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Il <strong>la</strong>voro:<br />

l’es<strong>per</strong>ienza dell’io<br />

in azione<br />

Seminario del Dipartimento Lavoro<br />

del<strong>la</strong> <strong>Fondazione</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> Sussidiarietà


Indice<br />

5 L’impatto sull’occupazione dei cambiamenti in atto<br />

nel mercato del <strong>la</strong>voro<br />

Mario Mezzanzanica<br />

19 Il <strong>la</strong>voro: l’es<strong>per</strong>ienza dell’io in azione<br />

Giorgio Vittadini


Questo <strong>quaderno</strong> è espressione di quanto emerso durante <strong>il</strong> seminario di studio<br />

svoltosi <strong>il</strong> 13 novembre 2009 a M<strong>il</strong>ano.<br />

Il seminario è stato organizzato <strong>per</strong> iniziativa del Dipartimento Lavoro del<strong>la</strong><br />

<strong>Fondazione</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> Sussidiarietà, di cui è responsab<strong>il</strong>e Mario Mezzanzanica,<br />

docente di Sistemi informativi presso <strong>la</strong> facoltà di Scienze statistiche dell'Università<br />

di M<strong>il</strong>ano Bicocca.<br />

L'obiettivo del seminario era riflettere sul<strong>la</strong> concezione del <strong>la</strong>voro e sulle<br />

dimensioni che da essa scaturiscono, che costituiscono <strong>la</strong> chiave culturale<br />

di giudizio delle politiche del <strong>la</strong>voro.


L’impatto sull’occupazione<br />

dei cambiamenti in atto<br />

nel mercato del <strong>la</strong>voro<br />

Mario Mezzanzanica<br />

Vorrei proporre qualche spunto di riflessione in merito ad alcuni<br />

cambiamenti che hanno avuto luogo negli ultimi anni nel<br />

mercato del <strong>la</strong>voro e che <strong>la</strong> crisi economica internazionale ha<br />

enfatizzato e amplificato. Non si entrerà nel merito delle<br />

cause, a cui si farà solo qualche cenno e ci si soffermerà, nel<strong>la</strong><br />

prima parte, nel mostrare alcune evidenze dei cambiamenti in<br />

atto attraverso <strong>la</strong> rappresentazione di dati e indicatori di sintesi<br />

che emergono dalle attività di ricerca in corso e nel<strong>la</strong> seconda<br />

parte nell’evidenziare aspetti critici che impattano sul sistema<br />

complessivo del mercato e sui principali attori.<br />

Il momento di <strong>la</strong>voro che inizia con questo seminario rappresenta<br />

un punto di partenza <strong>per</strong> un giudizio culturale fondato<br />

sull’es<strong>per</strong>ienza e sul<strong>la</strong> conoscenza dei diversi soggetti che partecipano<br />

al dipartimento <strong>la</strong>voro del<strong>la</strong> <strong>Fondazione</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong><br />

Sussidiarietà; un <strong>la</strong>voro teso a mettere in comune e valorizzare<br />

le diverse competenze ed es<strong>per</strong>ienze di <strong>per</strong>sone che a vario<br />

titolo sono coinvolte nel mercato del <strong>la</strong>voro: accademici di<br />

diverse discipline scientifiche, imprenditori, o<strong>per</strong>atori di servi-


6 IL LAVORO: L’ESPERIENZA DELL’IO IN AZIONE<br />

zi, sindacalisti e <strong>per</strong>sone che <strong>la</strong>vorano con diverse funzioni<br />

nelle istituzioni pubbliche.<br />

Dai dati alcune evidenze e informazioni<br />

sui cambiamenti in atto<br />

Nell’ambito di attività di studio e ricerca inerenti <strong>il</strong> mercato<br />

del <strong>la</strong>voro, basate su fonti amministrative ed effettuate su<br />

popo<strong>la</strong>zioni <strong>la</strong>vorative appartenenti a contesti territoriali regionali,<br />

provinciali e comunali, sono state studiate le dinamiche<br />

dei <strong>per</strong>corsi o le storie <strong>la</strong>vorative di diversi m<strong>il</strong>ioni di <strong>per</strong>sone<br />

che sono entrate o uscite dal mercato del <strong>la</strong>voro o hanno cambiato<br />

posto di <strong>la</strong>voro nel <strong>per</strong>iodo temporale osservato. Lo studio<br />

dei dati amministrativi, abbinato a quello delle fonti statistiche<br />

ufficiali, consente di ampliare significativamente<br />

l’analisi dei fenomeni, con attenzione partico<strong>la</strong>re ai livelli territoriali.<br />

In partico<strong>la</strong>re, le informazioni derivanti dai dati di<br />

flusso amministrativi, rispetto alle possib<strong>il</strong>ità offerte dagli<br />

indicatori aggregati di uso più comune, ampliano in maniera<br />

assai significativa lo spettro delle analisi che possono essere<br />

condotte, secondo prospettive differenti, viste complementari<br />

e progressivi approfondimenti. Ciò ha immediatamente due<br />

conseguenze, sia da un punto di vista di metodo che di contenuto;<br />

infatti, l’osservazione quasi “diretta” e puntuale dei<br />

fenomeni in atto nel mercato del <strong>la</strong>voro costringe, da una parte,<br />

a rivedere le categorie interpretative con le quali ci si è accostati<br />

al<strong>la</strong> comprensione delle sue dinamiche e conseguentemente<br />

all’impostazione dei modelli e degli interventi di politica<br />

attiva; dall’altra, fa sorgere inevitab<strong>il</strong>mente una nuova<br />

schiera di domande e apre <strong>il</strong> campo a nuovi studi che richiedono<br />

<strong>la</strong> convergenza e l’integrazione di diverse discipline.


L’IMPATTO SULL’OCCUPAZIONE DEI CAMBIAMENTI IN ATTO NEL MERCATO DEL LAVORO<br />

7<br />

Dai dati e<strong>la</strong>borati emerge, in estrema sintesi, l’evidenza, sempre<br />

più marcata, dell’aumento del<strong>la</strong> dinamicità del mercato,<br />

riscontrab<strong>il</strong>e nel<strong>la</strong> numerosità elevata del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione <strong>la</strong>vorativa<br />

dipendente che “si muove-cambia <strong>la</strong>voro”; valore che<br />

può essere rappresentato, da una parte, con <strong>la</strong> numerosità di<br />

assunzioni e cancel<strong>la</strong>zioni dei rapporti di <strong>la</strong>voro e da un’altra<br />

con un indicatore che mostra <strong>il</strong> tasso di “mob<strong>il</strong>ità” del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione<br />

che entra o esce dal mercato, o cambia <strong>la</strong>voro, rispetto<br />

al totale popo<strong>la</strong>zione occupata appartenente alle forze di <strong>la</strong>voro.<br />

Nel seguito si farà riferimento partico<strong>la</strong>rmente ai dati di flusso<br />

e molto sinteticamente a quelli di stock del territorio del<strong>la</strong><br />

Regione Lombardia (primi risultati di un <strong>la</strong>voro ancora in<br />

corso).<br />

Negli anni dal 2005 al 2008 <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione <strong>la</strong>vorativa lombarda<br />

