IL CAMALEONTE - Liceo Ginnasio Statale «Raimondo Franchetti
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2<br />
Focus on<br />
Qualche informazione sui<br />
neutrini...<br />
Anche se la scoperta che poteva rivoluzionare la fisica infine si è<br />
dimostrata essere solo un errore, essa ha comunque lasciato dietro<br />
di sé delle domande insolute: ma cosa sono i neutrini? Perché se<br />
ne è parlato tanto? Ecco la prima delle due puntate di un articolo<br />
in cui cercheremo di darvi finalmente delle risposte!<br />
Che cos’è una teoria? È un’idea che nasce da un’ipotesi,<br />
ma che non può mai essere completamente provata, quindi<br />
non ha un valore di verità assoluta. È sempre possibile<br />
l’esistenza di elementi che potrebbero screditarla, e quando<br />
questo succede, la teoria viene sostituita o modificata.<br />
Nel 1905, a soli 26 anni, un fisico tedesco di nome Albert<br />
Einstein presentava, dopo lunghe e approfondite ricerche,<br />
la sua teoria della relatività ristretta, che fece cambiare il<br />
modo di percepire l’intero universo. Fino a quel momento,<br />
i ricercatori che si erano cimentati in quell’impresa<br />
non erano riusciti a capire da che cosa fosse effettivamente<br />
formata la luce. La geniale intuizione di Einstein segnò<br />
una pietra miliare nella storia della fisica.<br />
Un tempo i filosofi e gli scienziati, partendo da Aristotele<br />
per arrivare a Newton, pensavano che la luce fosse formata<br />
da minuscole particelle velocissime, in grado di passare<br />
attraverso corpi trasparenti. Newton (1642-1727) condusse<br />
molti studi sull’ottica e sulla dispersione della luce che<br />
attraversa un prisma di vetro, e ritenne che i colori più<br />
forti (come rosso e giallo) fossero composti da particelle di<br />
dimensioni maggiori rispetto a quelle che costituivano i<br />
colori deboli (viola e azzurro). Il primo a mettere in dubbio<br />
la sua teoria fu l’inglese Thomas Young (1773-1829):<br />
convinto, in seguito ad una serie di esperimenti, che la<br />
luce fosse composta da onde e che la percezione dei colori<br />
fosse il risultato di diverse lunghezze d’onda, pubblicò nel<br />
1807 la sua teoria, che fu immediatamente rifiutata. Solo<br />
dopo la sua morte e in seguito ad ulteriori accertamenti, la<br />
teoria fu riconosciuta come vera e sostituì quella di<br />
Newton. In seguito, lo scozzese James Clerk Maxwell<br />
(1831-1879) introdusse le congetture sulle onde elettromagnetiche,<br />
che si muovono nel vuoto ad una velocità di<br />
300.000 km al secondo, molto prossima a quella della<br />
luce. Successivamente, elaborò le quattro equazioni, note<br />
con il suo nome, che dimostrano che l’elettricità, il magnetismo<br />
e la luce sono tutte manifestazioni dello stesso<br />
fenomeno: il campo elettromagnetico.<br />
Stabilito questo, rimaneva un’importante domanda a cui<br />
trovare una risposta: perché le onde luminose si propagano<br />
nel vuoto, mentre altre onde, come ad esempio quelle<br />
sonore, non ne sono in grado? Fu necessario ipotizzare un<br />
mezzo per la loro diffusione, identificato come l’etere, un<br />
elemento non meglio definito. Vennero svolti numerosissimi<br />
esperimenti per riuscire a provare la sua esistenza, ma<br />
nessuno ebbe successo.<br />
Fu allora che il grande genio di Einstein provocò una vera<br />
rivoluzione nell’ambito della fisica: fu il primo ad accantonare<br />
le leggi secondo cui tempo e spazio, ovunque e in<br />
qualsiasi situazione li si misurasse, erano valori costanti.<br />
Quindi cominciò ad elaborare la sua teoria della relatività,<br />
ipotizzando che, indipendentemente dalla velocità con cui<br />
si sposta un corpo, la percezione varia in modo da lasciare<br />
invariata la percezione della velocità della luce. Quindi, la<br />
velocità di circa 300.000 chilometri al secondo è un valore<br />
assoluto e può essere chiamato costante, perché è dato<br />
dal prodotto della lunghezza d’onda (λ) per la frequenza<br />
(ν) della luce. Quando una persona aumenta la propria<br />
velocità, la percezione si contrae secondo i fattori v<br />
(velocità dell’individuo) e c (velocità costante della luce,<br />
indicata tradizionalmente con questa lettera dall’a noi<br />
ben noto termine latino celeritas). Einstein concluse inoltre<br />
che le onde elettromagnetiche - luminose sono costituite<br />
da energia pura: riescono a diffondersi nel vuoto<br />
proprio perché non hanno massa. Tornando alla velocità,<br />
bisogna porre come noto che, all’aumentare di essa, aumentano<br />
anche massa ed energia secondo il reciproco del<br />
fattore di contrazione. Quindi, dopo numerose considerazioni…<br />
(continua…)<br />
Elena Pantaleoni