Pulci, MORGANTE - Liber Liber

Pulci, MORGANTE - Liber Liber Pulci, MORGANTE - Liber Liber

omero.humnet.unipi.it
from omero.humnet.unipi.it More from this publisher
04.09.2014 Views

e molti sacrifici facea fare, pregando umilemente il lor Macone che sua virginità debba servare; com'io seguiterò nell'altro canto colla virtù dello Spirito santo. CANTARE SESTO 1. Padre nostro che ne' cieli stai, non circunscritto, ma per più amore ch'a' primi effetti di lassù tu hai, laudato sia il tuo nome e 'l tuo valore; e di tua grazia mi concederai tanto ch'io possi finir sanza errore la nostra istoria; e però, Padre degno, aiuta tu questo affannato ingegno. 2. Era il sol, dico, al balcon d'orïente e l'Aürora si facea vermiglia e da Titon suo antico un poco assente; di Giove più non si vedea la figlia, quella amorosa stella refulgente, che spesso troppo gli amanti scompiglia; quando Rinaldo giù calava il monte dove era Orlando suo, famoso conte. 3. Come egli ebbe veduta la cittade, disse a Dodone: - Or puoi veder la terra dove è la dama c'ha tanta biltade. Vedi che il re Corbante già non erra, ch'io veggo di pagan gran quantitade: quivi è quel Manfredon che gli fa guerra. - Mentre che dice questo, ed Ulivieri conobbe Orlando sopra il suo destrieri. 4. Vide ch'a spasso con Morgante andava e che faceva le genti ordinare per la battaglia che s'apparecchiava, e già faceva stormenti sonare. Ma del gigante ammirazion pigliava e cominciollo a Rinaldo a mostrare: - Quello è Morgante, e 'l conte Orlando è quello ch'è presso a lui: non vedi tu Rondello? - 82

5. Rinaldo, quando vide il suo cugino, per gran dolcezza il cor si sentì aprire, e disse: - Poi ch'io veggo il paladino, contento sono ogni volta morire. Or oltre seguirem nostro camino: a Carador promesso abbiam di gire; tosto sarem con Orlando alle mani e con questi altri saracini o cani. - 6. Come entrati fur poi drento alle mura, domandoron del re subitamente dicendo: - Cavalier siàn di ventura, dal re Corbante mandati al presente. - I terrazzan fuggivan per paura di quel lïon, sanza dir lor nïente. Rinaldo tanto innanzi cavalcòe che in sulla piazza del re capitòe. 7. E come e' furon veduti costoro, sùbito fu portata la novella dentro al palazzo al gran re Caradoro. Rinaldo intanto smontava di sella, Ulivieri e Dodon non fe' dimoro. Ognun dintorno di questo favella: - Questo debbe esser - dicean - quel barone ch'è appellato il guerrier del lïone. - 8. Meredïana, ch'era alla finestra, fece chiamar sue damigelle presto, ché d'ogni gentile atto era maestra; fecesi incontra col viso modesto, con accoglienza sì leggiadra e destra che nessun più non arebbe richiesto tra le ninfe di Palla o di Dïana che si facessi allor Meredïana. 9. Rinaldo, quando vide la donzella, tentato fu di farla alla franciosa; a Ulivieri in sua lingua favella: - Quant'io, non vidi mai più degna cosa! - Disse Ulivieri: - E' non è in cielo stella che appetto a lei non fusse tenebrosa. - Rinaldo presto rispose: - Io t'ho inteso che 'l vecchio foco è spento e 'l nuovo acceso. 10. Non chiamerai più forse, come prima, la notte sempre e 'l giorno Forisena, ch'a ogni passo ne cantavi in rima: 83

e molti sacrifici facea fare,<br />

pregando umilemente il lor Macone<br />

che sua virginità debba servare;<br />

com'io seguiterò nell'altro canto<br />

colla virtù dello Spirito santo.<br />

CANTARE SESTO<br />

1. Padre nostro che ne' cieli stai,<br />

non circunscritto, ma per più amore<br />

ch'a' primi effetti di lassù tu hai,<br />

laudato sia il tuo nome e 'l tuo valore;<br />

e di tua grazia mi concederai<br />

tanto ch'io possi finir sanza errore<br />

la nostra istoria; e però, Padre degno,<br />

aiuta tu questo affannato ingegno.<br />

2. Era il sol, dico, al balcon d'orïente<br />

e l'Aürora si facea vermiglia<br />

e da Titon suo antico un poco assente;<br />

di Giove più non si vedea la figlia,<br />

quella amorosa stella refulgente,<br />

che spesso troppo gli amanti scompiglia;<br />

quando Rinaldo giù calava il monte<br />

dove era Orlando suo, famoso conte.<br />

3. Come egli ebbe veduta la cittade,<br />

disse a Dodone: - Or puoi veder la terra<br />

dove è la dama c'ha tanta biltade.<br />

Vedi che il re Corbante già non erra,<br />

ch'io veggo di pagan gran quantitade:<br />

quivi è quel Manfredon che gli fa guerra. -<br />

Mentre che dice questo, ed Ulivieri<br />

conobbe Orlando sopra il suo destrieri.<br />

4. Vide ch'a spasso con Morgante andava<br />

e che faceva le genti ordinare<br />

per la battaglia che s'apparecchiava,<br />

e già faceva stormenti sonare.<br />

Ma del gigante ammirazion pigliava<br />

e cominciollo a Rinaldo a mostrare:<br />

- Quello è Morgante, e 'l conte Orlando è quello<br />

ch'è presso a lui: non vedi tu Rondello? -<br />

82

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!