è cresciuta complessivamente del 3,7% passando da circa<br />

4.2 a oltre 4.3 m<strong>il</strong>ioni. Gli occupati dipendenti sono cresciuti<br />

del 5% arrivando a oltre 3.3 m<strong>il</strong>ioni circa e gli indipendenti<br />

sono sostanzialmente rimasti costanti a un m<strong>il</strong>ione.<br />

Uno dei fenomeni maggiormente r<strong>il</strong>evanti è rappresentato dal<br />

tasso di crescita, tra gli occupati dipendenti, dei cosiddetti<br />

<strong>la</strong>voratori a termine che crescono nei quattro anni di un valore<br />

pari a circa <strong>il</strong> 20%, mentre i <strong>per</strong>manenti (<strong>la</strong>voratori con contratto<br />

indeterminato) crescono del 3,6%. I dati, derivanti dalle<br />

indagini delle forze di <strong>la</strong>voro dell’ISTAT, mostrano un evidente<br />

innalzamento nel tempo del<strong>la</strong> cosiddetta flessib<strong>il</strong>ità connessa<br />

sicuramente a una dinamicità elevata che caratterizza sempre<br />

più <strong>il</strong> mercato del <strong>la</strong>voro.<br />

Tramite i dati di flusso i fenomeni possono essere maggiormente<br />

analizzati e le dinamiche in atto osservate con maggiore<br />

puntualità.


8<br />

IL LAVORO: L’ESPERIENZA DELL’IO IN AZIONE<br />

Le osservazioni che seguono si riferiscono a dati che interessano<br />

<strong>il</strong> <strong>per</strong>iodo che va dal 2004 al 2008, riguardano complessivamente<br />

oltre 17 m<strong>il</strong>ioni di eventi osservati (assunzioni, cancel<strong>la</strong>zioni,<br />

proroghe e trasformazioni di contratti di <strong>la</strong>voro) che<br />

interessano circa 2.7 m<strong>il</strong>ioni di soggetti-<strong>per</strong>sone.<br />

È interessante osservare l’andamento negli anni dell’ut<strong>il</strong>izzo<br />

delle diverse tipologie contrattuali <strong>per</strong> l’effettuazione delle<br />

Andamento Avviamenti <strong>per</strong> tipologia contrattuale<br />

Regione Lombardia, anni 2004 ... 2008<br />

Anno<br />

Non flessif<strong>il</strong>i<br />

Flessib<strong>il</strong>i<br />

2004<br />

605.419<br />

701.580<br />

2005<br />

569.164<br />

780.641<br />

2006<br />

2007<br />

629.866<br />

767.447<br />

910.656<br />

1.320.151<br />

Tasso di Crescita 04..08<br />

Flessib<strong>il</strong>i: circa 120%<br />

2008<br />

631.760<br />

1.536.305<br />

Totale<br />

complessivo<br />

3.203.656<br />

5.249.333<br />

1.800.000<br />

1.600.000<br />

1.400.000<br />

1.200.000<br />

1.320.151<br />

1.536.305<br />

Non flessib<strong>il</strong>i<br />

Flessib<strong>il</strong>i<br />

1.000.000<br />

800.000<br />

600.000<br />

701.580<br />

605.419<br />

780.641<br />

569.164<br />

910.656<br />

629.866<br />

767.447<br />

631.760<br />

400.000<br />

200.000<br />

0<br />

2004 2005 2006 2007 2008<br />

Fonte dati: ARIFL, Osservatorio Federato Mercato del Lavoro del<strong>la</strong> Regione Lombardia<br />

E<strong>la</strong>borazione dati: CRISP - Centro di Ricerca Interuniversitario <strong>per</strong> i Servizi di Pubblica Ut<strong>il</strong>ità<br />

Fig. 1


L’IMPATTO SULL’OCCUPAZIONE DEI CAMBIAMENTI IN ATTO NEL MERCATO DEL LAVORO 9<br />

assunzioni (avviamenti) da parte delle aziende. Se raggruppiamo<br />

le tipologie contrattuali in non flessib<strong>il</strong>i o <strong>per</strong>manenti<br />

(tempo indeterminato e apprendistato) e flessib<strong>il</strong>i (interinale,<br />

tempo determinato, Co.Co.Pro.) si osserva un tasso di crescita<br />

nel <strong>per</strong>iodo pari al 120% delle forme flessib<strong>il</strong>i che sommate,<br />

negli anni arrivano ad acquisire un valore pari a oltre 5<br />

m<strong>il</strong>ioni di contratti contro un valore pari a oltre 3 m<strong>il</strong>ioni delle<br />

forme non flessib<strong>il</strong>i (fig. 1).<br />

L’indicatore di mob<strong>il</strong>ità applicato all’anno 2008, denominato<br />

Total Worker Tournover (TWT), raggiunge complessivamente<br />

un valore pari al 34% circa, con una tendenza sostanzialmente<br />

in crescita negli ultimi anni. Osservando <strong>il</strong> TWT <strong>per</strong><br />

INDICATORE del<strong>la</strong> Mob<strong>il</strong>ità del Mercato del Lavoro<br />

Regione Lombardia, anno 2008<br />

TWT<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

TWT<br />

Commercio e<br />

servizi<br />

<br />

Fonte dati: ISTAT e ARIFL, Osservatorio Federato Mercato del Lavoro del<strong>la</strong> Regione Lombardia<br />

E<strong>la</strong>borazione dati: CRISP – Centro di Ricerca Interuniversitario <strong>per</strong> i Servizi di Pubblica Ut<strong>il</strong>ità<br />

<br />

<br />

<br />

TWT<br />

Industria<br />

<br />

Fig. 2


10 IL LAVORO: L’ESPERIENZA DELL’IO IN AZIONE<br />

settore di attività economica, <strong>il</strong> valore sale al 39% <strong>per</strong> <strong>il</strong> commercio<br />

e servizi e si attesta su un valore <strong>per</strong>centuale pari a<br />

circa <strong>il</strong> 27% <strong>per</strong> l’industria (fig. 2).<br />

Pur non avendo costruito tale indicatore a livello pluriennale<br />

con un buon grado di certezza, si può affermare che nell’arco<br />

di tre anni <strong>la</strong> mob<strong>il</strong>ità del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione <strong>la</strong>vorativa dipendente<br />

può raggiungere e su<strong>per</strong>are un valore pari al 50% del<strong>la</strong> forza di<br />

<strong>la</strong>voro territoriale regionale.<br />

L’alto livello di mob<strong>il</strong>ità, certamente influenzato da diversi fattori<br />

(settori economici di attività, esigenze di flessib<strong>il</strong>ità aziendali,<br />

trasparenza informativa sulle opportunità <strong>la</strong>vorative ecc.)<br />

DINAMICA del Mercato del Lavoro<br />

Regione Lombardia , anni 2004 … 2008<br />

EVENTI °<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

Il 24% degli avviamenti coinvolge popo<strong>la</strong>zione straniera<br />

° valori espressi in migliaia<br />

Fonte dati: ARIFL, Osservatorio Federato Mercato del Lavoro del<strong>la</strong> Regione Lombardia<br />

