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IN PRIMO PIANO<br />
DA MODENA PER LE SUORE ITALIANE IN ROMANIA<br />
Giovedì 25 marzo a Modena, alle ore<br />
12.30, Mons. Angelo Cocca ha benedetto<br />
un furgone carico di aiuti alimentari destinati<br />
ad una benemerita fondazione di<br />
Suore italiane in Romania.<br />
Nel 2001 l'Associazione Internazionale<br />
Regina Elena è intervenuta per la prima<br />
volta in Romania a favore di questa Congregazione,<br />
che ha sede in Piemonte.<br />
Attiva in Francia dall’autunno 1985, l'Associazione<br />
riunisce soci per attività caritatevoli,<br />
spirituali e culturali sull’esempio<br />
di Elena del Montenegro, Rosa d’oro della<br />
Cristianità, definita dal Papa “Regina<br />
della Carità”. Alla cerimonia erano presenti<br />
la Polizia di Stato, la Polizia Municipali,<br />
i Vigili Urbani, insigniti nel Sovrano<br />
Militare Ordine di Malta e nell'Ordine<br />
dei SS. Maurizio e Lazzaro, soci e volontari<br />
AIRH con il Delegato Provinciale, il<br />
Tesoriere ed il Presidente Nazionale.<br />
Hanno inviato un messaggio sia il Presidente<br />
Internazionale sia il Patrono del<br />
benemerito sodalizio, nonché numerose<br />
autorità e personalità.<br />
Una parte dei partecipanti in una delle strade principali<br />
del capoluogo emiliano<br />
LA S. SINDONE VISSUTA ATTRAVERSO IL CULTO<br />
Il 9 maggio 1506, Papa Giulio II concede agli Stati sabaudi una liturgia propria per la Sacra Sindone.<br />
Il culto c’era sempre stato, ma da quel momento viene ufficializzato con un giorno preciso (il 4 maggio, successivo alla festa del<br />
rinvenimento della S. Croce, che allora si celebrava il 3 maggio) e con preghiere specifiche del Breviario e della S. Messa.<br />
La S. Sindone soggiornò a Nizza dal 1536 al 1540, durante il trasferimento da Chambéry a Torino, e lì sorse la Confraternita del<br />
Santo Sudario, detta anche "Confraternita dei Penitenti Rossi". La confraternita è ancor oggi attiva nella chiesa che, danneggiata<br />
dai rivoluzionari, fu ricostruita dal Re di Sardegna, Duca di Savoia e Conte di Nizza Carlo Felice, XXXVIII ed ultimo sovrano<br />
del ramo primogenito della Dinastia Sabauda.<br />
L'Associazione Internazionale Regina Elena ha scelto questa data per venerare la Sacra Sindone.<br />
Per informazioni: airh.it@tiscalinet.it<br />
SULLA SACRA SINDONE SCRITTE NELL’ANTICA LINGUA DEI PICENI<br />
Lo studioso marchigiano Giovanni Rocchi afferma che i segni interpretati da alcuni studiosi come caratteri greci, latini e aramaici,<br />
sono in realtà iscrizioni nell’antico linguaggio dei Piceni: "La corte di Ponzio Pilato era composta di persone di origini<br />
sabine e picene".<br />
Fermo, 16 marzo 2010 - Giovanni Rocchi, studioso marchigiano, sostiene che i segni sulla Sindone, interpretati da alcuni studiosi<br />
come caratteri greci, latini e aramaici, sono in realtà iscrizioni nell’antico linguaggio dei Piceni, un popolo italico, di cui si hanno<br />
tracce a partire dal 1.500 a.C., che cadde poi sotto la dominazione dei romani.<br />
Rocchi, esperto della lingua dell’antica popolazione dei Piceni, è anche autore di un libro sull’argomento, pubblicato nel 2001.<br />
Una lingua misteriosa e sconosciuta, come l’etrusco, ma non per Rocchi, che sostiene di avere trovato e interpretato 150 iscrizioni,<br />
‘contro le 23 riconosciute ufficialmente’ e di essere in grado di tradurre anche l’etrusco. Nel 1994 alcuni scienziati francesi<br />
dell’Institut Superieur d’Optique d’Orsay hanno ravvisato nei segni della Sindone vere e proprie parole, ma senza individuare la<br />
lingua dei piceni. "Io invece - racconta all’Ansa - ho riconosciuto delle scritte a spirale intorno al viso, che formano una decina di<br />
parole, alcune delle quali conosciute solo da me". Una specie di certificazione, scritta con inchiostro nero nel lenzuolo funebre<br />
sigillato: "Gesù Nazareno morto sta in questo (sepolcro), in quanto re dei Giudei".<br />
L’ipotesi che nell’antica Palestina, al tempo della crocifissione di Gesù, qualcuno parlasse il piceno non è affatto peregrina - sostiene<br />
lo studioso -: "la corte di Ponzio Pilato era composta di persone di origini sabine e picene".<br />
E Rocchi ha identificato l’antica lingua picena 'anche nell’epitaffio di Tito Muzio’, sempre di area palestinese. Dopo "La tarda<br />
lingua-grafia piceno-italica in area palestinese e in ambito cristologico", Rocchi, ex sindaco del minuscolo centro di Monsapietro<br />
Morico e docente presso l’Istituto Professionale per il Commercio a Santa Vittoria in Matenano in provincia di Fermo, nel cuore<br />
dei Monti Sibillini, ha pubblicato vari libri e ne ha altri in cantiere: il prossimo sarà dedicato ai Templari e al Santo Graal.<br />
pagina 12 - numero 241, Maggio 2010 TRICOLORE www.tricolore-italia.com