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esplorazione e ricerca scientifica ai poli - Anno Polare Internazionale

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Fioretti, Salvi e Mazzoli 2008 Gli Anni Polari Internazionali<br />

Iscritto nella locale Società Adriatica di Scienze<br />

naturali entrò in contatto con eminenti studiosi<br />

triestini quali Carlo de Marchesetti, Bartolomeo<br />

Biasoletto, Simone Adamo de Syrski, Domenico<br />

Lovisato e Michele Stenta, approfondendo con<br />

questi le sue idee per un anno polare internazionale<br />

ed evidenziando l’inefficacia delle passate spedizioni<br />

polari e le possibili future implicazioni scientifiche<br />

delle successive imprese esplorative.<br />

Allora Trieste era una città multietnica e<br />

multiculturale, al pari degli equipaggi delle navi che aveva comandato (nella sua spedizione<br />

polare del 1872-1874 si parlava ben sette lingue…). Logico che, essendosi formato in<br />

questo clima, ritenesse che la <strong>ricerca</strong> <strong>scientifica</strong> dovesse svilupparsi in un'ottica di<br />

collaborazione internazionale, migliore antidoto - a sua detta - <strong>ai</strong> danni che in quel tempo<br />

stava causando il nazionalismo con le sue rivalità.<br />

Weyprecht sosteneva che le spedizioni <strong>ai</strong> Poli non dovessero ridursi a competizioni mirate<br />

a dar lustro a questa o quella nazione. “Piantando la bandiera ogni volta un po’ più in là del<br />

nostro predecessore non risolveremo alcun problema” e “risultati scientifici decisivi possono<br />

essere conseguiti soltanto attraverso una serie di spedizioni sincrone con l’obiettivo comune<br />

di raccogliere dati scientifici con gli stessi metodi di indagine, in modo da ridurre gli<br />

sfasamenti, e per almeno un anno consecutivo”.<br />

Alcune sue argomentazioni, nella presentazione del progetto di un’impresa internazionale<br />

per lo studio delle regioni artiche al congresso dei naturalisti a Graz nel 1876 sono<br />

estremamente interessati: “E’ quasi incredibile, ma pur vero, che oggidì, come se nessuna<br />

spedizione avesse m<strong>ai</strong> toccato le regioni artiche ci resta oscura la natura e la causa d’alcuni<br />

importanti fenomeni della fisica, i quali non si manifestano che in vicinanza dei <strong>poli</strong>. Tali sono<br />

l’aurora boreale e le non interrotte perturbazioni del magnetismo terrestre. L’aurora boreale<br />

soltanto costituisce un argomento degno di molti volumi…. ed intorno l’essenza di cotesto<br />

fenomeno si pronunziano continuamente teorie nuove, che poscia devono essere rigettate, e<br />

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