E<strong>la</strong>borazione dati: CRISP – Centro di Ricerca Interuniversitario <strong>per</strong> i Servizi di Pubblica Ut<strong>il</strong>ità<br />

Fig. 3


L’IMPATTO SULL’OCCUPAZIONE DEI CAMBIAMENTI IN ATTO NEL MERCATO DEL LAVORO<br />

11<br />

rappresenta un elemento fortemente caratteristico del mercato<br />

del <strong>la</strong>voro odierno (fig. 3).<br />

Circa <strong>il</strong> 70% dei contratti avviati si chiude nel <strong>per</strong>iodo di<br />

osservazione; contratti di <strong>la</strong>voro che hanno una durata media<br />

sempre più breve <strong>per</strong> tutte le forme contrattuali in essere. In<br />

partico<strong>la</strong>re si osserva, <strong>per</strong> le principali forme contrattuali di<br />

tipo subordinato, ut<strong>il</strong>izzate nei diversi settori economici del<br />

mercato, una durata media (in mesi so<strong>la</strong>ri) pari a circa 12 mesi<br />

<strong>per</strong> <strong>il</strong> tempo indeterminato, 12 mesi <strong>per</strong> l’apprendistato, 6 mesi<br />

<strong>per</strong> contratto a tempo determinato, 7 mesi <strong>per</strong> i Co.Co.Pro. e 2<br />

mesi <strong>per</strong> <strong>il</strong> <strong>la</strong>voro interinale (fig. 4).<br />

La breve durata di “tutte le tipologie contrattuali” è partico<strong>la</strong>rmente<br />

significativa <strong>per</strong> descrivere, come sopra già ricordato,<br />

Durate medie delle diverse Tipologie contrattuali<br />

Regione Lombardia, anni 2004 ... 2008<br />

Tipologia contrattuale<br />

Tempo indeterminato<br />

Apprendistato<br />

Tempo Determinato<br />

Co.Co.Co<br />

Lavoro Interinale<br />

Durata media mesi*<br />

12<br />

12<br />

6<br />

7<br />

2<br />

* Rapporti conclusi<br />

Fonte dati: ARIFL, Osservatorio Federato Mercato del Lavoro del<strong>la</strong> Regione Lombardia<br />

E<strong>la</strong>borazione dati: CRISP - Centro di Ricerca Interuniversitario <strong>per</strong> i Servizi di Pubblica Ut<strong>il</strong>ità<br />

Fig. 4


12<br />

IL LAVORO: L’ESPERIENZA DELL’IO IN AZIONE<br />

l’elevata mob<strong>il</strong>ità del mercato del <strong>la</strong>voro degli ultimi anni, elemento<br />

che interessa <strong>la</strong> quasi totalità delle tipologie contrattuali<br />

in essere.<br />

Si possono distinguere, tra le <strong>per</strong>sone interessate, coloro che si<br />

muovono “senza problemi”, sono cioè in grado di cogliere le<br />

opportunità che <strong>il</strong> mercato gli offre e si “stab<strong>il</strong>izzano” in contratti<br />

a tempo indeterminato o migliorano <strong>la</strong> loro condizione<br />

<strong>la</strong>vorativa (è <strong>la</strong> maggior parte del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione osservata –<br />

circa <strong>il</strong> 70%) e coloro che rimangono stab<strong>il</strong>i-fermi in forme<br />

contrattuali flessib<strong>il</strong>i, interinale o tempo determinato, o “peggiorano”<br />

<strong>il</strong> loro <strong>per</strong>corso, <strong>il</strong> restante 30%.<br />

La popo<strong>la</strong>zione stab<strong>il</strong>e o in altri termini che <strong>per</strong>mane in una<br />

forma contrattuale flessib<strong>il</strong>e, pari a oltre 508.000 <strong>per</strong>sone, <strong>per</strong><br />

<strong>il</strong> 74% è stab<strong>il</strong>e nel contratto a tempo determinato, <strong>per</strong> <strong>il</strong> 17%<br />

nel Co.Co.Pro. e <strong>per</strong> <strong>il</strong> 9% nell’interinale.<br />

Nel<strong>la</strong> distribuzione <strong>per</strong> c<strong>la</strong>ssi di età, si nota <strong>per</strong> tutti una concentrazione<br />

maggiore nel<strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse di età che va dai 15 ai 29<br />

anni con una accentuazione <strong>per</strong> gli stab<strong>il</strong>i nell’interinale e,<br />

fenomeno estremamente critico, un innalzamento del<strong>la</strong> concentrazione<br />

del<strong>la</strong> quota nei contratti Co.Co.Pro. <strong>per</strong> gli oltre<br />

cinquantenni. Le <strong>per</strong>sone che peggiorano <strong>il</strong> loro <strong>per</strong>corso contrattuale<br />

sono oltre 342.000; <strong>la</strong> quota maggiore, circa <strong>il</strong> 73%, è<br />

collocata nel passaggio da contratto a tempo indeterminato<br />

verso contratti flessib<strong>il</strong>i in partico<strong>la</strong>re <strong>il</strong> tempo determinato.<br />

Contrariamente a quanto avviene <strong>per</strong> gli stab<strong>il</strong>i in forme flessib<strong>il</strong>i,<br />

coloro che peggiorano da indeterminato a forme contrattuali<br />

flessib<strong>il</strong>i si collocano maggiormente nelle c<strong>la</strong>ssi di età<br />

sopra i 30 anni (<strong>il</strong> 76%, di cui <strong>il</strong> 42% tra i 30 e i 40 anni e <strong>il</strong><br />

34% sopra i 40 anni).<br />

È evidente che queste <strong>per</strong>sone vivono una situazione di difficoltà,<br />

di criticità in quanto <strong>la</strong> maggior parte di esse non riesce


L’IMPATTO SULL’OCCUPAZIONE DEI CAMBIAMENTI IN ATTO NEL MERCATO DEL LAVORO 13<br />

o fa molta fatica a trovare un <strong>per</strong>corso professionale e <strong>la</strong>vorativo<br />

di crescita.<br />

Si possono, in estrema sintesi, rappresentare due tipologie di<br />

soggetti: <strong>la</strong> prima costituita da coloro che sono stab<strong>il</strong>i nel<br />

tempo indeterminato o migliorano <strong>la</strong> loro condizione contrattuale<br />

e <strong>la</strong> seconda che comprende coloro che sono stab<strong>il</strong>i in<br />

forme flessib<strong>il</strong>i o peggiorano <strong>la</strong> loro condizione contrattuale;<br />

pur con accenti e condizioni diverse queste <strong>per</strong>sone (<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione<br />

appartenente ai diversi cluster è chiaramente rappresentab<strong>il</strong>e<br />

in differenti sotto gruppi con gradi di criticità o positività<br />

differenti) hanno in comune una esigenza: essere aiutate<br />

e sostenute nei momenti di cambiamento del loro <strong>per</strong>corso.<br />

Dai cambiamenti in atto<br />

alcuni spunti di riflessione<br />

Le analisi e osservazioni sopra esposte, pur nel<strong>la</strong> loro essenzialità<br />

e sinteticità, consentono di sollevare alcuni spunti di<br />

riflessione con l’obiettivo di avviare un <strong>la</strong>voro di approfondimento<br />

sui diversi segmenti che costituiscono l’odierno mercato<br />

del <strong>la</strong>voro. In partico<strong>la</strong>re si intendono evidenziare alcune<br />

criticità che impattano sui diversi attori del mercato.<br />

Istituzioni e politiche <strong>per</strong> <strong>il</strong> <strong>la</strong>voro<br />

