europeo (2002), Consiglio Nazionale<br />

della Svizzera (2003), Parlamento<br />

della Slovacchia (2004), Parlamento della<br />

Polonia (2005), Risoluzione Parlamento<br />

Europeo (2005), Parlamento della Germania<br />

(2005) ed Assemblea della Lituania<br />

(2005).<br />

“Il governo turco si è reso colpevole di<br />

un massacro la cui atrocità eguaglia e<br />

supera qualsiasi altro che la storia abbia<br />

mai registrato”.<br />

Georges Clémenceau,<br />

Primo Ministro di Francia<br />

A Erevan, il 24 aprile è sfilato un lungo<br />

corteo con decine di migliaia di partecipanti<br />

uniti per ricordare il genocidio degli<br />

armeni iniziato nel 1915 e continuato negli<br />

anni seguenti, al tramonto dell’Impero<br />

ottomano. In prima fila c’era il capo dello<br />

Stato, che ha sottolineato il grande valore<br />

simbolico di un riconoscimento ufficiale<br />

di questo drammatico episodio della storia<br />

armena da parte di tutta la comunità<br />

internazionale del genocidio.<br />

Un primo segnale di cambiamento è arrivato<br />

da Istanbul dove un gruppo di turchi<br />

ha ricordato i massacri del passato, che<br />

secondo gli storici portarono alla morte di<br />

circa un milione e mezzo di armeni. Un<br />

segno importante perché anche nel recente<br />

passato intellettuali, storici, attivisti<br />

impegnati nel campo dei diritti umani<br />

avevano pagato la loro presa di posizione<br />

in favore degli armeni. Nel suo intervento<br />

Barack Obama non ha usato la parola<br />

“genocidio”, che l’anno scorso aveva provocato<br />

la dura reazione del governo di<br />

Ankara, ma ha detto che è stato una delle<br />

peggiori atrocità commesse nel Novecento,<br />

un “momento oscuro” della storia.<br />

Per evitare che ciò si ripeta sarebbe quindi<br />

utile una seria e sincera riflessione storica<br />

su questi eventi, come previsto nell’-<br />

accordo tra Armenia e Turchia, che il<br />

governo di Erevan ha deciso di congelare<br />

in attesa di vedere più chiare e decise posizioni<br />

da parte turca.<br />

Vedremo se Armenia e Turchia seguiranno<br />

Russia e Polonia a Katyn, un riavvicinamento<br />

difficile ma diverso di quello fra<br />

Erevan e Ankara.<br />

Discorso commemorativo per il genocidio del popolo Armeno<br />

Sono sinceramente rammaricato per non essere personalmente presente in questa<br />

importante giornata della memoria e del ricordo di quanto accaduto sin dal lontano<br />

anno 1915 che ha visto il popolo armeno perseguitato e miseramente decimato<br />

Nonostante ciò è per me un privilegio poter lasciare almeno il segno della mia presenza<br />

e della presenza del Comune di Napoli che rappresento in una giornata dedicata<br />

alla memoria dello scempio umano che rappresenta un triste esempio di soppressione<br />

delle minoranze etnico - religiose. Raccontare cosa accadde non è certamente<br />

mio compito, ne è mia intenzione sostituirmi alla voce di storici ed esperti che si<br />

sono avvicendati nello studio e nel racconto dello sterminio armeno.<br />

Sono invece a ricordare quanto la presenza delle Istituzioni, che si sono espresse<br />

attraverso il riconoscimento di una Giornata alla Memoria del genocidio Armeno, sia<br />

di fondamentale importanza affinché nessuno dimentichi le atrocità commesse all'inizio<br />

del scorso secolo e che ha tristemente annunciato le guerre e gli stermini che<br />

sarebbero avvenuti poco dopo. Una data importante per tutti è infatti l’anno 2000,<br />

l’anno in cui Istituzioni come la Comunità Europea, il Vaticano ed il parlamento<br />

italiano hanno voluto riconoscere il genocidio del popolo armeno seppur solo dopo<br />

ottantacinque anni dagli accadimenti del 1915.<br />

Anche il Comune di Napoli, dunque, vuole partecipare a questa commemorazione e<br />

si unisce al dolore di tante persone che persero la vita, nella profonda speranza che<br />

questo possa servire a non far cadere nell'oblio un pezzo di storia buia ed oscura dell’umanità.<br />

Non basta, comunque, fermarsi qui, alle semplici commemorazioni: è<br />

necessario contrastare quei poteri che ancor oggi per ignobili motivi vogliono nascondere<br />

o negano lo sterminio di milioni di persone: resta indispensabile una maggiore<br />

responsabilizzazione. Oggi, sono a rappresentare, con questa mia nota, il Comune<br />

di Napoli, da sempre pronto a sostenere i diritti dei più deboli, e di quanti non<br />

vogliono dimenticare evitando, così, il perpetuarsi di altri scempi umani.<br />

Proprio le cause politico - religiose dello sterminio armeno dovrebbero spingere a<br />

riflettere sulla stupidità e l'ambizione degli uomini che, in nome di idee di indipendenza<br />

nazionale e di purezza razziale, troppe volte ignorano i limiti del vivere civile<br />

e della pacifica convivenza tra i popoli.<br />

Ringrazio, dunque, l'Associazione Regina Elena e il Cavaliere Rodolfo Armenio per<br />

avermi dato parola in questo giorno della memoria, sono, infatti, fermamente convinto<br />

che resti necessaria una continua azione di informazione su ciò che accadde per<br />

rendere giustizia a quanti persero la vita ed a tutti coloro che seppur più fortunati<br />

perché riusciti a sfuggire alla morte, furono costretti ad abbandonare la propria casa<br />

e il proprio paese.<br />

Diego Guida - Assessore alla Memoria della Città<br />

pagina 15 - numero 241, Maggio 2010 TRICOLORE www.tricolore-italia.com

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