Il sistema delle politiche <strong>per</strong> <strong>il</strong> <strong>la</strong>voro, ai vari livelli di responsab<strong>il</strong>ità<br />

delle istituzioni a esse preposto, deve certamente essere<br />

rivisto nell’ottica di migliorare <strong>la</strong> capacità di risposta alle<br />

mutate caratteristiche del mercato ed esigenze delle <strong>per</strong>sone e<br />

imprese. L’accento viene qui posto sui modelli e sistemi di<br />

protezione sociale (<strong>il</strong> sistema degli ammortizzatori sociali) e<br />

su quello dei servizi (incontro domanda e offerta, formazione,


14<br />

IL LAVORO: L’ESPERIENZA DELL’IO IN AZIONE<br />

accompagnamento...). La crisi economica internazionale ha<br />

forzatamente imposto interventi che mostrano, al netto di evidenze<br />

comuni im<strong>per</strong>meate sul sostegno economico connesso<br />

al<strong>la</strong> <strong>per</strong>dita del <strong>la</strong>voro, due differenti approcci: uno teso a una<br />

maggiore "stab<strong>il</strong>ità garantita" (revisione del<strong>la</strong> normativa contrattuale,<br />

<strong>il</strong> cosiddetto contratto unico a tempo indeterminato)<br />

accompagnata da interventi di al<strong>la</strong>rgamento delle regole di ut<strong>il</strong>izzo<br />

degli ammortizzatori sociali a soggetti che fino a poco<br />

tempo fa non potevano usufruirne (<strong>la</strong>voratori flessib<strong>il</strong>i - interinali,<br />

con contratti a tempo determinato, Co.Co.Pro., ma anche<br />

imprese che fino allo scorso anno non potevano usufruire del<strong>la</strong><br />

cassa integrazione - artigiani, piccole unità commerciali e dei<br />

servizi in senso <strong>la</strong>to); <strong>il</strong> secondo punta sul<strong>la</strong> creazione di un<br />

sistema coo<strong>per</strong>ativo/col<strong>la</strong>borativo tra i diversi attori del mercato<br />

(istituzioni, o<strong>per</strong>atori, <strong>per</strong>sone, aziende) coniugando servizi<br />

con sostegno al reddito (si veda <strong>la</strong> dote <strong>la</strong>voro<br />

Lombardia).<br />

Le <strong>per</strong>sone, i <strong>la</strong>voratori e le imprese<br />

Le trasformazioni socio economiche intercorse negli ultimi<br />

decenni cambiano radicalmente <strong>il</strong> <strong>la</strong>voro sia nel<strong>la</strong> forma che<br />

nel contenuto. L’aspetto più significativo e con i maggiori<br />

effetti sul<strong>la</strong> vita delle <strong>per</strong>sone è sicuramente <strong>il</strong> cambiamento<br />

nel<strong>la</strong> forma del <strong>la</strong>voro. Venendo meno <strong>la</strong> stab<strong>il</strong>ità originaria<br />

delle organizzazioni e crescendo l’implementazione di modelli<br />

produttivi e organizzativi flessib<strong>il</strong>i diventa pressoché impensab<strong>il</strong>e<br />

<strong>per</strong> le <strong>per</strong>sone puntare esclusivamente sul<strong>la</strong> ricerca del<br />

“posto di <strong>la</strong>voro” che dura una vita all’interno del<strong>la</strong> stessa<br />

organizzazione, con <strong>la</strong> garanzia di una crescita professionale<br />

(carriera) lenta e strutturata. L’es<strong>per</strong>ienza <strong>la</strong>vorativa è più rea-


L’IMPATTO SULL’OCCUPAZIONE DEI CAMBIAMENTI IN ATTO NEL MERCATO DEL LAVORO 15<br />

listicamente rappresentab<strong>il</strong>e come un “<strong>per</strong>corso <strong>la</strong>vorativo”,<br />

che può svolgersi in settori e con mansioni molto diverse, che<br />

richiede competenze e conoscenze forse anche piuttosto lontane<br />

tra loro.<br />

Ciò che si osserva oggi, e che probab<strong>il</strong>mente caratterizzerà <strong>il</strong><br />

futuro del <strong>la</strong>voro, è un aumento considerevole del<strong>la</strong> mob<strong>il</strong>ità<br />

occupazionale e professionale tra settori (anche piuttosto<br />

diversi tra loro), tra imprese (diverse <strong>per</strong> dimensione, comparto<br />

di attività ecc.) e all’interno del<strong>la</strong> medesima organizzazione<br />

(diversa posizione professionale, diverse mansioni da svolgere).<br />

Il cambiamento nel<strong>la</strong> forma del <strong>la</strong>voro non si esaurisce in<br />

un incremento del<strong>la</strong> mob<strong>il</strong>ità a tutti i livelli, ma si manifesta<br />

anche dal punto di vista dell’organizzazione del <strong>la</strong>voro. Le<br />

nuove strategie di gestione flessib<strong>il</strong>e delle risorse umane adottate<br />

dalle imprese, naturalmente sotto <strong>il</strong> vincolo delle norme<br />

esistenti, modificano le posizioni (dipendente, indipendente,<br />

col<strong>la</strong>boratore ecc.), <strong>la</strong> durata del rapporto (indeterminato,<br />

determinato, a progetto ecc.), l’impegno temporale (part time,<br />

full time), i luoghi (tele-<strong>la</strong>voro ecc.) e <strong>la</strong> retribuzione, quale<br />

parte fondamentale di un rapporto di <strong>la</strong>voro, rendendo<strong>la</strong> più<br />

variab<strong>il</strong>e e corre<strong>la</strong>ta ai risultati <strong>per</strong>sonali e aziendali.<br />

Sullo sfondo esiste un possib<strong>il</strong>e rischio, <strong>per</strong> le imprese, di continua<br />

<strong>per</strong>dita del capitale umano; l’impresa rischia <strong>per</strong> molti<br />

<strong>la</strong>voratori di diventare un punto di passaggio più o meno interessante<br />

in funzione solo di alcune condizioni, di alcuni limitati<br />

fattori che fanno parte di un rapporto di <strong>la</strong>voro (condizioni<br />

economiche, ruolo, orari, valenza dell’es<strong>per</strong>ienza <strong>per</strong> lo sv<strong>il</strong>uppo<br />

del proprio curriculum vitae ecc.) tra<strong>la</strong>sciando <strong>il</strong> legame<br />

e <strong>il</strong> coinvolgimento del<strong>la</strong> <strong>per</strong>sona nello scopo dell’impresa,<br />

nel<strong>la</strong> partecipazione e costruzione del suo sv<strong>il</strong>uppo.


16 IL LAVORO: L’ESPERIENZA DELL’IO IN AZIONE<br />

Sistema e organizzazioni di servizio<br />

La liberalizzazione del mercato del <strong>la</strong>voro, iniziata circa dieci<br />

anni fa, apre uno scenario di maggiore competitività <strong>per</strong> le<br />

organizzazioni di servizi, in un mercato che contemporaneamente<br />

richiede forte corresponsab<strong>il</strong>ità nel<strong>la</strong> risposta alle esigenze<br />

delle <strong>per</strong>sone che cercano sicurezza <strong>per</strong> <strong>il</strong> loro futuro<br />

<strong>la</strong>vorativo.<br />

Si apre così <strong>il</strong> tema del<strong>la</strong> capacità del “sistema” del <strong>la</strong>voro<br />

(agenzie <strong>per</strong> <strong>il</strong> <strong>la</strong>voro, istituzioni pubbliche di servizi, organizzazioni<br />

datoriali e sindacali ecc.) di coniugare correttamente<br />

l’esigenza di flessib<strong>il</strong>ità dell’impresa (oggi sempre più indispensab<strong>il</strong>e<br />

<strong>per</strong> competere nel mercato “globale”) e <strong>la</strong> risposta<br />

puntuale ai bisogni delle <strong>per</strong>sone nel loro <strong>per</strong>corso e quindi<br />

del<strong>la</strong> qualità dei servizi disponib<strong>il</strong>i.<br />

È evidente che <strong>il</strong> sistema in essere, basato sul paradigma del<br />

posto fisso <strong>per</strong> <strong>la</strong> vita, ha fatto <strong>il</strong> suo tempo e non è più adeguato.<br />

Come riformare e sv<strong>il</strong>uppare <strong>il</strong> sistema dei servizi <strong>per</strong> <strong>il</strong><br />

<strong>la</strong>voro <strong>per</strong>ché sia possib<strong>il</strong>e supportare le <strong>per</strong>sone ad accettare<br />

<strong>la</strong> sfida del cambiamento? quali possono essere i cambiamenti<br />

richiesti ai modelli organizzativi di agenzia? È questo un tema<br />

poco trattato nel nostro Paese e che necessita maggiore attenzione<br />

al fine di contribuire fattivamente e non ideologicamente<br />

allo sv<strong>il</strong>uppo di un mercato del <strong>la</strong>voro in cui ciascuno veda<br />

stimo<strong>la</strong>ta <strong>la</strong> propria responsab<strong>il</strong>ità e tute<strong>la</strong>ta <strong>la</strong> propria dignità.<br />

Più precisamente si apre <strong>il</strong> tema, <strong>per</strong> le imprese di servizi, di<br />

aumentare <strong>la</strong> capacità di rispondere velocemente alle richieste<br />

delle imprese loro committenti e nel contempo di tenere conto<br />

delle esigenze di sv<strong>il</strong>uppo corretto del <strong>per</strong>corso del singolo<br />

individuo, evitando <strong>il</strong> rischio di <strong>per</strong>dere o trascurare una caratteristica<br />

fondamentale: imprese caratterizzate da un forte<br />

scopo «sociale».


L’IMPATTO SULL’OCCUPAZIONE DEI CAMBIAMENTI IN ATTO NEL MERCATO DEL LAVORO 17<br />

Questi sono alcuni spunti di criticità, di riflessione che possono<br />

essere affrontati diversamente in funzione del<strong>la</strong> concezione<br />

che abbiamo del <strong>la</strong>voro. Concezione che non può essere una<br />

premessa a cui segue un più o meno br<strong>il</strong><strong>la</strong>nte svolgimento del<br />

tema, ma <strong>il</strong> punto che giudica <strong>il</strong> tentativo di risposta alle sollecitazioni<br />

che <strong>la</strong> realtà continuamente pone.


Il <strong>la</strong>voro:<br />

l’es<strong>per</strong>ienza dell’io in azione<br />

Giorgio Vittadini<br />

Il mio contributo prende le mosse dal libro L’io, <strong>il</strong> potere, le<br />

o<strong>per</strong>e, nel quale don Luigi Giussani afferma: «…<strong>il</strong> <strong>la</strong>voro è<br />

l’espressione totale del<strong>la</strong> <strong>per</strong>sona […] in quanto l’uomo è rapporto<br />

con l’infinito, con l’eterno, col Mistero, […] allora <strong>il</strong> <strong>la</strong>voro<br />

prende veramente tutto e tutte le espressioni del<strong>la</strong> <strong>per</strong>sona.<br />

Si chiama <strong>la</strong>voro tutto ciò che esprime <strong>la</strong> <strong>per</strong>sona come rapporto<br />

con l’infinito. Perché <strong>per</strong> <strong>il</strong> muratore o <strong>il</strong> minatore i gesti che<br />

fanno, mettendo su un mattone o zappando un sotterraneo, sono<br />

rapporto con Dio: <strong>per</strong> questo devono essere rispettati, <strong>per</strong> questo<br />

devono essere oggetto di giustizia reale e di amore anche, e<br />

quindi di aiuto» (L. Giussani, L’io, <strong>il</strong> potere, le o<strong>per</strong>e, Marietti,<br />

Genova 2000, p. 69). Ciò significa che non si può essere alienati<br />

contro <strong>la</strong> propria volontà: se un uomo è se stesso fino in<br />

fondo, ed è mosso dal desiderio di verità, di giustizia e di bellezza,<br />

<strong>la</strong>vorando ha modo di esprimere <strong>la</strong> sua <strong>per</strong>sonalità e di accettare<br />

le circostanze in cui si imbatte, in qualunque condizione<br />

si trovi. Si <strong>la</strong>vora <strong>per</strong> trasformare <strong>la</strong> realtà, <strong>per</strong> render<strong>la</strong> più vicina<br />

al desiderio che ci costituisce nel profondo. Il primo punto<br />

da evidenziare è dunque che è possib<strong>il</strong>e esprimere <strong>la</strong> propria <strong>per</strong>-


20<br />

IL LAVORO: L’ESPERIENZA DELL’IO IN AZIONE<br />

sonalità nel <strong>la</strong>voro nel<strong>la</strong> misura in cui non si riduce <strong>il</strong> proprio desiderio,<br />

ma lo si mette in gioco; così facendo, in qualsiasi condizione<br />

ci si trovi a o<strong>per</strong>are, si sarà in grado di mettersi in rapporto<br />

con <strong>la</strong> realtà vivendo<strong>la</strong> come segno di un’ultima positività.<br />

Questo diventa vero soprattutto <strong>per</strong> chi vive l’es<strong>per</strong>ienza cristiana,<br />

e riconosce nel<strong>la</strong> realtà <strong>la</strong> presenza di Dio che si è fatto<br />

carne e, attraverso l’Ascensione, dimora nelle circostanze; almeno<br />

come spunto <strong>per</strong>ò è un’es<strong>per</strong>ienza possib<strong>il</strong>e a chiunque.<br />

Un uomo vive un’alienazione nel<strong>la</strong> misura in cui riduce <strong>il</strong> suo<br />

desiderio. E questo accade di solito in due modi. Il primo<br />

quando si riduce <strong>il</strong> valore del <strong>la</strong>voro al<strong>la</strong> so<strong>la</strong> carriera, cioè all’ottenimento<br />

di una posizione di prestigio e potere, non come<br />

strumento <strong>per</strong> una più efficace trasformazione del<strong>la</strong> realtà, ma<br />

come scopo in sé. L’altra modalità di alienazione è confondere<br />

una sacrosanta esigenza di stab<strong>il</strong>ità, con un’idea di occupazione<br />

come diritto da pretendere a prescindere da tutto. Tutto<br />

questo indica con chiarezza i limiti sia del<strong>la</strong> mentalità liberista<br />

che di quel<strong>la</strong> marxista: l’alienazione è figlia del<strong>la</strong> mancanza di<br />

significato, non delle condizioni in cui ci si trova. I momenti di<br />

difficoltà e di crisi, in tutte le posizioni di <strong>la</strong>voro (dipendente,<br />

manuale, imprenditoriale…) possono essere su<strong>per</strong>ati solo vivendo<br />

fino in fondo quello che don Giussani chiama “senso religioso”:<br />

<strong>la</strong> tensione a vivere un significato in qualunque circostanza<br />

ci si imbatta. Il primo punto di cambiamento è un’idea di<br />

sé come qualcosa di più grande dei condizionamenti imposti dal<br />

sistema.<br />

Il professor Marco Martini diceva che i limiti dello sv<strong>il</strong>uppo<br />

economico, in teoria, sarebbero stati raggiunti già nel<br />

Settecento, tant’è vero che si sono sv<strong>il</strong>uppate teorie come quel<strong>la</strong><br />

di Malthus sul<strong>la</strong> fine dello sv<strong>il</strong>uppo, ma che è stato uno<br />

“scatto” nel soggetto umano a <strong>per</strong>mettere di su<strong>per</strong>are questi


IL LAVORO: L’ESPERIENZA DELL’IO IN AZIONE 21<br />

limiti, generando nuovo sv<strong>il</strong>uppo e nuove risorse. Ogni concezione<br />

meccanicista che descrive un sistema in modo statico è<br />

necessariamente limitata: <strong>il</strong> soggetto che è protagonista del<br />

<strong>la</strong>voro è sempre più grande delle capacità del sistema stesso.<br />

Ciò non significa non tener conto (come afferma anche <strong>il</strong><br />

Papa) dei suoi limiti: sul<strong>la</strong> questione dell’ambiente, <strong>per</strong> esempio,<br />

è un soggetto alienato da se stesso quello che distrugge<br />

senza criterio le risorse del pianeta. È <strong>per</strong>ò un problema che<br />

non può essere risolto semplicemente attraverso l’inserimento<br />

di nuove regole, ma solo da un soggetto umano equ<strong>il</strong>ibrato,<br />

consapevole del<strong>la</strong> scarsità delle risorse e del<strong>la</strong> necessità di distribuirle<br />

in modo equo.<br />

Educare le <strong>per</strong>sone al<strong>la</strong> ricerca di un significato<br />

La questione più urgente è dunque educare le <strong>per</strong>sone al<strong>la</strong><br />

ricerca di un significato, guidando l’es<strong>per</strong>ienza elementare<br />

presente in ciascuno ad avere uno sguardo che tenga conto di<br />

tutti i fattori. Prima ancora che l’istruzione quello che manca è<br />

l’educazione. Nei primi capitoli de Il senso religioso don<br />

Giussani, affrontando <strong>il</strong> tema del realismo, del<strong>la</strong> ragionevolezza<br />

e del<strong>la</strong> moralità, afferma che essere morali e adeguati al<strong>la</strong><br />

realtà significa sv<strong>il</strong>uppare in modo equ<strong>il</strong>ibrato tutti gli aspetti<br />

del<strong>la</strong> propria <strong>per</strong>sonalità. Il <strong>la</strong>voro è <strong>il</strong> punto dove viene al<strong>la</strong><br />

luce questa mancanza di equ<strong>il</strong>ibrio, <strong>per</strong>ché è quasi inevitab<strong>il</strong>e<br />

focalizzarsi su un aspetto parziale. C’è una mancanza di educazione<br />

a tenere conto di tutti i fattori, <strong>per</strong> cui o si sacrifica<br />

tutto <strong>per</strong> <strong>la</strong> carriera oppure si <strong>per</strong>segue l’utopia di un astratto<br />

diritto all’occupazione, e se <strong>il</strong> <strong>la</strong>voro non c’è si cerca di assicurare<br />

artificialmente <strong>la</strong> presenza di condizioni in cui ci si <strong>il</strong>luda<br />

di <strong>la</strong>vorare.


22 IL LAVORO: L’ESPERIENZA DELL’IO IN AZIONE<br />

L’educazione valorizza tutti gli aspetti del soggetto umano in<br />

termini equ<strong>il</strong>ibrati, ma non può aver luogo in solitudine, come<br />

ricordava don Giussani nel suo intervento ad Assago nel 1987<br />

(in L’io, <strong>il</strong> potere, le o<strong>per</strong>e, cit.), accennando a movimenti, luoghi,<br />

realtà che <strong>per</strong>mettano un’es<strong>per</strong>ienza di questo tipo.<br />

L’alternativa altrimenti è tornare alle teorie di Hobbes e di<br />

Smith, <strong>per</strong> cui, dato che l’uomo non è capace di su<strong>per</strong>are i propri<br />

limiti, occorre organizzare <strong>il</strong> <strong>la</strong>voro in modo coercitivo,<br />

oppure sv<strong>il</strong>uppare un sistema sociale egoistico nel quale lo sv<strong>il</strong>uppo<br />

generale è assicurato da pochi a discapito di molti, come<br />

si sente dire in questo momento di crisi in cui si par<strong>la</strong> di uno<br />

sv<strong>il</strong>uppo senza occupazione.<br />

Occorrono dunque movimenti, realtà sociali e associative dove<br />

questa educazione al significato di ciò che si fa venga continuamente<br />

tenuta presente, e dove l’“io”, che non è sostituib<strong>il</strong>e,<br />

venga messo in condizione di esprimersi. Questo è possib<strong>il</strong>e<br />

anche in una picco<strong>la</strong> realtà aziendale che, senza confondere<br />

paternalisticamente i ruoli, può essere un luogo dove venga<br />

assicurata un’educazione al <strong>la</strong>voro, e dove realtà associative di<br />

impresa o realtà sindacali assicurino, con modalità diverse,<br />

anche in dialettica fra loro, <strong>la</strong> <strong>per</strong>manenza di diversi aspetti<br />

fondamentali a cui le <strong>per</strong>sone vengano richiamate. Altri luoghi<br />

come <strong>la</strong> famiglia, <strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> e altre realtà educative come <strong>la</strong><br />

Chiesa, educando a un significato generale, insegnano ad<br />

affrontare anche <strong>il</strong> <strong>la</strong>voro in modo partico<strong>la</strong>re. Anche <strong>per</strong> ciò<br />

che riguarda l’incremento del capitale umano, oltre all’insegnamento<br />

di un <strong>la</strong>voro, è fondamentale tutto ciò che può valorizzare<br />

l’iniziativa dell’“io”, che poi si rifletterà anche sul<br />

<strong>la</strong>voro. Riassumendo, i primi due punti che abbiamo trattato<br />

sono, prima di tutto, l’irriducib<strong>il</strong>ità dell’“io” come domanda di<br />

significato, non alienab<strong>il</strong>e contro <strong>la</strong> sua volontà, e poi <strong>la</strong> neces-


IL LAVORO: L’ESPERIENZA DELL’IO IN AZIONE<br />

23<br />

sità di luoghi di educazione in cui le <strong>per</strong>sone abbiano <strong>la</strong> possib<strong>il</strong>ità<br />

di esprimersi.<br />

A ognuno <strong>il</strong> suo <strong>la</strong>voro<br />

Il terzo postu<strong>la</strong>to si può riassumere con l’espressione «a ognuno<br />

<strong>il</strong> suo <strong>la</strong>voro»: lo scopo di un sistema del <strong>la</strong>voro è che ciascuno<br />

possa avere <strong>il</strong> suo impiego. Noi non potremo mai concepire<br />

un sistema come quello dei ku<strong>la</strong>ki russi, in cui una parte<br />

del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione è stata <strong>la</strong>sciata arricchire <strong>per</strong> poi essere massacrata,<br />

in modo da far crescere <strong>il</strong> benessere collettivo, <strong>per</strong>ché<br />

lo scopo di un’attività economica è che ogni “io”, unico e irripetib<strong>il</strong>e,<br />

che si affaccia una volta so<strong>la</strong> sul<strong>la</strong> scena del mondo,<br />

possa stare meglio esprimendo le sue potenzialità. Qualunque<br />

motivo che subordini a un progetto astratto <strong>il</strong> breve <strong>per</strong>iodo<br />

del<strong>la</strong> vita di un uomo non è tollerab<strong>il</strong>e, come non può esserlo<br />

concepire tranqu<strong>il</strong><strong>la</strong>mente <strong>la</strong> disoccupazione come un aspetto<br />

normale di un sistema che cresce. Su questo punto don<br />

Giussani ha scritto pagine indimenticab<strong>il</strong>i, in cui afferma <strong>la</strong><br />

necessità fondamentale che tutti <strong>la</strong>vorino <strong>per</strong>ché tutti possano<br />

esprimere <strong>la</strong> loro <strong>per</strong>sonalità.<br />

Questo comporta alcune conseguenze. Per prima cosa occorre<br />

evitare <strong>il</strong> manicheismo, presente anche nel mondo cattolico,<br />

<strong>per</strong> cui da una parte si afferma <strong>la</strong> necessità di creare <strong>la</strong>voro, e<br />

dall’altra si stigmatizza <strong>il</strong> fatto che qualcuno dia vita a imprese<br />

che creano ricchezza e occupazione. Il <strong>la</strong>voro non è qualcosa<br />

che può essere inventato dallo Stato, occorre una capacità<br />

imprenditoriale che sappia creare ricchezza in un Paese.<br />

Secondo una concezione propria di un certo mondo sindacale<br />

e di un certo mondo cattolico, <strong>il</strong> problema del<strong>la</strong> distribuzione<br />

delle risorse e dell’occupazione è affrontato a prescindere dal


24 IL LAVORO: L’ESPERIENZA DELL’IO IN AZIONE<br />

tema dello sv<strong>il</strong>uppo, mentre è indispensab<strong>il</strong>e innanzitutto che<br />

ci sia qualcuno che investa e crei ricchezza. Allo stesso tempo,<br />

se <strong>il</strong> <strong>la</strong>voro è condizione dell’espressione dell’“io”, in ogni<br />

situazione <strong>la</strong>vorativa devono essere garantite condizioni di<br />

giustizia che evitino ogni tipo di sfruttamento.<br />

Lo sv<strong>il</strong>uppo e <strong>la</strong> giustizia sociale sono due aspetti strettamente<br />

connessi, e questo è un tema che ci mette in polemica rispetto<br />

alle concezioni che vanno <strong>per</strong> <strong>la</strong> maggiore, e che si collega<br />

allo slogan coniato tanti anni fa dal professor Martini: «dal<br />

posto al <strong>per</strong>corso».<br />

Se è vero che <strong>il</strong> problema è creare ricchezza, <strong>il</strong> passaggio «dal<br />

posto al <strong>per</strong>corso» è auspicab<strong>il</strong>e, <strong>per</strong>ché compiendo un <strong>per</strong>corso<br />

si ha <strong>la</strong> possib<strong>il</strong>ità di migliorare, di accrescere <strong>la</strong> propria<br />

capacità di creare <strong>la</strong>voro e di rispondere all’esigenza di occupazione.<br />

Questo slogan non implica necessariamente <strong>il</strong> ricorso<br />

al precariato, ma anzi può essere benissimo coniugato con <strong>la</strong><br />

stab<strong>il</strong>ità, <strong>per</strong>ché <strong>il</strong> bisogno di una picco<strong>la</strong> e media impresa non<br />

è di avere del<strong>la</strong> gente che va e viene, dal momento che <strong>il</strong> suo<br />

valore aggiunto, nel lungo <strong>per</strong>iodo, è connesso proprio al<strong>la</strong> sua<br />

stab<strong>il</strong>ità.<br />

D’altra parte, lottare contro <strong>il</strong> precariato non significa sostenere<br />

una politica egualitaria dove sa<strong>la</strong>ri, stipendi e qualifiche<br />

non sono legate a capacità <strong>per</strong>sonali e produttività, come purtroppo<br />

succede, <strong>per</strong> esempio, nel mondo del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong>. Non è<br />

strano che nel<strong>la</strong> nuova riforma universitaria ci sia tutto all’infuori<br />

dell’idea di premiare <strong>il</strong> merito? Le università straniere<br />

funzionano come le squadre di calcio, si accaparrano i professori<br />

migliori, diversificando gli stipendi, <strong>per</strong> stimo<strong>la</strong>re all’eccellenza.<br />

Questo da noi è inconcepib<strong>il</strong>e, come pure manca<br />

totalmente l’idea di una educazione <strong>per</strong>manente. Tutta <strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse<br />

dirigente americana, compresi gli insegnanti, torna all’uni-


IL LAVORO: L’ESPERIENZA DELL’IO IN AZIONE 25<br />

versità verso i trent’anni, dopo aver effettuato un certo <strong>per</strong>corso<br />

professionale <strong>per</strong>ché l’apprendimento continuo è considerato<br />

un elemento fondamentale. Il nostro sistema educativo<br />

invece fa sì che <strong>il</strong> 98% degli italiani smettano di formarsi<br />

dopo gli anni dell’università. Tra l’altro, è assurdo che <strong>la</strong> formazione<br />

di alto livello sia affidata ai sindacati e al<strong>la</strong><br />

Confindustria, e non alle università, che dovrebbero gestire al<br />

meglio questo segmento del<strong>la</strong> formazione, ut<strong>il</strong>izzando risorse<br />

che giacciono inut<strong>il</strong>izzate.<br />

Prevedere <strong>per</strong>corsi alternativi<br />

C’è <strong>per</strong>ò un ulteriore passaggio: non tutti possono compiere un<br />

<strong>per</strong>corso, <strong>per</strong>ché le condizioni <strong>per</strong>sonali e sociali non sono<br />

uguali <strong>per</strong> tutti, e non riconoscerlo vuol dire pretendere di eliminare<br />

<strong>la</strong> diversità umana. Facciamo degli esempi: ci sono<br />

giovani che fanno fatica a entrare nel mondo del <strong>la</strong>voro non<br />

solo e non sempre <strong>per</strong>ché non ne hanno voglia, ma <strong>per</strong>ché non<br />

ne hanno le capacità. C’è gente che è costretta a uscire dal<br />

mercato del <strong>la</strong>voro a cinquant’anni, <strong>per</strong>ché una multinazionale<br />

quando uno costa molto e non ha più <strong>il</strong> dinamismo di prima,<br />

tendenzialmente lo elimina; reinserirsi allo stesso livello è<br />

impossib<strong>il</strong>e, ma non vengono offerti mercati alternativi. Il<br />

mercato del <strong>la</strong>voro deve prevedere posti che non possono essere<br />

<strong>per</strong>corsi, a partire dalle caratteristiche delle <strong>per</strong>sone, senza<br />

scadere nell’assistenzialismo. Il mondo del non profit potrebbe<br />

essere un mercato alternativo <strong>per</strong> ex manager che, estromessi<br />

a cinquant’anni dal mercato del <strong>la</strong>voro, evidentemente<br />

non guadagnerebbero più quello che guadagnavano prima, ma<br />

avrebbero <strong>la</strong> possib<strong>il</strong>ità di intraprendere carriere alternative;<br />

oppure occorrerebbe prevedere degli impieghi rivolti a gente


26<br />

IL LAVORO: L’ESPERIENZA DELL’IO IN AZIONE<br />

priva di istruzione, di capacità o di competenze. L’attenzione a<br />

chi non riesce a inserirsi corregge <strong>il</strong> discorso «dal posto al <strong>per</strong>corso»,<br />

<strong>per</strong>ché, se <strong>il</strong> valore fondamentale è <strong>la</strong> <strong>per</strong>sona, bisogna<br />

prevedere anche <strong>per</strong>corsi alternativi.<br />

L’ultimo aspetto che voglio sottolineare è che le politiche attive<br />

del mercato del <strong>la</strong>voro devono essere flessib<strong>il</strong>i, intelligenti,<br />

creative, continuamente modificab<strong>il</strong>i a seconda del tipo di esigenze<br />

che si incontrano. Il <strong>per</strong>corso intrapreso anni fa che considerava<br />

anche <strong>il</strong> <strong>la</strong>voro interinale come parte di un mercato<br />

del <strong>la</strong>voro concepito come un tutt’uno, in cui ognuno può trovare<br />

un posto, anche riqualificandosi, è una questione fondamentale,<br />

che si impatta armoniosamente col fatto che oggi, <strong>per</strong><br />

assicurare a tutti un impiego (<strong>per</strong>mettendo che qualcuno giunga<br />

al vertice, ma che tutti gli altri possano vivere), occorre prevedere<br />

un sistema di strumenti <strong>il</strong> più possib<strong>il</strong>e variegati, quasi<br />

<strong>per</strong>sonalizzati.<br />

Tutto ciò è radicalmente in opposizione con chi ritiene che <strong>la</strong><br />

politica attiva del mercato del <strong>la</strong>voro debba sparire, e che<br />

sostanzialmente si debbano dare stipendi fissi a tutti quelli che<br />

si trovano disoccupati, nell’attesa che <strong>il</strong> mercato li riassorba.<br />

Questo significa avere una fiducia nel<strong>la</strong> capacità di intervento<br />

del mercato a dir poco fideistica, e concepire lo Stato sostanzialmente<br />

come un ente assistenziale. Da questo punto di vista<br />

tra le politiche attive del mercato del <strong>la</strong>voro andrebbe incluso<br />

<strong>il</strong> sostegno a realtà, come quelle non profit, che possono assicurare<br />

un <strong>la</strong>voro non assistenziale, ma reale. Così pure, grazie<br />

al<strong>la</strong> recente riforma che prevede <strong>la</strong> possib<strong>il</strong>ità di coo<strong>per</strong>ative<br />

miste che possono fornire assistenza agli handicappati, ma<br />

anche creare <strong>la</strong>voro, si rende possib<strong>il</strong>e una forma di integrazione<br />

sociale, <strong>per</strong>mettendo a gente che era fuori dal mercato<br />

del <strong>la</strong>voro di rientrare.


IL LAVORO: L’ESPERIENZA DELL’IO IN AZIONE 27<br />

Si tratta di un punto tendenzialmente rivoluzionario: nel settembre<br />

2009 durante un seminario ad Assisi, padre<br />

Compagnoni, rettore emerito del<strong>la</strong> Pontificia Università San<br />

Tommaso, affermava addirittura che sul tema del <strong>la</strong>voro <strong>la</strong><br />

riflessione del<strong>la</strong> Dottrina sociale del<strong>la</strong> Chiesa comincia di fatto<br />

con Giovanni Paolo II e con don Giussani, mentre prima era un<br />

tema trattato in termini difensivi, rispetto ai limiti delle concezioni<br />

marxista e liberista; con <strong>la</strong> Laborem Exercens <strong>il</strong> tema del<br />

<strong>la</strong>voro inizia a essere affrontato in termini propositivi nuovi.<br />

Una riflessione basata sul<strong>la</strong> concezione del <strong>la</strong>voro come<br />

espressione di sé, anche in polemica con le ideologie sinora<br />

dominanti, costituisce una battaglia culturale ancora tutta da<br />

sv<strong>il</strong>uppare.<br />

Solo un soggetto umano diverso in azione può offrire, dal<br />

punto di vista sia teorico che o<strong>per</strong>ativo, validi spunti di dialogo<br />

e di discussione al mondo sindacale, imprenditoriale e<br />

sociale.


I Quaderni del<strong>la</strong> Sussidiarietà<br />

Quaderno n. 1<br />

Famiglia e DiCo: una mutazione antropologica<br />

Quaderno n. 2<br />

Il rischio di educare nel<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong><br />

Quaderno n. 3<br />

Persona e Stato<br />

Quaderno n. 4<br />

Questioni di biopolitica<br />

Quaderno n. 5<br />

Una scuo<strong>la</strong> che insegna a ragionare: <strong>il</strong> metodo dell'es<strong>per</strong>ienza<br />

Quaderno n. 6<br />

Coscienza religiosa e cultura moderna:<br />

<strong>per</strong>corsi del<strong>la</strong> ragione e dell'istruzione<br />

Quaderno n. 7<br />

La rivincita del<strong>la</strong> responsab<strong>il</strong>ità.<br />

A proposito del<strong>la</strong> nuova Legge <strong>per</strong> <strong>il</strong> federalismo fiscale<br />

Quaderno n. 8<br />

La consegna tradita. Riflessioni sul senso del<strong>la</strong> storia

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